Sei sulla pagina 1di 8

Indagine sismica su un aggregato in muratura nel

centro storico di un comune napoletano

AUTORE: Antonio Formisano, Professore Associato di Tecnica delle Costruzioni, Dipartimento di Strutture per
l’Ingegneria e l’Architettura, Università di Napoli Federico II

INCIPIT/ABSTRACT
La memoria ha il compito di indagare la vulnerabilità sismica degli aggregati in muratura
appartenenti al comune di Bacoli in provincia di Napoli attraverso una procedura di analisi
combinata teorico-numerica applicata ad un caso di studio. Le analisi numeriche, di tipo pushover,
eseguite sull’aggregato esaminato sono state utilizzate per tracciare le curve di capacità delle unità
di testa, d’angolo e di quelle intermedie tenendo conto sia dei carichi derivanti dalle unità adiacenti
che il contributo di resistenza e rigidezza fornito all’unità strutturale considerata dalle presenza delle
pareti delle strutture vicine.
E’ stato inoltre intrapreso uno studio teorico per valutare i periodi di vibrazione delle unità strutturali
in aggregato attraverso il confronto con i valori ottenuti per le singole unità considerate come
costruzioni isolate. In conclusione, i risultati numerici ottenuti sono stati confrontati con quelli
derivanti da una procedura di analisi speditiva con lo scopo di trovare un rapporto tra periodi di
vibrazione e indici di vulnerabilità.

Parole chiave: vulnerabilità sismica, analisi speditiva, modello meccanico, periodi di vibrazione,
aggregati edilizi in muratura.

Introduzione
Il costruito dei centri storici della nostra penisola è sempre stato non solo una risposta nel corso del tempo
al fabbisogno abitativo, ma anche la testimonianza di secoli di civiltà e cultura e può essere considerato una
risorsa turistica ed economica insostituibile. Gli edifici in muratura rappresentano gran parte del patrimonio
edilizio italiano e sono stati spesso progettati per sopportare solo le azioni dei carichi verticali, senza alcun
rispetto dei criteri di progettazione antisismica. Inoltre, considerando le incertezze sulla loro possibile data
di edificazione e sulle caratteristiche meccaniche dei materiali costituenti, l’analisi del comportamento
sismico di tali costruzioni viene solitamente effettuata sulla base di dati e criteri poco chiari. In tale contesto,
emblematico è il caso degli aggregati edilizi, che rappresentano i simboli distintivi dei centri storici italiani [1]
edificati in epoche diverse secondo differenti principi progettuali. L'attuale normativa antisismica italiana non
prevede un metodo di calcolo ben codificato per prevederne il comportamento in campo non lineare. Di
contro, considerando che nel corso degli ultimi terremoti si sono verificati crolli e ingenti danni ai complessi

1
edilizi in aggregato [2, 3], i ricercatori scientifici nel campo dell'Ingegneria Strutturale e Sismica devono
prestare particolare attenzione a questa tematica di grande attualità. Per tale motivo, in questo lavoro è stata
messa a punto una semplice metodologia per prevedere la risposta sismica degli aggregati in muratura.
Siccome gli edifici, originariamente eretti come costruzioni isolate, si sono evoluti nel corso degli anni come
agglomerati edilizi complessi, spesso senza alcun rispetto delle norme tecniche ed urbanistiche, il metodo di
calcolo implementato è stato sviluppato in primo luogo estrapolando le singole unità strutturali (US)
costitutive e, successivamente, considerando le interazioni tra esse. La tecnica di analisi messa a punto viene
in questa sede illustrata con riferimento ad un aggregato edilizio preso come caso di studio all'interno del
centro storico di Bacoli in provincia di Napoli. Dopo aver desunto, tramite la scheda di rilievo CARTIS [4], le
informazioni necessarie per la conoscenza geometrico-meccanica dell’aggregato di interesse, sono state
effettuate analisi sismiche di tipo speditivo e numerico. Il primo approccio deriva dalla procedura proposta
nel 1984 da Benedetti e Petrini [5], che è stata recentemente estesa per considerare specificatamente le
interazioni tra le unità strutturali degli aggregati storici [6, 7, 8]. La seconda procedura ha previsto invece
l'applicazione del programma di calcolo 3Muri [9], utilizzato per eseguire analisi statiche non lineari. Con
quest'ultimo approccio di analisi, modellando l'intero aggregato, è stato possibile valutare l'indice di
vulnerabilità sismica, nonché il periodo di vibrazione, delle singole unità strutturali integrate nel complesso
edilizio ai fini della verifica sismica.

La scheda CARTIS applicata ad un comparto di Bacoli


Il centro storico di Bacoli, situato in provincia di Napoli, si è notevolmente ampliato a partire dal dopoguerra,
raggiungendo la sua massima espansione soprattutto negli anni '80. Esso è costituito principalmente da
edifici in muratura: i più antichi sono inseriti in complessi edilizi aggregati staticamente e sismicamente
dipendenti gli uni dagli altri, mentre quelli più recenti sono configurati come strutture isolate.
La scheda CARTIS, elaborata dal Centro di ricerca PLINIVS nell’ambito del progetto di ricerca DPC-ReLUIS [4],
è impiegata per la caratterizzazione tipologico - strutturale degli edifici ordinari ed è finalizzata alla rilevazione
delle tipologie edilizie prevalenti nell'ambito di aree comunali o sub - comunali, detti comparti, edificate in
uno stesso orizzonte temporale.
La compilazione della scheda deve seguire un percorso preciso di acquisizione delle informazioni, che
vengono ottenute sulla base di interviste a uno o più tecnici locali aventi un'esauriente conoscenza del
territorio in esame.
La scheda risulta suddivisa nelle seguenti quattro sezioni:
 Sezione 0: individuazione del comune con focus sul settore di studio;
 Sezione 1: individuazione di ciascuna delle principali tecnologie e tipologie strutturali rilevate
all'interno del comune;
 Sezione 2: individuazione delle caratteristiche generali delle categorie di edifici identificate;
 Sezione 3: caratterizzazione degli elementi strutturali.
Nel presente lavoro è stato indagato il comparto illustrato in Figura 1a. In tale settore di studio il 60% delle
strutture in muratura sono distribuite secondo una configurazione isolata, mentre il restante 40% è
raggruppato in aggregati strutturali, dove le costruzioni interagiscono tra loro sotto azioni sismiche.
I parametri caratterizzanti le costruzioni ubicate nel comparto esaminato sono: piani totali (inclusi i
seminterrati) pari a quattro, altezza media di piano compresa tra 3,50 m e 6,00 m, altezza media del piano
terra compresa tra 3,50 m e 5,00 m. La superficie media in pianta degli edifici è pari a 170 mq e il periodo di
costruzione degli edifici è anteriore al 1860. Per quanto riguarda la muratura, la tipologia più comunemente
riscontrata è costituita da pietre squadrate regolari con uno spessore medio di 80 cm. Le pareti in muratura
presentano idonei collegamenti trasversali (diatoni), mentre sono assenti contrafforti e catene o tiranti. I

2
solai sono rigidi o semirigidi: i primi, in percentuale maggiore, sono solai latero-cementizi con travetti
prefabbricati o gettati in opera, mentre i secondi si configurano come solai misti acciaio-laterizi.
Le strutture in cemento armato del comparto hanno una tipologia costruttiva con telai disposti in una sola
direzione con pareti di tamponamento e senza giunti sismici.
Le coperture sono generalmente piane in cemento armato, sotto forma di terrazze praticabili, o a volte in
muratura. La percentuale di aperture sulla superficie delle facciate è compresa tra il 20% e il 29%. Tale
percentuale si abbassa fino al 10% al piano terra. Il 70% degli edifici risulta essere regolare sia in pianta che
in elevazione. La tipologia predominante delle scale è quella con travi a ginocchio e gradini a sbalzo. Le
fondazioni, di tipo superficiale, sono plinti isolati con o senza travi di collegamento.

a) b)
Figura 1 – Il comparto oggetto di interesse (a) e l’aggregato edilizio investigato (b).

Il caso studio
L'aggregato edilizio individuato come caso studio (Fig. 1b), situato nel comparto del centro storico di Bacoli
analizzato nel precedente paragrafo, è composto da sei US (Fig. 2) che danno luogo ad una configurazione
sostanzialmente “in linea”.

Figura 2 – Suddivisione dell’aggregato edilizio di interesse in unità strutturali (b).

Il modello a macroelementi dell'aggregato edilizio è stato sviluppato mediante il software 3Muri, come
illustrato nella Figura 3a.
 L'edificio n. 1 (Fig. 3b) ha forma rettangolare e si sviluppa su tre piani fuori terra con muratura di
blocchi di tufo ben organizzati. La struttura, che appare come la più imponente dell'aggregato, si
presenta in ottime condizioni, essendo stata sottoposta in passato ad interventi di ristrutturazioni e
consolidamento. I solai sono realizzati con struttura latero-cementizia, mentre il tetto piano non
risulta praticabile.
 L'edificio n. 2 (Fig. 3c) ha una forma poligonale con un numero consistente di aperture prospicienti
la strada. La struttura è costituita da muratura di tufo in buone condizioni di conservazione. I solai e
la copertura sono analoghi a quelli dell'edificio n. 1.

3
 L'edificio n. 3 (Fig. 3d) ha forma rettangolare ed occupa una posizione sostanzialmente baricentrica
nell'aggregato. La struttura, realizzata con pietre in muratura di tufo in buono stato manutentivo,
presenta una scala aperta centrale.
 L'edificio n. 4 (Fig. 3e) ha forma poligonale e rappresenta l'unità strutturale dell'aggregato con la
pianta più articolata. La facciata opposta a quella prospiciente la strada mostra una serie di
rientranze. La tipologia di muratura è analoga a quella costituente le precedenti strutture verticali
portanti.
 L'edificio n. 5 (Fig. 3f) ha una forma planimetrica con asse di sviluppo longitudinale inclinato rispetto
alla configurazione in linea dell'aggregato. Ha forma regolare con struttura verticale realizzata con
pietre di tufo in buono stato di conservazione.
 L'edificio n. 6 (Fig. 3g) è la più piccola unità strutturale che occupa una posizione d'angolo
nell'aggregato. Tale unità è diversa dalle altre, in quanto si sviluppa su soli due livelli fuori terra, ed è
costituita da una struttura in muratura in ottime condizioni manutentive.

b) c) d)

a)

e) f) g)
Figura 3 – Modello 3Muri dell'aggregato edilizio (a) e identificazione delle sei unità strutturali (da b a g).

L’analisi speditiva
La procedura speditiva di valutazione della vulnerabilità sismica degli aggregati edilizi in muratura si basa
sulla scheda sviluppata da Benedetti e Petrini nel 1984. La procedura consiste nell'attribuire un punteggio fra
quelli rappresentativi di quattro classi dii vulnerabilità (A - B - C – D, con vulnerabilità crescente da A verso D)
a dieci parametri indicativi delle caratteristiche geometriche e meccaniche degli edifici investigati. Ad ogni
parametro viene assegnato un peso w, la cui entità è funzione della maggiore o minore influenza che lo stesso
parametro ha sulla vulnerabilità complessiva della struttura.
Inoltre, al fine di considerare le interazioni sismiche tra le costruzioni in aggregato durante il terremoto, alla
scheda originale sono stati aggiunti ulteriori cinque parametri. Tali parametri tengono conto delle interazioni
in pianta ed in elevazione tra le unità adiacenti, della presenza e del numero di solai sfalsati tra le costruzioni,
che danno luogo ad effetti di martellamento durante il sisma, dell'eterogeneità tipologica e/o strutturale tra
gli edifici aggregati e, infine, della differenza tra le percentuali di aperture tra le facciate degli edifici contigui.
La scheda estesa di Benedetti e Petrini con l’inserimento dei suddetti parametri che considerano
l’appartenenza dell’US all’aggregato edilizio è visibile in Tabella 1. L'applicazione di questa nuova scheda di
vulnerabilità concepita per gli aggregati storici è mostrata in [10, 11, 12].
Pertanto, per ciascuna US, l'indice di vulnerabilità IV è calcolato come somma dei punteggi relativa alla classe
individuata per ciascun parametro moltiplicati per i rispettivi pesi. Gli indici di vulnerabilità ottenuti per tutte
le US vengono normalizzati in una scala che va da 0 a 1, dando origine ai valori Iv,norm (vedi Tabella 2).

4
Tabella 1 – Scheda di vulnerabilità sismica per unità strutturali di aggregati edilizi dei centri storici.

Punteggio classe (s)


N. Parametro Peso (w)
A B C D
1 Organizzazione delle strutture verticali 0 5 20 45 1.00
2 Natura delle strutture verticali 0 5 25 45 0.25
3 Ubicazione dell'edificio e tipo di fondazione 0 5 25 45 0.75
4 Distribuzione degli elementi resistenti in pianta 0 5 25 45 1.50
5 Regolarità planimetrica 0 5 25 45 0.50
6 Regolarità in elevazione 0 5 25 45 0.50÷1.00
7 Tipologia solai 0 5 25 45 0.75÷1.00
8 Coperture 0 15 25 45 0.75
9 Dettagli 0 5 25 45 0.25
10 Condizione fisica 0 5 25 45 1.00
11 Presenza di fabbricati adiacenti di diversa altezza -20 0 15 45 1.00
12 Posizione dell'edificio nell'aggregato -45 -25 -15 0 1.50
13 Numero di piani sfalsati 0 15 25 45 0.50
14 Eterogeneità strutturale o tipologica tra unità -15 -10 0 45 1.20
strutturali adiacenti
15 Differenza percentuale di aperture tra facciate -20 0 25 45 1.00
adiacenti

Tabella 2 – Indici di vulnerabilità normalizzati delle unità strutturali dell’aggregato di studio.

US 1 2 3 4 5 6
Iv,norm 0.24 0.19 0.18 0.29 0.20 0.27

Analisi ai macroelementi
Il comportamento sismico dell'aggregato edilizio è stato studiato mediante analisi statiche non lineari
eseguite tramite il programma di calcolo 3Muri. Dopo aver valutato la risposta sismica delle unità isolate (UI)
lungo le principali direzioni di analisi, sono stati valutati i comportamenti delle unità incluse nell'aggregato
(UA), analogamente a quanto eseguito in lavori passati [13]. In particolare, la risposta dell’UA è stata ottenuta
step-by-step considerando come spostamento med il valore medio degli spostamenti degli N nodi superiori
i:

∑ 𝛿𝑖
∆𝑚𝑒𝑑 = 𝑁
(1)

D'altra parte, il taglio alla base V lungo ciascuna delle due direzioni principali viene calcolato come somma
step-by-step delle reazioni vincolari alla base dei maschi Ri di quell'unità strutturale:

𝑉 = ∑𝑖 𝑅𝑖 (2)

La procedura, applicata in questa sede a scopo di esempio all'edificio n. 3, fornisce le curve di pushover
dell'UA mostrate in Figura 4, che presentano tagli alla base maggiori di quelli dell'UI.

5
UA
UA UI
UI

a) b)
Figura 4 – Curve pushover per la US intermedia (n. 3) nelle direzioni X (a) e Y (b).

La valutazione dei periodi di vibrazione dell’US nelle due direzioni principali avviene inserendo nel formato
ADRS le curve di capacità bilineari (Fig. 5).

____ UA ____ UA
____ ____
UI UI

a) b)
Figura 5 – Curve pushover bilineari dell’UA nelle direzioni X (a) e Y (b).

Partendo dalla rappresentazione grafica sopra riportata, note le coordinate del punto (Sa;Sd) che individua il
ramo iniziale della curva, il periodo T* dell'UA si ottiene attraverso la seguente relazione:
𝑆
𝑇 ∗ = √𝑆𝑑 ∙ 4𝜋 2 (3)
𝑎

Il calcolo dei periodi di vibrazione delle UA nelle direzioni X e Y è riportato in Tabella 3.

Tabella 3 - Calcolo dei periodi di vibrazione delle US incluse in aggregato.

Direzione x Direzione y
UA
Sa [m/s2] Sd [m] T* [s] Sa [m/s2] Sd [m] T* [s]
1 3.744 0,0026 0,165 3.744 0,005 0,213
2 3.744 0,0063 0,257 3.744 0,0039 0,202
3 2.620 0,0162 0,493 3.744 0,0023 0,155
4 3.744 0,0082 0,293 3.744 0,0032 0,183
5 3.744 0,0020 0,145 3.744 0,0051 0,231
6 2.500 0,0010 0,125 3.744 0,0013 0,117

Per confrontare i risultati in termini di periodi di vibrazione delle unità strutturali in condizioni isolate rispetto
a quelle in aggregato sono stati sviluppati opportuni istogrammi nelle due direzioni di analisi, come illustrato
in Figura 6.

6
UI UI
UA UA

US US
a) b)
Figura 6 – Confronto dei periodi di vibrazione tra UA e UI nelle direzioni X (a) e Y (b).

Dalla figura sopra riportata si evince che le unità strutturali isolate hanno rigidezza maggiore delle stesse
unità considerate nell’agglomerato edilizio. Inoltre si può dedurre che in direzione X il periodo di vibrazione
cresce per le unità intermedie, mentre in direzione Y il periodo diminuisce per le unità strutturali di testata.
Infine, se si confrontano i periodi di vibrazione precedentemente ottenuti con gli indici di vulnerabilità
derivati dalla scheda di vulnerabilità per aggregati storici, si dimostra come la posizione nell'aggregato
influenzi la vulnerabilità delle US. Si rileva, infatti, che per l’US di testata l'indice di vulnerabilità sismica
aumenta al diminuire del periodo di vibrazione, mentre per l’US intermedia l'indice di vulnerabilità diminuisce
all'aumentare del periodo di vibrazione (Fig. 7).

US
Figura 7 – Confronto tra i periodi di vibrazione e gli indici di vulnerabilità speditivi delle US esaminate.

Conclusioni
Nel presente lavoro è stato studiato il comportamento sismico di unità strutturali isolate ed in aggregato
attraverso un approccio combinato numerico-speditivo applicato ad un caso studio di un aggregato edilizio
di Bacoli, un paese in provincia di Napoli.
I risultati dell'analisi applicata al caso di studio hanno mostrato che le unità isolate hanno rigidezza maggiore
di quella delle stesse unità strutturali considerate nell'aggregato. E’ stato dedotto in particolare che in
direzione longitudinale (X) il periodo di vibrazione cresce per le unità intermedie, mentre in direzione
trasversale (Y) il periodo diminuisce per le unità strutturali di testata. Inoltre, in direzione X le unità di testata
hanno periodi inferiori e, quindi, sono soggette a forze sismiche superiori rispetto alle unità intermedie. In
direzione Y, invece, si ottiene il comportamento opposto: le US di testata n. 1 e 5 sono soggette a forze
sismiche inferiori a quelle delle unità intermedie, mostrando così il benefico effetto dell’appartenenza
all’aggregato.

7
Infine, il confronto tra i periodi di vibrazione e gli indici di vulnerabilità derivanti dalla scheda speditiva di
analisi ha mostrato che per le US di testata l'indice di vulnerabilità sismica aumenta al diminuire del periodo
di vibrazione, mentre si rileva la situazione opposta per le US intermedie.
Nel complesso, i risultati ottenuti, seppure di sicuro interesse tecnico-scientifico, non possono essere
considerati esaustivi e meritano di essere approfonditi ulteriormente. Pertanto, come ulteriori sviluppi della
ricerca, dovrebbero essere eseguite analisi supplementari su altri casi studio, considerando aggregati edilizi
dalle condizioni diversificate di irregolarità planimetriche ed in elevazione, al fine di trovare regole generali
per una valutazione appropriata del comportamento sismico delle singole unità strutturali appartenenti ai
complessi edilizi dei centri storici.

Riferimenti bibliografici

[1] Giuffre,` A. (a cura di). Sicurezza e conservazione dei centri storici: il caso Ortigia , Roma, Bari, Laterza
editore, 1993.
[2] Formisano, A., Di Feo, P., Grippa, M. R., Florio G. L'Aquila earthquake: A survey in the historical centre of
Castelvecchio Subequo, Proc. of the Final COST ACTION C26 Conference: Urban Habitat Constructions under
Catastrophic Events, Naples, Italy, 16-18 September, 2010, pp. 371-376.
[3] Indirli, M., Kouris, L. A., Formisano, A., Borg, R. P., Mazzolani, F. M. Seismic damage assessment of
unreinforced masonry structures after the Abruzzo 2009 earthquake: the case study of the historical centres
of L’Aquila and Castelvecchio Subequo, International Journal of Architectural Heritage 7 (5), 2013, 536-578.
[4] Zuccaro, G., Cacace, F. Seismic vulnerability assessment based on typological characteristics. The first level
procedure “SAVE”, Soil Dynamics and Earthquake Engineering, 69, 2015, 262-269.
[5] Benedetti, D., Petrini, V. Sulla vulnerabilità sismica di edifici in muratura: un metodo di valutazione,
L’industria delle Costruzioni,149, 1984, 66-74.
[6] Formisano, A., Florio, G., Landolfo, R., Mazzolani, F. M. Numerical calibration of a simplified procedure for
the seismic behaviour assessment of masonry building aggregates, Proc. of the 13th International Conference
on Civil, Structural and Environmental Engineering Computing, 2011, paper 172.
[7] Formisano, A., Florio, G., Landolfo, R., Mazzolani, F. M. Numerical calibration of an easy method for
seismic behaviour assessment on large scale of masonry building aggregates, Advances in Engineering
Software, 80, 2015, 116-138.
[8] Formisano, A., Mazzolani, F. M.,Florio, G., Landolfo, R., A quick methodology for seismic vulnerability
assessment of historical masonry aggregates”, Proc. of the Final COST ACTION C26 Conference “Urban
Habitat Constructions under Catastrophic Events”, Naples, 16-18 September, 2015, pp. 577–582.
[9] S.T.A.DATA. 3MURI. “Calcolo sismico delle strutture in muratura secondo il DM 14/01/2008 “Nuove
norme tecniche per le costruzioni”, 2009.
[10] Maio, R., Vicente, R., Formisano A., Varum, H. Seismic vulnerability of building aggregates through hybrid
and indirect assessment techniques, Bulletin of Earthquake Engineering 13 (10), 2015, 2995-3014.
[11] Formisano, A., Mazzolani, F.M., Florio, G., Landolfo, R., De Masi, G., Delli Priscoli, G., Indirli, M. Seismic
vulnerability analysis of historical centres: A GIS application in Torre del Greco, Proc. of the Final COST ACTION
C26 Conference: Urban Habitat Constructions under Catastrophic Events, Naples, Italy, 16-18 September,
2010, pp. 583-588.
[12] Formisano, A. Seismic behaviour and retrofitting of the Poggio Picenze historical centre damaged by the
L'Aquila earthquake, Civil-Comp Proceedings, 2012, paper 99.
[13] Formisano, A., Castaldo, C., Mazzolani, F.M. Non-Linear analysis of masonry building compounds: A
comparison of numerical and theoretical results, Civil-Comp Proceedings, 2013, paper 102.

Potrebbero piacerti anche