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VITA

Vive 56 anni, segnando la storia culturale di due secoli. Segna un passaggio epocale nella vita dell’uomo denunciando il tramonto di una prospettiva
che segnava la vita dell'uomo da 2500 anni: ad esempio la presenza di Dio era fondamentale, gli uomini vivevano in funzione di Dio.
È un ragazzo che nasce in un ambiente rispettato, perde il padre e cresce in un ambiente femminile. A 26 anni ottieni la cattedra in Grecia ma fin
dall'inizio manifesta difficoltà fisica (malattia). E 1889 a un crollo psichico, che si manifesta anche nei suoi scritti. Gli ultimi 10 anni li trascorre in un
istituto di cura.attraverso la sua vita si può concludere che ognuno di noi porta con sé la propria storia, la propria malattia (tutti sono malati, chi più e
chi meno; dato che l'uomo è biologia e psicologia. Per lui ciascuno fornisce una visione del mondo in base al suo sentire, perciò il pensiero di ognuno
è legittimo, fino alla malattia mentale; tutte le polemiche nei confronti di Nietzsche sono eliminate con questo ragionamento.

NAZISMO
La figura di Nietzsche viene spesso associata al nazismo, che è visto come un esperimento dello stesso filosofo. Questo perché la sorella, che aveva
sposato un attivista antisionista alla morte di Nietzsche compie un'operazione editoriale distorta, una sorta di plagio, pubblicando in maniera
frastagliata il pensiero del fratello facendo credere che Nietzsche fosse un antiisionista. Non si può tuttavia attribuire la colpa del presunto razzismo di
Nietzsche totalmente alla sorella, dal momento in cui alcuni scritti di Nietzsche possono sembrare di carattere razzista.
Nei suoi scritti sono esplicite alcune dichiarazioni di pensiero antidemocratiche, egli credeva folle l’idea di poter garantire ad ognuno la
partecipazione.
Nei suoi scritti inoltre è presente l'idea del diritto della forza, il diritto ad acquisire il potere che si intende raggiungere; questa idea è facilmente
utilizzabile in ambito politico (hitler).
Ciononostante Nietzsche per sua stessa dichiarazione non è mai stato un filosofo politico, criticò i politici ma non fu un pensatore politico; egli non
era né un pensatore politico (antisionista), né un pensatore democratico.
Per lui ciascuno fornisce una visione del mondo in base al suo sentire, perciò il pensiero di ognuno è legittimo, fino alla malattia mentale; tutte le
polemiche nei confronti di Nietzsche sono eliminate con questo ragionamento.

FILOSOFIA
Il pensiero di Nietzsche in generale è caratterizzato da una radicale messa in discussione della civiltà e della filosofia occidentale. Nietzsche
aggredisce i punti fondamentali della cultura occidentale, ovvero critica l'idea che la vita debba essere la costruzione di un percorso razionale (cultura
razionalista, Socrate: razionalismo morale). Il parametro di vita dell'uomo deve essere l'affermazione della volontà di esistenza individuale più che la
ricerca del bene comune; l'uomo perciò per Nietzsche deve imporre il proprio punto, la propria realizzazione e conquistarsi il successo nella vita
(volontà di potenza).
La volontà di potenza è il senso dell’essere: lo scopo della vita non è la ricerca del piacere, bensì la spinta all’autoaffermazione.

APOLLINEO DIONISIACO
Nel 1872 Nietzsche pubblica la nascita della tragedia, uno scritto, che indispetti i filosofi, perchè si sentirono giudicati da un professore di lettere
antiche.
Questo scritto prende a pretesto una questione linguistica letteraria e diventa un discorso filosofico attuale.
Il tema generale di questo scritto è la distinzione tra apollineo e dionisiaco. Questa coppia di opposti si concretizza in altre sotto coppie: la forma
(apollineo) e il caos (dionisiaco). Nietzsche con la nascita della tragedia intende contestare la forma di bellezza imposta dal neoclassicismo, infatti
l’opera assume subito un'impostazione polemica.
L'arte diventa grandiosa, quando associa il contenuto e la forma, cioè quando esprime un contenuto vitale in una forma armoniosa. Secondo Nietzsche
l'apollineo, che si esprime nelle forme più armoniche della scultura e della letteratura, è la fuga dal divenire; il dionisiaco che si esprime soprattutto
nella musica, è l’espressione del divenire, del caos, del tumulto. In contrasto con la cultura del suo tempo, Nietzsche insiste sul carattere dionisiaco
della vita. L'apollineo nasce dal tentativo di sublimare il caos nella forma, di dare una forma equilibrata all'energia della vita.
La tragedia greca rappresenta il perfetto equilibrio tra apollineo e dionisiaco. Successivamente nel IV secolo l'arte tende a diventare un prodotto
troppo elaborato: l'apollineo tende a sopraffare il dionisiaco (tragedie di Euripide). A Nietzsche interessa sottolineare che è intervenuta un'eccessiva
ricerca formale, si è perduto il dolore del dionisiaco. Da quel momento la cultura greca a iniziato un cammino di decadenza. -socrate/platone-
Nietzsche prende da Schopenauer il fatto che la vita è causa: di fronte a questa situazione, si può sfuggire, come sostiene Schopenauer (ascesi),
oppure accettarla così com'è (come sostiene Nietzsche) con spirito dionisiaco. Nietzsche rifiuta la concezione dell'uomo imposte dalla cultura
ufficiale: un uomo che vive in funzione della prossima vita (inesistente per Nietzsche). Egli crede che l'atteggiamento dovrebbe essere l'accettazione
del senso tragico della vita. (Secondo Aristotele tragico è un evento che porta ad un esito negativo). Accettare significa trovare un senso, uno scopo
alla vita.

CRITICA A PLATONE E SOCRATE


Secondo Nietzsche, Socrate, dicendo che il bene sta nel ragionamento, parlando cioè di intellettualismo etico e di eudemonismo ha contribuito
enormemente a questa decadenza, così come Platone, che sosteneva che il senso della vita sta nella preparazione dell'uomo alla morte.
Nietzsche critica il Pensiero di Platone, secondo il quale l’uomo dovesse vivere la vita terrena in funzione della vita dopo la morte. Critica inoltre
l’idea di Socrate che la vita debba essere la costruzione di un percorso razionale (razionalismo morale).
Per Nietzsche questi filosofi hanno condizionato l’uomo occidentale.

STORIA
Tra il 1873 E il 1876 Nietzsche pubblica alcuni articoli, "considerazioni in attuali" sull'utilità e il danno della storia della vita. Nietzsche, nonostante
non fosse uno storico, si schiera contro lo storicismo, per lui lo studio pedissequo della storia indebolisce le capacità creatrici dell'uomo.
Cultura storicistica: idea che ogni situazione ha una spiegazione alla luce di ciò che è avvenuto precedentemente. Secondo Nietzsche questa cultura
storicistica fa dell'uomo il risultato di un processo necessario: la vita diventa così un determinismo. In questo senso Nietzsche è un antihegeliano, si
schiera contro la ciclicità della storia e degli eventi.
Per Nietzsche perciò la storia va accantonata. Il rapporto tra storia e vita è un rapporto di incompatibilità.
Secondo Nietzsche ci sono diversi tipi di storiografia:
1. storia monumentale: di positivo ha che ricerca dei modelli da seguire, di negativo ha la celebrazione, crea dei miti inarrivabili. La storia
monumentale rievoca personaggi del passato. È propria di chi ricerca dei modelli (maestri) nel passato.
2. storia antiquaria: l'aspetto positivo è la venerazione, la conservazione di dell'importanza di un dato evento; l'aspetto negativo è la
mummificazione, cioè il privare di vitalità. È propria di chi venera il passato.
3. storia critica: tutti gli storici in realtà sono critici: uno storico non scrive per fotografare delle situazioni, ma per analizzarle criticamente.
l'atteggiamento positivo della storia critica è la smitizzazione del passato; l'atteggiamento negativo è la presunzione di poter recidere il passato.
Nietzsche quindi ammette che le nostre radici sono nel passato e sostiene la tesi storicistica: il presente è figlio del passato. Propria di chi vede il
passato come un peso del cui liberarsi.

CRITICA AL POSITIVISMO SCIENTIFICO


Durante il periodo illuministico Nietzsche adotta il criterio critico illuminista nei confronti dell'oggetto di studio. Egli utilizza il metodo genealogico,
un metodo che permette la comprensione del presente attraverso un'indagine retrospettiva di quelle che sono le basi dei principi che governano la
nostra visione del presente. Si tratta di un metodo scientifico, in grado di emancipare l’uomo, che utilizza il sospetto come regola dell'indagine (si va
alla radice di alcuni principi ritenuti validi a priori).
Questo metodo del dubbio porta alla filosofia del mattino; l'uomo che si pone questi dubbi dovrebbe diventare uno spirito libero o spirito del
viandante. La differenza tra viaggiatore viandante è che il viaggiatore ha una meta mentre il viandante no. Il viandante è un uomo libero non
condizionato dal mondo costruito dalla cultura occidentale, che è orientato a cercare Dio nell’aldilà. Dio è il simbolo di una prospettiva ultra mondana
(cultura occidentale). Il viandante rimuove l'idea di Dio dal suo orizzonte di vita (Dio rappresenta la prospettiva ultraterrena ed è nato da Platone).
L’idea di Dio ha avuto successo perché è rassicurante, ci fornisce una garanzia, una sicurezza psicologica; ci mette al riparo dalla paura archetipica
intrinseca che abbiamo nei confronti del nulla a cui siamo destinati.

MORTE DI DIO
Dio rappresenta la prospettiva ultraterrena ed è nato da Platone. L’idea di Dio ha avuto successo perché è rassicurante, ci fornisce una garanzia, una
sicurezza psicologica; ci mette al riparo dalla paura archetipica intrinseca che abbiamo nei confronti del nulla a cui siamo destinati. Nel 1882 esce la
gaia scienza, in cui viene riportato sotto molteplici aforismi l'annuncio della morte di Dio. La morte di Dio è drammatizzata: un pazzo che simbolizza
il filosofo scende in piazza per annunciare che noi abbiamo ucciso Dio. Nella vita dell'uomo e occidentale Dio è sostanzialmente:
1. il simbolo di ogni prospettiva ultra mondana;
2. La personificazione delle nostre certezze ultime;
Dato che per Nietzsche la realtà è causa l'idea di Dio non ha nessuna credibilità.
Il grande annuncio della morte di Dio è rappresentato come un mito platonico; nell’estratto della gaia scienza, il pazzo è il filosofo; la lanterna è la
filosofia che viene distrutta in quanto anticipa troppo i tempi. Il matto denuncia l'ipocrisia disorientante in cui si trova precipitata la cultura del suo
tempo. Solo il superuomo è in grado di varcare il confine dell'abisso, è in grado di vivere senza punti di riferimento. La conseguenza della morte di
Dio è perciò la nascita del superuomo

SUPERUOMO
Il superuomo è descritto nel testo così parlò Zaratustra ed è una conseguenza della morte di Dio. Per riscattarsi, per redimersi, l'uomo deve diventare
superuomo, ovvero abbandonare quei riferimenti di prospettiva ultra mondana tipici della cultura occidentale. Per Nietzsche l'uomo può diventare
superuomo solo dopo essere passato sul cadavere di tutte le divinità. l'ateismo di Nietzsche è così radicale che egli non contesta soltanto Dio ma anche
ogni suo ipotetico surrogato. Lo Stato per esempio è uno di questi surrogati, così come l'umanità (Feuerbach: umanità, Hegel: Stato). Platone
conferiva l'importanza della vita all'iperuranio, il cristianesimo al paradiso, Kant a regno dei fini, tutto a discapito della volontà di affermazione
dell’uomo.
Il superuomo ha diverse caratteristiche: È colui che è in grado di accettare la dimensione tragica e dionisiaca dell'esistenza e di reggere la morte di
Dio, di emanciparsi dalla morale e dal cristianesimo, di porsi come volontà di potenza, di procedere oltre il nichilismo, di affermarsi come attività
interpretante e prospettica.

3METAMORFOSI
Attraverso la metafora delle tre metamorfosi Nietzsche spiega questo cambiamento di atteggiamento. Nella prima metamorfosi l'uomo passa
dall'essere cammello (uomo tradizionale che si attiene ai principi morali) a leone (uomo che si libera dai fardelli metafisici etici all'insegna della
volontà). Infine l'uomo diventa fanciullo: un uomo completamente libero con spirito dionisiaco, senza alcuno scrupolo morale. Questo tipo di filosofia
è antidemocratica e antiegualitaria. Nietzsche sostiene il pieno diritto del più capace ad imporre la propria volontà nei confronti del gregge. Il
superuomo quindi non allude ad una possibile modo di essere di molti, ma ad una possibile modo di essere di pochi. Ciò comunque non allude
ad alcun progetto politico. Il superuomo deve rimanere fedele alla terra, la sua dimora gloriosa.

ETERNO RITORNO
L'eterno ritorno è una nuova modalità rivoluzionaria di concepire il tempo. Nell'epoca cristiana si vive l'oggi in funzione del domani. Questa visione
lineare del tempo però non ci fa vivere il presente: il presente non è il fine ma il mezzo. In questo modo noi non viviamo.Il filosofo a teorizzare questa
concezione lineare del tempo fu Sant’Agostino (la concezione lineare del tempo della vita prende origine dalla teologia cristiana, non dal Vangelo).
Nietzsche, invece, propone una concezione circolare del tempo, in cui ogni attimo assume un suo valore e nel presente va cercata la gioia di vivere;
tutti i punti del cerchio hanno lo stesso valore rispetto al centro (in una linea invece ogni punto subordina il precedente ed è subordinato dal suo
successivo). Assumere una prospettiva circolare vuol dire concepire l'eterno ritorno. Per spiegare la difficoltà radicale ad assumere questa prospettiva
Nietzsche, nel testo di Zaratustra, utilizza una parabola: la metafora del serpente. Un pastore che si trovava con un serpente in bocca lui morse su
consiglio di Zaratustra e riuscire a liberarsene. L’eterno ritorno è perciò una concezione secondo la quale il corso degli eventi del mondo, compiuto il
proprio ciclo, ritorna su sé stesso, in una serie indefinita di iripetizioni identiche.

MORALE DEI SERVI E DEGLI SCHIAVI


Negli ultimi scritti Nietzsche si dedica alla morale. Nietzsche sostiene che la morale Kantiana (ognuno riesce distinguere il bene dal male) non sia
altro che l'effetto che ha “il gregge” sul singolo. Secondo Nietzsche l'imperativo categorico non esiste: i vincoli ci vengono imposti in in inculcati
dalla società. Questa morale, dice Nietzsche, è la morale dei servi, degli schiavi. Prima dell'affermazione dei valori occidentali, tuttavia, era presente
la morale dei signori, che esaltava la forza, il coraggio, la salute del corpo. In un secondo momento a questi principi si sostituiscono il disinteresse, la
negazione, il sacrificio di sé, la spiritualità. Questi valori vengono introdotti dei sacerdoti che erano invidiosi dei guerrieri perché volevano ottenere il
controllo della comunità. La prima cultura subire tale processo è quella ebraica.

VOLONTA’ DI POTENZA
Con un atteggiamento aristocratico Nietzsche ritiene fondamentale il diritto dell'uomo ad affermare se stesso; rivendica il diritto del forte, colui che
non si fa contrastare. Il diritto di affermare se stessi nella vita è la volontà di potenza. l'essenza creativa della volontà di potenza si afferma in alcuni
valori.
La volontà di potenza si esprime nella creazione dei valori e del senso del caos insensato del mondo. La volontà di potenza è quindi l’accettazione
dell'eterno ritorno, atto attraverso cui il superuomo si libera del passato.
La coscienza del singolo, tende a evitare la sofferenza, ovvero il conflitto e perciò l'uomo ha una tendenza ad imporsi o sottomettersi nel caso in cui si
trovi dinanzi a personalità più forti o più deboli. L'uomo non è volto a cercare il dialogo. L'appello di Nietzsche è volto a combattere e rompere
l’incertezza.
La volontà di potenza non ha solo valenza teorica, esistenziale. Essa è stata pubblicata postuma dalla sorella; dagli scritti di Nietzsche si può capire le
sue posizioni; la vita è vista come un'appropriazione, un'offesa, una sopraffazione di ciò che è estraneo e deboli, è l'imposizione di forme proprie.

NICHILISMO
Inizialmente con nichilismo Nietzsche intende la volontà del nulla, ovvero un atteggiamento di disgusto nei confronti del mondo concreto e delle
illusioni che ha creato.n un secondo momento Nietzsche intende con nichilismo la situazione dell'uomo moderno e contemporaneo che non credendo
più ai valori della verità finisce per avvertire lo sgomento del vuoto e del nulla.
Il nichilismo è l'unica certezza della vita nella quale si deve muovere il superuomo; il superuomo perciò deve vivere in questo frangente senza senso.
Il nichilismo può essere completo o incompleto. Il nichilismo completo è quello in cui l'uomo ha la forza di creare il nulla, eliminando i principi
morali che sono stati inculcati nella società. Il nichilismo è incompleto quando anziché cancellare ogni punto di riferimento, i principi morali, le
visioni metafisiche e le credenze religiosi vengono sostituiti con altri principi; viene definito nichilismo incompleto perché sente il bisogno di punti di
riferimento. Il nichilismo incompleto può essere a sua volta passivo, che si limita a prendere atto del declino dei valori e a crogiolarsi nel nulla
(cinismo radicale, colui che non crede in nulla), oppure attivo, ovvero l'espressione di una forza violenta di distruzione che proietta l’uomo in uno stile
basato sulla vita di volontà di potenza.
Il nichilismo incompleto attivo è il presupposto da cui nasce l'espressione della volontà di potenza.

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