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L’interno della Terra

DI CHIARA LONGO 5CL


La Terra non ha densità uniforme

I materiali presenti nelle zone profonde della terra in confronto a quelli in superficie sono
più densi. Le grandi differenze di densità suppongono la presenza di metalli come
materiali più densi. Questa ipotesi è stata confrontata allo studio dei meteoriti, composti
per lo più da ferro e nichel.

I geologi hanno diviso la terra in tre involucri:

-la crosta, composta dai silicati;

-il mantello, formato da silicati ultrafemici e ossidi metallici;

-il nucleo; composto da metalli.

Una decantazione ha fatto sì che i materiali si separassero secondo la densità: i materiali


più densi sprofondarono nel centro della terra, quelli meno densi, ovvero i silicati, si
spostarono verso la superficie. Grazie ai dati forniti dagli studi sulle onde sismiche questa
ipotesi è stata convalidata.
ONDE SISMICHE

Le onde P ed S prodotte da un sisma si


propagano dall’ipocentro di un terremoto in
tutte le direzioni.

La propagazione delle onde sismiche P ed S


ha regole ben precise:
- quando le onde sismiche attraversano un
verso omogeneo per caratteristiche fisiche
e chimiche, si diramano in linea retta con
velocità costante;
- quando invece passano da un mezzo ad un
altro con proprietà fisiche o di altre
composizioni, modificano sia la direzione
che la velocità.

La velocità delle onde P ed S dipende dalle


proprietà elastiche dei materiali che
attraversano e dalla loro densità.

La direzione di propagazione cambia a


seconda delle proprietà elastiche nettamente
diverse quando le onde P ed S passano da
uno strato ad un altro; inoltre vengono (le
onde) rifratte o riflesse.
L E S U P E R F I C I D I D I S C O N T I N U I TÀ

Superficie di discontinuità

È detta superficie di discontinuità la superficie che separa


due mezzi nei quali le onde sismiche si propagano con
direzione e velocità differenti.

Analizzando i sismogrammi sono state scoperte diverse


superfici di discontinuità, le due principali identificate sono:

- la discontinuità di Moho;

- la discontinuità di Gutenberg.
L A D I S C O N T I N U I TÀ D I M O H O

La discontinuità di Mohorovičić separa la crosta terrestre dal mantello sottostante.


L A D I S C O N T I N U I TÀ D I G U T E N B E R G

La discontinuità di Gutenberg è la superficie di separazione tra il mantello ed il nucleo.


L A D I S C O N T I N U I TÀ D I L E H M A N N

La discontinuità più importante è la discontinuità di Lehmann localizzata a 5170 km di profondità. Essa separa il
passaggio dal nucleo esterno al nucleo esterno.
IL MODELLO DELLA STRUTTURA INTERNA DELLA TERRA

LA CROSTA

E formata da roccia compatta, una


sorta di “buccia” che costituisce i
continenti ed il fondo degli oceani.La
crosta terrestre è di due tipi, e si
differenzia non solo per spessore, ma
anche per struttura, età e
composizione:

- La crosta che costituisce le masse


continentali ha una densità media
di 2,7 g/cm. È composta da rocce
sialiche ricoperte da una coltre di
sedimenti. Vi sono presenti catene media di 3 g/cm. È più elevata - uno superficiale di sedimenti;
montuose, faglie, vulcani, sismi rispetto alla crosta continentale, ha
frequenti ed un intenso una composizione femica ed uno - uno di basalti (pavimento
metamorfismo regionale. spessore di pochi km. Possiede oceanico vero e proprio);
una composizione più regolare ed
- La crosta che forma il pavimento - uno di gabbri.
uniforme; costituita da 3 strati:
dei fondali oceanici ha una densità
IL MODELLO DELLA STRUTTURA INTERNA DELLA TERRA

IL MANTELLO

Il mantello è costituito in prevalenza da minerali silicati relativamente densi,


caratterizzati in parte da struttura atomica molto compatta dovuta alla pressione cui
sono sottoposti.

Nel mantello inferiore si ritiene prevalgano silicati più densi dotati della stessa
composizione dell’olivina ma, a causa delle elevate pressioni, di una struttura più
compatta, simile a quella del raro minerale perovskite.

Gli strati superiori del mantello sono fusi alla crosta continentale, con la quale
formano le placche fragili della litosfera.

Al di sotto di questa si trova l’astenosfera, fascia nella quale le temperature sono


tanto elevate da rasentare il punto di fusione delle rocce.
IL MODELLO DELLA STRUTTURA INTERNA DELLA TERRA

IL NUCLEO

Nel nucleo prevalgono gli elementi


di ferro e nichel, ma l’8-12% deve
essere costituito da un elemento più
leggero come lo zolfo. Lo studio
delle onde sismiche ha permesso di
rilevare che alcune onde non si
trasmettono direttamente attraverso
il nucleo e che altre vengono rifratte
o deviate nel passaggio attraverso
una fascia che prende il nome di
“zona d’ombra”. Se ne è concluso che
al centro della Terra esiste: - un nucleo interno solido - un nucleo esterno che circonda il
(corrispondente al 5% del peso nucleo interno, composto da
dell’interno del nucleo) metalli allo stato fuso.
IL CAMPO MAGNETICO TERRESTRE

La Terra possiede un campo magnetico generato dal nucleo


terrestre; esso dipolare (avente due poli). Il campo
geomagnetico è simile a quello prodotto da una barra
magnetica, pertanto dotata da due poli. Il polo nord ed il polo
sud magnetici corrispondono ai poli geografici:

- il polo nord magnetico; avente una latitudine di circa 75


gradi N;

- il polo sud magnetico; avente una latitudine di circa 68 gradi


S; dal polo sud magnetico escono le linee di forza dal
campo geomagnetico che si chiudono poi nel polo nord.

La direzione delle linee di forza viene localizzata con l’utilizzo


della bussola; l’ago calamitato assume la posizione parallela
alla direzione delle linee di forza.

L’intensità ovvero la forza esercitata dal campo magnetico nel


punto considerato viene misurata con un magnetometro.

Sulla superficie terrestre, il campo geomagnetico ha


un’intensità media dell’ordine dei 50 gauss, valore molto
piccolo.
La teoria dell’espansione dei fondali oceanici

Negli anni '60, H. Hess sviluppò la teoria della diffusione dei fondali marini, che afferma che i fondali oceanici non sono
stabili e immutabili, ma invece:

- il materiale fuso sale dal mantello lungo le creste a metà oceano (lunghe fessure che corrono lungo i fondali oceanici)
e si espande e si solidifica mentre si raffredda, creando una fresca crosta oceanica;

- la litosfera affonda verso l'interno della Terra alle trincee oceaniche, dove diventa di nuovo parte del mantello
(subduzione).

L'intero processo è guidato dalla convezione del mantello. Secondo questa teoria, i continenti sono strutture
permanenti che scivolano sul globo trasportate da correnti convettive e possono essere modificate solo lungo i loro
confini.
La teoria della tettonica a zolle
LA TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE

ZOLLE TETTONICHE Asia), dalla zolla australiana, dalla nordamericana,


dall'antartica quella sudamericana. La parte restante della
Lo strato roccioso esterno della Terra è detto "litosfera". superficie terrestre è coperta da una decina circa di zolle
Costituito da rocce friabili, è diviso in sette grandi placche di dimensioni molto più modeste come quella di Juan de
zolle tettoniche continentali e in una dozzina di zolle di Fuca, situata al largo della costa degli Stati Uniti
dimensioni molto inferiori. Questi frammenti della litosfera nordoccidentali. Mentre la zolla pacifica è costituita
hanno forma irregolare e si combinano come le tessere di interamente da crosta oceanica e mantello, le altre grandi
un grande mosaico che ricopre l'intera superficie terrestre. zolle comprendono allo stato attuale materiale sia
Le zolle tettoniche presentano uno strato esterno di roccia continentale sia oceanico. Le loro dimensioni mutano
crostale saldamente unito uno strato sottostante di roccia incessantemente a causa di fenomeni che avvengono
che fa Secondo un'ipotesi che trova numerose conferme, lungo i loro margini (vedi pp. 108-109) e che ne
nel corso del tempo geologico le placche si sono spostate determinano l'espansione o la consunzione ma, poiché le
creando sulla superficie parte del mantello superiore. dimensioni della Terra sono costanti, i due processi
terrestre continenti, oceani, montagne e vulcani. avvengono in una condizione di equilibrio. I margini di
zolla si trovano per la maggior parte sul fondo oceanico o
ZOLLE LITOSFERICHE in prossimità dei continenti; alcuni corrispondono invece a
grandi catene montuose, per esempio, l'Himalaya (al
Sette grandi zolle che raggiungono lo spessore di 100 confine fra le placche eurasiatica e indiana), o ad archi
chilometri ricoprono il 94% della superficie della Terra e insulari come le Aleutine (Alaska), che segnano la linea di
sostengono i grandi continenti che in un lontano passato subduzione della placca del Pacifico sotto quella
formarono la vastissima massa di Pangea (vedi p. 30). Con nordamericana.
una superficie di 108 milioni di chilometri quadrati la zolla
pacifica è di gran lunga la più vasta, seguita dalla zolla
africana, da quella eurasiatica (che comprende Europa e
MARGINI DI ZOLLA

I MARGINI DELLE ZOLLE allontanano l'una dall'altra e si forma Zone di divergenza e di convergenza
LITOSFERICHE nuova crosta. costituiscono l'80% circa dei margini;
il restante 20% corrisponde ai
Sono di tre tipi: divergenti, I margini convergenti si trovano margini trasformi, dove le zolle
convergenti e conservativi: invece in corrispondenza delle fosse scivolano semplicemente l'una
oceaniche e delle zone di accanto all'altra.
I margini divergenti si trovano in subduzione dove le zolle a contatto
corrispondenza delle dorsali convergono e la crosta si consuma.
oceaniche, dove le zolle a contatto si
MARGINI DI ZOLLA

I MARGINI DIVERGENTI

Le zolle confinanti che si allontanano l'una dall'altra


presentano margini divergenti o in accrescimento. Un
esempio di margine divergente è la Dorsale medio-atlantica,
che si estende sul fondo dell'Oceano Atlantico fra il Polo Nord
e il Polo Sud ed emerge in corrispondenza dell'Islanda. I
margini divergenti sono caratterizzati dalla presenza di una
fossa tettonica o rift che si espande gradualmente. Mentre le
due zolle si allontanano risalgono le rocce fuse del mantello
in forma di effusione basaltica; venendo a contatto con le
acque oceaniche, questa si raffredda, solidifica e origina
nuova crosta. Il processo, che si verifica a continue riprese
seguendo la progressiva divergenza delle zolle, avviene al
ritmo di alcuni centimetri l'anno e prende nome di
"espansione del fondo oceanico". Nel corso di molti milioni di
anni arriva a creare un nuovo oceano ma, poiché le
dimensioni della Terra sono a poco a poco, al centro della
fossa le stesse, la formazione di nuova crosta in sempre
corrispondenza delle dorsali oceaniche è compensata
dall'inghiottimento della crosta più vecchia nelle zone di
subduzione (vedi a fronte). Per effetto della curvatura del
pianeta, le linee rette dei margini divergenti sono interrotte da
margini trasformi o conservativi lungo i quali le zolle scorrono
l'una accanto all'altra senza produrre né consumare crosta.
D O R S A L E M E D I O - AT L A N T I C A
MARGINI DI ZOLLA

I MARGINI CONVERGENTI

I margini convergenti (detti anche "margini in consunzione") corrispondono alle zone in cui due zolle litosferiche si avvicinano
l'una all'altra. Per comprenderne la dinamica occorre ricordare che la crosta continentale è più spessa e meno densa di quella
oceanica. Se una zolla continentale e una zolla oceanica convergono, come accade attualmente al largo della costa
sudamericana, si forma una zona di subduzione nella quale la crosta oceanica più densa si inabissa al di sotto del margine
continentale. Di conseguenza la zolla continentale si solleva formando una catena montuosa come quella delle Ande. Se a
convergere sono invece due zolle oceaniche, quella più antica, che è più fredda e densa, viene subdotta al di sotto di quella più
giovane e si forma un arco insulare. I margini di convergenza fra zolle oceaniche sono contrassegnati da fosse oceaniche che
possono raggiungere la profondità di 11 chilometri. Nella zona di subduzione sottostante la fossa lo sprofondamento della zolla
tettonica nel mantello scatena un'attività sismica profonda. La zolla inizia a fondere e il materiale fuso e più leggero tende a
risalire in superficie dove per mezzo di un eruzione vulcanica. Se la convergenza si verifica invece fra due zolle continentali,
poiché la loro densità è simile non si verifica subduzione. La pressione reciproca fra le due zolle provoca invece la formazione di
una emerge catena montuosa, come è avvenuto nel caso dell'Himalaya.
C AT E N A M O N T U O S A D E L L’ H I M A L AYA
MARGINI DI ZOLLA

I MARGINI CONSERVATIVI

I margini conservativi, o anche detti


trasformi, sono quei margini lungo i
quali le zolle scivolano una
parallelamente all’altra, muovendosi in
direzione opposta, con velocità
differente, senza creazione o
distruzione di litosfera.

Le faglie trasformi che tagliano


trasversalmente le dorsali presentano
una particolarità: diversamente dalle
normali faglie a scorrimento
orizzontale, i blocchi rocciosi si
muovono in senso opposto
generando terremoti solo nei tratti California. In quest’area le placche del Anche le faglie trasformi, che tagliano
compresi tra un troncone e l’altro della Pacifico e del Nord America scorrono trasversalmente le dorsali e ne
dorsale. fra di loro, in modo tale che la placca interrompono la continuità, sono
del Pacifico si sposta verso nord margini lungo i quali si realizza uno
L’esempio più famoso di questo tipo mentre l’altra verso sud. scorrimento orizzontale dei tratti di un
di faglia è presentato nel complesso margine costruttivo.
della nota faglia di Sant’Andrea, nella
costa ovest del Nord America, in
FA G L I A D I S A N T ’ A N D R E A / C O S TA O V E S T D E L N O R D A M E R I C A
Il motore della tettonica delle zolle

Le cause del movimento delle zolle sono l’unica questione in sospeso nella
comunità scientifica. Secondo alcuni le zolle, sarebbero spinte da forze, che
agiscono in corrispondenza delle dorsali dovute alla pressione del nuovo magma
che fuoriesce. L’ipotesi più accreditata però è quella secondo cui la causa dei
movimenti delle zolle siano i moti convettivi nel mantello.

Sono stati formulati vari modelli di moti convettivi, che differiscono per il tipo di
cella termica convettiva: alcuni pensano che le celle convettive occupano solo
l’astenosfera, altri l’interno del mantello, altri ancora sostengono che vi sono due
serie sovrapposte di celle.

Un’altra ipotesi è il cosiddetto modello a pennacchi: secondo questo modello la


causa del movimento delle zolle sarebbero dei pennacchi di materiale caldo
proveniente dalla zona del mantello inferiore a contatto con il nucleo esterno.
Questi pennacchi si innalzano dalla zona del mantello inferiore, trasportando il
calore fino alla litosfera. Pertanto nella litosfera, il materiale fuso risale provocando
dei movimenti orizzontali, che a loro volta provocano l’espansione ed il moto delle
placche.
I PUNTI CALDI

PUNTO CALDO

Il termine punto caldo sta ad indicare tutti i fenomeni


vulcanici isolati, ovvero quei fenomeni originati
dall’interazione tra i margini di due zolle contigue.

Sono aree oceaniche o continentali con un flusso termico


diversamente elevato, nelle quali vi è un’emissione di lava
esclusivamente basaltica proveniente dal mantello profondo.

I casi più studiati sono quelli delle Hawaii, dell’Islanda e di


Yellowstone. Questi vulcani sono stati creati da giganteschi
pennacchi, di materiale caldo, che risalendo dal mantello
profondo con il loro movimento ascensionale, inarcano la
crosta, formando apparati vulcanici.

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