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I TERREMOTI

SILSIS – UNIPV A.A. 2007/08


Classe di concorso: A060

Rasero Andrea
CONTESTO DIDATTICO

Liceo scientifico “Pierluigi Nervi”


Piazza Sant’Antonio
23017 Morbegno (SO)

Classe V B
(2 ore di Scienze per settimana)
CONCETTI STRUTTURANTI
 Terremoti
 Faglie
 Forze di compressione, distensione e taglio
 Ipocentro di un sisma
 Epicentro di un sisma
 Onde sismiche longitudinali, trasversali e superficiali
 Distribuzione degli epicentri sulla superficie terrestre
 Piano di Benioff
 Sismografi
 Reti sismiche
 Scala Richter
 Scala Mercalli
MAPPA CONCETTUALE
PREREQUISITI
 Superficie terrestre e forma della Terra (geoide)
 Minerali e rocce
 Studio dell’interno della Terra:
suddivisione crosta, mantello, nucleo
e suddivisione litosfera, astenosfera, mesosfera
 Pieghe e faglie e deformazione delle rocce
QUESTIONARIO DELLE
RAPPRESENTAZIONI
1) Cosa avviene sulla superficie terrestre in occasione di
un terremoto?
2) Cos’è e come si propaga un’onda meccanica?
3) I terremoti possono verificarsi in qualsiasi punto della
superficie terrestre? Esistono zone a maggior rischio
sismico?
4) I terremoti possono avere gradi di intensità differenti?
Oppure un terremoto è sempre così devastante da non
essere misurabile? Motiva la risposta.
INDIVIDUAZIONE
MISCONCEPTIONS
 Terremoti generati a livello della superficie terrestre
(come se ipocentro ed epicentro coincidessero)
 Mancata concezione della presenza di vari tipi di onde
sismiche (longitudinali, trasversali e superficiali)
 Terremoti casualmente distribuiti su tutta la superficie
terrestre (NO regioni a maggior maggior rischio sismico)
 Terremoti solamente in alcune regioni particolari della
superficie terrestre (impossibili nelle altre zone)
 Mancata valutazione dell’esistenza di vari gradi di
intensità dei terremoti ( terremoto sempre disastroso)
OBIETTIVI
 Comprendere la natura e l’origine dei terremoti
 Distinguere i vari tipi di onde sismiche (longitudinali,
trasversali, superficiali)
 Saper indicare sul planisfero le aree maggiormente
soggette a terremoti
 Conoscere la distribuzione degli ipocentri, tipica di
alcune aree della Terra, su un piano di Benioff
 Valutare l’esistenza dei vari gradi di intensità dei
terremoti e conoscere le due scale di misura di riferimento
(scala Mercalli e scala Richter)
STRATEGIE DIDATTICHE
 Utilizzo del libro di testo:
“Corso di geografia generale”, Matteo Filippini e Luigi
Bignami, Minerva Italica, Milano, 1995
 Esperienza con grossa molla di plastica colorata
(direttamente in aula durante la prima lezione frontale)
 Visita guidata su siti web:
www.wikipedia.org
www.gm.ingv.it (Ist. naz. geofisica e vulcanologia)
www.earthquake.it
www.astrogeo.va.it/sismi.htm (Centro geofisico prealpino)
ORIGINE DEI TERREMOTI
L’esistenza dei terremoti è la testimonianza più diretta
della presenza, all’interno della Terra, di forze immani
capaci di frantumare e spostare spessori notevoli di roccia;
quando questi eventi si verificano parte dell’energia che
tale fenomeno ha prodotto viene liberata sotto forma di
onde meccaniche che generano un terremoto.

A seconda della loro intensità, queste vibrazioni del


terreno producono danni di diversa gravità.
RUOLO DELLE FAGLIE
I terremoti sono sempre associati a grandi sistemi di
fratture, denominati faglie; le forze che generano e
mantengono attive queste fratture nelle rocce dell’interno
terrestre sono da mettere in relazione ai movimenti delle
placche litosferiche (ved. Tettonica a zolle).

Nel movimento delle placche litosferiche intervengono:


 forze di compressione;
 forze di distensione;
 forze di taglio (più comuni).
AZIONE DELLE FORZE INTERNE
Quando le forze che agiscono su un corpo roccioso
hanno una debole intensità, le rocce si deformano senza
rompersi ( comportamento plastico).
Quando tali forze superano un certo valore soglia, la
roccia si frattura con un movimento più o meno ampio
dei due blocchi di roccia ( comportamento rigido).
La probabilità che queste forze diano origine a delle
faglie ed al loro movimento dipende da:
 tipo di roccia presente;
 profondità a cui la forza agisce.
IPOCENTRO ED EPICENTRO
Quando la tensione a cui sono sottoposte le faglie supera
un certo valore soglia, i blocchi rocciosi a ridosso della
frattura si muovono l’uno rispetto all’altro e si generano
delle onde sismiche.
Tali onde sismiche:
 partono da un ipocentro, collocato al di sotto della
superficie terrestre;
 giungono sulla superficie terrestre a livello di un
epicentro.
IPOCENTRO ED EPICENTRO
ONDE SISMICHE
Le onde sismiche che si propagano all’interno delle rocce
della crosta terrestre sono distinguibili in tre categorie.
1) Onde longitudinali (o Onde P = primarie):
generate da forze di compressione
2) Onde trasversali (o Onde S = secondarie):
generate da forze di taglio, velocità pari a metà di quella
delle Onde P, NO trasmissione nei liquidi
3) Onde superficiali:
generate dalle interazioni fra Onde P ed Onde S, distinte
in Onde di Love ed in Onde di Rayleigh
ONDE SISMICHE
Sulla superficie terrestre, almeno teoricamente, dovrebbe
essere avvertito l’arrivo per primo l’arrivo delle onde P
(scosse sussultorie), poi l’arrivo delle onde S (scosse
ondulatorie) ed infine l’arrivo delle onde superficiali
(oscillazioni complesse).
Nella realtà, però, non tutto avviene in modo così lineare:
 per il fatto che le onde P e le onde S vengono riflesse e
rifratte molte volte dalle superfici di separazione delle rocce;
 per il fatto che parte dell’energia di un tipo di onde è
trasferita nell’altro generando nuovi treni di onde.
PROPAGAZIONE DELLE ONDE
La modalità di propagazione dei vari tipi di onde sismiche
può essere illustrata con un semplice esperimento,
effettuabile in aula, che consiste nel trasmettere impulsi di
compressione, distensione e taglio ad una
 molla di plastica colorata.

Tale esperimento risulta:


 economico;
 poco dispendioso in termini di tempo;
 mentalmente stimolante per gli alunni.
DISTRIBUZIONE DEGLI EPICENTRI
Pur sottolineando che non esiste un’area della Terra sicura
dal punto di vista sismico, va notato che la maggior parte
dei terremoti si concentra in aree ben definite, che sono:
 la cintura di fuoco circumpacifica  archi insulari del
Pacifico occidentale + costa occidentale delle Americhe;
 le dorsali medio-oceaniche;
 il sistema alpino-himalayano.
In Europa paesi quali Grecia, Spagna, Portogallo ed Italia
costituiscono aree frequentemente sottoposte a terremoti
(ved. Friuli nel 1976, Irpinia nel 1980, Umbria nel 1997).
DISTRIBUZIONE DEGLI EPICENTRI
DISTRIBUZIONE DEGLI EPICENTRI
Carta sismica italiana
PIANO DI BENIOFF
In alcune aree, come sulla costa occidentale delle
Americhe, si è notato che gli ipocentri dei terremoti si
distribuiscono in modo che la loro profondità aumenta
progressivamente andando dalla fossa oceanica verso la
catena montuosa continentale o l’arco insulare.
È come se in queste aree gli ipocentri dei terremoti
fossero posti lungo un piano che sprofonda all’interno della
Terra fino ad una profondità massima di 700 Km.
 Tale fenomeno è stato studiato dal sismologo americano
Hugo Benioff e, quindi, questo piano inclinato è detto
piano di Benioff.
PIANO DI BENIOFF
SISMOGRAFO
Lo studio sistematico dei fenomeni sismici è stato
possibile solamente con l’introduzione di strumenti
fondamentali a questo scopo: i sismografi.
I sismografi sono utilizzati allo scopo di:
 quantificare oggettivamente l’energia che viene liberata
dai diversi sismi;
 localizzarne velocemente la posizione dell’epicentro.
Un sismografo è costituito fondamentalmente da una
massa sospesa in modo tale che le forze che producono le
oscillazioni del suolo non vengano trasferite alla massa
stessa.
SISMOGRAFO
Quando il suolo si muove per opera di un terremoto, la
massa rimane ferma ed il pennino fissato a tale massa
registra su un rotolo di carta fissato al terreno le vibrazioni
del terreno; il grafico ottenuto è detto sismogramma.
RETI SISMICHE
In una stazione sismologica sono compresi almeno tre
sismografi, uno per ciascuna delle tre direzioni
fondamentali dello spazio.
Un passo fondamentale nel mondo della Sismologia è stato
compiuto quando si sono realizzate delle reti sismiche,
costituite da un insieme di stazioni sismologiche distribuite
secondo opportuni criteri su un certo territorio.
Compito di tali reti sismiche è di:
 individuare l’epicentro di un terremoto per permettere
l’intervento della protezione civile;
 raccogliere dati allo scopo di analizzarli a livello
scientifico.
SCALA RICHTER (1935)
Un sismografo misura l’intensità di un terremoto secondo
la scala Richter (o scala delle magnitudo).
Magnitudo = logaritmo in base 10 della massima ampiezza
di onda sismica registrata da un sismografo a 100 Km
dall’epicentro di un terremoto
M = Log a + C • Log d + D
dove si ha che:
a = ampiezza MAX in millesimi di mm dell’onda sismica
d = distanza in gradi del sismografo dall’epicentro
(C e D sono parametri legati alla natura delle rocce.)
SCALA MERCALLI (1902)
Precedentemente alla scala Richter era stata elaborata
un’altra scala di misura dei terremoti: la scala Mercalli.
La scala Mercalli comprendeva inizialmente 10 gradi; poi
Wood e Neumann misero a punto una scala detta «Intensità
Mercalli modificata», comprendente 12 gradi.
Questa scala è, però, solamente di tipo descrittivo ed è
basata sulla percezione soggettiva delle oscillazioni del
terreno e dei danni subiti dagli edifici.
SCALA MERCALLI MODIFICATA
12 gradi di intensità sismica riconosciuti
Grado I: Debole Grado VII: fortissima
Grado II: Leggerissima Grado VIII: rovinosa
Grado III: Leggera Grado IX: disastrosa
Grado IV: Mediocre Grado X: disastrosissima
Grado V: Forte Grado XI: catastrofica
Grado VI: Molto forte Grado XII: apocalittica
QUALE SCALA UTILIZZARE?
Le due scale di misura analizzate presentano ciascuna i
propri pregi (e difetti).
La scala Richter:
 dà una misura oggettiva dell’intensità del terremoto;
 permette di ottenere l’oscillazione massima a cui è
sottoposto il suolo in caso di terremoto.
Invece la scala Mercalli:
 offre un’idea immediata degli effetti che il terremoto ha
avuto in un determinato territorio;
 è l’unica applicabile in alcune aree estese della Terra
interessate da terremoti e nelle quali non esistono
sismografi.
LABORATORIO IN SALA COMPUTER

Ricerca in internet di approfondimenti su:


 Origine e natura dei terremoti
 Effetto di onde sismiche P, S e superficiali
 Regioni della superficie terrestre a maggior
interesse sismico
 I sismi più catastrofici della storia
MATERIALI

 Libro di testo:
“Corso di geografia generale”, Matteo Filippini e Luigi
Bignami, Minerva Italica, Milano, 1995
 Grossa molla di plastica colorata
 Collegamento web
TEMPI e SPAZI
 Tempi: 6 ore totali (2 ore per settimana)
• 1 ora per l’esecuzione e la discussione collettiva del
QUESTIONARIO DELLE RAPPRESENTAZIONI
• 3 ore di lezione frontale
• 1 ora in sala computer
• 1 ora per verifica dell’apprendimento
 Spazi: aula, sala computer
VERIFICHE
DELL’APPRENDIMENTO
1) Spiega come le forze di compressione, distensione e
taglio agiscono sulle rocce terrestri fino a 100 Km di
profondità. Quando si verifica un terremoto?
2) Descrivi come si propagano e come vengono percepiti
sulla superficie terrestre i vari tipi di onda: longitudinale,
trasversale e superficiale.
3) Elenca le regioni della superficie terrestre più colpite da
fenomeni sismici. Cosa rappresenta il piano di Benioff?
4) Illustra brevemente su cosa si basano la Scala Mercalli e
la Scala Richter. Perché la Scala Mercalli è ancora
utilizzata dai sismologi?
OSTACOLI RISCONTRATI
 Problemi nel concepire come e quando un certo tipo di
roccia possa passare da comportamento plastico a
comportamento rigido
 Difficoltà nella rappresentazione mentale dell’effetto
complessivo di forze di compressione, distensione e taglio
(con relativi tipi di onde sismiche) sulle rocce della crosta
 Mancate basi per poter comprendere per bene il perché
della distribuzione tipica di zone maggiormente interessate
a terremoti (poiché non ancora affrontata la teoria della
tettonica a zolle)
 Poca chiarezza nella comprensione del processo alla base
della formazione di un piano di Benioff (per lo stesso
motivo del punto precedente)

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