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LE CAUSE DEI TERREMOTI

In base alle cause scatenanti si possono distinguere 3 categorie di terremoti:

1) TERREMOTI DI SPROFONDAMENTO E DI ASSESTAMENTO: sono causati da eventi


come il crollo improvviso della volta di una grotta, una frana imponente o
un’esplosione nucleare
Interessano un’area limitata e si esauriscono in un solo episodio, senza cioè sciami
sismici
Esempio: esplosione nucleare in Corea nel 2017
2) TERREMOTI VULCANICI: precedono o accompagnano le eruzioni vulcaniche e sono
causati dal movimento del magma e dalla spinta dei gas
Possono essere tremori, scosse ricorrenti o eventi catastrofici ma hanno sempre un
ipocentro superficiale
Esempio: terremoto di Ischia del 1980
3) TERREMOTI TETTONICI: si verificano in zone instabili della crosta terrestre dove le
forze endogene generano tensioni nelle masse rocciose sepolte in profondità e sono
i terremoti più frequenti
La differenza sostanziale rispetto ai terremoti di assestamento e quelli vulcanici è
che i loro ipocentri si collocano sempre in corrispondenza delle FAGLIE

Una faglia è una frattura della litosfera lungo la quale si verifica lo scorrimento relativo
dei blocchi di roccia a contatto e ne esistono di 3 tipi:
I) FAGLIE INVERSE
II) FAGLIE NORMALI
III) FAGLIE TRASCORRENTI
L a faglia più studiata al mondo è quella di Sant’Andrea in California che si estende per
circa 1200 km tra la placca nordamericana e quella pacifica

The Big One è il nome giornalisticamente dato ad un possibile futuro terremoto che


colpirebbe la California, come conseguenza dell'elevato accumulo di energia nella
faglia di Sant'Andrea che attraversa lo Stato americano
Ma come si origina un terremoto
tettonico lungo una faglia?
Il modello più attendibile è la
TEORIA DEL RIMBALZO ELASTICO
secondo la quale il terremoto
sarebbe il culmine di una serie di
eventi che si realizzano quando
una grande massa rocciosa è
sottoposta, per lungo tempo, a
forti pressioni orientate che
agiscono in direzioni opposte
Le masse rocciose sottoposte a forti pressioni per lunghi periodi si deformano
lentamente accumulando energia
Se si raggiunge il punto di rottura però, la massa si spacca nel punto più debole e
produce una faglia; poiché al momento della rottura si libera energia elastica, il rimbalzo
elastico delle rocce vicine all’ipocentro causa la deformazione delle rocce circostanti che
si propagherà in tutte le direzioni generando onde sismiche

Non tutti i movimenti di faglia causano terremoti, questo evento infatti è legato alla
struttura e alla composizione della roccia (se la roccia è rigida accumula più energia e la
rilascia più velocemente), alla durata e all’intensità delle forze applicate e dalla
temperatura e pressione
PERICOLOSITA’ E RISCHIO SISMICO

La PERICOLOSITA’ SISMICA di una Regione è la probabilità che in essa si verifichi, in un


certo intervallo di tempo, un terremoto in grado di causare danni
Per stabilire la pericolosità sismica di un’area quindi si rilevano i terremoti avvenuti in
passato catalogandoli in base all’intensità e alla magnitudo
In questo modo si elaborano delle CARTE DELLA PERICOLOSITA’ SISMICA che
consentono di stabilire se in una Regione esistono alte o basse probabilità che si
verifichi un terremoto grave
Grazie alla determinazione della pericolosità sismica è possibile risalire al RISCHIO
SISMICO che è una stima dei danni che un terremoto potrebbe produrre in una data
area
Il calcolo del rischio sismico si basa su 3 fattori:

rischio = P x V x E

Dove:

P è la pericolosità sismica della Regione


ottenuta dalle carte

V è la vulnerabilità sismica, cioè la tendenza


degli edifici ad essere danneggiati

E è l’esposizione sismica, che tiene conto di


quante persone vivono nelle zone studiate
LE ONDE SISMICHE E L’INTERNO DELLA TERRA
Poiché la crosta è l’unica parte direttamente osservabile del nostro pianeta, tutte le
informazioni di cui disponiamo sull’interno della Terra derivano dallo studio delle onde
sismiche P e S

Le ONDE P si propagano più velocemente


nei solidi che nei liquidi e la loro velocità
aumenta all’aumentare della densità e della
rigidità della roccia

Le ONDE S non si propagano nei fluidi e


nei solidi la loro velocità cresce al crescere
della densità e della rigidità della roccia
come per onde P
La superficie che separa due strati della Terra nei quali le onde sismiche si propagano con
direzione e velocità differenti è detta SUPERFICIE DI DISCONTINUITA’

L’analisi dei sismogrammi relativi a un gran numero di terremoti ha dimostrato che la


Terra ha una struttura caratterizzata da 3 strati principali separata da 2 superfici di
discontinuità: la DISCONTINUITA’ DI MOHOROVICIC (MOHO) e la DISCONTINUITA’ DI
GUTENBERG

La DISCONTINUITA’ DI LEHMANN a 5170 km di profondità è considerata una


discontinuità minore
La DISCONTINUITA’ MOHO separa la crosta dal sottostante mantello, lungo questa
superficie le onde P e S accelerano bruscamente indicando che, al di sotto di tale
discontinuità, i materiali sono solidi
Come si fa a dire con certezza che i materiali in questa zona sono solidi?
RISPOSTA: se non lo fossero, le onde S non si propagherebbero

La discontinuità Moho non è una superficie sferica ma ha un andamento sinuoso che


rispecchia l’andamento dei rilievi superficiali
La Moho infatti si trova più in profondità nelle Regioni in cui si trovano rilievi elevati
(Alpi, catena dell’Himalaya) mentre si avvicina alla superficie in corrispondenza dei
fondali oceanici
Più precisamente: sotto la crosta oceanica la profondità media della Moho è di 4-10 km
mentre sotto i Continenti è di 20-70 km
Questo permette di affermare che la crosta non è un involucro di spessore uniforme
La DISCONTINUITA’ DI GUTENEBERG è la superficie di separazione tra il mantello e il
nucleo, si trova ad una profondità regolare e costante di 2900 km e, a differenza della
Moho, è una superficie sferica
In corrispondenza di questa discontinuità la velocità delle onde P diminuisce mentre
quella delle onde S si arresta bruscamente per la vicinanza del nucleo che, nella sua
parte più esterna, è fuso e quindi in forma liquida

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