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IL CAMPO MAGNETISMO

TERRESTRE
Il campo magnetico terrestre
La struttura del campo geomagnetico può essere descritta supponendo di porre al centro del
pianeta una barra magnetica il cui asse formi un angolo di 11° rispetto all’asse di rotazione.

In realtà non è pensabile che possa esserci qualcosa di


magnetizzato in maniera permanente, al centro della
Terra perché:
➢ Il campo geomagnetico è prevalentemente
dipolare, cioè presenta evidenti scostamenti rispetto
all’andamento dipolare teorico.

➢ Al di sopra del punto di Curie (attorno ai 500 °C) i


materiali magnetici perdono il loro magnetismo.
Origine
Il campo magnetico terrestre ha origine nel nucleo esterno ricco di metallo (soprattutto ferro) allo
stato fuso e in continuo movimento a causa della rotazione terrestre e dei moti convettivi prodotte
dal calore derivante dal decadimento degli isotopi radioattivi.

Il metallo fuso si comporta come un superconduttore che


ruotando all’interno di un campo magnetico genera una
corrente elettrica che a sua volta per induzione genera e
mantiene il campo magnetico.

Per l'innesco della «geodinamo» basta che il nostro


pianeta abbia attraversato qualche campo sporadico,
probabilmente di origine solare.

Dinamo ad autoeccitazione
Origine
L’andamento complessivo del campo magnetico è approssimabile a quello prodotto da una
gigantesca barra magnetica posta al centro della Terra.

La sua geometria prevede linee di forze uscenti dal


polo sud e linee di forze entranti nell’emisfero
nord.
Paleomagnetismo
Il paleomagnetismo è una disciplina, facente parte della geofisica, che studia le proprietà
magnetiche di rocce e sedimenti e le caratteristiche del campo geomagnetico del passato, sia in
termini direzionali che di intensità.
Molte rocce conservano una propria magnetizzazione, indotta dal campo geomagnetico, al
momento della formazione.

Tra i granuli che i fiumi


trasportano al mare, molti
sono magnetizzati. Mentre
lentamente si depositano sul
fondo del mare si orientano
come il campo magnetico
terrestre esistente al
momento. Quando i
sedimenti litificano questi
granuli danno alla nuova
roccia una magnetizzazione
stabile.
Paleomagnetismo
La direzione della magnetizzazione osservata nelle rocce antiche è spesso diversa da quella del
campo geomagnetico attuale, come se il Polo Nord magnetico avesse occupato posizioni differenti.
Rocce aventi la stessa età ma di continenti diversi indicano una diversa direzione del campo
magnetico.

Tali fenomeni si spiegano solo pensando che non siano i poli


magnetici a migrare, ma siano stati i continenti a muoversi
lentamente sulla superficie terrestre, mentre i poli magnetici
sono rimasti sempre all’incirca nella posizione attuale rispetto
all’asse di rotazione della Terra.

Curve della «migrazione» apparente del Polo nord


magnetico, costruite in base all’analisi di rocce
prelevate in diversi continenti
Paleomagnetismo
Il paleomagnetismo ha portato anche a un’altra importante scoperta.

In molte rocce la direzione di magnetizzazione risulta


esattamente opposta a quella del campo geomagnetico attuale,
come se al momento della formazione di quelle rocce il Polo nord
magnetico fosse stato al Polo sud e viceversa.
Si è così scoperto che periodicamente si verificano delle
inversioni di polarità: il campo magnetico passa
alternativamente da normale (orientato come oggi) a inverso
(orientato in maniera opposta).

Scala paleomagnetica, costruita in base all’età delle


inversioni magnetiche «registrate» in colate di lava
degli ultimi 5 milioni di anni.

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