Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
L’utilizzo delle tecniche di analisi limite ben si presta, una volta individuati i
meccanismi, allo studio dell’efficacia di diversi metodi di intervento, stante il fatto che
l’applicazione di materiali compositi modifica il meccanismo di collasso della struttura,
ed incrementa conseguentemente il moltiplicatore dei carichi che produce l’attivazione
del meccanismo.
283
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
1 INTRODUZIONE
L’approccio che utilizza il concetto di “organismo complesso” composto da
“macroelementi strutturali” fra loro interconnessi è funzionale ad un’efficace analisi
semplificata del danno atteso, in fase di crisi sismica, per le costruzioni storiche in
muratura [1].
Lo studio dei più probabili meccanismi di collasso che possono interessare tali
costruzioni, sia a livello locale – e quindi di singolo macroelemento – sia a livello
globale, è un pre-requisito indispensabile per valutare il livello di sicurezza dell’opera in
condizioni di carico sismico e per consentire la successiva definizione degli eventuali
interventi di miglioramento compatibili con la tipologia dell’opera in esame.
Brevemente, l’approccio consiste in una prima fase di identificazione dei
macroelementi dai quali la struttura complessa può pensarsi costituita, ed in una
seconda fase di valutazione delle accelerazioni di collasso relative ai singoli
macroelementi pensati isolati dal resto della costruzione (di eventuali interazioni tra i
diversi macroelementi si potrà tenere conto in via approssimata definendo sistemi di
forze di interazione lungo le linee di confine).
La valutazione della capacità sismica dei singoli macroelementi può essere condotta
mediante l’analisi cinematica lineare e non lineare. Questo approccio (suggerito anche
nell’allegato 11.C della normativa [2] per l’analisi dei meccanismi locali di collasso) si
rivela particolarmente semplice e vantaggioso in quanto coinvolge unicamente
considerazioni di equilibrio. Nella versione “lineare”, il metodo prevede la preventiva
determinazione del meccanismo di collasso del macroelemento e la successiva
valutazione dell’accelerazione orizzontale che attiva il meccanismo. Nella versione
“non lineare” il metodo prevede inoltre la determinazione del legame tra il
moltiplicatore orizzontale dei carichi gravitazionali e lo spostamento di un punto di
controllo.
Sia nella fase di identificazione dei macroelementi che nella fase di studio e
valutazione dei meccanismi di collasso dei singoli macroelementi, si rivela molto utile
la consultazione di atlanti storici dei danni causati da eventi sismici in strutture simili.
Inoltre, particolarmente efficace risulta l’ausilio di analisi numeriche di dettaglio, sia in
ambito lineare che non lineare, in grado di fornire indicazioni su eventuali situazioni di
criticità, anche attraverso valutazioni quantitative dei coefficienti di sicurezza nei
confronti dell’azione sismica di progetto, [3].
Per contrastare i meccanismi individuati come più probabili, l’uso dei compositi
aderenti alle superfici (FRP o FRCM) costituisce una delle tecniche più promettenti per
il miglioramento sismico [4]. La presenza del composito (posizionato in base all’analisi
dei possibili meccanismi di collasso della struttura non rinforzata) muta l’insieme dei
meccanismi cinematicamente ammissibili, inibendo quelli ai quali corrispondono i
valori più bassi dei moltiplicatori di collasso. La struttura rinforzata avrà quindi
moltiplicatori di collasso delle azioni superiori a quelli relativi alla condizione
precedente all’intervento.
Sia in assenza che in presenza di rinforzo, le operazioni di identificazione dei
macroelementi e dei meccanismi di collasso dei singoli macroelementi sono abbastanza
semplici relativamente ad alcuni casi tipici, ma possono complicarsi notevolmente in
presenza di costruzioni geometricamente complesse ed articolate. In questo contesto,
l’utilizzo di analisi numeriche lineari e non lineari è di grande importanza. Dette analisi
284
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
2 MACRO-ELEMENTI STRUTTURALI
A partire dal terremoto del Friuli (1976), esiste in Italia una vasta casistica di danni
alle costruzioni storiche che sono occorsi in occasione dei terremoti successivi. Dalla
analisi di questi dati risulta accettabile ed efficace un approccio che punta ad una
divisione concettuale della costruzione in Macro-Elementi Strutturali (SM-Es,
Structural Macro-Elements) che presentano comportamento strutturale codificabile e
ricorrenza di danno sismico tipico [8].
In un organismo chiesastico, sempre complesso, la facciata, l’abside, la cupola,
l’arco trionfale, et cetera, sono Macro-Elementi strutturali (Figura 1). Ciascuno ha
evidenziato meccanismi di collasso tipici in relazione alla direzione prevalente del
sisma ed alla morfologia architettonica, a volte modificati per l’interazione dinamica
con i Macro-elementi adiacenti. Queste casistiche, ovvero atlanti di danno,
rappresentano la base di partenza per l’analisi dei meccanismi potenziali ai fini
dell’Analisi Limite. In una prima fase non viene considerata l’interazione fra Macro-
Elementi Strutturali.
Gli SM-Es spesso consistono in solidi murari “bi-dimensionali” (lastre, piastre, volte
sottili), individuati da superfici medie della geometria euclidea (piani, superfici curve)
associate a piccoli spessori. L’intera costruzione può esser vista come l’unione di SM-
Es assemblati lungo “linee di aggregazione”.
Durante la formazione del meccanismo che conduce al collasso, sono fisicamente
evidenti le linee di frattura (Fracture Lines, FL) ascrivibili alla partizione della
superficie media di supporto dello SM-E (intra SM-E) ovvero ricalcanti le linee di
aggregazione (inter SM-E). In Figura 2 sono riportate le linee di frattura (FL) in Macro-
285
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
Elementi Strutturali (SM-E) per azione sismica trasversale all’asse basilicale, mentre in
Figura 3 sono riportati i meccanismi di crollo per il macroelemento di facciata.
Le linee di frattura sono sede di deformazione localizzata ove si producono i
distacchi o gli scorrimenti tipici della meccanica della frattura (Modo I, Modo II, Modo
III). Le partizioni determinate dalle linee di frattura generano i blocchi che durante
l’azione sismica si muovono soggetti al peso proprio ed alle forze di inerzia. La nuova
struttura a blocchi nel moto sismico può perdere l’equilibrio, globale o locale,
pervenendo al crollo.
Lungo le linee di frattura avviene la massima dissipazione energetica, conseguente al
modo di spostamento relativo, che si confronta con il rilascio dell’energia di
deformazione liberatasi per la frammentazione e con l’apporto energetico dell’azione
sismica. Da notare che la struttura in frammentazione cambia le caratteristiche
dinamiche e, quindi, l’interazione con il suolo. Questo approccio è valido se la muratura
originaria è compatta, con mattoni o pietre connesse da malte consistenti. Si escludono,
per l’applicazione di questo approccio, le murature a sacco e quelle con malte inesistenti
o molto scadenti.
286
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
287
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
Figura 4: (a) “Plating”a contrasto del Figura 5: (a) “Plating” con FRP sul coronamento
meccanismo di crollo della facciata, in caso di dell’arco trionfale a contrasto del meccanismo di
possibilità di rifacimento di intonaco; crollo, soluzione a ridotta efficacia ma senza
(b) “Plating” sul coronamento di parete laterale impatto visivo; (b) “Plating” con FRP a
a contrasto del meccanismo di crollo, soluzione a cinturazione della sommità absidale a contrasto dei
ridotta efficacia strutturale ma senza impatto meccanismi di crollo, con impatto visivo per
visivo. murature a faccia vista.
288
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
La scelta della tipologia di intervento deve farsi scegliendo la più efficace fra quelle
compatibili con i canoni del Restauro. Ciò significa che la soluzione strutturale ottimale
non sempre può essere accettata.
FRCM
FRP
Figura 6: Schema delle tecniche di intervento con FRP oppure FRCM.
Le tecniche menzionate sono attualmente utilizzate a vario titolo e non pochi sono gli
interventi realizzati. Si riportano alcune citazioni per la loro emblematicità.
289
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
Analizziamo più in dettaglio gli aspetti del rinforzo con “plating” di strutture murarie
a “beam column”.
Si consideri il concio di una “beam column” di muratura - Figura 7 - soggetto allo
sforzo normale N. Il concio è rinforzato su un bordo con materiale composito che si
considera perfettamente aderente al supporto e senza rigidezza a compressione.
La presenza del rinforzo aderente consente al concio uno stato di tensioni interne (in
equilibrio con la sollecitazione) nel quale la muratura è soggetta solo a tensioni di
compressione e il rinforzo solo a tensioni di trazione, per qualunque valore
dell’eccentricità della forza N. Sono quindi consentiti anche centri di pressione esterni
alla sezione, che in assenza di rinforzo non possono sussistere. Dal punto di vista
cinematico, si può quindi pensare che la presenza del rinforzo impedisca la formazione
di una cerniera, nel senso specificato al punto 3.
e N e N e N
C
dc
N N
t/2 t/2 t/2 t/2 t/2 t/2
Essendo l’equilibrio del concio sempre garantito, la sua crisi avviene per
raggiungimento del limite di resistenza di uno dei materiali in gioco o dell’interfaccia e
quindi può avvenire per:
1. rottura a compressione (schiacciamento) della muratura;
2. rottura a trazione del materiale di rinforzo;
3. delaminazione del rinforzo (crisi all’interfaccia).
La efficacia del rinforzo sussiste solo per eccentricità tali da far uscire il centro di
pressione dalla sezione.
In una struttura, il rinforzo (plating) può convenientemente essere disposto in
posizione tale da impedire la formazione delle cerniere caratterizzanti il meccanismo di
290
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
collasso della struttura non rinforzata. Relativamente alla struttura rinforzata si avrà
quindi un diverso meccanismo di collasso ed un conseguente incremento dei carichi di
attivazione dello stesso.
5 CASO DI STUDIO:
SISTEMA VOLTA-PIEDRITTI SOGGETTO AD AZIONE SISMICA
Si consideri il sistema di Figura 8 costituito da una volta circolare a botte a tutto
sesto impostata su piedritti di spessore variabile. Il rinfianco è presente solo tra le
sezioni di imposta e le sezioni identificate da γr e π – γr
La presenza del sisma è considerata nello spirito dell’analisi cinematica lineare,
come descritta nell’Allegato 11C della normativa [2]. L’azione sismica viene
schematizzata come un sistema di forze orizzontali proporzionali ai pesi degli elementi
in gioco ed ai carichi verticali attraverso un moltiplicatore del quale si determina il
valore che produce il collasso della struttura. In via semplificata, le forze orizzontali si
considerano applicate nei baricentri delle masse. Il rinforzo con materiale composito,
modificando il meccanismo di collasso, incrementa conseguentemente il valore di detto
moltiplicatore nelle condizioni di collasso. Il moltiplicatore di collasso è poi correlato
all’accelerazione spettrale di collasso. Si determina quindi l’accelerazione spettrale che
produce il collasso del sistema per meccanismo, sia in condizione non rinforzata che in
condizione rinforzata all’intradosso con materiale composito.
Ri γm = 1800 kg/m3
Prin(γ) γr γrin = 1600 kg/m3
γ
(0,0)
γin x y
(xg(γ), yg(γ))
0≤γ≤π x
Hi
(0,0)
(xg(γ), yg(γ))
γ γin
P(γ)
(xi(γ), yi(γ))
sv = Re - Ri = 360 mm (xe(γ), ye(γ))
γini = -atan(Ri/Hi) = -50.01°
spb P(γ) γin ≤ γ ≤ 0
Figura 8: geometria della volta circolare a botte a tutto sesto impostata su piedritti di spessore variabile.
291
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
Si considera un sistema di riferimento con origine nel centro della volta. La generica
sezione del sistema è identificata dal parametro γ, come mostrato in Figura 8 per i casi
0 < γ < π e γin ≤ γ ≤ 0 (uno schema analogo vale per π ≤ γ ≤ π-γin). Siano:
s ps + s pb kN Re2 − Ri2 kN
Pp = γ m ⋅ ⋅ H i = 172.11 Pv = γ m ⋅ ⋅ π = 87.84 (1)
2 m 2 m
s2
γm ps s pb − s ps s pb + 2 s ps
x gp = − Ri − ⋅ Hi ⋅ + ⋅ = −4.98 m
Pp 2 2 3
γ 2 s pb + 2 s ps
y gp = −H i + m ⋅ H i ⋅ = −3.47 m (2)
Pp 6
3 3
4 Re − Ri
y gv = ⋅ = 2.80 m
3π R 2 − R 2
e i
rispettivamente l’ascissa e l’ordinata del baricentro del volume del piedritto di sinistra e
l’ordinata del baricentro del volume della volta. Le funzioni dell’anomalia γ, utilizzate
nel seguito della trattazione, sono definite in Appendice.
y (xg2,yg2)
(x2,y2) (xrin2,yrin2)
(xg1,yg1)
λP2
λPrin1 λPrin2
λP1 P2 (xrin3,yrin3)
P1 γ4 (x3,y3)
(xrin1,yrin1)
λP3
(xg3,yg3)
γ2
P3 x
γ1
292
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
x1 = xi (γ 1 ) = −3.61 m y1 = y i (γ 1 ) = 2.19 m
x2 = xe (γ 2 ) = −0.18 m y2 = y e (γ 2 ) = 4.58 m
(4)
x3 = xi (γ 3 ) = 3.14 m y3 = y i (γ 3 ) = 2.82 m
x4 = xe (γ 4 ) = 4.58 m y4 = y e (γ 4 ) = 0.00 m
I pesi dei tre conci coinvolti nel meccanismo di collasso (Figura 9) si determinano
utilizzando le (a.3), mentre le coordinate dei punti di applicazione di detti pesi si
trovano con le (a.4) e (a.5) e valgono rispettivamente:
P1 = P (γ 2 ) − P (γ 1 ) = 27.56 kN m
P2 = P (γ 3 ) − P (γ 2 ) = 24.57 kN m (5)
P3 = P (γ 4 ) − P (γ 3 ) = 20.48 kN m
x g (γ 2 ) ⋅ P (γ 2 ) − x g (γ 1 ) ⋅ P (γ 1 )
xg1 = = −2.15 m
P1
y g (γ 2 ) ⋅ P (γ 2 ) − y g (γ 1 ) ⋅ P (γ 1 )
y g1 = = 3.64 m
P1
x g (γ 3 ) ⋅ P (γ 3 ) − x g (γ 2 ) ⋅ P (γ 2 )
xg 2 = = 1.66 m
P2
(6)
y g (γ 3 ) ⋅ P (γ 3 ) − y g (γ 2 ) ⋅ P (γ 2 )
yg2 = = 3.93 m
P2
x g (γ 4 ) ⋅ P (γ 4 ) − x g (γ 3 ) ⋅ P (γ 3 )
xg3 = = 4.02 m
P3
y g (γ 4 ) ⋅ P (γ 4 ) − y g (γ 3 ) ⋅ P (γ 3 )
yg3 = = 1.54 m
P3
I pesi del rinfianco, relativi ai tre conci (Figura 9), si determinano con le (a.6),
mentre le coordinate dei punti di applicazione di detti pesi si determinano con le (a.7):
293
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
Si impone l’equilibrio del sistema via principio dei lavori virtuali. Il sistema è in
equilibrio finché è soddisfatta la diseguaglianza:
3 3
3 3
∑ Pi ⋅η i + ∑ ∑
Prini ⋅η rini + λ ⋅ Pi ⋅ δ i +
i =1 ∑P rini ⋅ δ rini ≤ 0
(9)
i =1 i =1 i =1
In cui, con riferimento alla Figura 10, gli spostamenti verticali e orizzontali dei punti
di applicazione delle forze sono:
( )
η1 = ϕ1 ⋅ x g 1 − x1 = 1.46 ⋅ ϕ1 ( )
δ1 = ϕ1 ⋅ y g 1 − y1 = 1.45 ⋅ ϕ1
η 2 = ϕ 2 ⋅ (x g 2 − x 2 ass ) = −0.10 ⋅ ϕ1 δ 2 = ϕ 2 ⋅ (y g 2 − y 2 ass ) = 3.63 ⋅ ϕ1
η3 = ϕ 3 ⋅ (x g 3 − x4 ) = −1.14 ⋅ ϕ1 δ 3 = ϕ 3 ⋅ (y g 3 − y 4 ) = 3.14 ⋅ ϕ1
(10)
η rin1 = ϕ1 ⋅ ( x rin1 − x1 ) ≅ 0 δ rin 1 = ϕ1 ⋅ ( y rin 1 − y1 ) = 0.96 ⋅ ϕ1
( )
η rin 2 = ϕ 2 ⋅ x rin 2 − x 2 ass = −3.16 ⋅ ϕ1 δ rin 2 = ϕ 2 ⋅ ( y rin 2 − y 2 ass ) = 4.71 ⋅ ϕ1
η rin 3 = ϕ 3 ⋅ (x rin 3 − x4 ) = −0.86 ⋅ ϕ1 δ rin 3 = ϕ 3 ⋅ ( y rin 3 − y 4 ) = 5.35 ⋅ ϕ1
essendo (x2ass,y2ass) le coordinate del centro di rotazione assoluta del secondo concio:
y 2 − y1 y − y3
y 3 − y1 + x1 ⋅ − x3 ⋅ 4
x 2 − x1 x4 − x3
x2 ass = = 1.604 m
y 2 − y1 y 4 − y 3
− (11)
x 2 − x1 x4 − x3
y 2 − y1
y 2 ass = y1 + ⋅ (x2 ass − x1 ) = 5.824 m
x2 − x1
x2 − x1 x2 − x1 x3 − x2 ass
ϕ 2 = −ϕ1 ⋅ − 1.915 ϕ 1 ϕ 3 = ϕ1 ⋅ ⋅ = 2.308 ϕ1 (12)
x2 ass − x2 x2 ass − x2 x4 − x3
294
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
3 3
∑ Pi ⋅ ηi + ∑ Prini ⋅ ηrini
i =1 i =1
λc = − 3 3
= 0.0366 (13)
∑ Pi ⋅ δi + ∑ Prini ⋅ δ rini
i =1 i =1
y ϕ2
1
(xg1,yg1) 2 δ2 2
(xrin2,yrin2) 2 δ1
δrin3
(xg2,yg2) 1
δrin1
1
(xrin1,yrin1)
ϕ1
3
δrin2
δ3
(xrin3,yrin3)
(xg3,yg3)
ϕ3 3
3
(0,0) x
η1 ϕ2 ϕ3
ϕ1 ηrin2 η3 ηrin3
2
1
295
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
M (γ ) = Rvs ⋅ (xe (γ ) − x1 ) − H s ⋅ ( y e (γ ) − y1 ) +
x g (γ ) ⋅ P(γ ) − x g (γ 1 ) ⋅ P (γ 1 )
− (P(γ ) − P(γ 1 )) ⋅ xe (γ ) − +
P(γ ) − P (γ 1 )
x grin (γ ) ⋅ Prin (γ ) − x grin (γ 1 ) ⋅ Prin (γ 1 )
− (Prin (γ ) − Prin (γ 1 )) ⋅ xe (γ ) − +
P rin (γ ) − P rin (γ 1 )
(15)
y g (γ ) ⋅ P (γ ) − y g (γ 1 ) ⋅ P (γ 1 )
− λ c ⋅ (P(γ ) − P(γ 1 )) ⋅ y e (γ ) − +
P (γ ) − P(γ 1 )
y grin (γ ) ⋅ Prin (γ ) − y grin (γ 1 ) ⋅ Prin (γ 1 )
+ (Prin (γ ) − Prin (γ 1 )) ⋅ y e (γ ) −
Prin (γ ) − Prin (γ 1 )
essendo Rvs e Hs le reazioni vincolari nella prima cerniera (Figura 11), determinabili
risolvendo il sistema di equazioni di equilibrio:
( )
Rvs ⋅ (x2 − x1 ) − H s ⋅ ( y 2 − y1 ) = P1 ⋅ x 2 − x g 1 + Prin1 ⋅ (x2 − x rin1 ) +
[ ( )
+ λ c ⋅ P1 ⋅ y 2 − y g 1 + Prin1 ⋅ ( y 2 − y rin1 ) ]
R ⋅ (x − x ) − H ⋅ ( y − y ) = P ⋅ x − x + P ⋅ x − x +
vd 4 2 d 2 4 2 g2 ( 2 3 )
g3 2 ( )
+ Prin 2 ⋅ (xrin 2 − x2 ) + Prin 3 ⋅ (xrin 3 − x2 ) + (16)
c [ (
+ λ ⋅ P ⋅ y − y + P ⋅ (y
2 g2 2 ) rin 2 ( )
rin 2 − y 2 ) + P3 ⋅ y g 3 − y 2 + Prin 3 ⋅ ( y rin 3 − y 2 ) ]
Rvs + Rvd = P(γ 4 ) − P(γ 1 ) + Prin (γ 4 ) − Prin (γ 1 )
H s − H d = −λ γ ⋅ [P(γ 4 ) − P(γ 1 ) + Prin (γ 4 ) − Prin (γ 1 )]
296
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
(xg2,yg2)
(x2,y2) (xrin2,yrin2)
(xg1,yg1)
λP2
λPrin1 λPrin2
Rvd
Il luogo dei centri di pressione è descritto dalle distanze dei centri di pressione
dall’estradosso:
M (γ )
u (γ ) = (18)
N (γ )
tracciate in Figura 12. Equivalentemente, detto luogo può essere rappresentato nel piano
xy (Figura 13), essendo descritto dalle equazioni parametriche:
x p (γ ) = xe (γ ) − u (γ ) ⋅ cos ψ(γ )
(19)
y p (γ ) = ye (γ ) + u (γ ) ⋅ sinψ(γ )
γ1 = 31.21° u(γ)
λcPi
-2.0
γ2 = 87.69°
s(γ)
-100 Pi
γ3 = 138.04°
γ1 = 31.21°
γ4 = 180.00°
γ2 = 87.69°
λc = 0.0366
-150 λc = 0.0366 γ3 = 138.04°
γ4 = 180.00°
Figura 12: luogo dei centri di pressione Figura 13: luogo dei centri di pressione
Si osserva come il luogo dei centri di pressione relativo alla condizione di collasso
risulti tangente quattro volte, nelle posizioni delle cerniere, la bordo del sistema.
297
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
P (γ 4 ) ⋅ y g (γ 4 ) − P(γ 1 ) ⋅ y g (γ 1 )
ytot = +
Ptot
(21)
Prin (γ 4 ) ⋅ y grin (γ 4 ) − Prin (γ 1 ) ⋅ y grin (γ 1 )
+ = 3.02 m ⋅
Ptot
2
3 3
∑
P ⋅δ +
i i ∑
Prini ⋅ δ rini
M* = i =1 i =1 = 88.06 kN (22)
3 3
2
g m
∑
g Pi ⋅ δ i + ∑
Prini ⋅ δ rini
2
i =1 i =1
e corrisponde alla frazione di massa partecipante:
g⋅M *
e* = = 0.817 (23)
Ptot
298
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
Figura 14: mesh ad elementi finiti dell’arco e posizione dei carichi dovuti al rinfianco
299
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
Figura 15: Arco con piedritti: mappa delle trazioni (kN/m2)– situazione indeformata e deformata
Figura 16: Arco con piedritti: angoli corrispondenti alle massime trazioni
Figura 17: Arco incastrato al piede: mappa delle trazioni (kN/m2) – angoli corrispondenti alle massime
trazioni
300
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
y
Rinforzo FRP γm: peso specifico
λPi
γr2
γrin: peso specifico
Pi
γr1 x
(0,0)
γr1 = 20.84°
γr2 = 128°
γm = 1800 kg/m3
γrin = 1600 kg/m3
I pesi di rinfianco relativi ai tre conci e le coordinate dei punti di applicazione di detti
pesi sono:
301
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
(xrin2,yrin2) (xg2,yg2)
(xrin3,yrin3)
λP2
λPrin1
P2
λPrin3
Prin2
(xrin1,yrin1) λPrin2 (x3,y3)
Prin1 γ4 Prin3
(x2,y2) γ3
(xg3,yg3) λP3
(xg1,yg1) λP1
P1 P3 x
γ2
(x1,y1)
(x4,y4)
γ1 = 0°
γ2 = 20.84°
γ3 = 150.26°
γ4 = 180°
Il centro di rotazione assoluta ha coordinate (ottenute ancora con le (11) nelle quali
sono introdotte le coordinate delle cerniere (27)):
Con riferimento alla Figura 20, gli spostamenti virtuali dei punti di applicazione delle
forze sono:
La dipendenza tra le rotazioni del secondo e terzo concio e la rotazione del primo
concio è espressa ancora dalle (12) in cui le coordinate delle cerniere sono quelle del
meccanismo di collasso della struttura rinforzata.
302
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
(x2ass,y2ass)
y 2
ϕ2
(xrin3,yrin3)
2
δ2
δrin2 δrin1
(xg2,yg2) 2
(xrin2,yrin2) δrin3
(xrin1,yrin1)
3 δ3
1 (xg3,yg3) 3 δ1 1
(xg1,yg1) 1
(0,0) x ϕ3
ϕ1
Hs λcRPi
Diagramma degli spostamenti verticali
Hd
(x4,y4)
(x1,y1)
Pi
ηrin1 ηrin2 η2 η3 Rvs Rvd
2
1 3
ϕ2 ϕ3
η1 ϕ1
ηrin3
3 3
∑ Pi ⋅ ηi + ∑ Prini ⋅ ηrini
i =1 i =1
λ cR = − 3 3
= 0.20200 (34)
∑ Pi ⋅ δi + ∑ Prini ⋅ δ rini
i =1 i =1
Sempre con riferimento alla Figura 20, introducendo nel sistema (16) le quantità
relative al meccanismo di collasso (26), si trovano le reazioni:
Gli andamenti del momento flettente (valutato rispetto alla linea di estradosso) e
dello sforzo normale (ottenuti inserendo le reazioni (35) nelle espressioni (14) e (15))
sono tracciati in Figura 21 ed in Figura 22.
303
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
y γ1 = 0° γ3 = 150.26°
λcR = 0.202
γ2 = 20.84° γ4 = 80°
M(γ) (kNm/m)
γ
M(γ) (kNm/m)
-300 -100 -100
x 0
0 γ
-2 -2
λcRPi
M(γ) -4 -4
Pi
M(γ)
-6 -6
-30
-4.0 -2.0 -10 2.0
N.B.: la scala del
momento non è la 10 4.0 xe(γ) (m)
stessa relativamente 30
alla volta ed ai piedritti
M(γ) (kNm/m)
Figura 21: diagramma del momento flettente (valutato rispetto alla linea di estradosso).
Il luogo dei centri di pressione, definito dalla (18) in cui siano introdotte le
sollecitazioni rappresentate in Figura 21 ed in Figura 22, è tracciato in Figura 23 ed in
Figura 24.
y γ1 = 0° γ3 = 150.26°
λcR = 0.202
γ2 = 20.84° γ4 = 80°
-2 -2
λcRPi
-4 N(γ) -4
Pi
-6 -6
N(γ) (kNm/m)
304
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
u(γ) (cm)
-300
γ1 = 0°
γ2 = 20.84° u(γ)
γ3 = 150.26°
-200
γ4 = 180.00° y (m)
-100
γ2 = 20.84°
λcR = 0.202
γ3 = 150.26°
γ4 = 180.00°
-200
Figura 23: luogo dei centri di pressione. Figura 24: luogo dei centri di pressione.
Il peso totale delle masse in gioco e l’ordinata del baricentro di dette masse sono:
P(γ 4 ) ⋅ y g (γ 4 ) − P(γ 1 ) ⋅ y g (γ 1 )
y tot = +
Ptot
(37)
Prin (γ 4 ) ⋅ y grin (γ 4 ) − Prin (γ 1 ) ⋅ y grin (γ 1 )
+ = 2.75 m ⋅
Ptot
2
3 3
i =1 ∑
Pi ⋅ δ i +
∑
Prini ⋅ δ rini
M* = 3
i =1 = 134.11 kN (38)
3
2 g m
∑
g Pi ⋅ δ i + ∑
Prini ⋅ δ rini
2
i =1
i =1
g ⋅M *
e* = = 0.939 (39)
Ptot
305
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
λc g
a0 * = = 0.215 g (40)
e*
π - γr1
x
γr1
Ancoraggio
Rvs
Rvd
Hs Hd
Hs Hd
Rvd
Rvs
λcRPp λcRPp
Pp
Pp
306
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
y
Rinforzo FRP γm: peso specifico
λPi
γr2
γrin: peso specifico
Pi
γr1
x
(0,0)
γr3
Rinforzo FRP
γr1 = 15.00°
γr2 = 130°
γr3 = -37.60°
γm = 1800 kg/m3
γrin = 1600 kg/m3
307
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
I pesi del rinfianco relativi ai tre conci e le relative coordinate dei punti di
applicazione:
Con riferimento alla Figura 28, gli spostamenti virtuali dei punti di applicazione delle
forze sono (la dipendenza tra le rotazioni del secondo e terzo concio e la rotazione del
primo concio è espressa ancora dalle (12) in cui le coordinate delle cerniere sono quelle
del meccanismo di collasso della struttura rinforzata (43)):
308
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
(x2ass,y2ass)
y
(xrin2,yrin2) (xg2,yg2) 2
ϕ2
(xrin3,yrin3)
δ2
δrin2
λP2
δrin3 δrin1
λPrin1 λPrin3
P2 2
λPrin2
(xrin1,yrin1) (x3,y3)
Prin2
γ3 γ4 Prin3
(x2,y2)
Prin1
γ2
x
1
γ1
λP1 1 δ1
3
ϕ1
(xg1,yg1)
P1
λP3 δ3 Diagramma degli
γ1 = -37.60°
(x1,y1) spostamenti orizzontali
(xg3,yg3)
γ2 = 15.00°
γ3 = 151.38° P3 3
ϕ3
γ4 = π - γini = 237.01°
ηrin2 η2 2 η3 Pi
1 (x4,y4)
η1 3 Hs
(x1,y1)
ϕ2 ϕ3
ϕ1 Rvs
ηrin1 ηrin3 Hd
(x4,y4)
Rvd
Figura 28: meccanismo di collasso della struttura rinforzata, diagrammi degli spostamenti e reazioni
vincolari.
3 3
∑ Pi ⋅ηi + ∑ Prini ⋅ηrini
λcR = − i =31 i =1
3
= 0.2387 (51)
∑ Pi ⋅ δ i + ∑ Prini ⋅ δ rini
i =1 i =1
Sempre con riferimento alla Figura 28, introducendo nel sistema (16) le quantità
relative al meccanismo di collasso (43), si trovano le reazioni:
309
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
Gli andamenti del momento flettente (valutato rispetto alla linea di estradosso) e
dello sforzo normale si ottengono ancora introducendo le reazioni (52) nelle (14) e (15);
il corrispondente luogo dei centri di pressione, definito dalla (18) è tracciato in Figura
29 ed in Figura 30
u(γ) (cm)
γ1 = -37.60°
-600
γ2 = 15.00°
γ3 = 151.38°
-500 γ4 = 237.01°
-300 y (m)
2.0
-200
γ x (m)
λcRPi
γin 0 50 100 150 200 -2.0
0
γ1 γ2 γ4
γ(°) Pi
γ3 γ1 = -37.60°
s(γ)
-100 γ2 = 15.00°
λcR = 0.2387
γ3 = 151.38°
γ4 = 237.01°
-200
Figura 29: luogo dei centri di pressione. Figura 30: luogo dei centri di pressione.
Il peso totale delle masse in gioco e l’ordinata del baricentro di dette masse sono:
P (γ 4 ) ⋅ y g (γ 4 ) − P(γ 1 ) ⋅ y g (γ 1 )
ytot = +
Ptot
(54)
Prin (γ 4 ) ⋅ y grin (γ 4 ) − Prin (γ 1 ) ⋅ y grin (γ 1 )
+ = −1.43 m ⋅
Ptot
310
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
2
3 3
∑
Pi ⋅ δ i + ∑ Prini ⋅ δ rini
M * = i =1 i =1 = 320.05 kN (55)
3 3 g m
∑
g Pi ⋅ δ i2 + ∑ 2
Prini ⋅ δ rini
i =1 i =1
g ⋅M *
e* = = 0.816 (56)
Ptot
λc g
a0* = = 0.293 g (57)
e*
π - γr1
γr1
π - γr3 x
γr3
(0,0)
Ancoraggio
6 CONCLUSIONI
L’approccio delineato mediante la scomposizione della costruzione complessa in
Macro-elementi strutturali e la ricerca dei meccanismi di collasso più probabili
mediante analisi storiche, modellazioni analitiche e numeriche si presenta alquanto
agevole se riferita al singolo macroelemento, nelle usuali ipotesi semplificative del
comportamento strutturale del solido murario. Certamente per le applicazioni bisogna
311
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
tener conto della compresenza di vari Macro-elementi contigui, fatto che complica le
analisi ma non muta concettualmente la metodologia di approccio delineata. Una
generalizzazione della procedura per strutture complesse non è formalizzabile poiché
può solo calarsi nel caso specifico. Il concetto dell’analisi limite conduce a considerare
la efficacia del rinforzo in quanto esso inibisce i meccanismi corrispondenti ai valori più
bassi del moltiplicatore di collasso per carichi orizzontali.
7 RICONOSCIMENTI
La presente Ricerca si è giovata del finanziamento del CNR (Consiglio Nazionale delle
Ricerche - Italia) e del MIUR (Ministero della Università e della Ricerca Scientifica - Italia).
8 BIBLIOGRAFIA
[1] F. Doglioni, A. Moretti, V. Petrini (Eds.), Le chiese e il terremoto. Dalla
vulnerabilità constatata nel terremoto del Friuli al miglioramento antisismico nel
restauro, Edizioni LINT, Trieste, 1994.
[2] Ordinanza PCM 3431 “Ulteriori modifiche ed integrazioni all'ordinanza del PCM n.
3274 del 20 marzo 2003“, 3 Maggio 2005.
[3] G. Creazza, R. Matteazzi, A. Saetta, R.Vitaliani, "Analysis of masonry structures
reinforced by FRP ", Third International Seminar Structural Analysis of Historical
Constructions, Guimaraes, Portugal, 7-9 November 2001.
[4] A. Di Tommaso, F. Focacci, Strengthening Historical Monuments with FRP: a
Design Criteria Review, in Composites in Construction: a Reality, Proc. of Int
Workshop, Eds. E. Cosenza, G. Manfredi, A. Nanni, Capri, Italy 2001.(ASCE- CI,
2002).
[5] "Charter of Krakow" Principles for the conservation and restoration of the built
heritage, Krakow, 2000.
[6] "Linee guida per l’applicazione al patrimonio culturale della normativa tecnica di
cui all’Ordinanza P.C.M. 3274/2003" Eds. R.Cecchi and M.Calvi, Ministero per i
Beni e le Attività Culturali, Roma, luglio 2006.
[7] A. Di Tommaso, Consolidamento contemporaneo. Edilizia Storica, in Trattato sul
Consolidamento, Ed. P. Rocchi, sez. C.1.3, Mancosu Editore, Roma, 2003.
[8] D. Bufo, "Sperimentazioni e modellazioni dello stato limite di collasso sismico di
macroelementi murari rinforzati con compositi (FRC, FRCM), PhD Thesis,
Università di Trento (Italia), febr. 2006.
[9] F. Focacci, “Rinforzo di strutture di muratura con materiali compositi FRP”, ed
Flaccovio, Palermo, 2007 (di prossima pubblicazione).
[10] D.Tinazzi, M.Arduini, C.Modena,A.Nanni “FRP-structural repointing of Masonry
assemblages”, Advanced composite materials in bridge and structures, 3° Int. Conf,
Ottawa, Canada, agosto 2000
[11] A. Di Tommaso, O.Manfroni "Composite retrofitting of a Restored historical
Roman Arch" Proc. Int. Conf. Structural Composite for Infrastructure Application,
MESC-4, Alexandria, Egypt, 2005.
312
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
APPENDICE
Per il caso di studio relativo alla volta circolare con piedritti (Figura 8), si fa
riferimento alle seguenti funzioni che associano all’anomalia γ alcune grandezze
geometriche, forze e punti di applicazione.
Le coordinate cartesiane rettangolari dei punti di estradosso e di intradosso della
sezione identificata da γ sono:
s ps − s pb
(
− Ri + s pb − ) Hi
(H i + Ri ⋅ tan γ ) se γ in ≤ γ ≤ 0
xe (γ ) = − Re ⋅ cos γ se 0 < γ < π
s − s pb
( )
Ri + s pb + ps
Hi
(H i − Ri ⋅ tan γ ) se π ≤ γ ≤ π − γ in
Ri ⋅ tan γ se γ in ≤ γ ≤ 0
y e (γ ) = Re ⋅ sinγ se 0 < γ < π
− R ⋅ tan γ (a1)
i se π ≤ γ ≤ π − γ in
− Ri se γ in ≤ γ ≤ 0
xi (γ ) = − Re ⋅ cos γ se 0 < γ < π
R se π ≤ γ ≤ π − γ in
i
Ri ⋅ tan γ se γ in ≤ γ ≤ 0
y i (γ ) = Ri ⋅ sinγ se 0 < γ < π
− R ⋅ tan γ se π ≤ γ ≤ π − γ in
i
Il peso del sistema compreso tra la sezione di base del piedritto di sinistra e la
sezione identificata da γ è:
(
( ye (γ ) + H i ) ⋅ s pb + s(γ ) )
γ m ⋅ se γ in ≤ γ ≤ 0
2
γ
P(γ ) = Pp + γ m ⋅ ⋅ Re − Ri
2
2
( 2
) se 0 < γ < π (a3)
s ps + s(γ )
Pp + Pv − γ m ⋅ y e (γ ) ⋅ se π ≤ γ ≤ π − γ in
2
Le coordinate del baricentro del volume del sistema tra la sezione di base del
piedritto di sinistra e la sezione identificata da γ sono:
313
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
γm
Ri + ⋅ ( y e (γ ) + H i ) ⋅
P(γ )
se γ in ≤ γ ≤ 0
− s (γ )2 s pb − s (γ ) s pb + 2 s (γ )
⋅ + ⋅
2 2 3
1 4
3
Re − Ri
3
γ γ
x g (γ ) =
⋅ Pp ⋅ x gp − ( P(γ ) − P (0 )) ⋅ 2 ⋅ sin ⋅ cos se 0 < γ < π
P (γ ) 3γ 2
2
Re − Ri 2
Pp ⋅ x gp + Ri ⋅ (P(γ ) − P (0 )) +
1
⋅ s2
ps + s (γ ) − s s (γ ) + 2 s
ps se π ≤ γ ≤ π − γ in (a4)
P (γ ) − γ m ⋅ yi (γ ) ⋅
ps
⋅
2 2 3
γ s pb + 2 s (γ )
− H i + m ⋅ ( y e (γ ) + H i )2 ⋅ se γ in ≤ γ ≤ 0
P(γ ) 6
1
3 3
4 R − Ri 2 γ
y g (γ ) = ⋅ Pp ⋅ y gp + ( P(γ ) − P (0 )) ⋅ e2 ⋅ sin se 0 < γ < π
P (γ )
3γ Re − Ri
2
2
1 ⋅ P ⋅ y + P ⋅ y − γ ⋅ y (γ )2 ⋅ 2 s (γ ) + s ps se π ≤ γ ≤ π − γ in
P(γ ) p gp v gv m i
6
0 se γ in ≤ γ < 0
y e (γ r ) − y e (γ r ) se 0 ≤ γ ≤ γ r
hrin (γ ) = 0 se γ r < γ < π − γ r (a5)
y (γ ) − y (γ ) se π − γ r ≤ γ ≤ π
e r e r
0 se π < γ ≤ π − γ in
Il peso del rinfianco tra la sezione di base del piedritto di sinistra e la sezione
identificata da γ è:
γ
Prin (γ ) = γ rin ⋅ hrin (ξ ) ⋅ Re sinξdξ
∫ (a6)
γ in
Le coordinate del baricentro del volume di rinfianco tra la sezione di base del
piedritto di sinistra e la sezione identificata da γ è:
γ
γ
x grin (γ ) = rin ⋅ − Re ⋅ hrin (ξ ) ⋅ cos ξ ⋅ sinξdξ
2
Prin (γ ) ∫ (a7)
γini
314
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
γ
γ h (ξ )
y grin (γ ) = rin ⋅ Re ⋅ hrin (ξ ) ⋅ Re sinξ + rin ⋅ sinξdξ
∫
Prin (γ ) 2
γini
0 se γ in ≤ γ ≤ 0
ψ (γ ) = γ se 0 < γ < π (a8)
π se π ≤ γ ≤ π − γ in
315
A. Di Tommaso – F. Focacci – A. Saetta
Meccanismi di collasso delle costruzioni storiche per azione sismica ed interventi compatibili di
miglioramento mediante materiali compositi
316