Paolo Clemente
ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile
Introduzione
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Figura 1. Il viadotto Somplago sulla Udine-Tarvisio (per gentile concessione di FIP mec).
Un sistema di isolamento sismico consiste in un insieme di dispositivi d'isolamento, posti tra la sottostruttura,
che rimane ancorata al terreno e comprende fondazioni, pile e spalle, e la sovrastruttura, normalmente
costituita dall’impalcato, che rimane sismicamente isolata. L’insieme dei dispositivi costituisce l’interfaccia
d’isolamento. Il sistema d'isolamento comprende gli elementi di connessione e gli eventuali vincoli
supplementari disposti per limitare gli spostamenti orizzontali dovuti ad azioni non sismiche, come il vento.
Al contrario di quanto avviene normalmente negli edifici, la deformabilità orizzontale della sottostruttura è
in genere non trascurabile.
Come per gli edifici, anche per i ponti la sovrastruttura e la sottostruttura devono mantenersi in campo
sostanzialmente elastico anche per le azioni di verifica dello SLU. Un’affidabilità superiore è richiesta al
sistema d’isolamento per il ruolo critico che svolge.
Tra le indicazioni progettuali specifiche per i ponti con isolamento sismico, vanno evidenziate le seguenti:
si possono trascurare gli effetti dell’eccentricità accidentale delle masse,
i giunti di separazione tra le diverse porzioni di impalcato e tra l’impalcato e la sottostruttura devono
essere dimensionati in modo da permettere il corretto funzionamento del sistema d’isolamento,
senza impedimenti al libero spostamento delle parti isolate.
Inoltre, la variabilità spaziale del moto del terreno dovrà essere messa in conto secondo quanto specificato
per ponti non isolati.
Per quanto riguarda le proprietà meccaniche del sistema di isolamento e la modellazione di sottostruttura e
sovrastruttura vale quanto prescritto per gli edifici. L’analisi statica lineare è ammessa se sono soddisfatte le
seguenti condizioni:
a) il sistema d’isolamento può essere modellato come lineare, in accordo con le norme;
b) il periodo equivalente Tis della costruzione isolata ha un valore compreso fra 3Tbf e 3.0 s (Tbf = periodo
della sovrastruttura assunta a base fissa);
c) KV 800 Kesi (KV = rigidezza verticale del sistema di isolamento, Kesi = rigidezza equivalente
orizzontale del sistema di isolamento);
d) il periodo in direzione verticale TV 2 M KV < 0.1 s;
e) nessun isolatore risulta in trazione per l’effetto combinato dell’azione sismica e dei carichi verticali;
f) il sistema resistente all’azione sismica possiede una configurazione strutturale regolare in pianta.
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Ai precedenti requisiti si aggiungono, per i ponti, i seguenti:
lo schema statico è ad impalcati semplicemente appoggiati, oppure lo schema statico è a impalcati
continui con geometria regolare, caratterizzata da: sostanziale rettilineità dell’impalcato, luci uguali,
rapporto massimo tra le rigidezze delle pile inferiore a 2, lunghezza totale dell’impalcato continuo
inferiore a 150 m;
la massa della metà superiore delle pile è inferiore a 1/5 della massa dell’impalcato;
le pile hanno altezza inferiore a 20 m;
in direzione trasversale la distanza tra il centro di rigidezza del sistema di isolamento e il centro di
massa dell’impalcato non è superiore al 5% della dimensione trasversale della sovrastruttura.
In alternativa va utilizzata l’analisi dinamica, lineare o non lineare, quest’ultima da preferire, ed è
obbligatoria, quando il comportamento dei dispositivi non può essere modellato con caratteristiche
equivalenti; non può essere utilizzata, invece, l’analisi statica non lineare.
Per i ponti deve essere condotta, ed è spesso determinante, la verifica dello SLU dei dispositivi di isolamento
e/o dissipazione di energia sottoposti alle combinazioni inerenti le azioni variabili orizzontali (come il vento).
Nel caso di analisi lineare, la domanda sugli elementi strutturali della sovrastruttura e della sottostruttura e
sul terreno deve essere valutata considerando un fattore di comportamento q = 1, con le note regole di
combinazione. Particolare attenzione deve essere posta per evitare il martellamento tra diverse parti tra loro
contigue.
Per quanto riguarda gli aspetti costruttivi, di manutenzione e sostituibilità, e la fase di collaudo non ci sono
prescrizioni aggiuntive rispetto agli edifici.
Nel seguito, si riportano alcune recenti applicazioni di isolamento sismico e sistemi di dissipazione di energia,
prima su ponti di nuova realizzazione, successivamente su ponti esistenti.
Figura 2. Viadotto Rho-Monza in costruzione (per gentile concessione di MATILDI+PARTNERS e FIP mec).
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Figura 3. Viadotto Rho-Monza: isolatore a scorrimento a singola superficie curva durante le prove di qualifica presso il
laboratorio FIP (per gentile concessione di FIP mec).
Figura 4. Viadotto Rho-Monza: particolare della pila con l'isolatore installato, e dell'impalcato in costruzione (per
gentile concessione di MATILDI+PARTNERS e FIP mec).
Figura 5. Viadotto Rho-Monza: pila e particolare con l'isolatore installato (per gentile concessione di
MATILDI+PARTNERS e FIP mec).
La scelta del numero di travi è stata dettata dalle necessità del varo effettuato a spinta con appoggio sulle
travi esterne, mentre la campata principale appoggia solo sulla trave centrale. Sono stati disposti:
sulle pile centrali, un isolatore a scorrimento a singola superficie curva per pila (Raggio = 3100 mm,
attrito 2.5%, Spostamento = ±100 mm, Carico verticale allo SLU = 80 MN),
sulle pile esterne, due isolatori a scorrimento a singola superficie curva per pila (Raggio = 3100 mm,
attrito 2.5%, spostamento = ±100 mm, Carico verticale allo SLU = 22 MN),
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sulle spalle, appoggi multidirezionali a disco elastomerico confinato + guida longitudinale
(spostamento = ±100 mm, Carico verticale allo SLU = 12 MN).
Figura 6. Dissipatori viscosi durante i test (per gentile concessione di FIP mec).
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Sulla sede stradale dell’opera sono stati forniti e installati giunti di dilatazione in gomma armata tipo Multiflex
per escursioni da 160 e 250 mm.
Al fine di accelerare l’apertura al traffico dell’opera, il viadotto è stato varato su appoggi provvisori realizzati
in carpenteria metallica, che sono stati successivamente sostituiti con quelli definitivi mediante sollevamento
dell’impalcato con batterie di martinetti, sempre in presenza di traffico.
Figura 7. Viadotto di Genova Cornigliano: impalcato in c.a.p. e impalcato in acciaio (per gentile concessione di
Freyssinet Products Company Italia).
Figura 8. Viadotto di Genova Cornigliano: isolatore 700x900x120 mm e L’impalcato in acciaio posizionato su isolatori
dielettrici (per gentile concessione di Freyssinet Products Company Italia).
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due hanno carico verticale massimo di 39050 kN e spostamento orizzontale massimo in condizioni
sismiche pari a ± 400 mm.
Il Ponte lungo la Jakarta - Cikampek Highway, nell’isola di Java in Indonesia, è in sistema misto acciaio-
calcestruzzo, con due carreggiate continue di tre campate ciascuna (Figura 11). I dispositivi di appoggio sono
48 isolatori a pendolo scorrevole di cui:
24 con carico verticale massimo pari a 2158 kN e uno spostamento orizzontale massimo di ± 450 mm,
24 con carico verticale massimo pari a 10800 kN e uno spostamento orizzontale massimo di ± 385
mm.
Figura 11. Il ponte lungo la Jakarta - Cikampek Highway (per gentile concessione di Hirun).
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Viadotto “La Rusca” a Savona
Si tratta di un viadotto pedonale realizzato per ANAS e RFI, di lunghezza totale pari a 182 m, composto da tre
campate: la prima, di 32 m, sovrappassa una strada, le altre due, entrambe di luce pari a 75 m, sovrappassano
la ferrovia. L’impalcato è in acciaio-calcestruzzo, con larghezza variabile da 17.50 a 19.80 m (Figura 12). Il
progetto ha previsto l’utilizzo di dispositivi isteretici al fine di limitare le azioni trasmesse alle pile e alle spalle
e, quindi, alle fondazioni. Sono stati utilizzati 2 appoggi elasto-plastici longitudinali e trasversali, 5 appoggi
elasto-plastici unidirezionali e 3 appoggi multidirezionali (Figura 13). Le caratteristiche dei dispositivi sono le
seguenti: massimo spostamento di progetto = ±75 mm, smorzamento equivalente ξ > 40%, carico verticale
massimo = 24000 kN, carico orizzontale fino a 2350 kN.
Figura 12. Viadotto “La Rusca”, Savona (per gentile concessione di SGAI - D’Appollonia - Eletec2000 e Somma).
Figura 13. Viadotto “La Rusca”: dispositivi elastoplastici (per gentile concessione di SGAI - D’Appollonia - Eletec2000 e
Somma).
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Figura 14. Il Viadotto “Devlet Bahceli”, sezione trasversale con i tre impalcati e dispositivo elastoplastico (per gentile
concessione di Prizma–Istanbul, Somma).
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Figura 15. Viadotto "Pian della Menta": stato di fatto
(per gentile concessione di MATILDI+PARTNERS e FIP mec).
Figura 17. Viadotto "Pian della Menta": isolatori a scorrimento a doppia superficie curva installati
(per gentile concessione di MATILDI+PARTNERS e FIP mec).
Il Viadotto Campo del Galdo era composto da unici campate in direzione nord e dodici in direzione sud, con
impalcati larghi 10 m composti da quattro travi in c.a.p., alte 1.6 m e poste a interasse di 2.0 m, e soletta di
20 cm; le pile, ciascuna composta da due o tre colonne e una trave cappello, avevano un’altezza massima di
7 m (Figure 18 e 19). Il nuovo viadotto è composto da dodici campate in direzione sud, con luci variabili da
30 a 51 m per una lunghezza totale di 470 m, e undici campate in direzione nord, con luci comprese tra 40 e
58 m per una lunghezza totale di 450 m. L’impalcato, continuo su tutta la lunghezza per entrambe le
carreggiate, è largo 12.6 m (14.6 m in prossimità della rampa di accesso) ed è composto da due travi a doppio-
T alte 2.2 m. I dispositivi di appoggio sono caratterizzati da: raggio equivalente di 3.1 m, coefficiente di attrito
minimo di 5.5%, massimo spostamento di ±350 mm. Per i 10 isolatori sulle spalle il carico verticale massimo
è di 2650 kN, per i 38 sulle pile è di 7700 kN.
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Figura 18. Sezione trasversale del viadotto "Campo del Galdo"
(per gentile concessione di MATILDI+PARTNERS).
Figura 19. Viadotto "Campo del Galdo". Vista della nuova carreggiata sud
(per gentile concessione di MATILDI+PARTNERS e FIP mec).
Il Viadotto Casale Civile, al contrario dei precedenti, è di nuova realizzazione, facendo parte di una nuova
variante della Salerno-Reggio Calabria (Figure 20 e 21). È composto da nove campate (36 m quelle di
estremità, 44 m le altre) di lunghezza totale pari a 380 m. Due travi a doppio-T alte 2 m compongono ciascun
impalcato, largo 12.6 m. L’utilizzo dell’isolamento sismico con 40 isolatori a scorrimento con superfici curve
ha consentito di contenere la lunghezza dei pali di fondazione. I dispositivi sono caratterizzati da: raggio
equivalente di 3.1 m, coefficiente di attrito minimo di 5.5%, massimo spostamento di ±350 mm. Per gli 8
isolatori sulle spalle il carico verticale massimo è di 1700 kN, per 20 sulle pile è di 4300 kN, per 12 isolatori su
pile del viadotto sud è di 5000 kN.
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Figura 21. Viadotto "Casale Civile". Vista dell'intradosso dell'impalcato
sugli isolatori a scorrimento a doppia superficie curva
(per gentile concessione di MATILDI+PARTNERS e FIP mec).
Figura 22. Dispositivi del Viadotto San Marino (per gentile concessione di Hirun)
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Pur prevedendo il rinforzo statico delle pile e delle spalle, non si è ritenne di poter affidare loro il compito di
assorbire le azioni sismiche e si previde la realizzazione di un sistema d’isolamento sismico tra l’impalcato
(sovrastruttura) e le pile e le spalle (sottostruttura).
Il progetto, messo a punto nel 2005, faceva riferimento all’OPCM 3274/2003 e ai seguenti valori dei parametri
di pericolosità: ag 0.15g , F0 2.5 , TB 0.15 s , TC 0.5 s , TD 2.5 s . Inoltre, furono assunti:
un fattore di amplificazione del sottosuolo S = 1.25, essendo il sottosuolo classificabile come tipo B,
un fattore di importanza I = 1.3, trattandosi di un ponte di importanza critica per il mantenimento
delle vie di comunicazione.
Furono previsti 24 isolatori elastomerici, con rigidezza orizzontale Ke = 0.74 kN/mm e smorzamento
equivalente = 15%, e 36 isolatori a scorrimento con superfici piane, disposti come in figura 23. Il primo
periodo di vibrazione risultava pari a 1.93 s, lo spostamento massimo di progetto pari a ±132 mm.
Conclusioni
L’isolamento sismico rappresenta un efficace sistema di protezione dei ponti, utilizzabile con successo sia nei
ponti di nuova realizzazione sia nell’adeguamento di quelli esistenti. In quest’ultimo caso, l’isolamento
sismico rende possibile, quasi sempre, la conservazione delle strutture verticali, pile e spalle, e delle rispettive
fondazioni, con ovvi vantaggi sui tempi di esecuzione e, in generale, sui costi dell’intervento.
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Ringraziamenti
L’autore ringrazia Maria Gabriella Castellano (FIP mec), Luca Colle (Freyssinet Products Company Italia), Chiara Castino
(Somma), Giorgio Giacomin e Roberto Dalpedri (Hirun) per il contributo fornito.
Bibliografia
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Pigouni A.E., Borella R., Infanti S., Castellano M.G., Varotto D., Fetti M. (2015). Type Tests on Anti-seismic Devices for
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