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INTERNO DELLA TERRA

Geofisica: studia le componenti solida e gassosa della Terra con metodi basati su indagini sismiche,
elettriche, radiometriche o gravimetriche.
Geochimica: studia la composizione delle varie componenti della Terra, comprese l’idrosfera e l’atmosfera
e i processi chimo-fisici che hanno prodotto l’attuale distribuzione degli degli elementi in queste zone.
Petrologia: studia la composizione delle rocce e i processi che le hanno generato.
Il campo gravitazionale terrestre e le onde sismiche generate dai terremoti che si verificano di continuo nelle
regioni tettonica mente attive del gruppo hanno permesso di ipotizzare che la terra abbia una struttura interna
costituita da vari gusci o strati concentrici.

Campo gravitazionale terrestre: è il campo di attrazione esercitato dalla Terra nei confronti degli altri
corpi e si manifesta attraverso la forza di gravità. Ci rivela in parte la costituzione del nostro pianeta, infatti
se la densità della terra fosse la stessa delle rocce il g sarebbe metà.

ONDE SISMICHE P e S: la terra è trasparente alle onde sismiche che l'attraversano anche se alcune di esse
vengono rifratte e riflesse da superfici di discontinuità che separano zone con proprietà fisiche e chimiche
differenti. La diversa velocità con cui le onde attraversano le rocce variano in base a pressione, temperatura,
composizione grado di fusione parziale esistenti all'interno della terra. A differenza delle Onde P, le Onde S
non causano variazioni di volume al loro passaggio e non si propagano nei fluidi.

1. Crosta litosfera
2. Mantello superiore astenosfera
3. Zona di transizione mesosfera
4. Mantello inferiore
5. Nucleo esterno nucleo esterno
6. Nucleo interno nucleo interno

Suddivisione basata su differenze nella costituzione chimica e mineralogica dei vari involucri:
1. Crosta: è l’involucro più esterno delimitato alla base da una discontinuità, di Moho.
Ha spessore variabile da 3 km a 80/90 km.
2. Mantello superiore: si estende dalla Moho fino a 400km di profondità. Tra 100 e 300km; è la zona di
bassa velocità, in cui c’è una forte attenuazione della velocità delle onde sismiche; (presente S, assente per
alcuni continenti P).
3. Zona di transizione: separa il mantello superiore da quello inferiore e si estende da 400 a 670 km di
profondità. È caratterizzata da bruschi aumenti di velocità delle onde sismiche, probabilmente dovuti a
strutture mineralogiche più dense.
4. Mantello inferiore è il 49,4% della massa della Terra. Va da 670 km fino ad una profondità di 2900km,
ovvero alla discontinuità di Gutenberg, che separa il mantello dal nucleo e dove esiste una brusca variazione
di gradienti di velocità e densità.
5. Nucleo Esterno va da 2900 a circa 5200 km di profondità (discontinuità di Lehnmann) e viene
considerato allo stato liquido. Infatti, all’interfaccia nucleo-mantello, la velocità delle onde P decresce
bruscamente, mentre le onde S non riescono a passare; si ritiene che in questa zona abbia origine il campo
magnetico terrestre.
6. Nucleo interno; dalla discontinuità fino al centro; la velocità delle onde P aumenta e le onde S vengono di
nuovo trasmesse; si ritiene che il nucleo intendo sia solido anche se vicino al punto di fusione.

Suddivisione reologica (reologia: proprietà di scorrimentodei materiali, temp + pressione condiziona);


possono essere elastici e fragili o duttili.
LITOSFERA—>è il guscio più superficiale, rigido, che reagisce essenzialmente in modo elastico;
comprende la crosta e la porzione più esterna del mantello superiore, il cosiddetto lid o mantello litosferico
fino alla zona di bassa velocità.
ASTENOSFERA—>è lo strato composto da materiali allo stato parzialmente fuso in cui le onde sismiche si
propagano a bassa velocità; si trova compresa tra litosfera e mesosfera. Comportamento plastico.
MESOSFERA—>è la parte del mantello, rigida e poco deformabile, compresa tra astenosfera e nucleo.
2 tipi di energia fondamentali: energia solare ed energia geotermica; l’energia solare muove atmosfera e
idrosfera, i principali fattori di erosione, il calore esterno invece modella e deforma la crosta terrestre. Quello
interno origina le montagne e quello esterno le demolisce.
Vari meccanismi sono però responsabili di quello che è noto come calore originario o primordiale della
Terra.
Energia cinetica in energia termica dei frammenti che colpivano la superficie terrestre.
Conversione dell’energia gravitazionale in energia termica, catastrofe del ferro, metalli più leggeri in
superficie; questo ha liberato energia gravitazionale che tramite resistenza viscosa e attrito si trasforma in
calore.
Riscaldamento adiabatico, se un qualsiasi materiale viene compresso la sua temperatura aumenta. Nella
terra primordiale il progressivo aumento di massa…
Radioattività di isotopi a breve, calore prodotto dalla presenza di possibili isotopi radioattivi a vita breve.
Eventi come la caduta di una supernova, ma decadono rapidamente.
Calore radiogenico—> calore che si sta producendo attualmente a opera dei materiali radioattivi presenti
nel mantello e nella crosta.

GRADIENTE GEOTERMICO-> l’aumento, espresso in gradi centigradi, delle temperatura ogni 100 metri
di profondità. È l’intervallo di profondità cui corrisponde un aumento di temperatura di 1°C; il suo valore è
in media circa 39 m;
La geoterma è la curva che descrive come la temperatura cresce con la profondità.

IL NUCLEO—> Ha pressappoco le dimensioni di Marte; il nucleo è composto da una parte solida e dallo
stato esterno fuso ( non trasmette onde S), ad una temperatura di 3000°C.
il limite tra nucleo esterno e nucleo interno si trova a 5200 km di profondità ed è assai netto è definito dalla
discontinuità di Lehmann. Nucleo interno=1170 km e trasmette onde S a velocità basse; è solido ma vicino al
punto di fusione.
La fascia tra 11.000 e 16.000 km è chiamata zona d'ombra delle onde P. Esiste anche una zona d'ombra
delle onde S ancora più ampio di quella delle onde P.
I principali costituenti del nucleo devono comprendere elementi con numero atomico superiore a 23, come
ferro nichel vanadio e cobalto. Di questi elementi sono il ferro è presente nel sistema solare in quantità
sufficiente da poter costituire una massa come il nucleo terrestre, lega di ferro e nichel compone il nucleo.
Inoltre c'è la possibilità della presenza di elementi più leggeri come ossigeno e zolfo, presenti perlopiù nel
nucleo esterno, presenza dovuta al fatto che altrimenti un nucleo composto solo dalla lega di ferro e nichel
sarebbe troppo denso.

MANTELLO—> si estende da mo fino al limite con il nucleo che si trova a 2900 km di profondità. Si
ritiene che dal punto di vista chimico il mantello superiore sia piuttosto omogeneo è costituito in prevalenza
da silicati.si estende da mo fino al limite con il nucleo che si trova a 2900 km di profondità. Si ritiene che dal
punto di vista chimico il mantello superiore sia piuttosto omogeneo è costituito in prevalenza da silicati. La
struttura e la composizione mineralogica dei silicati varia però con l'aumentare della profondità.
Il mantello superiore è suddivisibile in due porzioni una parte esterna di spessore variabile da cinque a 200
km, con velocità sismica elevata, chiamato mantello litosferica. È un guscio rigido strettamente legato dal
punto di vista reologico alla crosta assieme la quale costituisce la litosfera. La porzione interna costituisce la
zona di bassa velocità ed è assente sotto le radici dei continenti.
Si ritiene che il mantello superiore sia costituito da rocce ultrafemiche, come peridotite e eclogite, che sono
le rocce presenti nella zona di passaggio con la crosta. Il mantello a una zona a bassa velocità, perciò a una
densità poco elevata e presenta perciò una fusione parziale.sotto i 200 400 km si assiste a una rapida serie di
variazioni delle proprietà fisiche chiamata strato D.
Il materiale roccioso del mantello non si comporta come fluido e quindi è soggetto a circolazione convettiva;
infatti sembra troppo rigido perché si possa comportare da fluido ed è soggetto a delle correnti che lo
mantengono elastico e plastico.

ISOSTASIA O EQUILIBRIO ISOSTATICO indica l’ideale condizione di equilibrio gravitazionale che


determina, in accordo con la densità delle rocce, le quote cui si ergono le varie parti dei continenti e degli
oceani.
Il campo magnetico terrrestre, detto anche campo geomagnetico, immaginando che all’interno della Terra
ci sia una barra magnetica il cui asse sia inclinato di circa 11° rispetto all’asse terrestre.
L’intersezione tra l’ipotetico asse geomagnetico e la superficie terrestre identifica i cosiddetti poli
geomagnetici. È solo in piccola parte di origine esterna, scambi elettrici tra atmosfera e superficie terrestre.
Le linee di forza del campo sono linee astratte in ogni punto delle quali il campo è tangente. Il verso del
campo è sempre convenzionalmente quello indicato dalla freccia della bussola. Quindi le linee del campo
magnetico terrestre sono orientate in modo da uscire dalla Terra dall’emisfero sud ed entrare nell’emisfero
nord.
l’angolo, misurato sul piano orizzontale, che la direzione del sud magnetico forma con quella del nord
geografico è la declinazione e si misura con uno strumento detto bussola di declinazione.

NORD MAGNETICO E SUD MAGNETICO-NORD GEOGRAFICO E SUD GEOGRAFICO, non sono


gli stessi.
Il Nord geografico è, infatti, la direzione verso il Polo Nord (geografico) verso, cioè, il punto di
intersezione settentrionale tra la superficie e l'asse di rotazione terrestre
Distinguiamo il Polo Nord magnetico e geografico sulla Terra. Mentre il Polo Nord geografico si trova
proprio all'estremità settentrionale dell'asse terrestre, il Polo magnetico nord è il punto in cui punta l'ago
della bussola.

PALEOMAGNETISMO è il campo magnetico terrestre che si trova fossilizzato nelle rocce sotto forma di
magnetizzazione residua, molto debole.
PUNTO DI CURIE—> I materiali magnetici perdono il loro magnetismo permanente quando la
temperatura supera un certo valore critico, questo valore critico è il punto di curie.

MAGNETIZZAZIONE TERMORESIDUA—> È acquisita dalle rocce magmatiche quando si raffreddano


sotto il punto di curie. Quando la lava esce dal condotto vulcanico è soggetta al campo magnetico del luogo e
i vari cristalli ferro magnetici sono in grado di orientarsi come minuscoli aghi della bussola. Il ferro
magnetismo è la proprietà dei materiali di conservare una propria magnetizzazione anche in assenza di un
campo magnetico esterno.
MAGNETIZZAZIONE DETRITICA—> I sedimenti detritici soprattutto le arenarie rosse contengono
piccolissimi granuli ferro magnetici che si allineano secondo il campo magnetico durante la sedimentazione
o il costipamento. In genere i granuli più sensibili sono quelli inferiore a un 10º di millimetro.

MAGNETIZZAZIONE CHIMICA RESIDUA—> È una magnetizzazione secondaria che viene acquisita


dalle rocce durante i processi diagenetici e metaforici che portano all'eventuale formazione di nuovi minerali
suscettibili di magnetizzazione. Ossidi di ferro.

INVERSIONI DI POLARITA’—> I passaggi da una condizione di polarità a quella opposta, che può
variare da declinazione o inclinazione intensità del globo.
I periodi più lunghi sono chiamati epoche magnetiche; Durante queste epoche si possono registrare brevi
inversioni detti eventi magnetici (dai 50.000 ai 200.000 anni).
INTERVALLI DI POLARITA’—> quelle porzioni di tempo in cui il campo magnetico è prevalentemente
inverso o normale. Con la stratigrafia magnetica si misura il periodo in cui il campo magnetico è stato
inverso o normale, attraverso questo si può determinare l'età delle rocce.

PG 190-191

DERIVA DEI CONTINENTI


FISSISMO—> prevedeva che gli esseri viventi fossero destinati a rimanere sempre uguali a se stessi, in
geologia si pensava che esistesse una sostanziale staticità dei rapporti geodinamici tra continenti e oceani.
CATASTROFISMO—> spiega l'estinzione degli esseri viventi attraverso improvvisi e violenti
sconvolgimenti della crosta terrestre.
EVOLUZIONISMO—> È la teoria secondo cui gli esseri viventi mutano lentamente e continuamente
tramite la trasmissione dei caratteri ereditari di generazione in generazione.
MOBILISMO—> supponeva che la crosta terrestre fosse libera di muoversi rispetto al mantello sottostante
potesse subire traslazioni orizzontali.
DERIVA DEI CONTINENTI—> teoria formulata da Alfred Wegener nei primi decenni del 900,m
ipotizzo che 300 milioni di anni fa le maggiori masse continentali del globo erano incastrate l'una nell’altra E
costituivano un unico grande blocco di terre chiamate Pangea.
Questo supercontinente era circondato da un unico grande oceano, la Pantalassa.
Verso est esisteva un grande golfo la Tetide, le grandi masse continentali erano divise in Laurasia a
settentrione e Gondwana nel meridione.
Questa tesi fu sostenuta da tre argomenti:
1. Argomenti geologici, grandi lineamenti strutturali della crosta terrestre e province geologiche
combaciano quasi esattamente quando si riavvicinano i blocchi continentali.
2. Argomenti paleontologici, in Sudamerica Africa Madagascar India e Australia vengono rinvenuti resti
fossili delle stesse piante degli stessi animali vissuti nel paleozoico e, se questi continenti non fossero
mai Stati Uniti bisognerebbe ammettere la presenza di lingue di terra, i ponti continentali.
3. Argomenti paleoclimatici, evidenze e dati sulle condizioni climatiche del passato sono forniti dalle
rocce sedimentarie. I climi freddi e ghiacciai sono testimoniati dalla presenza di Tilliti, i climi caldi
tropicali evidenziati da rocce carbonatiche mentre quelli aridi testimoniati dalla presenza di gesso,
salgemma o arenaria rossa e di ambiente desertico.

DORSALI MEDIO OCEANICHE vengono scoperte nella metà degli anni 50 del 900, ci fornisce la
capacità per comprendere la dinamica del pianeta, questi dorsali si estendono sulla superficie del globo
attraverso gli oceani Atlantico, indiano, articoli Pacifico, Mar di Norvegia e mare Artico per una lunghezza
totale di 60.000 km.
La zona di cresta delle dorsali è costituita da una valle di sprofondamento fossa di tonica, nota con il nome di
Rift Valley, circondata da rilievi basaltici molto fratturati. La Rift valli è una zona di terremoti di ipocentro
poco profondo caratterizzata da elevato flusso di calore ed attività vulcanica effusiva.

STRUTTURA CROSTA OCEANICA


Strato1: coltre di sedimenti dello spessore da 0 a 2/3 km, velocità onde sismiche 2 km/s.
Strato2: detto basamento oceanico o strato vulcanico, è costituito da ripetute colate di basalti poveri di
potassio e abbondanti in calcio spesso con struttura a cuscini.
Può avere fino a 2,5 km di spessore è fratturato e alterato dalla circolazione idrotermale; la velocità media di
propagazione delle onde è di 5km/s.
Strato3: strato oceanico, è costituito da gabbri che deriverebbero dalla solidificazione del magma presente in
una camera magmatica. A spessore 3,7 km; la velocità delle onde sismiche è di 6,4/7 km/s.
La discontinuità di Moho separa la crosta oceanica dal sottostante mantello peridotitico, la transizione crosta
mantello si verifica nello spazio di 1 km in corrispondenza del quale la velocità delle onde è di 8 km/s, le
misure di gravità e le indagini fatte studiando la propagazione delle onde confermano che l'astenosfera in
corrispondenza delle dorsali arriva molto vicino alla superficie e le sostiene isostaticamente.

ESPASIONE OCEANICA—> Hess propose una teoria, secondo la quale il materiale del mantello salisse
in corrispondenza delle dorsali oceaniche e poi muovesse lateralmente, allontanandosi dagli assi di tali
dorsali, mentre la nuova crosta veniva prodotta e andava riempire lo spazio creato nella fessura centrale.
Secondo lui inoltre la litosfera oceanica veniva riassorbita nel mantello in corrispondenza delle fosse
oceaniche. Infatti il volume della terra non aumenta in modo apprezzabile perciò l'espansione dei fondi
oceanici deve essere necessariamente compensata in vari modi, ad esempio per sovrapposizione della crosta
in altri luoghi.

Evidenze che supportano le tesi:


- anomalie magnetiche dei fondi oceanici; cioè il valore del campo magnetico è diverso da quello atteso.
Questo succede perché il magma basaltico è ricco di minerali ferro magnetici che acquisiscono una
magnetizzazione termo residua quando si raffreddano dallo studio del magnetismo dei fondali si è rilevato
che vi sono delle bande alternative di valori del campo magnetico (anomalie magnetiche positive e
negative, dovute alla produzione di una nuova crosta oceanica in tempi diversi e successivi.
- Età dei sedimenti oceanici; l'età della crosta aumenta andando dalle dorsali verso i margini degli oceani.
- L’elevato flusso di calore in corrispondenza delle dorsali oceaniche; entro un raggio di 200 km dalle
Rift Valley si registra un alto flusso di calore, dovuto alla risalita di magma dal mantello.
- Il rapporto età profondità della crosta oceanica; le rocce più antiche sono più dense perché si
contraggono mentre si raffreddano e sprofondano per subsidenza; I fondi oceanici più profondi sono più
antichi di quelli meno profondi.
- Le faglie trasformi;
- I punti caldi;
210-211

TETTONICA DELLE PLACCHE


Teoria che riesce a unificare le teorie precedenti, basata su:
-il fatto che la litosfera, lo strato esterno rigido della terra, non forma un involucro continua, bensì è
suddiviso in un certo numero di blocchi definiti placche. Una placca litosferica è una piastra a forma
irregolare di roccia solida, costituita da litosfera continentale e oceanica.
-le placche si spostano in senso orizzontale.
lo spostamento è consentito dall'astenosfera sottostante alle placche che si comporta come un fluido.

MARGINI DELLA PLACCHE


Sono i confini di ogni placca, e possono essere:
1. Trasformi o conservativi, si trovano lungo le grandi fratture oceaniche e le grandi faglie continentali a
scorrimento orizzontale, in cui le placche si muovono orizzontalmente (scivolano l'una accanto all'altra)
e non producono ne consumano la crosta terrestre;
2. Divergenti o in accrescimento, lungo l'asse delle dorsali oceaniche, in cui le placche si separano e
generano nuova crosta;
3. Convergenti o in consunzione, in cui le placche convergono e la più densa delle due sprofonda
nell'astenosfera e si fonde (perde la propria identità). La subduzione è il processo per cui una placca può
scorrere sotto un'altra se lungo il margine di contatto avviene compressione. La placca inferiore converge
all'interno del mantello.

MOTI CONVETTIVI
Il movimento delle placche è generato dai moti convettivi presenti all'interno della terra, ma l'ipotesi che
tentano di spiegare questo meccanismo non sono ancora esaustive. L'attuale modello globale conta 12
placche maggiori più placche minori.
IPOTESI:
Alcuni ritengono che il peso del materiale che fuoriesce lungo le dorsali oceaniche agisca alle spalle
spingendo le placche, che allo stesso tempo sono tirate giù dalla fredda e pesante litosfera della zona di
subduzione.
Alcuni ritengono che le placche siano trascinate per attrito dalle correnti convertivi presenti nel sottostante
dell’astenosfera.
Alcuni vedono nei pennacchi, i punti caldi, la causa della spinta laterale che muove le placche.
Ipotesi che vede placche e litosfera come parti del meccanismo conventino, la placca è la parte superficiale
fredda e rigida di una grande cella convertiva che raggiunge la superficie terrestre.

Il movimento delle placche litosferiche genera terremoti e vulcani, le zone ad alta sismi città si identificano
con Harry strutturali caratteristiche, come le dorsali oceaniche, le fosse oceaniche, le catene montuose, le
zone a elevata attività vulcanica e le fosse tettoniche.
Le zone sismiche si distinguono in:
1. Lungo lasse delle dorsali oceaniche i terremoti sono poco profondi, l'attività vulcanica è effusiva e si
ha un elevato flusso di calore; lungo l'asse delle dorsali oceaniche inizia l'espansione dei fondi oceanici e
le placche si allontanano tra loro.
2. Lungo le faglie trasformi i sismi sono poco profondi e non c'è attività vulcanica; faglia di Sant'Andrea
s'e la faglia dell'Anatolia.
3. La subduzione non avviene perpendicolarmente ma secondo un'inclinazione detto piano di Benioff.
Lungo il piano di Benioff, che si crea con la subduzione, si registrano sismi che si originano fino a 700
km di profondità, è presente anche un'attività vulcanica di tipo esplosivo;
4. Nell'area continentale che si estende dalla Birmania Mediterraneo, i terremoti sono superficiali formano
catene montuose per compressione;
VULCANI
Si possono distinguere diversi tipi di vulcani correlati alle placche:
vulcani legati alla subduzione; in conseguenza della subduzione le lave basaltiche oceaniche e i vari
materiali che li ricoprono scendono sempre più all'interno della terra subiscono un progressivo riscaldamento
è una complessa serie di disidratazione; alla fine le lave basaltiche oceaniche diventano così calde da subire
una parziale fusione. I fluidi ricchi di acqua liberati durante il processo di disidratazione o i materiali fusi
ricchi di si dice migrano verso l'alto, nella parte superiore del mantello. Così questi magmi originariamente
basaltici risalgono nella crosta dove si localizzano in camere originando una varietà di tipi magmatici detti
andesitici o calcalini. I vulcani che ne derivano sono quindi fortemente esplosivi.
vulcani legati alle dorsali oceaniche; le dorsali oceaniche non sono altro che una serie di quasi ininterrotta
di edifici vulcanici sottomarini costituiti da basalti poveri di potassio e abbondanti di calcio.a causa delle
caratteristiche chimiche dei basalti i vulcani delle dorsali oceaniche sono di tipo effusivo e non esplosivo; ciò
nonostante in qualche caso affiorano i possono formare isole
vulcani intraplacca; I vulcani attivi che si trovano intraplacca lontano dei bordi delle placche sono detti
punti caldi e sono caratterizzati da elevato flusso termico. I punti caldi sono generati dai pennacchi, cioè
correnti ascensionali di materiale incandescente proveniente dal mantello. Il passaggio di una placca
litosferica sopra un punto caldo lascia come traccia una fila di vulcani, che si estinguono a mano mano che si
allontanano. Quando un vulcano viene sommerso dalle acque diventa un guyot. Il punto caldo più facilmente
individuabile è quello delle Hawaii.

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