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CONCETTI BASE
2.1. DEFINZIONE DI STATO DI COAZIONE E DI PRESOLLECITAZIONE
Uno stato di coazione per definizione uno stato di sollecitazione interno al quale non corrisponde alcun sistema di forze esterno. Molteplici sono gli esempi che vedono coinvolti stati di coazione [Belluzzi, 1940]. Si pensi alla realizzazione di una botte. Per tenere unite le doghe di legno si utilizzano cerchiature di acciaio preriscaldato le quali vengono inserite a forza subito dopo il riscaldamento. Durante il raffreddamento i cerchi dacciaio tendono ovviamente ad accorciarsi ma ci impedito dalla presenza delle doghe. Nascono allora forze di trazione nei cerchi e, conseguentemente, di compressione nelle doghe, che premettono di rendere le doghe perfettamente aderenti tra loro. Una volta riempita la botte di liquido la pressione interna aumenta lo stato di trazione nei cerchi dacciaio e conseguentemente diminuisce lo stato di compressione nelle doghe, ma la presenza della precompressione impedisce comunque la fuoriuscita di liquido. In questo esempio lo stato di coazione dovuto sia alla variazione di temperatura che allimposizione di forze di pre-trazione negli anelli rendendoli forzatamente aderenti alle doghe.

Fabrizio Paolacci Progetto di travi in c.a.p _________________________________________________________________________

Figura 2.1

Un altro tipico esempio quello di una trave incastrata ai due estremi di lunghezza L soggetta ad una variazione di temperatura uniforme T. Immaginiamo la trave non vincolata agli estremi. In tali condizioni, la variazione di temperatura produrrebbe una variazione di lunghezza proporzionale alla variazione di temperatura stessa secondo la relazione seguente:
L = T L

dove il coefficiente di dilatazione termica della trave.


T<0 Trave deformata

Figura 2.2

Poich la trave in realt incastrata agli estremi, la deformazione impedita con la conseguente nascita di forze interne. Queste ultime possono essere facilmente determinate immaginando prima di lasciare la trave libera di deformarsi e poi di ripristinare la congruenza, riportando la trave nella posizione originale. Questultima operazione comporta lapplicazione di una forza

normale N che annulla completamente lallungamento L dovuto alla variazione di temperatura. N = EA/L T L = EA T = N/A = E T

Nasce cos nellelemento una tensione della quale occorre tenere conto, ad esempio, nella fase di verifica dellelemento considerato. Esempio 2.1. Calcolare la tensione che nasce in una trave dacciaio sottoposta ad una variazione di temperatura uniforme di +10C. Il coefficiente di dilatazione termica dellacciaio come noto =1.210-5 1/C. A seguito dellapplicazione di una variazione di temperatura T nasce uno stato di coazione interno al quale associata una variazione di tensione = E T. Essendo in questo esempio T=+10C e il modulo elastico della trave in acciaio pari a 210000 MPa si ha = E T = 1.210-5 210000 10 =25.2 MPa Il fenomeno del ritiro, come noto, provoca nel calcestruzzo uno stato di coazione in grado di fessurare il calcestruzzo stesso. Esso si manifesta nelle strutture in cemento armato come contrazione volumetrica, che, ove fosse impedita, produrrebbe uno stato di coazione simile a una diminuzione di temperatura, con conseguente nascita di tensioni di trazione nel materiale e fessurazione. Un anello di ferro, dal quale viene asportato un pezzo per poi essere successivamente saldato, sede di uno stato di coazione introdotto dalle forze necessarie per il ripristino della continuit strutturale (vedi Figura 2.3).

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Figura 2.3

Un altro esempio di stato di coazione legato al fenomeno della viscosit in travi a schema statico variato che induce uno stato di coazione variabile nel tempo. Si pensi ad esempio a una trave doppiamente incastrata inizialmente formata da due mensole separata in mezzeria (Fig. 2.4).

Figura 2.4

Fino al tempo t1 le due mensole si deformeranno indipendentemente con angolo di rotazione di estremit q(t) che varia nel tempo per effetto della viscosit, mentre le sollecitazioni rimangono invariate. Dopo la realizzazione del vincolo di continuit la trave assume lo schema di trave doppiamente

incastrata e le rotazioni libere (t) che si avrebbero a partire da t1 sono impedite. A seguito di questa rotazione impedita nasce una reazione iperstatica C(t) (coppia interna del vincolo di continuit), la quale provocando sollecitazioni aggiuntive si manifesta come uno stato di coazione interno capace di generare una ridistribuzione delle sollecitazioni interne variabile nel tempo.

2.2. LO STATO DI PRESOLLECITAZIONE NEL C.A.P.


Dagli esempi precedenti emerge il fatto che lo stato di coazione si manifesta come uno stato di presollecitazione, che fornisce alla struttura al quale applicato una sorta di apparente resistenza come nel caso della botte. Per le strutture in cemento armato si pu allora pensare di applicare uno stato di precompressione conferendo cos ad esse una apparente resistenza a trazione aggiuntiva. Strutture in calcestruzzo armato cos ideate sono denominate strutture in cemento armato precompresso (c.a.p.) nelle quali lo stato di coazione viene impresso mediante cavi dacciaio con elevate caratteristiche meccaniche (acciai armonici). Per introdurre le strutture in c.a.p. si pu far riferimento al semplice caso di un tirante.
(-) T (+) (+)

(a)

(b)

(c)

Figura 2.5

Lo stato di pre-sollecitazione costituito da una compressione che a sua volta provoca una distribuzione uniforme di tensioni (Figura 2.5a). In fase di esercizio il tirante subisce una forza di trazione

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corrispondente a una distribuzione di tensione (Figura 2.5b), anchessa costante ma di trazione. In realt la presenza della precompressione diminuisce la tensione massima di trazione (Figura 2.5c), attribuendo al tirante unapparente maggiore resistenza a trazione. Nel caso pi generale il cavo avr un andamento opportunamente curvilineo (nel senso che sar illustrato successivamente). Il cavo posto con una certa eccentricit e rispetto allasse baricentrico della trave, nello stato iniziale di sola precompressione provocher nella sezione di mezzeria il diagramma delle tensioni indicato in Figura 2.6 (a) con prevalenti compressioni e con uneventuale piccola componente di trazione al lembo superiore. N N/A
Figura 2.6

Allapplicazione dei carichi esterni (ad esempio il peso proprio della trave) si aggiunger al precedente il diagramma delle tensioni in Figura 2.6 (b), che ha ovviamente per asse neutro lasse baricentrico della trave. Dosando opportunamente la precompressione, il diagramma finale di Figura 2.6 (a+b) potrebbe anche essere di sola compressione. La tensione nel baricentro della trave rappresenta il valor medio della tensione dato dal rapporto tra lo sforzo di precompressione N e larea della sezione ideale A. Osservazione: In presenza di precompressione la generica tensione di trazione si potr esprimere come somma della trazione in assenza di precompressione e della compressione dovuta allo stato di presollecitazione 0. Tale somma dovr risultare inferiore ad una determinata tensione ammissibile adm (vedi equazione 1 di figura 2.7). Tale condizione pu essere analiticamente espressa

come indicato nellequazione (2) di figura 2.7, dove il termine aggiuntivo 0 pu essere interpretato come una sorta di resistenza aggiuntiva a trazione apparente (Cestelli Guidi, 1987) Uninterpretazione geometrica di quanto detto indicata in Figura 2.7, dove la curva intrinseca (che rappresenta linviluppo dei cerchi di Mohr a rottura del calcestruzzo) come se fosse relativa ad un nuovo sistema di riferimento del quale lasse delle ordinate sia spostato a destra della quantit 0. Naturalmente nel caso in cui la presollecitazione induca nella sezione solamente tensioni di compressione, il calcolo allo stato limite di esercizio diventerebbe molto semplice in quanto i metodi di calcolo da adottare sono quelli classici della scienza delle costruzioni, cio con sezione interamente reagente.

Figura 2.7

Vale in particolare la sovrapposizione degli effetti cos come stato precedentemente illustrato per il caso del tirante e della trave inflessa, dove gli effetti della precompressione e dei carichi esterni si sommano per ottenere lo stato di sollecitazione finale. Poich nel c.a.p. occorre effettuare le verifiche in ogni fase della vita della struttura (dalla precompressione alla messa in servizio), poter valutare singolarmente ogni contributo agli sforzi interni facilita tali operazioni.

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Figura 2.8

Occorre per osservare che mentre la sovrapposizione degli effetti del tutto lecita, il principio di proporzionalit viene meno. Dalla Figura 2.8 si evince che, mentre in assenza di precompressione a tensione doppia corrisponde deformazione doppia, nel caso sia presente la precompressione ci non pi vero. Questo uno dei motivo per cui il metodo delle tensioni ammissibili non pu, in generale, essere considerato valido anche ai fini della verifica a rottura, e per cui, per il calcolo del c.a.p pi ragionevole adottare il metodo semi-probabilistico agli stati limite che tratta lo stato limite di esercizio in maniera differente dallo stato limite ultimo.

2.3. VANTAGGI E SVANTAGGI DEL C.A.P.


Dalle considerazioni precedenti si deducono facilmente i numerosi vantaggi che si hanno nellapplicazione della tecnica di precompressione del cemento armato. 1) Disponendo i cavi in posizioni opportune si riesce ad annullare o quanto meno a ridurre notevolmente gli effetti dei carichi esterni (vedi figura 2.6)

2)

Annullamento o riduzione delle tensioni di trazione nel calcestruzzo. Questo fa si che tutto il materiale reagisca permettendo cos sensibili riduzioni di sezione a parit di carichi esterni, rispetto a travi in c.a ordinario. Infatti, per il calcolo della resistenza di una trave in c.a. la parte di calcestruzzo teso non viene in genere considerata, la quale di conseguenza rappresenta un elemento passivo capace di produrre solamente sollecitazioni a causa del proprio peso. Gli sforzi di compressione vengono anchessi notevolmente ridotti per la presenza di maggiore area resistente a compressione. Sensibile riduzione delle tensioni principali di trazione dovute al taglio. La figura 2.9 mostra lo stato di sollecitazione in un elemento infinitesimo di materiale in corrispondenza del baricentro di una trave soggetta a flessione e taglio. In assenza di forze di precompressione la sollecitazione ovviamente di puro taglio essendo lasse neutro passante proprio per il baricentro.

3)

4)

Figura 2.9

Il cerchio di Morh corrispondente quindi centrato sullorigine degli assi (cerchio pi chiaro). In presenza di precompressione nellelementino nasce anche una tensione normale di compressione che sposta il cerchio di Morh verso sinistra diminuendo cos gli sforzi principali di trazione.

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5)

Sensibile riduzione degli effetti del ritiro. Si tenga per presente che il fenomeno del ritiro tende a diminuire lo stato di precompressione contribuendo a diminuire il benefico effetto della precompressione. Maggiore affidabilit delle operazioni di collaudo. Un elemento o una struttura in c.a.p. nelle varie fasi di costruzione sottoposto di fatto a severi collaudi che garantiscono lopportuna resistenza anche livelli di tensione che normalmente non vengono mai pi raggiunti in fase di esercizio, ma tuttavia presenti nelle fasi intermedie (ad esempio nella fase di applicazione delle forze di precompressione).

6)

Ai vantaggi si affiancano per almeno due significativi svantaggi: 1) Le costruzioni in c.a.p. devono essere realizzate con materiali pi resistenti e dunque pi costosi. La tecnica della precompressione richiede un alto livello di specializzazione delle imprese costruttrici e delle maestranze. Si pensi alle operazioni di messa in trazione dei cavi operazione che richiede luso di martinetti idraulici o alle operazioni di ancoraggio dei cavi che richiede particolari tecnologie che verranno esaminate in seguito.

2)

Da quanto sopra esposto ben evidente che nonostante ci siano delle oggettive maggiori difficolt nella realizzazione di travi in cemento armato precompresso, i vantaggi sono di gran lunga superiori, e questo spiega perch nelle strutture a grande luce, come ad esempio i ponti, sia la tecnologia pi diffusa.

METODI DI APPLICAZIONE DELLA PRECOMPRESSIONE


Levoluzione nella tecnica del c.a.p. ha portato a tre differenti sistemi di precompressione: Precompressione interna Precompressione esterna Precompressione mista

3.1. PRECOMPRESSIONE INTERNA


E la tecnica maggiormente utilizzata, che prevede lapplicazione della precompressione con cavi interni ossia con cavi immersi nel getto di cls. A seconda che il cavo sia teso prima o dopo lindurimento del getto di cls si parla di: a) precompressione ad armatura pretesa o a fili aderenti b) precompressione a cavi post-tesi La precompressione interna pu essere a sua volta suddivisa in precompressione totale, limitata e parziale (Figura 5.1). La prima

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prevede che il calcestruzzo rimanga sempre compresso, la seconda che, anche se in presenza di tensioni di trazione, la tensione rimanga entro i limiti ammessi per la trazione. La terza modalit di applicazione della precompressione prevede che nella struttura possono insorgere lesioni nel calcestruzzo causa del superamento della resistenza a trazione del calcestruzzo (Giangreco, 1992).
TOTALE LIMITATA PARZIALE

Figura 5.1 Precompressione totale, limitata e parziale

3.1.1. Precompressione interna: precompressione a fili aderenti


Tale tecnica consiste nel disporre i cavi dacciaio (generalmente fili 4,6) con i quali realizzare la precompressione nella posizione voluta e tesarli con due martinetti idraulici (o al limite con uno soltanto da un solo estremo del cavo) vincolati a due blocchi di ancoraggio solidali con il terreno (Figura 5.2a). Raggiunto lo sforzo normale di progetto, esso viene mantenuto costante il tempo necessario per effettuare il getto di calcestruzzo e attendere un sufficiente indurimento del calcestruzzo. Passato qualche giorno dallinizio della presa e raggiunte cos le opportune caratteristiche di resistenza del cls, i fili vengono tagliati in corrispondenza delle sezioni terminali dellelemento. I fili non pi tesi tenderanno ad accorciarsi, fenomeno al quale si oppone il cls che di conseguenza risulta essere luogo di uno stato di coazione (precompressione). Tale metodo ampiamente utilizzato per la produzione industriale di elementi prefabbricati in c.a.p. (Figura 5.2.b,c)

(a)

(b)

(c)
Figura 5.2 Metodo di pretensione di travi in c.a.p. a fili pretesi [Nawy, 1999]

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3.1.2. Precompressione interna: Precompressione a cavi post-tesi


Tale tecnica consiste nel predisporre prima del getto di calcestruzzo guaine di piccolo spessore nelle posizioni prestabilite in sede di progetto. A getto avvenuto e al raggiungimento delle opportune caratteristiche meccaniche del calcestruzzo vengono inseriti dei cavi dacciaio armonico (generalmente trecce o trefoli) messi successivamente in tensione da martinetti idraulici a contrasto con lelemento di calcestruzzo (Figura 5.3).
Martinetto

Martinetto idraulico

Figura 5.3 Post-tensione dei cavi da precompressione mediante martinetti idraulici

Raggiunto un certo livello di tensione, che corrisponde evidentemente allo stato di precompressione voluto, si inietta prima della malta di cemento nelle guaine, per proteggere le armature dalla corrosione, e poi si tolgono i martinetti dopo aver bloccato in maniera opportuna le estremit del cavo alle testate della trave. Lefficacia del metodo dipende evidentemente dallefficacia degli ancoraggi terminali. Di sistemi di ancoraggio ne esistono in commercio molti ma sostanzialmente tutti provenienti da tre tipologie di base: Ancoraggio a cuneo (Freyssinet) Sono realizzati mediante una testata forata nella quale passano i cavi di precompressione che vengono poi fissati alla stessa mediante un sistema di cunei che permettono il bloccaggio dei cavi. In figura 5.4 illustrata un esempio di ancoraggio a cuneo con uno schema di funzionamento del cuneo di bloccaggio.

Figura 5.4 Ancoraggio a cuneo (Cestelli, 1987)

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Ancoraggio a testa cilindrica

Questa tipologia di ancoraggio realizzata da una testata cilindrica che si inserisce allinterno di un foro. Essa contiene una serie di fori nei quali far passare i cavi che vengono poi bloccati sulla testata stessa. La figura 5.5 ne mostra un esempio.

Figura 5.5 Ancoraggio a testa cilindrica (Cestelli, 1987)

Ancoraggi Dywidag

Sono utilizzati per barre da precompresso e sono costituiti da una piastra dacciaio forata alla quale ancorata la barra mediante una rondella conica avviata alla barra stessa. La figura seguente mostra il sistema di ancoraggio.

Figura 5.6 Ancoraggio a testa cilindrica (Cestelli, 1987)

3.1.3. Precompressione interna: strutture composte c.ac.a.p.


Nelle costruzioni di tipo civile o industriale vengono spesso utilizzate strutture composte da parti di calcestruzzo armato ordinario e parti di cemento armato precompresso. E questo il caso di solai latero-cementizi realizzati con travetti precompressi o degli impalcati da ponte realizzati con travi principali di cemento armato precompresso unite tra loro mediante una soletta in calcestruzzo armato normale.

Figura 5.7 solaio misto con travetti precompressi [www.solaioinlaterizio.it]

Figura 5.8 Impalcato di un ponte con travi precompresse e soletta in c.a. normale

Tali strutture hanno un comportamento intermedio tra le strutture in c.a. ordinario e le strutture con precompressione totale. Spesso tali strutture vengono confuse con le strutture parzialmente precompresse che hanno peculiarit differenti e per le quali si rimanda a testi specializzati [Radogna, 1995]. Uno dei vantaggi nelluso della precompressione mista sta nel fatto che la presenza di parti limitate da precomprimere si traduce in un importante risparmio nella quantit dacciaio armonico. Inoltre, la possibilit di scorporare le parti precompresse da quelle non precompresse permette di realizzare le parti precompresse in fabbrica e di porle in opera pi facilmente, con tutti i vantaggi delle strutture prefabbricate (ridotte casserature, velocit di realizzazione, etc..).

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Nei ponti luso della precompressione mista porta a un ulteriore importante vantaggio. Infatti, in queste strutture la condizione di carico prevalente costituita dalla precompressione e dal peso dellimpalcato. In tal caso possibile che siano presenti controfrecce importanti incrementate nel tempo dai fenomeni della viscosit. Ci obbliga ad aumentare la frequenza delle operazioni di manutenzione del manto stradale. La minore precompressione presente nelle strutture miste ca-cap in grado di ridurre tale inconveniente.

3.2. PRECOMPRESSIONE ESTERNA


La precompressione applicata mediante un sistema di cavi esterni alla sezione di calcestruzzo, e connessi ad essa solo in alcune sezioni, detta precompressione esterna. Essa viene adottata principalmente per, realizzare strutture nuove in cemento armato precompresso, in acciaio (vedi Figura 5.9) oppure per rinforzare ed irrigidire strutture esistenti (ad esempio gli impalcati da ponte, vedi Figura 5.8). Gli elementi principali utilizzati nella realizzazione della precompressione esterna sono: deviatori, presenti principalmente nel caso in cui il tracciato dei cavi sia rappresentato da una linea spezzata. I deviatori sono dei ringrossi della sezione trasversale in corrispondenza dei quali il cavo viene deviato. In tali sezioni si realizza laderenza tra cavo e calcestruzzo. cavo da precompressione adottato come elemento teso e generalmente eccentrico rispetto al baricentro della sezione. I trefoli pi usati sono costituiti da fili da 0.5(13 mm) oppure da 0.6(15 mm) a basso rilassamento. Essi scorrono allinterno di tubi che possono essere in plastica (in generale polietilene ad alta densit o polipropilene) o, in alternativa, in acciaio. Viene adottato il carbone nero come stabilizzatore ultravioletto perch un

materiale chimicamente inerte contro ogni prevedibile agente corrosivo e presenta ottime caratteristiche di durabilit. dispositivi meccanici di ancoraggio dei cavi, per esempio in corrispondenza delle testate dei ponti realizzati con travi precompresse, oppure per i ponti realizzati a conci in corrispondenza delle sezioni terminali di questi ultimi; sistema di protezione dei cavi. I tubi che avvolgono i cavi rappresentano gi un primo sistema di protezione; in pi per un cavo non aderente esterno viene iniettata nei tubi la boiacca di cemento Portland con propriet alcaline; per un cavo non aderente interno, lo spazio vuoto tra guaina e acciaio da precompressione viene riempito con materiale lubrificante in modo che il cavo possa muoversi longitudinalmente.

Figura 5.9 Esempio di rinforzo mediante precompressione esterna

Figura 5.10 Precompressione esterna di una trave dacciaio [Nunziata, 1999]

I vantaggi che si hanno nelladottare questo tipo di tecnologia rispetto alla precompressione tradizionale sono molteplici: una migliore qualit del calcestruzzo gettato, legata al fatto che i cavi sono esterni e quindi il getto avviene pi facilmente e si evita, in questo modo, la formazione di sacche daria o

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imperfezioni; la migliore qualit del calcestruzzo gettato permette, pertanto, di far affidamento sulla resistenza richiesta dal progettista; eventuale assottigliamento degli elementi strutturali laddove il maggiore spessore non sia indispensabile per lassorbimento dei carichi esterni, legato al fatto che non bisogna considerare lingombro dei cavi allinterno del calcestruzzo; tracciato dei cavi pi semplice e pressoch rettilineo; ispezionabilit dei cavi per la maggior parte del loro tracciato e, di conseguenza, un maggior controllo del grado di corrosione dei cavi stessi ed una pi facile manutenzione dellopera; facilit nella sostituzione dei cavi deteriorati riuscendo a mantenere lesercizio della struttura; perdite per attrito ridotte perch laderenza cavo calcestruzzo di tipo puntuale cio si verifica in un numero ristretto di sezioni ( deviatori ed ancoraggi).

Purtroppo gli svantaggi che la precompressione esterna presenta sono molteplici: la facilit di accesso ai cavi pu favorire azioni di sabotaggio, danneggiamento o manomissione dei cavi stessi; Nel caso che liniezione della boiacca che solidarizza i cavi sia eseguita male si potrebbero creare dei difetti locali in grado di indurre pericolosi fenomeni di corrosione e, di conseguenza, di rottura dei trefoli. Quando questo avviene le tensioni del trefolo rotto vengono trasferite localmente agli altri trefoli e pu accadere che la tensione superi lo snervamento producendo una rottura a catena dei cavi di precompressione. i deviatori e le zone di ancoraggio devono essere opportunamente progettati per sopportare notevoli forze concentrate; la rottura delle zone di ancoraggio, nel caso di cavi esterni, comporta la totale perdita di precompressione legata alla mancanza di aderenza tra cavo e calcestruzzo;

a rottura, la capacit flessionale ultima degli elementi strutturali con precompressione esterna pu risultare inferiore a quella di elementi precompressi con cavi aderenti; Ci dovuto al fatto che i cavi non raggiungono mai lo snervamento per evidenti ragioni di equilibrio. si verifica una riduzione di eccentricit legata allesistenza di uno spostamento relativo tra cavo e trave in calcestruzzo (il cavo rimane rettilineo tra le due sezioni di ancoraggio mentre la deformata della trave non lineare); pu essere necessario dover incrementare la precompressione per compensare tale riduzione di eccentricit.

Ci deve indurre il progettista a unattenta valutazione sullutilizzo della precompressione esterna in funzione delle condizioni di utilizzo. Tale tecnica viene generalmente utilizzata in ponti a conci prefabbricati. Un esempio illustrato in figura 5.11 [Walther & Miehlbradt, 1994].

Figura 5.11 Impalcato da ponte a conci prefabbricati con precompressione esterna

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Occorre tener presente che tale tecnica comporta la presenza di cavi scorrevoli e dunque la perdita dellipotesi di perfetta aderenza tra acciaio e calcestruzzo e dunque un livello di sicurezza nei confronti della rottura inferiore rispetto al caso di cavi aderenti. Per tale ragione molti studi svolti nel passato si sono concentrati sulla valutazione della tensione a rottura dei cavi di precompressione. Per la mancanza di aderenza, essa non pu essere determinata dellincremento di tensione nel calcestruzzo, ma bens bisogna ricorrere ad unanalisi globale della deformabilit della struttura, che metta correttamente in conto la congruenza tra lallungamento complessivo del cavo e quello della fibra di calcestruzzo a livello del cavo. Per approfondimenti sullargomento si consulti la bibliografia specializzata [Naaman A.E., Alkhairi, 1991], [Bussi F., Morano,1990], [Mattock et al, 1971], [Mojtahedi S.& Gamble, 1978].

3.3. PRECOMPRESSIONE NON ADERENTE

MISTA

INTERNA

La precompressione mista viene in genere realizzata con precompressione interna a livello di soletta inferiore e superiore e una precompressione esterna applicata a livello delle nervature verticali che possono essere cos progettate con spessori minori essendo il getto meno difficoltoso. Esistono anche soluzioni con cavi interni non iniettati (protetti in stabilimento) che hanno il vantaggio di poter essere ri-tesati e/o sostituititi.

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