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Elaborato tratto dal Manuale del Recupero Strutturale e Antisismico

di Giovanni Cangi DEI Tipografia del Genio Civile di Roma, 2005


Dott. Ing. Giovanni Cangi
Via della Quercia,3/F
06012 Citt di Castello (PG)
E-mail: ingcangi@tiscali.it
UNIVERSIT DEGLI STUDI DI ROMA TRE FACOLTA DI ARCHITETTURA
A.A. 2008-2009
LABORATORIO DI RESTAURO A
Restauro Architettonico MICHELE ZAMPILLI
Modulo di Conservazione e riqualificazione tecnologica degli edifici FRANCESCA GEREMIA
ELEMENTI DI MECCANICA DELLE MURATURE
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1) MURATURE STORICHE IN ZONA SISMICA.
Meccanica delle murature, tipi di dissesto e criteri di analisi strutturale.
1.1 Aspetti generali
Un corretto approccio allanalisi strutturale degli edifici in muratura di tipo tradizionale non pu prescindere
dallosservazione critica dei meccanismi di dissesto che definiscono gli scenari di danno tipici delledilizia
storica in zona sismica. Gli scenari di danno sono infatti caratterizzati dallaspetto ripetitivo di molti
meccanismi, che si manifestano con varianti poco significative dovute alla specifica configurazione
geometrica ed alla qualit dei materiali, ma sostanzialmente identici nella loro formazione ed evoluzione.
Unaltra caratteristica propria delle murature tradizionali, che emerge dallosservazione dei quadri di
dissesto, riguarda il carattere locale dei principali meccanismi di danno, per cui alcune parti della struttura
possono rovinare mentre altre ne restano del tutto escluse.
Questo tipo di risposta alle sollecitazioni sismiche molto diverso da quello degli edifici intelaiati, dove
unazione qualsiasi, applicata in un punto generico, coinvolge comunque lintera struttura.
Questo carattere distintivo della muratura tradizionale fornisce indicazioni importanti e suggerisce lidea di
una possibile scomposizione dellorganismo edilizio in porzioni elementari, tale da semplificare lanalisi
delle singole parti e quindi delledificio nel suo complesso.
A tal fine utile procedere allo studio di strutture semplici, di configurazione elementare, costituite da pareti
singole ed isolate, per esaminarne la reazione ai carichi statici verticali ed alle azioni sismiche orizzontali.
La comprensione dei fenomeni che condizionano la risposta delle pareti isolate permetter di prendere in
esame strutture pi articolate, come quelle ottenute dal collegamento di due muri ortogonali, per passare
successivamente allanalisi della cellula muraria vera e propria, che costituisce lembrione di qualsiasi
organismo edilizio e che mette in gioco un sistema di connessioni di livello superiore.
Questa progressiva articolazione dello schema statico di riferimento favorisce la comprensione del
comportamento statico, permette di analizzarne le cause e facilita la messa a punto di appropriati modelli di
analisi.
Il criterio adottato aderente alla concezione strutturale delledilizia premoderna, realizzata mediante
assemblaggio di elementi strutturali connessi fra loro attraverso vincoli monolateri e, inoltre, risulta in linea
con le indicazioni del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici - I Sezione, che nell'adunanza del 27.02.92 -
prot. n. 29, si espresso in merito ai "Quesiti sulle norme tecniche da applicare in caso di progettazione di
opere in muratura", affermando che non quasi mai realistico studiare l'intero edificio come un'unica scatola
pluriconnessa. L'analisi sismica globale prevista dalle norme va dunque in questo caso intesa nel senso che la
globalit dell'edificio deve essere passata in rassegna per individuare i possibili meccanismi di dissesto che
l'azione sismica pu provocare in ogni sua parte. Ci possibile attraverso la suddivisione della compagine
muraria in porzioni elementari coinvolte nei singoli meccanismi resistenti.
Per effettuare unanalisi aderente al reale comportamento delle strutture murarie opportuno recuperare
quellapproccio pratico ed intuitivo che caratterizzava lopera dei mastri muratori del passato, capaci di trarre
dallosservazione e dallesperienza i suggerimenti utili per una continua opera di miglioramento delle
tecniche costruttive; metodi empirici, che hanno scandito levoluzione della tradizione costruttiva
antisismica.
Fra i modelli di analisi che rispondono maggiormente a questa impostazione, il pi adatto certamente il
metodo dei cinematismi di collasso, che ipotizza la formazione di catene cinematiche caratterizzate dal
distacco di solidi murari assimilabili a corpi rigidi e dalla formazione di cerniere nei punti di contatto.
Lapplicazione di questo metodo presuppone una capacit dei muri che deve essere sempre verificata, ovvero
quella di poter arrivare al collasso senza disgregarsi, per cui si comprende limportanza di tutti gli interventi
preventivi sulle pareti volti a conferire una consistenza tendenzialmente monolitica ad ogni parete.
Meccanismi di questo tipo consentono una modellazione matematica accurata ed una previsione attendibile
della loro evoluzione.
Lipotesi di corpo rigido non realistica, ma compatibile con il reale comportamento della muratura, che
non pu essere certamente assimilata ad un materiale elastico, omogeneo ed isotropo, secondo le note ipotesi
della Scienza delle Costruzioni.
La teoria dellelasticit non facilmente applicabile allanalisi delle murature, tuttavia opportuno non
adottare visioni cos estreme che fanno preferire un modello escludendo laltro. La realt che la muratura,
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se pure entro limiti ristretti, risponde alle leggi del comportamento elastico, ma la debole resistenza a
trazione e la repentina formazione di lesioni ne modificano la risposta, spingendo la struttura verso linnesco
di catene cinematiche.
In corrispondenza delle cerniere, dove si trasferiscono i flussi di compressione da un solido allaltro, si
possono verificare fenomeni di plasticizzazione con schiacciamento della muratura, in grado di anticipare il
collasso per rotazione rigida della parete.
E evidente, quindi, che le caratteristiche meccaniche del materiale influiscono sulla risposta sismica, ma
soprattutto appare chiaro che lipotesi di comportamento elastico-plastico non in contraddizione con il
metodo di analisi dei cinematismi di collasso.
1.2 Meccanismi di danno elementari.
Lanalisi sismica con il metodo dei cinematismi di
collasso, pone grossi problemi, non tanto per la
modellazione matematica, quanto per
lindividuazione dei meccanismi di danno pi
pericolosi fra tutti quelli ragionevolmente
prevedibili sulla base dellesperienza e
dellosservazione diretta.
Un contributo metodologico per la soluzione del
problema mediante la costruzione di semplici
modelli di analisi viene offerto dallo studio dei
meccanismi elementari.
Quelli illustrati in figura costituiscono degli esempi
fra i pi intuitivi e significativi, la cui comprensione
fornisce una chiave dinterpretazione per
configurazioni molto pi complesse.
Il primo, in particolare, mostra il collasso di un
muro dangolo caratterizzato dalla completa
carenza di collegamenti strutturali fra le due pareti,
per cui ciascuna parete si comporta come elemento
isolato.
1.1 Meccanismi di danno elementari di pareti libere o vincolate
ad una estremit.
Se si ipotizza lazione sismica agente in senso ortogonale ad una delle pareti e complanare allaltra, il
dissesto sar caratterizzato dalla formazione di una cerniera cilindrica attorno alla base della prima, cui
corrisponde il ribaltamento della mensola.
Il secondo un caso pi comune e prevede lo stesso tipo di sollecitazione agente su una struttura costituita da
muri ben connessi tra di loro e di buona resistenza. La cerniera cilindrica tende a disporsi secondo la
diagonale della mensola, che costituisce la linea debole ed esclude il cantonale dal meccanismo di danno.
Lattivazione del secondo cinematismo di collasso richiede unazione sismica sensibilmente superiore,
pertanto meno probabile del primo. Il meccanismo di rottura, che interessa una struttura formalmente
identica ma caratterizzata da una diversa configurazione dei vincoli, ne risulta sostanzialmente modificato.
Piuttosto frequente il meccanismo di danno successivo, che introduce una variante interessante,
rappresentata dalla cerniera che si dispone con uninclinazione intermedia rispetto ai casi precedenti, per
effetto di un collegamento comunque efficace fra i due muri.
La novit rappresentata dal possibile strappo e trascinamento di una porzione cuneiforme del muro
sollecitato dallazione complanare.
La complessit del problema da mettere in relazione alle innumerevoli configurazioni di collasso che si
possono verificare, fra le quali non facile stabilire a priori la pi probabile e pericolosa, se non attraverso
calcoli piuttosto complessi per i quali si rimanda ai paragrafi successivi.
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Lultimo schema apparentemente simile al
primo, perch caratterizzato dalla formazione
della stessa cerniera di base. In realt tale
comportamento si manifesta solo se i muri sono
perfettamente collegati, per cui leventuale
strappo fra le due pareti non pu avvenire che a
monte del cantonale, dove facilitata la
formazione delle linee di frattura.
Questa condizione, piuttosto frequente
nelledilizia storica, comporta il distacco di un
ampio cuneo murario, che funge da contrappeso e
che, per propria forma, tende a contrastare il
ribaltamento.
In questo modo si riduce di molto la possibilit
dinnesco del meccanismo, che invece nella
configurazione iniziale appare alquanto probabile.
In pratica si tratta di una condizione ottimale che
chiama in causa la qualit della muratura, dalla
quale dipende lampiezza angolare del cuneo e la
stessa resistenza che la parete oppone allo strappo.
E chiaro quindi che la conoscenza della sola
geometria strutturale non sufficiente per fare
previsioni realistiche sul tipo di risposta attesa.
1.2 Meccanismi di danno elementari per pareti ortogonali
connesse.
Sono molteplici i fattori in grado di influenzare linnesco del cinematismo: la qualit delle connessioni fra i
due muri ortogonali, il tipo di muratura e le caratteristiche di posa in opera dei materiali, nonch gli spessori,
laltezza e tutti i parametri geometrici condizionano la risposta globale della struttura e ne determinano il
modo di danneggiamento.
La presenza di orizzontamenti capaci di interagire con le pareti nellassorbimento e trasferimento delle forze
sismiche rende il sistema ancora pi articolato e difficile da analizzare, ma potenzialmente pi stabile, a
condizione che si possano sfruttare le possibilit che offre ciascun elemento strutturale per la creazione di
connessioni efficaci.
1.3 Influenza degli orizzontamenti lignei orditi in direzione ortogonale o parallela alla direzione di propagazione del sisma
In questo modo si possono largamente compensare gli effetti negativi determinati dalle travi maestre dei
solai in legno, che trasferiscono forze concentrate agli appoggi capaci di sconnettere la muratura e di
indirizzare la formazione delle fessure su percorsi preferenziali, in relazione alla direzione del sisma ed alla
tessitura delle orditure.
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1.4 Esempio di lesione di distacco convergente
sullappoggio della trave
1.5 Quadro fessurativo condizionato dalla posizione delle travi
maestre - Citerna (PG), Terremoto del 26 aprile 1917
Linnesto delle travi determina ad esempio una concentrazione di sforzi che influenza la formazione del
quadro fessurativo e determina lampiezza del cuneo di distacco nella parete complanare al sisma. La forza
sismica agente in direzione parallela alle travi tende invece a produrre lo sfilamento delle orditure ed il
ribaltamento del muro dimposta.
Gli esempi illustrati nelle figure costituiscono prove evidenti degli effetti prodotti dalle azioni sismiche
complanari e della reciproca interazione fra solai lignei e muri dappoggio.
Per comprendere meglio questi fenomeni non sufficiente fare riferimento ai semplici schemi sopra
analizzati, che offrono unidea piuttosto generica sulla risposta di una struttura muraria alle azioni
orizzontali.
Una configurazione pi significativa da
prendere in esame certamente quella
della cellula elementare chiusa, delimitata
da pareti perimetrali e da un solaio di
copertura secondo lo schema riportato in
figura.
In questo caso il problema diventa ancora
pi complesso, ma la configurazione si
avvicina a quella reale delle strutture
murarie, mentre le tipologie dei
meccanismi di danno sono comunque
riconducibili a quelle sopra analizzate.
Tuttavia, prima di scendere nel dettaglio
dellanalisi di strutture cos articolate,
necessario chiarire alcuni aspetti
determinanti per la comprensione dei
fenomeni fisici elementari che
condizionano la risposta delle pareti
murarie singole e isolate.
1.6 Schema strutturale di una cellula muraria chiusa superiormente
Mezzane
Travicelli
Travi
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Soprattutto, indispensabile mettere in relazione i tipi di danno che si manifestano con maggiore frequenza
con le caratteristiche fisico-meccaniche della muratura.
Le ricerche sviluppate in questi ultimi anni sulla tipologia delle murature tradizionali ci sono estremamente
utili, anche se ai fini delle verifiche statiche bisogna evitare una eccessiva caratterizzazione, spinta oltre
losservazione dei fattori veramente significativi per la definizione della qualit muraria e quindi per lanalisi
del comportamento.
A)
B)
C)
D)
1.7 Esempi di murature tradizionali in pietrame e laterizio:
A - Muro di pietrame sgrossato;
B - Muro di pietrame di cava;
C - Muro di pietra con paramento a conci squadrati;
D - Muratura di pietrame con ricorsi di mattoni;
E - Muratura di mattoni o mista di pietrame con
paramento laterizio.
E)
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1.3 Comportamento di pareti isolate.
Per un approccio razionale, consigliabile
procedere in via preliminare con lesame di una
parete singola ed isolata sottoposta a
configurazioni di carico elementari, a partire
dallazione dei soli carichi statici verticali (Q), per
poi tenere conto degli effetti prodotti dalle azioni
sismiche ortogonali al piano (Fso) e quindi passare
al problema molto pi complesso, rappresentato
dalla risposta sismica alle forze complanari (Fsc).
E necessario tenere presente che le murature sono
elementi strutturali destinati principalmente a
contrastare le azioni statiche verticali, mentre le
azioni sismiche orizzontali introducono degli stati
tensionali anomali rispetto a quelli ordinari, per i
quali non tutte le murature sono efficacemente
predisposte.
Un giudizio di qualit espresso in relazione alla
sola capacit di risposta ai carichi verticali non
pertanto sufficiente.
1..8 Parete sottoposta a:
Q Carichi statici verticali
Fsc Forza sismica complanare
Fso Forza sismica ortogonale
La valutazione della qualit muraria deve derivare da un giudizio complessivo e tenere conto della capacit
della parete di contrastare efficacemente qualsiasi tipo di azione verticale e orizzontale.
Agli inizi dellOttocento Nicola Cavalieri San-Bertolo, nelle sue Istituzioni di Architettura Statica ed
Idraulica
1
, riassume questi aspetti della qualit muraria in una limpida definizione del sistema muro, ovvero
[] un ammasso artefatto di pietre, ordinate in modo, che ne risulti un solido di figura e dimensioni
determinate, atto a conservare la propria forma sia per la forza di qualche materia glutinosa, cui si da il
nome di malta o cemento, la quale avviluppi le pietre, e le tenga saldamente aderenti luna allaltra; sia in
grazia dellequilibrio, in cui si trovi ciascuna pietra per la semplice sua posizione; sia finalmente perch le
pietre si trovino tutte studiosamente disposte in guisa tale, che quelle forze, per cui tenderebbe ciascuna di
esse a spostarsi, simpediscano e si elidano nel vicendevole conflitto.
Questa definizione richiama lattenzione su aspetti generalmente trascurati, ovvero sul rispetto di quella
regola dellarte che sembra aver perso il tradizionale significato, nel senso che non fa pi parte della
comune cultura costruttiva.
In effetti la costruzione di murature nuove in elementi artificiali o in blocchi naturali squadrati non richiede
particolari conoscenze ed abilit per la corretta posa in opera, mentre, al contrario, luso di pietrame sbozzato
secondo le tecniche tradizionali mette oggi in difficolt pure i muratori dotati di maggiore esperienza.
Per ragioni economiche, a volte per motivi puramente estetici, gran parte delle murature storiche presenta
caratteristiche costruttive disomogenee, caratterizzate da paramenti che si differenziano sia per la qualit, sia
per il tipo e la forma dei materiali impiegati.
Nelle murature medievali, ad esempio, diffuso lutilizzo della pietra a vista, combinata con elementi di
spoglio recuperati da crolli o da scarti di lavorazione, mentre nei muri di epoca rinascimentale predomina la
componente laterizia o mista pietra-laterizio, spesso abbinata a pietrame di recupero utilizzato per il
paramento interno.

1
Istituzioni di Architettura Statica ed Idraulica di Nicola Cavalieri San-Bertolo, Ingegnere Superiore nel Corpo di
Acque, e Professore nellArchiginnasio Romano della Sapienza (Dalla Tipografia Cardinali e Frulli).
Bologna M DCCC XX VII)
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1.3.1 Effetti prodotti dai carichi verticali
Nelle murature cos costituite non vi perfetta corrispondenza fra lasse geometrico della parete e quello
delle rigidezze, rispetto al quale vengono calcolate le eccentricit dei carichi, per cui pu accadere che sforzi
perfettamente centrati inducano sollecitazioni di pressoflessione per diversa ripartizione dei carichi assiali fra
i due paramenti.
1.9 Ripartizione dei carichi statici verticali nelle
murature con paramenti disomogenei
La realizzazione di un paramento esterno con
apparecchio di pietre squadrate, distinto dalla parte
interna del medesimo caratterizzata da minore qualit
realizzativa, come si rileva in molti muri perimetrali
medievali con pietra a vista, pu amplificare questo
anomalo comportamento statico.
La tendenza al distacco dei paramenti associato alla
forma delle pietre ed al modo in cui vengono disposte per
dare corpo alla muratura; fattori che influiscono
notevolmente sulla risposta strutturale.
Se il contatto fra le pietre avviene senza un efficace
ingranamento, leffetto pu essere pericoloso, per
linsorgenza di forze inclinate necessarie per lequilibrio,
che rendono la muratura internamente spingente.
Questa condizione tende a produrre il distacco dei
paramenti e si vedr in seguito come la stessa azione
dannosa si riscontra anche in direzione complanare alla
parete.
Al contrario, la sovrapposizione dei blocchi garantisce
lequilibrio attraverso il trasferimento di sole forze
verticali.
La conseguenza pi preoccupante determinata dal distacco dei paramenti, favorito dalla carenza di
connessioni e dalla spinta interna che agisce nella fase dinnesco, ma perde effetto con levoluzione del
meccanismo, che progredisce per sopraggiunta crisi di stabilit dei sottili paramenti distaccati.
Tutto ci ha effetti negativi su quel comportamento monolitico che si ricerca sistematicamente nella
costruzione di qualsiasi muratura e che ne costituisce il pi importante indicatore di qualit.
In effetti, gli aspetti analizzati hanno grande influenza sul comportamento delle murature, certamente
superiore alla stessa qualit delle malte impiegate ed alle caratteristiche meccaniche delle pietre, che tuttavia
sono elementi da non sottovalutare. In particolare, le malte assumono un ruolo molto importante nelle
murature incoerenti, realizzate con pietrame di piccola pezzatura.
o s
1.10 Condizioni di equilibrio di
elementi lapidei ingranati fra i due
paramenti
1.11 Effetti spingenti nella muratura
costituita da elementi non bene ingranati
1.12 Distacco dei paramenti associato
a fenomeno di instabilit
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1.3.2 Risposta alle azioni sismiche ortogonali.
Il comportamento a mensola dei muri isolati sottoposti alle azioni orizzontali, gi introdotto in premessa,
stato analizzato ed illustrato in modo efficace da J. Rondelet agli inizi del 1800, e ripreso in seguito in molti
trattati sulledilizia storica.
La risposta della parete alla sollecitazione trasversale dipende essenzialmente dalla natura e dalle
caratteristiche della muratura stessa. In particolare, nel moto di rotazione attorno alla base la parete tende a
scaricare il proprio peso sul lembo esterno, generando una forte sollecitazione di taglio lungo il piano medio.
In questa fase entra in gioco la capacit del muro di conservare la propria configurazione geometrica durante
levoluzione del cinematismo.
Un muro privo di diatoni, ovvero di elementi
passanti che collegano i due paramenti in senso
trasversale, non offre sufficiente resistenza alla
sollecitazione di taglio e pu scomporsi,
giungendo rapidamente al collasso.
Diversamente, in presenza di adeguati elementi di
connessione trasversale, lazione sismica tender a
fare oscillare la parete attorno alla posizione di
equilibrio, senza determinare la disgregazione del
solido murario.
La vulnerabilit dell'organismo edilizio risulta
fortemente condizionata dai meccanismi di danno
di primo modo ed il controllo di questo tipo di
dissesto rappresenta un obiettivo prioritario da
perseguire sia in fase di costruzione, sia
nelleventuale opera di consolidamento.
1.13 Meccanismo di ribaltamento per muro monolitico,
oppure a doppio o triplo paramento.
Le murature idonee ad assorbire le azioni ortogonali sono, quindi, quelle che a parit di spessore
garantiscono il migliore ingranamento fra i due paramenti.
Spesso, anche se pu apparire paradossale, sono proprio i muri di spessore elevato a presentare minori
connessioni trasversali, mentre quelli di spessore contenuto, rispetto alle dimensioni delle pietre, assumono
una configurazione ottimale per un comportamento pressoch monolitico; il tutto dipende comunque dalle
caratteristiche geometriche degli inerti e dalla qualit della malta.
Lanalisi dei meccanismi di danno di primo
modo permette di apprezzare un primo
fattore di qualit della muratura,
rappresentato dal livello di ingranamento fra i
paramenti.
I disegni in Fig. 1.14 rispondono ad un
giudizio qualitativo basato su questo fattore
attraverso schemi piuttosto efficaci.
Il muro A in grado di assicurare un
comportamento monolitico, mentre il muro B
ha dei margini di resistenza inferiori.
La completa assenza di collegamenti
rappresentata dal tipo C, cui corrisponde una
parete a doppio foglio, incapace di
contrastare qualsiasi azione di scorrimento
lungo il piano medio.
1.14 Schematizzazione del livello di ingranamento dei paramenti:
A-Buono B-Medio C-Assente
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A ciascun tipo di muratura corrisponde un determinato moltiplicatore di collasso, inteso come il valore
minimo del coefficiente sismico c da applicare alle forze peso per il calcolo delle forze sismiche
orizzontali capaci di portare la struttura al collasso.
1.15 Ingranamento dei paramenti e azione di contrasto
dei meccanismi di dissesto.
Una semplice equazione matematica permette di
calcolare il moltiplicatore imponendo
luguaglianza fra il momento resistente dovuto al
peso proprio della parete ed il momento
spingente determinato dal sisma.
Nel caso A il valore di c fornito dal rapporto
fra lo spessore e laltezza del muro: c=s/h. Per
tale motivo nel caso C il moltiplicatore si
dimezza; la configurazione B, quella intermedia,
la pi difficile da esaminare, ma ovviamente il
moltiplicatore assumer un valore compreso fra
quelli delle due configurazioni estreme.
Per un ulteriore approfondimento nellanalisi di
questo tipo di meccanismo opportuno prendere
in esame la cellula elementare, argomento che
verr ripreso pi avanti.
1.3.3 Risposta alle azioni sismiche complanari.
Molto pi complesso, come gi anticipato, il problema dellanalisi di setti murari sottoposti ad azioni
sismiche complanari. Questo problema riveste grande importanza per la stabilit globale dellorganismo
edilizio, perch alle pareti disposte nella direzione del sisma compete il ruolo di controventi, in grado di
contrastare il ribaltamento di primo modo dei muri ortogonali.
Secondo le norme vigenti, ciascun setto deve avere una lunghezza superiore di almeno 1/3 allaltezza, per far
prevalere la resistenza a taglio rispetto al ribaltamento flessionale gi visto per i meccanismi di primo modo.
Losservazione di situazioni reali costituisce un utile riferimento che suggerisce un percorso privilegiato per
lanalisi strutturale. Nelle facciate degli edifici a schiera, ad esempio, si manifesta un quadro fessurativo
tipico che mostra lesioni con profilo inclinato, concentrate principalmente in corrispondenza delle testate e
indirizzate verso la base estrema.
I
II
Cunei di distacco
Settore di scorrimento
La ragione di tale comportamento intuitiva, ma trova
anche una giustificazione scientifica che si evidenzia
attraverso una semplice analisi statica vettoriale.
La combinazione della forza peso con la componente
sismica orizzontale genera una risultante di progetto
inclinata di un angolo pari allarcotangente del
coefficiente sismico, per cui possibile individuare
una porzione del muro di testata per la quale la
risultante delle forze agenti va a cadere oltre la base
dappoggio e pertanto soggetta a ribaltamento.
La costruzione grafica permette di individuare il
settore angolare di ampiezza variabile che, in relazione
al tipo di muratura, tende a distaccarsi ruotando attorno
alla base.
In realt non dato conoscere a priori con certezza
lampiezza angolare di detto cuneo, a meno di
unanalisi approfondita del tipo di muratura. Per
logica, si portati di far coincidere la linea di strappo
con linclinazione della risultante stessa; in questo
modo si avrebbe una corrispondenza interessante fra
ampiezza del cuneo e coefficiente di intensit sismica.
1.16 Meccanismo di danno di testata di un aggregato edilizio.
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Tuttavia, in questo modo viene meno qualsiasi relazione diretta con il tipo e qualit della muratura, mentre in
realt da escludere un rapporto puramente geometrico tra forma del cuneo e direzione delle forze agenti,
per cui il profilo dello strappo da associare alle caratteristiche della muratura e non allintensit del sisma.
La lesione di distacco tende a formarsi lungo linee preferenziali definite dallallineamento dei giunti e prive
di ingranamenti, mentre lintensit sismica influisce solo sulla probabilit di attivazione del cinematismo.
E necessario pertanto comprendere
meglio gli aspetti fisici che regolano i
fenomeni di rottura nel piano, per
evidenziare i fattori che influiscono
sullinnesco e sullevoluzione delle
modalit di danno.
Lanalisi dei cinematismi di collasso
comporta per dei problemi che
riguardano la definizione delle catene
cinematiche.
Al riguardo, si distinguono due
situazioni limite: la prima quella in cui
il quadro fessurativo permette di
riconoscere con chiarezza i cinematismi
strutturali in atto; laltra, pi complessa,
caratterizzata dallassenza di qualsiasi
segno indicativo dei potenziali
meccanismi di danno. In questo caso
pi che mai necessario disporre di criteri
oggettivi per una razionale costruzione
dei meccanismi da esaminare. 1.17 Schema del meccanismo di testata.
1.4 Modello ad archi virtuali e criteri di analisi strutturale mediante i cinematismi di collasso.
Un aiuto concreto per comprendere i processi di formazione delle catene cinematiche offerto
dallandamento qualitativo dei flussi di compressione allinterno delle pareti, che permette di decifrare alcuni
aspetti ripetitivi della dinamica strutturale.
Si osserva, in particolare, che i meccanismi resistenti si instaurano in condizioni statiche e sismiche
attraverso la formazione spontanea di archi di scarico, la cui conformazione condizionata dalla presenza e
dalla disposizione di eventuali aperture.
Linnesco delle fessure riflette il sistema di diffusione degli sforzi, per cui in condizioni statiche si formano
lesioni in asse alle aperture, mentre lazione sismica sposta la lesione verso gli appoggi, dove idealmente
traslano le chiavi degli archi resistenti.
1.18 Diffusione dei flussi di compressione nei pannelli forati in condizioni statiche e sismiche
12
Il metodo proposto, finalizzato ad una successiva verifica numerica, peraltro gi utilizzato per la soluzione di
problemi reali, prende spunto da queste osservazioni e consiste nello schematizzare le pareti attraverso
unideale successione di archi, congruente con le caratteristiche geometriche complessive di ciascuna parete.
La configurazione degli archi virtuali non risponde in alcun modo alla struttura fisica della muratura,
costituita in realt dalla sovrapposizione di filari orizzontali, pertanto lontana dalla geometria ipotizzata.
Nonostante lapparente incongruenza, il modello si rivela particolarmente efficace nel simulare la risposta
alle azioni sismiche complanari; questo perch la formazione di macroelementi ed i cinematismi indotti dalle
spinte orizzontali sono caratterizzati da unevoluzione riconducibile alla meccanica degli archi.
1.19 Configurazione della parete secondo il modello
ad archi virtuali
1.20 Meccanismo di rottura delle testate di muro
secondo lanalogia dellarco
Il modello virtuale, pertanto, non ha alcuna relazione diretta con la disposizione degli inerti e con la tessitura
del paramento murario, ma favorisce lanalisi del comportamento meccanico e indirizza verso la definizione
di appropriati interventi di consolidamento.
La successione delle arcate virtuali termina alle estremit della parete con due semiarchi che evidenziano una
precaria stabilit. Fra i principali meccanismi stimolati dalle azioni sismiche complanari si distinguono
proprio quelli di testata, decifrabili attraverso lanalisi di questi caratteristici semiarchi, che a differenza di
quelli interni mancano della forza equilibrante applicata in chiave, e che risultano pertanto soggetti
allinnesco di evidenti fenomeni di dissesto.
In particolare, la scomposizione dei semiarchi in conci ideali, separati dalle linee critiche caratteristiche di
ciascun tipo di muratura, permette di apprezzare il cinematismo di crisi della testata.
Chi abituato a trattare il problema della spinta delle terre contro i muri di sostegno secondo la teoria di
Coulomb coglier certamente delle analogie con il modello proposto, tuttavia opportuno evidenziare alcune
varianti significative.
Un muro di sabbia incoerente si comporta in apparenza allo stesso modo; in realt il primo settore, che
corrisponde al cuneo di massima spinta, tende a scivolare sul secondo e non a ruotare rispetto alla base come
accade nel muro di pietrame; inoltre, nel caso del terreno, il fenomeno si manifesta per effetto del solo peso
proprio. Nella muratura, invece, c bisogno di unazione orizzontale capace di rompere lequilibrio limite
determinato dalla resistenza a taglio dovuta alla coesione; la forza orizzontale che produce lo strappo del
cuneo la stessa che poi attiva il moto di rotazione.
Nel primo settore prevale quindi la rotazione attorno alla base, mentre il secondo settore scivola lungo un
piano inclinato delimitato dalla seconda linea critica, che nel confronto con la spinta delle terre assimilata
al piano di natural declivio, al di sotto del quale il terreno resta escluso da qualsiasi altro fenomeno di
dissesto.
Quello descritto un tipo di approccio intuitivo che in passato ha suggerito la messa a punto di alcune delle
pi diffuse ed efficaci tecniche antisismiche premoderne e che, al riguardo, offre una valida chiave
interpretativa dei meccanismi resistenti attivati.
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Limpiego degli speroni, ad esempio, largamente utilizzati
nelledilizia storica, giustificato dalla spinta equilibrante
che sono capaci di trasmettere ai semiarchi di estremit;
allo stesso modo gli archi di sbadacchio assolvono la
funzione di vere e proprie chiavi per la chiusura di
semiarchi contrapposti.
Uno degli interventi pi efficaci consiste comunque nella
disposizione di tiranti complanari alla parete, vincolati alle
testate mediante robuste chiavi di ancoraggio.
Lefficacia dellazione stabilizzante si intuisce a livello
qualitativo, mentre difficile impostare calcoli di verifica
attraverso un modello matematico altrettanto intuitivo.
1.21 Rinforzo con speroni
1.22 Rinforzo con archi di sbadacchio 1.23 Rinforzo con tiranti
Unanalisi critica delle tecniche antisismiche premoderne richiederebbe altri spazi di approfondimento,
tuttavia la chiave di lettura proposta sufficiente per comprendere i meccanismi resistenti che si instaurano
nelle murature e le cause che inducono linsorgenza dei principali fenomeni di dissesto.
Le considerazioni suggerite dallo schema ad archi virtuali potrebbero indurre a ritenere che tutte le murature
esposte ai meccanismi di danno evidenziati richiedano dei provvedimenti in grado di impedirne lattivazione.
In realt anche in questo caso entrano in gioco le caratteristiche della muratura ed ogni situazione richiede
valutazioni specifiche.
In alcune pareti, infatti, i cinematismi che determinano la
rotazione del primo settore e lo scorrimento del secondo,
cos come sopra illustrati, sono scongiurati dalla stessa
qualit della tessitura muraria.
Leffetto catena assicurato dallingranamento dei blocchi
e dalla regolarit dei piani di posa, non consente un facile
innesco dei meccanismi illustrati, per cui la parete tende a
conservare la propria integrit strutturale anche in
presenza di azioni sismiche.
Gli interventi di scuci-cuci che si eseguono nelle
murature storiche hanno sostanzialmente questa funzione.
Le condizioni cambiano per le murature pi scadenti,
quelle realizzate con ciottoli di pietra di piccola pezzatura
e prive di ortostati, ovvero di elementi disposti in senso
longitudinale che creano connessioni a cavallo delle linee
critiche.
1.24 Effetto catena assicurato dallingranamento delle
pietre nelle murature a blocchi regolari.
Il modello ad archi virtuali permette di interpretare anche altri fenomeni di dissesto che interessano le
strutture murarie, in presenza di cedimenti fondali.
Azione sismica
Azione sismica Azione sismica
14
1.24b Meccanismi di danno dovuti a cedimenti fondali che si possono
verificare in condizioni statiche o con maggiore probabilit sotto
leffetto di azioni esterne come quelle sismiche.
La successione di archi che definiscono la
struttura ideale della parete permette di
individuare il meccanismo resistente che si
instaura in seguito ad un eventuale cedimento
del terreno in posizione centrale o destremit.
Le lesioni che si vengono a formare in linea di
principio seguono il profilo di un arco che
delimita la porzione di parete interessata dal
fenomeno di distacco.
Quando il cedimento si verifica in
corrispondenza del cantonale il meccanismo,
ugualmente leggibile, risulta molto pi
pericoloso, per la possibile attivazione di
effetti secondari facilmente intuibili.
Il sistema di archi privato dellappoggio
terminale, infatti, assume una configurazione
alquanto precaria, con una porzione di
muratura a sbalzo che produce un forte
incremento degli stati di compressione sul
terreno.
Sotto leffetto del sisma gli sforzi trasmessi al
terreno tendono a concentrarsi ulteriormente
alle estremit della parete e nelle strutture gi
interessate da cedimenti fondali le condizioni
di esercizio si aggravano sensibilmente.
1.24c Distribuzione qualitativa dei carichi sulla fondazione in condizioni statiche e sismiche. I tiranti complanari riportano a
monte le forze sismiche mentre fanno arretrare la forza risultante sullestremit di valle.
Possono formarsi in questo modo delle lesioni che coinvolgono ampie porzioni di parete nellattivazione di
nuovi meccanismi di danno.
Linserimento di tiranti complanari permette non solo di contrastare lattivazione e levoluzione dei
cinematismi, ma soprattutto impedisce la pericolosa concentrazione di carichi sui tratti di fondazione che
sostengono le estremit della parete. Questo produce un miglioramento indiretto, ma significativo, anche
nella configurazione dei carichi trasferiti alla fondazione, attraverso una sostanziale ridistribuzione degli
sforzi.
15
1.x3 Evoluzione del danno e azione di contrasto de tiranti.
1.x4 Azione di contrasto garantita dal tirante di parete
con riduzione delle tensioni trasmesse al terreno.
Nel punto estremo dellappoggio vengono comunque
trasmessi sforzi elevati, ma vengono scongiurati gli
incrementi dovuti alla rotazione del solido.
1.5 Angolo critico caratteristico della muratura.
Le caratteristiche morfologiche delle lesioni che si creano per effetto dei cinematismi illustrati costituiscono
degli indizi molto importanti per prevedere unevoluzione realistica dei meccanismi di danno.
Quella che caratterizza la prima linea critica (tipo A) una lesione di strappo, mentre la seconda (tipo B)
presenta uno scorrimento parallelo alla fessura .
A) Rotazione B) Scorrimento 1.25 Posizione delle lesioni e schema del cinematismo
nelle murature prive di ingranamenti.
Quadri fessurativi con simili caratteristiche sono molto frequenti e confermano una tendenza al dissesto
tipica delle murature storiche.
A
B
A
B
16
Il cinematismo elementare sopra descritto
perfettamente sovrapponibile a situazioni di
dissesto realmente riscontrate negli edifici storici
realizzati in muratura di pietrame incoerente,
come nellesempio a lato.
Logicamente la lesione non segue mai un profilo
rettilineo cos netto come indicato nello schema
grafico. Inoltre linclinazione della seconda linea
critica, individuata da un settore angolare di
circa 45, puramente indicativa, anche se
lesperienza dimostra che in genere landamento
reale della lesione non si discosta molto da
questo profilo; in caso contrario potrebbe
prevalere nuovamente il moto rotazionale sulla
componente di scorrimento.
In base a quanto premesso, emerge un parametro
caratteristico di ciascun tipo di muratura
rappresentato dallangolo critico o che individua
la prima linea critica, la cui conoscenza, come si
vedr in seguito, fondamentale per la
trattazione analitica del problema.
1.26 Esempio reale di dissesto riconducibile al meccanismo
illustrato
2
.
1.27 Muratura di mattoni pieni con filari alternati di testa
e di costa.
Langolo critico o del primo settore costituisce una
caratteristica propria di ogni muratura cos come
langolo dattrito per un terreno.
A seconda del tipo e qualit dei materiali impiegati e
della tecnica adottata per la posa in opera, possibile
individuare langolo critico attraverso un procedimento
grafico, che permette di individuare lallineamento
diagonale dei giunti.
Le murature di mattoni pieni con tessitura alla gotica
sono caratterizzate da angoli critici piuttosto grandi,
mentre se i mattoni sono disposti per testa langolo si
riduce nettamente.
E sufficiente modificare la disposizione dei mattoni
per migliorare o peggiorare la risposta alle azioni
complanari.
1.28 Muratura mista di pietrame e laterizio.
Da un confronto fra alcuni tipi di murature, si osserva
che il muro di soli ortostati sembra il pi adatto a
contrastare lazione sismica complanare, ma evidenzia
un pessimo comportamento nei confronti delle
sollecitazioni ortogonali.
Il muro di soli diatoni si comporta precisamente
allinverso, per cui appare ovvio disporre i mattoni in
alternanza testa/costa, per assicurare un buon
collegamento sia in senso trasversale che longitudinale.
Nonostante questo i muri di mattoni murati tutti per
testa sono molto diffusi, probabilmente perch
consentono una posa in opera molto pi rapida e
pertanto pi economica.

2
Parete absidale della chiesa di San Michele Arcangelo di Userna A cura dellITCG I. Salviani Citt di Castello
(PG), Petruzzi Editore, 1998.
17
Nei paramenti in muratura di pietrame o mista langolo critico costituisce uno degli indicatori pi
significativi della qualit muraria, nonostante il carattere di fattore puramente geometrico.
Linclinazione della linea critica, infatti, dipende dalle dimensioni e dalla forma delle pietre, dal tipo di
tessitura adottato e pertanto dallingranamento longitudinale.
Il fattore non influenzato in alcun modo dalla resistenza meccanica delle pietre e dal tipo di malta
impiegata.
1.29 Muratura di pietrame (prevalente) mista a laterizio. 1.30 Muratura di pietrame sbozzato.
I muri di pietrame realizzati con blocchi di piccola pezzatura sono quelli caratterizzati da maggiore carenza
di connessioni nel piano e risultano pertanto pi vulnerabili alle azioni complanari. Langolo critico molto
piccolo tende a produrre lo strappo lungo una linea pressoch verticale.
Non si ritiene necessario analizzare altri casi in quanto il metodo grafico illustrato pu essere generalizzato.
Quanto anticipato fondamentale per comprendere i meccanismi di danno dovuti alle azioni complanari ed
indirizza verso una trattazione rigorosa del problema; operazione che, come si vedr in seguito, richiede
alcune considerazioni pi approfondite sugli aspetti fisici che regolano questo fenomeno di dissesto.
1.31 Parete vincolata (Rottura a taglio) 1.32 Parete libera (Rottura a flessione)
Chi ha esperienza nella verifica sismica degli edifici in muratura con i metodi a macroelementi tipo POR o
con algoritmi simili, comunque basati sullipotesi di comportamento elastico della muratura considerata
come materiale omogeneo ed isotropo, noter certamente un forte contrasto di quei metodi con il modello
statico qui proposto come riferimento.
Nella verifica POR, il setto murario assimilato ad un pilastro, dove il rapporto geometrico fra altezza e
lunghezza della parete fa prevalere il comportamento a taglio rispetto a quello flessionale.
Il quadro fessurativo che ne deriva caratterizzato dalla formazione di lesioni diagonali incrociate. Le
condizioni di congruenza, infatti, impongono che sia la linea base, sia quella di coronamento del muro, non
subiscano deformazioni significative essendo vincolate ai cordoli di piano oppure a tiranti.
18
Il comportamento dei singoli muri cos vincolati certamente assimilabile a quello delle moderne costruzioni
in muratura portante, tuttavia queste ultime definiscono un modello strutturale che nel complesso molto
diverso dalla fabbrica tradizionale, costituita da un assemblaggio di elementi staticamente determinati,
caratterizzata da vincoli monolateri e ben lontana dal comportamento di struttura elasto-plastica, monolitica,
pluriconnessa ed iperstatica che risponde al modello scatolare.
Il comportamento globale in effetti molto diverso nei due casi. Per averne conferma sufficiente
confrontare i danni prodotti dal terremoto sulledilizia storica che non ha subito modifiche, rispetto ai danni
che si rilevano su edifici nuovi o consolidati.
Nelle murature storiche prive di cordoli o tiranti, prevale infatti la rottura a flessione con formazione di
lesioni lungo le linee critiche, che non hanno alcuna relazione con il quadro fessurativo indotto dai
meccanismi di rottura a taglio, responsabili delle caratteristiche lesioni diagonali incrociate.
Linserimento di tiranti ai piani impone quindi condizioni di congruenza che impediscono il passaggio delle
lesioni fra setti sovrapposti; la fessurazione avviene pertanto lungo le diagonali, che costituiscono lunico
profilo congruente con il vincolo imposto dalle catene.
1.33 Risposta sismica di pareti sollecitate nel piano: meccanismi di rottura a taglio e flessione in presenza di orizzontamenti rigidi
o di solai deformabili.
Gli schemi grafici evidenziano una chiara differenza del comportamento dei muri in funzione della
configurazione dei vincoli; la carenza di connessioni ai piani (figura centrale) facilita linnesco dei
meccanismi di ribaltamento, mentre gli incatenamenti disposti a vari livelli, in quanto efficaci, chiamano in
causa la resistenza a taglio delle singole pareti. Gli stessi tiranti, se posti solo su alcuni livelli intermedi della
struttura, non garantiscono uniformit di comportamento delle pareti.
Passare da una configurazione di vincolo allaltra appare unoperazione piuttosto semplice, almeno a livello
teorico, mentre in pratica molto difficile da ottenere e richiede complessi sistemi di tirantature ai piani.
La procedura per lanalisi dei setti murari sollecitati a taglio secondo gli schemi di verifica adottati nel POR
nota e non necessita di alcun approfondimento, soprattutto per lo scarso significato che pu avere in questo
ambito.
La trattazione analitica del tema relativo al meccanismo di ribaltamento o scorrimento nel piano in assenza di
vincoli sommitali merita invece maggiore attenzione e richiede la definizione di un appropriato modello di
calcolo, semplice quanto aderente al reale comportamento della struttura.
19
1.6 Criteri per la trattazione analitica del problema.
I meccanismi di rottura a flessione caratterizzati dalle modalit di collasso descritte non sono mai stati
oggetto di analisi esaurienti, se non a livello puramente qualitativo. I principali modelli di analisi strutturale
non prendono in considerazione tale modalit di collasso, come accade pure per i meccanismi di danno di
primo modo. In realt sono questi i cinematismi di danno che caratterizzano maggiormente il comportamento
delle murature storiche e che richiedono pertanto una trattazione pi approfondita del tema.
A tale fine necessario formulare alcune ipotesi preliminari che vengono cos riassunte:
a) si suppone che la lesione di distacco del cuneo sia perfettamente rettilinea, in modo che lo stesso assuma
una forma triangolare;
b) il punto di rotazione attorno alla base viene fatto coincidere con lestremit della parete, anche se tale
configurazione puramente teorica per lo schiacciamento della muratura che si andrebbe a determinare;
c) si ipotizza il cuneo in grado di conservare la propria configurazione geometrica e di supportare il
cinematismo fino al collasso della struttura per perdita della configurazione di equilibrio.
1.34 Modello grafico per la valutazione della risposta sismica di pareti murarie
sollecitate nel piano (Rottura a flessione)
1.35 Vista assonometrica del
cinematismo di collasso
Per un approccio analitico al problema si far riferimento al modello grafico illustrato in figura, dove sono
stati evidenziati i parametri di resistenza che intervengono per contrastare linnesco e levoluzione del
cinematismo di collasso.
Il modello strutturale si basa su unanalisi statica equivalente, con le forze agenti in direzione orizzontale da
destra verso sinistra, in grado di produrre la formazione di una lesione netta lungo la linea critica individuata
dal settore angolare o ed il conseguente distacco di una porzione di muratura cuneiforme, fino al
raggiungimento della configurazione di collasso per ribaltamento.
In unottica di massima semplificazione del modello, si prevede un primo livello di analisi rivolto allesame
di una parete isolata, che permette di comprendere il ruolo che ciascun fattore di resistenza svolge nelle fasi
dinnesco e di evoluzione del cinematismo di danno.
Lassunzione di un modello geometrico caratterizzato da una linea di strappo perfettamente rettilinea
costituisce unutile semplificazione ai fini del calcolo; in realt il distacco si verifica sullallineamento dei
giunti e con un profilo scalettato, comunque irregolare, che permette di apprezzare meglio le componenti di
resistenza.
P b h tg =
1
2
2
o
20
I principali fattori che si oppongono alla
rotazione del cuneo sono costituiti dalla
forma della porzione di parete distaccata,
ovvero dal cuneo stesso che funge da
contrappeso, oltre che dalla resistenza a
taglio e dalla forza dattrito.
La forza sismica che tende a strappare il
cuneo trova un primo efficace contrasto
nella coesione (espressa dalla resistenza
caratteristica a taglio della muratura - t.
k
),
quindi interviene lattrito (f) esercitato lungo
la superficie di distacco, che pu essere
stimato attraverso la formula di Coulomb.
1.36 Formula di Coulomb 1.37 Esempio reale.
Le risultanti della due forze equilibranti hanno per posizioni e bracci diversi, come si rileva nello schema
grafico di riferimento (Fig. 1.34).
Alla comparsa della prima fessura viene meno il contributo della coesione, pertanto si verifica la condizione
corrispondente a t.
k
=0 , e resta solo lattrito a contrastare levoluzione del cinematismo; ci dovuto al fatto
che il solido murario, seppur distaccato, tende a sedersi sulla parte stabile.
Lattrito (f) continua a svolgere un ruolo importante fino a quando lamplificazione della lesione determina il
completo distacco dei due solidi; in questa fase subentra il fattore di forma come ultima risorsa di resistenza
atta a contrastare il cinematismo di collasso.
Si comprende cos limportanza che assumono i tradizionali interventi a scuci-cuci per il ripristino della
continuit muraria nelle pareti lesionate, che permettono di recuperare sia la resistenza per attrito, sia la
coesione, fattori spesso risolutivi per la stabilit globale.
La naturale evoluzione del cinematismo, di per s gi piuttosto intuitiva, trova giustificazione anche
attraverso un approccio analitico del problema di equilibrio del sistema statico, mediante la costruzione dei
diagrammi delle sollecitazioni esterne e della resistenza opposta dalla struttura nelle diverse fasi del dissesto.
Le variabili del problema sono costituite dai parametri meccanici della muratura, dalle caratteristiche
geometriche e dallampiezza angolare del cuneo di distacco.
La verifica sismica consiste nel calcolo del moltiplicatore c dei carichi orizzontali che porta ad una perdita
di equilibrio del sistema, ovvero del coefficiente minimo fra quelli dinnesco, di fessurazione e di collasso,
da confrontare con il valore limite indicato dalle norme per ciascuna zona sismica.
Lequazione di equilibrio si ottiene imponendo la seguente condizione:
Momento spingente: Momento resistente di:
Ms = Coesione - Mrc Attrito Mra Forma -Mrf
dove:
M c b h tg h
s
= ( ) ( )
1
2
2
3
2
o
o o o t
2 3 3 2
6
1
6
1
2
1
tg h b tg f h b tg h b M
k r
+ + =
Per cui si ottiene lespressione del moltiplicatore di collasso per
rotazione del primo settore:
|
|
.
|

\
|

+ + =
h
f tg c
k
crit R

t
o
3
2
1
0
Lequilibrio del sistema assicurato fintanto che il momento resistente, cui contribuiscono le varie
componenti, assume valori superiori a quello del momento ribaltante.
In realt, la condizione di crisi pu essere raggiunta sia per ribaltamento del solido murario, sia per
superamento della resistenza a compressione della muratura, per effetto di una eccessiva concentrazione
degli sforzi in prossimit delle cerniere.
Per questo nei calcoli di verifica si prendono in considerazione due condizioni di carico estreme,
corrispondenti rispettivamente al massimo momento ribaltante ed al massimo sforzo normale alla base.
21
Lesperienza dimostra che quando la muratura realizzata nel rispetto dei criteri minimi prescritti dalla
regola dellarte, il collasso della struttura muraria avviene per perdita dequilibrio del sistema, piuttosto che
per superamento degli stati tensionali limite.
Un altro importante fattore di resistenza, da considerare in aggiunta ai precedenti noto come effetto
catena ed dovuto allingranamento degli inerti (pietre o mattoni) nel piano della parete; questo per non ha
effetto lungo la linea critica, ma solo nel settore angolare delimitato dalla stessa.
La trattazione analitica del problema, mette in
evidenza la particolarit della linea critica rispetto
a tutti gli altri profili teorici di rottura, lungo i
quali interviene leffetto catena, che equivale ad
una resistenza a trazione garantito
dallingranamento dei blocchi.
In questi casi, lo strappo della muratura richiede
la rottura o lo sfilamento di alcuni elementi;
situazione teoricamente possibile, ma piuttosto
improbabile per angoli critici modesti.
Attraverso lo schema grafico di figura 1.38,
inoltre, si osserva che le resistenze dattrito e di
coesione sviluppate lungo i profili A, B e C sono
le stesse, per cui lo sforzo necessario per lo
strappo rimane costante in tutto il settore angolare
o.
1.38 Contributo dellattrito e della coesione nel settore
a monte della linea critica
Prima di passare ad esaminare situazioni pi complesse che richiedono lintroduzione di altre variabili,
opportuno valutare con attenzione gli aspetti che regolano levoluzione di questo meccanismo elementare.
Una prima considerazione riguarda la natura dinamica del sisma e dellinfluenza che pu avere la
successione di picchi di accelerazione di intensit variabile, capaci di indebolire progressivamente la massa
muraria.
Se un primo impulso in grado di innescare la fessurazione della muratura, un secondo picco di
accelerazione di uguale intensit sar certamente capace di amplificarla, producendo un distacco netto e
quello successivo potrebbe portare addirittura al collasso della struttura gi indebolita; la forza sismica
equivalente applicata staticamente non sembra fornire la stessa sensazione di pericolosit.
Un semplice diagramma cartesiano dove vengono riportate le curve della sollecitazione esterna (Momento
spingente - Ms) e della resistenza fornita dal pannello murario (Momento resistente - Mr) in funzione
dellampiezza angolare, consente di apprezzare le cause e le modalit dinnesco del meccanismo di danno.
1.39 - Andamento qualitativo del diagramma dei momenti
in funzione del settore angolare.
La struttura muraria anche se si presenta
perfettamente integra, evidenzia una
debolezza intrinseca nel punto spigoloso
della funzione Mr, di ascissa
corrispondente allangolo critico o
crit
.
La curva del momento spingente Ms
1
,
funzione del moltiplicatore c, va a
intercettare quella del momento
resistente proprio in corrispondenza
dellascissa o=o
crit
, per cui determina
linnesco della lesione sullo stesso
profilo al valore di c=c
1
Imponendo t
k
=0 (parete lesionata) il
momento resistente si riduce, pertanto il
cinematismo si attiva per un valore del
momento spingente Ms
2
<Ms
1,
ovvero
per un moltiplicatore c
2
< c
1
.
o
o
crit.
Moltiplicatore:
- dinnesco c
1
- di fessurazione c
2
t
k
=0
- di collasso c
3
t
k
=0 ; f=0
22
Se si pone pure il coefficiente dattrito f=0 (perdita di contatto lungo la lesione), il momento Mr si riduce
ulteriormente, per cui si accentua la discontinuit del diagramma allascissa o=o
crit
. Il cinematismo, in
questo caso, si attiva per un valore del momento spingente Ms
3
<Ms
2,
ed il moltiplicatore minimo c
3
corrisponde al solo parametro di resistenza determinato dal fattore di forma.
Per una trattazione rigorosa del problema necessario effettuare anche la verifica a scorrimento del solido
distaccato, questo perch intuitivamente lampiezza angolare del cuneo murario pu favorire lo scorrimento
della porzione di parete distaccata piuttosto che la rotazione sopra descritta.
Quando lingranamento fra gli inerti garantisce un effetto catena sufficiente ad impedire lo strappo del primo
settore, la lesione si forma per effetto dello scorrimento lungo una linea critica pi inclinata.
Il moltiplicatore di collasso a scorrimento si ottiene dallequazione di equilibro fra il taglio sismico e la
resistenza opposta dalla muratura, dovuta in questo caso solo alla coesione e allattrito, mentre nei confronti
dello scorrimento il fattore di forma non produce alcun effetto.
1.40 Modello statico per la valutazione della risposta sismica di pareti murarie
sollecitate nel piano (Rottura a taglio)
Il modello ad archi virtuali si
dimostra adatto anche
allinterpretazione di questo tipo di
meccanismo, osservato di frequente
in occasione del sisma del 1997 in
Umbria.
Il meccanismo di rottura a
scorrimento si innesca
preferibilmente nelle murature con
angolo critico caratteristico piuttosto
ampio e realizzati con inerti di forma
regolare, come quelle in pietra
squadrata o di mattoni pieni.
Taglio sismico: Resistenza a taglio della parete :
Ts = Coesione (Rc) + Attrito (Ra)
dove:
o tg h b c T
s
=
2
2
1
o o t tg f h b tg h b R
k
+ =
2
2
1
Per cui si ottiene lespressione del moltiplicatore di collasso
Per scorrimento del primo settore:
h
f c
k
S

+ =

t 2
0
Si osserva quindi che la rottura per scorrimento si pu verificare lungo un profilo qualsiasi a prescindere
dallangolo critico, infatti lequazione non contiene alcun riferimento allampiezza angolare.
E possibile comunque individuare un angolo limite di collasso per ciascuna parete, ovvero lampiezza
angolare del cuneo di distacco al di sotto della quale prevale il cinematismo di rotazione, mentre per angoli
superiori la crisi avviene per traslazione.
Langolo limite si ricava uguagliando le espressioni dei due moltiplicatori, quindi si ha:
Moltiplicatore di collasso per rotazione: Moltiplicatore di collasso per scorrimento:
c
0R = c
0S
=
|
|
.
|

\
|

+ +
h
f tg
k

t
o
3
2
1
lim
h
f
k

t 2
per cui:
23
=
lim
o tg
h
f
k

t
Langolo limite risulta comunque piuttosto ampio anche per
un muro a secco (t
k
=0): infatti, assumendo un coefficiente
dattrito f=0.4, un peso specifico g=2000daN/mc ed
unaltezza h=3.00ml si ottiene a
lim
=22; sufficiente
considerare una resistenza a taglio anche modesta
(t
k
=4000daN/mq) per spostare il valore di a
lim
sui 47.
1.41 Diagramma dei moltiplicatori di collasso
espressi in funzione dellampiezza angolare.
Per una migliore comprensione del fenomeno si fatto ricorso allo studio di modelli in scala che permettono
di apprezzare aspetti del comportamento sismico che sfuggono ad un approccio puramente teorico.
Fs La foto in Fig. 1.42
3
mostra la risposta del modello in scala
di una parete realizzata con mattoncini murati a secco,
sottoposto ad unaccelerazione sismica orizzontale
a
s
=0,44g; in essa si pu apprezzare il diverso
comportamento degli inerti in relazione allampiezza
angolare
4
.
Per angoli piccoli prevale la rotazione, mentre per angoli
maggiori i mattoni vengono trascinati in un moto di
traslazione orizzontale.
Ciascun filare si dispone secondo un profilo ondulato
caratterizzato da un punto di flesso; lunione di questi punti
individua una linea caratteristica che divide il settore
soggetto alle rotazioni da quello in cui prevale lo
scorrimento.
A ciascun settore corrisponde pertanto una diversa modalit
di collasso.
1.42 Comportamento dinamico di un modello in
scala di muratura a secco.
Un limite oggettivo del modello esaminato dovuto allassenza di coesione, trattandosi di muro a secco,
pertanto non viene individuato un solido di distacco indeformabile (macroelemento) come ipotizzato nel
modello statico; un modello che permette di osservare altri aspetti interessanti quello realizzato con sabbia
bagnata.
In presenza di una modesta coesione, infatti, si verifica una fessurazione netta del solido che avvicina il
comportamento del modello a quello del caso reale.
Anche in questo caso per, sono necessarie alcune precisazioni; la diversit di comportamento rispetto al
modello reale deriva dal fatto che il muro di sabbia umida non ha un angolo critico caratteristico, pertanto la
fessura si pu formare con ampiezze angolari variabili in funzione della sollecitazione, mentre nelle murature
la linea di fessurazione sempre la stessa, individuata dallallineamento dei giunti a prescindere
dallintensit della sollecitazione sismica.

3
Prove sperimentali su modelli in scala di muratura laterizia a secco eseguite presso il Laboratorio di Costruzioni
dellIstituto Tecnico per Geometri I.Salviani Citt di Castello (PG) nellambito dellattivit didattica ordinaria.
Il ciclo di produzione dei mattoncini realizzati dagli allievi del Corso Geometri, lo stesso adottato per la produzione
industriale dei laterizi impiegati in edilizia. La prova stata eseguita utilizzando un tavolo oscillante tarato, per la prova
specifica, su unaccelerazione massima al suolo a
s
= 0.44g.
4
Indagini sperimentali su modelli di opera muraria sottoposti ad azioni statiche sono state eseguite da Vittorio Ceradini
in Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, di Antonino Giuffr Edizioni Laterza 1993.
f
24
1.42b Le modalit di collasso delle pareti consolidate con tiranti sommitali variano in funzione del rapporto lunghezza/altezza e
sono spiegabili attraverso il modello di Fig. 1.40.
Al crescere del rapporto l/h la parete trova sempre maggiore difficolt a ruotare attorno allestremit di base, per cui prevale la
formazione di lesioni diagonali di scorrimento che possono evolvere nel cinematismo composto illustrato in figura.
Per adattare il modello teorico esaminato ad una configurazione strutturale pi realistica sebbene pi
articolata, si pu tenere conto dellingranamento della muratura in testata, per cui la configurazione del
cuneo di distacco risulta modificata come in Fig.1.43.
P b h tg =
1
2
2
o
P b B h ' =
1.43 Modello statico modificato per tenere conto dellingranamento in testata e della reale configurazione del cuneo di distacco.
La presenza di blocchi squadrati sulla testata della parete, impone linnesco della lesione in posizione
arretrata rispetto al filo esterno e rende pi difficoltosa levoluzione del cinematismo, per cui lequazione di
equilibrio e lespressione del moltiplicatore di collasso per rotazione risultano cos modificate:
M c B b h b h tg
s
= + ( )
1
2
1
3
2 3
o
2 2 3 2 2 3
2
1
2
1
6
1
2
1
6
1
B h b tg h b h f b h B b tg h b M
k r
+ |
.
|

\
|
+ + + = o t o
( )
( )
crit
crit k crit
R
tg h B h
B tg h h f h B tg h
c
o
o t o
+
+ + + +
=
2 3
3 3 3
2 2 2 2
0
25
1.44 a Posa di filari sovrapposti ingranati.
Un altro aspetto da non trascurare nella stima del
moltiplicatore di collasso, riguarda la forma delle
pietre e le modalit di posa in opera.
Questo aspetto, come gi si potuto riscontrare
nella diffusione dei carichi verticali, assume
unimportanza non trascurabile per lequilibrio
interno della muratura.
Il vicendevole conflitto fra le pietre cui faceva
riferimento Nicola Cavalieri San-Bertolo,
certamente indispensabile per lequilibrio, ma pu
essere pure dannoso per linnesco di alcuni
meccanismi.
Il parametro che caratterizza la forma e la posa
degli inerti pu essere definito dal valore di un
angolo caratteristico che tiene conto
dellinclinazione media delle forze equilibranti
trasmesse fra gli elementi.
Limpiego di blocchi squadrati o di elementi
arrotondati, disposti per con cura su piani
orizzontali, non richiede spinte per lequilibrio del
sistema.
1.44b Posa dei filari su piani orizzontali.
Al contrario, se le pietre arrotondate tendono a creare un ingranamento fra i filari sovrapposti, inevitabile
linnesco di componenti orizzontali necessarie per lequilibrio. In questo modo la muratura assume una
configurazione internamente spingente in direzione complanare alla parete.
In linea di principio questo non costituisce un problema, anzi, per certi aspetti questa naturale
precompressione contribuisce a contrastare la formazione di fessure verticali.
In realt i problemi sorgono alle estremit delle pareti, dove la componente spingente delle forze
equilibranti favorisce il distacco del cuneo secondo il cinematismo sopra illustrato.
1.45 Muratura in ciottoli di fiume. 1.46 Pietra calcarea squadrata disposta su piani orizzontali.
Vi sono tipi di murature dove questo effetto viene addirittura ricercato come elemento stabilizzante.
E il caso, ad esempio, dellopus spicatum, ovvero della muratura di pietrame in lastre sottili oppure di
laterizi disposti a spina pesce, che trovano stabilit proprio attraverso la compressione.
Ogni elemento sottoposto ad azioni di contatto molto elevate, per cui si amplificano le forze dattrito che
impediscono qualsiasi movimento. In questo modo un materiale caratterizzato da un apparecchio
apparentemente poco adatto ad un opera muraria pu consentire la realizzazione di strutture alquanto stabili.
26
1.47 Opus spicatum tipico delle aree con disponibilit
di pietrame in lastre sottili.
1.48 Sistema di forze agenti sulla singola piastra.
Tornando al caso generale, si osserva che in termini
quantitativi la spinta interna contribuisce ad
incrementare il momento ribaltante secondo
lespressione seguente:
3
h
tg P Msf =
con Msf = momento spingente di forma.
Si pu affermare, pertanto, che nella muratura
internamente spingente il moltiplicatore di
collasso a ribaltamento per azioni complanari risulta
influenzato negativamente.
1.49 Amplificazione del momento ribaltante dovuto allazione
spingente interna alla muratura.
E opportuno far notare che la spinta interna esiste a prescindere dalla sollecitazione sismica e pertanto pu
indurre fenomeni di fessurazione anche in condizioni statiche ordinarie.
Lanalisi della parete isolata fondamentale per la
comprensione dei principi basilari che governano il
fenomeno, per appare poco significativa ai fini
applicativi, quindi necessario esaminare strutture
pi articolate, prevedendo lintroduzione di altri
elementi caratteristici della struttura muraria.
Levoluzione naturale dello schema base consiste
nellinserimento di una parete trasversale al muro
esaminato, in modo da creare un martello murario.
Il caso quello tipico delle pareti di facciata
collegate ai muri di spina, anche se, procedendo per
gradi, opportuno trascurare la presenza dei solai.
Il criterio di analisi analogo a quello illustrato in
precedenza, con la variante di un maggior numero
di elementi che contribuiscono allevoluzione del
meccanismo.
1.50 Ribaltamento della parete di facciata con distacco
del martello murario.
27
Lo schema grafico si riferisce ad una situazione generica, con pareti di dimensioni diverse ai lati del muro di
spina. Le espressioni del momento spingente e del momento resistente risultano pertanto cos modificate:
( ) |
.
|

\
|
+ + + |
.
|

\
|
=
2
2 2 2 2
2
1 1 1 1
2
2
1
2
1
2
1
3
2
2
1
h S L h S L c h h b B c h tg h b c M
s
o
( )
2
2
2 2 2 1
2
1 1 1
2 2 3 2 2 3
2
1
2
1
6
1
2
1
6
1
h S L h S L B h b tg h b h f b h B b tg h b M
k r
+ + + + |
.
|

\
|
+ + + = o t o
La complessit del problema da associare essenzialmente allelevato numero di parametri che
caratterizzano la geometria degli elementi strutturali, ma concettualmente nulla varia rispetto allo schema
elementare gi analizzato.
( ) ( )
2
2 2 2 2
2
1 1 1 1
3 2
2
2
2 2 2 1
2
1 1 1
2 2 3 2 2 3
0
3 3 2 3
3 3 3
h S L h S L tg h b h b B
h S L h S L B h b tg h b h f b h B b tg h b
c
cri k crit
R
+ + +
+ + + + + +
=
o
o t o
Si potrebbe continuare con lo stesso criterio aggiungendo i solai di piano, orditi in senso parallelo oppure
ortogonale al muro di spina.
La stima dei moltiplicatori di collasso rispondenti a
queste configurazioni potrebbe essere utile per
stabilire quale delle due effettivamente la pi
gravosa.
In ogni caso, si intuisce che la presenza di carichi
concentrati sul muro di spina, trasmessi dalle testate
delle travi sopra appoggiate, favorisce la
formazione di lesioni lungo profili non
necessariamente coincidenti con la linea critica e
che intercettano le travi stesse (vedi Fig.1.4).
La conseguenza negativa rappresentata dal fatto
che la trave, in questo modo, trasferisce lazione
orizzontale al cuneo, mentre si appoggia sul muro
stabile, per cui ne risulta incrementato il momento
spingente e non si contribuisce in modo
proporzionale al momento resistente.
Levoluzione del dissesto porta la trave a scivolare
lungo la lesione, impedendo in questo modo la
reversibilit spontanea del cinematismo, altrimenti
ipotizzabile per effetto dellazione dinamica.
1.51 Meccanismo composto - Modello generale
Lultimo degli schemi illustrati costituisce un modello piuttosto complesso e per questo applicabile
allanalisi di strutture reali, limitatamente al meccanismo illustrato.
Negli edifici con pi piani fuori terra, il modello di analisi proposto resta valido, ma risultano moltiplicate le
possibili configurazioni di collasso, a partire dalle pi semplici, che vedono formarsi le cerniere di rotazione
a livello di ogni solaio, come illustrato in figura.
Fra i potenziali meccanismi di danno, necessario ricercare quelli che rispetto ad altri risultano pi probabili
e pericolosi, operazione che a priori appare piuttosto difficoltosa.
Solo nelle strutture gi danneggiate, che presentano un chiaro quadro fessurativo, possibile riconoscere le
componenti dei cinematismi attivati che tendono a riproporsi sotto leffetto delle stesse azioni.
28
Ribaltamento muro dangolo A3 Ribaltamento muro dangolo A2 Ribaltamento muro dangolo A1
1.52 Meccanismo di danno fuori del piano con trascinamento del muro dangolo.
Nellesempio illustrato, il cinematismo A3 si innesca a livello del secondo piano e coinvolge le murature del
3 ordine oltre al solaio di copertura; il meccanismo A2 comporta il ribaltamento del muro dangolo e della
porzione di facciata corrispondente al 2 e 3 ordine. Il meccanismo A1 sostanzialmente identico agli altri;
tutti e tre sono congruenti con il quadro fessurativo manifestato dalla parete, ma i calcoli dimostrano che il
ribaltamento attorno alla base si innesca con maggiore probabilit.
Questo non vero in assoluto e dipende dalle specifiche condizioni di vincolo della parete ai vari piani;
infatti sufficiente disporre dei tiranti ad un livello generico per modificare il comportamento statico ed
indirizzare il dissesto verso meccanismi diversi da quelli ipotizzati.
La particolarit evidenziata in questo caso dal
meccanismo A1 riguarda una possibile
disgregazione del cuneo che, quando si verifica,
compromette la qualit della risposta sismica.
Il fenomeno da prendere in considerazione
quando la qualit della muratura scadente,
oppure quando il cuneo raggiunge dimensioni
eccessive o, ancora, in presenza di unanomala
distribuzione delle aperture in prossimit del
cantonale.
Nei muri di buona qualit leccessiva ampiezza
angolare del cuneo a favorire il fenomeno.
1.53 Sconnessione del cuneo di distacco.
Le conseguenze sono spesso negative per la stabilit
della parete, dato che si riduce sensibilmente lazione
del momento resistente di forma - Mrf, mentre rimane
pressoch inalterato il momento spingente.
In determinate situazioni si possono avere effetti
ancora pi gravi, quando limprovvisa disgregazione
del cuneo fa cadere una porzione del muro sulla parte
stabile, con un pericoloso effetto di rimbalzo che va ad
amplificare la spinta.
La presenza di eventuali aperture di porte o finestre
determinante per la formazione della catena cinematica
e, soprattutto, pu favorire linstabilit del solido come
si evidenzia a lato.
1.54 Palazzo Buonaccorsi (Macerata): meccanismo di danno
del muro dangolo al secondo ordine A2.
29
Lanalisi del cinematismo, sulla base di un attento rilievo geometrico-strutturale e della restituzione grafica
del quadro fessurativo, consente non solo di prevederne la probabile evoluzione, ma soprattutto suggerisce il
modo pi efficace per contrastare il ribaltamento attraverso la disposizione di tiranti posti a tutti i piani.
Per il dimensionamento dei tiranti necessario procedere dallalto verso il basso.
Per ogni configurazione si calcola il moltiplicatore di collasso; quando il valore risulta inferiore a quello
minimo prescritto dalle norme si determina il tiro delle catene necessario per compensare il momento
resistente ed assicurare adeguate condizioni di stabilit e sicurezza.
1.55 I Ordine Lato sinistro 1.56 II Ordine Lato sinistro
1.7 Qualit della muratura.
Quanto premesso sufficiente per fissare alcuni punti fondamentali utili al processo di analisi delle strutture
in muratura ordinaria di tipi tradizionali.
In particolare, per impostare una corretta analisi statica e sismica delle murature secondo i criteri sopra
esposti necessario conoscere alcuni parametri aggiuntivi oltre a quelli canonici rappresentati dal peso
specifico, dalle caratteristiche meccaniche dei blocchi naturali e/o artificiali e dal tipo di malta impiegata,
che da soli permettono di stimare la resistenza a rottura della muratura, la tensione ammissibile a
compressione e la resistenza a taglio.
Gli altri parametri necessari per la verifica sono costituiti dal coefficiente di ingranamento trasversale e
dallangolo critico caratteristico, che esprime il livello di ingranamento longitudinale. Questi due parametri
costituiscono indicatori significativi sulla reale capacit della muratura di conservare un assetto monolitico e
quindi di sostenere la formazione di catene cinematiche.
Lingranamento trasversale, inoltre, influisce direttamente sul calcolo della snellezza, che in assenza
connessioni fra i paramenti assume valori doppi rispetto a quelli stimati in base allo spessore globale del
muro, con tutte le conseguenze che ci comporta sul procedimento di calcolo. Langolo critico
caratteristico, invece, influisce soprattutto sui meccanismi complanari, come sopra illustrati.
Altri parametri utili per le verifiche sono costituiti dal coefficiente dattrito (f) della muratura e dallangolo
caratteristico di forma (); questultimo ha significato solo per gli elementi di forma irregolare, caratterizzati
da profili arrotondati, responsabili dellinsorgenza di sforzi orizzontali che determinano una configurazione
della muratura internamente spingente.
30
Prospetto riepilogativo:
Parametro caratteristico: Simbolo u. m.
- Peso specifico:

DaN/mc
- Resistenza di rottura a compressione dei blocchi:
f
bk
DaN/cm
2
- Tipo e qualit della malta:
M1-M2-M3-M4
- Resistenza a rottura della muratura:
f
k
DaN/cm
2
- Tensione ammissibile a compressione della muratura:
o
m
DaN/cm
2
- Resistenza caratteristica a taglio:
t
k
DaN/cm
2
- Coefficiente dingranamento trasversale:
(0-1)
- Angolo critico:
o
crit

- Coefficiente dattrito:
f
-
- Angolo caratteristico di forma:

Per esprimere un giudizio ancora pi rigoroso sulla qualit della muratura sarebbe necessario valutare molti
altri parametri che tuttavia, farebbero correre il rischio di sconfinare su aspetti puramente accademici e poco
realistici; ci che invece va tenuto strettamente in considerazione il livello di monoliticit della parete, che
costituisce un fattore prioritario, prevalente rispetto alle stesse caratteristiche meccaniche.
La risposta sismica delle pareti libere sottoposte ad azioni sismiche ortogonali al piano evidenzia una
diversit di comportamento che, a parit di dimensioni ed in assenza di malta, dovuta essenzialmente al
tipo di tessitura ed al livello di ingranamento degli elementi.
A) B) C)
Fs Fs Fs
1.57 Diverso comportamento sismico di pareti sollecitate da azioni
ortogonali in relazione al livello di ingranamento fra i
paramenti (Modelli in scala murati a secco)
5
.
Nel caso delle murature laterizie a due teste, ad
esempio, il comportamento migliore
manifestato dalla parete realizzata con il
sistema a tessitura alla gotica, caratterizzata da
una giusta proporzione fra diatoni e ortostati,
ovvero, fra elementi trasversali e longitudinali.
Come si gi accennato, le pareti di soli diatoni
e, peggio ancora, quelle di soli ortostati,
presentano una configurazione alquanto
precaria. Il caso A quello che si avvicina
maggiormente alla configurazione ideale di
parete monolitica, come dimostrano i modelli in
scala sollecitati fuori del piano (Fig. 1.57). La
presenza di diatoni costituisce in genere
lindizio pi significativo sullesistenza di un
adeguato sistema di connessioni che favorisce il
comportamento monolitico, ma la prova
sperimentale richiama lattenzione sulla giusta
proporzione che deve esistere fra diatoni ed
ortostati.

5
Prove sperimentali su modelli in scala di muratura laterizia a secco realizzati presso il Laboratorio di Costruzioni
dellIstituto Tecnico per Geometri I.Salviani Citt di Castello (PG) nellambito dellattivit didattica ordinaria.
Prova eseguita su tavolo oscillante tarato su unaccelerazione al suolo a
s
= 0.07g, uguale per i tre casi.
31
Le prove eseguite sui modelli in scala di muratura laterizia dimostrano che se si aumenta la percentuale di
elementi trasversali (diatoni) oltre un certo limite, non si ottengono miglioramenti proporzionati nella
risposta alle azioni ortogonali, mentre viene sicuramente compromessa la risposta nel piano per la
conseguente riduzione dellangolo critico.
Allo stesso modo, se si incrementano gli ortostati a scapito dei diatoni, si riscontrano effetti inversi. Tutto
questo risponde alla logica per cui diatoni ed ortostati da soli non permettono di ottenere una configurazione
monolitica, quindi occorre tenere conto che la presenza di molti diatoni non sempre sinonimo di buona
qualit.
1.8 Azioni complanari alle pareti in presenza di aperture.
La risposta dei pannelli murari alle azioni sismiche agenti nel piano, cos come illustrata per i casi generali,
subisce variazioni significative in presenza di aperture che determinano una naturale deviazione delle
isostatiche di compressione dirette verso le fondazioni.
Variazioni di comportamento significative si
riscontrano gi in condizioni statiche, ma
sotto leffetto del sisma che la presenza di
aperture evidenzia una maggiore vulnerabilit
complessiva della parete, dovuta alla scarsa
capacit di adattamento alle sollecitazioni
dinamiche.
In genere, nella tecnica costruttiva delle
murature prevale lattenzione verso la
diffusione dei carichi verticali, che sono diretti
responsabili dellequilibrio in condizioni
statiche e solo una cultura costruttiva
antisismica permette di prevenire quei difetti
che compromettono la risposta alle azioni
orizzontali.
Gli archi di scarico che, in presenza di
aperture, si formano spontaneamente
allinterno delle murature per assecondare la
deviazione degli sforzi di compressione,
trovano maggiori ostacoli quando gli stessi
flussi devono seguire percorsi diagonali
imposti dalle componenti sismiche orizzontali.
1.58 Andamento qualitativo dei flussi di compressione in
una parete sostenuta da archi e pilastri in muratura.
Lo schema elementare della parete riportato in
Fig. 1.16 , modificato con linserimento di vani
di porte o finestre in prossimit delle testate,
sposta la lesione di distacco in posizione
arretrata rispetto a quella gi osservata per il
muro pieno e quindi impegna porzioni di
parete molto pi ampie.
In questo modo il processo di dissesto genera
un effetto a catena con unevoluzione non
facilmente prevedibile.
1.59 Meccanismo di danno modificato in presenza di aperture
32
Appare evidente che la configurazione del cinematismo da mettere in stretta relazione con landamento
della linea critica e con il profilo delle aperture, per cui la perdita di equilibrio del cuneo principale innesca
fenomeni secondari che causano linstabilit delle porzioni di parete poste immediatamente a ridosso.
Il modello ad archi virtuali gi utilizzato in precedenza per spiegare la meccanica del cinematismo di
ribaltamento della testata, viene in soccorso anche in questo caso nellinterpretazione critica del complesso
comportamento manifestato dai setti forati.
Questo metodo porta a conclusioni analoghe a quelle sopra illustrate, ma permette di effettuare delle
considerazioni pi approfondite. I problemi che sorgono per la presenza di aperture si individuano
chiaramente attraverso lo schema ad archi che assicura la stabilit del muro pieno.
In ogni parete si tratta di ricercare la
successione di archi che individua un
potenziale meccanismo resistente,
compatibile con la geometria del muro
e con la posizione del vano.
Se lapertura collocata in posizione
centrale, la struttura degli archi virtuali
viene modificata, ma in ogni caso non
subisce variazioni significative. Ben
diversa la situazione che si verifica
con il vano posizionato a ridosso della
testata.
1.60 Geometria del sistema di archi virtuali compatibile
con la dimensione e con la posizione dellapertura.
A tal fine utile seguire un semplice procedimento grafico come illustrato nella figura seguente. Per
costruire il sistema di archi resistenti si inizia a tracciare il semiarco di estremit(A); per questo di deve fare
centro alla base del filo esterno e imporre il passaggio per lo spigolo superiore alla destra dell'apertura, in
modo che la stessa risulti completamente iscritta nel quarto di cerchio.
1.61 Costruzione grafica dellarco e semiarco di estremit in presenza di aperture situate in prossimit del cantonale.
Si disegna poi larco (B) speculare al primo rispetto allasse dellapertura; se questo secondo arco trova
continuit fino alla base del muro significa che lapertura disposta in posizione corretta e non produce
evidenti alterazioni del meccanismo resistente rispetto a quello del muro pieno.
Lo spessore di questo arco virtuale si pu stimare tracciando il profilo d'estradosso passante per l'estremit di
base della parete (Arco C); lampiezza dellarco costituisce un utile indicatore del livello di sicurezza.
In ultimo si disegna larco (D) speculare al profilo (C).
Si osserva che allargando lapertura verso lestremit della parete si viene a modificare la geometria degli
archi con una progressiva riduzione dello spessore ideale e quindi della capacit di resistere alla spinta.
La configurazione limite rappresentata dal completo annullamento dello spessore teorico, quando i profili
d'intradosso (B) e (C) vanno a coincidere (Schema 2).
Un ulteriore spostamento o allargamento dell'apertura verso l'estremit della parete comporta la traslazione
dell'arco oltre la base d'appoggio, con una configurazione chiaramente instabile.
33
L'arco interrotto pu trovare l'equilibrio solo appoggiandosi sul semiarco di estremit, gi di per se
caratterizzato da un equilibrio precario, pertanto non ci si pu aspettare un buon comportamento della
struttura.
E' interessante notare che per aperture di normali proporzioni la configurazione limite richiede una porzione
di muratura piena pari a circa met dellampiezza del vano, che, come noto, corrisponde ad una regola
costruttiva elementare, adottata pure dalla normativa antisismica.
Si intuisce, peraltro, che non solo la larghezza, ma anche laltezza dellapertura influisce sulla risposta
strutturale, per cui vani larghi o molto alti vanno spostati a distanza opportuna dal muro dangolo, secondo il
criterio geometrico sopra illustrato. Questa semplice regola, invece, non trova sempre una corretta
applicazione nell'edilizia storica.
1.62 Meccanismo resistente nelle pareti murarie in presenza di aperture disposte in successione
Una naturale estensione di questo ragionamento riguarda lanalisi di pareti complesse, caratterizzate da una
successione di aperture tipica delle facciate di edifici a schiera.
In linea di principio questi sono casi in cui la schematizzazione ad archi virtuali si presenta pi difficoltosa,
per il fatto che non possibile individuare profili di archi resistenti compatibili con lassetto distributivo
delle aperture, per il fatto che non esistono nel tratto centrale, a meno di configurazioni particolari.
In realt, le azioni sismiche complanari possono scaricarsi solo contro le testate se la configurazione di
estremit corrisponde a quella illustrata sul lato sinistro della figura, mentre non trova soluzione sul lato
destro.
Lo schema qualitativo offre degli spunti per alcune interessanti considerazioni sul modo di danneggiarsi
della maggior parte degli edifici a schiera situati in zona sismica.
Nelle facciate degli aggregati edilizi il quadro di dissesto determinato dalle azioni complanari caratterizzato
da un tratto centrale della parete privo di lesioni, mentre nelle zone terminali si manifestano i fenomeni sopra
osservati.
34
I
II
I I
II
1.63 Scenario di danno per edifici a schiera sottoposti ad azioni sismiche parallele alla facciata:
per la porzione di parete sottesa dallarco non esistono rischi di ribaltamento per effetto delle azioni complanari.
Il fenomeno non riguarda la sola facciata ma lintero organismo strutturale, per cui nelle costruzioni a schiera
ciascuna cellula sollecitata da azioni sismiche trasversali pu contare sul sostegno dei corpi adiacenti, che
interagiscono con essa dando origine ad un reciproco effetto stabilizzante.
1.64 Cellula centrale di un isolato a schiera: azione di contrasto assicurata dagli edifici contigui.
Per le cellule intercluse, questo generalmente vero, mentre gli edifici di testata e quelli situati
immediatamente a ridosso, non possono godere dello stesso effetto.
Tale comportamento spiegato dal fatto che negli edifici interclusi le forze sismiche vengono deviate
agevolmente verso la fondazione del tratto a valle, mentre alle estremit dellisolato lampiezza del muro non
sufficiente per garantire lo stesso effetto, per cui le componenti orizzontali non trovano il contrasto
necessario.
Cellula interclusa
Sisma da sinistra
Sisma da destra
35
1.65 Cellule centrali di un isolato a schiera: schema di diffusione delle azioni sismiche.
La costruzione grafica della Fig. 1.65 aiuta a comprendere i semplici meccanismi di diffusione degli sforzi
allinterno della parete di facciata, per cui ciascuna cellula tende ad assorbire le azioni trasmesse dalla
struttura che la precede ed a scaricare gli sforzi su quella che segue, la quale pertanto svolge la funzione
propria di un contrafforte.
Ogni cellula pu essere assimilata ad unideale
struttura piramidale, secondo un modello che offre
unidea piuttosto chiara delle condizioni di
vincolo imposte dalle strutture al contorno.
Sotto questo aspetto gli orizzontamenti spingenti
si dimostrano utili ed efficaci, se disposti in modo
tale da trasmettere le spinte contro le cellule
adiacenti.
Una regolare successione di elementi spingenti, in
grado di annullare le spinte reciproche, costituisce
un fattore stabilizzante, a condizione che
laccorgimento sia caratterizzato da una
sostanziale continuit e che le spinte esercitate
contro le pareti di testata siano contrastate
efficacemente.
1.66 Modello piramidale di una cellula interclusa.
1.9 Analisi del comportamento sismico di cellule elementari.
Dopo aver puntualizzato alcuni dei criteri generali da seguire per le verifiche dei meccanismi locali,
necessario fornire una visione pi specifica del problema attraverso lanalisi del comportamento di semplici
organismi edilizi, che tuttavia presuppongono delle interazioni fra i vari elementi strutturali non rilevabili
nelle configurazioni elementari analizzate in precedenza.
A tale scopo si prender in esame una cellula isolata di forma rettangolare organizzata su un solo piano,
come gi illustrata in premessa, considerando le pareti prive di aperture per opportuna semplificazione,
ovvero una scatola chiusa da muri perimetrali e da un soffitto ligneo
6
.
Si ipotizzer lazione sismica agente in direzione parallela allorditura delle travi maestre, per apprezzare il
contributo che queste ultime possono dare alla stabilit del sistema statico.

6
Largomento stato sviluppato dallautore nellambito delle ricerche dirette dal Prof. Paolo Marconi, svolte fra il 1994
ed il 1997 dal Dipartimento ITACA della Facolt di Architettura dellUniversit degli Studi di Roma "La Sapienza",
sulle Tecniche di prevenzione sismica premoderne - linea di ricerca n. 4.1.1, per conto del Ministero dei Beni Culturali
e Ambientali - Comitato Rischio sismico.
Cellula interclusa
Azione sismica
Contrafforte
36
Il meccanismo di primo modo che si
osserva nelle pareti libere risulta
modificato dalla presenza di eventuali
connessioni con i muri di controvento
e pure dalla spinta trasmessa dal solaio
alla parete sottovento, soprattutto
quando lo sfilamento delle travi
favorisce il collasso della struttura.
Leventuale distacco del muro di
facciata pu avvenire in vari modi; i
pi pericolosi sono certamente quelli
che comportano la sconnessione dei
cantonali fra la facciata ed i muri di
contrasto per rottura a taglio o
trazione.
1.67 Meccanismo di primo modo della parete sottovento.
(Inefficacia delle ammorsature dangolo.)
Il primo caso implica lo scorrimento nella sezione di contatto fra la parete che ribalta ed il muro di
controvento, mentre con la rottura a trazione la facciata si tira dietro il muro dangolo con la modalit
indicata sul cantonale di destra.
Il comportamento non differisce molto da quello osservato nelle pareti libere, salvo per lazione di contrasto
offerta dai muri ortogonali, che pu indirizzare il danno verso meccanismi diversi.
Il collasso si verifica per superamento della resistenza minima opposta dal meccanismo di rottura a taglio e
di quello a trazione.
La probabilit dinnesco di ciascun meccanismo dipende pertanto dalla qualit delle connessioni fra i muri
ortogonali; per effettuare una stima attendibile sono necessarie indagini approfondite attraverso saggi mirati,
ma pu essere molto utile la ricostruzione delle fasi evolutive, che spesso permette di scoprire eventuali punti
deboli.
La presenza del solaio in legno condiziona levoluzione del meccanismo, con effetti che possono essere pure
negativi per lincremento della forza sismica sommitale. La carenza di connessioni con i muri portanti fa
funzionare gli appoggi come vincoli monolateri, per cui lintera forza sismica viene scaricata contro la parete
sottovento, mentre le travi si sfilano dal muro opposto.
In pratica sufficiente ancorare le
testate delle travi ai muri portanti per
prevenire questo tipo di collasso.
Non necessario collegare tutte le
orditure, ma sufficiente vincolare la
trave centrale in modo che possa
funzionare da tirante/puntone, per
ottenere un significativo miglioramento
del comportamento dinsieme. Una delle
norme indicate dal Corpo Reale del
Genio Civile per la riparazione degli
edifici danneggiati dal terremoto di
Citerna e Monterchi del 1917,
stabilisce proprio che Le travature
dei solai dovranno, almeno ogni tre,
poggiare su tutta la grossezza dei muri
ed essere collegate con il telaio di
consolidamento ove esiste.
1.68 Meccanismo di primo modo delle pareti vincolate allorditura
principale dei solai.
Rottura a taglio
Rottura a trazione
Sedi dappoggio delle travi
Rottura a trazione
Ancoraggio
della testata
Rottura a taglio
37
In queste condizioni i muri portanti investiti dalle azioni ortogonali sono obbligati a seguire oscillazioni
sincrone, quando in assenza del vincolo proposto tendono invece a muoversi in modo indipendente. Il
risultato consiste in un reciproco smorzamento delle oscillazioni con una conseguente riduzione della
vulnerabilit sismica.
Si osserva, inoltre, che la rotazione della parete sopravento compatibile solo con il tipo di rottura a taglio
oppure a flessione, come si vedr in seguito e ci rende ancora meno probabile lattivazione del cinematismo
di danno.
Lorditura secondaria di travicelli nei solai lignei tradizionali non pu svolgere alcuna significativa azione di
contrasto
Le tecniche costruttive atte a scongiurare
lattivazione dei meccanismi di rottura a
taglio o trazione prevedono la realizzazione
di efficaci ammorsature fra i muri
ortogonali.
La cura nella disposizione dei conci di
pietra e nella realizzazione dei cantonali
finalizzata alla creazione di un corpo unico
fra i due muri disposti su piani ortogonali.
Lefficacia delle connessioni dangolo
spinge il meccanismo verso la rottura a
flessione, che determina il distacco di una
porzione di parete di forma parabolica, il
cui profilo dipende dallinterasse dei muri
di controvento e dallaltezza del muro
stesso.
1.69 Esempi di cantonali su muratura di pietrame e muratura mista
con paramento laterizio.
La rottura a flessione si presenta pi articolata; la parete viene spinta all'esterno nella parte centrale pi
distante dai vincoli perimetrali, mentre si forma una lesione verticale lungo la linea di simmetria; il
meccanismo in questo caso si affida alla formazione di archi orizzontali che si sviluppano nello spessore del
muro e sfruttano il contrasto con i cantonali che fungono da imposte.
Lo spessore della parete di facciata e
linterasse dei muri laterali definiscono la
configurazione e la curvatura pi o meno
accentuata degli archi di scarico.
Da ci deriva lentit delle spinte trasferite
ai cantonali.
Le pareti sottili sono quelle che soffrono
maggiormente questo tipo di sollecitazione,
per problemi associati alla stessa
configurazione geometrica.
La condizione limite di equilibrio
corrisponde alla formazione di cerniere
plastiche negli archi orizzontali, che
coincidono con le classiche linee di
fessurazione rappresentate nella figura a
lato.
1.70 Meccanismo di rottura a flessione
38
1.71 Meccanismo resistente con arco orizzontale a tre cerniere. 1.72 Rottura a flessione per azioni fuori del piano.
Edificio rurale ad un piano in muratura di pietrame.
(Citt di Castello (PG) , Fraz. Scalocchio)
Vi sono esempi molto interessanti di questo tipo di danneggiamento alquanto intuitivo, illustrato nello
schema in Fig. 1.71 e confermato dal meccanismo documentato in Fig. 1.72 relativo ad un edificio colpito
dal sisma del 1997 in Umbria e Marche.
L'evoluzione del meccanismo dipende dalle caratteristiche meccaniche della muratura, oltre che dalla
capacit dei muri laterali di sopportare le spinte degli archi; queste sono pi intense a livello sommitale, dove
la rotazione dei solidi contrapposti tende a produrre la maggiore compenetrazione.
Come effetto secondario si riscontra la formazione di lesioni diagonali nella zona sottesa dal profilo
parabolico, da associare allo sforzo di taglio dovuto alle spinte.
1.73 Variazione del meccanismo in presenza di aperture che riducono la parte resistente ad una sola fascia di piano.
Fascia resistente
di piano
Fascia resistente di piano
39
1.74 Fenomeno di instabilit per azioni sismiche complanari alla
parete posta a contrasto di strutture rigide.
Fra le cause che possono produrre questo
cinematismo non bisogna dimenticare i
fenomeni di instabilit indotti dalle azioni
sismiche complanari alla parete, che
producono effetti simili, ma amplificati e
molto pi pericolosi, tali da determinare il
collasso per espulsione del muro.
Questo accade soprattutto quando la parete
trova il contrasto di strutture rigide, oppure
quando urta contro il muro ortogonale che
oscilla in controfase, per cui si alternano stati
di distensione ad elevati stati di compressione.
La configurazione di carico pi gravosa per
queste strutture si verifica con il sisma agente
in direzione diagonale, quando si combina
lazione ortogonale alla parete con quella
complanare.
La compressione orizzontale esercitata nel piano della parete molto pericolosa, perch agisce sugli ortostati
con un carico di punta che rende il sistema instabile, a differenza dei carichi verticali che, sebbene pi
elevati, agiscono su filari di spessore contenuto.
La qualit della muratura, ovvero la qualit delle connessione interne, determinante anche in questo caso,
perch ha effetti diretti sulla snellezza del muro intero e dei singoli paramenti.
Fs
Fs
a) Oscillazione in controfase delle pareti laterali:
fase di distensione con strappo della parete di facciata
lungo la linea mediana.
b) Oscillazione in controfase delle pareti laterali:
fase di compressione con rigonfiamento della
parete di facciata.
1.75 Meccanismo di espulsione della parete di facciata per effetto delle azioni sismiche complanari
7
.
Se la parete di facciata presenta delle aperture, gli archi resistenti si concentrano in una fascia ristretta
disposta sopra gli architravi ed il meccanismo risulta sensibilmente modificato.
Il meccanismo resistente pu essere compromesso dallindebolimento della parete causato dellinserimento
di canne fumarie nascoste nello spessore del muro o dalla realizzazione di semplici tracce verticali destinate
alle canalizzazioni degli impianti che, sebbene richiuse, costituiscono comunque degli elementi di debolezza.

7
Prove sperimentali eseguite su modelli di strutture laterizie in scala, realizzati presso il Laboratorio di Costruzioni
dellIstituto Tecnico per Geometri I.Salviani Citt di Castello (PG) nellambito dellattivit didattica ordinaria.
La prova stata eseguita con accelerazione al suolo a= 0.22g.
40
La configurazione di equilibrio in questi
casi comporta larretramento della
cerniera in chiave ed una curvatura
meno accentuata dellarco orizzontale,
per cui ne deriva un sensibile
incremento della spinta.
1.76 Configurazione dellarco ribassato in presenza di canne fumarie
8
Il soffitto che chiude la scatola muraria assume un ruolo importante per la stabilit globale, soprattutto
quando si tratta di un solaio piano che pu essere utilizzato per creare un adeguato sistema di connessioni.

1.77 Meccanismo di ribaltamento amplificato


dalla spinta distribuita della volta a botte.
Nel caso di copertura con elementi voltati in pietra o
laterizio la situazione cambia sostanzialmente; i
meccanismi di danno della cellula mostrano
unevoluzione diversa in relazione alla geometria
della volta ed alla direzione del sisma. Per le volte a
botte le differenze sono evidenti, dato che la spinta
monodirezionale sottopone le pareti perimetrali ad
uno stress diverso.
I muri di testata non risentono di alcun aggravio di
carichi, anzi, la regola costruttiva prescrive che
larcata della volta non vada ammorsata alle pareti,
per cui le testate soffrono soprattutto la carenza di
vincoli; almeno per quanto riguarda le azioni verso
lesterno, mentre verso linterno il muro trova il
contrasto della volta che si comporta quindi come un
vincolo monolatero.
La spinta uniforme esercitata dalla volta a botte contro la parete dimposta innesca un fenomeno di
ribaltamento che pu avvenire con le modalit illustrate in Fig. 1.77, se la qualit dei cantonali e della
muratura ne consentono levoluzione
9
.
8
Dalle Disposizioni del Genio Civile e norme tecniche da osservarsi per le riparazioni da eseguire nelle
localit di Citerna e Monterchi danneggiate dal terremoto del 26 Aprile 1917": le condotte e le canne di
scarico di qualsiasi specie dovranno essere disposte in modo da non intaccare le murature, ma da permettere
anzi lintegrazione ove lindebolimento sia avvenuto.
9
Una interessante testimonianza su questo tipo di dissesto ricavata dalla relazione sulla demolizione dellantica Torre
di Colmatrano presso Cantiano (PU), che minacciava rovina. Il documento redatto dal tecnico comunale Geometra
Bufalini nel 1857, pubblicato ne Il Castello di Cantiano, di Giovanni Scatena (Stabilimento Tipolitografico
Bramante), Urbania - Maggio 1984, messo a disposizione dal Prof. Ermanno Bianconi:
Recatomi con la massima sollecitudine nella torre rinvenni che il vlto che sosteneva il tetto grosso cm. 40 erasi
diroccato e caduto sopra laltro vlto che divideva la torre in due piani e non potendo questo secondo reggere al forte ed
improvviso peso del primo che gli andette sopra a gravitare fu costretto anchesso a rovinarsi: nel cadere di due vlti
dovevansi necessariamente sviluppare le loro curve e siccome gli sviluppi non potevano andare senza trovare spazio
uguale alla lunghezza delle curve poste in piano perci dovevansi allontanare i muri dellimposte onde dar luogo al
detto sviluppo.
Trovandosi il muro a levante meno robusto di quello a ponente fu costretto a distaccarsi con forte apertura verso
tramontana di cm. 70 e di cm. 50 verso mezzogiorno allaltezza di m. 22 in ciascuna parete. Esaminata linclinazione
dello slacciamento onde riconoscere la forza dellequilibrio della facciata distaccata per determinare il tempo che
avrebbe potuto rimanere in piedi riconobbi che essendo lo slacciamento obliquo e non perpendicolare eravi un peso
nella sommit troppo forte in proporzione della base e per conseguenza imminente la sua totale caduta la quale avrebbe
arrecato danni gravissimi a molte case perch sopra di esse sarebbonsi precipitate tutte le macerie e forse anche qualche
persona avrebbe perduto la vita tanto pi che non poca quantit di sassi sarebbero caduti in un lungo tratto della via
corriera. [] (Rif. Fig. 1.78).
41
1.78 Disegno della fasi di
demolizione della Torre di
Colmatrano eseguito dal geometra
Bufalini che nel 1857 ne diresse i
lavori.
La demolizione venne decisa a
seguito di una larga fenditura dei
muri e per il timore che la Torre
crollasse sulle sottostanti
abitazioni del Borgo e della via S.
Croce (Foto Capodacqua).
(La figura tratta da Il Castello di
Cantiano, di Giovanni Scatena,
Urbania (PU), 1984).
La situazione cambia di poco se al posto della volta a botte si trova una struttura a padiglione oppure a
crociera; se vogliamo, questultima tende a concentrare la spinta contro i peducci dangolo, pertanto
favorisce il distacco dei cantonali cui segue il ribaltamento della facciata, mentre quella a padiglione pi
compatibile con il meccanismo di rottura a flessione del muro dimposta, dato che trasmette la massima
spinta nel tratto centrale della parete.

42
1.79 Meccanismo di rottura a flessione fuori del piano
amplificato dalla spinta centrale del padiglione.
1.80 Evoluzione del cinematismo di danno conseguente
al crollo dello spicchio centrale.
Al crollo della porzione del tratto centrale fa seguito per un meccanismo simile a quello prevedibile per le
volte a crociera con il distacco dei cantonali.
1.81Dissesto tipico delle volte a crociera.
Nelledilizia seriale il problema delle spinte risolto
con successo attraverso una successione di elementi
spingenti posti a contrasto fra cellule adiacenti che
generano una mutua azione equilibrante.
Le volte a botte, per evitare le spinte contro le pareti
esposte vengono disposte con asse perpendicolare
alla facciata, mentre le crociere, utilizzate solo ai
piani bassi dei fabbricati, sfruttano lazione
stabilizzante dei carichi sovrastanti, in grado di
deviare le spinte verso le fondazioni.
Le volte a padiglione, meno diffuse, esercitano la
massima spinta al centro della parete, dove la
sollecitazione viene contrastata con maggiore
difficolt.
I meccanismi illustrati dimostrano che le modalit di dissesto delle strutture murarie dipendono strettamente
dal tipo e dalla natura degli orizzontamenti e sono fortemente influenzati dalla qualit delle connessioni,
soprattutto in presenza di spinte non contrastate. Si comprende pertanto la necessit di approfondire le
indagini sul comportamento statico degli archi, delle volte e pi in generale degli elementi spingenti.

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