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: nel libro, LEGGI le parti in cima ai capitolo perché contengono delle informazioni aggiuntive,
spesso fondamentali per capire il resto
GEOGRAFIA ASTRONOMICA
pp. A7 020 Di cosa sonno fatte le stelle
pp. A8-A9 010 020 020 Nascita ed evoluzione delle stelle
pp. A12, 020 Formazione del sistema solare
pp. A20-A21 Perché i pianeti ruotano attorno al Sole? Le leggi di Keplero
pp. A30-A31-A32 010 -A33 030 -A34 010 -A35 030 Reticolato geografico (è sufficiente saper
distinguere meridiani e paralleli e trovare la latitudine e la longitudine di un punto, quindi dire in
cosa consiste Latitudine e Longitudine)
pp. A36-A37 010 020 La terra Ruota su se stessa
pp. A38-A39 010 020 La Terra gira intorno al Sole
pp. A40-A41 L’alternanza delle Stagioni
DOMANDE
1. Come si forma una stella partendo dalla nebulosa? Quali materiali utilizza? Come prosegue la sua
vita? Cosa succede quando termina il combustibile?
2. Che forma ha la Terra?
3. Come si muove la Terra intorno al Sole? Cosa significa “rivoluzione”? Che leggi segue?
4. (metto una mappa davanti e indico un punto) trovami le coordinate del punto indicato.
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MAGMA IN RISALITA
Il disegno rappresenta un diapiro magmatico
che risale gli strati più profondi della Terra fino
alla superficie, alimentando così un apparato
vulcanico. Secondo un modello teorico, questa
enorme goccia di magma di densità più bassa
rispetto ai materiali circostanti, proviene da una
regione tra i 50 ed i 200 Km di profondità e
contiene materiali fusi ad alta temperatura. Di
qui il diapiro magmatico si fa strada fino a
raggiungere le rocce rigide della crosta, creando
condotti magmatici e accumulandosi in una
camera magmatica. La zona di alimentazione
più prossima alle bocche vulcaniche
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I vulcani: Glossario essenziale
Camera magmatica: si trova di solito compresa fra i 3 e i 10 km sotto la crosta. Il magma contenuto
nella camera magmatica proviene dagli strati profondi del mantello o dalle zone in cui due
placche collidono
Camino: condotto cilindrico o imbutiforme che collega la camera magmatica con il cratere
vulcanico.
Cratere: cavità imbutiforme sulla sommità di un cono vulcanico. Nella parte inferiore è in
comunicazione con il camino. Dal crater fuoriescono lava e gli altri materiali vulcanici.
Diapiro magmatico: Secondo alcuni modelli, il magma, ricco in gas, si trova a densità più bassa rispetto
alla roccia che lo contiene nelle profondità del sottosuolo e tenderebbe, in alcune
particolari circostanze, a separarsene e a risalire, sotto forma di enormi bolle di magma
(diapiri magmatici)
Lava: magma che, riversandosi all’esterno, perde gran parte dei suoi gas.
Magma: Contenuto all’interno del vulcano; composto da materia allo stato fuso più o meno ricca di
gas e vapore
Vulcano: (comune) monte a forma di cono più o meno alto, sormontato da un cratere o bocca del
vulcano da cui, nei periodi di attività, fuoriescono lava, gas e altri materiali provenienti
dall’interno della terra.
(tecnico 1) apertura da cui fuoriescono lava e gli altri prodotti dell’eruzione
(tecnico 2) edificio che si è costruito intorno a tale apertura (edificio vulcanico).
Vulcano attivo: vulcano le cui eruzioni siano in corso, oppure che si siano manifestate di recente (anche
documentate in tempi storici, pur se remoti, come ad esempio il Vesuvio).
Vulcano estinto: non hanno mai eruttato in periodo storico e non dovrebbero più entrare in attività
(esempio il monte Amiata).
Piroclasti: piccoli e grandi brandelli di lava raffreddata. Possono essere:
frammenti del tappo magmatico rimosso e sbriciolato nelle prime fasi dell'eruzione
frammenti del condotto stesso asportati dalla furia ascendente del magma
I piroclasti si possono distinguere tra loro, in base alle dimensioni e alla composizione:
ceneri: i frammenti più minuti (Ø < 2 mm), che al termine di un’eruzione si possono trovare
molto lontano dal vulcano
lapilli (2 mm < Ø < 2 cm) frammenti delle dimensioni dei ciottoli; derivano di solito da lave
preesistenti strappate via ed espulse dalla furia dell’eruzione
pomici (2 cm < Ø < n dm) hanno dimensioni molto varie, da un ciottolo a un melone. Di rado
anche più grandi (krakatoa)
bombe (n dm < Ø < x m): derivano direttamente dal consolidamento in volo del magma fuso.
Prendono questo nome caratteristico perché roteano e si modellano in volo. Cadendo su
abitazioni e manufatti possono provocare danni ragguardevoli, come un ordigno bellico.
Eruzioni Centrali o Areali: la lava effonde da un cratere centrale intorno a cui si accresce un
edificio vulcanico di forma conica.
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Cosa succede: Dal serbatoio magmatico il magma risale verso la superficie attraverso un condotto principale che alimenta il cratere
Nota: possono essere presenti anche condotti secondari che alimentano altri crateri, detti crateri avventizi
Questi edifici vulcanici dalla tipica forma conica sono quelli che ci vengono subito in mente se pensiamo a un vulcano.
Possono essere vulcani a scudo se l’attività effusiva è dominante; altrimenti di altro tipo in base all’intensità dell’attività esplosiva.
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Ambiente subaereo
Fase esplosiva di moderata intensità, breve (pochi secondi) ma continua. Lo Stromboli produce fasi
esplosive di varia entità anche ogni 10-20 minuti da 2500 anni, con brevi interruzioni. Quando esplode
porta magma e piroclasti fino anche a 200m di altezza.
Fase effusiva: la lava emessa è basica e forma varietà di basalti. A fine attività, la lava che ristagna nel
cratere si raffredda, si solidifica e produce una crosta sottile. Il magma delle successive emissioni quindi
libera gas che fanno esplodere la lava pastosa e le croste solide sovrastanti. Formazione di bombe
Vulcano a scudo: la lava fuoriesce da un cratere centrale. La sovrapposizione delle colate dà origine a
un edificio con una tipica forma conica a base moderatamente larga.
Attività mista effusiva-esplosiva
Il magma è viscoso (acido) e il contenuto in aeriformi (acqua, gas) molto elevato
Eruzioni di tipo vulcaniano (Vulcano)
Meccanismo simile allo stromboliano
Magma abbastanza acido (produzione di rocce da andesiti a rioliti) Lava viscosa
Ambiente subaereo
Fase esplosiva di intensità elevata. Il “tappo” formato (vd. Eruzioni tipo stromboliano) è di grosso
spessore ed i gas si liberano con difficoltà, addensandosi sotto a tale “tappo”. Quando le pressioni sono
sufficienti, l’ostruzione viene spazzata via da una violenta esplosione.
Fase effusiva limitata: la lava emessa passa da acida a basica è basica e forma varietà di basalti. A fine
attività, la lava che ristagna nel cratere si raffredda, si solidifica e produce una crosta sottile. Il magma
delle successive emissioni quindi libera gas che fanno esplodere la lava pastosa e le croste solide
sovrastanti.
Vulcano a scudo: la lava fuoriesce da un cratere centrale. La sovrapposizione delle colate dà origine a
un edificio con una tipica forma conica a base moderatamente larga.
Eruzioni di tipo Vesuviano / Pliniano (Vesuvio)
Magma proviene da profondità. Abbastanza basico, stazionando nella camera magmatica si raffredda
fin quasi a solidificarsi o comunque divenire viscoso. Forma un tappo che, sotto la spinta di nuovo
magma in risalita, arriva a far esplodere il vulcano Lava polverizzata “sparata” verso l’alto, ricade
raffreddata sottoforma di pomici
Ambiente subaereo
Fase esplosiva di intensità elevata. La violenza svuota gran parte del camino, il magma risale con gran
velocità da zone profonde fino ad espandersi. La colonna di gas e vapori esce con forza e velocità elevate
(anche alcuni Km di altezza, velocità iniziale anche superiore a quella del suono)
Fase effusiva limitata: la lava emessa viene proiettata verso l’alto: nel tragitto si raffredda andando a
formare pomici.
Vulcano a scudo: la lava fuoriesce da un cratere centrale. La sovrapposizione delle colate dà origine a
un edificio con una tipica forma conica abbastanza allungata (base relativamente piccola).
N.B.: le eruzioni di questo tipo più violente sono note come eruzioni pliniane, dal nome del naturalista
latino Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) che fu testimone e vittima della grande eruzione del Vesuvio che
distrusse Pompei, Ercolano e altri centri abitati ai piedi del vulcano. Alla produzione di gas, vapore,
piroclasti si aggiunge spesso una nube ardente prodotta dal materiale in ricaduta che, a temperature
elevatissime (centinaia di gradi) investe tutta la regione intorno. Produce Lahar , colate di fango sui
fianchi del vulcano originate dal vapore acqueo che si addensando misto alle ceneri emesse.
Eruzioni di tipo peléeano (Montagna La Pelée)
Magma acido Lava ad altissima viscosità e temperatura relativamente bassa (600°-800°)
Ambiente subaereo
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Fase esplosiva di intensità elevata. L’eruzione è preceduta dalla risalita di magma acido e si manifesta
come una emissione di lava allo stato quasi interamente solido che va a costituire una guglia (protrusione
solida). I gas contenuti nel magma cominciano a esercitare una pressione crescente sull’ostruzione.
L’esplosione spinge fuori del condotto, a qualche centinaio di metri di altezza, la lava quasi solida. Alla
base si producono nuvole di gas e vapori roventi (anche 1000°C, nubi ardenti discendenti)
Fase effusiva limitata: la lava emessa viene proiettata verso l’alto già parzialmente solidificata.
Vulcano a scudo: la lava fuoriesce da un cratere centrale. La sovrapposizione delle colate dà origine a
un edificio con una tipica forma conica anche molto allungata.
N.B.: Dopo settimane o mesi di attività esplosiva il magma, persi i suoi gas, si raffredda originando
robuste strutture che chiudono la bocca eruttiva e segnano la conclusione dell'eruzione.
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Tabella 1: Ricorda che i valori di profondità non sono esatti ma approssimativi. Il mantello litosferico e l’astenosfera
confinano. 1 KBar = 1000 bar = 1000 atm
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Nucleo: Ferro-Nichel
Spessore: da 2.900 Km al centro della terra (~6.371 Km di profondità). Ha un raggio pari a circa 3.471
Km. Costituisce circa il 16% in volume della Terra.
Densità: aumenta da 9,7 g/cm3 a livello della Discontinuità di Gutenberg fino a 13 g/cm3 in prossimità
del Centro della Terra.
I dati sismici permettono di intuire una natura fluida della parte esterna del nucleo, che oltre 5170 Km di
profondità diviene solido.
Composizione:
Metallica, ricco in Ferro con una certa percentuale di Nichel. Se così fosse però dovrebbe avere
una densità molto maggiore, per cui si suppone siano presenti anche altri elementi più leggeri (si
suppone Silicio e Zolfo).
Possiamo distinguere due porzioni del nucleo separate da una discontinuità.
Nucleo Esterno: Struttura fluido
Discontinuità di Lehmann: superficie di passaggio da “quasi fluido” a solido
Nucleo Interno: Struttura solida
DOMANDE
1. Se una eruzione vulcanica si manifesta con una esplosione estremamente potente, cosa significa?
2. I vulcani con magma e lava a temperature più elevate risultano meno pericolosi di altri: sapresti
spiegarlo?
3. Secondo te che tipo di rocce riescono a produrre i vulcani a magma acido e perché?
4. “Astenosfera” non è una parolaccia: di cosa si tratta?
5. Come si possono formare le strutture che abbiamo definito diapiro magmatico?
6. Sapresti dire se l’interno della Terra è solido/fuso/misto/stratificato/altro? Motiva la risposta
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I MINERALI
Un minerale è una sostanza:
reperibile naturalmente allo stato solido. Il mercurio ad esempio
caratterizzata da una composizione chimica ben definita (vd. di seguito)
dotata di specifiche capacità fisiche (Colore, Lucentezza, Densità, Sfaldatura, Durezza; vd. di
seguito)
con una disposizione ordinata e regolare degli atomi: quasi tutti i minerali hanno una struttura
cristallina, ovvero gli atomi che lo compongono sono disposti a formare un solido geometrico
regolare, che si accresce nelle 3 dimensioni spaziali partendo da una struttura minima. Un esempio è il
sale da cucina (NaCl), che cristallizza come salgemma, cristallo con struttura minima cubica
LE ROCCE
Mentre un minerale è un composto chimico uniforme, vale a dire esprimibile con una formula, una
roccia è:
il più delle volte è un aggregato naturale di diversi minerali (talvolta anche di sostanze non
cristalline) di solito compatto
forma una massa ben individuabile, distinta da altre masse analoghe.
In genere, quindi, le rocce sono eterogenee, costituite, cioè, da più specie di minerali.
Non di rado ci imbattiamo comunque in masse rocciose omogenee, formate da un solo minerale
(monominerali), come un ammasso di calcare (carbonato di calcio) o di gesso (solfato di calcio idrato) o
di salgemma (cloruro di sodio).
Per la definizione precisa di roccia è necessario identificare il tipo di minerali presenti ed i loro rapporti
quantitativi e geometrici, ma soprattutto per le rocce a grana fine è necessaria opportuna strumentazione
di laboratorio.
Le rocce possono essere raggruppate in tre categorie distinte in base alla loro genesi:
rocce ignee o magmatiche: Gli aggregati di minerali si formano attraverso processi di
cristallizzazione, per raffreddamento di materiali fusi (magmi). Rappresentano il 35-40% ca. delle
rocce della crosta terrestre
rocce sedimentarie: sono il prodotto finale dei processi di alterazione, erosione, trasporto, e
accumulo operati sulla superficie terrestre dai cosiddetti agenti esogeni. Rappresentano il 5% ca. delle
rocce
rocce metamorfiche: derivano infine da trasformazioni (dovute soprattutto a variazioni di
pressione e temperatura) di rocce preesistenti. Tali trasformazioni, possono provocare una totale
ricristallizzazione dei minerali che, talvolta, non consente più il riconoscimento della roccia originaria
(detta protolite). Rappresentano il 55-60% ca. delle rocce
A debole profondità i continenti sono formati in prevalenza da rocce metamorfiche mentre a maggiore
profondità predominano le rocce ignee, che costituiscono enormi ammassi detti plutoni, o batoliti.
I movimenti in atto nella litosfera, cioè nell’involucro solido della terra di cui la crosta è la parte più
esterna, possono spostare in profondità grandi masse rocciose che, sottoposte in tal modo a pressioni e
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temperature sempre più elevate, subiscono una serie di trasformazioni chimico-fisiche e vengono, così,
metamorfosate.
Movimenti nella litosfera inabissamento di masse rocciose ↑T°, ↑p Trasformazioni chimico-fisiche nelle rocce ( rocce
metamorfiche)
Se tale processo arriva alle sue estreme conseguenze, queste masse possono anche fondere, in parte o del
tutto. Dal materiale fuso che ne deriva si possono poi formare, per raffreddamento e cristallizzazione,
rocce di tipo igneo, del tutto analoghe a quelle prodotte dai magmi che si originano, per un processo ben
diverso, in zone anche profonde della litosfera da cui risalgono direttamente verso la superficie.
Materiale fuso / magma ↓T° cristallizzazione ( rocce ignee o magmatiche)
Gli stessi movimenti della litosfera, d’altra parte, possono spostare grandi masse rocciose verso la
superficie, fino a farle affiorare: le trasformazioni eventualmente in atto in quelle rocce si interrompono e
inizia immediatamente l’attività degli agenti esogeni, che prima frantumano poi trasportano ed
accumulano i frammenti di rocce formando strati su strati
Rocce in superficie / riaffiorate agenti esogeni frantumazione stratificazione ( rocce sedimentarie)
Il ciclo litogenetico
[ Figura p. B106-B107 ]
Anche se ciascuno di essi appare nettamente caratterizzato, i processi magmatico, sedimentario, e
metamorfico fanno parte in realtà di un unico ciclo litogenetico, di cui rappresentano diversi stadi
successivi:
Primo stadio comprende l’intero processo magmatico, con l’intrusione e l’effusione nella crosta
di materiali fusi.
Secondo stadio successivo si individua nel processo sedimentario, dall’alterazione e
disgregazione di qualunque roccia esposta in superficie, al conseguente trasporto e accumulo di
sedimenti.
Il trasferimento di rocce dalla superficie in profondità e loro coinvolgimento nei movimenti della
crosta porta ad un terzo stadio, quello del processo metamorfico, che, attraverso i fenomeni di
fusione ci riporta al processo magmatico.
Esempio:
una roccia intrusiva o effusiva può essere metamorfosata senza prima essere aggredita o
demolita dal processo sedimentario;
una roccia sedimentaria invece di avviarsi al processo metamorfico, può venir esposta in
superficie subito dopo la sua formazione e venir quindi erosa e trasformata in una diversa roccia
sedimentaria;
una roccia metamorfica, a qualunque grado di trasformazione sia giunta, può venire sollevata ed
esposta direttamente in superficie, senza prima subire fenomeni di rifusione.
Inoltre il ciclo non è perfettamente chiuso: ce lo indica l’ingresso continuo in esso di magma basaltico
(basico) primario che risale dal mantello.
Il ciclo non è chiuso nemmeno nei confronti di perdite verso l’esterno: ne sono una conseguenza
l’idrosfera e l’atmosfera, i cui componenti si sono accumulati grazie ai processi vulcanici che hanno
liberato gas.
N.B.: Anche atmosfera e idrosfera, attraverso processi di alterazione e sedimentazione, contribuiscono
alla formazione di rocce apportando materiale (gas, acqua) che viene riassorbito dalla litosfera.
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