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Keywords: Tamponature, Sisma bonus 110%, ribaltamento, compositi, verifica a flessione fuori piano,
elementi non strutturali, FRP, CRM, FRCM
Negli edifici con struttura portante in calcestruzzo armato le tamponature hanno la funzione di separare
le varie unità abitative tra di loro e l’interno dall’ambiente esterno. Precedentemente all’entrata in vigore
dell’OPCM n. 3431 del 03/05/2005, nella progettazione strutturale non venivano concepite come elementi
che possono contribuire alla risposta sismica della struttura. Gli ultimi terremoti hanno evidenziato il contrario
e proprio per tale motivo sia le Norme Tecniche per le Costruzioni D.M. del 17 gennaio 2018, sia l’allegato A
del D.M. n. 58 del 28 febbraio 2017 ne hanno sottolineato l’importanza.
Il presente articolo vuole offrire uno spunto di riflessione agli addetti del settore riguardo la valutazione delle
corrette tecniche di rinforzo da applicare sulle tamponature degli edifici esistenti.
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Per conoscere poi la risposta di una struttura a telaio alle azioni orizzontali, va posta particolare attenzione
all’interazione tra la struttura sismoresistente e le tamponature verificando che:
- Gli spostamenti d’interpiano rispettino le limitazioni imposte dalle normative vigenti (paragrafo 7.3.6.1
Elementi strutturali del D.M. del 17 gennaio 2018);
- Non si sviluppino fenomeni di espulsione delle tamponature (paragrafo 7.2.3 Criteri di progettazione di
elementi strutturali secondari ed elementi costruttivi non strutturali del D.M. del 17 gennaio 2018.
Questi due aspetti, che per praticità di calcolo vengono analizzati separatamente, possono interagire
tra di loro durante un evento sismico; il danneggiamento nel piano influenza la risposta fuori piano delle
tamponature. E’ stato evidenziato da diverse ricerche e dallo studio dei danni subiti dagli edifici nei recenti
terremoti che hanno colpito l’Aquila e l’Emilia, come l’espulsione delle tamponature dei piani bassi degli
edifici sia influenzata dal loro danneggiamento nel piano; questo ha come conseguenza la riduzione della
resistenza fuori-piano. Le tamponature poste al piano terra di un edificio devono sopportare degli spostamenti
più elevati di quelle poste all’ultimo piano e quindi anche se le prime risultano essere meno sollecitate da
carichi espulsivi possono collassare prima di quelle poste ai piani più alti.
Per garantire un corretto comportamento delle tamponature negli edifici di nuova costruzione risulta sufficiente
rispettare le verifiche di deformazione nel piano e le verifiche di stabilità indicate al paragrafo 7.3.6.2 del D.M.
del 17 gennaio 2018, ricordando che la Circolare Esplicativa del C.S.LL.PP. n.7 del 21 gennaio 2018 indica
che la stabilità degli elementi non strutturali può essere considerata soddisfatta qualora si adottino delle reti
leggere sui due lati del tamponamento collegate tra loro e alle strutture circostanti, disponendo di un numero
di connettori pari a 4 al mq oppure inserendo delle armature orizzontali nei letti di malta ad un distanza non
superiore a 50 cm.
Ben diversa è la questione quando si tratta di edifici esistenti, dove le tamponature, nella gran parte dei
casi, sono composte da pareti a doppio paramento realizzate dall’abbinamento di blocchi in laterizio forati
all’interno e semipieni all’esterno. In quest’ultimo caso, prima ancora di trattare quale possa essere il possibile
meccanismo che mette in crisi l’elemento, l’attenzione del tecnico deve riguardare l’accoppiamento delle
due pareti.
Risolta questa problematica, allora si può passare allo studio dei meccanismi di danno di seguito riassunti.
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Meccanismi di danno fuori dal piano:
La tipologia di danno che può innescarsi nella tamponatura è influenzata dalla modalità costruttiva adotta-
ta. Nel caso di tamponature inserite all’interno di una maglia strutturale ad essa aderenti, il meccanismo di
rottura che può attivarsi è quello di flessione verticale, mentre nel caso di tamponature non aderenti al telaio
(trascurando l’ipotesi di aderenza con gli elementi verticali della struttura) è quello di ribaltamento semplice.
In Italia il primo testo normativo che ha trattato la problematica delle tamponature è stato il D.M- del 2 luglio
1981 emesso dopo il terremoto che ha colpito l’Irpinia e che forniva delle indicazioni per il rinforzo degli
edifici colpiti dal sisma. Al suo interno descriveva l’interazione tra la struttura e le tamponature mediante un
modello a puntone equivalente. Il testo normativo richiedeva la verifica delle tamponature per i meccanismi
di scorrimento, fessurazione diagonale e schiacciamento locale degli spigoli.
Successivamente, con l’entrata in vigore del D.M. del 16 gennaio 1996 e della Circolare Esplicativa del 10
aprile 1997, le verifiche sopra elencate sono state estese anche agli edifici di nuova costruzione. In entrambi
i testi normativi viene trattato il comportamento nel piano delle tamponature.
Con l’uscita dell’OPCM n. 3431 del 03/05/2005 a seguito del recepimento dell’Eurocodice 8, si è iniziata a
trattare la problematica del ribaltamento fuori piano, ma solo con l’entrata in vigore del D.M del 14 gennaio
2008 (NTC 2008) e in seguito del D.M. del 17 gennaio del 2018 (NTC 2018), la verifica delle tamponature ha
iniziato a tenere conto sia della limitazione degli spostamenti d’interpiano della struttura sia la loro verifica di
espulsione.
Con il D.M. n. 58 del 28 febbraio 2017 viene introdotta una metodologia per la classificazione sismica degli
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edifici, e in particolare nell’Allegato A, si precisa che per tutte le strutture in calcestruzzo armato concepite
con telai in entrambe le direzioni principali del fabbricato (quindi strutture che già in origine sono state
concepite per sopportare delle azioni orizzontali) è possibile il passaggio ad una classe di rischio superiore, se
vengono eseguiti almeno i seguenti interventi:
- Confinamento di tutti i nodi perimetrali non confinati;
- Rinforzo di tutte le tamponature perimetrali presenti in facciata dell’edificio;
- Ripristino delle zone degradate o danneggiate.
Data la continua evoluzione della normativa e considerata la possibilità di eseguire degli interventi di rinforzo
sulle strutture esistenti che consentano l’ottenimento di un benefico fiscale (Sismabonus, Ecobonus, ecc…)
i professionisti, le aziende del settore e le imprese si trovano a dover individuare delle strategie di intervento
che siano efficaci e che arrechino il minor disturbo possibile alle persone che occupano tali edifici.
dove:
Fa: è la forza sismica orizzontale distribuita o agente nel centro di massa dell’elemento non strutturale
Sa: è l’accelerazione massima adimensionalizzata rispetto a quella di gravità;
Wa: p il peso dell’elemento;
qa: è il fattore di comportamento che per le tamponature può essere assunto pari a 2,0.
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Il tecnico sulle base delle sue valutazioni e di tutte le condizioni al contorno, può procedere all’applicazione
di tale modello secondo una delle seguenti tre metodologie:
- Metodo rigoroso valido per ogni tipologia di struttura e per ogni tipologia di elemento non strutturale;
- Formulazione semplificata valida per ogni tipologia di costruzione, per elementi non strutturali impianti ed
eventuali meccanismi locali;
- Formulazione semplificata per costruzioni con struttura a telaio e nell’ipotesi di andamento delle accelerazioni
strutturali linearmente crescente con l’altezza della costruzione.
In questo un ultimo modello l’accelerazione massima a cui può essere soggetto l’elemento non strutturale
Sa(Ta) può essere valutata applicando le seguenti espressioni:
Dove:
a è il rapporto tra l’accelerazione massima del terreno ag su sottosuolo tipo A da considerare nello stato
limite in esame e l’accelerazione di gravità;
S coefficiente che tiene conto della categoria di sottosuolo e delle condizioni topografiche;
T1 è il periodo fondamentale di vibrazione della costruzione nella direzione considerata;
z è la quota del baricentro dell’elemento non strutturale misurata a partire dal piano di fondazione;
H è l’altezza della costruzione misurata a partire dal piano di fondazione;
a,b,ap sono paramenti definiti nella tabella di seguito riportate e che dipendono dal periodo di vibrazione
fondamentale della struttura.
Ta è il periodo fondamentale di vibrazione dell’elemento non strutturale che per una tamponatura può
essere così valutato
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Valutazioni più accurate relative alle caratteristiche dinamiche della tamponatura si possono ottenere
trattando l’elemento come piastra vincolato alla maglia strutturale.
Individuato il valore dell’accelerazione dell’elemento non strutturale Sa(Ta) è possibile in base allo schema
statico che si pensa di utilizzare valutare le sollecitazioni di momento e taglio agenti e procedere quindi con
le verifiche.
Va evidenziato che in quelle situazioni in cui il tamponamento è costituito da un doppio paramento la verifica
deve interessare prima il sistema di connessione da adottare e poi la verifica delle pareti.
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Nel caso in cui le verifiche di resistenza non risultano soddisfatte è necessario procedere al rinforzo della
tamponatura. Una delle soluzioni possibile è applicare sue entrambi sul pannello in muratura delle reti di
armatura in materiale composito, in questo caso il calcolo della sezione resistente può essere condotto
applicando la teoria delle sezioni in muratura armata.
Campagna di prove sperimentali in house: comparazione tra campione non rinforzato oggetto di prova a
flessione fuori piano e campione rinforzato.
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Tamponature a doppio paramento
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In alternativa, la connessione trasversale può essere realizzata tramite diatoni, elementi trasversali di
collegamento dei paramenti; tali connessioni possono essere realizzate a diatoni semplici, armati o artificiali
ad espansione, realizzati tramite iniezioni.
Per garantire l’effettiva collaborazione dei due strati della muratura andrebbe valutata in maniera analitica
la rigidezza di tali connettori rispetto l’azione di scorrimento relativo tra i vari livelli dell’elemento in analogia
alla verifica dei solai in legno con cappa collaborante. Tale verifica risulterebbe particolarmente onerosa
poiché molti fattori sono di difficile determinazione.
In fase di dimensionamento si consiglia di verificare i connettori ad estrazione in seguito ad una forza pari al
peso sismico. (pa = Fa/h)
Si fa notare che la resistenza del connettore all’estrazione è funzione alle caratteristiche meccaniche del
supporto che andrà valutata caso per caso.
Connessioni perimetrali
In fase di verifica dell’elemento non strutturale risulta necessario ipotizzare uno schema statico in base
all’effettivo comportamento fuori piano dell’elemento. Tale schematizzazione dipende unicamente dal
grado di vincolo tra il pannello ed il telaio, sia a livello inferiore sia a livello superiore.
In particolare in base ai vincoli alle estremità si potranno avere diverse configurazioni: schema a mensola,
appoggio-appoggio, incastro-appoggio.
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La scelta dello schema statico influisce in maniera preponderante sulle verifiche dell’elemento quindi risulta
indispensabile valutare in maniera chiara il livello di connessione tra pannello e struttura. Nel caso di schema
statico a mensola risulta necessario impedire che si instauri un cinematismo per ribaltamento semplice del
pannello, mentre per lo schema appoggio-appoggio il meccanismo da scongiurare è quello ad arco a tre
cerniere.
Una prima operazione necessaria per capire il reale comportamento dell’elemento non strutturale risulta
essere l’indagine conoscitiva dello stato di fatto tramite una scarifica dell’intonacatura in corrispondenza della
cornice pannello-telaio. Tale operazione consente di determinare le modalità costruttive e il comportamento
del tamponamento sia nel piano che fuori dal piano; in aggiunta consente una verifica di come è realizzato
l’elemento non strutturale. Negli edifici esistenti in genere gli elementi di tamponatura si presentano non
efficacemente vincolati al telaio.
Nel caso in cui invece si possa assumere uno schema statico appoggio-appoggio risulta necessario valutare
se il vincolo è in grado di resistere all’azione sismica. Per individuare in quali pannelli sia necessario rinforzare
la connessione è opportuno eseguire una verifica preliminare a taglio per scorrimento tra la sezione di
interfaccia della parete in muratura e la trave.
In definitiva, sia nel caso in cui non si riesca a prevenire il meccanismo di ribaltamento del pannello (schema
a mensola), sia nella condizione in cui il letto di malta di collegamento non sia in grado a garantire la
resistenza sufficiente del vincolo (schema appoggio-appoggio) risulterà necessario un intervento di rinforzo
della connessione tamponamento-telaio.
Si prevedono due differenti tipologie di connessione perimetrale, secondo le soluzioni proposte da FIBRE NET,
rispettivamente a barre elicoidali HBAR incrociate, e tramite fiocco in fibra di carbonio TUP CHT o vetro TUP
VAR, da impregnare con resina epossidica in situ anch’esse inclinate.
Barra elicoidale HBAR Fiocco in carbonio TUP CHT- Fiocco in vetro TUP VAR
La connessione con barre può essere realizzata a secco o per mezzo di iniezione di resina/malta ed
eventuale bussola retinata (presenza di intercapedini vuote). Tali connessioni richiedono l’estensione minima
dell’intervento per l’intera larghezza di travi e pilastri perimetrali. L’interasse dei connettori potrà essere pari
a circa 50-100 cm.
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Rappresentazione delle
connessioni del tamponamento
rinforzato - Vista frontale
Connessione
rinforzata del
tamponamento alle
travi tramite barre
elicoidali con resina/
malta - Vista in
sezione e frontale
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Dimensionamento connessioni perimetrali
Connessione del
pannello non strutturale
rinforzato tramite barre
elicoidali incrociate e
connessione a secco
Nel caso di connessione incrociata con resina/malta di ancoraggio, il calcolo deve essere effettuato sia
sull’intera lunghezza della barra, ancorata nella resina/malta di iniezione, sia in termini di sfilamento del
nucleo interno di resina/malta, per la porzione ancorata nel calcestruzzo e per quella nel laterizio. Il calcolo
è il medesimo, fatte salve la geometria e le resistenze di riferimento.
Al fine di evitare il danneggiamento o il tranciamento dell’armatura di travi e pilastri, è necessario porre molta
attenzione alla realizzazione dei fori per le connessioni tramite barre inclinate o tramite fiocchi. In particolare,
si consiglia un’indagine pacomentrica preventiva, al fine di individuare la corretta posizione delle armature,
e quindi dei fori; si suggerisce, inoltre, di interrompere la realizzazione del foro, e di eseguire un successivo
approfondimento pacometrico, in caso di sensibile incremento di consistenza del materiale attraversato dal
trapano.
Ad ogni modo, i fori dovranno essere realizzati ad almeno 6-7 cm dai bordi di travi e pilastri, al fine di evitare il
tranciamento di barre o staffe; tale valutazione approssimativa è data considerando valori massimi di copri-
ferro, diametro staffa e barra longitudinale.
Nel caso di elementi strutturali, per particolari esigenze, è possibile fissare ulteriormente la lunghezza di an-
coraggio (agli elementi di ripartizione orizzontale o alla muratura), tramite connessioni con i fiocchi in fibra di
carbonio o vetro e resina epossidica, secondo le configurazioni precedentemente indicate.
In particolare, per doppio paramento, la connessione potrà essere eseguita a secco, con lunghezze di an-
coraggio in laterizio e calcestruzzo che dovranno essere quelle effettive, rispettivamente Llat,eff e Lcls,eff, ridotte
rispetto al caso di unico paramento.
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Connessione del pannello strutturale a doppio paramento rinforzato tramite barre elicoidali incrociate e
connessione a secco - Vista in sezione e frontale
Nel caso di doppio paramento, sarà necessario prevedere connessione con resina/malta di ancoraggio pre-
via foratura di diametro maggiore rispetto alla dimensione della barra ed inserimento della bussola retinata
per la lunghezza di ancoraggio nel nucleo, al fine di evitare la colatura della resina/malta di iniezione.
Diverso è invece il caso delle connessioni laterali dei tamponamenti al telaio, che ne influenzano lo sposta-
mento relativo base-sommità (drift di interpiano). Come accennato precedentemente nell’interazione tra
gli elementi strutturali e non strutturali, il tamponamento è portato a seguire gli spostamenti orizzontali del
telaio sollecitato da azioni orizzontali, e questo provoca uno spostamento differenziale tra base e sommità
del pannello, che si traduce in uno scorrimento a taglio nel piano. Da questo valore di drift può dipendere la
resistenza anche in direzione normale al piano (sulla base di letteratura scientifica [3] [4]). Al fine di garantire
un adeguato funzionamento del pannello, ma anche del rinforzo del sistema nel suo complesso, è necessario
porre particolare attenzione alla realizzazione o alla sistemazione dei giunti laterali pannello-pilastro/parete in
CA, preventiva rispetto all’intervento di rinforzo.
L’ideale sarebbe infatti praticare una sconnessione tra telaio e pannello, prima di realizzare l’intervento, di
larghezza circa pari allo 0,5% dell’altezza del tamponamento (dell’ordine di 2 cm), da riempire con materiale
a basso modulo elastico. Questo dettaglio permette di garantire uno spostamento relativo del telaio rispetto
ai pannelli in muratura. In tal caso, sarebbe necessario disporre una guida per il tamponamento, ancorata al
telaio, in modo tale da non provocare disallineamenti telaio-pannello ortogonali al pannello stesso.
Questo dettaglio costruttivo può garantire un drift massimo del pannello nel piano anche pari a circa il 1,5%
dell’altezza, considerando un massimo drift tollerabile dal paramento pari al 1,2% (da valori sperimentali ripor-
tati in [4]). Inoltre, riducendo gli effetti di interazione pannello-telaio, vengono ridotte notevolmente anche le
sollecitazioni di punzonamento del pannello nodale sui pilastri.
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In alternativa, considerando eventuali problemi esecutivi, è possibile prevedere una parziale sconnessione,
con scarifica lungo tutta l’altezza di una porzione di pannello in corrispondenza dei pilastri, per una larghez-
za pari a quella prevista sopra (circa 2 cm). In questo caso, il taglio praticato non sarà passante, ma dovrà
preferibilmente essere realizzato internamente ed esternamente in maniera simmetrica, in modo tale da
evitare fenomeni di disallineamento o eccessiva e asimmetrica inflessione del pannello nel piano e fuori dal
piano, a seguito dell’applicazione delle forze orizzontali, che potrebbe essa stessa provocare il collasso anti-
cipato del l’elemento.
Segue una rappresentazione della possibile sconnessione parziale sopra descritta.
Verificate le connessioni tra eventuali strati dell’elemento non strutturale (nel caso di tamponamenti “a
cassetta”) e la connessione perimetrale del pannello secondo quanto definito nei paragrafi precedenti, si
può procedere all’analisi del comportamento del pannello fuori piano.
Garantita la solidarizzazione della tamponatura al telaio circostante, nel tamponamento il meccanismo
di collasso che verrà a manifestarsi sarà quello del cinematismo del tipo arco a tre cerniere. La verifica
all’espulsione della muratura si potrà svolgere seguendo diverse metodologie:
• Verifica a pressoflessione;
• Verifica con meccanismo ad arco e degrado di resistenza.
Qualunque sia la formulazione utilizzata per analizzare tale problematica, qualora l’esito della verifica sia
negativo, risulta necessario intervenire e rinforzare l’elemento.
Si distinguono i casi di strato di rinforzo esterno o interno, e realizzazione dell’intervento su uno e entrambi i lati.
Si noti, come citato in seguito, che l’intervento ottimale andrebbe eseguito su entrambi i lati, poiché l’azione
sismica agisce in entrambe le direzioni.
In generale, il rinforzo dell’elemento avviene in generale tramite l’applicazione di una rete in FRP che può
essere in carbonio oppure in vetro, opportunamente connessa al tamponamento e alla struttura, intonacata
con uno strato di malta di adeguate caratteristiche.
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RETE IN CFRP/GFRP
La proposta di FIBRE NET comprende reti preformate in CFRP/GFRP (Carbon Fiber Reinforced Polymer/ Glass
Fiber Reinforced Polymer), maglie: 33x33mm, 66x66 mm e 99x99 mm, costituite da fibre di carbonio/vetro
lunghe impregnate con resina termoindurente. Nella formazione della rete le fibre nelle due direzioni sono
intrecciate ortogonalmente in modo da creare una maglia monolitica
Sono malte premiscelate ad adesione maggiorata a base di calce e cemento ad elevata resistenza ed
aderenza, per la realizzazione di intonaci armati sottili, collaboranti, per il miglioramento della resistenza al
taglio e alla flessione dei pannelli in muratura nel comportamento nel piano e fuori dal piano.
In base alle esigenze esistono diverse linee di prodotto da poter utilizzare per questa tipologia di interventi, a
base calce o cementizia, con caratteristiche di leggerezza e di isolamento termico.
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ESEMPIO PRATICO
A titolo di esempio si riporta l’analisi fuori piano di un tamponamento:
• definizione geometrica dell’edificio e stima dei parametri meccanici dell’elemento non strutturale;
• definizione della domanda sismica in base al sito di riferimento e determinazione dell’accelerazione
massima;
• verifica connessioni trasversali (se necessarie), connessioni perimetrali ed eventuale rinforzo fuori piano del
tamponamento.
In seguito ad indagini preliminari effettuate si evince che le tamponature sono del tipo a cassetta, ovvero
elementi costituiti da un doppio paramento con intercapedine interna vuota. In particolare sono costituite
da: laterizio forato da 12 cm esterno, intercapedine vuota di 5cm e laterizio forato da 10cm interno.
Comprendendo l’intonato lo spessore della tamponatura risulta essere pari a 30cm.
Al fine di determinare le caratteristiche meccaniche di progetto dei materiali si ipotizza l’utilizzo di una malta
di tipo M2,5. In via cautelativa si assume un ulteriore fattore di sicurezza (1,5).
Peso specifico equivalente della muratura: γm,eq=[850x(0,12+0,1)+ 2 x2000 x 0,015]/ 0,30 =835 daN/m3
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Stima della resistenza a taglio
In relazione alle prestazioni della malta, alla tipologia e resistenza a compressione del blocco, si determina il
valore caratteristico fvk0 della resistenza a taglio in assenza di tensioni normali della muratura, in accordo con
Tabella 11.10.VIII (NTC18).
Resistenza caratteristica a taglio in assenza di tensioni normali: fvk0 = 0,1/1.5 = 0,067 MPa
Tale resistenza dovrà ad ogni modo sarà limitata dalla resistenza del blocco:
Resistenza caratteristica limite a taglio: fvk,lim = 0,045 x fbk = 0,045 x 1 /1,5= 0,03 MPa
Per il sito in oggetto, in relazione agli stati limite considerati (ovvero per ciascuna delle probabilità di
superamento nel periodo di riferimento PVR), le forme spettrali vengono definite a partire dai valori dei
seguenti parametri su sito di riferimento rigido orizzontale:
ag accelerazione orizzontale massima al suolo;
F0 valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale;
Tc* periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione orizzontale.
Di seguito sono riportati i parametri sismici assunti per gli stati limite considerati nell’analisi della struttura in
oggetto:
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Si riportano di seguito le verifiche della tamponatura (tamponamento a cassetta in laterizi forati), considerando
lo schema di flessione verticale di parete monolitica (Linee guida RELUIS, paragrafo 3.1.). Il valore assegnato
al periodo fondamentale di vibrazione dell’elemento non strutturale Ta è valutato attraverso la seguente
espressione:
Parametri elemento NS
Schema statico appoggio-appoggio
altezza h 3,05 [m]
spessore t 0,35 [m]
lunghezza L 1 [m]
E 1000 [Mpa]
γm 8350 [N/m3]
Ta 0,0625 [s]
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Determinazione dell’accelerazione massima adimensionalizzata, tramite la formulazione degli spettri di piano
[C7.2.5, C7.2.6], in particolare con la formulazione semplificata che consente di riferirsi al solo primo modo di
vibrare nella direzione di verifica, in quanto è quella che induce la domanda di spostamento più significativa
[C7.2.10].
Input struttura
numero piani - n 4 [1]
altezza totale - H 14,85 [m]
altezza elem. NS
13,1 [m]
-z
Input sismici
Spettro di risposta elastico al suolo
ag/g 0,185 [1]
F0 2,376 [1]
TC* 0,321 [s]
Cat. Sottosuolo A
Cat. Topografica T1
Parametri elemento NS
Schema statico appoggio-appoggio
altezza h 3,05 [m]
spessore t 0,30 [m]
lunghezza L 1 [m]
E 1000 [Mpa]
γm 8350 [N/m3]
ξ 10% [%]
T 0,0625 [s]
Formulazione semplificata eq.C7.2.10
modo 1
Periodo proprio_k Tk [s] 0,567
Smorzamento vi-
sc._k ξk [%] 5%
part. Modale_k γk [1] 1,333
forma modale_k(z) ψk(z) [1] 0,800
Se(Tk,ξk)
[1] 0,249
az,k(z) [1] 0,293
Sezk [1] 0,348
Accelerazione al piano_combi-
nata
Sez (T) 0,348 [ag/g]
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Altre formulazioni possono essere impiegate per la determinazione dell’accelerazione massima adimensio-
nalizzata, in particolare la formulazione semplificata per costruzioni con struttura a telai [C7.2.11] oppure la
formulazione prevista dall’Eurocodice 8.
Input struttura
altezza totale - H 14,85 [m]
altezza elem.
13,1 [m]
NS - z
Input sismici
Spettro di risposta elastico al suolo
ag/g 0,185 [1]
F0 2,376 [1]
TC* 0,321 [s]
Cat. Sottosuolo A
Cat. Topogra-
fica T1
Parametri elemento NS
Schema statico appoggio-appoggio
altezza h 3,05 [m]
spessore t 0,30 [m]
lunghezza L 1 [m]
E 1000 [Mpa]
γm 8350 [N/m3]
ξ 10% [%]
Ta 0,0625 [s]
Input sismici - Dati struttura
ξ 5% [1]
T1 0,567 [s]
Formulazione struttura a telaio [C7.2.11]
Sa (Ta) 0,633 [ag/g]
Formulazione EC8
Sa (Ta) 0,491 [ag/g]
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Sollecitazioni agenti sull’elemento non strutturale
Si ipotizza che la struttura non trasmetta alcuna forza assiale sulla tamponatura.
Livello di conoscenza: 1 FC=1,35
Caratteristiche meccaniche della muratura
Resistenza a compressione fm
0,250 N/mm 2
Coefficiente di sicurezza g 2
Fattore di Confidenza FC 1,35
Modulo elastico E 1000 N/mm 2
Resistenza di progetto fd 0,09 N/mm 2
Accelerazione massima adimensionalizzata
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Rinforzo connessione trasversali tra i paramenti
Al fine di far collaborare i due paramenti che compongono la tamponatura sarà necessario collegarli utiliz-
zando degli specifici tasselli ad espansione in nylon con rondella di distribuzione che inseriti dall’esterno si an-
coreranno nel paramento interno e sfruttando l’espansione del tassello renderanno solidali i due paramenti.
In alternativa è possibile utilizzare le barre elicoidali HBAR passanti a secco.
Supporto: Blocco in laterizio forato
Carico caratteristico a trazione: NRk = 0,25 kN
Coefficiente parziale di sicurezza: gL = 2
Carico di progetto a trazione: NRd = NRk / gL = 0,25 / 2 = 0,125 kN
Dimensionamento ancoranti
daN/
Peso sismico distribuito P 43,57
m2
Resistenza di progetto
NRd 12,5 daN
sing. acorante
Tass. /
n. tasselli n 4
m2
Tipologia di rinforzo:
FB HBAR 10 a secco incrociate (inclinazione 45°)
Si assumono le seguenti lunghezze di ancoraggio:
Llat = 12 cm ftk,lat = 0,10 MPa
Lcls = 15 cm ftk,lat = 1,80 Mpa [Calcestruzzo C20/25]
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Nel caso di connessioni incrociate a secco, la resistenza sarà la minore tra: la resistenza allo sfilamento della
porzione di barra ancorata nel calcestruzzo e quella della restante lunghezza ancorata nel laterizio.
Le forze massime di aderenza sopportabili dalla barra nel tratto ancorato nel laterizio e nel calcestruzzo,
rispettivamente di lunghezza Llat e Lcls, saranno calcolate come indicato a seguire:
Fmax,lat = fbd ,lat ⋅ p ⋅ f ⋅ L lat , Fmax,cls = fbd ,cls ⋅ p ⋅ f ⋅ L cls ,
Dove:
fbd ,lat , fbd ,cls : resistenza tangenziale di aderenza della barra rispettivamente nel laterizio e nel calcestruzzo,
calcolate come segue, in accordo con le NTC 2018, dai valori caratteristici, ridotti per i coefficienti di sicurezza
glat e gcls (che possono essere presi rispettivamente pari a 2 o 3, e a 1,5) e per il Fattore di Confidenza FC, e
dalle resistenze a trazione dei materiali, ftk ,lat e ftk ,cls :
, FC ⋅ g lat , , FC ⋅ g cls ;
La resistenza, parallela alla direzione della barra, sarà valutata come la forza minima tra le due:
Fmax = min(Fmax,lat ;Fmax,cls ) .
fbd,lat = 2,25 x ftk,lat / (FC x glat) = 2,25 x 0,10 / (1,35 x 2) = 0,08 MPa
fbd,cls = 2,25 x ftk,cls/ (FC x gcls) = 2,25 x 1,80 / (1,35 x 1,5) = 2,00 MPa
Le forze resistenti allo sfilamento nel laterizio e nel calcestruzzo sono rispettivamente:
Fmax,lat = fbd,lat p f Llat = 0,08 x p x 10 x 120 = 0,30 kN
Fmax,cls = fbd,cls p f Lcls = 2,00 x p x 10 x 200 = 12,56 kN
con resistenza minima della singola barra: Fmax = min (Fmax,lat; Fmax,cls) = 0,30 kN
La forza orizzontale massima sopportabile da ogni connessione di due barre inclinate, considerando un
angolo di 45°, è pari a:
Frd = 2 x Fmax x senq = 2 x 0,30 x sen45° = 0,42 kN
Dimensionamento connessione perimetrale
Azione nella connessione ΔVEd 0,67 KN/m
Resistenza di progetto FRd 0,42 KN/m
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Rinforzo pressoflessione fuori piano
Il rinforzo previsto consiste nella applicazione su entrambi i lati delle della rete in GFRP FB MESH 66x66T96AR
(4), malta EPOCA CALCE-NHL THERMIC 800 (5) sp.10mm per lato e connettori FB KIT-M8x90 INOX(1)(2)/100 cm.
La rete in corrispondenza del lato dove è presente il forato di spessore maggiore sarà vincolata alla tamponatura
con tassello FB KIT-NYLON8x100 INOX (4conn./m²), mente la rete in corrispondenza dal paramento più sottile
sarà vincolata alla tamponatura con il tassello con i tasselli specifici per la solidarizzazione dei due paramenti
del tamponamento a cortina.
OSS: Risulta possibile rinforzare anche solo sul lato esterno, ma tale intervento potrebbe non risultare efficace
dal punto di vista sismico data la bidirezionalità della forza sismica.
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Caratteristiche geometriche e meccaniche dell’intonaco
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Carico normale agente sezione di verifica NEd = 3,82 kN
Momento sollecitante MEd = 0,57 kNm
Momento resistente positivo della sezione rinforzata MR,rinf,d+ 1,389 kNm Verificato
Momento resistente negativo della sezione rinforzata MR,rinf,d- -1,389 kNm Verificato
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BIBLIOGRAFIA
[1 Decreto Ministeriale del 17 gennqio 2018;
[2] Circolare Esplicativa del C.S.LL.PP. n. 7 del 21 gennaio 2019
[3] Guidi G., Da Porto F., Dalla Benetta M., Verlato N., Modena C. “Comportamento Sperimentale Nel Piano
E Fuori Piano Di Tamponamenti In Muratura Armata E Rinforzata”.
[4] Masi A., Manfredi V., Sciaraffa D. “Tamponature In Laterizio In Zona Sismica – Prestazioni Fuori Dal Piano:
Parte 2_Analisi Di Dati Sperimentali E Confronto Con I Modelli Di Capacità”.
Autori: Ing. Enrico Zanello, Responsabile Ufficio Tecnico Fibre Net SpA,
Ing. Luca Bombonati, Ufficio Tecnico Fibre Net SpA
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