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N.B.

: nel libro, LEGGI le parti in cima ai capitolo perché contengono delle informazioni aggiuntive,
spesso fondamentali per capire il resto

GEOGRAFIA ASTRONOMICA
pp. A7 020  Di cosa sonno fatte le stelle
pp. A8-A9 010 020 020  Nascita ed evoluzione delle stelle
pp. A12, 020 Formazione del sistema solare
pp. A20-A21  Perché i pianeti ruotano attorno al Sole? Le leggi di Keplero
pp. A30-A31-A32 010 -A33 030 -A34 010 -A35 030  Reticolato geografico (è sufficiente saper
distinguere meridiani e paralleli e trovare la latitudine e la longitudine di un punto, quindi dire in
cosa consiste Latitudine e Longitudine)
pp. A36-A37 010 020  La terra Ruota su se stessa
pp. A38-A39 010 020  La Terra gira intorno al Sole
pp. A40-A41  L’alternanza delle Stagioni

DOMANDE
1. Come si forma una stella partendo dalla nebulosa? Quali materiali utilizza? Come prosegue la sua
vita? Cosa succede quando termina il combustibile?
2. Che forma ha la Terra?
3. Come si muove la Terra intorno al Sole? Cosa significa “rivoluzione”? Che leggi segue?
4. (metto una mappa davanti e indico un punto) trovami le coordinate del punto indicato.

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MAGMA IN RISALITA
Il disegno rappresenta un diapiro magmatico
che risale gli strati più profondi della Terra fino
alla superficie, alimentando così un apparato
vulcanico. Secondo un modello teorico, questa
enorme goccia di magma di densità più bassa
rispetto ai materiali circostanti, proviene da una
regione tra i 50 ed i 200 Km di profondità e
contiene materiali fusi ad alta temperatura. Di
qui il diapiro magmatico si fa strada fino a
raggiungere le rocce rigide della crosta, creando
condotti magmatici e accumulandosi in una
camera magmatica. La zona di alimentazione
più prossima alle bocche vulcaniche

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I vulcani: Glossario essenziale
Camera magmatica: si trova di solito compresa fra i 3 e i 10 km sotto la crosta. Il magma contenuto
nella camera magmatica proviene dagli strati profondi del mantello o dalle zone in cui due
placche collidono
Camino: condotto cilindrico o imbutiforme che collega la camera magmatica con il cratere
vulcanico.
Cratere: cavità imbutiforme sulla sommità di un cono vulcanico. Nella parte inferiore è in
comunicazione con il camino. Dal crater fuoriescono lava e gli altri materiali vulcanici.
Diapiro magmatico: Secondo alcuni modelli, il magma, ricco in gas, si trova a densità più bassa rispetto
alla roccia che lo contiene nelle profondità del sottosuolo e tenderebbe, in alcune
particolari circostanze, a separarsene e a risalire, sotto forma di enormi bolle di magma
(diapiri magmatici)
Lava: magma che, riversandosi all’esterno, perde gran parte dei suoi gas.
Magma: Contenuto all’interno del vulcano; composto da materia allo stato fuso più o meno ricca di
gas e vapore
Vulcano: (comune) monte a forma di cono più o meno alto, sormontato da un cratere o bocca del
vulcano da cui, nei periodi di attività, fuoriescono lava, gas e altri materiali provenienti
dall’interno della terra.
(tecnico 1) apertura da cui fuoriescono lava e gli altri prodotti dell’eruzione
(tecnico 2) edificio che si è costruito intorno a tale apertura (edificio vulcanico).
Vulcano attivo: vulcano le cui eruzioni siano in corso, oppure che si siano manifestate di recente (anche
documentate in tempi storici, pur se remoti, come ad esempio il Vesuvio).
Vulcano estinto: non hanno mai eruttato in periodo storico e non dovrebbero più entrare in attività
(esempio il monte Amiata).
Piroclasti: piccoli e grandi brandelli di lava raffreddata. Possono essere:
 frammenti del tappo magmatico rimosso e sbriciolato nelle prime fasi dell'eruzione
 frammenti del condotto stesso asportati dalla furia ascendente del magma
I piroclasti si possono distinguere tra loro, in base alle dimensioni e alla composizione:
 ceneri: i frammenti più minuti (Ø < 2 mm), che al termine di un’eruzione si possono trovare
molto lontano dal vulcano
 lapilli (2 mm < Ø < 2 cm) frammenti delle dimensioni dei ciottoli; derivano di solito da lave
preesistenti strappate via ed espulse dalla furia dell’eruzione
 pomici (2 cm < Ø < n dm) hanno dimensioni molto varie, da un ciottolo a un melone. Di rado
anche più grandi (krakatoa)
 bombe (n dm < Ø < x m): derivano direttamente dal consolidamento in volo del magma fuso.
Prendono questo nome caratteristico perché roteano e si modellano in volo. Cadendo su
abitazioni e manufatti possono provocare danni ragguardevoli, come un ordigno bellico.

Fasi di una eruzione


1. Tra un’eruzione e la successiva, il magma superficiale si raffredda e forma un’ostruzione, più o
meno robusta, che agisce analogamente ad un “tappo”, come in una bottiglia di spumante.
a. Quando la pressione esercitata dai gas supera quella esercitata dall’ostruzione, questa si
rompe causando l’improvvisa liberazione di gas e vapori (aeriformi).
b. Questi trascinano con sé frammenti dell’ostruzione, e brandelli di lava (piroclasti).
2. A questo punto, di norma si susseguono due fasi:
a. Fase esplosiva: improvvisa liberazione dei gas (es. CO2, CO, SO2, H2) e del vapore acqueo
(1-5% della massa del fuso magmatico) dal magma, con conseguenti fenomeni esplosivi di
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diversa entità accompagnati dall’emissione di materiali solidi di diverse dimensioni (ceneri,
lapilli, pomici, bombe).
i. Una elevato contenuto in vapore acqueo del magma facilita il processo esplosivo.
b. Fase effusiva (segue talvolta ma non sempre la fase esplosiva): il magma effonde all’esterno
dell’edificio vulcanico sottoforma di lava, con modalità più o meno tumultuose.
I prodotti delle eruzioni vulcaniche
Prodotti dell’attività vulcanica
 Aeriformi (gas, vapore acqueo). In ordine di abbondanza: H2O, CO2, composti dello
zolfo/azoto/cloro
 Solidi:
 solidi compatti e di grandi dimensioni (lave)
 solidi ridotti in frammenti di varie dimensioni (piroclasti, dal greco antico: “frammenti di
fuoco”).
 Colate di Fango (Lahar). L’emissione di H2O ad alta temperatura si condensa e precipita
rapidamente sottoforma di piogge. Se la precipitazione si verifica su zone ricche di ceneri vulcaniche
(es. nei pressi del vulcano dopo o durante le eruzioni), queste formano colate di fango.
Elementi da osservare per definire un vulcano
 MAGMA: È il fattore più importante nel determinare lo stile eruttivo di un vulcano e la struttura
dell’edificio vulcanico
 N.B: Funzione della silice - la silice ha la capacità di formare lunghe catene (silicati) costituite
da SiO2, che rendono il magma più viscoso. Questo permette di distinguere:
Caratteristica Magma acido Magma basico
% di silice Elevata (>65%) Bassa (<52%)
Viscosità Elevata Bassa (molto fluido)
Processo di degassazione Tumultuoso, esplosivo Relativamente tranquillo
Fase esplosiva Violenta con rilascio di piroclastiti Moderata
Eruzione tipica Esplosiva Effusiva
Colate di lava Scorrono lente o per nulla sull’edificio vulcanico Scorrono rapide sull’edificio vulcanico
Lava tipo riolitico Lava tipo basaltico
Rocce prodotte dal Dicchi (strutture monolitiche che ostruiscono il Basalti
magma condotto vulcanico; sono evidenti quando
l’erosione asporta l’esterno dell’edificio
vulcanico)
Rioliti
Origine del magma Crosta continentale fusa Profondità dell’astenosfera
 Magmi neutri (52% < %Si < 65%): si verificano in prevalenza condizioni intermedie
 Nota 1: non sempre il magma fluisce all’esterno sotto forma di spettacolari colate laviche. In
alcuni casi il magma non fluisce per niente.
 Nota 2: la viscosità del magma
 FORMA DEL CONDOTTO da cui fuoriesce la lava (Questo carattere influenza più la forma
dell’edificio vulcanico che non lo stile eruttivo di un vulcano). Distinguiamo:
 Eruzioni Lineari: il condotto è costituito da una lunga fattura della crosta terrestre.
Esempio 1: vulcani che si trovano lungo le dorsali oceaniche,
Esempio 2: vulcani localizzati sui rift continentali (rift valley, islanda), profonde fratture della crosta terrestre.
Cosa succede: La lava, a temperatura elevata e molto fluida (basica), si spande su ampie superfici uscendo da fenditure nel terreno,
ricoprendo vaste aree originando altopiani denominati plateaux basaltici.

 Eruzioni Centrali o Areali: la lava effonde da un cratere centrale intorno a cui si accresce un
edificio vulcanico di forma conica.
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Cosa succede: Dal serbatoio magmatico il magma risale verso la superficie attraverso un condotto principale che alimenta il cratere
Nota: possono essere presenti anche condotti secondari che alimentano altri crateri, detti crateri avventizi
Questi edifici vulcanici dalla tipica forma conica sono quelli che ci vengono subito in mente se pensiamo a un vulcano.
Possono essere vulcani a scudo se l’attività effusiva è dominante; altrimenti di altro tipo in base all’intensità dell’attività esplosiva.

 AMBIENTE in cui avviene l’eruzione. Distinguiamo:


 Vulcanesimo subaereo: fenomeno che avviene a contatto con l’atmosfera
 Vulcanesimo subacqueo: si manifesta lungo le dorsali oceaniche
Stili eruttivi e forma degli edifici vulcanici
Gli edifici vulcanici si accrescono all’estremità del condotto vulcanico (camino) aperta in superficie
(cratere)
La forma di un edificio vulcanico dipende strettamente dai materiali eruttati. Distinguiamo:
 Vulcano-strato: si alternano effusioni laviche e emissioni esplosive che si depositano in successione
attorno al cratere, originando piroclastiti.
o L’edificio assume una forma di cono, in cui vari strati di materiale si sono sovrapposti.
o Esempi: Stromboli, Vesuvio, Etna, Pelée (Martinica)
 Vulcano a scudo: eruzione prevalentemente effusiva, scarsi episodi esplosivi.
o Lave eruttate molto fluide (basiche, molto calde, solidificano come basalti), sono in grado di
scorrere per vari Km prima di consolidarsi
o L’edificio assume una forma di cono estremamente appiattito.
o Esempi: Mauna Loa (Hawaii), vulcani d’Islanda.

Classificazione dei vulcani


I vulcani vengono classificati in base al tipo di eruzione.
problema: un vulcano può passare da un tipo di eruzione ad un altro nel corso del tempo.
Ciò rende difficile classificarlo.

Attività effusiva dominante


Il magma è molto fluido (basico) e il contenuto in acqua variabile
Eruzioni di tipo islandese (Islanda, rifts continentali, dorsali oceaniche)
Magma basico  Lava fluida
Ambiente subaereo, subaqueo
Fase esplosiva di moderata intensità e solo nelle fase iniziali dell’attività vulcanica, con produzione di
fontane di lava e espulsione di piroclasti, dovuta alla liberazione dei gas e conseguente rottura della crosta
superficiale.
Fase effusiva con abbondanti emissioni di lava.
Plateaux basaltico: lunghe porzioni ispessite di lava basica (ovvero basaltica) solidificata a costituire un
basso edificio piatto, ai margini di una lunga fenditura
Eruzioni di tipo hawaiiano (Hawaii)
Simile all’islandese con poche differenze, tra cui quella di non formare plateaux basaltici:
Vulcano a scudo: la lava fuoriesce da un cratere centrale. La sovrapposizione delle colate dà origine a
un edificio con una tipica forma conica a base larga.
Attività effusiva prevalente
Il magma è meno fluido
Eruzioni di tipo stromboliano (Stromboli)
Magma abbastanza basico  Lava meno fluida dei casi precedenti (“pastosa”)

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Ambiente subaereo
Fase esplosiva di moderata intensità, breve (pochi secondi) ma continua. Lo Stromboli produce fasi
esplosive di varia entità anche ogni 10-20 minuti da 2500 anni, con brevi interruzioni. Quando esplode
porta magma e piroclasti fino anche a 200m di altezza.
Fase effusiva: la lava emessa è basica e forma varietà di basalti. A fine attività, la lava che ristagna nel
cratere si raffredda, si solidifica e produce una crosta sottile. Il magma delle successive emissioni quindi
libera gas che fanno esplodere la lava pastosa e le croste solide sovrastanti. Formazione di bombe
Vulcano a scudo: la lava fuoriesce da un cratere centrale. La sovrapposizione delle colate dà origine a
un edificio con una tipica forma conica a base moderatamente larga.
Attività mista effusiva-esplosiva
Il magma è viscoso (acido) e il contenuto in aeriformi (acqua, gas) molto elevato
Eruzioni di tipo vulcaniano (Vulcano)
Meccanismo simile allo stromboliano
Magma abbastanza acido (produzione di rocce da andesiti a rioliti)  Lava viscosa
Ambiente subaereo
Fase esplosiva di intensità elevata. Il “tappo” formato (vd. Eruzioni tipo stromboliano) è di grosso
spessore ed i gas si liberano con difficoltà, addensandosi sotto a tale “tappo”. Quando le pressioni sono
sufficienti, l’ostruzione viene spazzata via da una violenta esplosione.
Fase effusiva limitata: la lava emessa passa da acida a basica è basica e forma varietà di basalti. A fine
attività, la lava che ristagna nel cratere si raffredda, si solidifica e produce una crosta sottile. Il magma
delle successive emissioni quindi libera gas che fanno esplodere la lava pastosa e le croste solide
sovrastanti.
Vulcano a scudo: la lava fuoriesce da un cratere centrale. La sovrapposizione delle colate dà origine a
un edificio con una tipica forma conica a base moderatamente larga.
Eruzioni di tipo Vesuviano / Pliniano (Vesuvio)
Magma proviene da profondità. Abbastanza basico, stazionando nella camera magmatica si raffredda
fin quasi a solidificarsi o comunque divenire viscoso. Forma un tappo che, sotto la spinta di nuovo
magma in risalita, arriva a far esplodere il vulcano  Lava polverizzata “sparata” verso l’alto, ricade
raffreddata sottoforma di pomici
Ambiente subaereo
Fase esplosiva di intensità elevata. La violenza svuota gran parte del camino, il magma risale con gran
velocità da zone profonde fino ad espandersi. La colonna di gas e vapori esce con forza e velocità elevate
(anche alcuni Km di altezza, velocità iniziale anche superiore a quella del suono)
Fase effusiva limitata: la lava emessa viene proiettata verso l’alto: nel tragitto si raffredda andando a
formare pomici.
Vulcano a scudo: la lava fuoriesce da un cratere centrale. La sovrapposizione delle colate dà origine a
un edificio con una tipica forma conica abbastanza allungata (base relativamente piccola).
N.B.: le eruzioni di questo tipo più violente sono note come eruzioni pliniane, dal nome del naturalista
latino Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) che fu testimone e vittima della grande eruzione del Vesuvio che
distrusse Pompei, Ercolano e altri centri abitati ai piedi del vulcano. Alla produzione di gas, vapore,
piroclasti si aggiunge spesso una nube ardente prodotta dal materiale in ricaduta che, a temperature
elevatissime (centinaia di gradi) investe tutta la regione intorno. Produce Lahar , colate di fango sui
fianchi del vulcano originate dal vapore acqueo che si addensando misto alle ceneri emesse.
Eruzioni di tipo peléeano (Montagna La Pelée)
Magma acido  Lava ad altissima viscosità e temperatura relativamente bassa (600°-800°)
Ambiente subaereo

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Fase esplosiva di intensità elevata. L’eruzione è preceduta dalla risalita di magma acido e si manifesta
come una emissione di lava allo stato quasi interamente solido che va a costituire una guglia (protrusione
solida). I gas contenuti nel magma cominciano a esercitare una pressione crescente sull’ostruzione.
L’esplosione spinge fuori del condotto, a qualche centinaio di metri di altezza, la lava quasi solida. Alla
base si producono nuvole di gas e vapori roventi (anche 1000°C, nubi ardenti discendenti)
Fase effusiva limitata: la lava emessa viene proiettata verso l’alto già parzialmente solidificata.
Vulcano a scudo: la lava fuoriesce da un cratere centrale. La sovrapposizione delle colate dà origine a
un edificio con una tipica forma conica anche molto allungata.
N.B.: Dopo settimane o mesi di attività esplosiva il magma, persi i suoi gas, si raffredda originando
robuste strutture che chiudono la bocca eruttiva e segnano la conclusione dell'eruzione.

MISURE DELLA TERRA


Raggio (medio terrestre) ≈ 6.371 Km
Volume (sfera con raggio medio della Terra) = 4/3 π r3 = 1,083*1012 Km3 ≈ 1,083*1021 m3
Massa (Terra) ≈ 5,976*1027 g
Densità (media della Terra)= M/V = 5,976*1027 g/1,083*1021 m3 ≈ 5,52*106 g/m3 = 5,52 g/cm3
Densità (acqua) = 1 g/cm3
Considerazioni
1. La densità media della terra è quindi di 5,52 g/cm3
2.  Ma le rocce che compongono la crosta terrestre variano da una densità di 2,7 g/cm 3 (acide) ad
una densità di 3 g/cm3 (basiche)
3.  Quindi l’interno del pianeta deve essere formato da materiali a densità molto più elevata, per
arrivare al valore medio calcolato
Struttura della Terra
La Terra presenta una struttura a involucri concentrici di spessore e composizione diverse. Questi strati,
dal più esterno al più interno sono:
1. crosta terrestre
2. mantello
3. nucleo
Sono inoltre presenti alcune superfici definite di discontinuità, in cui la propagazione delle onde
sismiche (vedremo poi i terremoti) è anomala.
Profondità Nome Discontinuità sismiche ρ (g/cm3) P T °C
in Km (Kbar)
0 – 35 Crosta 2,7-3 1 …
35 Superficie di Mohorovičić (MOHO)
35 – 130 Mantello superiore 3,3 9 1200°
(Mantello Litosferico)
70 – 250 Astenosfera
250 – 300 Mantello Superiore
300 – 400 Mantello Superiore
400 Passaggio di fase
400 – 700 Mantello Superiore
700 Passaggio di fase
700 – 2900 Mantello Inferiore 5,6 1400 3000°
2900 Superficie di Gutenberg
2900 – 5170 Nucleo Esterno 9,7 – 12,2 1400 3000°
5170 Superficie di Lehmann
5170 - 6371 Nucleo Interno 12,8 – 13,1 3600 4300°+

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Tabella 1: Ricorda che i valori di profondità non sono esatti ma approssimativi. Il mantello litosferico e l’astenosfera
confinano. 1 KBar = 1000 bar = 1000 atm

Crosta terrestre: granito e basalto


Spessore: da 6 Km (sotto i fondali oceanici) a 70 Km (in corrispondenza delle grandi catene montuose)
Densità: da 2,7 g/cm3 (rocce granitoidi, acide) ad una densità di 3 g/cm3 (rocce basiche, in particolare
basalti)
Composizione:
 Continenti: dominano i Graniti
 Oceani: dominano i Basalti
Mantello: Rocce Ultrabasiche
Spessore: dalla MOHO (35 Km di profondità) alla
Discontinuità di Gutenberg (2.900 Km di profondità).
Costituisce circa l’82% del volume terrestre
Densità: varia da 3,3 g/cm3 negli strati più esterni fino ad una
densità di 5,6 g/cm3 in prossimità della discontinuità di
Gutenberg.
Composizione:
 Rocce affini alle Peridotiti (rocce ultrabasiche formati
de olivine e pirosseni, rocce molto povere in silicati)
Il mantello è risultato diviso in vari strati sovrapposti, definiti
da superfici in cui le onde sismiche rallentano o accelerano in maniera più o meno brusca:
 MOHO (Discontinuità di Mohorovičić): Strato in cui si assiste ad un brusco aumento di
velocità di propagazione delle onde sismiche, dovuto ad un brusco incremento della densità delle
rocce costituenti lo strato sottostante
 Mantello Litosferico: è lo strato del mantello esterno alla Astenosfera. Viene anche considerato
far parte della Litosfera.
 Astenosfera (sfera debole): derivante da asthenếs (privo di forza) e sphâira (sfera), lo stato
parzialmente fuso in cui si trovano le rocce che lo compongono (di prevalenza peridotiti)
conferisce a questo strato un comportamento plastico, che attenua le onde sismiche. La plasticità
dell’Astenosfera permette uno spostamento della zona sovrastante (litosfera), conferendogli
caratteristiche simili a quelle di un mare su cui scivolano delle titaniche zattere di roccia.
 Mantello Superiore: Subito sotto l’Astenosfera la densità e la rigidità del mantello aumentano
gradualmente, tranne due discontinuità (una a 400 Km e una a 700 Km di profondità). Le rocce
che lo compongono (olivina) hanno una struttura compatta
 Mantello Inferiore: successivamente alla discontinuità a 700 Km di profondità, il mantello
aumenta di rigidità e di densità gradualmente senza altre discontinuità, fino allla Discontinuità di
Gutenberg che lo separa dal Nucleo
N.B.1: Rigidità = caratteristica che descrive la resistenza di un materiale a deformarsi quando venga
sottoposto ad uno sforzo
N.B.2: ↑ densità + ↑ rigidità  ↑ velocità di propagazione delle onde sismiche
N.B.3: Discontinuità = sono strati in cui la velocità di propagazione delle onde aumenta o diminuisce
bruscamente
N.B.4: Litosfera = Il nome sottolinea il comportamento rigido di questo strato, in contrapposizione con
la sottostante Astenosfera. È composta da Crosta + Moho + Mantello Litosferico

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Nucleo: Ferro-Nichel
Spessore: da 2.900 Km al centro della terra (~6.371 Km di profondità). Ha un raggio pari a circa 3.471
Km. Costituisce circa il 16% in volume della Terra.
Densità: aumenta da 9,7 g/cm3 a livello della Discontinuità di Gutenberg fino a 13 g/cm3 in prossimità
del Centro della Terra.
I dati sismici permettono di intuire una natura fluida della parte esterna del nucleo, che oltre 5170 Km di
profondità diviene solido.
Composizione:
 Metallica, ricco in Ferro con una certa percentuale di Nichel. Se così fosse però dovrebbe avere
una densità molto maggiore, per cui si suppone siano presenti anche altri elementi più leggeri (si
suppone Silicio e Zolfo).
Possiamo distinguere due porzioni del nucleo separate da una discontinuità.
 Nucleo Esterno: Struttura fluido
 Discontinuità di Lehmann: superficie di passaggio da “quasi fluido” a solido
 Nucleo Interno: Struttura solida

DOMANDE
1. Se una eruzione vulcanica si manifesta con una esplosione estremamente potente, cosa significa?
2. I vulcani con magma e lava a temperature più elevate risultano meno pericolosi di altri: sapresti
spiegarlo?
3. Secondo te che tipo di rocce riescono a produrre i vulcani a magma acido e perché?
4. “Astenosfera” non è una parolaccia: di cosa si tratta?
5. Come si possono formare le strutture che abbiamo definito diapiro magmatico?
6. Sapresti dire se l’interno della Terra è solido/fuso/misto/stratificato/altro? Motiva la risposta

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I MINERALI
Un minerale è una sostanza:
 reperibile naturalmente allo stato solido. Il mercurio ad esempio
 caratterizzata da una composizione chimica ben definita (vd. di seguito)
 dotata di specifiche capacità fisiche (Colore, Lucentezza, Densità, Sfaldatura, Durezza; vd. di
seguito)
 con una disposizione ordinata e regolare degli atomi: quasi tutti i minerali hanno una struttura
cristallina, ovvero gli atomi che lo compongono sono disposti a formare un solido geometrico
regolare, che si accresce nelle 3 dimensioni spaziali partendo da una struttura minima. Un esempio è il
sale da cucina (NaCl), che cristallizza come salgemma, cristallo con struttura minima cubica

LE ROCCE
Mentre un minerale è un composto chimico uniforme, vale a dire esprimibile con una formula, una
roccia è:
 il più delle volte è un aggregato naturale di diversi minerali (talvolta anche di sostanze non
cristalline) di solito compatto
 forma una massa ben individuabile, distinta da altre masse analoghe.
In genere, quindi, le rocce sono eterogenee, costituite, cioè, da più specie di minerali.
Non di rado ci imbattiamo comunque in masse rocciose omogenee, formate da un solo minerale
(monominerali), come un ammasso di calcare (carbonato di calcio) o di gesso (solfato di calcio idrato) o
di salgemma (cloruro di sodio).
Per la definizione precisa di roccia è necessario identificare il tipo di minerali presenti ed i loro rapporti
quantitativi e geometrici, ma soprattutto per le rocce a grana fine è necessaria opportuna strumentazione
di laboratorio.
Le rocce possono essere raggruppate in tre categorie distinte in base alla loro genesi:
 rocce ignee o magmatiche: Gli aggregati di minerali si formano attraverso processi di
cristallizzazione, per raffreddamento di materiali fusi (magmi). Rappresentano il 35-40% ca. delle
rocce della crosta terrestre
 rocce sedimentarie: sono il prodotto finale dei processi di alterazione, erosione, trasporto, e
accumulo operati sulla superficie terrestre dai cosiddetti agenti esogeni. Rappresentano il 5% ca. delle
rocce
 rocce metamorfiche: derivano infine da trasformazioni (dovute soprattutto a variazioni di
pressione e temperatura) di rocce preesistenti. Tali trasformazioni, possono provocare una totale
ricristallizzazione dei minerali che, talvolta, non consente più il riconoscimento della roccia originaria
(detta protolite). Rappresentano il 55-60% ca. delle rocce
A debole profondità i continenti sono formati in prevalenza da rocce metamorfiche mentre a maggiore
profondità predominano le rocce ignee, che costituiscono enormi ammassi detti plutoni, o batoliti.
I movimenti in atto nella litosfera, cioè nell’involucro solido della terra di cui la crosta è la parte più
esterna, possono spostare in profondità grandi masse rocciose che, sottoposte in tal modo a pressioni e

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temperature sempre più elevate, subiscono una serie di trasformazioni chimico-fisiche e vengono, così,
metamorfosate.
Movimenti nella litosfera  inabissamento di masse rocciose  ↑T°, ↑p  Trasformazioni chimico-fisiche nelle rocce (  rocce
metamorfiche)
Se tale processo arriva alle sue estreme conseguenze, queste masse possono anche fondere, in parte o del
tutto. Dal materiale fuso che ne deriva si possono poi formare, per raffreddamento e cristallizzazione,
rocce di tipo igneo, del tutto analoghe a quelle prodotte dai magmi che si originano, per un processo ben
diverso, in zone anche profonde della litosfera da cui risalgono direttamente verso la superficie.
Materiale fuso / magma  ↓T°  cristallizzazione ( rocce ignee o magmatiche)
Gli stessi movimenti della litosfera, d’altra parte, possono spostare grandi masse rocciose verso la
superficie, fino a farle affiorare: le trasformazioni eventualmente in atto in quelle rocce si interrompono e
inizia immediatamente l’attività degli agenti esogeni, che prima frantumano poi trasportano ed
accumulano i frammenti di rocce formando strati su strati
Rocce in superficie / riaffiorate  agenti esogeni  frantumazione  stratificazione ( rocce sedimentarie)

Il ciclo litogenetico
[ Figura p. B106-B107 ]
Anche se ciascuno di essi appare nettamente caratterizzato, i processi magmatico, sedimentario, e
metamorfico fanno parte in realtà di un unico ciclo litogenetico, di cui rappresentano diversi stadi
successivi:
 Primo stadio comprende l’intero processo magmatico, con l’intrusione e l’effusione nella crosta
di materiali fusi.
 Secondo stadio successivo si individua nel processo sedimentario, dall’alterazione e
disgregazione di qualunque roccia esposta in superficie, al conseguente trasporto e accumulo di
sedimenti.
 Il trasferimento di rocce dalla superficie in profondità e loro coinvolgimento nei movimenti della
crosta porta ad un terzo stadio, quello del processo metamorfico, che, attraverso i fenomeni di
fusione ci riporta al processo magmatico.
Esempio:
 una roccia intrusiva o effusiva può essere metamorfosata senza prima essere aggredita o
demolita dal processo sedimentario;
 una roccia sedimentaria invece di avviarsi al processo metamorfico, può venir esposta in
superficie subito dopo la sua formazione e venir quindi erosa e trasformata in una diversa roccia
sedimentaria;
 una roccia metamorfica, a qualunque grado di trasformazione sia giunta, può venire sollevata ed
esposta direttamente in superficie, senza prima subire fenomeni di rifusione.
Inoltre il ciclo non è perfettamente chiuso: ce lo indica l’ingresso continuo in esso di magma basaltico
(basico) primario che risale dal mantello.
Il ciclo non è chiuso nemmeno nei confronti di perdite verso l’esterno: ne sono una conseguenza
l’idrosfera e l’atmosfera, i cui componenti si sono accumulati grazie ai processi vulcanici che hanno
liberato gas.
N.B.: Anche atmosfera e idrosfera, attraverso processi di alterazione e sedimentazione, contribuiscono
alla formazione di rocce apportando materiale (gas, acqua) che viene riassorbito dalla litosfera.

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