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GEOLOGIA STORICA

La biografia del nostro pianeta inizia dopo la formazione del sistema solare, a seguito della
grande esplosione denominata “Big Bang”.
Secondo la teoria del Big Bang in principio, circa 13,82 miliardi di anni fa, c’era una
singolarità che subì questa esplosione che portò alla progressiva espansione
dell’universo: nacquero le stelle ed altri corpi celesti. La formazione del sistema solare
iniziò invece circa 4.6 miliardi di anni fa.
La storia della Terra è divisa in quattro grandi unità geologiche, dette eoni: Adeano,
Archeano, Proterozoico e Fanerozoico.

ADEANO

L’inizio dell’Adeano è collocato alla formazione della Terra ed il suo nome è dovuto al fatto
che è caratterizzato da un notevole e costante bombardamento di meteoriti (deriva da
Ade, dio greco degli inferi).
Secondo l’ipotesi più accreditata l’impatto più forte mai avuto, di un corpo detto Theia,
causò circa 4500 milioni di anni fa la formazione della Luna. I limiti di questa teoria, come il
problema della somiglianza della composizione tra la Terra e la Luna e la conservazione
del momento angolare, verrebbero risolti con la teoria secondo cui la Luna si formò a
seguito di una serie di impatti tra la Terra e vari corpi di grandezza variabile in un lungo
periodo di tempo.
La prima atmosfera terrestre iniziò a formarsi circa 4400 milioni di anni fa ed essendo
leggera (in quanto formata da idrogeno ed elio) fu probabilmente dissolta a causa del
vento solare. In quel periodo infatti la terra non possedeva un campo magnetico che la
proteggesse da esso.

ARCHEANO
I limiti inferiore e superiore dell’archeano (dal greco archè, cioè “antico”) sono attualmente
posti a 4000 e 2500 milioni di anni fa. Questo periodo, in cui la Terra acquisisce la
configurazione a strati e si raffredda, è caratterizzato da eventi importantissimi come la
formazione di una nuova atmosfera e l’accumulo di acqua nei primi mari e corsi d’acqua.
Parte dell’acqua, importantissima per la vita, potrebbe provenire dalle comete anche se in
realtà quest’ultime presentano acqua con una quantità di deuterio maggiore di quella
terrestre.
Per quanto riguarda le rocce archeane, le principali tipologie oggi conservate nei cratoni
sono graniti, gneiss, metamorfiti, arenarie, e selci. Esse vengono chiamate greenstone belt
(dal nome delle caratteristiche cloriti) e consistono in successioni di rocce metamorfiche a
composizione sialica.

Nonostante il pianeta fosse caratterizzato da un’atmosfera minima e sottoposto quindi ad


intensi raggi UV, comparvero le prime forme di vita. Le teorie sulla nascita della vita,
prescindendo da quella creazionistica, sono legate ad un’origine terrestre o extraterrestre.
Nel caso della prima si pensa che potrebbe essersi sviluppata in vari ambienti come
l’oceano o i mari, i sedimenti argillosi, l’atmosfera primitiva, la superficie di alcuni cristalli o
in prossimità dei vents idrotermali. Nel caso della seconda invece, sono note la
panspermia planetaria, che afferma che la vita originatasi su altri pianeti avrebbe viaggiato
attraverso lo spazio e la panspermia cosmica, che afferma che geni, virus e batteri
nascono e si spostano attraverso la polvere cosmica.

Tra gli organismi più antichi conosciuti vi sono gli archea, che per il loro metabolismo
sintetizzavano il metano usando carbonio. Tracce di carbonio organico sono state ritrovate
in rocce risalenti all’ Adeano, mentre le tracce fossili dei primi procarioti (batteri,
cianobatteri e alghe) risalgono a 3,5 – 2,8 miliardi di anni fa.
Le prime testimonianze dell’attività degli esseri viventi sono le stromatoliti, che rivelano
anche la capacità dei primi organismi di compiere la fotosintesi nonostante la presenza di
ossigeno libero nell’ Archeano fosse minore dell1%. Questa bassa percentuale è
testimoniata dalle BIF (Banded Iron Formation) e dalla presenza di uraninite detritica.
Infine, un altro importante processo che iniziò a svilupparsi nell’Archeano è la
frammentazione della crosta, con conseguenti movimenti delle placche più rapidi degli
odierni.

PROTEROZOICO

Il proterozoico, che significa “vita primitiva”, è caratterizzato da importantissimi eventi


biologici e non come la comparsa degli eucarioti, della riproduzione sessuata, degli
organismi multicellulari, e di un’atmosfera ossidante. Si ha inoltre la testimonianza delle
prima glaciazioni e delle prime grandi orogenesi.

L’atmosfera si è evoluta nei vari eoni fino ad arrivare oggi al valore del 21% di ossigeno
libero. I processi che possono portare alla produzione di ossigeno sono la dissociazione
fotochimica (a causa degli UV) e la fotosintesi. La sua quantità inoltre può variare a causa
del ciclo del carbonio e alla quantità di CO2 presente, che dipende dal C sepolto.
Il Proterozoico superiore fu un periodo in cui, come oggi, i poli erano coperti da calotte di
ghiaccio e secondo la cosiddetta ipotesi della “Snowball earth” la conformazione delle
terre emerse derivate dalla frammentazione del continente Rodinia e distribuite quasi del
tutto nella fascia equatoriale avrebbe portato ad una glaciazione globale del pianeta. Vi
sono varie prove a favore di questa ipotesi: la distribuzione di depositi glaciali su tutti i
continenti, evidenze sulla raggiunta di latitudini equatoriali da parte dei ghiacci, la
ricomparsa di BIF e la presenza di anomalie positive e negative dell’isotopo 13 del C prima
e dopo gli eventi glaciali.
Durante il Neoproterozoico vi furono tre episodi di glaciazione: quella Sturtiana (circa 725
milioni di anni fa), quella Marinoana (circa 650 milioni di anni fa) e quella Gaskersiana
(circa 580 milioni di anni fa). Le prime due portarono allo sviluppo dell’ipotesi sulla
“snowball”, che non coincide con nessuna estinzione di massa come avevano ipotizzato.
Non c’è infatti nessuna correlazione tra le glaciazioni e gli episodi di estinzione, a
eccezione di quella che avvenne alla fine dell’Ordoviciano. Le glaciazioni sono correlate
invece agli episodi di cambiamento chimico negli oceani e di evoluzione della vita, in
quanto sembrano essere legati alla comparsa dei multicellulari e ad un aumento di
ossigenazione nell’atmosfera. Alla fine del Proterozoico le placche si riunirono in un altro
grande continente, chiamato Pannotia.

FANEROZOICO
Il Fanerozoico (“della vita visibile”) è il periodo che va dai 541 milioni di anni fa ad oggi ed
è ulteriormente diviso in altri intervalli. Durante questi milioni di anni avvennero molti
cambiamenti geologici e biologici: la disposizione delle placche cambia, le orogenesi
formano imponenti catene montuose, l’atmosfera è in continuo cambiamento e i viventi
subiscono una veloce evoluzione, nonostante ci furono 5 grandi eventi di estinzione di
massa.
Un’estinzione “di massa” avviene se si estingue almeno il 75% delle specie marine e può
avere varie cause tra cui l’abbassamento del livello del mare, l’attività vulcanica, le
glaciazioni e le collisioni sulla superficie terrestre. Per quanto riguarda invece le attività
umane che possono causare estinzione, troviamo la deforestazione, la caccia,
l’inquinamento, l’uso di dinamite, l’introduzione di nuove specie e la distruzione di habitat.
Il Fanerozoico comprende tre ere: il Cenozoico (il più recente), il Mesozoico e il
Paleozoico. Il Paleozoico, che va da 541 a 252 milioni di anni fa, è ulteriormente diviso in 6
periodi, che dal più antico al più recente sono: Cambriano, Ordoviciano, Siluriano,
Devoniano, Carbonifero e Permiano.

CAMBRIANO (tra 541 e 485 milioni di anni fa)


La base di questo periodo corrisponde alla comparsa della traccia fossile di Trichophycus
pedum ed è caratterizzata dai principali cambiamenti chimici negli oceani. Si ebbe inoltre
la cosiddetta “esplosione cambriana” in quanto comparvero gruppi di vertebrati tutt’ora
viventi. Ci fu la comparsa dei Trilobiti, (estinti poi alla fine del permiano), gli Archeociatidi
(che vissero solo nel cambriano), i Conodonti (estinti nel mesozoico, con grande
importanza stratigrafica) e alcuni pesci primitivi. Probabilmente le prime branchie avevano
una funzione di regolazione acido-base nell’organismo mentre successivamente
acquistarono un ruolo nello scambio gassoso. Una delle faune maggiormente conservate
del Cambriano è quella di Burgess, grazie alle argilliti leggermente calcaree depositate per
rideposizione dai margini di aree di scogliera.
Inoltre nel Cambriano inferiore il supercontinente Pannotia si frammentò in 4 parti:
Laurentia, Baltica, Siberia e Gondwana. La Gondwana comprese attuali continenti come
Sudamerica, Africa, India, Medioriente, Antartide e Australia.
ORDOVICIANO (tra 485 e 443 milioni di anni fa)
Questo periodo, che si divide in superiore, medio e inferiore fu caratterizzato da una
grande glaciazione, un’estinzione di massa e alcune fasi dell’orogenesi caledoniana.
Durante questo periodo gli oceani dividevano i continenti, molti organismi ebbero una
rapida evoluzione, e altri ancora comparivano per la prima volta come ad esempio gli
euripteridi. È Probabile che verso la fine dell’ordoviciano le piante iniziarono a colonizzare
la terraferma, spronate dal ritiro delle acque dovuto dalle glaciazioni, ed insieme ad esse i
primi insetti. Comparvero inoltre i primi pesci senza mascella, gli agnati.
La fine dell'Ordoviciano coincide con un evento di estinzione di massa, che portò alla
scomparsa di circa il 60% dei generi di animali marini. Probabilmente la causa fu delle
glaciazioni che portarono all’abbassamento del livello marino e di conseguenza
l'estinzione di molte specie marine. Particolari ritrovamenti di questo periodo sono collocati
nel Sahara.

SILURIANO (tra 443 e 419 milioni di anni fa)


Tra i principali eventi del Siluriano occorre sottolineare l’inizio della formazione delle
catene montuose degli Appalacchiani e Caledonidi, lo scioglimento delle calotte a causa di
un clima più caldo e la diffusione delle scogliere. Il fondale marino è caratterizzato dalla
presenza di spugne, coralli, gasteropodi e crinoidi, tra i cefalopodi sono numerosi i
nautiloidi ortoconici e compaiono inoltre i primi pesci di acqua dolce. I graptoliti si evolvono
con una semplificazione che li porta ad avere una sola fila di teche.
I primi esemplari di fossili di piante vascolari, i cui più antichi generi sono la Cooksonia e la
Baragwanathia, risalgono a questo periodo. Rocce risalenti al Siluriano sono presenti
anche in Italia nelle Alpi Carniche.

DEVONIANO (tra 416 e 359 milioni di anni fa)


Il Devoniano prende il nome dalla contea di Devon, conosciuta per i numerosi affioramenti
di roccia di questo periodo. In questo periodo iniziano le prime fasi dell’orogenesi ercinica
e le temperature medie sono più alte delle attuali (si abbassano drasticamente nel
Devoniano Superiore).
Le temperature elevate permettono la diffusione delle scogliere anche alle altre latitudini e
fanno la loro comparsa i primi ammonoidi, elasmobranchi ed anfibi.
Per quanto riguarda la paleogeografia gli oceani si chiudono andando a formare una
primordiale Pangea, nell'emisfero meridionale si trova il supercontinente Gondwana, a
nord la Siberia e il supercontinente Euramerica si sta formando al centro.
Compaiono i Licopodi, che diventeranno dominanti durante il Carbonifero, e Archaeopteris
che è uno dei più antichi alberi ad alto fusto. Le felci inoltre sono un gruppo apparso nel
Devoniano inferiore. Si ha una grande evoluzione dei pesci e compaiono i primi pesci
polmonati da cui si evolvono i tetrapodi, la cui presenza è rappresentate da tracce fossili
rinvenute in Islanda. L'estinzione più importante si verificò nell’ultima fase del periodo
Devoniano, quando la grande maggioranza degli agnati scomparve improvvisamente.
L'estinzione colpì principalmente gli organismi marini tra cui i grandi costruttori delle
barriere coralline, i brachipodi, i trilobiti, le ammoniti, i conodonti e i pesci senza mascella.
CARBONIFERO (tra 359 e 299 milioni di anni fa)
Il nome deriva dai depositi di carbone formati a causa di grandi incendi e carbonatazione.
Tra gli eventi più importanti troviamo lo sviluppo dell’orogenesi in Nord America e Europa,
il raffreddamento del clima, la comparsa dell’uovo amniotico come mezzo riproduttivo più
efficiente sulla terraferma e la comparsa dei primi rettili. In questo periodo continua la
formazione della Pangea grazie alla collisione tra le masse continentali del Nord America
e Europa con il Gondwana e a causa del clima più freddo gran parte dell’emisfero
meridionale era coperto da ghiacci.
Un altro importante elemento è l’abbassamento della quantità di CO 2 atmosferica, dovuto
a due fattori: la presenza di un continente che si estende da un polo ad un altro causando
la restrizione della libera circolazione delle acque tropicali e polari e la presenza di una
grande massa continentale polare in grado di reggere il peso di una calotta polare sopra di
essa, cioè il polo sud. In quanto ai viventi ci fu il cosiddetto “gigantismo”, ovvero lo
sviluppo di organismi molto grandi che respiravano attraverso la pelle. Prevalgono i
primitivi pesci ossei, i pesci cartilaginei e gli antenati degli squali odierni. La flora del
carbonifero sviluppò rapidamente nuove specie ed era costituita soprattutto dalle
pteridofite e gimnosperme. Verso la fine del carbonifero si verificò un’altra estinzione che
porto all’estinzione degli artropodi giganti, mentre ebbero un grande successo i rettili.

PERMIANO (tra 299 e 251 milioni di anni fa)


Consiste nell'ultimo dei sei periodi in cui è divisa l'era geologica del Paleozoico e i
principali eventi che lo caratterizzano sono il completamento della formazione della
Pangea, la diffusione e diversificazione dei rettili, e una grande estinzione durante la quale
scompare la grande maggioranza delle forme viventi, tra cui i costruttori di scogliera.
Nel permiano superiore il clima caldo e arido porta alla desertificazione di molte aree con
la formazione di ambienti evaporitici. Con l’attivazione dei Siberian traps si liberarono in
atmosfera grandissime quantità i CO2 e altri gas tossici.

MESOZOICO
Il Mesozoico è l’era compresa tra 252 e 66 milioni di anni fa e comprende: Cretaceo,
Giurassico e Triassico. Il nome sta ad indicare il periodo di mezzo che si interpone tra
Paleozoico e Cenozoico.

Il Triassico (tra 252 e 201 milioni di anni fa) è caratterizzato da eventi come la fase
orogenetica Cimmerica, la comparsa dei dinosauri, la comparsa dei mammiferi e
l’estinzione di massa alla fine del periodo.

Dopo l’estinzione di massa del permiano la vita si diversifica e la Pangea, oltre ad


influenzare il clima, permette agli animali di migrare da un polo all’altro. Faune marine di
acque calde ad esempio si diffondono nella Tetide, compaiono gli esacoralli, i bivalvi si
espandono, e sono presenti i cinodonti, rettili con caratteristiche simili ai mammiferi.
La fauna continentale vede la comparsa nel Carnico superiore dei primi ordini di dinosauri,
cioè saurischi e ornitischi, mentre nei mari compaiono i primi rettili marini quali gli ittiosauri.
I cinodonti, le cui origini risalgono al permiano superiore, avevano quasi tutte le
caratteristiche dei mammiferi ma deponevano ancora le uova, probabilmente come i primi
mammiferi stessi. Tra le forme ancestrali vi erano i procinosuchidi, gruppo che
apparteneva ai pochi viventi che sopravvissero all‘estinzione di massa di fine Permiano.
Una particolarità dei mammiferi è la mandibola: essa è costituita soltanto dall’osso dentale
che si articola direttamente con lo squamoso.

Il clima in questo periodo era influenzato dalla presenza della Pangea, posizionata a
cavallo dell’equatore. In particolare in Europa rimase caldo e secco come nel Permiano,
infatti erano presenti foreste di gimnosperme solo lungo i corsi d’acqua e attorno ai laghi.
Nel nord invece le foreste erano dominate da conifere, cicadee e ginko. La
frammentazione della Pangea iniziò nel Triassico Medio.

Il Giurassico (tra 199 e 145 milioni di anni fa) prende il nome dalla catena montuosa del
Giura situata in Svizzera. Questo periodo è caratterizzato dall’apertura settentrionale
dell’oceano Atlantico. Durante il Primo Giurassico, il supercontinente della Pangea si
divise in un supercontinente in Laurasia e Gondwana. L’Asia centro-meridionale si riunì,
mentre l’oceano della Tetide separava i continenti settentrionali dal Gondwana.

Le registrazioni geologiche del Giurassico sono buone soprattutto nell'Europa occidentale


e ci indicano che gran parte del continente era sommerso sotto mari tropicali; tra i luoghi
famosi vi sono la Costa Giurassica e la rinomata lagerstätte tardo giurassica
di Holzmaden e Solnhofen.
Il Nord America invece non è ricco di registrazioni mesozoiche anche se sono arrivati a noi
depositi marini del nord degli Stati Uniti e Canada del Tardo Giurassico; un esempio sono i
depositi alluvionali della Formazione Morrison.

Tra gli invertebrati, apparvero nuovi gruppi: foraminiferi planctonici, rudiste, brachiopodi,


ammoniti, cefalopodi e belemniti.
Il Giurassico fu il periodo di massima diffusione degli Ittiosauri, ma erano presenti anche
pkeiosauri, coccodrilli marini e rettili volanti tra cui gli pterosauri. I dinosauri più presenti in
generale erano gli erbivori. Erano presenti inoltre piccoli mammiferi come Pseudotribos o
Xianshou songae. Un importante evento del tardo Giurassico fu l’evoluzione dei primi
uccelli da piccoli dinosauri.
Nell'aria, gli pterosauri erano comuni: essi assumevano molti ruoli ecologici ora assunti
dagli uccelli. Gli pterosauri si alimentavano di pesci che catturavano nel mare; avevano un
becco spesso dotato di denti, una coda corta, testa più ampia e collo più largo degli
pterosauri del triassico.

Per quanto riguarda la flora, le Conifere erano il gruppo più diffuso e più diversificato.
Erano molto comuni le Cycadophyta, come le ginkgo e le felci albero nella foresta.
Felci più piccole invece erano le piante di sottobosco più diffuse.

Il Cretaceo, compreso tra 145 e 65 milioni di anni fa, è caratterizzato dalle prime fasi
dell’orogenesi alpina, l’apertura dell’Atlantico meridionale e la frammentazione del
Gondwana.

In quanto alla frammentazione si vanno a separare Sud America e Africa da Antartide e


Australia, mentre l’India si stacca dal Gondwana. Nel frattempo si osservano un aumento
dell’attività vulcanica e la dinamicità di molti punti caldi. Il periodo è caratterizzato inoltre
dall’aumento dei livelli del mare e dei livelli di CO 2, e dall’assenza della calotta polare.
L’inizio del Cretaceo è riconosciuto nella comparsa dell’ammonite Berriasella, mentre la
sua fine è associata alla cosiddetta “anomalia dell'iridio”, ovvero la presenza di una
concentrazione elevata dell'elemento iridio nei sedimenti, dovuto probabilmente all'impatto
di un asteroide con la Terra 65 milioni di anni fa.

Tra i dinosauri comparvero i ceratopsidi, mentre tra i mammiferi comparvero i placentati.


Superarono l’estinzione diversi gruppi di mammiferi, anfibi e piante e ci fu un grande
aumento di plancton calcareo che andò a formare grandi sedimenti carbonatici.
Inoltre in questo periodo si diffusero gli uccelli fossili, anche se i loro fossili di questo
periodo sono abbastanza rari.
Per quanto riguarda la flora è presente un’evoluzione delle piante angiosperme e di
conseguenza, con lo sviluppo dei fiori, le foreste caratterizzate da vivaci colori diventano
habitat di insetti impollinatori.

CENOZOICO

Comprende il periodo da 66 Ma fa ad oggi e si divide in Paleocene, Neogene e


Quaternario.

Nel Paleocene continuarono i processi di deriva dei continenti, tra cui la separazione tra
Nord America e Groenlandia, mentre ancora non si dividono l'Europa e la Groenlandia.
In particolare il ponte di terra della Beringia permetteva il passaggio tra Nord America e
Asia, mentre stava iniziando la separazione tra Nord America e Groenlandia.
L'antico supercontinente Gondwana continuava la sua frammentazione, con l'Africa, il Sud
America, l'Antartide e l'Australia che si allontanavano progressivamente.
Si sviluppano inoltre i movimenti che porteranno alla formazione della catena alpino-
himalayana ovvero la deriva dell'Africa verso l'Europa e la migrazione dell’India verso
l’Asia. Nella zona occidentale Nord America invece si formano le Montagne.
Il clima si raffredda e sull’Antartide si forma, per la prima volta dal Triassico, una calotta
glaciale.

In quanto alla fauna si ebbe l’importante esplosione evolutiva dei mammiferi che vanno ad
occupare le nicchie ecologiche in cui ormai sono assenti i dinosauri.
Si svilupparono grossi quadrupedi ed apparvero gruppi di mammiferi carnivori, erbivori e
insettivore. Alcuni si svilupparono verso una dieta di radici mentre altri divennero
semiacquatici. Apparvero inoltre i roditori o animali come il primo antenato del cavallo
(Propalaeotherium). I pipistrelli furono gli ultimi animali ad aver sviluppato la capacità del
volo dopo gli insetti nel Devoniano, i rettili nel Triassico e gli uccelli nel Giurassico.
La fauna degli invertebrati marini era molto ricca: erano presenti Brachiopodi, Echinodermi
e Molluschi

Per quanto riguarda la flora invece, dopo il Cretaceo le foreste non avevano ancora un
aspetto simile all’odierno, che possiamo invece osservare a partire da circa 64 milioni di
anni fa. Il clima caldo permise la crescita di dense foreste e apparvero organismi da noi
conosciuti come i cactus e le palme. La scomparsa dei grandi dinosauri erbivori fu un
aspetto positivo per le foreste, che nel Paleocene erano più fitte di quelle del Cretaceo.
Le angiosperme, che erano comparse nel Cretacico, proliferarono ampiamente e durante
l’Eocene iniziarono la loro differenziazione anche le piante erbacee (Poaceae o
Graminacee).
Collocato in questo periodo è il fossile Darwinius masillae, soggetto a controversie perché
alcuni lo ritengono antenato dei primati mentre altri no.

Nel Neogene gli eventi principali furono l’inizio della formazione della catena appenninica,
la crisi di salinità nel Mediterraneo e la formazione la calotta glaciale al polo nord.

La formazione dell'Istmo di Panama durante il Pliocene interruppe la circolazione della


corrente equatoriale portando all'isolamento dell'Atlantico e al raffreddamento delle
temperature nell'Artico e nell'Antartico, mentre dal punto di vista faunistico pose fine
all'isolamento della fauna del Sud America.
L'India continuò la sua collisione con l'Asia, provocando la crescita delle catene montuose
Himalayane e contemporaneamente anche la collisione tra Africa ed Europa continuava.
La crescita delle creste montagnose a ovest e la diminuzione del livello del mare, diedero
origine alla crisi di salinità del Messiniano, che terminò con l'apertura dello stretto di
Gibilterra e l'inondazione del bacino mediterraneo con le acque dell'Oceano Atlantico.
L'abbassamento del livello del mare permise anche la formazione della Beringia, che
collegava Asia ed Alaska.

Sia la flora che la fauna in questo periodo erano già molto simili a quelle odierne.
Fecero la loro comparsa animali presenti tutt’ora come la iena, l’orso ed il leone. La
famiglia dell’elefante ebbe un’espansione e i cervidi e bovidi si differenziarono, mentre
invece la famiglia dei rinoceronti e cavalli subì una riduzione numerica.

La fauna vide l’importante diversificazione delle scimmie con la diffusione delle scimmie
antropomorfe e degli australopitechi.
Tra i primati africani si trovavano gli Hominoidea, del tipo Dryopithecus e Proconsul, a cui
si aggiunsero i cercopitecidi come il macaco e il babbuino.
Si ritiene che la separazione tra Hominidi e scimpanzé sia avvenuta circa sette milioni di
anni fa, alla fine del Miocene. Gli Australopithecus, che fecero la loro comparsa circa 4 Ma
nel Pliocene erano già in grado di utilizzare un'andatura bipede e la loro capacità
cerebrale erano simili a quelle delle grandi scimmie attuali

Dal punto di vista floreale si ebbe l’espansione delle alghe diatomee di acqua dolce, una
differenziazione delle erbe ed un importante sviluppo delle Angiosperme.

Il Quaternario, cioè il periodo in cui viviamo, è l’ultimo periodo del Fanerozoico.


Questo periodo, in cui i continenti assunsero la forma che troviamo oggi, è caratterizzato
da un deterioramento del clima che portò a molti fenomeni di glaciazione e dalla comparsa
del genere Homo, fino ad arrivare all’uomo moderno, apparso circa 150-100.000 anni fa.
Durante gli episodi di glaciazione i ghiacci che ricoprono i poli sono avanzati verso le
basse latitudini per poi nuovamente ritirarsi. Quando i poli sono ricoperti da calotte si dice
che la Terra è in condizioni climatiche di “Ice House”.
Durante l'ultima glaciazione, che iniziò 100.000 anni fa ed è conosciuta come “Wurm”,
l'Europa era ricoperta da ghiacci spessi anche duemila metri. Le Alpi erano coperte sul
versante settentrionale da un'unica calotta di ghiaccio che si estendeva fino al Rodano,
mentre sul versante italiano le lunghissime lingue dei ghiacciai arrivavano fino alla pianura,
scavando gli alvei degli odierni laghi glaciali.
L’attuale periodo postglaciale (Olocene) iniziato a seguito di un’inversione climatica, iniziò
circa 10000-15000 anni fa ed in particolare l'anno 8300 a.C. segna convenzionalmente per
la fine dell'ultima glaciazione.

Questi drastici cambiamenti climatici portarono le piante e gli animali a ritirarsi


gradualmente verso sud nei periodi di glaciazione. Si formarono ponti continentali che
permisero la migrazione di molti organismi. Un esempio è lo stretto di Bering.
In questo periodo si ebbe un’estinzione dei grandi mammiferi in tutti i continenti eccetto
l’Africa dove ci fu comunque una drastica diminuzione. Tra le specie scomparsi è
importante citare i mammut, l’orso delle caverne e gli ominidi, fatta eccezione per l’Uomo
Sapiens. Nell’Olocene possiamo attribuire per la prima volta delle estinzioni all’azione
dell’uomo.

È proprio il genere Homo uno dei protagonisti del Quaternario, in quanto subì una grande
evoluzione che portò alla comparsa dell’Homo Sapiens.
Gli ultimi Australopitechi vivevano durante la prima metà del Pleistocene. Essi avevano già
un'andatura bipede e le dimensioni del cervello delle scimmie odierne. Il genere Homo,
che fece la sua comparsa nel Pleistocene, ebbe un percorso di sviluppo tra varie specie:

-Homo habilis (circa 2,1 milioni di anni fa): aveva una scatola cranica più sviluppata degli
ominidi precedenti e la sua dieta era diventata onnivora. Sviluppò inoltre per primo la
capacità di utilizzare alcuni utensili.

-Homo ergaster (circa 2 milioni di anni fa) in Africa, con un cervello di dimensioni maggiori

-Homo erectus (circa 1,8-1,5 milioni di anni fa) in Asia: è il primo vero cacciatore e
raccoglitore ed il primo migrato dall'Africa

-Homo neanderthalensis (circa 500.000 anni fa): si trovavano in tutta Europa e si estinsero
per ragioni ancora ignote

-Homo sapiens (circa 200.000), ovvero la nostra specie. I più antichi resti umani moderni
sono due crani trovati in Etiopia che risalgono a questo periodo.
 
Circa 70.000 anni fa l’uomo moderno iniziò ad emigrare dall’Africa espandendosi in tutto il
mondo
 

La storia della terra continuerà. Il sole brucerà per 5 miliardi di anni per poi trasformarsi in
una gigante rossa inglobando persino la terra.

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