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I VULCANI

Simone - Michela - Cristian - Nadir - DIEGO


Il vulcano è una struttura geologica complessa, originata dalla
risalita di rocce fuse e magma al di sotto della crosta terrestre.
Quando il magma fuoriesce dalla crosta diventando lava, perde
acqua e gas disciolti a causa della diminuzione delle pressioni che
mantenevano il suo stato fuso. La viscosità del magma, determinata
dalla presenza di silice, influenza le caratteristiche dell'eruzione e la
forma del vulcano. I vulcani possono presentare due tipi di forme: a
cono, con pareti ripide e strette e base stretta, che provocano
eruzioni violente, e a scudo, con fianchi inclinati e base larga, che
causano eruzioni fluide. La struttura del vulcano comprende una
parte interna invisibile alla crosta, che include la camera magmatica
e i condotti magmatici, e una parte esterna visibile costituita dal
rilievo vulcanico.
L'Italia è ricca di vulcani a causa della sua posizione in una regione
geologicamente attiva, dove le placche tettoniche si scontrano.
Questo ha portato alla formazione di numerosi vulcani distribuiti su
tutto il territorio italiano, sia sulla terraferma che sotto il mare. I
vulcani presenti nel nostro Paese sono circa settanta (dai fondali dalla
Toscana fino alla Sicilia). In Italia, i vulcani attivi sono i Campi
Flegrei, Ischia, Vesuvio, Vulcano, Lipari, Panarea, Colli Albani,
Stromboli, Etna, Pantelleria, Marsili e Ferdinandea. Molti di questi
attualmente si trovano in una fase di riposo mentre Etna e Stromboli
sono caratterizzati da un'attività pressoché persistente.
Il Vesuvio è un vulcano a cono ed è alto 1281 metri.
Domina il paesaggio circostante con la sua maestosa forma e le sue
enormi dimensioni: diametro di 450 m ed una profondità di 300 m.
Il Vesuvio fa parte di un complesso vulcanico, che comprende anche il
Monte Somma, il quale ha subito il collasso della sua parte superiore in
tempi antichi, formando la caldera che ospita ora il Vesuvio.
Sul Gran Cono del Vesuvio sono presenti piccole fumarole (fessura nel
terreno da cui fuoriescono vapori e gas ad altissima temperatura) che
sono segno del suo stato di “riposo attivo”.
L'attività vulcanica del Vesuvio è nota per la sua imprevedibilità e la sua
propensione alle eruzioni esplosive, che generano una vasta gamma di
pericoli per la popolazione e l'ambiente circostante.
Ceneri e lapilli
Le prime sono formate dal
Cratere principale
magma polverizzato, mentre le
È una depressione circolare,
seconde sono piccole pietre.
da cui la lava e altri materiali
vulcanici fuoriescono in
superficie. Cratere secondario
È una spaccatura (laterale)
Camino che varia di dimensioni e si
È un condotto vulcanico in forma generalmente durante
cui il magma risale dalla un'eruzione.
profondità della Terra verso
la superficie. Strato di lava
È uno strato che compone la
superficie del vulcano, che si
Camera magmatica
forma in seguito a numerose
È una cavità all'interno della crosta
colate che si solidificano e, con
terrestre che funge da serbatoio per
il tempo, accumulandosi l'una
il magma, la roccia fusa e i gas
sull'altra, contribuiscono alla
vulcanici. Essa è il punto di
crescita del vulcano.
partenza per la maggior parte delle
eruzioni vulcaniche.
Il nome Vesuvio (in latino Vĕsŭvĭus, anche Vesuvius,
Vesuvius o Vesbius) è presumibilmente di origine
indoeuropea (da una base aues, "illuminare" o eus,
"bruciare").
Secondo altri il nome deriverebbe da Vesbio capitano
dei Pelasgi che dominò quel territorio.
Un’altra ipotesi è quella che potesse derivare dal latino
“Vae Suis”, cioè “Guai ai suoi”, perché ogni eruzione
passata è stata preceduta da un evento catastrofico per
Napoli e la Campania.
Il Vesuvio è uno dei vulcani ancora attivi in Europa e
uno dei più studiati e conosciuti al mondo.
Simbolo della città, il Vesuvio è situato sul versante sud-
orientale della città di Napoli, in Campania, in
particolare nel Parco Nazionale istituito nel 1995.
Questo stratovulcano domina il paesaggio circostante
con la sua imponente forma a cono.
Sorge all'interno della caldera, l'attuale Monte Somma,
dopo che la grande eruzione del 79 d.C. ne determinò il
crollo del fianco sud, alla quale si sarebbe formato il
cono attuale, con il suo cratere.
Eruzione del 79 d.C.
La sua storia è segnata da numerose eruzioni, tra
cui quella più famosa del 79 d.C., immortalata
nelle lettere di Plinio il Giovane, che ha causato
la distruzione di Pompei ed Ercolano. Le nubi
ardenti, flussi di gas, ceneri e lapilli, hanno
sepolto le città in pochi giorni, catturando per
sempre la vita quotidiana dell'epoca in uno stato
di conservazione straordinario.

Durante la notte, la parte più densa della colonna


dei gas scese lungo i fianchi del Vesuvio creando
una nube ardente che raggiunse la città di
Ercolano uccidendo qualsiasi forma di vita.
L’eruzione fu talmente forte che cambiò la
morfologia del Vesuvio, che assunse una forma
più conica.
ERUZIONI
NEL
TEMPO
Fino a dov’è arrivato il magma
nelle diverse eruzioni
Eruzione Futura
Nonostante i notevoli progressi della scienza e della vulcanologia
nella comprensione delle dinamiche eruttive, sfortunatamente
non è possibile determinare il momento della prossima eruzione.
Tuttavia, analizzando le eruzioni avvenute in passato, è possibile
avere un'idea di come potrebbe manifestarsi una futura eruzione.
L'attività eruttiva del Vesuvio potrebbe seguire tre scenari
differenti.
Eruzione stromboliana:
Questo tipo di eruzione, caratterizzata da un grado VEI=3,
sarebbe la meno violenta ma anche la più verosimile.
Eruzione sub-pliniana:
In questo caso, con un grado VEI=4, si verificherebbe
un'esplosione di maggiore intensità, coinvolgendo una
maggiore quantità di materiale.
Eruzione pliniana:
Questo scenario, classificato con un grado VEI=5, sarebbe
estremamente violento e avrebbe conseguenze devastanti su
un'area densamente popolata.
CURIOSITà
Negli ultimi anni, la ricerca sui papiri rinvenuti a Ercolano e
Pompei ha sperimentato notevoli progressi grazie
all'avanzamento tecnologico e all'adozione di metodologie di
studio sempre più sofisticate. Tecniche avanzate, come la
tomografia e i raggi X, hanno consentito una migliore analisi
dei rotoli di papiro senza danneggiarli ulteriormente, aprendo
così nuove prospettive di studio e di comprensione dei testi
antichi. Grazie all'impiego del machine learning e di algoritmi
avanzati, gli studiosi hanno fatto passi da gigante nella
decifrazione dei testi, rendendo leggibili porzioni di testo che
precedentemente apparivano illeggibili, sono riusciti a decifrare
la parola πορϕυρας, cioè “porpora” in greco antico.
Di recente, è stato decifrato circa il 5% di un papiro scoperto a
Ercolano, ipoteticamente attribuibile a Filodemo, un filosofo
greco che ha operato nella regione. Questo testo sembra
affrontare argomenti come musica, cibo e piacere, offrendo
così preziose informazioni sulla vita e la cultura dell'antica
Roma.

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