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Il terremoto: è una vibrazione più o meno forte del suolo, generato dalla liberazione improvvisa di energia,
ciò è causato dal movimento della crosta terrestre e del mantello.
Aree sismiche, sono porzioni geografiche dove è possibile che si origini il terremoto
Esistono invece zone dove non è improbabile che si generi un terremoto definite come:
Aree asismiche, quest’ultime non generano terremoti ma possono subire l’influenza dei terremoti
delle aree sismiche
Lo studio dei terremoti, è uno studio iniziato circa mille anni fa, che ha visto solo negli ultimi 200 anni
ipotesi scientifiche logicamente adeguate, i due sismologi che contribuirono alla comprensione razionale
dei terremoti furono:
Mallert, il quale sosteneva che il terremoto consisteva in una serie di onde elastiche
Reyd , il quale diede la teoria del rimbalzo elastico.
Reyd si dedicò allo studio del terremoto di San Francisco del 1906, arrivando a conclusione che tale
fu generato da forze elastiche generate dal movimento della faglia di San Andrea.
Esso notò che dopo il terremoto, strade, tubature e binari si trovavano spezzati e distanziati anche
di qualche metro; ciò lo porto a formulare la teoria del rimbalzo elastico.
La teoria del rimbalzo elastico: afferma che la generazione di un terremoto è associato alla dissipazione di
energia durante la formazione di una faglia oppure durante lo strofinio dovuto allo scorrimento delle
porzioni di rocce che costituiscono la faglia.
nel primo caso, si ha una deformazione del terreno dovuto alle forze impresse dal movimento del
mantello o delle placche tettoniche secondo la legge elastica do Hook. Questa deformazione
continua fino a quando l’energia di tensione non supera la capacità di resistenza delle rocce, in
questo caso si ha una spacca nel terreno che origina la faglia l'energia viene dissipata sotto forme di
vibrazioni, e ne verranno generate delle altra quando le rocce tornano al loro stato di equilibrio(in
seguito alla deformazione).
Nel secondo caso, un terremoto è generato dal movimento che tendono ad avere la terra nella
faglia. Qui si generano delle forze di attrito che causano una deformazione del terreno questo
sempre fino a quando l’energia accumulata non supera le forze di attrito ed è proprio qui che
l’energia si dissipa sotto forma di vibrazione ed energia termica
Dopo un terremoto l’area sismica è coinvolta in un periodo di quiescenza, fino alla generazione di un nuovo
terremoto.
Le onde sismiche hanno la caratteristica di godere di proprietà come la rifrazione e la riflessione, per tanto
quando esse passano da un mezzo a un altro alterano la loro velocità di propagazione
Onde di Rayleigh, sono onde che si muovono su una superficie e determinano alterazione
momentanea delle particelle dandogli un moto orbitale ellittico
Onde di Love, sono onde che si muovono su una superficie le quali determinano un alterazione
delle particelle effettuandogli uno smorzamento orizzontale momentaneo.
Quando si verifica un terremoto inizialmente le prime onde che un sismografo riceve sono quelle
longitudinali alle quali si aggiungono in un secondo momento quelle traversali, il rimbalzo all’interno della
crosta porta alla generazione di fenomeni di riflessione e diffrazione, che generano in superficie le onde di
superficie le quali si sommano a quelle longitudinali e trasversali. L’attività sismica ha una durata di pochi
minuti dove si verifica questo fenomeno.
L’epicentro: risulta essere il punto di propagazione delle onde di superficie, esso si trova in un punto
perpendicolare all’epicentro ed è in superficie.
Il sismografo: è un apparecchio altamente sensibile all’attività sismica del suolo il quale produce il
sismogramma una carta con la quale in funzione del tempo possono essere riconosciute le varie forme di
onde.
Il sismografo è inserito in una posiziona mai vicina all’epicentro in quanto il disordine sismico qua è elevato
tale da far sballare i valori, per tanto solitamente il sismografo si posiziona a qualche centinaia di chilometri
da un’area sismica in modo da poter rilevare le varie tipologie d’onde con le loro varie intensità.
La distanza del sismografo dall’epicentro viene trovata effettuando una differenza di tempo tra l’istante
tempo in cui appare la prima onda P e l’istante tempo in cui appare la prima onda S sul sismogramma. Tale
valore viene riportato sotto forma di segmento sul dromocrone, nel quale i suoi estremi devono coincidere
rimanendo sempre parallelo all’asse del tempo con la curva delle onde S e P. Successivamente si prolunga
il segmento in maniera perpendicolare all’asse dello spazio, e il punto che esso incontra è il valore della
distanza del sismogramma dall’epicentro.
Il punto dell’epicentro necessità di tre sismogrammi. Data la loro distanza dall’epicentro si prende una
cartina geografica e si istaurano delle circonferenze con centro la posizione del sismogramma e raggio la
distanza tra il sismogramma e l’epicentro. Il punto di intersezione delle tre circonferenze è l’epicentro.
Per trovare l’ipocentro è necessario un maggior quantitativo di sismogramma e si può trovare la sua
profondità in base a dei calcoli statistici.
La sismologia ha fornito vari strumenti per la misurazione della forza di un terremoto con:
Le scale di intensità
La magnitudo
Le scale di intensità, sono particolari scale con una gradazione, che per ogni grado tendono a classificare la
forza di un terremoto. La prima scala fu la scala Mercalli (MM) ideata dal da G.Mercalli; classificata su dieci
gradazioni. Con il tempo si diffusero altre tipologie di scale come la scala Mercalli-Càncani-Sielberg (MCS),
divisa in dodici gradi.
L’intensità nelle scale viene stabilita in base ai danni che tende a generare un terremoto. I dati sismici
permettono di ricostruire anche su una cartina l’andamento di un terremoto, con l’utilizzo di linee chiuse
concentriche definite isosisme, la più interna è quella che racchiude l’area dell’epicentro. Inoltre c’è da
tener in considerazioni che ci cono punti dove la distanza tra un’ isosisma e l’altra è minima mentre altri in
punti in cui è notevole. Questo accade nel primo caso perché la struttura rocciosa del terreno ha la capacità
di attutire in maniera efficace le onde rispetto al secondo caso; tale fenomeno è definito come effetto di
smorzamento.
La magnitudo, indica la forza di un terremoto all’ipocentro. Esso è stato inizialmente proposto da Richter il
quale lo istituì con un rapporto tra la forza di un terremoto A e la forza di un terremoto standard A0
A
=m
A0
La magnitudo in quel caso risulta essere ‘m’ volte più forte di quello standard. Sta di fatto che tale utilizzo
dei dati risultava essere molto impreciso in quanto era necessario che il sismografo fosse posto a un tot
chilometri dall’ipocentro e capitava a volte che m risultava essere un milione di volte più intenso di quello
standard. Per questo Richter introdusse le scale logaritmiche:
A
M =log
A0
La magnitudo trattata poco prima è definita come magnitudo locale(ML), ma ce ne sono di vario genere.
Nelle normali attività sismiche si usano insieme due scale:
1. La scala mb; viene utilizzata per le onde di volume:
A
mb=log +Q(D ; h)
T
A = ampiezza(si indica in micron) di onde P
T = periodo(in secondi)
Q(D;h) = fattore di correlazione per la distanza (D) che ha il sismografo solitamente
ricava dall’intervallo S-P e per la profondità (h) dell’ipocentro.
2. La scala MS; viene utilizzata per le onde superficiali:
A
MS=log + 1,66 log D+ 3,3
T
A = ampiezza delle onde di Rayleigh
T = periodo
D = distanza dell’epicentro
Le due magnitudo non coincidono sempre, ma ognuna hanno importanza per descrivere la forza di un
terremoto.
Per avere stime uniformi della magnitudo, in maniera anche più precisa è stata istaurata una nuova misura,
la magnitudo di momento:
2
Mw= log ( MO)−10.7
3
MO è un parametro fisico che permette di calcolare il lavoro prodotto dal terremoto ed è proporzionale
all’energia totale rilasciata dal terremoto e si misura in newton per metro Nm
MO=μ d S
La magnitudo non risulta essere una misura diretta dell’energia totale liberata da un terremoto, ma è
correlabile tramite relazioni empiriche, per l’Italia tale relazione è:
log E=9.15+2.15 M
Per misurare il livello di scuotimento del terreno si utilizza l’accelerometro, forti strumenti capaci di
misurare forti movimenti del terreno. Il valore adoperato per dare un’ idea più immediata è correlato alla
forza gravitazionale e solitamente si indica in frazioni di quest’ultima. I valori di accelerazione del suolo ci
permettono di ottenere dati importanti per quanto riguarda la difesa antisismica di varie strutture edilizie.
Sono diventate per tanto importanti l’utilizzo di carte di pericolosità antisismica si un area geografica.
I danni delle onde sismiche in superfice determina un’oscillazione complessa del terreno, i danni
principalmente provocati sono dovuti ai movimenti orizzontali del terreno e dalle forti accelerazioni. Qua
un terremoto da vita a una serie di reazioni a catena dove si generano effetti di sito generato da effetti
primari.
Gli effetti primari, sono gli effetto del terremoto nel suolo, con le varie vibrazioni ecc.
Gli effetti di sito invece sono generati quando gli effetti primari raggiungono la superficie, in questo caso il
movimento della terra è determinato dalla caratteristica geografica del territorio. In effetti il territorio può
generare in base alla sua struttura:
Amplificazioni, dovuto in questo caso a un aumento dell’ampiezza delle onde, in quanto escono da
uno strato roccioso più compatto ad uno meno
Liquefazioni dei terreni, dovuti a una base del terreno granuloso, che in seguito ad un terremoto
può portare alla perdita improvvisa di resistenza allo sforzo. In conseguenza se sono presenti edifici
si ha il loro crollo sulla loro struttura
Infine ci sono gli effetti secondari transitori, che sono fenomeni di scuotimento molto vistosa nell’area
dell’epicentro.
I maremoti sono generati da terremoti o frane sottomarine che generano uno spostamento sul fondale di
enormi quantità d’acqua, che genera un’onda marina anomala sulla superfice. Quest’onda risulta essere
grande anche diverse decine di metri e possedere una velocita che si aggira solitamente intorno ai 500-900
km/h.
L’alta sensibilità dei sismogrammi, permette di fornire una specie di radiografia di tutta la terra.