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Unità Didattica di Geografia

Terremoti e Rischio Sismico

Destinatario: 3° Liceo Classico

Tempi: 2 lezioni di 1h ciascuna .

Una delle due lezioni prevede anche la visione di un filmato sugli effetti devastanti

di un terremoto .

Finalità: Rendere consapevoli gli allievi dei fenomeni geologici sugli eventi sociali, storici

ed economici dell’umanità e, contemporaneamente, delle potenzialità sempre

maggiori dell’uomo come modificatore dell’ambiente naturale.

Obiettivi Cognitivi:

- spiegare come si genera una scossa sismica;

- distinguere i tre tipi di onde sismiche ;

- spiegare il funzionamento del sismografo;

- definire la magnitudo e l’intensità di un terremoto;

- spiegare cosa si intende per rischio sismico.


Contenuti:

- Il terremoto o scossa sismica;

-le onde sismiche;

- il sismografo;

- intensità e magnitudo di un terremoto e relative scale;

- il rischio sismico in Italia.

Metodi e mezzi: Libri di testo, modelli e plastici (meglio se costruiti dagli alunni), filmati, letture di articoli scientifici e

non, con approfondimento di temi specifici. Stesura di relazioni, produzione di mappe concettuali,

presentazioni con lucidi o con tecniche multimediali.

Le tecniche didattiche utilizzabili oltre alla lezione frontale sono: il brain storming, il problem solving, il

circle time, ecc.

Interdesciplinarità: Inglese (articoli in lingua); fisica (propagazione delle onde nei diversi mezzi); storia (influsso

di questi eventi nel tessuto sociale ed economico di una nazione).


Terremoto
Rapida e violenta vibrazione della crosta terrestre.

Quando un blocco di roccia della crosta viene sottoposto a sforzo, si comporta in modo elastico, cioè si deforma

violentemente. Una roccia, deformandosi, accumula energia e la deformazione subita è proporzionale all’intensità e alla

durata della forza applicata. Se la forza continua e l’energia accumulata supera il limite di elesticità, la roccia si spacca i

improvvisamente e l’energia che si era accumulata per decine, centinaia di anni si libera sotto forma di intense e rapide

vibrazioni. Queste vibrazioni si dicono terremoti o sismi


Il Luogo in profondità in cui si verifica una liberazione di energia e dal quale partono le vibrazioni, simili ad

onde sferiche, è detto ipocentro

Il punto della superficie terrestre situato verticalmente sull’ipocentro e quello in cui per primo è con maggiore

intensità si avvertono le scosse è l’epicentro.

Nell’epicentro si avvertono onde sussultorie ed ondulatorie.


Dall’ipocentro si propagano due tipi di onde:

Onde longitudinali (onde P), quelle in cui le particelle di materie investite oscillano avanti
ed indietro, ma nella stessa direzione di propagazione dell’onda, per cui sono anche
considerate onde di compressione; esse si propagano attraverso i solidi e i liquidi.
Onde tarsversali (onde S), S) quelle in cui le particelle di materia vibrano in direzione
perpendicolare alla direzione di propagazione dell’onda sismica; esse si propagano attraverso
i solidi ma non attraverso i liquidi.
Quando le onde P ed S raggiungono la superficie terrestre, in corrispondenza dell’epicentro,
producono dei movimenti verticali che si manifestano con scosse sussultorie, queste danno
origine alle onde superficiali (onde L) che si propagano dall’epicentro sulla superficie
terrestre come le onde provocate da un sasso gettato nell’acqua.
La registrazione delle onde sismiche viene effettuata a mezzo di

sismografi, una massa è sospesa ad un supporto solidamente

ancorato con il suolo. Quando le onde di un terremoto

raggiungono lo strumento, il supporto, solidale con il suolo,


vibra

mentre la massa, per inerzia, tende a rimanere immobile. Il

movimento relativo della terra viene amplificato e registrato da

un pennino scrivente su un cilindro rotante. Le registrazioni che

si ottengono sono dette sismogrammi.


Per valutare e confrontare le intensità dei terremoti vengono utilizzate le scale sismiche.

G. Mercalli (1902): misura l’intensità di un terremoto basandosi sugli effetti che le scosse sismiche
producono in superficie su persone, manufatti e sul terreno, quindi sul grado di distruzione che provocano

C. Richter (1935) : è basata sulla determinazione della magnitudo, cioè sulla misura dell’energia
sismica liberata da un terremoto nel suo ipocentro. La magnitudo dipende dalle oscillazioni registrate in
un sismogramma.

Dopo aver riportato una rappresentazione cartografica dell’area indagata i valori dell’intensità così

stabiliti per ciascuna località, si tracciano delle linee di confine tra le zone in cui il terremoto si è

manifestato con intensità diverse: si ottiene in tal modo una serie di curve chiuse, dette isosisme, la più

interna delle quali racchiude l’area dell’epicentro.

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