La valutazione del livello di sicurezza di una struttura dipende dalla resistenza degli elementi strutturali
che compongono la struttura medesima: tanto pi un componente significativo ha una sollecitazione vicina al
limite di resistenza, tanto minore il margine di sicurezza insito nella struttura. Tale valutazione, per essere
numerica, presuppone una corretta conoscenza delle caratteristiche di ciascun elemento. Ci non per
sufficiente, in quanto a monte necessario determinare con la dovuta accuratezza lo stato di sollecitazione
dellelemento stesso. Bisogna quindi possedere gli strumenti teorici necessari alla valutazione, dati i carichi
sulla struttura, delle sollecitazioni in ogni elemento ed, ovviamente, bisogna essere in grado di definire in
modo corretto le azioni che agiscono sulla struttura.
Le azioni sono dovute ai pesi propri della struttura, ai pesi propri degli altri componenti non strutturali, ai
pesi connessi con l'utilizzo della costruzione oltre che alle azioni esterne legate alla particolare forma o
posizione della struttura.
Le azioni esterne, a differenza dei pesi propri che sono diretti come l'azione di gravit e sono applicati in
modo statico, possono essere dirette secondo una qualsiasi direzione o verso e possono avere le pi disparate
caratteristiche (in particolare possono sia statiche che dinamiche1).
Figura 1 Schema di equilibrio di un blocco monolitico verticale soggetto sia allazione del peso proprio (verticale) che
ad unazione esterna (orizzontale)
A seconda che le azioni sulle costruzioni siano verticali od orizzontali, si modificano anche le condizioni di
equilibrio della struttura, come mostrato schematicamente nella Figura 1 per un elemento monolitico.
In questa sede si fa riferimento essenzialmente al caso di strutture soggette a sole azioni verticali, cio a
strutture soggette al peso proprio ed ad altre componenti di carico in direzione verticale, che discendono
dalla presenza di elementi portati dalla struttura stessa.
Considerando solo quelli carichi verticali, lanalisi dei carichi verr sviluppata al solo fine di determinare le
azioni sugli elementi verticali, cio sui pilastri (nel caso di struttura puntiforme in acciaio o cemento armato)
e sui muri (nel caso di struttura in muratura portante).
Questo stato di sollecitazione, di pura compressione, sar quello trattato diffusamente nel presente corso. Per
tale sollecitazione saranno impostate delle condizioni di progetto e verifica nel caso di elementi in cemento
armato ad armatura lenta. Il carico verticale totale, al piede delledificio, la somma dei carichi verticali di
tutti i piani. Ogni pilastro riceve una quota parte dei carichi dovuti a ciascun piano. In mancanza di differenti
criteri, che tengano conto della tessitura dei solai e della dimensione di ciascun elemento portante, sia
orizzontale che verticale, la ripartizione delle azioni verticali su ciascun pilastro pu essere effettuata
semplicemente computando l'area d'influenza.
1
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Dip. InGeo
L'area di influenza quindi definita come la superficie individuata dalla mediana di ciascun segmento che
congiunge l'asse di un pilastro con il pilastro adiacente, Figura 2.
Figura 2 Schema di ripartizione dei carichi verticali nei pilastri di una struttura secondo il criterio delle aree di
influenza, cio con ripartizione puramente geometrica tra i vari pilastri verticali
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La forma strutturale definisce la distribuzione dei carichi sui singoli elementi, Figura 3. L'area di influenza
cos come descritta in precedenza ha significato per le strutture a telaio o meglio per le strutture in cui gli
elementi portanti siano chiaramente organizzati secondo una maglia, il pi possibile regolare, di elementi
verticali ed orizzontali.
Questo si applica soprattutto alle strutture puntiformi, in cui oltre tutto lincidenza del peso delle strutture
portanti verticali minima in relazione al peso dei solai. Nel caso di strutture in muratura invece lincidenza
del peso proprio dei muri verticali non pu essere trascurata, vista la sua rilevanza significativa.
Figura 4 Schema di suddivisione delle funzioni in ciascuna porzione di un edificio: in funzione della destinazione duso
si avr uno specifico sovraccarico accidentale
La destinazione duso definisce i carichi da considerare su ciascuna porzione di struttura. Il carico globale
dipender quindi non solo dal tipo di struttura considerata, dalle finiture presenti ma anche dalla capacit di
affollamento e stoccaggio di materiali che ciascuna destinazione d'uso pu comportare, Figura 4. Tenuto
conto che le destinazioni duso possono variare nel corso della vita di un edificio, di tale variazione
eventuale si dovr tenere conto se non si vuole andare incontro a spiacevoli danneggiamenti della struttura se
non, addirittura, al crollo della stessa.
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Dip. InGeo
24,00
25,00
(14,00 20,00)
(28,00 50,00)
Acciaio
Ghisa
Alluminio
78,50
72,50
27,00
Legname:
Abete, Castagno
Quercia, Noce
6,00
8,00
Pietrame:
Tufo vulcanico
Calcare compatto
Calcare tenero
Granito
17,00
26,00
22,00
27,00
Laterizio (pieno)
Malta di calce
Malta di cemento
18,00
18,00
21,00
Malgrado ci i valori di peso proprio indicati dalla normativa sono in genere i valori massimi possibili per un
determinato materiale, Tabella 1.
Per il calcestruzzo non armato si visto, ad esempio, come il suo peso specifico reale sia compreso
nellintervallo cls = 23,00 24,00 kN/m3, la normativa assume invece il valore massimo
cls = 24,00 kN/m3.
2
od accidentali
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1.1
Normativa di riferimento
La normativa di riferimento nell'analisi dei carichi delle costruzioni quella emanata, con cadenza pi o
meno regolare, dal Ministero dei Lavori Pubblici.
Allo stato attuale le norme vigenti, oltre ovviamente a quelle del buon costruire, sono:
D.M. 16 gennaio 1996 (G.U. 5.2.1996 n. 29 Supplemento): Norme tecniche relative ai Criteri generali
per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi.
Circolare 4 luglio 1996 n.156AA.GG/STC (G.U. 16.9.1996 n. 217 Supplemento): Istruzioni per
lapplicazione delle Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle
costruzioni e dei carichi e sovraccarichi di cui al D.M. 16 gennaio 1996.
Queste prescrizioni, come tutte le normative di tale tipo, sono vincolanti per quanto riguarda il Decreto
Ministeriale, mentre sono indicative per quanto contenuto nella Circolare esplicativa.
Attualmente in fase di approvazione il Testo Unico Norme Tecniche per le Costruzioni da parte del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, testo unico approvato dallAssemblea Generale del Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici in data 30 marzo 2005 (voto n 35/2005). Tale documento in fase di
perfezionamento dovrebbe entrare in vigore in data 30 settembre 2006.
1.2
Definiti i valori di carico dovuti al peso proprio della struttura, sono da definire come tali carichi sono
applicati alla struttura e, in generale, come sono applicati i carichi esterni 3.
Figura 5 Schema di carico concentrato o linearmente distribuito su una trave, cio su elemento a sviluppo orizzontale
I carichi su una struttura possono essere, nel caso di carichi verticali, schematizzati come carichi
concentrati o carichi distribuiti, Figura 5, sia superficiali che lineari, Figura 6.
Figura 6 Esempi di carichi concentrati o uniformemente distribuiti: nel secondo caso si hanno carichi distribuiti sia per
unit di superficie che per unit di lunghezza
i carichi sono indicati con la notazione vettoriale: lazione caratterizzata per direzione, verso e modulo, ove questo ultima ne rappresenta lentit
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Dip. InGeo
Nelle strutture oltre alle azioni direttamente connesse alla presenza di forze esterne si possono avere degli
effetti anche significativi legati alla presenza di deformazioni imposte alle strutture stesse 4, Figura 7.
I carichi distribuiti sugli elementi non sempre sono distribuiti in modo costante e si possono avere delle
distribuzioni di carico variabili. Nel caso semplice di carichi distribuiti linearmente si hanno le situazioni di
Figura 8. Tali forze possono essere dovute a vari motivi; un carico linearmente variabile dipende da una luce
di carico perpendicolare non costante, da un solaio di tessitura in due direzioni o dalla presenza di materiali
accatastati in modo non regolare. Un esempio tipico, e discusso in normativa, quello della neve che, in
presenza di pareti verticali, tende ad accumularsi e quindi a formare delle distribuzioni di carico non costanti.
Figura 9 Azione su una struttura: azione statica (cumulo di neve) ed azione dinamica (motore elettrico rotante)
nel caso specifico di deformazioni imposte alla struttura, queste si tramuteranno in sollecitazioni nel caso che questa non sia libera di deformarsi,
cio sia iperstatica. Tali argomenti saranno ripresi nel dettaglio nei successivi corsi di Scienza e Tecnica delle Costruzioni.
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Nel primo caso la schematizzazione secondo una distribuzione costante di azioni verticali del tutto naturale
e si esprime bene con gli schemi visti in precedenza. Un carico che agisce dinamicamente pu invece essere
preso in conto come un carico statico. In tale caso il carico statico equivalente, per essere a vantaggio di
sicurezza, deve essere opportunamente amplificato, Figura 10.
Alcune azioni dinamiche, in cui la sollecitazione si accoppia in modo particolare con le caratteristiche della
struttura, permettono con valori di piccola entit di ottenere sollecitazioni e deformazioni notevolissime 5.
1.3
I solai sono elementi bidimensionali a sviluppo orizzontale, o comunque secondo un piano. Tali elementi
hanno per al loro interno una conformazione tale per cui la capacit portante viene sviluppata secondo
direzioni preferenziali che definiscono il cosiddetto verso di tessitura del solaio 6.
Figura 11 Schema di un solaio con tessitura singola, a, e tessitura doppia, b. Nel primo caso i carichi vengono
scaricati sulle travi perpendicolari al verso di tessitura, nel secondo caso in entrambe le direzioni
La tessitura del solaio definisce la ripartizione dei carichi sulle travi, cio sugli elementi portanti orizzontali.
Per tessitura del solaio si intende il verso in cui il solaio trasmette agli elementi portanti orizzontali il proprio
peso ed i carichi portati, Figura 11 e Figura 12.
in successivi corsi saranno mostrate situazioni molto significative in cui piccoli carichi, applicati per in modo dinamico, hanno portato al collasso
strutture molto resistenti ai carichi statici
6
lesempio pi classico di verso di tessitura di un solaio si ha nel caso di un solaio ligneo. Questo risulta organizzato secondo travi portanti tessute
in una certa direzione con sovrastante un pacchetto strutturale, portato, che costituisce il carico di ciascuna trave. Il verso di tessitura individua
quali sono gli elementi su cui viene scaricato il peso del solaio
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Dip. InGeo
La gerarchia strutturale, imposta dalla tessitura dei solai (o viceversa), definisce il flusso dei carichi e
quindi limpostazione dellanalisi dei carichi. Nel caso di una struttura che abbia una parte di solaio tessuta
in un verso ed unaltra tessuta nel verso perpendicolare, lanalisi dei carichi deve essere effettuata
parzialmente. Facendo riferimento alla struttura semplice di Figura 12, bisogna in prima istanza considerare
la zona costituita dalla rettangolo BCDB, Figura 13, ove il solaio tessuto secondo il verso del lato lungo
delledificio.
Questo provoca il formarsi di un carico distribuito, qF nel caso di solaio F della Figura 13, sulle travi
perpendicolari al verso di tessitura del solaio, Figura 14.
Figura 14 Distribuzione costante del carico per unit di lunghezza di solaio a singola tessitura a partire da un solaio
caricato con carico costante per unit di superficie
Figura 15 Distribuzione del carico sulle travi di bordo in funzione del verso di tessitura del solaio
7
si noti che nella formulazione riportata la distanza lF rappresenta il valore della distanza di interasse tra le due travi parallele. A rigore si dovrebbe
considerare invece una quota di carico distribuito dovuta al solaio che si esprime per una lunghezza minore data dal valore d ellinterasse delle travi
decurtato dallo spessore delle travi stesse
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Tale ripartizione interessa travi differenti in funzione del verso di tessitura del solaio come mostrato ad
esempio in Figura 15 per la situazione presa in considerazione. In questo caso la trave AB caricata
direttamente dal solaio E per il tratto AC ed indirettamente dal solaio F nel punto C. I carichi totali sulla
trave vengono riportati agli appoggi A e B secondo una distribuzione funzione della posizione delle
risultanti, cio in funzione dei carichi8.
Figura 16 Percorso dei carichi dalle travi fino ai pilastri e da questi alle fondazioni. Ai carichi dovuti al solaio vanno,
di volta in volta, aggiunti i carichi dovuti ai pesi propri degli elementi
Nel riportare i carichi ad un livello inferiore, occorre mettere in conto il peso proprio degli elementi verticali
di sostegno, sia essi pilastri o pareti verticali, Figura 16.
Figura 17 Modalit di trasmissione del carico dalla base del pilastro alla fondazione e, da questa, al sottostante
terreno di fondazione
Nel riportare i carichi al terreno di fondazione, occorre tenere conto del peso proprio delle fondazioni.
Queste hanno il compito di ridurre lo stato tensionale applicato al terreno, ridistribuendo il carico su una
superficie maggiore. Ci in considerazione del fatto che in generale il terreno ha una resistenza nettamente
inferiore9 a quella dei materiali strutturali di cui composto un edificio.
La scelta dei una procedura che tenga conto del verso di tessitura del solaio necessit per della definizione,
a priori, di tale tessitura stesso e quindi di un livello di raffinamento che non sempre possibile raggiungere
8
il modo in cui si ripartiscono i carichi sar meglio specificato in successivi corsi di Scienza e Tecnica delle Costruzioni. In questa sede, e solo in
questa sede, si pu assumere che i carichi siano ripartiti in parti uguali tra i due estremi.
9
in genere i valori di resistenza del terreno di fondazione sono estremamente inferiori alla resistenza dei materiali che costituiscono in elevazione le
strutture. Se consideriamo le fondazioni in calcestruzzo ed i terreni in sabbia od argilla si hanno valori di resistenza nella fondazione che sono da 50
a 200 volte superiori a quelli del terreno
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Dip. InGeo
nella prima fase di progettazione strutturale. Per tale motivo si ricorre spesso, ed in prima approssimazione,
allapproccio che considera in carichi sugli elementi verticali definiti in funzione delle aree di influenza di
ciascun pilastro.
Figura 18 Aree di influenza di ciascun elemento verticale della struttura esaminata in precedenza considerando i versi
di tessitura del solaio
Il concetto di area dinfluenza, cio della definizione dell'intorno significativo di ciascun pilastro, pu essere
utilizzato per unanalisi speditiva dei carichi gravanti sugli elementi portanti verticali.
Figura 19 Le aree di influenza sono ottenute considerando le bisettrici di ciascuna campata anche nel caso di aree, in
corrispondenza di un pilastro, non rettangolari
Ovviamente le condizioni di carico di ciascun pilastro saranno differenziate a seconda che questo sia un
pilastro centrale, di bordo o d'angolo di una struttura.
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Carichi permanenti
Sono considerati carichi permanenti quelli non rimovibili durante il normale esercizio della costruzione,
come le tamponature esterne, i divisori interni, i massetti, gli isolamenti, i pavimenti ed i rivestimenti del
piano di calpestio, gli intonaci, i controsoffitti, gli impianti, ecc.. In qualche caso pu essere necessario
considerare situazioni transitorie in cui essi non siano presenti. Tali carichi vanno valutati sulla base delle
dimensioni effettive delle opere e dei pesi per unit di volume dei materiali costituenti.
I tramezzi e gli impianti leggeri di edifici residenziali possono assumersi in genere come carichi equivalenti
distribuiti, quando i solai hanno adeguata capacit di ripartizione trasversale.
La normativa riporta, per i principali materiali, alcuni pesi nell'unit di volume o di superficie che debbono
essere utilizzati nella definizione dei carichi permanenti, Tabella 2.
A) Malte
Malta bastarda (di calce o cemento)
Malta di gesso
Intonaco (spessore 1,5 cm)
19,00
12,00
0,30
kN/m3
kN/m2
0,30
0,10
0,60
0,35
0,12
0,05
0,10
B) Manti di copertura
Manto impermeabilizzante dasfalto o simile
Manto impermeabilizzante prefabbricato con
strati bituminosi di feltro, di vetro o simili
Tegole maritate (embrici e coppi)
Sottotegole di tavelloni (spessore 3-4 cm)
Lamiere dacciaio ondulate o nervate
Lamiere dalluminio ondulate o nervate
Lastre traslucide di resina artificiale, ondulate o nervate
C) Muratura
Muratura di mattoni pieni
Muratura di mattoni semipieni
Muratura di mattoni forati
Muratura di pietrame e malta
Muratura di pietrame listato
Muratura di blocchi forati di calcestruzzo
18,00
16,00
11,00
22,00
21,00
12,00
kN/m3
0,10
0,25
0,40
0,80
kN/m2
E) Vetri
Normale (3 mm)
0,075
Forte (4 mm)
0,100
Spesso (5 mm)
0,125
Spesso (6 mm)
0,150
Retinato (8 mm)
0,200
Tabella 2 Pesi per unit di volume e superficie di alcuni materiali da costruzione. [Tabella 2 della Circolare 4 luglio 1996
n.156AA.GG/STC (G.U. 16.9.1996 n. 217 Supplemento): Istruzioni per lapplicazione delle Norme tecniche relative ai
criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi di cui al D.M. 16 gennaio
1996]
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2.2
Dip. InGeo
Le intensit da assumere, sempre secondo la citata normativa, per i sovraccarichi variabili verticali ed
orizzontali ripartiti e per le corrispondenti azioni locali concentrate, tutte comprensive degli effetti dinamici
ordinari, sono riportate nella Tabella 3.
Cat. TIPO DI LOCALE
Verticali
ripartiti
kN/m2
Verticali Orizzontali
concentrati
lineari
kN
kN/m
2,00
2,00
1,00
3,00
2,00
1,00
4,00
3,00
1,50
5,00
4,00
1,00
4,00
2,00
2,00
3,00
1,50
1,00
0,50
-
1,20
-
2,50
2 10,0
1,00
> 6,00
6,00
1,00
Figura 20 Schema di applicazione dei carichi concentrati e dei carichi orizzontali nelle strutture civili
I carichi distribuiti debbono essere intesi come i minimi prevedibili in relazione all'uso e comprendono gli
effetti dinamici ordinari (movimento delle persone, cadute accidentali di oggetti ecc.): non devono mai
essere cumulati con i sovraccarichi per neve, essendo i due eventi generalmente non sovrapponibili 10.
10
per tale motivo tra sovraccarico accidentale, da affollamento, e neve andr preso in considerazione il caso di maggiore impeg no per la struttura.
Nelle analisi condotte secondo i principi di questo corso le condizioni peggiori sono quelle legate alla presenza del massimo dei carichi
verticali,condizione che, come detto, non necessariamente di carattere generale
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I carichi verticali concentrati previsti nella tabella debbono essere utilizzati per le verifiche locali delle
membrature e s'intendono applicati su impronta di cm 5 5, tranne quelli della categoria 8 che devono
intendersi applicati su impronta di cm 20 20 ad interasse di 160 cm, come mostrato in Figura 20.
I carichi orizzontali devono essere utilizzati per le verifiche locali di parapetti, ringhiere, ecc. e devono essere
applicati all'altezza del bordo superiore del mancorrente ovvero, nel caso di pareti, alla quota di 1,20 metri
dal piano di calpestio, sempre come mostrato in Figura 20.
Figura 21 Riduzione del carico verticale applicato su singoli elementi strutturali in funzione dellestensione del solaio
considerato
Per la verifica di singoli elementi strutturali, quali travi, pilastri, pareti portanti, fondazioni, si potr
formulare l'ipotesi che i carichi di esercizio non agiscano contemporaneamente sul totale della superficie
d'influenza, A, se questa risulta superiore ai limiti riportati nella Figura 21.
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Dip. InGeo
3.1
Uno dei solai di maggiore interesse, per la sua diffusione nel caso di strutture civili, quello costituito da
un solaio misto di laterizio e calcestruzzo armato. Tale tipo di solaio viene indicato come solaio in latero
cemento e pu essere sia del tipo gettato in opera, cio con le parti in conglomerato cementizio realizzate in
cantiere dopo la posa dei laterizi, sia del tipo ad elementi portanti parzialmente od integralmente
prefabbricati, in cui solo alcune limitate porzioni di completamento sono realizzate con il getto in opera di
calcestruzzo.
I principali componenti di un solaio in latero cemento sono riportati nella Figura 22, con indicazione sia
schematica che dettagliata di ciascuno di questi.
Figura 22 Sezioni trasversali, schematica e dettagliata, di un solaio in latero cemento gettato in opera
Per il peso specifico del travetto in c.a. si adotta in genere 25,00 kN/m3; per gli alleggerimenti in laterizio
(pignatte) si deve adottare un valore compreso tra 5,50 e 9,00 kN/m3 in relazione alla percentuale dei vuoti
presenti. In prima approssimazione (per un pre-dimensionamento di un solaio) si pu adottare un peso
specifico medio complessivo di 11,00 kN/m3, per linsieme di travetti ed alleggerimento in laterizio.
Figura 23 Sezione assonometrica di un solaio misto in latero cemento con travetto prefabbricato, posto in opera in
alternanza con i laterizi e successivamente completato con getto integrativo
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pag. 14/33
Ad esempio per un solaio alto 20 cm con una soletta di 4 cm abbiamo: 0,04 25,00 + 0,16 11,00 = 2,76
kN/m2. Per pavimento e massetto, occorre considerare almeno 1,00 kN/m2; per lintonaco dintradosso,
occorre considerare almeno 0,30 kN/m2; per i tramezzi occorre considerare unincidenza di 1,50 kN/m2. In
definitiva, in fase di pre-dimensionamento, si pu adottare un peso del solaio, comprensivo dei carichi
permanenti, almeno pari a 5,00 kN/m2. Nel caso invece in cui si proceda ad un'analisi dei carichi pi
dettagliata si ottiene la seguente sequenza, Figura 2311, riferita ad un edificio di civile abitazione.
a)
Solaio interno tipo (H = 16 + 4)12
Soletta
0,04 25,00
Travetti
2 (0,20 - 0,04) 0,10 25,00
Laterizi
(0,20-0,04) 0,80 7,00
Intonaco (spessore = 1,5 cm)
Massetto (sottofondo)
Pavimento
Quota tramezzi
Totale carichi fissi
=
=
=
=
=
=
=
=
1,00
0,80
0,90
0,30
0,45
0,40
1,50
5,35
kN/m2
.
kN/m2
b)
Solaio per uno sbalzo, balcone (H = 12 + 4)
Soletta
0,04 25,00
Travetti
2 (0,16 - 0,04) 0,10 25,00
Laterizi
(0,16 - 0,04) 0,80 7,00
Intonaco (spessore = 1,5 cm)
Massetto
Pavimenti
Totale carichi fissi
=
=
=
=
=
=
=
1,00
0,60
0,67
0,30
0,45
0,70
3,72
kN/m2
.
kN/m2
Altri tipi di solaio in latero-cemento sono quelli riportati nella Figura 24 i cui carichi possono essere ricavati
di conseguenza. Si nota che nel caso dei solai in latero cemento sono importanti, al fine di definire la
geometria del solaio stesso, linterasse e al dimensione dei travetti in cemento armato. In genere gli interassi
di maggiore utilizzo sono 40 cm, 50 cm e 60 cm a cui corrispondono, rispettivamente, travetti da 8 cm, 10
cm e 12 cm. Nella direzione longitudinale le pignatte hanno in genere lunghezza pari a 25 cm mentre i tipi di
solaio di uso corrente sono 16 + 4 cm e 20 + 4 cm. Uso minore hanno solai pi sottili, 12 + 4 cm, oppure
solai pi spessi, 24 + 5 cm. 13
Figura 24 Sezioni assonometriche di solai in latero cemento con differenti finiture e geometrie dei costituenti
11
si noti che la sequenza dei carichi cos come riportata negli schemi successivi quella classica che prevede la distinzione tra pesi propri,
sovraccarichi permanenti e sovraccarichi accidentali. Si noti inoltre che lanalisi dei carichi dovrebbe essere correttamente effettuata considerando
le unit di misura del sistema internazionale e quindi, per il carico ad unit di superficie, il kN/m 2
12
si ricordi che nel caso di solai in latero cemento si indica, sempre in cm, il solaio riportando in sequenza il valore della ltezza del laterizio pi il
valore dello spessore della soletta di completamento
13
si noti che nelledilizia corrente si considerino massetti di spessore maggiore di quelli in figura e questo per permettere u n migliore passaggio
delle tubazioni connesse con la realizzazione degli impianti (elettrico, termo-idraulico)
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3.2
Dip. InGeo
Oltre a solai in latero cemento, si possono realizzare dei solai misti in acciaio, calcestruzzo e laterizio
come quelli mostrati in Figura 25. In questo caso si hanno i vantaggi connessi al fatto che gli elementi
portanti in acciaio sono efficienti sin dalla loro posa in opera, non necessitano cio dellatttesa di
maturazione del calcestruzzo, e gli svantaggi legati alla difficile connessione tra elementi portanti in acciaio
ed il resto del pacchetto strutturale del solaio.
Tali solai sono inoltre assai sensibili sia allossidazione che, soprattutto, allattacco eventuale del fuoco.
pag. 16/33
In questo caso l'analisi dei carichi conduce ai seguenti risultati, considerando lultimo dei casi di Figura 25.
Longarine IPE160 (0,158 kN/m14), interasse 80 cm15:
1,00 / 0,8 = 1,25
1,25 0,158 1,00 1,00
Tavellonato (6 cm)
0,06 1,00 1,00 8,00
Massetto armato (4 cm)
0,04 1,00 1,00 25,00
Totale peso struttura
Malta di allettamento (2 cm)
0,02 1,00 1,00 21,00
Pavimento marmo (3 cm)
Totale carichi fissi
=
=
=
=
=
=
=
0,20
0,48
1,00
1,68
0,42
0,80
2,90
kN/mq
.
kN/mq
.
kN/mq
I solai sopra presentati sono di tipo monolitico, nel senso che hanno un'elevata rigidezza dovuta alla presenza
del getto di completamento di calcestruzzo che li rende un blocco omogeneo. In passato invece il solaio era
organizzato con una tessitura di elementi resistenti (travi) con un tavolato16 di completamento, Figura 26.
Tali tipi di solaio sono riportati in Figura 26 con solaio in legno di carattere storico a cui si accoppia un
solaio, pi recente, con travi in cemento armato precompresso.
Figura 26 Sezioni assonometriche di solai senza elementi interposti con elementi portanti orizzontali od in legno od in
cemento armato prefabbricato
14
ricavato dai prontuari di uso corrente per gli elementi in acciaio di produzione industriale
1
i
16
tavolato che pu essere sia ligneo che di laterizio. Questo ultimo in genere laterizio pieno nelledilizia storica, forato nelledilizia pi recente ove
si tende alla riduzione dei pesi propri della struttura
15
per lincidenza al mq di un elemento di interasse pari ad i, basta moltiplicare il peso per unit di lunghezza dellelemento stesso per il fattore
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Dip. InGeo
Questo ultimo solaio permette di ottenere un'analisi dei carichi del tipo seguente:
Travetto in cemento armato precompresso
sezione circa 618 cm,
0,06 0,18 1,00 2500 =
interasse 80 cm:
0,27 kN/m 1,00 / 0,80
Tavellonato (6cm)
0,06 1,00 1,00 8,00
Massetto retinato in cls leggero 0,04 1,00 1,00 13,00
Totale peso struttura
Manto di copertura (tegole o coppi)
Totale carichi fissi
=
=
=
=
=
=
0,34
0,48
0,52
1,34
0,60
1,94
kN/mq
.
kN/mq
.
kN/mq
Il solaio cos ottenuto assai pi leggero di un solaio tradizionale in cemento armato gettato in opera, la sua
non monoliticit per conduce ad una minore efficienza strutturale oltre che ad una minore qualit dal punto
di vista sia di coibenza termica che di isolamento termo-acustico.
Figura 27 Sezione trasversale ed assonometrica di un solaio in legno tradizionale con tavolato (assito) in legno
soprastante una doppia orditura di travi, di differente dimensione ed interasse
Un solaio in legno ha invece i componenti elementari riportati in Figura 27 e si caratterizza, in genere, per
una doppia orditura di elementi portanti (travi e travicelli) in legno con soprastante tavolato del medesimo
materiale.
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In questo caso i carichi per unit di superficie possono essere ottenuti nel modo seguente:
Travicelli 1010cm
interasse 40 cm:
Trave 1824cm
interasse 40 cm:
Totale peso struttura
Pavimento
Allettamento (5 cm)
Caldana (6cm)
Assito o pianellato (2,50 cm)
Totale carichi fissi
0,175
kN/mq
=
=
=
=
=
=
=
0,159
0,334
0,400
0,900
0,600
0,175
2,409
kN/mq
kN/mq
kN/mq
.
kN/mq
A questi carichi vanno sommati i carichi dovuti alla presenza del sovraccarico accidentale; si nota comunque
l'estrema leggerezza della struttura in legno rispetto agli altri tipi di solaio esaminati in precedenza.
3.3
In tutte le analisi precedenti manca l'incidenza dei tramezzi interni che, se in laterizio, non trascurabile.
Tale incidenza pu essere determinata sia considerando l'effettivo sviluppo delle tramezzature sia
assegnando un valore forfettario alle stesse. In questo caso si agisce in genere a vantaggio di sicurezza.
Figura 28 Sezione orizzontale e verticale di un edificio con indicazione della distribuzione delle tramezzature interne
17
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Dip. InGeo
Nel caso si voglia determinare leffettiva incidenza dei tramezzi sui carichi presenti in un solaio di
orizzontamento, bisogna far riferimento alla situazione progettuale reale considerata. Se ad esempio la
distribuzione planimetrica di un edificio quella della Figura 28 si deve, in prima istanza, calcolare il peso
per unit di superficie del tramezzo18, Figura 29.
Tramezzo interno:
Intonaci interni a gesso (1 cm)
Muratura di forati (8 cm)
Totale carichi fissi
Totale carichi fissi arrotondato
=
=
=
=
0,24
0,88
1,12
1,15
kN/mq
.
kN/mq
kN/mq
Da notare che il valore ottenuto riferito all'unit di superficie del tramezzo, tale valore va trasformato in
peso per unit di superficie del solaio che sopporta il tramezzo. La normativa19 suggerisce che: per
orizzontamenti di edifici per abitazioni e uffici, il carico costituito da tramezzi di peso minore di 1,50 kN/m2
potr essere ragguagliato ad un carico uniformemente distribuito sul solaio pari a 1,50 volte il peso
complessivo della tramezzatura, semprech vengano adottate le misure costruttive atte ad assicurare una
adeguata distribuzione del carico . Altrimenti va utilizzato il valore di 1,50 kN/m2. Svolgiamo l'analisi
del peso dei tramezzi nel caso dello schema della Figura 28.
Superficie del solaio al netto delle travi in c. a.
Sviluppo tramezzi sul solaio
Altezza dei tramezzi
Superficie lorda dei tramezzi
Detrazione per porte
Superficie netta dei tramezzi
Carico totale
Totale carico ripartito
=
=
=
=
=
=
=
=
50,76 m2
15,20 m
2,70 m
41,04 m2
-4,80 m2
36,24 m2
41,68 kN
1,23 kN/m2
Si pu notare che in generale ed a vantaggio di sicurezza non si effettua la decurtazione del peso
complessivo dei tramezzi dovuta alla presenza di porte di collegamento tra un vano e laltro.
18
ovviamente si intende lunit di superficie del tramezzo che posto in verticale sul solaio di orizzontamento
punto C.5.1. RIPARTIZIONE DEI TRAMEZZI INTERNI della Circolare 4 luglio 1996 n.156AA.GG/STC (G.U. 16.9.1996 n. 217 Supplemento):
Istruzioni per lapplicazione delle Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e
sovraccarichi di cui al D.M. 16 gennaio 1996
19
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3.4
Con le premesse svolte, si pu effettuare l'analisi dei carichi gravanti su ciascun pilastro di un organismo
strutturale secondo la procedura illustrata di seguito.
Figura 30 Sezione verticale ed orizzontale di un edificio di civile abitazione con valutazione del carico totale (nel
sistema degli ingegneri) su un pilastro di bordo in funzione delle aree di influenza e della differenziazione di
carico tra la parte calpestabile interna e la parte calpestabile esterna (balcone)
Nel caso mostrato nella Figura 30 larea di influenza del pilastro di bordo considerato deve essere
suddivisa in due porzioni a seconda che si tratti della parte di calpestio interna e della parte di balcone
esterno. Tali due porzioni si differenziano sia per la diversa tipologia di solaio (quindi diverso peso proprio)
che per la diversa tipologia di finitura (quindi diversi sovraccarichi permanenti). Infine le due parti si
differenziano anche per i diversi sovraccarichi accidentali.
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3.5
Dip. InGeo
Nel caso di copertura a falde inclinate bisogna tenere nel debito conto l'inclinazione del tetto e effettuarne
la proiezione sull'orizzontale.
Figura 31 Assonometrie costruttive di tetti tradizionali in legno con differente disposizione dellorditura principale e
secondaria
Il peso proprio dipende dalla particolare tipologia strutturale utilizzata per la realizzazione del tetto. In Figura
31 si hanno alcune semplici tipologie per tetti tradizionali in legno.
Figura 32 Sezioni trasversali di tetti in legno di differente tipologia con schema di valutazione del rapporto tra lunit
di superficie inclinata e la sua proiezione sullorizzontale
Sulla base dello schema globale del tetto, possibile ricavare la sezione trasversale dei suoi componenti
secondo quanto mostrato in Figura 32.
Nella medesima figura si mostra lo schema della correlazione geometrica che intercorre tra lunit di
superficie sul piano inclinato e la sua proiezione sullorizzontale. In sostanza allunit di superficie inclinata
corrisponde una minore superficie sul piano orizzontale.
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Figura 33 Schemi geometrici di distribuzione del peso proprio, del sovraccarico da vento e del sovraccarico da neve su
una superficie inclinata
Il peso proprio del solaio distribuito secondo lo sviluppo inclinato della sua superficie, il vento
perpendicolare a tale superficie mentre la neve ha uno sviluppo orizzontale, Figura 33. In sostanza il peso per
unit di superficie della neve riferito all'orizzontale ed indifferente alla pendenza del tetto.
Figura 34 Sezione di un solaio di copertura in legno, con o senza rinforzo, con sezione verticale dellintera copertura
Nel caso della Figura 34 viene proposta una semplice struttura con copertura in legno soggetta ad un
intervento di leggera ristrutturazione che consiste nellaggiungere, al pacchetto originale, una strato di
calcestruzzo alleggerito.
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Dip. InGeo
Lanalisi dei carichi del solaio in parola, sia in termini di carico per unit di superficie, che di carico globale
viene riportata in Tabella 4.
In tale analisi dei carichi si fa riferimento sia allo stato attuale che allo stato modificato. Il carico della neve,
assunto ledificio sito a Sulmona, viene effettuato secondo i criteri di normativa che saranno meglio
dettagliati in seguito.
Angolo inclinazione solaio ligneo
16,50
Solaio copertura - stato originario
Elemento
Spessore
Area
Interasse
Peso specifico
[m]
[mq]
[m]
[kN/mc]
Moltipl.
Peso unitario
Arcarecci
0,053
2,70
8,00
1,04
0,16
Travicelle
0,006
0,28
8,00
1,04
0,19
[kN/mq]
Pianelle
0,02
18,00
1,04
0,38
Massetto alleg.
0,00
11,00
1,04
0,00
0,60
1,04
0,63
Manto tegole
1,36
Sovraccarico neve a Sulmona, quota
405 m s.l.m.
1,77
3,13
Spessore
Area
Interasse
Peso specifico
[m]
[mq]
[m]
[kN/mc]
Moltipl.
Peso unitario
Arcarecci
0,053
2,70
8,00
1,04
0,16
Travicelli
0,006
0,28
8,00
1,04
0,19
[kN/mq]
Pianelle
0,02
18,00
1,04
0,38
Massetto alleg.
0,04
11,00
1,04
0,46
0,60
1,04
0,63
Manto tegole
1,81
Sovraccarico neve a Sulmona, quota
405 m s.l.m.
1,77
3,59
Spessore
Area
Interasse
Peso specifico
Differenza di sovraccarico
Moltipl.
Peso unitario
2,23
2,23
Altezza
Area
[m]
[m]
[mq]
[kN]
Tetto
6,35
5,65
35,88
112,19
Sbalzi laterali
5,80
0,50
2,90
6,46
Sbalzo frontale
0,55
5,65
3,11
6,92
TOTALE GENERALE
Peso totale
125,58
Altezza
Area
Peso totale
[m]
[m]
[mq]
[kN]
Tetto
6,35
5,65
35,88
128,66
Sbalzi laterali
5,80
0,50
2,90
6,46
Sbalzo frontale
0,55
5,65
3,11
TOTALE GENERALE
6,92
142,04
Tabella 4 Analisi dei carichi del solaio di copertura di cui alla Figura 34 nel caso di localizzazione delledificio nella
citt di Sulmona, cio ad una quota di 405 metri sul livello del mare
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Per la determinazione corretta dei carichi totali, va effettuata la distinzione tra le porzioni poste inclinate
sullorizzontale ed i carichi, come quello da neve, gi definiti come proiettati sullorizzontale.
Nella Figura 35 si ripropone ulteriormente uno schema interpretativo per tale aspetto.
Figura 35 Criterio per la proiezione sullorizzontale del carico dovuto al peso proprio ed ai sovraccarichi permanenti
di tetto inclinato a falda singola
Si pu chiaramente concludere come, dato un carico per unit di superficie sulla falda inclinata qf, il
corrispondente valore proiettato sulla superficie orizzontale qp sia minore e rispetti la condizione:
qf
(1)
qp =
cos
3.6
Le medesime questioni, legate all'inclinazione dell'elemento strutturale, debbono essere affrontate nel
caso di analisi dei carichi della soletta di una scala.
Si consideri il caso di una scala la cui sezione trasversale sia quella della Figura 36.
Figura 36 Sezione longitudinale e trasversale di una scala con soletta rampante mista in cemento armato e laterizio
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Dip. InGeo
Figura 37 Pianta e sezione longitudinale completa di una scala di collegamento in latero cemento con due pianerottoli
di estremit di differente lunghezza
Lo schema complessivo di tale scala sar quello riportato in Figura 37; in tale caso il peso proprio della
scala, per la parte di soletta inclinata, assume il valore:
Peso proprio scala
Soletta solaio in pignatte e travetti gettati in opera (h = 24cm)
Intonaco (inferiore)
Gradini riportati
Rivestimento in marmo
Incidenza delle ringhiere
Peso proprio strutturale inclinato
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=
=
=
=
=
=
3,60 kN/m2
0,30 kN/m2
0,80 kN/m2
0,80 kN/m2
0,15 kN/m2
5,65 kN/m2
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Tenendo conto dellinclinazione della scala di ottiene un angolo sullorizzontale dato dal valore:
arctg
260
30
420 28
(2)
Per tale motivo lanalisi dei carichi della scala si conclude nel modo seguente:
Peso proprio strutturale proiettato sull'orizzontale
Carico accidentale
Carico totale proiettato sull'orizzontale
= 6,52 kN/m2
= 4,00 kN/m2
= 10,52 kN/m2
Si nota che il carico accidentale quello definito direttamente dalla normativa e non necessita quindi di
essere proiettato sullorizzontale.
Nel caso dei pianerottoli lanalisi dei carichi viene effettuata direttamente per lunit di superficie orizzontale
secondo la seguente procedura:
Peso proprio pianerottolo
Soletta solaio in pignatte e travetti gettati in opera (h = 24 cm)
Intonaco (inferiore)
Rivestimento in marmo
Incidenza delle ringhiere
Peso proprio strutturale
Carico accidentale
Carico totale proiettato sull'orizzontale
=
=
=
=
=
=
=
3,60 kN/m2
0,30 kN/m2
0,80 kN/m2
0,15 kN/m2
4,85 kN/m2
4,00 kN/m2
8,85 kN/m2
Questi carichi vanno trasformati in carichi lineari sui travetti in cemento armato che costituiscono la struttura
portante della scala20.
Carichi lineari sui travetti centrali: rampa (i = 40 cm)
Carichi lineari sui travetti centrali: pianerottoli (i = 40 cm)
10,52 0,40
8,85 0,40
=
=
4,21 kN/m
3,54 kN/m
La medesima procedura pu essere utilizzata per una scala metallica come quella schematicamente riportata
in Figura 38.
20
si noti che i due travetti di bordo, sia della rampa che dei pianerottoli, hanno un carico distribuito, per unit di lunghezza, che ovviamente la
met di quello dei travetti centrali
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Dip. InGeo
In questo caso le voci da considerare sono le seguenti: peso proprio travi in acciaio, peso struttura in acciaio
dei gradini, peso del rivestimento in legno, peso delle ringhiere (una per lato), carico accidentale. La sezione
di carpenteria di tale scala quella riportata in Figura 39.
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Figura 39 Carpenteria di una scala in acciaio con elementi porta gradino in lamierino tagliato e saldato
Nel caso di una scala metallica bisogna avere notevole cura ad individuare tutte le componenti strutturali al
fine di ottenere una corretta analisi dei carichi. Nel caso della Figura 39 si hanno i risultati della Tabella 5.
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Dip. InGeo
gradino
p
[kN/mc]
[mm]
[mm]
[mm]
[kN]
[-]
[kN]
6,00
320
900
30
0,05
18
0,93
30
0,41
0,41
pianerottolo
p
6,00
1180
1950
[kN/mc]
[mmq]
[mm]
[kN]
[-]
[kN]
78,50
93400
0,5
0,0037
18
0,07
78,50
93400
0,5
0,0037
0,01
[kN/mc]
[mm]
[mm]
[mm]
[kN]
[-]
[kN]
25,00
760
2470
140
6,57
6,57
[kN/mc]
[mmq]
[mm]
[kN]
[-]
[kN]
25,00
1631100
140
5,71
5,71
pianerottolo di arrivo
pianerottolo laterale
Lh
Lt
[kN/ml]
[mm]
[]
[mm]
[kN]
[-]
[kN]
0,14
2400
28,81
2739
0,39
0,78
Lh
Lt
0,14
3000
28,81
3424
0,49
0,98
Lh
Lt
0,14
900
0,00
900
0,13
0,26
Lh
Lt
0,14
300
0,00
300
0,04
0,09
Lh
Lt
0,14
880
0,00
880
0,13
0,50
Lh
Lt
0,14
1750
0,00
1750
0,25
0,50
Lh
Lt
0,14
2900
0,00
2900
0,41
0,83
Lv
Lt
[kN/ml]
[mm]
[]
[mm]
[kN]
[-]
[kN]
0,22
3500
0,00
3500
0,77
0,77
sovraccarico accidentale
p
[kN/mq]
[mq]
[kN]
[-]
[kN]
4,00
10,67
42,68
42,68
totale generale
61,09
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Si nota che nel caso appena visto di scala di collegamento si utilizzato un valore di sovraccarico
accidentale q = 4,00 kN/mq che relativo alle scale di collegamento comune tra i piani di un edificio. Nel
caso di scala interna si sarebbe potuto utilizzare un valore di carico inferiore e pari al carico di calpestio del
solaio di riferimento, Tabella 3.
3.7
Nel caso di una copertura metallica deve essere evidenziata la gerarchia degli elementi strutturali al fine
di una corretta analisi dei carichi, o meglio di una corretta suddivisione dei carichi tra i vari elementi.
Nella Figura 40 si ha lo schema di carpenteria di una copertura in acciaio, tale copertura piuttosto leggera e
pu essere utilmente messa in opera nel caso di coperture di notevole dimensioni.
Altre e diverse tipologie di orizzontamento a struttura metallica sono quelle riportate nella Figura 41 ove,
oltre ai casi di solaio misto in acciaio e laterizio (con o senza getto di completamento in calcestruzzo), si
riportano anche i casi di solai di lamiera ondulata, tipo grecato, con getto integrativo di calcestruzzo. Questo
ultimo tipo fornisce buone doti di leggerezza al solaio oltre a notevoli livelli di resistenza strutturale.
Figura 41 Sezioni trasversali di solaio misti in acciaio e laterizio o in lamiera grecata con getto di completamento in
calcestruzzo
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Dip. InGeo
I primi tipi di solaio, misto in acciaio, laterizio e calcestruzzo, possono esser rinvenuti nelledilizia di vecchia
realizzazione con strutture portanti verticali in muratura, Figura 42.
Figura 42 Sezione trasversale di un solaio misto in acciaio e laterizio con getto di completamento in calcestruzzo
leggero. Il getto irrobustito dalla presenza di una rete elettrosaldata
Un solaio in lamiera grecata senza getto di completamento si ha invece nella Figura 43. In questo caso viene
privilegiata la leggerezza della struttura orizzontale.
Figura 43 Solaio di copertura del tipo a deck in lamiera grecata senza getto di completamento
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4. BIBLIOGRAFIA
Cinuzzi, A. & Gaudiano, S., Tecniche di progettazione per strutture di edifici in cemento armato, edizioni
Masson, 1994
Circolare 4 luglio 1996 n.156AA.GG/STC (G.U. 16.9.1996 n. 217 Supplemento): Istruzioni per
lapplicazione delle Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle
costruzioni e dei carichi e sovraccarichi di cui al D.M. 16 gennaio 1996
D.M. 16 gennaio 1996 (G.U. 5.2.1996 n. 29 Supplemento): Norme tecniche relative ai Criteri generali per
la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi
Furiozzi, B., Messina, C. & Paolini, L. (a cura di), Prontuario con software per il calcolo di elementi
strutturali, Le Monnier Editrice, 2001
Testo Unico Norme Tecniche per le Costruzioni, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Assemblea
Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (voto n 35/2005 del 30.03.2005)
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