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LA TERRA

ORIGINE DELLA TERRA E NASCITA DEI CONTINENTI


La Terra, oltre 4 miliardi di anni fa, era costituita da minerali incandescenti che si raffreddarono e si
condensarono, formando tre strati concentrici:
- NUCLEO: situato al centro, è molto rigido e formato da nichel e ferro
- MANTELLO: situato attorno al nucleo, è costituito da minerali fusi e da magma, cioè da minerali
liquidi incandescenti
- LITOSFERA O CROSTA TERRESTRE: parte esterna, costituita da rocce molto diverse
Nelle più antiche ere geologiche esisteva un unico grande
continente, detto PANGEA, che era circondato da un’unica vasta
distesa di acqua, detta PANTHALASSA. Ad un certo punto la
Pangea si fratturò in varie parti che, per effetto della rotazione
terrestre, andarono alla deriva, originando i continenti.

CONTINENTI, OCEANI E MARI


La superficie terrestre è occupata per il 71% da acqua e per il 29% da terre emerse.
I continenti sono: Eurasia (Europa e Asia), Africa, America, Oceania e Antartide.
Sono circondati da tre oceani; Pacifico, tra America e Asia; Atlantico, tra Europa e America; Indiano, tra
Asia e Oceania.
Le distese d’acqua situate in ampie insenature delle masse continentali sono dette MARI. Si chiamano: mari
mediterranei quando sono circondati quasi interamente da terre emerse; mari interinsulari quando sono
situati tra arcipelaghi; mari periferici quando sono compresi tra continenti e arcipelaghi.
Le isole sparse nei mari sono innumerevoli. Si dicono continentali quando sorgono a poca distanza dalle
coste; oceaniche quando sorgono in pieno oceano. Se sorgono vicine una all’altra, formano un arcipelago.

MORFOLOGIA DELLA SUPERFICIE TERRESTRE


Le terre emerse si raggruppano per due terzi nell’emisfero settentrionale, mentre in quello meridionale
prevalgono le distese oceaniche.
Gli elementi che le caratterizzano sono:

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- montagne: rilievi con un’altezza superiore ai 600 m. Si dicono massicci montuosi quando si
presentano soli; catene montuose quando si susseguono in serie continua
- colline: rilievi con un’altezza inferiore ai 600 m
- vallate: concavità racchiuse tra le montagne. Sono di due tipo: fluviali o glaciali
- pianure: superfici piatte situate a livello del mare, spesso formate dall’accumulo dei detriti che i
fiumi hanno strappato alle montagne. Esistono zone pianeggianti anche ad altitudini maggiori: i
bassipiani (di poco sopra il livello del mare); i tavolati (200/250 m); gli altipiani (400/700 m).
Nel complesso, le terre emerse sono caratterizzate più da montagne che da pianure.

TETTONICA A ZOLLE E OROGENESI


La superficie terrestre si modifica continuamente per l’azione di forze endogene (provenienti dall’interno) e
forze esogene (esterne, come vento, fiumi, ghiacciai, movimenti del mare).
Le forze endogene sono legate particolarmente alla struttura della litosfera. Nel 1960 circa si è scoperto che
la crosta terrestre non era omogenea, ma costituita da almeno 12 zolle molto estese, separate da profonde
fratture, dette FAGLIE.
Il movimento di queste zolle ha dato origine alla teoria della tettonica a zolle, secondo la quale:
- le catene montuose si formano quando due zolle convergono
l’una verso l’altra fino a scontrarsi. I loro bordi si sollevano e si
inarcano, originando montagne a pieghe (orogenesi, ovvero
teoria sulla nascita dei rilievi montuosi)

- le fosse tettoniche sono lunghi sprofondamenti della crosta terrestre


che si formano quando due zolle divergono, allontanandosi.
- le fosse oceaniche si formano quando due zolle di crosta terrestre
convergono. I margini dell’una si infilano sotto l’altra, trascinandola
verso il basso, facendola sprofondare e facendo fuoriuscire magma. Ai
loro lati si origina un allineamento continuo di vulcani, detti dorsali
oceaniche

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VULCANI E FENOMENI DEL VULCANESIMO
I vulcani sono spaccature della crosta terrestre da cui fuoriescono materiali incandescenti. Si presentano
come montagne di forma conica e sono caratterizzati da:
- focolaio o bacino magmatico, cioè il serbatoio del magma
- camino o condotto, attraverso il quale il magma risale verso l’alto
- cratere, che rappresenta lo sbocco del camino
Durante le eruzioni vengono emessi tre tipi di materiale: il
vapor d’acqua, la lava (magma), i materiali piroclastici (ceneri
e lapilli, ovvero frammenti di magma e rocce).
Le eruzioni di solito avvengono attraverso tre modalità: fase
premonitrice (piccoli terremoti); fase esplosiva (violento
lancio di vapori, gas e ceneri); fase effusiva (colate
laviche).Non tutti i vulcani presentano tutte e tre le modalità.
I vulcani si dicono attivi se presentano eruzioni più o meno
frequenti; quiescenti se riposano da secoli, ma emanano gas
e vapori; spenti se non eruttano e non hanno emanazioni
secondarie. Per il 90% si trovano sui fondali marini.

TERREMOTI, MAREMOTI O TSUNAMI


I terremoti o sismi sono bruschi movimenti della crosta terrestre caratterizzati da una serie di vibrazioni
dette scosse provocate dallo slittamento delle masse rocciose lungo le faglie.
Si chiama ipocentro il punto interno della terra da cui ha origine il terremoto, epicentro il punto della
superficie terrestre dove le scosse si avvertono con maggiore intensità.
I terremoti presentano le seguenti fasi: scosse premonitorie di scarsa intensità; scosse principali di forte
intensità; repliche, costituite da scosse di intensità decrescente.

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Quando terremoti molto forti si verificano in mare,
spesso sono seguiti da maremoti o tsunami . Infatti,
quando si verifica il terremoto l’acqua del mare viene
risucchiata dalla costa verso il largo e subito dopo
ritorna verso terra con una velocità che può raggiungere
i 500/1000 km all’ora.

ATMOSFERA, ELEMENTI E FATTORI DEL


CLIMA
L’atmosfera è un involucro di gas che avviluppa la Terra fino a 800/900 km di altezza. È composta per il 78%
da azoto ,per il 21% da ossigeno e per la restante parte di anidride carbonica e numerosi altri gas rari.
Dal basso verso l’alto si divide in quattro strati: troposfera, fino a 12 km di altezza; stratosfera, fino a 50/60
km; ionosfera, da 70 a 500 km; esosfera, che è la parte più esterna.

I principali fattori che influenzano il clima sono: la latitudine (la temperatura diminuisce andando
dall’equatore verso i poli); l’altitudine (con il crescere dei rilievi diminuiscono temperatura e pressione); la
direzione delle catene montuose (possono fermare o deviare i venti); le correnti marine (se scorrono vicino
alle coste, possono mitigare o inasprire il clima).
In base ai valori delle temperature e delle piogge, la terra è divisa in cinque grandi fasce climatiche:
- una zona torrida, tra i Tropici del Cancro e del Capricorno
- due zone temperate, tra i tropici e i circoli polari
- due zone fredde, corrispondenti alle regioni polari.

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Ciascuna di queste zone si suddivide in vari tipi climatici caratterizzati da particolari biomi, ovvero piante e
animali che ci vivono.

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LA POPOLAZIONE MONDIALE

LA DINAMICA DELLA POPOLAZIONE MONDIALE


All’inizio dell’era cristiana, la popolazione mondiale era di 280 milioni di abitanti, suddivisi fra tre aree:
India, Cina e bacino del Mediterraneo.
Nel Medioevo, a causa delle guerre e delle epidemie, ci fu un calo demografico. La popolazione tornò ad
aumentare dopo il 1750 e la prima rivoluzione industriale, che rese meno logorante il mondo del lavoro,
facendo diminuire il tasso di mortalità e aumentando quello di natalità. Le successive innovazioni
tecnologiche anche in campo medico hanno contribuito ad allungare la durata media della vita, che nel
mondo occidentale è arrivata a 70 anni per gli uomini e 80 per le donne, mentre nei Paesi sottosviluppati
non arriva ai 50/60 anni.
Ad oggi la popolazione mondiale supera i 7 miliardi di abitanti, anche se il costante incremento coinvolge
soprattutto Asia, Africa e America Latina, mentre nel mondo occidentale alcuni Paesi registrano una crescita
zero (numero delle nascite è uguale a quello delle morti) o addirittura un recesso demografico.
Si pensa che nel 2050 la Terra ospiterà 9,5 miliardi di persone, ma poi si stabilizzerà seguendo il modello
demografico in calo del mondo occidentale.

AREE SOVRAPPOLPOLATE O SOTTOPOPOLATE

La popolazione mondiale si concentra per il 61% in Asia, per il 13% in Europa, il 12% in Africa, il 13,5% in
America e per lo0,5% in Oceania. All’interno dei continenti vi sono però zone fortemente abitate e zone
quasi deserte, a seconda del loro grado di abitabilità. Questo è ben sottolineato dai valori della densità, cioè
il rapporto tra gli abitanti e la superficie di una determinata regione. Su scala mondiale, si può dire che la
densità diminuisce con la distanza dal mare e con l’altitudine.
In base alla densità e alle risorse disponibili, un Paese si definisce sovrappopolato se possiede risorse
insufficienti rispetto ai bisogni alimentari e occupazionali della popolazione; sottopopolato se il numero di
abitanti è insufficiente a valorizzare le proprie risorse.

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FLUSSI MIGRATORI

Dalle aree sovrappopolate la


popolazione tende ad emigrare nelle
aree sottopopolate.
Nel Medioevo i principali flussi migratori
partivano dall’Asia in direzione
dell’Europa. Con le scoperte geografiche
dell’età moderna, molti europei
emigrarono per colonizzare le nuove
terre: America, Australia e Nuova
Zelanda. Questo spesso determinò la distruzione delle popolazioni residenti, come i Pellerossa in America e
gli Aborigeni in Australia. Tra il XVI e il XIX secolo, con la tratta degli schiavi, milioni di africani vennero
trasportati in America. Dalla metà del secolo scorso, l’Europa centro-occidentale è tornata ad essere meta
di immigrazione. Oggi si conta che vi risiedano circa 34 milioni di persone provenienti da altri Paesi europei,
dall’Africa, dall’Asia e dall’America Latina, anche se il loro numero non si conosce bene a causa
dell’immigrazione clandestina.

POPOLI, NAZIONI, STATI

I termini di nazione e Stato non sono sinonimi. La NAZIONE identifica un gruppo umano che presenta gli
stessi caratteri culturali (lingua comune, tradizioni, costumi, religione). Lo STATO indica un gruppo umano
che abita un territorio delimitato da confini ben precisi e che ha un’organizzazione politica. Perciò, gli
individui appartenenti ad una stessa nazione non sempre vivono in un unico Stato e, viceversa, uno Stato
può comprendere vari gruppi etnici.
In quest’ottica, gli Stati si dividono in: nazionali, se sono abitati da una popolazione etnicamente omogenea;
plurinazionali se sono abitati da parecchi gruppi etnici.
Oggi la Terra è ripartita in circa 200 Stati di dimensioni differenti. Quelli più estesi sono Russia, Canada,
Cina, Stati Uniti, Brasile, Australia, che coprono quasi il 42% delle terre emerse.

STRUTTURA FISICA E POLITICA DEGLI STATI


In base al loro territorio, gli Stati si definiscono monomerici se sono formati da un territorio continuo;
polimerici se sono costituiti da territori separati e non confinanti tra loro (es. arcipelaghi in Giappone)
oppure in parte da terraferma e in parte da isole (es. Italia).

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Gli Stati si dicono poi marittimi se si affacciano sul mare; interni se non hanno uno sbocco sul mare. Quelli
marittimi mantengono la sovranità anche sul mare territoriale fino a circa 12miglia dalla costa.
I confini che dividono un Paese da un altro possono essere naturali, se si appoggiano ad ostacoli fisici, o
artificiali, se sono definiti per convenzione; si dicono antropici se corrono lungo zone che separano gruppi
etnici diversi.
Le forme di governo sono soprattutto due: la monarchia, dove il potere è accentrato nelle mani di un
sovrano; la repubblica, dove il potere è suddiviso tra un Presidente e un Parlamento.
Sotto l’aspetto dell’organizzazione amministrativa, gli Stati possono essere unitari, se sono amministrati da
un governo centrale, o federali, se sono divisi in Stati minori. In questo caso dipendono dal governo
centrale per quanto riguarda la politica nei confronti con l’estero, mentre sono autonomi per quanto
concerne alcuni aspetti della vita economica e sociale.

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