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Keywords: Cemento armato, Edificio, Struttura, Periodo Elastico, Periodo Effettivo, Analisi Statica.
ABSTRACT:
Il periodo, a seconda della sua definizione, gioca un ruolo primario sia nella progettazione sia nella valutazio-
ne della prestazione sismica di strutture nuove ed esistenti. Alcuni studi sperimentali degli anni passati, cali-
brati su dati provenienti da edifici monitorati sottoposti ad azione sismica, hanno fatto da riferimento per lo
sviluppo di relazioni semplificate atte alla stima del periodo elastico e recepite dai codici internazionali per la
valutazione delle forze sismiche di progetto. Relazioni simili sono state sviluppate, per via numerica, per il
periodo effettivo, il quale essendo il periodo di un oscillatore elasto-plastico con comportamento non-lineare
equivalente a quello della struttura in esame, contribuisce a determinare la domanda spettrale e quindi la pre-
stazione nell’ambito di metodi statici non-lineari. Gli edifici in cemento armato di cui è costituito in larga par-
te il patrimonio edilizio italiano, in particolare quelli progettati per soli carichi gravitazionali, possono presen-
tare una significativa variabilità di configurazione strutturale una volta fissate le dimensioni dell’edificio che,
si intuisce, possa riflettersi sia sul periodo elastico. A ciò si aggiunge la considerazione o meno del contributo
della scala alle proprietà vibrazionali della struttura e, per quanto riguarda il periodo effettivo, la scelta del cri-
terio di equivalenza tra sistema ad molti gradi di libertà e quello a singolo grado di libertà. Nello studio pre-
sentato questi aspetti sono analizzati e discussi in relazione ad una popolazione di edifici riprogettata ad hoc
con criteri compatibili con quelli a cui fanno riferimento gli edifici esistenti in Italia. Per questa popolazione
sono stati valutati periodo elastico ed effettivo in entrambe le direzioni principali, longitudinale e trasversale.
I risultati sono stati trattati con una analisi di regressione in funzione dell’altezza e della superficie, notando
come l’aggiunta di questo parametro in taluni casi consenta di spiegare la grande variabilità osservata altri-
menti non ben catturata dall’altezza.
0.25 K*
θy θmax θu 0.50
Figura 2. Legame tipico momento-rotazione. Figura 3. Rappresentazione elasto-plastica della curva di push-
over
Analogamente sono definite le curvature relative alla E’ eseguita dapprima una analisi non lineare per ef-
fase di snervamento φy e di massimo momento φmax. fetto dei soli carichi gravitazionali.
Le rotazioni di corda sono valutate sulla base delle Successivamente, per ciascuna direzione di carico è
indicazioni riportate nell’EC8. In particolare, la ro- applicata una distribuzione di forze crescente pro-
tazione di corda allo snervamento è valutata come: porzionale al prodotto tra le masse di piano e la for-
ma modale associata al modo fondamentale.
LV ⎛ h ⎞ d bf y La curva di push-over espressa in termini di taglio
θ y =φ y +0.0013⎜1+1.5 ⎟+0.13φ y (14)
3 ⎝ LV ⎠ fc alla base-spostamento in sommità (Vb-Δ) è determi-
nata sino alla massima resistenza globale della strut-
dove φy è la curvatura di snervamento, LV la luce di tura, il che è consistente con il modello meccanico
taglio, h l’altezza della sezione, fy la tensione di adottato. La valutazione del periodo effettivo della
snervamento e fc la resistenza cilindrica a compres- struttura è effettuata con riferimento ad un oscillato-
sione del calcestruzzo. La rotazione di corda corri- re ad un grado di libertà SDOF equivalente al reale
spondente alla condizione di crisi dell’elemento è sistema MDOF. Il legame forza - spostamento (F-δ)
definita come: del sistema SDOF è definito sulla base della relazio-
0,35 ne taglio alla base - spostamento in sommità (Vb-Δ)
⎛L ⎞
θ u =0.016⋅(0.3) ν [ω⋅f c ]0.225 ⎜ V ⎟ 25(α ) (15) del sistema MDOF come segue:
⎝ h ⎠
Vb Δ
dove ν è lo sforzo assiale dimensionale, ω (da non F= ; δ= (17)
Γ Γ
confondersi con la pulsazione sopra definita) il rap-
porto meccanico tra l’armatura longitudinale tesa e dove Γ è il coefficiente di partecipazione modale as-
compressa, α tiene conto del grado di confinamento sociato al modo fondamentale della direzione di ca-
prodotto dall’armatura trasversale. La rotazione di rico:
picco θmax, non esplicitamente riporta nell’EC8, è
valutata in maniera approssimata in funzione della Γ=
∑m k φk ,1 (18)
corrispondente curvatura φmax e della lunghezza di ∑m k φ2 k ,1
cerniera plastica Lpl così come riportata dal codice Le caratteristiche dinamiche del sistema SDOF sono
europeo: valutate a partire da una rappresentazione elasto-
⎛ ⎛ 0.5L pl ⎞ ⎞ plastica bilineare della curva di push-over del siste-
θ max =⎜⎜ θ y +(φ max −φ y )L pl ⎜1− ⎟⎟ (16) ma MDOF. La rappresentazione elasto-plastica idea-
⎝ ⎝ L V ⎠ ⎟⎠
le della relazione forza-spostamento (F-δ) del si-
La valutazione dei parametri di definizione della stema SDOF è realizzata nel rispetto del principio di
curva momento-rotazione è effettuata nell’ipotesi di equivalenza energetico. In particolare, la rappresen-
sforzo assiale costante durante l’analisi e corrispon- tazione bilineare è effettuata con riferimento al mas-
dente al valore registrato per effetto dei soli carichi simo taglio alla base Vb,max del sistema MDOF ovve-
gravitazionali. L’analisi non lineare è effettuata in ro della massima resistenza Fy del sistema SDOF,
maniera separata per ambedue le direzioni principali come riportato in . In tal senso, è possibile associare
dell’edificio contente la struttura oggetto di analisi. al sistema SDOF, una massa efficace m* e una rigi-
dezza effettiva K*:
Fy dei solai, sono presenti solo due telai piani di peri-
m* = ∑m k φ k ,1 ; K * = (19) metro e la sottostruttura della scala. In Figura 4 è ri-
δy
portata la tipica carpenteria della tipologia strutturale
considerata.
Infine, il periodo effettivo della struttura MDOF è Le configurazioni strutturali del generico edificio
valutato con riferimento alle caratteristiche del si- si diversificano in relazione alle dimensioni delle
stema equivalente SDOF come: campate, intese variabili nell’intervallo 3.0-5.0m, e
all’orientamento dei pilastri.
m* La progettazione degli elementi componenti la
Teff =2π (20) singola configurazione strutturale è eseguita per ef-
K* fetto dei soli carichi gravitazionali. I carichi perma-
I periodi effettivi, analogamente al caso elastico, so- nenti sono direttamente valutati in funzione dei cari-
no valutati per entrambe le direzioni principali chi unitari strutturali e non strutturali; i carichi
dell’edificio contenente la struttura oggetto di anali- accidentali sono desunti dalle indicazioni normative.
si. Le modalità progettuali utilizzate sono compatibili
con i criteri utilizzati nell’arco temporale considera-
4.3 Gli edifici oggetto di studio to; si adotta una metodologia lineare definita da ten-
sioni ammissibili rispettose delle indicazioni riporta-
La generazione della popolazione di edifici og- te in Regio Decreto del 1939 (R.D. 2229/1939). In
getto di analisi è effettuata attraverso il processo di tal modo, è possibile identificare una popolazione di
simulazione sinteticamente discusso nella sezione 4 edifici caratterizzati da dimensioni globali variabili,
e riportato in (Verderame et al., 2006). sia in pianta che in altezza. In particolare, le dimen-
L’attenzione è rivolta ad una distinta categoria di sioni globali sono intese variabili secondo le seguen-
edifici, spesso di edilizia pubblica, a destinazione a- ti suddivisioni:
bitativa molto diffusa sul territorio nazionale e la cui
epoca di costruzione è temporalmente collocabile − la dimensione longitudinale D = {15.0m,
nel ventennio ‘50-‘70. In generale, gli edifici di que- 20.0m, 25.0m, 30.0m};
sto tipo presentano una pianta assimilabile ad una − la dimensione trasversale B = {8.0m, 10.0m,
morfologia rettangolare con un numero di piani non 12.0m};
particolarmente elevato. La distribuzione abitativa è − l’altezza è invece variabile tra i 2 e gli 8 piani
generalmente caratterizzata da due o più unità per corrispondente ad un intervallo compreso tra i
piano mentre il collegamento verticale è spesso defi- 6.0-24.0m.
nito da una scala a due rampanti collocata in posi-
zione centrale rispetto alla direzione longitudinale. In definitiva, con riferimento alla generica altezza
Il processo di generazione è finalizzato alla simu- sono generati, in funzione alla variabilità delle di-
lazione di edifici che risultino caratterizzati dagli a- mensioni in pianta e delle configurazioni strutturali,
spetti geometrici e architettonici della categoria edi- 25 diversi edifici; la popolazione degli edifici ana-
lizia oggetto di analisi. Sono presentate le fasi lizzati è pertanto definita da un totale n = 175 edifici.
principali del processo di simulazione progettuale Infine, le caratteristiche meccaniche dei materiali
specializzate al caso in esame. costituenti il generico edificio sono intese costanti e
L’edifico-modello è caratterizzato da una pianta definite da una resistenza media a compressione del
rettangolare. Esso è identificato dalle sue dimensioni calcestruzzo di 25MPa e da una tensione media di
globali: dalla dimensione longitudinale D, dalla di- snervamento dell’acciaio di armatura di 360 MPa.
mensione trasversale B e dall’altezza globale H va-
lutata rispetto allo spiccato delle fondazioni. Le al-
tezze di interpiano sono intese costanti lungo
l’elevazione e pari a 3.00m.
La configurazione strutturale, compatibile con le
dimensioni globali dell’edificio, è definita secondo
una concezione progettuale di tipo gravitazionale. In
particolare, è analizzata una tipologia strutturale de-
nominata a telai piani paralleli. Essa è caratterizzata
da solai di piano orditi in unica direzione, general-
mente coincidente con la dimensione minima in
pianta. Tale circostanza comporta la presenza di telai
piani tra loro paralleli da cui la denominazione, lun-
go la direzione longitudinale, destinati a sostenere i
carichi gravitazionali derivanti dai solai. Per contro Figura 4. Carpenteria della tipologia strutturale dell’edificio
lungo la direzione trasversale, parallela all’orditura modello analizzato
5 RISULTATI E DISCUSSIONE Le masse efficaci mostrano andamenti, al variare
dell’altezza. Inoltre, condizionatamente all’altezza,
E’ stato discusso come la definizione di una for- si registra una elevata variabilità della massa effica-
mulazione approssimata che fornisca il periodo ela- ce in entrambi i casi; ciò è certamente riconducibile
stico ed effettivo degli edifici in c.a. esistenti sia ri- alla variazione delle dimensioni in pianta.
levante ai fini della determinazione, almeno in prima In termini di rigidezza laterale, per contro, le due
istanza, delle richieste sismiche in termini di accele- direzioni mostrano risultati significativamente diver-
razione e spostamento. si. La direzione trasversale è caratterizzata da una
Tuttavia, la valutazione di una siffatta formula- diminuzione di rigidezza laterale con un andamento
zione di stima non può prescindere dagli aspetti pseudo-iperbolico mentre la direzione longitudinale
strutturali degli edifici esistenti che si presentano as- è definita da una riduzione meno repentina al cresce-
sai differenti dagli edifici progettati seconda una re dell’altezza. Viceversa, la direzione longitudinale
moderna concezione sismica. La regolarità in pianta mostra una consistente variabilità della rigidezza a
o in elevazione e la gerarchia delle resistenze sono parità di altezza rispetto alla direzione ad essa orto-
aspetti generalmente assenti nel processo progettuale gonale.
degli edifici esistenti. In particolare, le strutture inte- Il primo risultato è riconducibile al ruolo che ri-
laiate sono spesso caratterizzate da una distribuzione veste il vano scala sulla rigidezza traslazionale della
dei sistemi resistenti non uniforme e rivolta innanzi- direzione trasversale. Infatti, sebbene la direzione
tutto a sostenere i carichi gravitazionali. Tale circo- trasversale risulti definita da soli due telai perimetra-
stanza, associata all’assenza di specifiche prescri- li, per altezze inferiori ai 9m, essa presenta una rigi-
zioni normative, conduce in generale ad una dezza mediamente superiore alla corrispondente nel-
distribuzione delle rigidezze di piano sia in pianta la direzione longitudinale. L’effetto del vano scala,
che in elevazione caratterizzata da elevati gradienti. tuttavia, tende a diminuire al crescere dell’altezza.
In questo scenario va collocata la tipologia strut- Il secondo aspetto, invece, è correlato alla diversa
turale caratterizzante gli edifici oggetto di studio e evoluzione del sistema resistente al variare delle di-
denominata a telai piani paralleli. Tale configurazio- mensioni in pianta. La direzione longitudinale defi-
ne strutturale, generalmente utilizzata per edifici a nita da telai piani paralleli è caratterizzata da un in-
pianta rettangolare, presenta un sistema resistente cremento di rigidezza al crescere della superficie in
molto differente lungo le due direzioni principali. In- pianta; infatti, l’aumento della dimensione longitu-
fatti, la direzione longitudinale presenta una serie di dinale comporta un incremento del numero di cam-
telai tra loro paralleli destinati a sostenere i carichi pate mentre l’aumento della dimensione trasversale
gravitazionali; la direzione trasversale è invece ca- conduce ad un incremento del numero di telai longi-
ratterizza da due telai di estremità destinati a soste- tudinali. Al contrario, stante la dipendenza della ri-
nere i soli elementi di tamponatura e dalla presenza gidezza trasversale dal vano scala, la variazione del-
del vano scala. le dimensioni in pianta non conduce ad alcuna
I risultati delle analisi condotte sulla popolazione di variazione del sottosistema scala; pertanto, la mode-
edifici precedentemente definita consentono di fare sta variazione di rigidezza a parità di altezza è da ri-
una serie di considerazioni riconducibili a tale carat- condursi principalmente alla variazione del numero
teristica. di campate o delle dimensioni degli elementi com-
In Figura 5 pannelli (a) e (d) è riportato, in fun- ponenti i due telai perimetrali.
zione dell’altezza dell’edificio, l’andamento dei pe- Una semplice analisi di regressione sulla popola-
riodi elastici, valutati secondo la procedura descritta zione dei periodi consente di legare il periodo elasti-
nella sezione 4.1 per la direzione trasversale e longi- co all’altezza. In particolare, coerentemente a quanto
tudinale, rispettivamente. In generale, la direzione proposto in letteratura è adottata, in prima istanza,
trasversale mostra in media un periodo elastico una formulazione di tipo potenza, che, sui dati otte-
maggiore del corrispondente in direzione longitudi- nuti per la direzione trasversale è riportata in Eq.
nale. Inoltre, a parità di altezza la direzione trasver- (21), mentre per la direzione longitudinale in Eq.
sale fa registrare una maggiore variabilità del perio- (22).
do elastico connessa alla variazione delle dimensioni
in pianta degli edifici e delle configurazioni struttu- Tel =0.071H 0.96 (21)
rali con essi compatibili. Tale risultato è da ricon-
dursi alla diversa evoluzione della rigidezza trasla- Tel =0.151H 0.60 (22)
zionale dei sistemi resistenti caratterizzanti le due
direzioni al variare dell’altezza e delle dimensioni in Con riferimento alla direzione trasversale, con lo
pianta. scopo di comparazione, è ricavata la formulazione
In Figura 5 sono anche riportati gli andamenti periodo-altezza anche nell’ipotesi di assenza di vano
delle masse efficaci, pannelli (c) e (f), e delle rigi- scala, Eq. (23).
dezze laterali, pannelli (b) e (e), al variare
dell’altezza, per entrambe le direzioni considerate. Tel = 0.105H 0.94 (23)
3.50 3.50
periodo elastico, Tel [s] periodo elastico, Tel [s]
3.00 3.00
2.50 2.50
2.00 2.00
0.96
T = 0.071H
1.50 1.50 0.60
T = 0.151H
1.00 1.00
0.50 0.50
altezza, H [m] altezza, H [m]
0.00 0.00
0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30 0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30
(a) (d)
14000 14000
rigidezza elastica, Kel [kN/m] rigidezza elastica, Kel [kN/m]
12000 12000
10000 10000
8000 8000
6000 6000
4000 4000
2000 2000
altezza, H [m] altezza, H [m]
0 0
0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30 0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30
(b) (e)
160 160
massa efficace, m* [tons] massa efficace, m* [tons]
140 140
120 120
100 100
80 80
60 60
40 40
20 20
altezza, H [m] altezza, H [m]
0 0
0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30 0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30
(c) (f)
Figura 5. Periodo elastico. Direzione trasversale: (a) relazione periodo altezza edificio, (b) relazione rigidezza elastica altezza edifi-
cio; (c) relazione massa efficace altezza dell’edificio. Direzione longitudinale: (d) relazione periodo altezza edificio, (e) relazione
rigidezza elastica altezza edificio; (f) relazione massa efficace altezza dell’edificio
3.50 Tel =0.009H 0.96S0.37 (25)
periodo elastico, Tel [s]
3.00 Tel =0.041H 0.61S0.21 (26)
2.50 T=0.105H0.94 Un confronto tra le due formulazioni può effettuar-
(trasversale senza scala)
si attraverso la valutazione dell’errore standard
2.00 correlato alla analisi di regressione condotta. Tale
T=0.071H0.96 parametro rappresenta, nell’ipotesi di una elevata
1.50
(trasversale con scala)
popolazione di dati, la deviazione standard tra i pe-
T=0.151H0.60 riodi valutati e quelle ricavati dalla regressione:
(longitudinale)
1.00
(logT−logTi ) 2
T=0.052H0.90 σT = (27)
0.50 (Goel et al.) n −1
altezza, H [m] dove T rappresenta il periodo ricavato dalla formu-
0.00 lazione approssimata, Ti il periodo valutato
0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30 dall’analisi del singolo edificio mentre n è il nume-
ro totale della colazione dei periodi valutati.
Figura 6. Periodo elastico. Comparazione tra le relazioni pe-
riodo-altezza ricavate e quella di (Goel et al., 1997)
In Tabella 1 sono riportate, con riferimento alle
due direzione longitudinale e trasversale, l’errore
In Figura 6 è riportato un confronto tra le rela- standard corrispondente alla migliore regressione
zioni periodo altezza per le due direzioni conside- condotta con le due formulazioni adottate. La
rate. Si evidenzia come in generale la direzione comparazione degli errori standard associati alle
trasversale risulti caratterizzata da un periodo due formulazioni conferma le considerazioni pre-
maggiore rispetto alla corrispondente direzione cedentemente effettuate sul ruolo che hanno le di-
longitudinale, con un scarto percentuale crescente mensioni in pianta sulle grandezze di definizione
all’aumentare dell’altezza. Solo per altezze inferio- del periodo.
ri ai 9 m la direzione trasversale mostra un contro- L’impiego di una esplicita formulazione del pe-
tendenza rispetto a tale risultato. riodo in funzione anche della superficie S riduce σT
Inoltre, con riferimento alla direzione trasversa- nella misura del 50% .
le l’ipotesi di assenza di vano scala conduce ad un
Tabella 1. Analisi di regressione: periodo elastico
incremento di periodo mediamente costante lungo
l’altezza e pari in media a circa il 40% rispetto alla Direzione
Errore standard, σT
modellazione strutturale in cui esso è tenuto in T=αHβ T=αHβSγ
conto. Infine è riportata, solo quale riferimento di Trasversale 0.128 0.059
letteratura visto che è plausibile che gli edifici in longitudinale 0.136 0.051
oggetto siano molto diversi ad esempio per filoso-
fia strutturale, la relazione periodo altezza di mi- Le analisi statiche non lineari condotte secondo
glior regressione proposta da (Goel et al., 1997). la procedura descritta nella sezione 4.2 consentono
Quest’ultima tende, come è forse da aspettarsi, a di ricavare i periodi effettivi della popolazione de-
fornire periodi inferiori ad entrambe le direzioni gli edifici oggetto di studio.
analizzate. In particolare, in Figura 7 (a) e (c) è riportato
Tuttavia, cosi come evidenziato in precedenza, l’andamento dei periodi effettivi al variare
l’entità della massa efficace e della rigidezza tra- dell’altezza dell’edificio. Analogamente a quanto
slazionale risulta correlata anche alle dimensioni già evidenziato per il caso elastico la direzione tra-
planimetriche del generico edificio, non contenute sversale risulta definita da un periodo effettivo
nella tradizionale formulazione di potenza espressa maggiore rispetto al corrispondente periodo valuta-
in funzione del solo parametro altezza. In tal senso, to in direzione longitudinale. Infatti, come si evin-
in alternativa all’espressione periodo-altezza pre- ce in Figura 7, pannelli (b) e (d), la direzione tra-
cedentemente ricavate, è adottata una formulazione sversale mostra una maggiore deformabilità
di potenza del tipo: traslazionale nella misura di circa il 70% pressoché
costante lungo l’altezza. Inoltre, anche nel caso
T =αH βS γ (24) non lineare, la direzione longitudinale evidenzia
dove S esprime la superficie in pianta dell’edificio. una maggiore variabilità della rigidezza traslazio-
Una analisi di regressione sull’intera popolazio- nale a parità di altezza. Ciò conduce ad una minore
ne dei periodo elastici consente di specializzare variabilità del periodo effettivo rispetto alla dire-
l’espressione in Eq. (25) per la direzione trasversa- zione trasversale.
le, mentre per la direzione longitudinale in Eq.(26).
3.50 3.50
periodo effettivo, Teff [s] periodo effettivo, Teff [s]
3.00 3.00
2.50 2.50
2.00 2.00
1.50 1.50
0.75 0.73
T = 0.272H T = 0.220H
1.00 1.00
0.50 0.50
altezza, H [m] altezza, H [m]
0.00 0.00
0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30 0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30
(a) (c)
4000 4000
rigidezza effettiva, Keff [kN/m] rigidezza effettiva, Keff [kN/m]
3500 3500
3000 3000
2500 2500
2000 2000
1500 1500
1000 1000
500 500
altezza, H [m] altezza, H [m]
0 0
0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30 0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30
(b) (d)
Figura 7. Periodo effettivo. Direzione trasversale: (a) relazione periodo altezza edificio, (b) relazione rigidezza elastica altezza edi-
ficio;. Direzione longitudinale: (c) relazione periodo altezza edificio, (d) relazione rigidezza elastica altezza edificio.