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I terremoti sono vibrazioni del terreno causati da movimenti di faglia. Una faglia muovendosi deforma la
roccia e si genera energia sottoforma di onde sismiche, perturbazioni del terreno che fanno oscillare le
particelle attorno ad un punto di equilibrio. Per studiare le onde è importante considerare il terreno come
un sistema continuo e analizzare i moti delle particelle.
Da un terremoto si generano due tipi di onde dette di corpo o di volume, sono le onde p e le onde s.
Dall’ipocentro si generano solo queste, mentre le onde di superficie si generano in seguito a fenomeni di
riflessione, rifrazione e interferenza quando le onde di volume si avvicinano alla superficie fra la litosfera e
l’atmosfera, cambiando strati di roccia e arrivando al limite con l’aria.
Le onde p sono onde longitudinali causate dalla resistenza della roccia alla variazione di volume.
Esse hanno la più alta velocità di propagazione, infatti sono le prime ad essere registrate da una
stazione. Si propagano anche nell’acqua perché causano compressione e dilatazione fra le particelle
attraversate, quindi le particelle sono polarizzate lungo la stessa direzione di propagazione.
Le onde s sono onde trasversali causate dalla resistenza della roccia alla variazione di forma. Le
forze che generano queste onde sono di taglio, è per questo che le onde s non si propagano nei
liquidi, i quali non hanno alcuna resistenza al taglio. Si propagano più lentamente rispetto alle onde
p e causano un movimento trasversale, cioè dove le particelle oscillano in direzioni perpendicolari a
quella di propagazione. Data la loro natura, possono essere polarizzate in infiniti piani attorno alla
direzione di propagazione, scomponibili in un piano orizzontale e verticale. Le onde s he si
propagano verticalmente sono polarizzate sempre in un piano verticale.
Il terreno può essere inteso come un mezzo semi infinito, di conseguenza oltre ad essere interessato dalla
propagazione delle onde di volume, vicino alla superficie avvengono fenomeni che causano le onde di
superficie. Questi fenomeni sono la riflessione e la rifrazione, che avvengono nel momento in cui le onde
passano da una mezzo avente una rigidità diversa, quindi le onde si propagheranno a velocità diverse
seguendo le leggi di snail.
Secondo le leggi di snail, le onde p e le onde s si riflettono e rifrangono nel momento in cui esse si
scontrano con superfici diverse. Le onde p in particolare si dividono in quattro onde, 2 una p e una s riflesse
e 2 una p e una s rifratte. Le onde s si scompongono in due onde s, una rifratta e una riflessa. Queste onde
sono la causa principale della devastazione di un terremoto a causa dei fenomeni di interferenza a cui le
onde s e p riflesse e rifratte vanno incontro, ma allontanandosi dall’ipocentro diminuiscono la loro
intensità, è per questo che terremoti profondi, con una vasta area di risentimento, hanno minori intensità
di terremoti superficiali, aventi una area di risentimento concentrata ma con intensità elevatissime.
Le onde superficiali sono le più lente a propagarsi, sono quindi le ultime ad essere avvertite dalle
stazioni, ciò non toglie che sono quelle che trasportano la maggior parte dell’energia. Sono divisibili
in onde di Reylaigh e di Love. Le prime sono causate dall’impatto delle onde s e onde p con la
superficie, causando un effetto combinato simile a quello causato da un sassolino lanciato in uno
stagno, ossia un movimento ellittico retrogrado delle particelle che si riducono in profondità nel
terreno. Le onde di Love sono generate dall’intrappolamento delle onde s fra due superfici di uno
strato, causando un movimento trasversale polarizzato orizzontalmente e come le s non si
propagano nell’acqua.
Le onde superficiali si propagano dall’epicentro e il loro trasferimento è influenzato dalla morfologia del
territorio. La loro energia si dissipa all’aumentare della distanza di propagazione, cioè non rimane costante
ma allontanandosi dall’epicentro diminuisce. Inoltre anche la profondità dell’ipocentro influenza l’energia
trasmessa e l’area di risentimento. Terremoti crostali, sopra i 25 km, anche se aventi una modesta energia
iniziale, hanno una bassa dissipazione di essa perciò ne conseguono alte entità e su zone limitate. Terremoti
profondi fino ai 500 km pur avendo una elevata energia iniziale, si ha una elevata dissipazione, ne risultano
terremoti modesti su un’area molto vasta.
La velocità di propagazione delle onde s e delle onde p è definibile considerando la roccia, se sottoposta a
forze impulsive, come un corpo elastico.
In particolare le onde s sono causate da uno sforzo di taglio, di conseguenza l’oscillazione delle particelle è
perpendicolare alla direzione di propagazione delle onde. Le particelle delle rocce oscillano su piccole
ampiezze rispetto ad una posizione di equilibrio, perciò la legge di hook spiega il loro movimento. Questa
oscillazione è trasmessa da particella a particella causando uno sforzo che sposta la particella e un altro
sforzo che tende a resistere. Lo sforzo è determinato dalla seconda legge della meccanica e dalla legge di
hook, da questo sappiamo che la velocità di propagazione delle onde sismiche dipende dalla costante
elastica (rigidità) delle rocce e dalla loro densità.
Per le onde p esiste un’altro coefficiente, quello di incomprimibilità k, è per questo che le onde p possono
propagarsi nei liquidi mentre le onde s no, i liquidi non hanno una resistenza al taglio quindi hanno costante
di elasticità uguale a 0.
Si definisce deformazione di un oggetto la variazione dell’oggetto rispetto alla sua lunghezza iniziale.
Grazie alla definizione di sforzo e deformazione è possibile costruire il modello di riferimento che spiega le
onde sismiche. Esso consiste nell’equazione di laplace, un’equazione differenziale del secondo ordine
costituita da funzioni armoniche.
Nel caso delle onde sismiche le funzioni sono sinusoidali, per rappresentare al meglio le onde sismiche le si
scompongono come la somma di diverse funzioni armoniche sinusoidali.
u(x,t)=f(x-vt)+g(x+vt)
per le onde sismiche le funzioni f e g sono seno e coseno, l’equazione che rappresenta le onde sismiche è
f(x,t)=Asin(kx-ωt)+Asin(kx+ωt) f(x,t)=(2A)(sinkx)(cosωt)
L’importanza delle soluzioni sinusoidali è dovuto alla teoria di Fourier, secondo cui qualunque funzione
periodica si può esprimere come serie di funzioni sinusoidali di periodo uguale o multiplo intero e
qualunque funzione si puo` esprimere come integrale di funzioni sinusoidali
Al suo passaggio un’onda genera delle gole e dei ventri, zone dove l’ampiezza delle oscillazioni è massima o
minima. Si definisce fronte d’onda l’insieme dei punti dello spazio in un determinato tempo hanno lo stesso
valore della fase.
Principio di Huygens
Ogni punto nel fronte d’onda, secondo questo principio, può essere considerato come sorgente di nuovi
fronti d’onda sferici. La normale al fronte d’onda è detto raggio sismico, la cui traiettoria è determinata
dalle leggi di snell.
Le leggi di snell spiegano i fenomeni di riflessione e rifrazione che subiscono le onde. Per le onde sismiche,
avviene un cambio di traiettoria quando esse attraversano superfici che dividono due materiali aventi
diverse costanti di elasticità e densità, cioè quando cambia la velocità di propagazione delle onde. È
importante anche l’angolo di incidenza rispetto alla normale alla superficie di separazione.
Le onde sismiche longitudinali sono fonti di quattro nuove onde, due riflesse e due rifratte e
rispettivamente due s e due p. le onde s generano due onde s, una riflessa e una rifratta.
la relazione fra l’angolo di incidenza e l’angolo di rifrazione è: il seno dell’angolo di incidenza sta al seno
dell’angolo di rifrazione come la velocità di propagazione nel primo mezzo sta alla velocità di propagazione
del secondo mezzo.
Principio di Fermat
Questo principio afferma che il percorso seguito dalle onde sismiche sarà quello percorso col minor tempo
possibile. È grazie a questo principio che è possibile utilizzare le leggi di snell, in quanto si prende in
considerazione il percorso seguito dai raggi sismici che percorreranno il percorso più breve.
Avendo una fonte sismica e un ricevitore, le direzioni possibili che un’onda può percorrere sono tre, raggi
riflessi, rifratti e diretti. Questo principio unito a quello di Huygens ci permette di analizzare il terreno,
costituito da strati differenti di rocce che quindi riflettono e rifrangono le onde che passano per queste
superfici, ci permette di determinare lo spessore degli strati e le caratteristiche che influenzano il passaggio
delle onde, ossia rigidità e densità.
Detto ciò, i sismi provocati dai terremoti all’interno della terra percorrono traiettorie curvilinee, perciò
quando arrivano in superficie le onde p provocano movimenti sussultori, mentre le onde s movimenti
ondulatori
Dromocrone
Le dromocrone sono curve tracciate in un grafico spazio tempo calcolate grazie alla conoscenza della
velocità di propagazione delle onde sismiche in determinate località. Le ascisse indicano la distanza
dall’epicentro, mentre le ordinate indicano il tempo di arrivo delle onde alle stazioni di rilevamento. È
possibile riportare sul grafico i diversi tempi corrispondenti ai diversi tipi di onde e ai tragitti percorsi.
Sapendo i tempi del primo arrivo delle onde p e il tempo di arrivo delle onde s è possibile conoscere la
distanza del terremoto dalla stazione e anche il momento in cui è successo, perché le dromocrone indicano
i tempi di propagazione di qualsiasi onda in funzione della distanza dall’epicentro.