com
Relatore:
Ing. Daniela Dominica PORCINO
Ascolto
Inglese
Francese
Lettura
Interazione orale
Produzione orale
B2 Livello intermedio C1 Livello Avanzato B2 Livello intermedio B2 Livello intermedio C1 Livello avanzato
A2
Livello
Elementare
B1 Livello Intermedio A2
Livello
Elementare
A2
Livello
elementare
A2 Livello elementare
Capacit e competenze sociali - Sono particolarmente predisposto a lavorare in team cercando sempre di comprendere e di risolvere i
problemi al meglio al fine di ottenere i risultati previsti.
- Sono dotato di un forte senso di volont e di capacit di problem solving anche nelle situazioni pi
dinamiche.
-Sono dotato di un ottimo spirito di adattamento anche nelle situazioni pi complesse e sono pienamente
disponibile a trasferte in tutto il mondo.
-Buona capacit di comunicazione e motivazione ottenuta grazie a unampia esperienza di impartizione
di lezioni private a un buon numero di studenti universitari ( ad oggi circa 60 )
Capacit e competenze
organizzative
Capacit e competenze tecniche
Capacit e competenze
informatiche
Firma
INDICE
INTRODUZIONE...................... ................................................................................... Pag. 1
1.COMPORTAMENTO MECCANICO DEI TERRENI
NEI CONFRONTI DELLAZIONE SISMICA ...................................................... Pag. 5
1.1 Propagazione di onde sismiche nel sottosuolo ................................................ Pag. 5
1.2 Risposta meccanica dei terreni sollecitati da taglio ciclico ............................. Pag. 9
1.3. Caratterizzazione sperimentale dei parametri meccanici ................................ Pag. 12
1.3.1 Prove in situ ........................................................................................ Pag. 14
1.3.2 Prove di laboratorio ............................................................................ Pag. 20
1.4. Fattori di influenza sul comportamento meccanico dei terreni ....................... Pag. 21
1.4.1 Deformazione alle piccolissime deformazioni ................................... Pag. 21
1.4.2 Fattore di smorzamento alle piccolissime deformazioni .................... Pag. 23
1.4.3 Deformabilit e smorzamento in campo non lineare ......................... Pag. 24
2.RISPOSTA SISMICA DEL SOTTOSUOLO IDEALE E REALE ...................... Pag. 26
2.1. Caratterizzazione dellazione sismica ............................................................. Pag. 26
2.1.2. Caratterizzazione nel dominio delle frequenze .................................. Pag. 26
2.1.2.1 Spettro di Fourier ................................................................ Pag. 27
2.1.2.2 Spettro di risposta ................................................................ Pag. 28
2.2. Risposta sismica di un sottosuolo ideale .......................................................... Pag. 29
2.2.1 Strato omogeneo elastico-lineare su substrato rigido .......................... Pag. 29
2.2.2 Strato omogeneo elastico-lineare su substrato deformabile ............... Pag. 34
2.2.3 Strato omogeneo visco-elastico su substrato rigido ........................... Pag. 35
2.2.4 Strato omogeneo visco-elastico su substrato deformabile ................. Pag. 40
2.3. Risposta sismica di un sottosuolo reale ............................................................ Pag. 41
2.3.1 Mezzo continuo con rigidezza variabile con la profondit ................. Pag. 43
2.3.2. Mezzo stratificato ............................................................................... Pag. 47
2.3.2.1 Soluzione per il modello a strati continui ............................ Pag. 47
2.3.2.2 Soluzione per il modello a masse concentrate .................... Pag. 50
2.3.3 Effetti della non linearit .................................................................... Pag. 52
2.3.4 Effetti di bordo di valli alluvionali ..................................................... Pag. 53
2.3.5 Effetti della topografia ....................................................................... Pag. 55
3.MODELLAZIONE NUMERICA DELLA RISPOSTA SISMICA LOCALE ..... Pag. 57
3.1. Analisi numerica di tipo monodimensionale ................................................... Pag. 59
3.1.1 Codice di calcolo SHAKE .................................................................. Pag. 60
3.1.2. Codice di calcolo EERA .................................................................... Pag. 64
3.1.2.1 Caratteristiche principali e differenze
di base con le precedenti versioni ......................................... Pag. 64
3.1.2.2 Descrizione dei comandi del codice di calcolo EERA ........ Pag. 66
3.1.3. Codice di calcolo ONDA ................................................................... Pag. 70
3.1.3.1 Modello di Ramberg-Osgood (1943) .................................. Pag. 71
3.1.3.2 Input e Outpt in Onda .......................................................... Pag. 72
3.1.4 Codice di calcolo DESRA ................................................................... Pag. 73
3.1.5 DREGTA ............................................................................................. Pag. 74
3.2. Analisi numerica bidimensionale .................................................................... Pag. 75
3.2.1 Il QUAD-4 ........................................................................................... Pag. 75
III
IV
Introduzione
Con il termine rischio sismico si indica il probabile danno che un determinato sito pu subire
in seguito ad un evento sismico.
Da un punto di vista analitico esso pu essere espresso come il prodotto della pericolosit
sismica (H), della vulnerabilit sismica (V) e della quantificazione economica delle realt che sono
state danneggiate, ovvero:
[0.1]
Mentre la pericolosit sismica pu essere direttamente riferita alla vibrazione che un sito pu
subire durante un sisma, la vulnerabilit definisce lo stato di conservazione del patrimonio edilizio.
La valutazione del rischio sismico, in aree ad estensione regionale, viene effettuata mediante la
macrozonazione sismica, definita come lindividuazione di aree che possano essere soggette, in un
dato intervallo di tempo, ad un terremoto di una certa intensit. Allinterno di queste aree si possono
valutare, con maggior dettaglio, le differenze di intensit massima dovute a differenti situazioni
geologiche locali, e quindi quantificare il rischio sismico con la giusta definizione, attraverso
procedure il cui insieme costituisce la micro zonazione sismica. La Microzonazione sismica un
processo multidisciplinare, che necessita lintegrazione di pi conoscenze differenziate come
Sismologia,Geologia, Ingegneria Geotecnica, Ingegneria strutturale e urbanistica.
Le competenze di queste discipline vengono ordinatamente riferite a differenti livelli di analisi, che
idealmente si identifica in:
1. individuazione e modellazione del meccanismo di sorgente, competenze del Sismologo;
2. analisi della propagazione delle onde sismiche a distanza, competenze del Sismologo e del
Geofisico, esperto di struttura della terra.
3. studio della risposta sismica locale, fase che richiede linterazione tra Geologia e
Geotecnica;
4. analisi del comportamento dei manufatti, di competenza dellIngegneria Strutturale per quel
che concerne la vulnerabilit dellopera antropica.
5. valutazione del
parametro relativo alla quantificazione delle realt danneggiate,
appannaggio degli esperti di urbanistica e di Pianificazione territoriale;
Introduzione
Introduzione
La microzonazione sismica punta quindi a mitigare gli effetti dei terremoti che possono
verificarsi in una data zona individuando aree a comportamento omogeneo sotto il profilo della
risposta sismica cos da poter progettare specifici piani di intervento di protezione civile.
Il parametro relativo alla quantificazione delle realt danneggiate di difficile valutazione
(comprendendo oltre a edifici o strutture produttive anche vite umane e valori artistici o culturali).
Lo stato di conservazione del patrimonio edilizio, e quindi il fattore vulnerabilit fortemente
influenzato dalla risposta sismica locale ovvero alle vibrazioni che il sisma provocher in quel
luogo.
Levento tellurico, infatti, si propaga nel terreno sotto forma di onde, onde che subendo
riflessioni e rifrazioni causate dalla eterogeneit della crosta terrestre in cui si muovono
arricchiscono il segnale registrato da un ipotetico sismografo.
Per quanto detto la stratigrafia locale del terreno gioca un ruolo moto importante nella
definizione dellevento sismico e poich essa diversa da luogo a luogo necessario condurre un
analisi di tipo locale per ottenere levento da assumere come riferimento. Propriamente si parla di
influenza delle condizioni di sito sullazione sismica.
Pi precisamente il moto sismico localmente influenzato soprattutto dalla geologia, dalla
topografia della superficie, dalla stratigrafia del sottosuolo e dalle caratteristiche geotecniche dei
primi 50 m di profondit di un deposito di terreno. In generale, le caratteristiche del moto sismico
atteso su roccia e ricavate da analisi di pericolosit sono amplificate dalle condizioni locali. La
valutazione degli effetti locali ricavata attraverso analisi di risposta sismica del terreno, le quali
servono a determinare gli spettri di risposta di progetto, valutare la predisposizione alla liquefazione
di un certo sito e eseguire analisi di stabilit dei pendii (Kramer 1996).
Limportanza dellanalisi di risposta sismica del terreno legittimata da numerose normative
nazionali ed internazionali, le quali, non solo definiscono i criteri della progettazione antisismica
ma prescrivono specifiche procedure di calcolo per tener conto degli effetti locali.
Le analisi di risposta sismica del terreno possono essere eseguite tramite unampia variet di
tecniche, le quali possono differire nellaccuratezza con cui viene modellata la geometria del
problema o la cinematica delle onde sismiche, oppure nelle ipotesi dei legami costitutivi utilizzati
per descrivere il terreno. Tali tecniche possono presentare alcune differenze anche nei metodi di
analisi che esse adottano per risolvere le equazioni del moto. Le analisi di risposta del terreno basate
su una geometria e una cinematica monodimensionale sono quelle pi comunemente usate, non
solo per la loro maggiore semplicit ma anche perch spesso lipotesi di suoli stratificati
orizzontalmente molto aderente alla realt.
Per quanto riguarda il modello costitutivo del deposito superficiale di terreno i due modelli pi
frequentemente usati sono quello viscoelastico-lineare e quello viscoelastico-lineare-equivalente,
soprattutto per le convenienti semplificazioni che ne derivano.
Comunque, analisi lineari - equivalenti nel dominio di frequenza presentano comunque delle
limitazioni, fra cui lincapacit di riprodurre correttamente il comportamento di un sistema non
lineare (Constantopulos et al. 1973) ed inoltre anche il mancato rispetto del principio di causalit
fisica (Ching e Glaser 2001). Lanalisi non lineare, per integrazione diretta delle equazioni di moto,
supera queste limitazioni e sebbene sia pi impegnativa a livello computazionale, costituisce forse l
approccio pi affidabile alle analisi di risposta sismica dei terreni.
Introduzione
A partire dai primi anni 70 stata sviluppata una serie di programmi di calcolo ancora in
evoluzione, atti a definire la risposta sismica monodimensionale dei depositi di terreno. SHAKE
forse, fra questi, il codice di calcolo pi popolare, anche per il fatto che stato fra i primi ad essere
sviluppato e ancora oggi uno tra i pi diffusi (Schnabel et al. 1972; Idriss e Sun 1991). Una
versione aggiornata di SHAKE, basata sempre sullanalisi lineare-equivalente, stata recentemente
sviluppata da Bardet (2000) attraverso il codice di calcolo EERA (Equivalent-linear Earthquake
Response Analysis), un codice di calcolo su Fortran 90 che permette di inserire dati e leggere gli
elaborati su foglio di calcolo Excel.
Durante lultimo decennio stata sviluppata una nuova classe di programmi e codici di calcolo
che implementano in modo ancor pi sofisticato il modello costitutivo del mezzo poroso, alcuni di
questi, sebbene siano stati progettati per analisi monodimensionale possono trattare cinematismi
tridimensionali. Occorre sottolineare, comunque, che questo tipo di codici di calcolo presentano
una certa complessit nella definizione del modello costitutivo per il terreno, il quale richiede la
valutazione di un gran numero di parametri e quindi una caratterizzazione geotecnica pi
approfondita.
Nellambito di questa tesi, oltre agli aspetti teorici e normativi del problema, si analizzer un
caso di studio di risposta sismica locale trattato con il codice di calcolo EERA.
Capitolo 1
Comportamento meccanico dei terreni nei confronti
dellazione sismica
1.1
Lazione sismica si trasmette nel sottosuolo sottoforma di onde elastiche di volume. I risultati
dello studio dellequilibrio dinamico del mezzo elastico ideale mettono in evidenza come la
propagazione delle onde elastiche di volume avvenga secondo due modalit distinte (Fig.1.1):
onde P, associate a stati deformativi di contrazione e dilatazione dellelemento di
volume;
onde S, associate a stati deformativi di tipo distorsionale.
Le prime hanno velocit di propagazione pari a:
[ 1.1]
e direzione parallela alle deformazioni che si manifestano nellelemento di volume investito
dallonda.
Le seconde hanno velocit di propagazione pari a:
[1.2]
Capitolo 1
Capitolo 1
[1.3]
dove:
i angolo di incidenza dellonda
r angolo di riflessione dellonda SV
s angolo di riflessione dellonda P
t angolo di trasmissione dellonda SV
u angolo di trasmissione dellonda P
Vsi e Vpi velocit di trasmissione delle onde nel mezzo i-mo.
Come si pu osservare, dai pedici utilizzati nella [1.3] la velocit di trasmissione dellonda varia
solo se varia il mezzo in cui si propaga.
Modifica di ampiezza di spostamenti
Tale variazione inversamente proporzionale al prodotto V, che prende il nome di impedenza
sismica Z, dei mezzi a contatto; nel caso di onde incidenti lungo la normale alla superficie di
Capitolo 1
interfaccia, dette ui, ur,ut le ampiezze, rispettivamente, di onde incidenti, riflesse e trasmesse, si ha:
[1.4]
dove con si indicato il rapporto tra le impedenze dei mezzi di provenienza e destinazione.
Generazione di onde superficiali
Questo fenomeno assume rilevante importanza quando il mezzo di destinazione non pu trasmettere
onde di volume, ovvero una superficie libera. In tal caso le onde P e SV si combinano per formare
delle onde superficiali, che prendono il nome di onde Rayleigh. Queste onde hanno velocit VR , di
poco inferiore alla Vs, e producono vibrazioni in piani verticali caratterizzate da componenti
parallele e perpendicolari alla direzione dellonda.
Sulla base delle considerazioni appena fatte si pu trovare una caratteristica che accomuna tutte
le onde di volume che si propagano nel sottosuolo. Generalmente analizzando il sottosuolo, dal
basso verso lalto, si pu notare una contemporanea diminuizione della densit e dellinclinazione
delle superfici di interfaccia dei vari strati. Sperimentalmente si nota anche una diminuizione della
velocit. Di conseguenza londa, avvicinandosi alla superficie, segue un percorso curvilineo che va
progressivamente accostandosi alla verticale mentre gli spostamenti aumentano di intensit, come
viene ben descritto dalle [1.3] e [1.4]. Se i vari strati di terreno dal bedrock alla superficie libera
sono separati da superfici orizzontali, allora il fenomeno sismico assimilabile ad un treno donda
che si propaga verso lalto senza subire deviazioni significative. In un caso generico londa seguir
un percorso del tipo rappresentato in figura 1.3.
Una prima, importante, semplificazione pu essere fatta sugli effetti della propagazione
dellevento sismico. Le onde P provocano quindi nel terreno una serie di compressioni e dilatazioni
8
Capitolo 1
volumetriche, se il mezzo saturo ( come solitamente accade dato che la quasi totalit dei depositi
naturali si trova sottofalda) alle variazioni di volume si oppone il terreno inteso come mezzo bifase,
ovvero alla compressibilit del terreno, espressa sinteticamente dal modulo edometrico, partecipa in
modo significativo la compressibilit dellacqua. Le onde S provocano nel mezzo effetti
distorsionali che, data limpossibilit dellacqua di resistere a sforzi di taglio, impegnano
unicamente la fase solida. Appare quindi giustificato ricondurre la modellazione meccanica di un
fenomeno sismico allanalisi degli effetti prodotti da un insieme di onde S che si propagano verso
lalto, con un campo di spostamenti praticamente orizzontale.
Capitolo 1
fattore di smorzamento ( D )
Nella figura 1.5 vengono evidenziati G, che in tal caso un modulo secante, rapporto tra
lescursione massima della tensione tangenziale e la corrispondente escursione della deformazione
angolare, e Go che il valore della rigidezza iniziale. Il fattore D (che sta per Damping Ratio)
rappresenta il rapporto tra WD, energia dissipata nel ciclo, e Ws che lenergia accumulata al primo
ciclo amplificata di un fattore 4.
Lintenzione quindi quella di trovare un legame funzionale tra deformazione angolare di un
determinato terreno (caratterizzato dal valore iniziale di G0 e sottoposto ad una data tensione
geostatica) e levoluzione dei parametri D e G.
Figura 1. 5: Definizione dei parametri di rigidezza a taglio, G, e fattore di smorzamento, D, in un ciclo tensionedeformazione tangenziale
Capitolo 1
Figura 1. 6 livelli deformativi ed aspetti del comportamento meccanico del terreno in condizioni di taglio
semplice
allinterno dei possibile riconoscere un differente comportamento del terreno sotto lazione di
carichi ciclici:
A piccole deformazioni il modulo G assume allorigine il suo valore massimo (G0) che si mantiene
con buona approssimazione costante per livelli deformativi inferiori a un valore l che rappresenta la
soglia di linearit. Tale soglia comunque piccola ( variabile tra 0.0001% e lo 0.01%) caratteristica
del tipo di terreno. . Lenergia dissipata rispetto a quella impressa molto piccola (D0). In tale
situazione il terreno pu essere soddisfacentemente schematizzato come un mezzo elastico o al pi
visco-elastico.
Capitolo 1
prove in sito
prove di laboratorio
12
Capitolo 1
Le prove, in sito ed in laboratorio, non devono essere considerate luna alternativa allaltra,
poich entrambe presentano vantaggi e limiti che ne circoscrivono il campo di applicazione.
Le prove in sito offrono il vantaggio di descrivere con continuit le caratteristiche dei depositi
in sito. Esse sono interpretabili in base alla solida teoria della trasmissione di onde nel mezzo
elastico ideale , avvalorata dai livelli deformativi indotti dalle vibrazioni, limitati al campo lineare;
al contempo per la base interpretativa stessa preclude la possibilit di estendere tali indagini al
comportamento dei terreni in campo non lineare.
Le prove di laboratorio consentono lanalisi di un campo di sollecitazioni e deformazioni assai
pi ampio, ma presentano problemi quali: disturbo prodotto dal campionamento, difficolt nel
riprodurre lo stato tensionale in sito, provini di dimensioni molto limitate rispetto ai volumi
coinvolti dallinterazione con opere di ingegneria.
Nella figura 1.7 vengono messi a confronto vantaggi e svantaggi connessi alladozione di
prove in sito piuttosto che prove di laboratorio.
Nella successiva tabella in figura 1.8 vengono riassunte le potenzialit e campi di misura delle
tecniche sperimentali usualmente adottate in geotecnica sismica.
13
Capitolo 1
Figura 1. 9: Potenzialit e campi di misura delle tecniche sperimentali adoperate in geotecnica sismica
14
Capitolo 1
15
Capitolo 1
Figura 1. 13: punta del penetrometro elettrico standard; (a) Senza manicotto di attrito, (b) Con
manicotto di attrito
16
Capitolo 1
Figura 1. 14: modelli di piezocono: (a) piezocono Wissa; (b) piezocono Torstensson
Potendosi effettuare con tale apparecchiatura prove di dissipazione della pressione neutra,
possibile ottenere inoltre informazioni sulle caratteristiche di consolidazione del terreno e
sulle condizioni di falda.
d) Le prove scissometriche (indicate nella letteratura come Field Vane Test), sono utilizzate nei
terreni coesivi di bassa e media consistenza per la determinazione della resistenza al taglio
non drenata cu.
Esse consistono sostanzialmente nella misura del momento torcente, che , applicato ad un
utensile costituito da quattro alette verticali e ortogonali fra loro, provoca la rottura del
terreno (fig.1.15).
17
Capitolo 1
e) Le prove dilatometriche sono prove di dilatazione di una membrana piana di forma circolare
situata sulla faccia di una lama, che viene infissa nel terreno con una procedura identica a
quella delle prove penetrometriche statiche (fig. 1.16). I dati rilevati nel corso della prova
sono i valori della pressione corrispondenti allinizio del moto della membrana ed a uno
spostamento prefissato, e permettono, mediante correlazioni empiriche di risalire alla
18
Capitolo 1
stratigrafia del terreno, alla sua storia tensionale, alle caratteristiche di deformabilit e a
quelle di resistenza.
f) Le prove pressiometriche sono delle prove di carico realizzate mediante lespansione di una
sonda cilindrica. A seconda del metodo di installazione le attrezzature sono suddivise in
tradizionali (pressiometro Menard) e autoperforanti. Le prime necessitano di un foro di
sondaggio preliminare allinterno del quale viene posizionata la sonda per lesecuzione della
prova. Esse presentano pertanto lo svantaggio di essere eseguite su un terreno disturbato
dallesecuzione del foro, ma la vasta gamma di correlazioni empiriche raccolte negli ultimi
anni ne fanno comunque un valido mezzo di indagine.
La tecnica dellautoperforazione, che consiste nel rimuovere un volume di terreno pari a
quello della sonda che viene introdotta in esso, offre il grande vantaggio di minimizzare
decisamente ogni effetto di disturbo e di risalire perci pi attendibilmente ai parametri che
caratterizzano lo stato tensionale e il comportamento sforzi-deformazioni del materiale .
g) Le prove di carico su piastra sono usate per la determinazione delle caratteristiche di
deformabilit del terreno, supposto per che le dimensioni della piastra stessa possano
essere rappresentative per il problema in esame. La zona influenzata dal carico risulta infatti
compresa entro una profondit pari a circa due volte la dimensione minore della piastra, ed
essendo questa ( per motivi economici) decisamente limitata ne risulta che grandi differenze
possono sussistere tra i risultati della prova e il comportamento delle strutture reali.
Tenendo conto di queste limitazioni la prova comunque di notevole interesse nel caso, ad
esempio, di materiali sabbioso-ghiaiosi, per i quali non si hanno molte altre alternative, e
nel caso di terreni coesivi consistenti fessurati, il cui comportamento, per la pronunciata
macrostruttura, fortemente influenzato dal volume di terreno interessato dalla prova ( le
prove di laboratorio e le altre prove in sito, fatta eccezione per le prove pressiometriche,
interessano un volume di terreno minore).
h) Le prove cross-hole consistono in una serie di misure della velocit della propagazione delle
onde di taglio tra due perforazioni (fig.1.17).
Le onde possono essere generate nel caso pi semplice da un sistema meccanico, costituito
da una parte fissa, solidale alla tubazione di rivestimento del foro, e da due mazze che
vengono azionate dalla superficie mediante un cavo.
Colpendo la parte fissa si generano impulsi trasversali verso lalto e verso il basso. In
alternativa spesso viene impiegato un generatore elettrodinamico che sfrutta la forza
originata dal passaggio di una scarica di corrente in un sistema di bobine. Tale scarica di
corrente pu considerarsi istantanea, in virt del fatto che la sua durata delordine di un
centinaio di microsecondi. Il sistema di ricezione costituito da un geofono verticale, da un
amplificatore e da un oscilloscopio.
19
Capitolo 1
Nel caso delle prove denominate down-hole (fig.1.18), le onde elastiche sono generate
Capitolo 1
sollecitazione dipende dalla sua storia tensionale e dal percorso della di sollecitazione attraverso il
quale si raggiunge la situazione finale.
La determinazione dei parametri necessari alla descrizione di tale comportamento pertanto
subordinata alla possibilit di disporre di apparecchiature di laboratorio che permettano di
riprodurre le condizioni iniziali , le condizioni di sollecitazione e deformazione e le condizioni di
drenaggio, tipiche del problema reale in esame.
Di seguito viene proposta una breve descrizione delle prove di laboratorio pi ricorrenti.
a) la prova triassiale una prova di laboratorio che permette il controllo della tensione radiale
e verticale, il provino viene quindi sottoposto ad uno stato tensionale assial simmetrico. Il
provino avvolto in una membrana in lattice, allo scopo di isolare lacqua presente allinterno
di esso, viene posto in una cella in plexiglas contente acqua il cui valore di pressione pu
essere opportunamente modificato mediante un sistema di pressurizzazione esterno. Sulla
sommit del provino posto un pistone che permette lapplicazione di carici verticali.
Mediante tale prove possibile ricavare i parametri di deformabilit e di resistenza.
b) Nella prova di taglio diretto il provino posto allinterno di due telai orizzontali che
possono scorrere luno rispetto allaltro portando a rottura il provino lungo un piano di
rottura prestabilito.
Capitolo 1
Capitolo 1
(t/m3)
1.0 1.3
1.4 1.7
1.0 1.7
1.6 1.9
1.2 1.9
1.8 2.1
1.5 2.2
2.5 3.0
VS (m/s)
<100
100 - 200
200 - 400
400 - 800
> 800
23
Capitolo 1
Figura 1. 21: Dipendenza del fattore di smorzamento iniziale D0 dal tipo di terreno e dalla tensione
effettiva (Vinale et al., 1996).
24
Capitolo 1
25
Capitolo 2
Risposta sismica del sottosuolo ideale e reale
Il risultato di una analisi di risposta sismica locale, come gi detto nel capitolo
introduttivo, quello di quantificare come lazione sismica si modifica nel propagarsi
dallepicentro fino alla zona di studio a causa delleterogeneit del terreno che attraversa. Per
modifiche si intende linsieme delle variazioni in termini di ampiezza, durata e contenuto in
frequenza.
Possono essere utilizzati due approcci per valutare la risposta sismica locale: quella di
riferire il terremoto alla formazione rocciosa di base ovvero quella di riferire il moto sismico
ad un ipotetico (o reale) affioramento della roccia di base, che tecnicamente prende il nome di
Bedrock Outcrop. La valutazione quantitativa della risposta sismica locale pu quindi
effettuarsi sulla base del confronto tra le diverse grandezze rappresentative del moto sismico
alla superficie del terreno e quello di riferimento (bedrock di base o bedrock outcrop).
Capitolo 2
seconda funzione di amplificazione come rapporto tra le ampiezze degli spettri di Fourier alla
superficie del terreno ed in corrispondenza dellaffioramento della formazione rocciosa. In
relazione a ci si dimostra che la prima indipendente dalle caratteristiche di deformabilit
della roccia, e quindi, essa corrisponde alla Hr(f) determinata nellipotesi di substrato rigido;
invece, la seconda tiene conto della deformabilit della roccia di base e va quindi determinata
sulla base delleffettiva deformabilit del substrato.
Dal punto di vista applicativo la prima funzione di trasferimento consente di operare su
segnali sismici virtualmente definiti sul tetto del substrato roccioso di base (e quindi non
registrabili, n direttamente ricavabili da registrazioni strumentali), la seconda su segnali
direttamente misurata dallo strumento sullaffioramento roccioso.
2.1.2.1
Spettro di Fourier
Un segnale X(t), definito nel dominio del tempo e di durata To, anche se estremamente
irregolare, come il caso dellazione sismica, pu artificiosamente essere reso periodico (con
periodo To), ripetendolo indefinitamente nel tempo. Ci permette di decomporlo nella serie di
Fourier, cio la somma di infinite funzioni armoniche, di frequenza (f) crescente a partire da
un valore iniziale fo=T0-1 con la formula che segue:
sin 2
[2.1]
dove:
- A0 il valore medio del segnale
- An ampiezza dellarmonica di frequenza fn=nf0
- n fase dellarmonica di frequenza fn=nf0
Ampiezza e fase di ciascuna armonica definiscono una variabile complessa X(f)
associabile a ciascun valore di frequenza f, e rappresentano la trasformata di Fourier di X(t)
dal dominio del tempo al dominio delle frequenze.
La funzione complessa X(f) si pu esprimere come:
[2.2]
la cui parte reale, R(f), e quella immaginaria, I(f), forniscono gli spettri di ampiezza A(f) e di
fase (f) delle diverse armoniche.
Il ritorno al dominio del tempo dal dominio delle frequenze ottenuto mediante la
trasformata inversa (antitrasformata):
[2.3]
Nella pratica la risoluzione degli integrali [2.2] e [2.3] effettuata utilizzando tecniche di
integrazione numerica che operano su intervalli campionati ad intervalli di t costanti,
mediante gli algoritmi della FFT (Fast Fourier Trasform) per la trasformata diretta e IFFT
27
Capitolo 2
(Inverse Fast Fourier Trasform) per la trasformata inversa. Detti algoritmi sono spesso
implementati nei metodi di analisi numerica della risposta sismica.
2.1.2.2 Spettro di Risposta
Lo spettro di Fourier la pi immediata rappresentazione dei moti sismici per
visualizzare la distribuzione in frequenze e operarne svariate trasformazioni analitiche, ma ai
fini ingegneristici senzaltro pi significativa unaltra rappresentazione numerica dei
segnali, cio lo spettro di risposta delloscillatore semplice. Questo si definisce come la legge
di variazione della massima ampiezza (in accelerazione,velocit o spostamento) del moto
prodotto da un segnale sismico applicato alla base di un oscillatore semplice di fissato
smorzamento al variare del suo periodo naturale:
[2.4]
[2.6]
[2.7]
[2.8]
dove:
-
1
la frequenza propria delloscillatore smorzato, prossima a n
poich generalmente piccolo .
La funzione a secondo membro della [eq.2.7] rappresenta lintegrale di Duhamel
dimensionalmente una velocit. Il suo valore massimo Sv* identifica con esattezza lo
spostamento spettrale Sd:
28
Capitolo 2
[2.9]
e in forma approssimata coincide con la velocit spettrale Sv :
[2.10]
[2.11]
2.2.1
[2.13]
29
Capitolo 2
dove p(z) la cosiddetta funzione di forma che descrive la distribuzione con la profondit
delle ampiezze di spostamento che variano puntualmente con frequenza pari a quella di
sollecitazione. Sostituendo la [2.13] nella [2.11] si ottiene la seguente:
[2.14]
che una equazione differenziale lineare del secondo ordine a coefficienti costanti. Cercando
una soluzione del tipo ez si ottiene la seguente equazione associata alla [2.14]:
[2.15]
cos
sin
[2.17]
30
Capitolo 2
dove si posto k=/Vs . Sostituendo la [2.17] nella [2.13] otteniamo lespressione generale
dello spostamento generale u(z,t):
cos
sin
[2.18]
La soluzione formata da due onde stazionarie che si propagano luna verso lalto e laltra
verso il basso, la seconda parte dellequazione da scartare perch londa si propaga verso
lalto. Dal punto di vista analitico la condizione al contorno da imporre che sulla superficie
libera non vi sia sforzo di taglio, ovvero:
0,
0,
[2.19]
inserendo la derivata parziale rispetto alla variabile z della [2.17] nella [2.18] si ottiene:
,
[2.20]
da cui C2=0. Per cui la componente orizzontale dello spostamento, funzione della profondit e
del tempo, :
cos
[2.21]
[2.23]
Capitolo 2
a quello della formazione rocciosa, non si verificano cio fenomeni di attenuazione. Abbiamo
visto che esistono particolari valori di F per i quali la funzione di amplificazione assume
valori infinito, ovvero in linea di principio laccelerazione in superficie infinitamente pi
grande dellaccelerazione registrata nello strato di formazione rocciosa. Tali valori si hanno
per F=(2n-1) /2, cio in corrispondenza dei seguenti valori delle frequenze e dei periodi:
2
2 /
1/
1
2
1,2,3
[2.23]
1,2,3
[2.24]
1,2,3
[2.25]
tali valori prendono il nome di frequenze (o periodi) naturali di vibrazione dello strato e
si identifica una ordinalit nei modi di vibrare del terreno associata ai valori che assume n
nelle precedenti equazioni.
Figura 2. 2: Funzione di amplificazione relativa ad uno strato omogeneo elastico lineare su substrato
rigido
Capitolo 2
terreno. Quindi quanto pi lo strato deformabile in direzione trasversale esse sono grandi.
La definizione appena data suggerisce un nuovo modo di indicare la distribuzione degli
spostamenti con la profondit, ovvero attraverso la funzione modale. La funzione modale
definita come il rapporto tra lampiezza dello spostamento in superficie lampiezza dello
spostamento alle varie profondit in relazione ad un determinato modo di vibrare del terreno.
Quindi la forma modale definita dallequazione:
cos
1,2,3
[2.26]
Le forme modali Un sono diagrammate in figura 2.3 per i primi quattro modi vibrazione
in funzione della profondit adimensionalizzata z/H. Si noti che se il terreno vibra nel primo
modo gli spostamenti sono dello stesso segno (ovvero in fase) in ogni punto dello strato;
viceversa, ai modi superiori, gli spostamenti del terreno avvengono parte in una direzione e
parte nella direzione opposta.
Capitolo 2
[2.29]
Capitolo 2
[2.30]
che non ha soluzione reale per alcun valore di I. Ancora analizzando denominatore della
[2.29] si pu ricercare il valore massimo della funzione di amplificazione, che si ottiene
quando cos2F=0 e sin2F=1 ovvero F=(2n-1)/2 come nel caso precedente. Il risultato ottenuto
mostra come che la funzione, che ha sempre valore finito, assume valore massimo in
corrispondenza delle frequenze di vibrazione naturali. Tale valore massimo pari proprio a
I, ovvero i fenomeni di amplificazione del moto sismico sono direttamente proporzionali alla
differenza di impedenza tra roccia di base e strato superiore.
2.2.3
35
Capitolo 2
La semplicit di questo sistema essenzialmente dovuta alla facile (ma non per questo
poco efficace) schematizzazione del terreno e la corrispondente relativa facilit di trattare il
problema in termini analitici.
La forma generale dellequazione generale di equilibrio dinamico del terreno :
[2.31]
con riferimento al modello in fig. 2.4:
[2.32]
[2.33]
[2.35]
[2.36]
cos
[2.40]
36
Capitolo 2
sin
[2.41]
sin
[2.42]
sin
sin
[2.44]
sin
sin
[2.45]
sin
sin 2
cos 2
sin
[2.46]
sin
[2.47]
[2.49]
In base a considerazione analoghe a quelle svolte nel par. 2.2.2 si arriva a definire la
funzione di trasferimento complessa H*r(), valutata come rapporto tra lampiezza dello
37
Capitolo 2
[2.51]
[2.52]
[2.56]
Capitolo 2
[2.57]
Figura 2. 6: Forme di oscillazione dei primi tre modi di vibrare di uno strato
omogeneo visco-elastico lineare su base rigida
39
2.2.4
Capitolo 2
[2.60]
dato dalla somma dello smorzamento interno del terreno (D), e del contrasto dimpedenza fra
terreno e roccia ( ovvero dello smorzamento associato alla perdita di energia per radiazione),
lespressione del massimo assoluto della funzione di amplificazione pu essere espressa:
40
Capitolo 2
[2.62]
Capitolo 2
Capitolo 2
2.3.1
Pur mantenendo lipotesi di terreno omogeneo dal punto di vista della densit si pu
ottenere una schematizzazione del comportamento reale del terreno tenendo conto della
variabilit della rigidezza trasversale con lo stato tensionale, e conseguentemente della
variazione della velocit di propagazione delle onde di taglio. Un approccio possibile quello
di ricorrere ad un profilo G(z) ottenuto con le prove citate nel capitolo precedente
discretizzare il terreno in tanti strati aventi modulo di rigidezza costante: il problema cos
ottenuto e quello del mezzo stratificato, che si affronter in seguito.
In un deposito litologicamente omogeneo la quantit di dati raccolti negli anni sulla base
di prove sperimentali, ha permesso di derivare delle equazioni analitiche atte a simulare
levoluzione del modulo G con la profondit (e quindi con lo stato tensionale).
43
Capitolo 2
Volendo in questa sede proporre uno studio qualitativo del problema, a titolo
rappresentativo, utilizzeremo la funzione G(z) proposta da Gazetas (1982) e Vinale, Simonelli
(1983):
[2.64]
che stata ottenuta nellipotesi (sufficientemente realistica) di terreno con densit costante e
modulo trasversale variabile. Si suppone ancora valida la eq.1.2 per cui:
[2.65]
ln 1
atan 2
1,2, .
[2.66]
Si ha infatti che:
[2.67]
[2.68]
44
Capitolo 2
In fig.2.9 sono riportati alcuni risultati dello studio in termini di forme di oscillazione Un
dei primi quattro modi di vibrazione, espressi per differenti valori di VH/V0=1+ che prende il
nome di rapporto di eterogeneit. La figura mostra come leffetto delleterogeneit si traduce
in una sostanziale modifica delle forme di oscillazione rispetto al caso di sottosuolo
omogeneo, che corrisponde a rapporto di omogeneit pari a 1, ovvero =0. Allaumentare del
rapporto di eterogeneit, lampiezza degli spostamenti delle forme modali si riduce sempre
Capitolo 2
[2.69]
46
Capitolo 2
47
Capitolo 2
Sotto questa ipotesi li-esimo strato e caratterizzato da una altezza hi, una densit i, un
Figura 2. 12: Sottosuolo stratificato discretizzato in strati continui (a) e masse concentrate (b)
[2.72]
[2.73]
[2.74]
48
Capitolo 2
Dalla soluzione riportata nella [2.72] si nota come per ogni strato vi siano due onde, una
propagantisi verso lalto, laltra propagantisi verso il basso. Ogni strato porta quindi con se
due incognite ottenibili con le condizioni al contorno. Le condizioni da imporre sono
condizioni di continuit tra u e tra lo strato i-esimo e lo strato (i+1)-esimo. Quindi bisogna
imporre che:
0,
[2.75]
0,
[2.76]
[2.77]
0,
[2.78]
[2.79]
0,
[2.80]
[2.84]
[2.85]
49
Capitolo 2
[2.86]
[2.87]
,
,
,
,
[2.88]
Capitolo 2
riferite allelemento di volume, rispettivamente massa dalla densit dello strato, rigidezza dal
modulo di taglio e coefficienti di smorzamento viscoso dai coefficienti di viscosit. Le
relazioni sono le seguenti:
[2.90]
[2.91]
[2.92]
[2.94]
In definitiva, si ottiene un sistema di equazioni differenziali lineari nelle ui sinteticamente
esprimibile nella forma:
[2.95]
in cui:
[2.96]
[2.97]
51
Capitolo 2
[2.98]
Il secondo membro della [2.95] il vettore delle sollecitazioni esterne applicate a ciascuna
massa. Pertanto il vettore {J} ha tutti i termini nulli tranne lultimo che vale 1, mentre:
[2.99]
il che corrisponde ad assumere lassorbimento di energia per radiazione nel semispazio
deformabile equivalente a quello generato da uno smorzatore viscoso con coefficiente n+1
pari allimpedenza del Bedrock.
Nel caso di bedrock rigido si elimina l(n+1)-esima ed f(t) vale:
[2.100]
Nei modelli a masse concentrate, la risoluzione del sistema [2.93] si ottiene applicando
metodi analoghi a quelli tipici della dinamica strutturale, cio lintegrazione diretta nel
dominio del tempo (esprimendo velocit e accelerazioni in funzione degli spostamenti
mediante derivazione numerica) oppure lanalisi modale.
E peraltro possibile operare nel dominio delle frequenze, risultando:
[2.101]
In tal modo il sistema [2.93] si pu linea rizzare nella forma complessa:
[2.102]
e risulta quindi essere espresso come prodotto tra a trasformata di Fourier della ur(t) per il
vettore
, costituito dalle n funzioni di trasferimento tra il bedrock e ciascuna
interfaccia tra gli strati:
[2.103]
in cui:
[2.104]
Capitolo 2
Figura 2. 13: Variazione dei profili di deformazione tangenziale massima (a), modulo di taglio (b) e
fattore di smorzamento (c) mobilitati, e dellaccelerazione massima (d) nel terreno, al crescere
dellaccelerazione massima su roccia amax (da Lanzo e Silvestri,1999)
Capitolo 2
Figura 2. 14: Schema di generazione di onde di superficie prodotte da effetti di bordo ai margine di
una valle alluvionale.
considerazione i cosiddetti effetti di bordo che corrispondono a due fenomeni ben precisi.
Il primo effetto quello della focalizzazione delle onde sismiche in aree prossime al
bordo della valle a seguito dellinterferenza costruttiva tra il campo donda riflesso e quello
rifratto.
Il secondo effetto quello prodotto dallincidenza delle onde sismiche in corrispondenza
dellinterfaccia non orizzontale roccia-terreno al bordo della valle, che determina la
generazione di onde superficiali aventi direzione di propagazione orizzontale. Le onde di
superficie cos generate, in presenza di una marcata differenza di impedenza tra terreno e
basamento roccioso, rimangono confinate allinterno della valle e sono soggette a riflessioni
multiple sui bordi. Il campo degli spostamenti da esse generato limitato soltanto dallo
smorzamento interno del terreno. In genere queste onde di superficie hanno velocit di
propagazione bassa, dellordine di 1000 m/s, e periodi tipicamente compresi tra 0.5 e 5 s. Una
schematizzazione degli effetti di bordo illustrata in fig.2.14, dove rappresentata la sezione
trasversale di una valle alluvionale, soggetta ad onde S incidenti al contorno del deposito di
terreno; il sismogramma relativo al deposito alluvionale mostra chiaramente larrivo di onde
di superficie di lungo periodo generate dalla conversione di onde S incidenti.
Appare evidente il limite del classico schema monodimensionale che per come stato
concepito non prevede la generazione di onde di superficie. Esso pu portare ad una
54
Capitolo 2
significativa sottostima dellampiezza e della durata del moto sismico soprattutto per periodi
maggiori di 0.5 secondi.
Una valida alternativa in queste condizioni quella di utilizzare dei metodi di analisi
bidimensionali.
2.3.5 Effetti della topografia
Dallanalisi dei dati disponibili si evince che la topografia pu determinare significativi
effetti locali. Losservazione della localizzazione dei danni suggerisce che linfluenza della
geometria superficiale si risente maggiormente alla sommit di un rilievo.
Figura 2. 15: Schema di generazione di onde di superficie prodotte da effetti di bordo a margini di
una valle alluvionale
Capitolo 2
56
Capitolo 3
Modellazione numerica della risposta sismica locale
Nel precedente capitolo stato sottolineato, come lanalisi di un comportamento lineare
del terreno, pu risultare scarsamente affidabile nella previsione del moto sismico in
superficie. Pur tenendo in conto della variabilit delle caratteristiche meccaniche con la
profondit, utilizzando le procedure descritte nel paragrafo 2.3.1, i risultati non sono ottimali
perch la calibrazione dei parametri della funzione G(z) non semplice. Per ottenere un
modello aderente il pi possibile alla realt necessario adoperare delle discretizzazioni, che
portino a dividere il profilo in esame in tanti strati in cui la velocit delle onde di taglio e la
densit di massa siano con buona approssimazione costanti, ovvero il generico straterello di
terreno pu essere trattato come un mezzo continuo ed omogeneo sia litologicamente che
meccanicamente. Nella maggior parte dei casi pratici unanalisi di risposta sismica locale di
un sottosuolo stratificato deve portare adeguatamente in conto il comportamento non lineare
del terreno, e ci non pu che avvenire per via numerica.
Per ottenere risultati significativi dallanalisi numerica necessario seguire le seguenti
fasi:
- ricostruzione della geometria del sottosuolo
La ricostruzione della geometria del sottosuolo effettuata sulla base delle
conoscenze geologiche dellarea e da specifiche indagini, quali rilevamento di
superficie, indagini geognostiche dirette (sondaggi stratigrafici) o indagini geofisiche
indirette o comunque linsieme delle procedure descritte nel capitolo 1. Tali
conoscenze permettono di definire la geometria tridimensionale del sottosuolo, da cui
possibile individuare il modello geometrico mono-, bi- o tridimensionale da usare
nelle analisi, e la profondit del substrato roccioso a cui applicare il moto di input.
- Definizione del moto di output
Il moto di input rappresenta il segnale sismico al bedrock, la cui ampiezza e contenuto
in frequenza dipendono dalle caratteristiche della sorgente sismica, della magnitudo e
dal percorso sorgente-sito compiuta dalle onde sismiche. Il moto di input da
utilizzarsi nelle analisi numeriche pu essere espresso sia sotto forma di
accelerogramma sia di spettro di risposta elastico.
- Definizione dei parametri geotecnici
Le propriet fisico meccaniche dei materiali presenti nellarea di studio vengono
definite attraverso prove in sito e prove di laboratorio. Il grado di affidabilit
dellanalisi dipende dal grado di approfondimento utilizzato nella definizione dei
Capitolo 3
parametri geotecnici del materiale, che funzione del tipo e del numero di prove
effettuate, del numero e della qualit dei campioni esaminati e della profondit,
estensione e dettaglio delle indagini eseguite in sito.
Scelta dei programmi di calcolo
Sono disponibili molti programmi di calcolo per eseguire modellazioni numeriche ai
fini della valutazione della risposta sismica locale; essi differiscono per le ipotesi
semplificate in relazione alla geometria del problema ed al modello costitutivo
assegnato al terreno, e per lalgoritmo di calcolo utilizzato.
CODICE DI
CALCOLO
SHAKE
MASH
EERA
DESRA
DESRA-2
DESRAMOD
GEOMETRIA,
LEGAME
METODO
COSTITUTIVO
DI ANALISI
1-D
Continuo
Berkeley
Frontiera e base
Lineare equivalente -
Dominio
Schnabel et al.
elastica
viscoelastico
frequenze
(1972)
Tensioni effettive + u
Discreto
Berkeley
Non lineare
Domino
Martin e Seed
Viscoelastico
tempi
(1978)
Monofase
Continuo
Berkeley
Lineare equivalente
Dominio
Idriss e Sun
Viscoelastico
frequenze
(1992)
Tensioni effettive + u
Discreto
Vancouver RPI
Lineare equivalente
Dominio
Isteretico
tempi
Vucetic (1986)
Monofase
F.E.M.
Berkeley
Lineare equivalente
Dominio
Idriss et al.
Viscoelastico
tempi
(1973)
Monofase
F.E.M.
Berkeley
Lineare equivalente
Dominio
Lysmer et al.
Viscoelastico
frequenze
(1975)
CONDIZIONI AL
CONTORNO
1-D
1-D
1-D
Frontiera rigida
2-D
QUAD-4
Base rigida,
superficie libera
qualsiasi
2-D / 3-D
LUSH
Base orizzontale,
FLUSH
frontiera laterale
assorbente
DYNAFLOW
2-D
Tensioni effettive
GEFDYN
2-D/3-D
Elastoplastico
F.E.M.
Dominio
tempi
FONTE
Princeton ECP
Prvost (1981)
Figura 3. 1 Codici di calcolo per lanalisi della risposta sismica locale (da Lingegneria sismica in
Italia, Atti del 5 convegno nazionale(Palermo,1991)
Nella tabella in fig. 3.1 si riporta una sintesi dei codici di calcolo maggiormente
utilizzati, con le principali caratteristiche. La scelta del programma di calcolo di
fondamentale importanza e deve essere commisurata al grado di dettaglio acquisito in
merito ai cosiddetti parametri di input dellanalisi (geometria e stratificazione del
58
Capitolo 3
sottosuolo, propriet dei materiali e moto sismico). Una scelta inadeguata porta a
valutazioni approssimate, a volte del tutto erronee.
-
Capitolo 3
. 3.1
SHAKE
Berkeley
(Schnabel et al., 1972)
DESRA
British Columbia (Lee e
Finn,1978)
RPI, UCLA (Vucetic, 1986)
DISCRETIZZAZIONE
Strati continui
Masse concentrate
TIPO ANALISI
Dominio frequenze
Dominio tempi
TIPO SOLUZIONE
Funzioni di trasferimento
MODELLO TERRENO
IMPLEMENTAZIONE NON
LINEARIT
convergenza
FRONTIERA
assorbente
Calcola amplificazione tra due
qualsiasi strati (in particolare
OPZIONI
deconvoluzione da superficie a
bedrock);
restituisce spettri di Fourier e di
risposta
Figura 3.2 Confronto tra le caratteristiche dei due codici di calcolo EERA e DESRA (da Lanzo e
Silvestri, La microzonazione sismica,1999)
Nei paragrafi successivi si presenteranno diffusamente vari tipi di programmi, oltre ai due
pi diffusi appena menzionati.
3.1.1
60
Capitolo 3
Figura 3. 3: Rappresentazione schematico dellalgoritmo per lanalisi lineare equivalente utilizzato dal
codice SHAKE
nonlinearit del decadimento del modulo di taglio e del fattore di smorzamento messa in
conto, attraverso lanalisi lineare-equivalente, tramite un processo iterativo che fornisce i
valori del modulo di taglio e del fattore di smorzamento compatibili con le deformazioni
effettive in ogni strato. In figura 3.3 riportato lo schema dellalgoritmo utilizzato nel codice
di calcolo SHAKE.
Nellanalisi sono assunte le seguenti ipotesi:
1. Il sistema di strati del terreno si estende infinitamente in direzione orizzontale;
2. Ogni strato del sistema definito tramite i valori di modulo di taglio, rapporto di
smorzamento critico, densit e spessore. Questi valori sono indipendenti dalla
frequenza.
3. Le deformazioni che subisce il sistema sono causate dalla propagazione verso lalto
delle onde di taglio provenienti dalla formazione rocciosa sottostante;
4. Le onde di taglio sono definite tramite valori di accelerazione assegnati ad intervalli
costanti. Nella soluzione, implicita una ripetizione ciclica della storia temporale
dellaccelerazione;
5. La dipendenza delle deformazioni dal modulo di taglio e dal rapporto di smorzamento
messa in conto tramite una procedura lineare-equivalente basata su deformazioni
effettive calcolate nel livello medio di ogni strato.
61
Capitolo 3
Capitolo 3
Option 5: su una stessa riga occorre specificare il numero massimo di iterazioni che lutente
richiede al programma (ITMAX) e la massima differenza accettabile tra valore di modulo di
taglio e rapporto di smorzamento usati e valori compatibili con le deformazioni (ERR). Il
processo iterativo si blocca quando il rapporto tra moduli utilizzati e moduli compatibili con
le deformazioni calcolate minore della quantit specificata (ERR) oppure quando viene
raggiunto il numero massimo di iterazioni richieste (ITMAX). Solitamente, 3/5 iterazioni
sono sufficienti per ottenere errori minori del 5-10%. Inoltre sulla stessa riga occorre
specificare il rapporto tra deformazioni effettive e deformazioni massime, tipicamente questo
rapporto varia tra 0,4 e 0,75 in dipendenza dellaccelerogramma applicato e della magnitudo
che si intende rappresentare;
Option 6: Specificare per quali strati occorre calcolare la storia temporale dellaccelerazione
di risposta (prima riga) e specificare (seconda riga) per ogni strato se questo affiorante (0)
oppure interno (1).
Option 7: Specificare per quali strati occorre calcolare la storia temporale della
deformazione e dello sforzo di taglio.
Option 8: Calcolo dello spettro di risposta, occorre precisare per quale strato desideriamo
tale elaborazione e se tale strato affiorante (0), oppure interno (1); possibile anche
precisare il campo di frequenze per le quali lo spettro di risposta viene calcolato, infine
richiesto il rapporto di smorzamento critico da utilizzare nellanalisi spettrale.
Option 10: Calcolo della funzione di amplificazione, necessario definire per quali strati
desideriamo tale operazione, la caratteristica di entrambi (affiorante o meno) e lintervallo di
tempo (in secondi) da utilizzare in questo calcolo. E ben sapere che la funzione di
amplificazione verr comunque realizzata per 200 punti.
Loutput del programma rappresentato da 2 files che si presentano in formato testo, il primo
dei due files, contiene (oltre alla ripetizione degli input principali) le seguenti informazioni:
Valore massimo dellaccelerazione, istante in cui si verifica, valore di picco scalato, fattore
di scala e frequenza principale;
Valori di deformazione a taglio, rapporto di smorzamento e modulo di taglio normalizzato
su ogni substrato per tutte le iterazioni, fornendo anche lerrore in percentuale per ogni valore
ad ogni passo;
Valori di deformazioni e sforzi di taglio massimi in funzione della profondit ed istante in
cui si verificano;
Accelerazioni massime, frequenze fondamentali calcolate nel punto superiore di ogni strato;
Spettri di risposta per spostamenti relativi, velocit relative, pseudo-velocit relative,
accelerazioni assolute e pseudo-accelerazioni assolute;
Aree degli spettri di risposta per laccelerazione assoluta e per la velocit;
Funzione di amplificazione tra i due strati selezionati dallutente;
Il secondo dei files di output contiene le storie temporali delle deformazioni e degli sforzi di
taglio degli strati selezionati dallutente.
63
Capitolo 3
Capitolo 3
Come diretto beneficio del dimensionamento dinamico in EERA, non ci sono limiti
sul numero totale di propriet del materiale e di strati di terreno. I sottostrati e le
propriet del terreno non sono pi limitati rispettivamente a 50 e 13 come in SHAKE;
Un altro beneficio del dimensionamento dinamico che lutente pu prescrivere il
numero dei punti su cui costruire la trasformata di Fourier anche in numero maggiore
a 4096, purch il numero di punti sia sempre una potenza di 2. Un pi elevato numero
di punti pu essere utile nei calcoli per descrivere la trasformata di Fourier alle alte
frequenze; comunque aumentando il numero di punti su cui costruire la trasformata di
Fourier si tende a dilatare anche i tempi di calcolo;
Lo spostamento relativo e la velocit possono essere calcolati per i sottostrati allo
stesso modo dellaccelerazione.
Lutente pu selezionare il calcolo per il moto di un oggetto nelle due modalit:
filtrato o non filtrato. SHAKE91 usa un filtro passa-basso opzionale che elimina le
risposte in alta frequenza. Le componenti in alta frequenza possono essere utili per gli
utenti interessati alla risposta dinamica delle strutture che hanno componenti in alta
frequenza propria.
EERA inoltre, utilizza una versione ottimizzata (IMSL 1998) dellalgoritmo di Cooley
e Tukey per il calcolo della trasformata di Fourier.
Unaltra differenza sostanziale che in EERA sono possibili due modalit di scelta
relativamente alla valutazione del modulo complesso G*: la prima, che anche quella
utilizzata nella versione originale di SHAKE (Schnabel et al.,1972) assume che il
rapporto di smorzamento D sia indipendente dalla frequenza , ci implica che anche
G* non dipende da e si pu calcolare con lespressione complessa [2.48] il cui
modulo :
|
[3.1]
2 1
[3.2]
[3.4]
Nella pratica per il modulo D usualmente inferiore di 0.25 per cui i risultati prodotti
usando le due differenti espressioni sono molto simili.
65
Capitolo 3
Calculate Compatible Strain: legge il profilo del terreno, le curve del materiale ed
esegue le iterazioni principali per quanto riguarda le deformazioni a taglio, lo sforzo di
taglio, le accelerazioni di risposta e i rapporti normalizzati del modulo di taglio per
ogni strato. Input ed output sono poi consultabili sul foglio di lavoro Iteration, mentre
66
Capitolo 3
Figura 3. 6: Comando Process Earthquake data relativo ai dati accelero metrici del sisma di
riferimento
il profilo del terreno e le curve dei materiali sono contenuti nei fogli di lavoro Profile,
Mat(i);
67
Capitolo 3
3. Calculate Output: apre una sottofinestra dalla quale possibile richiedere uno dei
seguenti procedimenti:
Figura 3. 8: Curva delle caratteristiche meccaniche dei vari materiali (worksheet mat i)
Figura 3. 9: Menu iteration per la restituzione dei risultati delle iterazioni disponibili sia
graficamente che numericamente
68
Capitolo 3
medio dei sottostrati selezionati (input ed output sono sul foglio di lavoro Strain);
Amplification: calcola il fattore di amplificazione tra due strati selezionati (input ed
output sul foglio di lavoro Amplification);
Fourier Spectrum: calcola lo spettro di Fourier dellaccelerazione sul punto pi alto
del sottostrato selezionato (input ed output sul foglio di lavoro Fourier);
Response Spectrum: calcola gli spettri di risposta per accelerazione e pseudo
accelerazione assoluta, velocit e pseudo velocit relativa e spostamenti relativi (input
ed output sono sul foglio di lavoro Spectra);
All of the above: calcola tutti gli output sopracitati
Duplicate worksheet: duplica i fogli selezionati per definire nuove curve dei materiali
e aggiungere nuovi output (ad esempio spettri di risposta per numerosi sottostrati);
5. Delete worksheet: cancella i fogli non necessari (alcuni fogli non possono essere
cancellati);
6. Remove EERA: disinstalla la macro di EERA da Excel;
7. About EERA: visualizza il numero della versione di EERA;
4.
Le potenzialit del programma EERA in termini di restituzione dei risultati possono essere
cos riassunte:
- Calcolare e visualizzare il moto sismico al suolo ed in qualunque altro strato stabilito
dallutente, per un qualsiasi input sismico applicato sia al bedrock sia allaffioramento.
- Calcolare e visualizzare lo spettro di Fourier sia dellaccelerogramma di input sismico
sia dellaccelerogramma al suolo.
69
3.1.3
Capitolo 3
Nsub deve essere tale che il periodo di vibrazione determinato tramite lalgoritmo abbia
un errore in percentuale minore del 5%;
Nsub deve essere tale che la risposta del sistema ad una scossa sismica data sia calcolata
con un errore minore del 5%.
3.1.3.1
[3.4]
70
Capitolo 3
dove:
- la deformazione angolare
- lo sforzo di taglio
- Rif = max/G0
I parametri e R delleq. (3.4) si ottengono tramite una regressione lineare compiuta su dati
sperimentali riguardanti le curve di decadimento del modulo di taglio per le diverse litologie
riscontrate nei profili stratigrafici presi in esame.
Per quanto riguarda il ciclo di scarico e ricarico generalmente adottato il criterio di
Masing, che afferma che i rami di scarico e ricarico della curva sforzi-deformazioni hanno
la stessa forma della curva di carico iniziale ma corretti da un fattore di scala (n) uguale a 2,
tale funzione riassumibile nella seguente equazione:
1
[3.5]
Capitolo 3
questo secondo meccanismo associato alla dissipazione di energia sia di importanza assai
minore, in natura di tipo viscoso, ovvero dipendente dalla frequenza e diventa rilevante per
frequenze molto basse, al di sotto della soglia ciclica lineare (Vucetic 1994). Se si
considerano deformazioni pi ampie, questo secondo meccanismo ancora valido ma
rappresenta una quota molto piccola della dissipazione dellenergia in confronto al
meccanismo di dissipazione isteretica.
3.1.3.2 Input e Output in ONDA
Il codice di calcolo Onda 1_3 stato sviluppato in ambiente Matlab pertanto i dati di
input vengono inseriti in un file MATLAB M-file. La costruzione di questo M-file
chiaramente descritta nel manuale di utilizzo.
I risultati delle analisi vengono salvati come file di testo (.txt) nella cartella Output che
deve essere creata nella stessa directory in cui stato salvato il programma.
Questa una lista dei files di output e di ci che in essi contenuto:
GEN_nomefile.out : questo file composto da 8 colonne e contiene:
1. Colonna 1: spessore dello strato [m];
2. Colonna 2: profondit del punto medio dello strato [m];
3. Colonna 3: tensione verticale effettiva nel punto medio dello strato [kPa];
4. Colonna 4: accelerazione massima assoluta dello strato [m/s2];
5. Colonna 5: massimo valore dello sforzo di taglio registrato nel punto medio dello strato
[kPa];
6. Colonna 6: massimo valore assoluto della deformazione a taglio registrata nel punto medio
dello strato [%];
7. Colonna 7: deformazione a taglio permanente nel punto medio dello strato [%];
8. Colonna 8: spostamento residuo di ciascuno strato [cm];
ACC1_nomefile.acc: accelerogramma di risposta in superficie, il file composto di due
colonne: tempo [s] e valori di accelerazione [m/s2];
ACC_nomefile.out: storia temporale dellaccelerazione di risposta calcolata nel punto
superiore di ogni strato, il file composto di tante colonne quanti sono gli strati + 1,
ovvero la prima colonna contiene il tempo [s] e le altre i valori dellaccelerazione [m/s2];
DEF_nomefile.out: storie temporali della deformazione a taglio calcolate nel punto medio di
ogni strato, stesso formato di ACC_nomefile.out;
TENS_nomefile.out: storie temporali degli sforzi di taglio calcolati nel punto medio di ogni
strato, stesso formato di ACC_nomefile.out;
X_nomefile.out: storie temporali degli spostamenti relativi fra due strati adiacenti, stesso
formato di ACC_nomefile.out;
FR_nomefile.out: spettro di risposta elastico calcolato alla superficie del deposito di terreno,
composto da due colonne: periodo [s] e valori di accelerazioni [g];
I grafici seguenti vengono eseguiti di default dal programma:
1.
Capitolo 3
2.
3.
4.
5.
73
3.1.5
Capitolo 3
DREGTA
Capitolo 3
[3.6]
in cui, a differenza del problema monodimensionale le tre matrici non sono bandate e la matrice degli
smorzamenti pu essere ottenuta mediante combinazione lineare delle altre.
Il FLUSH ha avuto diffusione limitata, a causa dellassunzione di una frontiera inferiore (cio
tetto del bedrock) orizzontale. In questa sede si parler brevemente del QUAD-4 ce ha incontrato
maggior fortuna nel diffondersi proprio perch riesce a tenere debitamente in conto la particolare
giacitura del bedrock.
3.2.1 Il QUAD-4
Nel QUAD-4 il moto sismico di riferimento (che pu includere sia la componente verticale che la
componente orizzontale) applicato simultaneamente su tutti i nodi della base; questa assunzione pu
comportare risultati poco attendibili alle frequenze pi elevate.
Il sistema risolto mediante integrazione passo-passo nel dominio del tempo con parametri
costanti per lintera durata del sisma; al termine di ogni iterazione, le matrici di rigidezza e
smorzamento vengono aggiornate con un criterio del tutto simile a quello adoperato dallo SHAKE.
Nel definire le condizione al contorno, va tenuto presente che lipotesi di substrato rigido (
vincolante nelle prime versioni del codice) implica linevitabile sovrastima dellamplificazioneper
effetto della riflessione totale; leffetto si pu ridurre spostando la frontiera pi in profondit,
introducendo quindi una porzione di bedrock nel dominio.
75
Capitolo 3
76
Capitolo 4
Risposta sismica locale e aspetti normativa
Nel progetto di una qualsiasi opera di Ingegneria Civile, il calcolo delle azioni che
graveranno su di essa una fase propedeutica sia per il dimensionamento, sia per la garanzia
che nel corso della sua vita utile possa ottemperare alle finalit per la quale viene progettata.
In questa fase, molto delicata, il progettista, oltre a servirsi dellesperienza e del buon
senso, deve confrontarsi con quanto dispone la normativa vigente.
Negli ultimi anni in Italia si assistito ad una evoluzione normativa in materia di zone
sismiche.
Fino al 1984 diverse aree risultavano non classificate. Successivamente lordinanza
O.P.C.M. del 20/3/2003 e successive modifiche ed integrazioni, ha avuto il merito di
individuare per tutto il territorio italiano, una determinata categoria di appartenenza relativa
allazione sismica attesa. In altri termini, a differenza della precedente classificazione, ogni
zona del territorio italiano stata definita simica e di conseguenza, per ciascuna di esse, viene
indicato il terremoto atteso in termini di accelerazione di picco e spettro di risposta.
E in fase finale di preparazione ed in attesa di prossima pubblicazione nella Gazzatta
Ufficiale il nuovo Testo Unico (Norme tecniche per le costruzioni) che ha recepito le
indicazioni fornite dallEurocodice 8 (EC8), il quale disciplina la progettazione e la
costruzione di strutture in zona sismica per i Paesi membri della Comunit Europea.
Nei successivi paragrafi, si discuter diffusamente della classificazione sismica del
territorio nazionale, del calcolo dellazione sismica e dei fenomeni associati agli effetti di sito.
Capitolo 4
Nei siti in cui possono rendersi disponibili misure di Vs fortemente consigliato effettuare la
classificazione del sottosuolo in base a tale parametro.
,
[4.1]
dove:
- n il numero di strati omogenei in cui possibile dividere i primi 30 m di sottosuolo;
- hi e Vsi sono rispettivamente lo spessore in metri e la velocit delle onde di taglio dello
strato i-esimo in m/s.
E importante notare che il parametro Vs,30 una velocit equivalente, il cui valore
diverso dalla media delle velocit dei singoli strati, pesata con gli spessori stessi, al fine di
esaltare il contributo dei terreni pi deformabili.
Qualora non sia possibile avere un andamento della Vs con la profondit, si possono
alternativamente utilizzare o la resistenza a taglio non drenata o i risultati della prova NSPT.
Si noti che, tale possibilit viene contemplata sia nellEC8 che nella O.P.C.M. 3274.
Delle classi di sottosuolo le prime 5 sono identificate con le lettere A, B, C, D ed E pi
due classi speciali di sottosuolo indicate con le sigle S1 ed S2. Per quel che concerne le
categorie S1 ed S2 si tratta di:
- S1 Depositi costituiti da, o che includono,uno strato spesso almeno 10 m di
argille/limi di bassa consistenza, con elevato indice di plasticit (IP>40) e
contenuto dacqua caratterizzati da valori di Vs30 < 100 m/s (10< cu<20 KPa)
- S2 Depositi di terreni soggetti a liquefazione, di argille sensitive, o qualsiasi
altra categoria di terreno non classificabile nei tipi precedenti
per i quali sono prescritti studi specifici.
Difatti, la precedente normativa antisismica, risalente alla L. 2.2.1974 n64 e al D.M.
3.3.1975 (e successive modifiche e integrazioni), non teneva in debito conto la dipendenza
dello spettro di risposta dalle particolari condizioni locali. In altri termini, il calcolo
dellazione sismica, veniva eseguito esclusivamente individuando la classe di appartenenza di
pericolosit sismica e moltiplicando il conseguente spettro di risposta per un coefficiente
forfettario, che di regola era unitario, ed assumeva valore pari ad 1.3 qualora il piano di posa
della fondazione poggiasse su terreni meccanicamente molto deboli.
La classificazione dei siti, che nasce a livello normativo per definire in maniera
semplificata le azioni sismiche sui singoli edifici, pu rappresentare uno strumento di
zonazione sismica per analizzare aree relativamente estese, ovvero, rappresenta a tutti gli
effetti una macrozonazione.
A conclusione di questo paragrafo va tuttavia detto che internazionalmente riconosciuto
che metodi per la valutazione della risposta sismica locale basati sulle categorie di sottosuolo,
come pocanzi proposto, rappresentano solo metodi ancora parzialmente approssimativi.
In definitiva sia nel caso di edifici di particolare importanza, sia nel caso di edifici
ordinari fondati su sottosuoli con caratteristiche complesse ed eterogenee in termini di
78
Capitolo 4
79
ZONA
4
3
2
1
Capitolo 4
PGA/g
<0.05
0.05-0.15
0.15 0.25
>0.25
ag/g
0.05
0.15
0.25
0.35
2.5
2.5
2.5
2.5
[4.2]
[4.3]
[4.4]
[4.5]
dove:
- S fattore che tiene conto del profilo stratigrafico d fondazione
- fattore che tiene conto di un coefficiente di smorzamento viscoso equivalente ,
espresso in punti percentuali diverso da 5
80
Capitolo 4
0,55
[4.6]
TD, TB, TC periodi che separano i diversi rami dello spettro, dipendenti dal suolo
stratigrafico di fondazione.
I valori dei coefficienti in funzione del suolo di fondazione sono riportati nella fig.4.3 dei
valori proposti dallO.P.C.M. 3274.
Nella fig.4.3 invece si riporta la forma dello spettro normalizzato per i vari casi
Categoria
Suolo
A
B,C,E
D
TA
TB
TC
TD
1
1.25
1.35
0.15
0.15
0.20
0.40
0.50
0.80
2
2
2
Nella fig.4.4 invece si riporta la forma dello spettro normalizzato per i vari casi.
Lo spettro di progetto da adottare per il calcolo dellazione sismica allo stato limite di danno
pu essere ottenuto riducendo lo spettro di risposta elastico secondo un fattore pari a 2,5.
81
Capitolo 4
Inoltre la Normativa precisa che gli stati limite di collasso e di danno possono essere
verificati mediante luso di accelerogrammi artificiali o naturali, ai quali devono
corrispondere degli spettri di risposta coerenti con gli spettri di risposta elastici. La durata
degli accelerogrammi, secondo quanto prescritto dalla Normativa, deve essere stabilit sulla
base della Magnitudo e degli altri parametri fisici che determinano la scelta del valore di ag e
S. In assenza di studi specifici, la durata della parte pseudo-stazionaria degli accelerogrammi
dovr essere almeno pari a 10 s.
La Normativa infine, esprime le formule da adottare nella verifica allo stato limite
ultimo (SLU) o di danno (SLD), in cui gli effetti della azione sismica si combinano agli
effetti delle azioni dei carichi permanenti, dellazione di precompressione e dei carichi
variabili.
Si possono determinare spettri specifici per il sito in esame, corrispondenti alleffetto di
un azione sismica caratterizzata da probabilit di non superamento del 10% in 50 anni
(sicurezza nei confronti della stabilit - SLU) oppure da probabilit del 50 % in 50 anni
(protezione nei confronti del danno - SLD). Tali spettri possono essere utilizzati purch le
ordinate non risultino, in nessun punto del campo dei periodi di interesse, inferiori all80%
delle ordinate dello spettro elastico standard.
Le costruzioni devono essere dotate di un livello di protezione antisismica differenziato
in funzione della loro importanza e del loro uso, e quindi delle conseguenze pi o meno gravi
derivanti da un loro danneggiamento per effetto di un evento sismico, in particolare la
Normativa definisce:
[4.7]
dove:
-
82
Capitolo 4
83
Capitolo 5
Caso di studio:
Analisi della risposta sismica locale nel sito di Fabriano
5.1
Fabriano una citt delle Marche, in provincia di Ancona, situata sulle alture dellAppennino,
nella valle dellEsino.
Labitato di Fabriano occupa, per lo pi, la conca fluvio lacustre attraversata dal torrente Giano,
pochi chilometri a monte della confluenza con il torrente Riobono. Il centro abitato di Fabriano si
colloca nel contesto geologico dellAppennino Umbro-Marchigiano il cui assetto strutturale il
risultato di una storia de formativa complessa caratterizzata da eventi tettonici differenti
susseguitesi negli ultimi 15000 anni, ma riconducibili essenzialmente a due fasi principali.
Nellintervallo di tempo tra il Serravalliano ed il Pleistocene medio stato attivo un campo di
sforzi di compressione con direzione prevalente SW-NE che ha prodotto sovrascorrimenti, faglie
inverse. La successiva fase tettonica distensiva ha operato coassialmente alla precedente,
disarticolando le strutture compressive e determinando la formazione di zone ribassate in
tramontane (graben e semigraben) delimitate da faglie spesso sismogenetiche.
Capitolo 5
85
5.2
Capitolo
C
5
Caratterizzzazione geotecnic
g
ca del dep
posito
Per carratterizzare il sottosuollo dal puntoo di vista sttratigrafico e meccanicco sono statte effettuatee
le seguentii indagini:
- un carotagggio continuuo fino alla profondit di 24.00 m..
- prelievo di
d campioni indisturbatii.
- esecuzionne di prove down-hole.
d
I risultaati e la desccrizione dellle prove di prospezionee sismica inn foro, provee down-hole, effettuatii
fino ad unaa profondit di 24.00 m e le provee di laborato
orio di colonnna risonantte su provin
ni di terrenoo
ottenuti daal campione prelevato alle
a profonddit di 6.00 6.70 m soono riportatte nelle figu
ure 5.2, 5.3
e 5.4.
Vss (m/s)
0
00
10
200
300
400
500
600
700
800
0
Serie1
z (m)
10
15
20
25
Figura 5. 2 Profilo di
d Vs ottenuto
o da prove doown-hole
s
del depositto che risullta cos cosstituita (fig..
E stato quindi poossibile ricoostruire la stratigrafia
5.5):
p
strato vegettale
- 0 0.70 m di profondit:
- 0.70 3.70 m di profondit: argillla limosa marrone, organica,
o
allterata, con inclusionee
lapidee;
- 3.70 6.70 m di profonddit: argilla limosa grig
alterata, caaratterizzataa
gio-bruna, localmente
l
da livelli
l
con inclusi
i
lapiddei;
- 6.70 13.300 m di prrofondit: argilla lim
mosa consisstente di ccolore grig
gio-azzurro,,
caratterizzata dalla
d
presennza di livellii debolmentte sabbiosi;
- 13.30 15.30 m di profonndit: argillaa marnosa di
d colore griigio azzurroo
866
Capitolo
C
5
1.00
G/G0
0.80
0.60
Serrie1
0.40
0.20
0.00
0.0001
0.001
0.01
0.1
DEFO
ORMAZIONE DI TAG
GLIO (%)
35
30
25
20
Serie
e2
15
10
5
0
0.0001
0.001
0.01
0.1
1
DEFORMA
AZIONE DI TAGLIO (%)
c
rison
nante eseguita
a su un camp
pione prelevatto a 6.70 m di
d profondit
Figura 5. 4: Risultati deella prova di colonna
La moddellazione del
d depositoo secondo strati contin
nui sia litollogicamentee che meccanicamentee
viene fattoo in accordoo alla suddivvisione dei macrostratii proposta da
d Ohsaky ((1970) e rip
portata nellaa
tabella 5.1,, in cui:
877
Capitolo 5
,
,
[5.1]
88
Capitolo 5
Periodo proprio Ti
Ti < 0.032
0.032 < Ti <0.039
0.039< Ti<0.047
0.047 < Ti <0.054
0.054 < Ti <0.092
0.092 < Ti <0.330
Ti > 0.330
Numero di sottostrati
2
3
4
5
6
7
8
Nella tabella 5.2 si riportano i parametri salienti nella individuazione degli strati continui nel
sottosuolo di Fabriano. Individuati i microstrati dal profilo di Vs in fig.5.2 si
Profondit
(m)
Vs media
(m/s)
(KN/m3)
Periodo
proprio Ti
Numero di
sottostrati
hi,max
(m)
0 - 3.70
100
19.8
0.148
0.53
3.7 6.70
155
19.8
0.077
0.50
6.7-13.30
269
19.8
0.098
0.94
13.30 15.30
302
20.3
0.029
1.00
15.30-24.00
516
20.3
0.067
1.45
24.00 61.00
854
20.6
0.173
5.30
BASE
1220
21.1
89
Capitolo 5
ricavata la velocit nel baricentro del singolo staterello. Si cos ottenuto linput del programma
che ha elaborato il profilo di Vs utilizzato ai fini delle analisi numeriche eseguite (fig.5.6).
200
400
600
800
1000
10
Depth (m)
20
30
40
50
60
90
Capitolo 5
Definite le caratteristiche stratigrafiche e le propriet fisiche dei materiali i valori dei moduli di
taglio alle piccolissime deformazioni (o iniziali) sono stati ricavati automaticamente dal codice di
calcolo EERA con lequazione [1.1] . Il profilo di G0 con la profondit riportato nel grafico in
figura 5.7.
Gmax (MPa)
0
500
1000
1500
2000
10
Depth (m)
20
30
40
50
60
91
Capitolo 5
Acceleration (g)
0.2
0.1
0
-0.1
-0.2
-0.3
-0.4
0
10
15
20
25
30
Time (sec)
Fourier Amplitude
0.35
0.3
0.25
0.2
0.15
0.1
0.05
0
0
10
Frequency (Hz)
Figura 5.9: input sismico nel dominio delle frequenze
92
Capitolo 5
Capitolo
C
5
1.2
1
Acceleration (g)
0.8
0.6
0.4
0.2
0
-0.2
-0.4
-0.6
-0.8
-1
0
10
15
2
20
25
Time (sec)
F
Figura
5. 10: accelerogram
mma in superrfici in condizzioni free fielld
In figuura 5.11 sonno riportati i relativi anndamenti deella deformaazione angoolare con la profondit,,
nonch il profilo
p
dellee acceleraziooni massim
me ottenuti per
p il deposito dalle anaalisi numericche.
Maxximum She
ear Stress (kPa)
0
100
200
300
0
10
Depth (m)
20
30
40
50
60
70
944
Capitolo 5
(a)
0.1
0.2
0.3
0
10
Depth (m)
20
30
40
50
60
70
(b)
0.5
1.5
0
10
Depth (m)
20
30
40
50
60
70
(c)
Figura 5. 11: (a), (b), (c) Variazione della tensione tangenziale massima (a), della deformazione angolare
massima (b) e della accelerazione massima (c) con la profondit
95
Capitolo 5
Per completezza viene riportata la funzione di amplificazione, definita come rapporto fra le
ampiezze degli spettri di Fourier alla superficie del terreno ed in corrispondenza dellaffioramento
della formazione rocciosa (fig. 5.12).
5
Amplification Ratio
4
3
2
1
0
0
10
15
20
25
Frequency (Hz)
(a)
5
Spectral Acceleration (g)
4.5
4
3.5
3
2.5
2
1.5
1
0.5
0
0.01
0.1
10
Period (sec)
(b)
Figura 5. 12: (a), (b) Funzione di amplificazione e spettro di risposta per il caso di substrato deformabile e
modello elastico-lineare per il terreno.
96
Capitolo
C
5
1.2
1
Acceleration (g)
0.8
0.6
0.4
0.2
0
-0.2
-0.4
-0.6
-0.8
-1
0
10
15
20
2
25
Time (sec)
Figura 5. 13: Accelerazioone in superfiicie ottenuto introducendo
i
o
lipotessi di mezzo viisco-elastico lineare
l
per il terreno
977
Capitolo 5
0.1
0.2
0.3
0
10
Depth (m)
20
30
40
50
60
70
(a)
Maximum Shear Stress (kPa)
0
100
200
300
10
Depth (m)
20
30
40
50
60
(b)
98
Capitolo 5
0.5
1.5
0
10
Depth (m)
20
30
40
50
60
70
(c)
Figura 5. 14: (a), (b), (c) Variazione della deformazione angolare massima (a), della tensione tangenziale
massima (b) e della accelerazione massima (c) con la profondit
Nella figura successiva (Fig. 5.15) si riporta la funzione di amplificazione tra Bedrock e
superficie libera.
99
Capitolo 5
Amplification Ratio
5
4
3
2
1
0
0
10
15
20
25
Frequency (Hz)
(a)
5
Spectral Acceleration (g)
4.5
4
3.5
3
2.5
2
1.5
1
0.5
0
0.01
0.1
10
Period (sec)
(b)
Figura 5. 15: (a), (b) Funzione di amplificazione e spettro di risposta per il caso
di modello visco-elastico lineare per il terreno e substrato deformabile.
Il confronto tra le figure 5.12 e 5.15 evidenzia differenze poco significative per i due diversi
casi analizzati.
100
Capitolo 5
101
Capitolo
C
5
0.8
0.6
Acceleration (g)
0.4
0.2
0
-0.2
-0.4
-0.6
-0.8
0
10
15
20
25
Time (sec)
1022
Capitolo 5
0.5
1.5
0
10
Depth (m)
20
30
40
50
60
(a)
Maximum Shear Stress (kPa)
0
100
200
300
0
10
Depth (m)
20
30
40
50
60
103
Capitolo 5
(b)
0.2
0.4
0.6
0.8
10
Depth (m)
20
30
40
50
60
(c)
Figura 5. 17: (a), (b), (c) Variazione della deformazione angolare massima (a), della tensione tangenziale
massima (b) e della accelerazione massima (c) con la profondit
La fig.5.18 evidenzia linfluenza della non linearit sulla funzione di amplificazione e sulla
forma dello spettro di risposta.
Il confronto tra le figure 5.15 e 5.18 evidenzia come linfluenza della non linearit si traduca
essenzialmente in una leggera attenuazione del primo picco di amplificazione, in corrispondenza
della prima frequenza fondamentale, ed in una scomparsa di picchi significativi alle frequenze pi
elevate.
104
Capitolo 5
3.5
3
2.5
2
1.5
1
0.5
0
0.01
0.1
10
Period (sec)
(a)
Amplification Ratio
5
4
3
2
1
0
0
10
15
20
25
Frequency (Hz)
(b)
Figura 5. 18: (a), (b) Funzione di amplificazione e spettro di risposta per il caso di un modello
visco-elastico lineare equivalente per il terreno e substrato deformabile
105
Capitolo 5
Dal confronto tra gli spettri di risposta ricavati dalle analisi e quello ricavato per il sottosuolo di
tipo C ( 180 < VS < 360 [m/s] ), riportato in figura 5.19, si osserva come questultimo sia
tuttaltro che cautelativo in tutto lintervallo dei periodi considerato.
0.9
Spectral Acceleration (g)
0.8
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0
0.01
0.1
10
Period (sec)
Figura 5. 19: Spettro di risposta secondo normativa per un sottosuolo di categoria C
106
Capitolo 6
Conclusioni
Il problema dellanalisi di una catastrofe naturale, quale un terremoto, a differenza
dellanalisi di un problema di progetto o verifica di un manufatto, richiede allingegnere di
fronteggiare difficolt proporzionali alla forte aleatoriet delle cause scatenanti, allestensioni
dei volumi coinvolti, alla complessit dei fenomeni meccanici da analizzare, al grado di
esposizione della comunit soggette al rischio oggetto di studio e, non ultima la molteplicit
di competenze tecniche richieste.
Una componente fondamentale nella valutazione del rischio sismico costituita dalla
risposta sismica locale.
La tesi ha affrontato inizialmente largomento richiamando i principi relativi alla natura e
propagazione delle onde sismiche nel sottosuolo, ai criteri di modellazione meccanica e
caratterizzazione sperimentale del comportamento dei terreni sotto azioni sismiche.
Il fenomeno di amplificazione delle onde sismiche stato prima analizzato. a partire dal
modello pi elementare (strato elastico su substrato rigido) ed introducendo poi i fattori di
natura geometrica e meccanica che determinano la variabilit della risposta di un sito, quali:
eterogeneit, comportamento non lineare e dissipativo dei terreni, irregolarit morfologiche
superficiali e sepolte, etc.
E stato affrontato,in fine, un caso di studio relativo alla risposta sismica locale nel sito di
Fabriano, in seguito alla crisi sismica avvenuta nel 1997 che ha colpito numerosi centri
nellarea umbro-marchigiana
Le analisi sono state condotte utilizzando un codice di calcolo EERA per lanalisi di
problemi monodimensionali adottando una procedura basata sul concetto di analisi lineare
equivalente.
Sono stati analizzati diversi casi allo scopo di valutare linfluenza di alcuni fattori quali
ad esempio la rigidezza del substrato roccioso, la non linearit nella modellazione del
comportamento del terreno.
Lanalisi ha messo in luce come ipotizzare un bedrock rigido oppure deformabile incida
sui risultati in maniera significativa. Questa conclusione coerente con quanto descritto nel
capitolo 2, ed da attribuire al fatto che le onde provenienti dal bedrock sono esclusivamente
trasmesse ai terreni sovrastanti in caso di bedrock rigido, parzialmente assorbite nel caso di
bedrock deformabile.
Lanalisi condotta ipotizzando un modello viscoelastico-lineare equivalente per il terreno
ha evidenziato come laccelerazione di picco in superficie sia quasi raddoppiata rispetto al
Capitolo 6
109
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