La biografia del nostro pianeta inizia dopo la formazione del sistema solare, a seguito della
grande esplosione denominata “Big Bang”.
Secondo la teoria del Big Bang in principio, circa 13,82 miliardi di anni fa, c’era una
singolarità che subì questa esplosione che portò alla progressiva espansione
dell’universo: nacquero le stelle ed altri corpi celesti. La formazione del sistema solare
iniziò invece circa 4.6 miliardi di anni fa.
La storia della Terra è divisa in quattro grandi unità geologiche, dette eoni: Adeano,
Archeano, Proterozoico e Fanerozoico.
ADEANO
L’inizio dell’Adeano è collocato alla formazione della Terra ed il suo nome è dovuto al fatto
che è caratterizzato da un notevole e costante bombardamento di meteoriti (deriva da
Ade, dio greco degli inferi).
Secondo l’ipotesi più accreditata l’impatto più forte mai avuto, di un corpo detto Theia,
causò circa 4500 milioni di anni fa la formazione della Luna. I limiti di questa teoria, come il
problema della somiglianza della composizione tra la Terra e la Luna e la conservazione
del momento angolare, verrebbero risolti con la teoria secondo cui la Luna si formò a
seguito di una serie di impatti tra la Terra e vari corpi di grandezza variabile in un lungo
periodo di tempo.
La prima atmosfera terrestre iniziò a formarsi circa 4400 milioni di anni fa ed essendo
leggera (in quanto formata da idrogeno ed elio) fu probabilmente dissolta a causa del
vento solare. In quel periodo infatti la terra non possedeva un campo magnetico che la
proteggesse da esso.
ARCHEANO
I limiti inferiore e superiore dell’archeano (dal greco archè, cioè “antico”) sono attualmente
posti a 4000 e 2500 milioni di anni fa. Questo periodo, in cui la Terra acquisisce la
configurazione a strati e si raffredda, è caratterizzato da eventi importantissimi come la
formazione di una nuova atmosfera e l’accumulo di acqua nei primi mari e corsi d’acqua.
Parte dell’acqua, importantissima per la vita, potrebbe provenire dalle comete anche se in
realtà quest’ultime presentano acqua con una quantità di deuterio maggiore di quella
terrestre.
Per quanto riguarda le rocce archeane, le principali tipologie oggi conservate nei cratoni
sono graniti, gneiss, metamorfiti, arenarie, e selci. Esse vengono chiamate greenstone belt
(dal nome delle caratteristiche cloriti) e consistono in successioni di rocce metamorfiche a
composizione sialica.
Tra gli organismi più antichi conosciuti vi sono gli archea, che per il loro metabolismo
sintetizzavano il metano usando carbonio. Tracce di carbonio organico sono state ritrovate
in rocce risalenti all’ Adeano, mentre le tracce fossili dei primi procarioti (batteri,
cianobatteri e alghe) risalgono a 3,5 – 2,8 miliardi di anni fa.
Le prime testimonianze dell’attività degli esseri viventi sono le stromatoliti, che rivelano
anche la capacità dei primi organismi di compiere la fotosintesi nonostante la presenza di
ossigeno libero nell’ Archeano fosse minore dell1%. Questa bassa percentuale è
testimoniata dalle BIF (Banded Iron Formation) e dalla presenza di uraninite detritica.
Infine, un altro importante processo che iniziò a svilupparsi nell’Archeano è la
frammentazione della crosta, con conseguenti movimenti delle placche più rapidi degli
odierni.
PROTEROZOICO
L’atmosfera si è evoluta nei vari eoni fino ad arrivare oggi al valore del 21% di ossigeno
libero. I processi che possono portare alla produzione di ossigeno sono la dissociazione
fotochimica (a causa degli UV) e la fotosintesi. La sua quantità inoltre può variare a causa
del ciclo del carbonio e alla quantità di CO2 presente, che dipende dal C sepolto.
Il Proterozoico superiore fu un periodo in cui, come oggi, i poli erano coperti da calotte di
ghiaccio e secondo la cosiddetta ipotesi della “Snowball earth” la conformazione delle
terre emerse derivate dalla frammentazione del continente Rodinia e distribuite quasi del
tutto nella fascia equatoriale avrebbe portato ad una glaciazione globale del pianeta. Vi
sono varie prove a favore di questa ipotesi: la distribuzione di depositi glaciali su tutti i
continenti, evidenze sulla raggiunta di latitudini equatoriali da parte dei ghiacci, la
ricomparsa di BIF e la presenza di anomalie positive e negative dell’isotopo 13 del C prima
e dopo gli eventi glaciali.
Durante il Neoproterozoico vi furono tre episodi di glaciazione: quella Sturtiana (circa 725
milioni di anni fa), quella Marinoana (circa 650 milioni di anni fa) e quella Gaskersiana
(circa 580 milioni di anni fa). Le prime due portarono allo sviluppo dell’ipotesi sulla
“snowball”, che non coincide con nessuna estinzione di massa come avevano ipotizzato.
Non c’è infatti nessuna correlazione tra le glaciazioni e gli episodi di estinzione, a
eccezione di quella che avvenne alla fine dell’Ordoviciano. Le glaciazioni sono correlate
invece agli episodi di cambiamento chimico negli oceani e di evoluzione della vita, in
quanto sembrano essere legati alla comparsa dei multicellulari e ad un aumento di
ossigenazione nell’atmosfera. Alla fine del Proterozoico le placche si riunirono in un altro
grande continente, chiamato Pannotia.
FANEROZOICO
Il Fanerozoico (“della vita visibile”) è il periodo che va dai 541 milioni di anni fa ad oggi ed
è ulteriormente diviso in altri intervalli. Durante questi milioni di anni avvennero molti
cambiamenti geologici e biologici: la disposizione delle placche cambia, le orogenesi
formano imponenti catene montuose, l’atmosfera è in continuo cambiamento e i viventi
subiscono una veloce evoluzione, nonostante ci furono 5 grandi eventi di estinzione di
massa.
Un’estinzione “di massa” avviene se si estingue almeno il 75% delle specie marine e può
avere varie cause tra cui l’abbassamento del livello del mare, l’attività vulcanica, le
glaciazioni e le collisioni sulla superficie terrestre. Per quanto riguarda invece le attività
umane che possono causare estinzione, troviamo la deforestazione, la caccia,
l’inquinamento, l’uso di dinamite, l’introduzione di nuove specie e la distruzione di habitat.
Il Fanerozoico comprende tre ere: il Cenozoico (il più recente), il Mesozoico e il
Paleozoico. Il Paleozoico, che va da 541 a 252 milioni di anni fa, è ulteriormente diviso in 6
periodi, che dal più antico al più recente sono: Cambriano, Ordoviciano, Siluriano,
Devoniano, Carbonifero e Permiano.
MESOZOICO
Il Mesozoico è l’era compresa tra 252 e 66 milioni di anni fa e comprende: Cretaceo,
Giurassico e Triassico. Il nome sta ad indicare il periodo di mezzo che si interpone tra
Paleozoico e Cenozoico.
Il Triassico (tra 252 e 201 milioni di anni fa) è caratterizzato da eventi come la fase
orogenetica Cimmerica, la comparsa dei dinosauri, la comparsa dei mammiferi e
l’estinzione di massa alla fine del periodo.
Il clima in questo periodo era influenzato dalla presenza della Pangea, posizionata a
cavallo dell’equatore. In particolare in Europa rimase caldo e secco come nel Permiano,
infatti erano presenti foreste di gimnosperme solo lungo i corsi d’acqua e attorno ai laghi.
Nel nord invece le foreste erano dominate da conifere, cicadee e ginko. La
frammentazione della Pangea iniziò nel Triassico Medio.
Il Giurassico (tra 199 e 145 milioni di anni fa) prende il nome dalla catena montuosa del
Giura situata in Svizzera. Questo periodo è caratterizzato dall’apertura settentrionale
dell’oceano Atlantico. Durante il Primo Giurassico, il supercontinente della Pangea si
divise in un supercontinente in Laurasia e Gondwana. L’Asia centro-meridionale si riunì,
mentre l’oceano della Tetide separava i continenti settentrionali dal Gondwana.
Per quanto riguarda la flora, le Conifere erano il gruppo più diffuso e più diversificato.
Erano molto comuni le Cycadophyta, come le ginkgo e le felci albero nella foresta.
Felci più piccole invece erano le piante di sottobosco più diffuse.
Il Cretaceo, compreso tra 145 e 65 milioni di anni fa, è caratterizzato dalle prime fasi
dell’orogenesi alpina, l’apertura dell’Atlantico meridionale e la frammentazione del
Gondwana.
CENOZOICO
Nel Paleocene continuarono i processi di deriva dei continenti, tra cui la separazione tra
Nord America e Groenlandia, mentre ancora non si dividono l'Europa e la Groenlandia.
In particolare il ponte di terra della Beringia permetteva il passaggio tra Nord America e
Asia, mentre stava iniziando la separazione tra Nord America e Groenlandia.
L'antico supercontinente Gondwana continuava la sua frammentazione, con l'Africa, il Sud
America, l'Antartide e l'Australia che si allontanavano progressivamente.
Si sviluppano inoltre i movimenti che porteranno alla formazione della catena alpino-
himalayana ovvero la deriva dell'Africa verso l'Europa e la migrazione dell’India verso
l’Asia. Nella zona occidentale Nord America invece si formano le Montagne.
Il clima si raffredda e sull’Antartide si forma, per la prima volta dal Triassico, una calotta
glaciale.
In quanto alla fauna si ebbe l’importante esplosione evolutiva dei mammiferi che vanno ad
occupare le nicchie ecologiche in cui ormai sono assenti i dinosauri.
Si svilupparono grossi quadrupedi ed apparvero gruppi di mammiferi carnivori, erbivori e
insettivore. Alcuni si svilupparono verso una dieta di radici mentre altri divennero
semiacquatici. Apparvero inoltre i roditori o animali come il primo antenato del cavallo
(Propalaeotherium). I pipistrelli furono gli ultimi animali ad aver sviluppato la capacità del
volo dopo gli insetti nel Devoniano, i rettili nel Triassico e gli uccelli nel Giurassico.
La fauna degli invertebrati marini era molto ricca: erano presenti Brachiopodi, Echinodermi
e Molluschi
Per quanto riguarda la flora invece, dopo il Cretaceo le foreste non avevano ancora un
aspetto simile all’odierno, che possiamo invece osservare a partire da circa 64 milioni di
anni fa. Il clima caldo permise la crescita di dense foreste e apparvero organismi da noi
conosciuti come i cactus e le palme. La scomparsa dei grandi dinosauri erbivori fu un
aspetto positivo per le foreste, che nel Paleocene erano più fitte di quelle del Cretaceo.
Le angiosperme, che erano comparse nel Cretacico, proliferarono ampiamente e durante
l’Eocene iniziarono la loro differenziazione anche le piante erbacee (Poaceae o
Graminacee).
Collocato in questo periodo è il fossile Darwinius masillae, soggetto a controversie perché
alcuni lo ritengono antenato dei primati mentre altri no.
Nel Neogene gli eventi principali furono l’inizio della formazione della catena appenninica,
la crisi di salinità nel Mediterraneo e la formazione la calotta glaciale al polo nord.
Sia la flora che la fauna in questo periodo erano già molto simili a quelle odierne.
Fecero la loro comparsa animali presenti tutt’ora come la iena, l’orso ed il leone. La
famiglia dell’elefante ebbe un’espansione e i cervidi e bovidi si differenziarono, mentre
invece la famiglia dei rinoceronti e cavalli subì una riduzione numerica.
La fauna vide l’importante diversificazione delle scimmie con la diffusione delle scimmie
antropomorfe e degli australopitechi.
Tra i primati africani si trovavano gli Hominoidea, del tipo Dryopithecus e Proconsul, a cui
si aggiunsero i cercopitecidi come il macaco e il babbuino.
Si ritiene che la separazione tra Hominidi e scimpanzé sia avvenuta circa sette milioni di
anni fa, alla fine del Miocene. Gli Australopithecus, che fecero la loro comparsa circa 4 Ma
nel Pliocene erano già in grado di utilizzare un'andatura bipede e la loro capacità
cerebrale erano simili a quelle delle grandi scimmie attuali
Dal punto di vista floreale si ebbe l’espansione delle alghe diatomee di acqua dolce, una
differenziazione delle erbe ed un importante sviluppo delle Angiosperme.
È proprio il genere Homo uno dei protagonisti del Quaternario, in quanto subì una grande
evoluzione che portò alla comparsa dell’Homo Sapiens.
Gli ultimi Australopitechi vivevano durante la prima metà del Pleistocene. Essi avevano già
un'andatura bipede e le dimensioni del cervello delle scimmie odierne. Il genere Homo,
che fece la sua comparsa nel Pleistocene, ebbe un percorso di sviluppo tra varie specie:
-Homo habilis (circa 2,1 milioni di anni fa): aveva una scatola cranica più sviluppata degli
ominidi precedenti e la sua dieta era diventata onnivora. Sviluppò inoltre per primo la
capacità di utilizzare alcuni utensili.
-Homo ergaster (circa 2 milioni di anni fa) in Africa, con un cervello di dimensioni maggiori
-Homo erectus (circa 1,8-1,5 milioni di anni fa) in Asia: è il primo vero cacciatore e
raccoglitore ed il primo migrato dall'Africa
-Homo neanderthalensis (circa 500.000 anni fa): si trovavano in tutta Europa e si estinsero
per ragioni ancora ignote
-Homo sapiens (circa 200.000), ovvero la nostra specie. I più antichi resti umani moderni
sono due crani trovati in Etiopia che risalgono a questo periodo.
Circa 70.000 anni fa l’uomo moderno iniziò ad emigrare dall’Africa espandendosi in tutto il
mondo
La storia della terra continuerà. Il sole brucerà per 5 miliardi di anni per poi trasformarsi in
una gigante rossa inglobando persino la terra.