Sei sulla pagina 1di 11

I VULCANI ITALIANI

RICERCA DI
Rossi Riccardo

classe I scuola secondaria di I grado

1. Come funziona e come si forma un vulcano


I vulcani si formano da spaccature della crosta terrestre da cui fuoriescono materiali allo
stato liquido, solido e gassoso. La fuoriuscita di questi materiali dipende esclusivamente
dai movimenti che avvengono sotto la superficie terrestre: in pratica quando una zolla
(detta anche placca, è l'elemento base che costituisce la crosta terrestre) si scontra con
un'altra zolla, crea del magma, che tenderà a salire.

1.1 Come è fatto un vulcano

I vulcani possono essere suddivisi, per la loro struttura esterna, in vulcani a cono, come il
Vesuvio o l'Etna, oppure a scudo (ossia quando sembrano degli scudi appoggiati al
terreno) come per esempio il Mauna Loa alle isole Hawaii.

Figura 1: vulcano a cono Figura 2: vulcano a scudo

2. I vulcani italiani
Nel passare del tempo i vulcani italiani si sono manifestati con forza e vitalità. Ne esistono
di vari tipi, nati da giganteschi fiumi di magma che risalgono dal mantello o generati dallo
scontro tra zolle di crosta terrestre. Gli studiosi di tutto il mondo sono molto interessati ai
nostri vulcani, sia perché essi sorgono in aree molto popolate, sia perché ancora oggi
sono tra i più attivi della terra.

l'Etna è praticamente sempre in attività e per i geologi si sta trasformando e sta forse
cambiando il modo di eruttare; lo Stromboli, attivo da più di duemila anni, periodicamente
inizia una nuova fase particolarmente violenta, l’ultima nel 2019; il Vesuvio, nonostante sia
quiescente, dà molta preoccupazione, perché nel corso della storia ha più e più volte
mostrato la sua potenza anche in una sua eruzione dove le sue ceneri sono persino
arrivate in Romania!

L'Italia è un paese di vulcani, terremoti e terre instabili. La causa è facile da individuare: tre
placche tettoniche, la tirrenica, l'adriatica (che fanno parte della placca euroasiatica) e
l'africana, si muovono e premono l'una contro l'altra. Dalla collisione tra le prime due sono
emersi dal fondo del mare gran parte degli Appennini (e i vulcani che si trovano in quelle
regioni), mentre dallo scontro tra l'africana e la tirrenica hanno preso forma i vulcani
dell'Italia meridionale.

Figura 3: placche tettoniche

3. classificazione dei vulcani italiani


La comunità scientifica ha classificato i vulcani in base al loro grado di attività, nel
seguente modo:

3.1 Vulcani estinti.

Si definiscono estinti i vulcani la cui ultima eruzione risale ad oltre 10 mila anni fa.
Tra questi ci sono i vulcani Salina, Amiata, Vulsini, Cimini, Vico, Sabatini, Isole Pontine,
Roccamonfina,Vulture.

3.2 Vulcani quiescenti.

Si tratta di vulcani attivi che hanno dato eruzioni negli ultimi 10 mila anni e che attualmente
si trovano in una fase di riposo. Secondo una definizione più rigorosa, si considerano
quiescenti i vulcani il cui tempo di riposo attuale è inferiore al più lungo periodo di riposo
registrato in precedenza. Si trovano in questa situazione: Colli Albani, Campi Flegrei,
Ischia, Vesuvio, Lipari, Vulcano, Panarea, Isola Ferdinandea e Pantelleria. Tra questi,
Vesuvio, Vulcano e Campi Flegrei, hanno una frequenza eruttiva molto bassa e si trovano
in condizioni di condotto ostruito. Non tutti i vulcani quiescenti presentano lo stesso livello
di rischio, sia per la pericolosità dei fenomeni attesi, sia per la diversa entità della
popolazione esposta. Inoltre alcuni presentano fenomeni di vulcanismo secondario - come
degassamento dal suolo, fumarole - che nell’ordinario possono indurre a situazioni di
rischio.

3.3 Vulcani ad attività persistente.

Si definiscono ad attività persistente quei vulcani che danno eruzioni continue o separate
da brevi periodi di riposo, dell'ordine di mesi o di pochissimi anni.
Si tratta dei vulcani Etna e Stromboli che eruttano frequentemente e che, per le condizioni
di attività a condotto aperto, presentano una pericolosità ridotta ed a breve termine.

3.4 Vulcani sottomarini.

L’attività vulcanica in Italia è concentrata anche nelle zone sommerse del Mar Tirreno e del
Canale di Sicilia. Alcuni vulcani sottomarini sono ancora attivi, altri ormai estinti
rappresentano delle vere e proprie montagne sottomarine.
Oltre ai più noti Marsili, Vavilov e Magnaghi, vanno ricordati i vulcani sottomarini Palinuro,
Glauco, Eolo, Sisifo, Enarete e i numerosi apparati vulcanici nel Canale di Sicilia.

Vulcani Italiani
Stromboli
È una delle sette isole che compongono l'arcipelago delle Eolie ed è ritenuto uno dei
vulcani più attivi al mondo, in considerazione della sua attività eruttiva persistente a
condotto aperto, denominata appunto “stromboliana”. Ogni 10-20 minuti ricorrono, infatti,
esplosioni di moderata energia, con lancio di brandelli di lava incandescente, lapilli e
cenere fino a qualche centinaio di metri di altezza. Le esplosioni hanno origine da diverse
bocche, allineate in direzione nord-est sud-ovest, situate all'interno di una terrazza
craterica a circa 700m di quota nella parte alta della Sciara del Fuoco, uno dei versanti del
vulcano.

Vulcano

L’isola di Vulcano, la più meridionale delle sette isole che compongono l’arcipelago delle
Eolie, ha un’estensione di 22 kmq ed ha un’altezza massima di 500m sul livello del
mare(Monte Aria). Dal 1890 il vulcano si trova in una condizione di quiescenza con
un’intensa attività di emissione di gas e vapore ad alta temperatura dal cratere di La Fossa
e in prossimità del Porto di Levante.
Il monte aria(cratere madre) ha una forma molto complessa a causa dei tanti piccoli
crateri che si sono formati nel tempo.

Etna
L’Etna, con i suoi 3350m di altitudine e 35km di diametro alla base, è il vulcano più grande
d’Europa. Situato lungo la costa orientale della Sicilia, ricopre un’area di circa 1250km2 ed
è limitato a nord dai monti Nebrodi e Peloritani e a sud dalla piana alluvionale del fiume
Simeto.

La sua formazione risale a circa 100mila anni fa. Negli anni, l’alternanza di attività effusiva
ed esplosiva, con colate di lava e depositi piroclastici, ha portato alla stratificazione di
prodotti vulcanici. Per questo, l’Etna si definisce uno strato-vulcanico di natura basaltica.

Le sue bocche eruttive si trovano nella parte sommitale dell'edificio vulcanico e


sono Bocca Nuova, Voragine, Cratere di nord-est e Cratere di sud-est. Ciascuna di esse
ha un diametro di circa 200m. Sulle pendici del vulcano si trovano inoltre centinaia di
piccoli coni “avventizi”, che si sono generati nel corso dei millenni durante eruzioni dai
fianchi laterali.

Vesuvio
Il Vesuvio è situato a meno di 12km a sud-est della città di
Napoli e a circa 10km da Pompei, in un’area popolata sin
dall’antichità. Questo ha permesso di raccogliere numerose
testimonianze sulla sua attività, rendendolo uno dei vulcani più
conosciuti al mondo. L’eruzione di gran lunga più famosa è
quella del 79 d.C. che distrusse Pompei, Ercolano e Stabia.

Dal 1944, anno della sua ultima eruzione, il vulcano si trova in


stato di quiescenza e manifesta la sua attività con fumate
frequenti dal cratere e qualche lieve terremoto. Non si registrano
fenomeni indicativi di una possibile ripresa a breve termine
dell’attività eruttiva. Il Vesuvio è sorvegliato 24 ore su 24 dalla
rete di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano.

Campi Flegrei

I Campi Flegrei sono una vasta area di origine vulcanica situata a nord-ovest della città di Napoli. Si
tratta di una zona dalla struttura particolare: non un vulcano dalla classica forma a cono ma un
grande foro, provocato da una depressione del terreno o caldera, ampia circa12x15km.

Nel 1538 si è verificata l’ultima eruzione che, pur essendo fra le minori dell’intera storia
eruttiva dei Campi Flegrei, ha interrotto un periodo di quiescenza di circa 3000 anni e, nel
giro di pochi giorni, ha dato origine al cono di Monte Nuovo, alto circa 130 m.
Da allora, l’attività ai Campi Flegrei è caratterizzata da fenomeni di bradisismo, attività
fumarolica ed idrotermale localizzata nell’area della Solfatara.

La storia eruttiva dei Campi Flegrei è dominata da eruzioni così violente che i volumi di magma
prodotti e la velocità con cui sono stati emessi hanno causato collassi e originato caldere. Per
questo, la forma dell'area è quella di un semicerchio bordato da numerosi coni e crateri vulcanici.
La parola "flegrei" che deriva dal greco flègo "brucio", "ardo", non è però riferita alle
manifestazioni eruttive poiché in epoca romana il vulcano era quiescente da secoli. L’attributo
sembra piuttosto derivare dalla presenza di numerose fumarole e acque termali, conosciute e
sfruttate fin dall’antichità. Nella zona sono infatti riconoscibili diverse aree soggette ad un
vulcanismo di tipo secondario, come fumarole e sorgenti termali. In particolare, nell’area della
Solfatara si verificano manifestazioni gassose mentre le località di Agnano, Pozzuoli, Lucrino sono
note per le acque termali

Ischia
Ischia è un’isola formata da numerosi vulcani, che si erge per circa 900m dal fondo del
mare, nella parte nord-occidentale del Golfo di Napoli. Si sono verificate eruzioni fino al
1302, anno dell'ultimo evento: l'accumulo dei prodotti vulcanici ha così costruito un'isola
ampia circa 46km2 che raggiunge un’altezza massima di 787m sul livello del mare, in
corrispondenza.del.Monte.Epomeo.
La maggior parte dell'isola è costituita da depositi di eruzioni sia effusive che esplosive,
che hanno costruito edifici vulcanici, alcuni dei quali ancora ben visibili nel settore sud-
orientale dell’isola, altri del tutto smantellati o sepolti.

Pantelleria

Pantelleria è un'isola vulcanica che si trova nel Canale di Sicilia, a circa 85 km dalla costa
siciliana e a soli 70 km dalle coste del Nord Africa. Pantelleria è la più grande delle isole
vulcaniche italiane e deve la sua esistenza alla collisione fra le placche eurasiatica e
africana. L’isola rappresenta la vetta di una struttura vulcanica, alta complessivamente
circa 1400m, costituita da lava e depositi che emergono dal fondale marino.
L'attività eruttiva più recente risale al 1891 ed è avvenuta in corrispondenza di un sistema
di fratture eruttive subacquee vicino all’isola. Oggi, sull'isola vulcanica sono presenti
solamente delle manifestazioni di: termalismo diffuso, fumarole e sorgenti di acque calde.

Colli Albani
La struttura dei Colli Albani, circa 20 km a sud di Roma, è la più meridionale di una catena
di vulcani, che si sviluppa lungo la costa tirrenica del Lazio. L’evoluzione del vulcanismo in
questa zona è strettamente legata alla tettonica.
I Colli Albani rappresentano un apparato centrale complesso, risultato di un’attività
prevalentemente esplosiva alternata a lunghe fasi di inattività. All'interno di questa
struttura semi-circolare sorge poi il vulcano più recente, il cono delle Faete. Quest’ultimo,
alto 932 m, scende gradualmente verso Sud-Ovest, dove è interrotto dai crateri che
ospitano ora il lago di Albano e quello di Nemi.
Allo stato attuale questo complesso vulcanico è considerato quiescente, presentando
tuttora evidenze di attività idrotermale e sismica.

Lipari

Lipari, la più estesa delle Isole Eolie con poco meno di 38 km2 di superficie, occupa una
posizione centrale nell’arcipelago delle Eolie. La forma irregolare allungata in direzione
Nord-Sud, è legata ai numerosi centri eruttivi che la costituiscono. I punti più alti sono il
Monte Chirica (602 m) e il Monte S.Angelo (594 m) rispettivamente nella parte
settentrionale.e.centrale.dell’isola.
Le vicende preistoriche dell’isola sono strettamente legate alla sua natura vulcanica. Nel
neolitico raggiunse infatti grande importanza e ricchezza grazie all’ossidiana, un vetro
vulcanico che si forma per il rapido raffreddamento di rocce effusive di tipo acido, che
rappresentava il materiale più tagliente allora conosciuto e che veniva utilizzato per
costruire armi e strumenti di uso domestico quotidiano.
Lipari è un sistema vulcanico attivo e quiescente, come dimostra una debole attività
idrotermale nella parte occidentale dell'isola .

Panarea

Situata circa a metà strada tra le isole di Lipari e Stromboli, Panarea è la più piccola delle
Isole Eolie con una superficie di soli 3,4 kmq.
Come altre isole dell'arco eoliano, Panarea fa parte di un grande apparato vulcanico per lo
più sommerso, ad una profondità compresa tra 1200 m e 1700 m.
La struttura vulcanica si estende complessivamente per 460 kmq, andando a costituire
nell’insieme un grande cono, vi sono poi una serie di scogli (Lisca Bianca, Bottaro, Lisca
Nera, Dattilo, i Panarelli, le Formiche) e lo scosceso isolotto di Basiluzzo.
Sebbene vicina a Stromboli, Panarea ha una storia vulcanologica completamente diversa:
mentre Stromboli è un vulcano ancora attivo, le ultime eruzioni di Panarea sono datate
decine di migliaia di anni fa e di molte strutture vulcaniche restano solamente piccole
tracce. Panarea quindi sebbene si trovi in uno stato di quiescenza, è caratterizzata da
manifestazioni che testimoniano un vulcanismo molto giovane. Esiste infatti, tra gli isolotti
e scogli ad Est dell’isola, una zona caratterizzata da attività esalativa, con fumarole
sottomarine attive, luogo di importanti emissioni gassose nell'autunno 2002.

LA MIA ESPERIENZA SULL’ETNA


Sono stato a visitare l’Etna nel 2018, è stata

un’esperienza molto bella. Abbiamo prima visitato i

crateri più in basso e poi siamo risaliti verso il cratere

principale con una seggiovia e con i camion. E’ stato molto

emozionante arrivare in cima al vulcano e vedere da

Potrebbero piacerti anche