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\
|
+ + =
h
f tg c
k
crit R
t
o
3
2
1
0
Lequilibrio del sistema assicurato fintanto che il momento resistente, cui contribuiscono le varie
componenti, assume valori superiori a quello del momento ribaltante.
In realt, la condizione di crisi pu essere raggiunta sia per ribaltamento del solido murario, sia per
superamento della resistenza a compressione della muratura, per effetto di una eccessiva concentrazione
degli sforzi in prossimit delle cerniere.
Per questo nei calcoli di verifica si prendono in considerazione due condizioni di carico estreme,
corrispondenti rispettivamente al massimo momento ribaltante ed al massimo sforzo normale alla base.
21
Lesperienza dimostra che quando la muratura realizzata nel rispetto dei criteri minimi prescritti dalla
regola dellarte, il collasso della struttura muraria avviene per perdita dequilibrio del sistema, piuttosto che
per superamento degli stati tensionali limite.
Un altro importante fattore di resistenza, da considerare in aggiunta ai precedenti noto come effetto
catena ed dovuto allingranamento degli inerti (pietre o mattoni) nel piano della parete; questo per non ha
effetto lungo la linea critica, ma solo nel settore angolare delimitato dalla stessa.
La trattazione analitica del problema, mette in
evidenza la particolarit della linea critica rispetto
a tutti gli altri profili teorici di rottura, lungo i
quali interviene leffetto catena, che equivale ad
una resistenza a trazione garantito
dallingranamento dei blocchi.
In questi casi, lo strappo della muratura richiede
la rottura o lo sfilamento di alcuni elementi;
situazione teoricamente possibile, ma piuttosto
improbabile per angoli critici modesti.
Attraverso lo schema grafico di figura 1.38,
inoltre, si osserva che le resistenze dattrito e di
coesione sviluppate lungo i profili A, B e C sono
le stesse, per cui lo sforzo necessario per lo
strappo rimane costante in tutto il settore angolare
o.
1.38 Contributo dellattrito e della coesione nel settore
a monte della linea critica
Prima di passare ad esaminare situazioni pi complesse che richiedono lintroduzione di altre variabili,
opportuno valutare con attenzione gli aspetti che regolano levoluzione di questo meccanismo elementare.
Una prima considerazione riguarda la natura dinamica del sisma e dellinfluenza che pu avere la
successione di picchi di accelerazione di intensit variabile, capaci di indebolire progressivamente la massa
muraria.
Se un primo impulso in grado di innescare la fessurazione della muratura, un secondo picco di
accelerazione di uguale intensit sar certamente capace di amplificarla, producendo un distacco netto e
quello successivo potrebbe portare addirittura al collasso della struttura gi indebolita; la forza sismica
equivalente applicata staticamente non sembra fornire la stessa sensazione di pericolosit.
Un semplice diagramma cartesiano dove vengono riportate le curve della sollecitazione esterna (Momento
spingente - Ms) e della resistenza fornita dal pannello murario (Momento resistente - Mr) in funzione
dellampiezza angolare, consente di apprezzare le cause e le modalit dinnesco del meccanismo di danno.
1.39 - Andamento qualitativo del diagramma dei momenti
in funzione del settore angolare.
La struttura muraria anche se si presenta
perfettamente integra, evidenzia una
debolezza intrinseca nel punto spigoloso
della funzione Mr, di ascissa
corrispondente allangolo critico o
crit
.
La curva del momento spingente Ms
1
,
funzione del moltiplicatore c, va a
intercettare quella del momento
resistente proprio in corrispondenza
dellascissa o=o
crit
, per cui determina
linnesco della lesione sullo stesso
profilo al valore di c=c
1
Imponendo t
k
=0 (parete lesionata) il
momento resistente si riduce, pertanto il
cinematismo si attiva per un valore del
momento spingente Ms
2
<Ms
1,
ovvero
per un moltiplicatore c
2
< c
1
.
o
o
crit.
Moltiplicatore:
- dinnesco c
1
- di fessurazione c
2
t
k
=0
- di collasso c
3
t
k
=0 ; f=0
22
Se si pone pure il coefficiente dattrito f=0 (perdita di contatto lungo la lesione), il momento Mr si riduce
ulteriormente, per cui si accentua la discontinuit del diagramma allascissa o=o
crit
. Il cinematismo, in
questo caso, si attiva per un valore del momento spingente Ms
3
<Ms
2,
ed il moltiplicatore minimo c
3
corrisponde al solo parametro di resistenza determinato dal fattore di forma.
Per una trattazione rigorosa del problema necessario effettuare anche la verifica a scorrimento del solido
distaccato, questo perch intuitivamente lampiezza angolare del cuneo murario pu favorire lo scorrimento
della porzione di parete distaccata piuttosto che la rotazione sopra descritta.
Quando lingranamento fra gli inerti garantisce un effetto catena sufficiente ad impedire lo strappo del primo
settore, la lesione si forma per effetto dello scorrimento lungo una linea critica pi inclinata.
Il moltiplicatore di collasso a scorrimento si ottiene dallequazione di equilibro fra il taglio sismico e la
resistenza opposta dalla muratura, dovuta in questo caso solo alla coesione e allattrito, mentre nei confronti
dello scorrimento il fattore di forma non produce alcun effetto.
1.40 Modello statico per la valutazione della risposta sismica di pareti murarie
sollecitate nel piano (Rottura a taglio)
Il modello ad archi virtuali si
dimostra adatto anche
allinterpretazione di questo tipo di
meccanismo, osservato di frequente
in occasione del sisma del 1997 in
Umbria.
Il meccanismo di rottura a
scorrimento si innesca
preferibilmente nelle murature con
angolo critico caratteristico piuttosto
ampio e realizzati con inerti di forma
regolare, come quelle in pietra
squadrata o di mattoni pieni.
Taglio sismico: Resistenza a taglio della parete :
Ts = Coesione (Rc) + Attrito (Ra)
dove:
o tg h b c T
s
=
2
2
1
o o t tg f h b tg h b R
k
+ =
2
2
1
Per cui si ottiene lespressione del moltiplicatore di collasso
Per scorrimento del primo settore:
h
f c
k
S
+ =
t 2
0
Si osserva quindi che la rottura per scorrimento si pu verificare lungo un profilo qualsiasi a prescindere
dallangolo critico, infatti lequazione non contiene alcun riferimento allampiezza angolare.
E possibile comunque individuare un angolo limite di collasso per ciascuna parete, ovvero lampiezza
angolare del cuneo di distacco al di sotto della quale prevale il cinematismo di rotazione, mentre per angoli
superiori la crisi avviene per traslazione.
Langolo limite si ricava uguagliando le espressioni dei due moltiplicatori, quindi si ha:
Moltiplicatore di collasso per rotazione: Moltiplicatore di collasso per scorrimento:
c
0R = c
0S
=
|
|
.
|
\
|
+ +
h
f tg
k
t
o
3
2
1
lim
h
f
k
t 2
per cui:
23
=
lim
o tg
h
f
k
t
Langolo limite risulta comunque piuttosto ampio anche per
un muro a secco (t
k
=0): infatti, assumendo un coefficiente
dattrito f=0.4, un peso specifico g=2000daN/mc ed
unaltezza h=3.00ml si ottiene a
lim
=22; sufficiente
considerare una resistenza a taglio anche modesta
(t
k
=4000daN/mq) per spostare il valore di a
lim
sui 47.
1.41 Diagramma dei moltiplicatori di collasso
espressi in funzione dellampiezza angolare.
Per una migliore comprensione del fenomeno si fatto ricorso allo studio di modelli in scala che permettono
di apprezzare aspetti del comportamento sismico che sfuggono ad un approccio puramente teorico.
Fs La foto in Fig. 1.42
3
mostra la risposta del modello in scala
di una parete realizzata con mattoncini murati a secco,
sottoposto ad unaccelerazione sismica orizzontale
a
s
=0,44g; in essa si pu apprezzare il diverso
comportamento degli inerti in relazione allampiezza
angolare
4
.
Per angoli piccoli prevale la rotazione, mentre per angoli
maggiori i mattoni vengono trascinati in un moto di
traslazione orizzontale.
Ciascun filare si dispone secondo un profilo ondulato
caratterizzato da un punto di flesso; lunione di questi punti
individua una linea caratteristica che divide il settore
soggetto alle rotazioni da quello in cui prevale lo
scorrimento.
A ciascun settore corrisponde pertanto una diversa modalit
di collasso.
1.42 Comportamento dinamico di un modello in
scala di muratura a secco.
Un limite oggettivo del modello esaminato dovuto allassenza di coesione, trattandosi di muro a secco,
pertanto non viene individuato un solido di distacco indeformabile (macroelemento) come ipotizzato nel
modello statico; un modello che permette di osservare altri aspetti interessanti quello realizzato con sabbia
bagnata.
In presenza di una modesta coesione, infatti, si verifica una fessurazione netta del solido che avvicina il
comportamento del modello a quello del caso reale.
Anche in questo caso per, sono necessarie alcune precisazioni; la diversit di comportamento rispetto al
modello reale deriva dal fatto che il muro di sabbia umida non ha un angolo critico caratteristico, pertanto la
fessura si pu formare con ampiezze angolari variabili in funzione della sollecitazione, mentre nelle murature
la linea di fessurazione sempre la stessa, individuata dallallineamento dei giunti a prescindere
dallintensit della sollecitazione sismica.
3
Prove sperimentali su modelli in scala di muratura laterizia a secco eseguite presso il Laboratorio di Costruzioni
dellIstituto Tecnico per Geometri I.Salviani Citt di Castello (PG) nellambito dellattivit didattica ordinaria.
Il ciclo di produzione dei mattoncini realizzati dagli allievi del Corso Geometri, lo stesso adottato per la produzione
industriale dei laterizi impiegati in edilizia. La prova stata eseguita utilizzando un tavolo oscillante tarato, per la prova
specifica, su unaccelerazione massima al suolo a
s
= 0.44g.
4
Indagini sperimentali su modelli di opera muraria sottoposti ad azioni statiche sono state eseguite da Vittorio Ceradini
in Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, di Antonino Giuffr Edizioni Laterza 1993.
f
24
1.42b Le modalit di collasso delle pareti consolidate con tiranti sommitali variano in funzione del rapporto lunghezza/altezza e
sono spiegabili attraverso il modello di Fig. 1.40.
Al crescere del rapporto l/h la parete trova sempre maggiore difficolt a ruotare attorno allestremit di base, per cui prevale la
formazione di lesioni diagonali di scorrimento che possono evolvere nel cinematismo composto illustrato in figura.
Per adattare il modello teorico esaminato ad una configurazione strutturale pi realistica sebbene pi
articolata, si pu tenere conto dellingranamento della muratura in testata, per cui la configurazione del
cuneo di distacco risulta modificata come in Fig.1.43.
P b h tg =
1
2
2
o
P b B h ' =
1.43 Modello statico modificato per tenere conto dellingranamento in testata e della reale configurazione del cuneo di distacco.
La presenza di blocchi squadrati sulla testata della parete, impone linnesco della lesione in posizione
arretrata rispetto al filo esterno e rende pi difficoltosa levoluzione del cinematismo, per cui lequazione di
equilibrio e lespressione del moltiplicatore di collasso per rotazione risultano cos modificate:
M c B b h b h tg
s
= + ( )
1
2
1
3
2 3
o
2 2 3 2 2 3
2
1
2
1
6
1
2
1
6
1
B h b tg h b h f b h B b tg h b M
k r
+ |
.
|
\
|
+ + + = o t o
( )
( )
crit
crit k crit
R
tg h B h
B tg h h f h B tg h
c
o
o t o
+
+ + + +
=
2 3
3 3 3
2 2 2 2
0
25
1.44 a Posa di filari sovrapposti ingranati.
Un altro aspetto da non trascurare nella stima del
moltiplicatore di collasso, riguarda la forma delle
pietre e le modalit di posa in opera.
Questo aspetto, come gi si potuto riscontrare
nella diffusione dei carichi verticali, assume
unimportanza non trascurabile per lequilibrio
interno della muratura.
Il vicendevole conflitto fra le pietre cui faceva
riferimento Nicola Cavalieri San-Bertolo,
certamente indispensabile per lequilibrio, ma pu
essere pure dannoso per linnesco di alcuni
meccanismi.
Il parametro che caratterizza la forma e la posa
degli inerti pu essere definito dal valore di un
angolo caratteristico che tiene conto
dellinclinazione media delle forze equilibranti
trasmesse fra gli elementi.
Limpiego di blocchi squadrati o di elementi
arrotondati, disposti per con cura su piani
orizzontali, non richiede spinte per lequilibrio del
sistema.
1.44b Posa dei filari su piani orizzontali.
Al contrario, se le pietre arrotondate tendono a creare un ingranamento fra i filari sovrapposti, inevitabile
linnesco di componenti orizzontali necessarie per lequilibrio. In questo modo la muratura assume una
configurazione internamente spingente in direzione complanare alla parete.
In linea di principio questo non costituisce un problema, anzi, per certi aspetti questa naturale
precompressione contribuisce a contrastare la formazione di fessure verticali.
In realt i problemi sorgono alle estremit delle pareti, dove la componente spingente delle forze
equilibranti favorisce il distacco del cuneo secondo il cinematismo sopra illustrato.
1.45 Muratura in ciottoli di fiume. 1.46 Pietra calcarea squadrata disposta su piani orizzontali.
Vi sono tipi di murature dove questo effetto viene addirittura ricercato come elemento stabilizzante.
E il caso, ad esempio, dellopus spicatum, ovvero della muratura di pietrame in lastre sottili oppure di
laterizi disposti a spina pesce, che trovano stabilit proprio attraverso la compressione.
Ogni elemento sottoposto ad azioni di contatto molto elevate, per cui si amplificano le forze dattrito che
impediscono qualsiasi movimento. In questo modo un materiale caratterizzato da un apparecchio
apparentemente poco adatto ad un opera muraria pu consentire la realizzazione di strutture alquanto stabili.
26
1.47 Opus spicatum tipico delle aree con disponibilit
di pietrame in lastre sottili.
1.48 Sistema di forze agenti sulla singola piastra.
Tornando al caso generale, si osserva che in termini
quantitativi la spinta interna contribuisce ad
incrementare il momento ribaltante secondo
lespressione seguente:
3
h
tg P Msf =
con Msf = momento spingente di forma.
Si pu affermare, pertanto, che nella muratura
internamente spingente il moltiplicatore di
collasso a ribaltamento per azioni complanari risulta
influenzato negativamente.
1.49 Amplificazione del momento ribaltante dovuto allazione
spingente interna alla muratura.
E opportuno far notare che la spinta interna esiste a prescindere dalla sollecitazione sismica e pertanto pu
indurre fenomeni di fessurazione anche in condizioni statiche ordinarie.
Lanalisi della parete isolata fondamentale per la
comprensione dei principi basilari che governano il
fenomeno, per appare poco significativa ai fini
applicativi, quindi necessario esaminare strutture
pi articolate, prevedendo lintroduzione di altri
elementi caratteristici della struttura muraria.
Levoluzione naturale dello schema base consiste
nellinserimento di una parete trasversale al muro
esaminato, in modo da creare un martello murario.
Il caso quello tipico delle pareti di facciata
collegate ai muri di spina, anche se, procedendo per
gradi, opportuno trascurare la presenza dei solai.
Il criterio di analisi analogo a quello illustrato in
precedenza, con la variante di un maggior numero
di elementi che contribuiscono allevoluzione del
meccanismo.
1.50 Ribaltamento della parete di facciata con distacco
del martello murario.
27
Lo schema grafico si riferisce ad una situazione generica, con pareti di dimensioni diverse ai lati del muro di
spina. Le espressioni del momento spingente e del momento resistente risultano pertanto cos modificate:
( ) |
.
|
\
|
+ + + |
.
|
\
|
=
2
2 2 2 2
2
1 1 1 1
2
2
1
2
1
2
1
3
2
2
1
h S L h S L c h h b B c h tg h b c M
s
o
( )
2
2
2 2 2 1
2
1 1 1
2 2 3 2 2 3
2
1
2
1
6
1
2
1
6
1
h S L h S L B h b tg h b h f b h B b tg h b M
k r
+ + + + |
.
|
\
|
+ + + = o t o
La complessit del problema da associare essenzialmente allelevato numero di parametri che
caratterizzano la geometria degli elementi strutturali, ma concettualmente nulla varia rispetto allo schema
elementare gi analizzato.
( ) ( )
2
2 2 2 2
2
1 1 1 1
3 2
2
2
2 2 2 1
2
1 1 1
2 2 3 2 2 3
0
3 3 2 3
3 3 3
h S L h S L tg h b h b B
h S L h S L B h b tg h b h f b h B b tg h b
c
cri k crit
R
+ + +
+ + + + + +
=
o
o t o
Si potrebbe continuare con lo stesso criterio aggiungendo i solai di piano, orditi in senso parallelo oppure
ortogonale al muro di spina.
La stima dei moltiplicatori di collasso rispondenti a
queste configurazioni potrebbe essere utile per
stabilire quale delle due effettivamente la pi
gravosa.
In ogni caso, si intuisce che la presenza di carichi
concentrati sul muro di spina, trasmessi dalle testate
delle travi sopra appoggiate, favorisce la
formazione di lesioni lungo profili non
necessariamente coincidenti con la linea critica e
che intercettano le travi stesse (vedi Fig.1.4).
La conseguenza negativa rappresentata dal fatto
che la trave, in questo modo, trasferisce lazione
orizzontale al cuneo, mentre si appoggia sul muro
stabile, per cui ne risulta incrementato il momento
spingente e non si contribuisce in modo
proporzionale al momento resistente.
Levoluzione del dissesto porta la trave a scivolare
lungo la lesione, impedendo in questo modo la
reversibilit spontanea del cinematismo, altrimenti
ipotizzabile per effetto dellazione dinamica.
1.51 Meccanismo composto - Modello generale
Lultimo degli schemi illustrati costituisce un modello piuttosto complesso e per questo applicabile
allanalisi di strutture reali, limitatamente al meccanismo illustrato.
Negli edifici con pi piani fuori terra, il modello di analisi proposto resta valido, ma risultano moltiplicate le
possibili configurazioni di collasso, a partire dalle pi semplici, che vedono formarsi le cerniere di rotazione
a livello di ogni solaio, come illustrato in figura.
Fra i potenziali meccanismi di danno, necessario ricercare quelli che rispetto ad altri risultano pi probabili
e pericolosi, operazione che a priori appare piuttosto difficoltosa.
Solo nelle strutture gi danneggiate, che presentano un chiaro quadro fessurativo, possibile riconoscere le
componenti dei cinematismi attivati che tendono a riproporsi sotto leffetto delle stesse azioni.
28
Ribaltamento muro dangolo A3 Ribaltamento muro dangolo A2 Ribaltamento muro dangolo A1
1.52 Meccanismo di danno fuori del piano con trascinamento del muro dangolo.
Nellesempio illustrato, il cinematismo A3 si innesca a livello del secondo piano e coinvolge le murature del
3 ordine oltre al solaio di copertura; il meccanismo A2 comporta il ribaltamento del muro dangolo e della
porzione di facciata corrispondente al 2 e 3 ordine. Il meccanismo A1 sostanzialmente identico agli altri;
tutti e tre sono congruenti con il quadro fessurativo manifestato dalla parete, ma i calcoli dimostrano che il
ribaltamento attorno alla base si innesca con maggiore probabilit.
Questo non vero in assoluto e dipende dalle specifiche condizioni di vincolo della parete ai vari piani;
infatti sufficiente disporre dei tiranti ad un livello generico per modificare il comportamento statico ed
indirizzare il dissesto verso meccanismi diversi da quelli ipotizzati.
La particolarit evidenziata in questo caso dal
meccanismo A1 riguarda una possibile
disgregazione del cuneo che, quando si verifica,
compromette la qualit della risposta sismica.
Il fenomeno da prendere in considerazione
quando la qualit della muratura scadente,
oppure quando il cuneo raggiunge dimensioni
eccessive o, ancora, in presenza di unanomala
distribuzione delle aperture in prossimit del
cantonale.
Nei muri di buona qualit leccessiva ampiezza
angolare del cuneo a favorire il fenomeno.
1.53 Sconnessione del cuneo di distacco.
Le conseguenze sono spesso negative per la stabilit
della parete, dato che si riduce sensibilmente lazione
del momento resistente di forma - Mrf, mentre rimane
pressoch inalterato il momento spingente.
In determinate situazioni si possono avere effetti
ancora pi gravi, quando limprovvisa disgregazione
del cuneo fa cadere una porzione del muro sulla parte
stabile, con un pericoloso effetto di rimbalzo che va ad
amplificare la spinta.
La presenza di eventuali aperture di porte o finestre
determinante per la formazione della catena cinematica
e, soprattutto, pu favorire linstabilit del solido come
si evidenzia a lato.
1.54 Palazzo Buonaccorsi (Macerata): meccanismo di danno
del muro dangolo al secondo ordine A2.
29
Lanalisi del cinematismo, sulla base di un attento rilievo geometrico-strutturale e della restituzione grafica
del quadro fessurativo, consente non solo di prevederne la probabile evoluzione, ma soprattutto suggerisce il
modo pi efficace per contrastare il ribaltamento attraverso la disposizione di tiranti posti a tutti i piani.
Per il dimensionamento dei tiranti necessario procedere dallalto verso il basso.
Per ogni configurazione si calcola il moltiplicatore di collasso; quando il valore risulta inferiore a quello
minimo prescritto dalle norme si determina il tiro delle catene necessario per compensare il momento
resistente ed assicurare adeguate condizioni di stabilit e sicurezza.
1.55 I Ordine Lato sinistro 1.56 II Ordine Lato sinistro
1.7 Qualit della muratura.
Quanto premesso sufficiente per fissare alcuni punti fondamentali utili al processo di analisi delle strutture
in muratura ordinaria di tipi tradizionali.
In particolare, per impostare una corretta analisi statica e sismica delle murature secondo i criteri sopra
esposti necessario conoscere alcuni parametri aggiuntivi oltre a quelli canonici rappresentati dal peso
specifico, dalle caratteristiche meccaniche dei blocchi naturali e/o artificiali e dal tipo di malta impiegata,
che da soli permettono di stimare la resistenza a rottura della muratura, la tensione ammissibile a
compressione e la resistenza a taglio.
Gli altri parametri necessari per la verifica sono costituiti dal coefficiente di ingranamento trasversale e
dallangolo critico caratteristico, che esprime il livello di ingranamento longitudinale. Questi due parametri
costituiscono indicatori significativi sulla reale capacit della muratura di conservare un assetto monolitico e
quindi di sostenere la formazione di catene cinematiche.
Lingranamento trasversale, inoltre, influisce direttamente sul calcolo della snellezza, che in assenza
connessioni fra i paramenti assume valori doppi rispetto a quelli stimati in base allo spessore globale del
muro, con tutte le conseguenze che ci comporta sul procedimento di calcolo. Langolo critico
caratteristico, invece, influisce soprattutto sui meccanismi complanari, come sopra illustrati.
Altri parametri utili per le verifiche sono costituiti dal coefficiente dattrito (f) della muratura e dallangolo
caratteristico di forma (); questultimo ha significato solo per gli elementi di forma irregolare, caratterizzati
da profili arrotondati, responsabili dellinsorgenza di sforzi orizzontali che determinano una configurazione
della muratura internamente spingente.
30
Prospetto riepilogativo:
Parametro caratteristico: Simbolo u. m.
- Peso specifico:
DaN/mc
- Resistenza di rottura a compressione dei blocchi:
f
bk
DaN/cm
2
- Tipo e qualit della malta:
M1-M2-M3-M4
- Resistenza a rottura della muratura:
f
k
DaN/cm
2
- Tensione ammissibile a compressione della muratura:
o
m
DaN/cm
2
- Resistenza caratteristica a taglio:
t
k
DaN/cm
2
- Coefficiente dingranamento trasversale:
(0-1)
- Angolo critico:
o
crit
- Coefficiente dattrito:
f
-
- Angolo caratteristico di forma:
Per esprimere un giudizio ancora pi rigoroso sulla qualit della muratura sarebbe necessario valutare molti
altri parametri che tuttavia, farebbero correre il rischio di sconfinare su aspetti puramente accademici e poco
realistici; ci che invece va tenuto strettamente in considerazione il livello di monoliticit della parete, che
costituisce un fattore prioritario, prevalente rispetto alle stesse caratteristiche meccaniche.
La risposta sismica delle pareti libere sottoposte ad azioni sismiche ortogonali al piano evidenzia una
diversit di comportamento che, a parit di dimensioni ed in assenza di malta, dovuta essenzialmente al
tipo di tessitura ed al livello di ingranamento degli elementi.
A) B) C)
Fs Fs Fs
1.57 Diverso comportamento sismico di pareti sollecitate da azioni
ortogonali in relazione al livello di ingranamento fra i
paramenti (Modelli in scala murati a secco)
5
.
Nel caso delle murature laterizie a due teste, ad
esempio, il comportamento migliore
manifestato dalla parete realizzata con il
sistema a tessitura alla gotica, caratterizzata da
una giusta proporzione fra diatoni e ortostati,
ovvero, fra elementi trasversali e longitudinali.
Come si gi accennato, le pareti di soli diatoni
e, peggio ancora, quelle di soli ortostati,
presentano una configurazione alquanto
precaria. Il caso A quello che si avvicina
maggiormente alla configurazione ideale di
parete monolitica, come dimostrano i modelli in
scala sollecitati fuori del piano (Fig. 1.57). La
presenza di diatoni costituisce in genere
lindizio pi significativo sullesistenza di un
adeguato sistema di connessioni che favorisce il
comportamento monolitico, ma la prova
sperimentale richiama lattenzione sulla giusta
proporzione che deve esistere fra diatoni ed
ortostati.
5
Prove sperimentali su modelli in scala di muratura laterizia a secco realizzati presso il Laboratorio di Costruzioni
dellIstituto Tecnico per Geometri I.Salviani Citt di Castello (PG) nellambito dellattivit didattica ordinaria.
Prova eseguita su tavolo oscillante tarato su unaccelerazione al suolo a
s
= 0.07g, uguale per i tre casi.
31
Le prove eseguite sui modelli in scala di muratura laterizia dimostrano che se si aumenta la percentuale di
elementi trasversali (diatoni) oltre un certo limite, non si ottengono miglioramenti proporzionati nella
risposta alle azioni ortogonali, mentre viene sicuramente compromessa la risposta nel piano per la
conseguente riduzione dellangolo critico.
Allo stesso modo, se si incrementano gli ortostati a scapito dei diatoni, si riscontrano effetti inversi. Tutto
questo risponde alla logica per cui diatoni ed ortostati da soli non permettono di ottenere una configurazione
monolitica, quindi occorre tenere conto che la presenza di molti diatoni non sempre sinonimo di buona
qualit.
1.8 Azioni complanari alle pareti in presenza di aperture.
La risposta dei pannelli murari alle azioni sismiche agenti nel piano, cos come illustrata per i casi generali,
subisce variazioni significative in presenza di aperture che determinano una naturale deviazione delle
isostatiche di compressione dirette verso le fondazioni.
Variazioni di comportamento significative si
riscontrano gi in condizioni statiche, ma
sotto leffetto del sisma che la presenza di
aperture evidenzia una maggiore vulnerabilit
complessiva della parete, dovuta alla scarsa
capacit di adattamento alle sollecitazioni
dinamiche.
In genere, nella tecnica costruttiva delle
murature prevale lattenzione verso la
diffusione dei carichi verticali, che sono diretti
responsabili dellequilibrio in condizioni
statiche e solo una cultura costruttiva
antisismica permette di prevenire quei difetti
che compromettono la risposta alle azioni
orizzontali.
Gli archi di scarico che, in presenza di
aperture, si formano spontaneamente
allinterno delle murature per assecondare la
deviazione degli sforzi di compressione,
trovano maggiori ostacoli quando gli stessi
flussi devono seguire percorsi diagonali
imposti dalle componenti sismiche orizzontali.
1.58 Andamento qualitativo dei flussi di compressione in
una parete sostenuta da archi e pilastri in muratura.
Lo schema elementare della parete riportato in
Fig. 1.16 , modificato con linserimento di vani
di porte o finestre in prossimit delle testate,
sposta la lesione di distacco in posizione
arretrata rispetto a quella gi osservata per il
muro pieno e quindi impegna porzioni di
parete molto pi ampie.
In questo modo il processo di dissesto genera
un effetto a catena con unevoluzione non
facilmente prevedibile.
1.59 Meccanismo di danno modificato in presenza di aperture
32
Appare evidente che la configurazione del cinematismo da mettere in stretta relazione con landamento
della linea critica e con il profilo delle aperture, per cui la perdita di equilibrio del cuneo principale innesca
fenomeni secondari che causano linstabilit delle porzioni di parete poste immediatamente a ridosso.
Il modello ad archi virtuali gi utilizzato in precedenza per spiegare la meccanica del cinematismo di
ribaltamento della testata, viene in soccorso anche in questo caso nellinterpretazione critica del complesso
comportamento manifestato dai setti forati.
Questo metodo porta a conclusioni analoghe a quelle sopra illustrate, ma permette di effettuare delle
considerazioni pi approfondite. I problemi che sorgono per la presenza di aperture si individuano
chiaramente attraverso lo schema ad archi che assicura la stabilit del muro pieno.
In ogni parete si tratta di ricercare la
successione di archi che individua un
potenziale meccanismo resistente,
compatibile con la geometria del muro
e con la posizione del vano.
Se lapertura collocata in posizione
centrale, la struttura degli archi virtuali
viene modificata, ma in ogni caso non
subisce variazioni significative. Ben
diversa la situazione che si verifica
con il vano posizionato a ridosso della
testata.
1.60 Geometria del sistema di archi virtuali compatibile
con la dimensione e con la posizione dellapertura.
A tal fine utile seguire un semplice procedimento grafico come illustrato nella figura seguente. Per
costruire il sistema di archi resistenti si inizia a tracciare il semiarco di estremit(A); per questo di deve fare
centro alla base del filo esterno e imporre il passaggio per lo spigolo superiore alla destra dell'apertura, in
modo che la stessa risulti completamente iscritta nel quarto di cerchio.
1.61 Costruzione grafica dellarco e semiarco di estremit in presenza di aperture situate in prossimit del cantonale.
Si disegna poi larco (B) speculare al primo rispetto allasse dellapertura; se questo secondo arco trova
continuit fino alla base del muro significa che lapertura disposta in posizione corretta e non produce
evidenti alterazioni del meccanismo resistente rispetto a quello del muro pieno.
Lo spessore di questo arco virtuale si pu stimare tracciando il profilo d'estradosso passante per l'estremit di
base della parete (Arco C); lampiezza dellarco costituisce un utile indicatore del livello di sicurezza.
In ultimo si disegna larco (D) speculare al profilo (C).
Si osserva che allargando lapertura verso lestremit della parete si viene a modificare la geometria degli
archi con una progressiva riduzione dello spessore ideale e quindi della capacit di resistere alla spinta.
La configurazione limite rappresentata dal completo annullamento dello spessore teorico, quando i profili
d'intradosso (B) e (C) vanno a coincidere (Schema 2).
Un ulteriore spostamento o allargamento dell'apertura verso l'estremit della parete comporta la traslazione
dell'arco oltre la base d'appoggio, con una configurazione chiaramente instabile.
33
L'arco interrotto pu trovare l'equilibrio solo appoggiandosi sul semiarco di estremit, gi di per se
caratterizzato da un equilibrio precario, pertanto non ci si pu aspettare un buon comportamento della
struttura.
E' interessante notare che per aperture di normali proporzioni la configurazione limite richiede una porzione
di muratura piena pari a circa met dellampiezza del vano, che, come noto, corrisponde ad una regola
costruttiva elementare, adottata pure dalla normativa antisismica.
Si intuisce, peraltro, che non solo la larghezza, ma anche laltezza dellapertura influisce sulla risposta
strutturale, per cui vani larghi o molto alti vanno spostati a distanza opportuna dal muro dangolo, secondo il
criterio geometrico sopra illustrato. Questa semplice regola, invece, non trova sempre una corretta
applicazione nell'edilizia storica.
1.62 Meccanismo resistente nelle pareti murarie in presenza di aperture disposte in successione
Una naturale estensione di questo ragionamento riguarda lanalisi di pareti complesse, caratterizzate da una
successione di aperture tipica delle facciate di edifici a schiera.
In linea di principio questi sono casi in cui la schematizzazione ad archi virtuali si presenta pi difficoltosa,
per il fatto che non possibile individuare profili di archi resistenti compatibili con lassetto distributivo
delle aperture, per il fatto che non esistono nel tratto centrale, a meno di configurazioni particolari.
In realt, le azioni sismiche complanari possono scaricarsi solo contro le testate se la configurazione di
estremit corrisponde a quella illustrata sul lato sinistro della figura, mentre non trova soluzione sul lato
destro.
Lo schema qualitativo offre degli spunti per alcune interessanti considerazioni sul modo di danneggiarsi
della maggior parte degli edifici a schiera situati in zona sismica.
Nelle facciate degli aggregati edilizi il quadro di dissesto determinato dalle azioni complanari caratterizzato
da un tratto centrale della parete privo di lesioni, mentre nelle zone terminali si manifestano i fenomeni sopra
osservati.
34
I
II
I I
II
1.63 Scenario di danno per edifici a schiera sottoposti ad azioni sismiche parallele alla facciata:
per la porzione di parete sottesa dallarco non esistono rischi di ribaltamento per effetto delle azioni complanari.
Il fenomeno non riguarda la sola facciata ma lintero organismo strutturale, per cui nelle costruzioni a schiera
ciascuna cellula sollecitata da azioni sismiche trasversali pu contare sul sostegno dei corpi adiacenti, che
interagiscono con essa dando origine ad un reciproco effetto stabilizzante.
1.64 Cellula centrale di un isolato a schiera: azione di contrasto assicurata dagli edifici contigui.
Per le cellule intercluse, questo generalmente vero, mentre gli edifici di testata e quelli situati
immediatamente a ridosso, non possono godere dello stesso effetto.
Tale comportamento spiegato dal fatto che negli edifici interclusi le forze sismiche vengono deviate
agevolmente verso la fondazione del tratto a valle, mentre alle estremit dellisolato lampiezza del muro non
sufficiente per garantire lo stesso effetto, per cui le componenti orizzontali non trovano il contrasto
necessario.
Cellula interclusa
Sisma da sinistra
Sisma da destra
35
1.65 Cellule centrali di un isolato a schiera: schema di diffusione delle azioni sismiche.
La costruzione grafica della Fig. 1.65 aiuta a comprendere i semplici meccanismi di diffusione degli sforzi
allinterno della parete di facciata, per cui ciascuna cellula tende ad assorbire le azioni trasmesse dalla
struttura che la precede ed a scaricare gli sforzi su quella che segue, la quale pertanto svolge la funzione
propria di un contrafforte.
Ogni cellula pu essere assimilata ad unideale
struttura piramidale, secondo un modello che offre
unidea piuttosto chiara delle condizioni di
vincolo imposte dalle strutture al contorno.
Sotto questo aspetto gli orizzontamenti spingenti
si dimostrano utili ed efficaci, se disposti in modo
tale da trasmettere le spinte contro le cellule
adiacenti.
Una regolare successione di elementi spingenti, in
grado di annullare le spinte reciproche, costituisce
un fattore stabilizzante, a condizione che
laccorgimento sia caratterizzato da una
sostanziale continuit e che le spinte esercitate
contro le pareti di testata siano contrastate
efficacemente.
1.66 Modello piramidale di una cellula interclusa.
1.9 Analisi del comportamento sismico di cellule elementari.
Dopo aver puntualizzato alcuni dei criteri generali da seguire per le verifiche dei meccanismi locali,
necessario fornire una visione pi specifica del problema attraverso lanalisi del comportamento di semplici
organismi edilizi, che tuttavia presuppongono delle interazioni fra i vari elementi strutturali non rilevabili
nelle configurazioni elementari analizzate in precedenza.
A tale scopo si prender in esame una cellula isolata di forma rettangolare organizzata su un solo piano,
come gi illustrata in premessa, considerando le pareti prive di aperture per opportuna semplificazione,
ovvero una scatola chiusa da muri perimetrali e da un soffitto ligneo
6
.
Si ipotizzer lazione sismica agente in direzione parallela allorditura delle travi maestre, per apprezzare il
contributo che queste ultime possono dare alla stabilit del sistema statico.
6
Largomento stato sviluppato dallautore nellambito delle ricerche dirette dal Prof. Paolo Marconi, svolte fra il 1994
ed il 1997 dal Dipartimento ITACA della Facolt di Architettura dellUniversit degli Studi di Roma "La Sapienza",
sulle Tecniche di prevenzione sismica premoderne - linea di ricerca n. 4.1.1, per conto del Ministero dei Beni Culturali
e Ambientali - Comitato Rischio sismico.
Cellula interclusa
Azione sismica
Contrafforte
36
Il meccanismo di primo modo che si
osserva nelle pareti libere risulta
modificato dalla presenza di eventuali
connessioni con i muri di controvento
e pure dalla spinta trasmessa dal solaio
alla parete sottovento, soprattutto
quando lo sfilamento delle travi
favorisce il collasso della struttura.
Leventuale distacco del muro di
facciata pu avvenire in vari modi; i
pi pericolosi sono certamente quelli
che comportano la sconnessione dei
cantonali fra la facciata ed i muri di
contrasto per rottura a taglio o
trazione.
1.67 Meccanismo di primo modo della parete sottovento.
(Inefficacia delle ammorsature dangolo.)
Il primo caso implica lo scorrimento nella sezione di contatto fra la parete che ribalta ed il muro di
controvento, mentre con la rottura a trazione la facciata si tira dietro il muro dangolo con la modalit
indicata sul cantonale di destra.
Il comportamento non differisce molto da quello osservato nelle pareti libere, salvo per lazione di contrasto
offerta dai muri ortogonali, che pu indirizzare il danno verso meccanismi diversi.
Il collasso si verifica per superamento della resistenza minima opposta dal meccanismo di rottura a taglio e
di quello a trazione.
La probabilit dinnesco di ciascun meccanismo dipende pertanto dalla qualit delle connessioni fra i muri
ortogonali; per effettuare una stima attendibile sono necessarie indagini approfondite attraverso saggi mirati,
ma pu essere molto utile la ricostruzione delle fasi evolutive, che spesso permette di scoprire eventuali punti
deboli.
La presenza del solaio in legno condiziona levoluzione del meccanismo, con effetti che possono essere pure
negativi per lincremento della forza sismica sommitale. La carenza di connessioni con i muri portanti fa
funzionare gli appoggi come vincoli monolateri, per cui lintera forza sismica viene scaricata contro la parete
sottovento, mentre le travi si sfilano dal muro opposto.
In pratica sufficiente ancorare le
testate delle travi ai muri portanti per
prevenire questo tipo di collasso.
Non necessario collegare tutte le
orditure, ma sufficiente vincolare la
trave centrale in modo che possa
funzionare da tirante/puntone, per
ottenere un significativo miglioramento
del comportamento dinsieme. Una delle
norme indicate dal Corpo Reale del
Genio Civile per la riparazione degli
edifici danneggiati dal terremoto di
Citerna e Monterchi del 1917,
stabilisce proprio che Le travature
dei solai dovranno, almeno ogni tre,
poggiare su tutta la grossezza dei muri
ed essere collegate con il telaio di
consolidamento ove esiste.
1.68 Meccanismo di primo modo delle pareti vincolate allorditura
principale dei solai.
Rottura a taglio
Rottura a trazione
Sedi dappoggio delle travi
Rottura a trazione
Ancoraggio
della testata
Rottura a taglio
37
In queste condizioni i muri portanti investiti dalle azioni ortogonali sono obbligati a seguire oscillazioni
sincrone, quando in assenza del vincolo proposto tendono invece a muoversi in modo indipendente. Il
risultato consiste in un reciproco smorzamento delle oscillazioni con una conseguente riduzione della
vulnerabilit sismica.
Si osserva, inoltre, che la rotazione della parete sopravento compatibile solo con il tipo di rottura a taglio
oppure a flessione, come si vedr in seguito e ci rende ancora meno probabile lattivazione del cinematismo
di danno.
Lorditura secondaria di travicelli nei solai lignei tradizionali non pu svolgere alcuna significativa azione di
contrasto
Le tecniche costruttive atte a scongiurare
lattivazione dei meccanismi di rottura a
taglio o trazione prevedono la realizzazione
di efficaci ammorsature fra i muri
ortogonali.
La cura nella disposizione dei conci di
pietra e nella realizzazione dei cantonali
finalizzata alla creazione di un corpo unico
fra i due muri disposti su piani ortogonali.
Lefficacia delle connessioni dangolo
spinge il meccanismo verso la rottura a
flessione, che determina il distacco di una
porzione di parete di forma parabolica, il
cui profilo dipende dallinterasse dei muri
di controvento e dallaltezza del muro
stesso.
1.69 Esempi di cantonali su muratura di pietrame e muratura mista
con paramento laterizio.
La rottura a flessione si presenta pi articolata; la parete viene spinta all'esterno nella parte centrale pi
distante dai vincoli perimetrali, mentre si forma una lesione verticale lungo la linea di simmetria; il
meccanismo in questo caso si affida alla formazione di archi orizzontali che si sviluppano nello spessore del
muro e sfruttano il contrasto con i cantonali che fungono da imposte.
Lo spessore della parete di facciata e
linterasse dei muri laterali definiscono la
configurazione e la curvatura pi o meno
accentuata degli archi di scarico.
Da ci deriva lentit delle spinte trasferite
ai cantonali.
Le pareti sottili sono quelle che soffrono
maggiormente questo tipo di sollecitazione,
per problemi associati alla stessa
configurazione geometrica.
La condizione limite di equilibrio
corrisponde alla formazione di cerniere
plastiche negli archi orizzontali, che
coincidono con le classiche linee di
fessurazione rappresentate nella figura a
lato.
1.70 Meccanismo di rottura a flessione
38
1.71 Meccanismo resistente con arco orizzontale a tre cerniere. 1.72 Rottura a flessione per azioni fuori del piano.
Edificio rurale ad un piano in muratura di pietrame.
(Citt di Castello (PG) , Fraz. Scalocchio)
Vi sono esempi molto interessanti di questo tipo di danneggiamento alquanto intuitivo, illustrato nello
schema in Fig. 1.71 e confermato dal meccanismo documentato in Fig. 1.72 relativo ad un edificio colpito
dal sisma del 1997 in Umbria e Marche.
L'evoluzione del meccanismo dipende dalle caratteristiche meccaniche della muratura, oltre che dalla
capacit dei muri laterali di sopportare le spinte degli archi; queste sono pi intense a livello sommitale, dove
la rotazione dei solidi contrapposti tende a produrre la maggiore compenetrazione.
Come effetto secondario si riscontra la formazione di lesioni diagonali nella zona sottesa dal profilo
parabolico, da associare allo sforzo di taglio dovuto alle spinte.
1.73 Variazione del meccanismo in presenza di aperture che riducono la parte resistente ad una sola fascia di piano.
Fascia resistente
di piano
Fascia resistente di piano
39
1.74 Fenomeno di instabilit per azioni sismiche complanari alla
parete posta a contrasto di strutture rigide.
Fra le cause che possono produrre questo
cinematismo non bisogna dimenticare i
fenomeni di instabilit indotti dalle azioni
sismiche complanari alla parete, che
producono effetti simili, ma amplificati e
molto pi pericolosi, tali da determinare il
collasso per espulsione del muro.
Questo accade soprattutto quando la parete
trova il contrasto di strutture rigide, oppure
quando urta contro il muro ortogonale che
oscilla in controfase, per cui si alternano stati
di distensione ad elevati stati di compressione.
La configurazione di carico pi gravosa per
queste strutture si verifica con il sisma agente
in direzione diagonale, quando si combina
lazione ortogonale alla parete con quella
complanare.
La compressione orizzontale esercitata nel piano della parete molto pericolosa, perch agisce sugli ortostati
con un carico di punta che rende il sistema instabile, a differenza dei carichi verticali che, sebbene pi
elevati, agiscono su filari di spessore contenuto.
La qualit della muratura, ovvero la qualit delle connessione interne, determinante anche in questo caso,
perch ha effetti diretti sulla snellezza del muro intero e dei singoli paramenti.
Fs
Fs
a) Oscillazione in controfase delle pareti laterali:
fase di distensione con strappo della parete di facciata
lungo la linea mediana.
b) Oscillazione in controfase delle pareti laterali:
fase di compressione con rigonfiamento della
parete di facciata.
1.75 Meccanismo di espulsione della parete di facciata per effetto delle azioni sismiche complanari
7
.
Se la parete di facciata presenta delle aperture, gli archi resistenti si concentrano in una fascia ristretta
disposta sopra gli architravi ed il meccanismo risulta sensibilmente modificato.
Il meccanismo resistente pu essere compromesso dallindebolimento della parete causato dellinserimento
di canne fumarie nascoste nello spessore del muro o dalla realizzazione di semplici tracce verticali destinate
alle canalizzazioni degli impianti che, sebbene richiuse, costituiscono comunque degli elementi di debolezza.
7
Prove sperimentali eseguite su modelli di strutture laterizie in scala, realizzati presso il Laboratorio di Costruzioni
dellIstituto Tecnico per Geometri I.Salviani Citt di Castello (PG) nellambito dellattivit didattica ordinaria.
La prova stata eseguita con accelerazione al suolo a= 0.22g.
40
La configurazione di equilibrio in questi
casi comporta larretramento della
cerniera in chiave ed una curvatura
meno accentuata dellarco orizzontale,
per cui ne deriva un sensibile
incremento della spinta.
1.76 Configurazione dellarco ribassato in presenza di canne fumarie
8
Il soffitto che chiude la scatola muraria assume un ruolo importante per la stabilit globale, soprattutto
quando si tratta di un solaio piano che pu essere utilizzato per creare un adeguato sistema di connessioni.