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Adeguamento sismico di edifici in muratura

mediante isolamento alla base


Criteri di progetto e applicazioni

Paolo Clemente, Dirigente di Ricerca ENEA, Presidente ASSISi


Fernando Saitta, Ricercatore ENEA
Giacomo Buffarini, Primo Ricercatore ENEA
Giovanni Bongiovanni, Ricercatore ENEA

INTRODUZIONE
Come ben noto, l’isolamento sismico alla base consiste nell’inserimento di particolari dispositivi tra la
fondazione e la struttura in elevazione con l’obiettivo di incrementare il periodo d’oscillazione e ottenere
così il “disaccoppiamento” del moto della costruzione rispetto a quello del terreno. Le azioni sismiche sulla
sovrastruttura possono essere ridotte del 70-80% rispetto a quelle dell’edificio a base fissa ed è possibile
progettare le strutture in campo elastico, ossia in modo che non subiscano danni significativi nemmeno in
occasione di un terremoto pari a quello di progetto.
L’isolamento sismico è quasi sempre applicabile negli edifici di nuova realizzazione (può non esserlo nei casi
di sottosuoli amplificativi alle basse frequenze o di edifici molto deformabili), per i quali si è anche
dimostrato che non comporta incrementi del costo di costruzione, almeno per le aree a alta o media
sismicità (Clemente & Buffarini 2010, Clemente et al. 2016); anzi, se il sistema è ben progettato, si può
ottenere un significativo risparmio. Per gli edifici esistenti, invece, l’adozione dell’isolamento sismico non è
ancora molto diffusa nonostante le numerose applicazioni a seguito degli eventi sismici che si sono
succeduti a partire dal terremoto dell’Aquila del 2009. A vantaggio dell’adozione dell’isolamento negli
edifici esistenti vanno ricordati due aspetti:
- come per gli edifici di nuova realizzazione, garantisce un livello di sicurezza non perseguibile con
tecniche tradizionali e va utilizzato sempre nell’ottica di un adeguamento sismico, rendendo
l’edificio come nuovo dal punto di vista della sicurezza strutturale; agendo sulla riduzione
dell’azione piuttosto che sull’irrobustimento della struttura, consente anche di limitare o evitare
interventi di rinforzo sulla sovrastruttura;
- in molti casi non richiede lo svuotamento dell’edificio e, quindi, l’abbandono da parte degli abitanti;
tale caratteristica lo rende particolarmente interessante nei lavori di prevenzione per i quali sono
previsti incentivi fiscali, come il superbonus.
Le prime applicazioni dell’isolamento sismico nell’adeguamento di edifici esistenti risalgono agli anni ’80 del
XX secolo. Molte furono le applicazioni in Giappone e in California, dove a seguito del forte terremoto di
Loma Prieta del 1989, molti edifici pubblici, spesso di interesse storico, sono stati adeguati mediante
isolamento sismico. Tra le principali applicazioni, si ricorda la City Hall di San Francisco, dove fu realizzato
un taglio al livello dell’estradosso delle fondazioni, affidando temporaneamente il compito di sostenere il
peso della sovrastruttura a martinetti idraulici. Sotto ogni pilastro furono collocati uno o più isolatori
sismici. Al di sopra del sistema di isolamento fu realizzato un solettone rigido nel suo piano.

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In Italia, le prime applicazioni hanno riguardato due strutture in c.a., l’edificio di via Latini a Fabriano,
seriamente danneggiato dal terremoto umbro-marchigiano del 1997, e il Centro Polifunzionale al Rione
Traiano a Napoli, la cui costruzione era iniziata prima del terremoto campano-lucano del 1980 ma poi
interrotta. Nel primo caso i dispositivi sono stati inseriti tra la fondazione esistente e una nuova fondazione
al di sotto della precedente, nel secondo lungo i pilastri del primo livello previo taglio degli stessi. Diverse
interessanti applicazioni sono state realizzate nella ricostruzione a seguito del terremoto dell’Aquila del
2009 sia su edifici in c.a. sia in muratura.

CRITERI DI ISOLAMENTO SISMICO DI EDIFICI IN MURATURA


Prima di descrivere l’applicazione dell’isolamento sismico a edifici in muratura esistenti, val la pena
ricordare alcuni aspetti di carattere generale sull’utilizzo dell’isolamento sismico negli edifici in muratura.
In un edificio in muratura portante le pareti trasferiscono le azioni cui sono soggette alla fondazione lungo
la loro intera lunghezza mentre gli isolatori impongono una discretizzazione di questo appoggio continuo.
Pertanto, negli edifici di nuova realizzazione, va realizzata una struttura molto rigida, in genere in c.a., alla
base delle pareti del primo livello, capace di assorbire localmente le azioni trasmesse dalla sovrastruttura e
di trasferirle a un numero limitato di dispositivi di isolamento, disposti negli incroci tra le pareti e in altri
punti intermedi se necessario. Gli isolatori, a loro volta, trasferiscono le azioni alla sottostruttura, anch’essa
in c.a. e sufficientemente rigida (Figura 1).

Figura 1. Disposizione degli isolatori agli incroci delle pareti.


Per quanto riguarda la posizione degli isolatori, è bene che siano disposti al livello più basso, al fine di
proteggere la più ampia porzione possibile in elevazione. È bene, inoltre, disporli in sommità al piano scelto
in modo che le pareti di tale piano non subiscano spostamenti relativi rispetto al pavimento limitando
l’utilizzo dello spazio adiacente alle pareti stesse (Figura 2).
Le problematiche evidenziate influenzano anche le scelte negli interventi su edifici esistenti, che possono
essere classificati in:
- interventi con taglio delle pareti murarie;
- interventi in fondazione.
Nel primo caso vanno realizzati due cordoli ad una certa altezza delle pareti, tra i quali si inseriscono i
dispositivi di isolamento. Nel secondo si realizza un cordolo superiore, che in pratica sostituisce la
fondazione esistente, quasi mai in c.a., e dei plinti inferiori, che possono essere collegati tra loro con
opportune travi. Gli isolatori vanno inseriti tra i plinti e il cordolo. In entrambi i casi si opera per piccoli
sottocantieri, ossia intervenendo su piccole parti dell’edificio alla volta. Nel seguito sono illustrati alcuni casi
significativi.

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(a) (b)
Figura 2. Possibili disposizioni degli isolatori: (a) in sommità e (b) al piede delle pareti.

APPLICAZIONI

Edificio scolastico a Vanadzor, Armenia


L’edificio scolastico di Vanadzor, in Armenia, non aveva un’adeguata capacità sismica ma la struttura aveva
superato pressoché indenne il terremoto del 1988 (Melkumyan, 2011) e si decise di adeguarla
sismicamente intervenendo al livello del piano interrato, con inserimento di isolatori sismici previo taglio
delle pareti (Figura 3). Furono realizzati due cordoli a sandwich che, in corrispondenza dei dispositivi,
diventano a tutta larghezza della muratura. In dettaglio, le fasi esecutive furono le seguenti (Figura 4):

Figura 3. Edificio scolastico a Vanadzor (foto M. Melkumyan).

- realizzazione di vani (uno per volta) all’interno della muratura in corrispondenza delle posizioni
nelle quali sarebbero poi stati inseriti gli isolatori;
- all’interno del vano, predisposizione dell’armatura del cordolo inferiore, di spessore maggiore
rispetto alla parete muraria, al fine di predisporre l’armatura di attesa a sandwich sulle pareti
murarie tra un vano e il successivo;
- installazione dell’isolatore, mediante la predisposizione di una dima, adeguatamente fissata
all’armatura del cordolo inferiore;
- getto del calcestruzzo del cordolo inferiore, per tutto il tratto all’interno del vano;
- all’interno del vano, predisposizione dell’armatura del cordolo superiore, di spessore maggiore
rispetto alla parete muraria, al fine di predisporre l’armatura di attesa a sandwich sulle pareti
murarie tra un vano e il successivo;
- getto del calcestruzzo del cordolo superiore, per tutta il tratto all’interno del vano;
- inserimento dell’armatura sulle pareti in continuità con quella di attesa, tra un vano e il successivo,

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e realizzazione dei cordoli a sandwich sia superiori che inferiori;
- taglio orizzontale della muratura tra i due cordoli sandwich, in modo da separare definitivamente la
sovrastruttura dalla sottostruttura.

Figura 4. Edificio scolastico a Vanadzor: fasi esecutive (M. Melkumyan)

Progetto di adeguamento sismico del Museo Nazionale di Tehran


Il Museo Nazionale di Tehran, progettato dall’architetto Andrè Godard con struttura moderna e facciata
ispirata all’architettura preislamica del periodo sasanide e completato nel 1936, è ritenuto parte del
patrimonio culturale della capitale iraniana. L’edificio, che contiene esposti numerosi resti dell’antica
Persepoli (Figura 5), è lungo circa 100 m e largo circa 50 m, è composto da tre parti rigidamente connesse
tra loro e con fondazioni a livelli diversi:
- un blocco sud che contiene l’ingresso principale ad arco, con un piano terra e un piano in
elevazione;
- la sala principale con due cortili centrali, su tre livelli, un piano terra e due in elevazione;
- un blocco nord, contenente uffici, con un piano terra e quattro piani in elevazione.

Figura 5. Iran Bastan Museum.


L’analisi della vulnerabilità sismica aveva fornito un valore dell’accelerazione al suolo pari a 0.024g in
corrispondenza dell’innesco del danno e un valore di 0.24g in corrispondenza del collasso (Santini et al.
2007, Clemente et al. 2009), valori notevolmente inferiori rispetto al valore dell’accelerazione orizzontale al
suolo per il sito in esame, pari a 0.5g (sottosuolo tipo C), suggerito dal Geotechnical Engineering Research
Center of the International Institute of Earthquake Engineering and Seismology (IIEES) per una probabilità
del 10% di superamento in 50 anni.
Il valore storico dell’edificio e, soprattutto, quello del suo contenuto richiedono il raggiungimento di un
elevatissimo grado di sicurezza. Pertanto si è pensato all’inserimento di un sistema di isolamento sismico

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alla base (Figura 6). Il progetto strutturale (P. Clemente, A. Santini e M. Ashtiany) ha previsto interventi
tradizionali preliminari, necessari per eliminare alcuni difetti strutturali, senza alterare le caratteristiche
architettoniche e funzionali dell’edificio, con i quali la capacità strutturale è risultata incrementata fino a un
valore corrispondente a un’accelerazione spettrale di 0.15g. Su tali basi è stato progettato il sistema di
isolamento sismico e, al fine di limitare gli spostamenti, sono stati previsti isolatori elastomerici con inserti
in piombo, che hanno consentito di assumere uno smorzamento pari al 25% di quello critico. In assenza di
riferimenti su valori di accelerazione con probabilità di superamento inferiori, per la verifica degli isolatori
sono stati assunti i valori spettrali relativi alla probabilità di superamento del 10% in 50 anni, amplificati per
un fattore 1.2.

Figura 6. Museo Nazionale di Tehran: posizione dei dispositivi di isolamento.


L’intervento progettato prevede la realizzazione di due cordoli di fondazione al di sotto della fondazione in
muratura esistente. Il cordolo superiore è a diretto contatto con la sovrastruttura, quello inferiore poggia
sul terreno e costituisce la nuova fondazione. Tra i due cordoli vanno inseriti i dispositivi di isolamento. Il
cordolo superiore ha, pertanto, il compito di trasferire le azioni delle pareti ai singoli dispositivi di
isolamento, quello inferiore il compito di trasferire al terreno i carichi degli isolatori. È ovvio che la
realizzazione deve prevedere un’accurata organizzazione dei lavori in sottocantieri. Al riguardo, per
semplificare le operazioni di messa in opera, è stato previsto un numero elevato di dispositivi (347) di cui
100 isolatori in elastomero e acciaio con inserti in piombo e 247 isolatori a scorrimento. Essi sono stati
disposti in modo da ottimizzare il comportamento dinamico del complesso, ossia in modo da avere i primi
modi di pura traslazione con massa partecipante prossima a quella totale. Il periodo di vibrazione isolato è
risultato pari a 2.40 s, lo spostamento massimo pari a 400 mm. L’analisi modale, eseguita mediante un
modello a elementi finiti, ha confermato la bontà della disposizione e la verifica sismica ha fornito ottimi
risultati (Figura 7).

Figura 7. Iran Bastan Museum: forme modali

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Villa La Silvestrella, L’Aquila
La Silvestrella, una villa costruita agli inizi del XX secolo, caratterizzata da elementi liberty abbinati ad
elementi neo-gotici e neorinascimentali, si sviluppa su tre livelli fuori terra e, soltanto per una porzione
limitata, presenta un piano interrato. La torretta presenta anche un quarto piano fuori terra (Figura 8).
La struttura era stata fortemente danneggiata dal sisma del 2009, dimostrandosi estremamente vulnerabile
alle azioni sismiche. Molte delle pareti del piano primo e del piano secondo sono in falso e non in
prosecuzione di quelle del piano terra facendo intuire che la struttura non è stata concepita per sopportare
azioni sismiche. Il rilievo della struttura ha consentito di rilevare le tipologie di murature presenti e i
principali dettagli costruttivi. Le pareti principali dell’edificio sono in muratura in pietrame disordinata,
mentre le colonne del porticato sono realizzate in mattoni pieni; le pareti perimetrali presentano inoltre
una cortina decorativa esterna realizzata prevalentemente in mattoni pieni. Non è stato possibile eseguire
prove in situ, anche solo limitatamente invasive, per la presenza di pareti decorate e di tessuti e carta da
parati; pertanto si è raggiunto soltanto un livello di conoscenza minimo (LC1). Sulla base di tali conoscenze,
l’analisi strutturale ha fornito un indice di sicurezza sismico pari a 0.37.

Figura 8. Villa Silvestrella, L’Aquila (foto R. Vetturini). Figura 9. Esploso assonometrico (R. Vetturini).

L’impossibilità di perseguire un indice di sicurezza sismico accettabile con tecniche tradizionali che
rispettassero la concezione architettonico strutturale, ha spinto a considerare un intervento con isolamento
sismico alla base (Figura 9). L’intervento è consistito nella realizzazione di due livelli di sottofondazione:
quello superiore, a diretto contatto con la sovrastruttura e consistente in un cordolo in c.a. di rigidezza e
resistenza sufficiente per trasferire agli isolatori il carico trasmesso dalla parete sovrastante; quello
inferiore, a diretto contatto con il terreno di fondazione e composto da plinti in c.a., in corrispondenza degli
isolatori, collegati tramite travi in c.a., in grado di trasferire al terreno i carichi degli isolatori. Tra le due
fondazioni sono stati inseriti i dispositivi di isolamento (Progetto strutture: Ingenium Srl, R. Vetturini;
Impresa: Giancarlo Mariani Restauri Srl, Ascoli Piceno; Fornitura e installazione isolatori: FIP Industriale SpA
Selvazzano Dentro). Le fasi esecutive sono state le seguenti:
- realizzazione di interventi di riparazione degli elementi strutturali murari più precari e delle opere
di tirantatura, al fine di limitare i rischi durante i lavori ed equilibrare le spinte di archi e puntoni;
- puntellamento degli impalcati e suddivisione in sottocantieri dell’intero edificio;
- scavo (Figura 10) e esecuzione del cordolo in calcestruzzo armato di sottofondazione per l’intero
edificio, che conferisce anche garanzie di una distribuzione sufficientemente uniforme delle
sollecitazioni al piede delle pareti (Figura 11);
- realizzazione di una seconda opera di sottofondazione più profonda, costituita da plinti (o baggioli

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di appoggio) e delle porzioni della futura platea, operando sempre per sottocantieri (Figura 12); in
tali elementi sono stati predisposti fori di alloggio per ospitare successivamente l’isolatore e le
relative boccole di fissaggio;
- posa in opera degli isolatori (operando per sottocantieri non adiacenti tra loro), avvitandoli alla
contropiastra superiore ed inserendo dei martinetti piatti a perdere al di sotto dei dispositivi stessi;
- iniezione di resina epossidica nei martinetti (operando per sottocantieri non adiacenti tra loro), con
trasferimento del carico della struttura superiore all’isolatore e messa in pressione della nuova
fondazione; in tal modo si sono eliminate le probabilità di cedimenti differenziali in fondazione
dovute alla realizzazione per sottocantieri dell’intervento.
- getto di completamento delle parti residue di platea armata che costituisce l’elemento di
collegamento rigido tra tutti i plinti e la base dei dispositivi di isolamento (Figura 13);
- posa in opera di un solaio in acciaio e lamiera grecata che ripristinerà il piano di calpestio al di sotto
del quale rimarrà il vano tecnico per la manutenzione e controllo degli isolatori e rappresenta il
piano rigido al di sopra del piano di scorrimento.

Figura 10. Villa Silvestrella: scavo per cantieri e Figura 11. Villa Silvestrella: esecuzione sottofondazione
puntellazione (R. Vetturini). in c.a. per canteri e posizionamento dime superiori per
isolatori (R. Vetturini).

Figura 12. Villa Silvestrella: scavo per cantieri e Figura 13. Villa Silvestrella: esecuzioni fasi precedenti per
esecuzione platea nervata (R. Vetturini). tutti gli isolatori e realizzazione solaio in lamiera grecata
e soletta in c.a. (R. Vetturini).

Sono stati utilizzati 61 isolatori elastomerici (Ke = 0.51 kN/mm, dE = 250 mm, V = 1200 kN) e 23 isolatori a
scorrimento (dE = 250 mm, V = 1200 kN). Le distanze ridotte tra i dispositivi (2.5  3.5 m) hanno facilitato le

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lavorazioni di sottofondazione, evitando opere di cordolatura di sottofondazione troppo ingombranti e
onerose.
.

Emiciclo, L’Aquila
Il Palazzo dell’Esposizione, ex Chiesa e Convento di S. Michele in L’Aquila, fu costruito nel XVII secolo e
riconvertito su progetto dell'architetto Carlo Waldi nel 1888, cui si deve la riconfigurazione del prospetto ad
Emiciclo, nome con cui è conosciuto attualmente. Si tratta di una struttura in muratura molto complessa
planimetricamente e di notevole estensione. L’edificio, che ospitò successivamente l’Esposizione Universale
a L’Aquila, è oggi sede del Consiglio Regionale d’Abruzzo (Figura 14).

Figura 14. Palazzo dell’Esposizione: pianta (R. Vetturini).


La struttura presenta diversi punti di vulnerabilità; infatti, il terremoto dell'Aquila del 2009 ha danneggiato
gravemente l'intero complesso, soprattutto alle estremità del porticato e nell'ex navata della chiesa. Si è
reso, pertanto, necessario un importante intervento strutturale, consistito nella realizzazione di due livelli
di sottofondazione: un cordolo superiore in c.a., a diretto contatto con la sovrastruttura, e plinti inferiori in
c.a., in corrispondenza degli isolatori, collegati tramite travi in c.a.. Tra le due fondazioni sono stati inseriti i
dispositivi di isolamento. L’adozione dell’isolamento sismico ha consentito di rifunzionalizzare gli spazi
interni e la correlazione tra i vari edifici istituzionali, recuperando un rapporto con l’esterno degli edifici
stessi, nel pieno rispetto del complesso monumentale, che i due edifici ed il parco circostante
rappresentano per la città di L’Aquila, contribuendo anche alla loro valorizzazione (Progetto strutture:
Ingenium Srl, R. Vetturini, consulenza A. Borri; Impresa: ATI – Rosa Edilizia, Ricci Costruzioni, Elettroidraulica
Silvi; Fornitura isolatori: SOMMA Roma).
L’isolamento sismico (Figura 15) ha consentito di coniugare i requisiti di conservazione, ossia di rispetto
delle caratteristiche storiche e monumentali, con quelle di sicurezza, richiesta per una struttura con scopi di
protezione civile. Il sistema è composto da 61 isolatori elastomerici (Ke = 1.53 kN/mm, dE = 300 mm), 45

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isolatori a scorrimento (Vd = 2500 KN, dE = 300 mm) e 8 isolatori a scorrimento (Vd = 3000 KN, dE = 300
mm). Le fasi esecutive sono state le seguenti (Figura 16):
- esecuzione dello scavo e rimozione del terreno all’interno dei vani del fabbricato, per circa due
metri dal piano terra;
- operando su porzione limitate, rimozione di una parte delle fondazioni e del terreno sottostante le
pareti stesse dell’edificio.
- operando sempre su porzione limitate, realizzazione di due nuove fondazioni, la prima solidale con
il terreno, la seconda, al di sopra di questa, alla base della parete in muratura;
- inserimento tra le due fondazioni dei dispositivi di isolamento;
- costruzione di un nuovo solaio che copre il piano di isolamento.
Per il colonnato, ad esempio, si è proceduto ad una prima opera di fondazione nelle parti presenti tra le
colonne, sulle quali sono stati posizionati i puntellamenti dei solai sovrastanti e delle stesse colonne. Si è
quindi proceduto allo scavo al di sotto di queste strutture temporaneamente “sospese” e sono state
completate le opere di fondazione e di inserimento degli isolatori. L’intervento prevedeva anche
l’eliminazione dell’ex sala Michetti, riconvertita a chiostro e per la quale è stata conservata la copertura
reticolare spaziale, sostituita da una nuova sala Auditorium ipogea, sotto la piazzetta davanti al colonnato
con solaio di copertura isolato sismicamente.

Figura 15. Palazzo dell’Esposizione: sezioni e esploso assonometrico (R. Vetturini).

(a) (b)
Figura 16. Palazzo dell’Esposizione: (a) fondazione alla base di una parete, (b) fondazione alla base del colonnato (R.
Vetturini).

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La Torre Civica di Rieti
La torre civica di Rieti (Figura 17), costruita nel 1940 su progetto dell’arch. Giovanni Battistrada, sul fianco
destro del Palazzo Comunale dove sorgeva il vecchio albergo della Croce Bianca, legata e ammorsata al
fabbricato originale, è alta 32 m circa, presenta una pianta a forma rettangolare e si sviluppa su otto livelli
fuori terra oltre uno interrato. Il piano terra è alto circa 7.5 m; il primo piano è circa 4.5 m; segue un
mezzanino di 2.3 m e, quindi, i piani secondo, terzo, quarto e quinto, tutti alti circa 3.7 m; infine il
sottotetto è alto circa 3.4 m. La struttura portante è di tipo misto, con pareti perimetrale in muratura di
mattoni pieni con rivestimento in travertino e quattro pilastri interni in c.a..
La struttura è stata oggetto di lavori di miglioramento sismico, che hanno previsto la sostituzione della
copertura esistente con una di nuova realizzazione e l’inserimento di uno smorzatore sismico a massa
accordata (tuned mass damper, TMD) all’ultimo piano utilizzando degli isolatori elastomerici, previa
demolizione controllata della struttura ivi esistente (Progetto strutture: A. Cecilia; Impresa: SEA Roma;
Fornitura isolatori: SOMMA Roma). Come è noto, un TMD consente il controllo delle vibrazioni con
conseguente riduzione delle stesse. Le opere realizzate, inoltre, sono di modesto impatto sulla struttura
esistente (Figura 18).

Figura 17. La Torre Civica di Rieti.


Sono state fatte varie ipotesi sulla struttura della torre, con particolare riferimento al grado di vincolo al
corpo principale del palazzo comunale. La situazione più gravosa, e ritenuta più vicina alla realtà, è quella
della totale solidarizzazione tra i due corpi, con un periodo proprio della torre di circa a 0.5 s.
Sono stati utilizzati 4 isolatori elastomerici (Ke = 0.50 kN/mm, dE = 200 mm) che hanno conferito al TMD un
periodo proprio di circa 2 s. Per quanto riguarda la valutazione dell’indice di sicurezza è stato considerato
sia il modello con la sola torre, semplicemente vincolata al fabbricato esistente, sia l’intero complesso. Il
TMD sulla torre forniva un contributo notevole al miglioramento, limitando l’ampiezza delle oscillazioni,
come dimostrato anche sperimentalmente durante la sequenza sismica cha ha interessato l’Italia centrale a
partire dall’agosto 2016. L’intervento è stato eseguito attraverso le seguenti fasi:
- demolizione con pinza idraulica del solaio di copertura, delle travi di sommità e dei quattro pilastri
dell’ultimo livello;
- intervento di rinforzo sul solaio di imposta degli isolatori;
- realizzazione del cordolo sulle murature perimetrali, avente anche il compito di evitare il
ribaltamento delle pareti dell’ultimo livello, non più vincolate dal solaio;
- posizionamento dei quattro isolatori elastomerici;
- costruzione della struttura a traliccio metallico formata da tubi in acciaio, schematicamente
illustrata in Figura 19;

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- getto della soletta in cemento armato della copertura separata dalle pareti perimetrali (Figura 20).

Figura 18. Torre Civica di Rieti: dettaglio della nuova copertura (Somma).

Figura 19. Torre Civica di Rieti: schema della nuova copertura Figura 20. Torre Civica di Rieti: struttura a traliccio
(Somma) con soletta di copertura (Somma).

CONCLUSIONI
L’isolamento sismico costituisce una tecnica matura per un’applicazione su larga scala anche in edifici in
muratura esistenti, garantendo un grado di sicurezza ben maggiore rispetto alle tecniche tradizionali.
Pertanto, laddove applicabile, rappresenta una soluzione ottimale per attuare un serio programma di
prevenzione sismica, aspetto imprescindibile per un efficace piano di ripresa e resilienza.

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