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Progetto del vano scala di un edificio in c.a.

adibito a civili abitazioni

SOMMARIO

1. INTRODUZIONE ........................................................................................................................... 2
2. MATERIALI ................................................................................................................................... 5
2.1. CALCESTRUZZO .................................................................................................................. 5
2.2. ACCIAIO ................................................................................................................................ 6
3. PREDIMENSIONAMENTO .......................................................................................................... 7
4. ANALISI DEI CARICHI .............................................................................................................. 11
5. MODELLAZIONE E SCHEMA STATICO ................................................................................ 15
5.1. RISOLUZIONE SCHEMA STATICO ................................................................................. 16
6. PROGETTO DELLE ARMATURE ............................................................................................. 19
6.1. PROGETTO DELL’ARMATURA A FLESSIONE ............................................................. 20
6.2. CALCOLO LUNGHEZZA DI ANCORAGGIO .................................................................. 26
6.3. VERIFICA A TAGLIO ......................................................................................................... 27

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Progetto del vano scala di un edificio in c.a. adibito a civili abitazioni

1. INTRODUZIONE

La presente relazione è redatta secondo le prescrizioni e le indicazioni delle nuove norme tecniche
D.M. 14/01/2008 e riporta il progetto e le verifiche strutturali di una scala in c.a. che collega
verticalmente i quattro piani di cui è costituito l’edificio oggetto della progettazione strutturale.

Tale struttura è realizzata in calcestruzzo armato ed è di tipo misto equivalente a pareti in classe di
duttilità alta. L'edificio è destinato ad uso abitativo ed è situato a Cosenza.

La planimetria del piano tipo dell'edificio in esame è riportata in Figura .

Figura 1: Planimetria del piano tipo

L’edificio è costituito, in pianta, da due porzioni di fabbricato del tutto simmetriche rispetto all’asse
verticale. Si è scelto, dunque, di separare i due blocchi per mezzo di un giunto sismico di 10 cm di
larghezza, idonea ad evitare fenomeni di martellamento.

Inoltre, si è deciso di inserire un altro giunto sismico, avente le stesse dimensioni, in corrispondenza
del vano scala, al fine di isolarlo dal resto della struttura.

Si procedere, quindi, con la progettazione del vano scala scorporato dal complesso strutturale; la sua
presenza non comporterà alcuna alterazione o influenza sul resto dell’edificio e perciò potrà essere
progettato in maniera indipendente dallo stesso.

In generale, le scale hanno il compito di collegare tra loro i vari piani dell'edificio e, in alcuni casi,
hanno valenza monumentale.

Da un punto di vista statico, hanno il compito di resistere alle azioni verticali e orizzontali.

Esistono differenti tipologie di scale; quella oggetto della progettazione sarà una scala a soletta
rampante. In tal caso la scala è costituita da una soletta inclinata che costituisce l’elemento strutturale
e da i gradini, che costituiscono un peso portato dalla soletta. I gradini, pur non avendo una funzione

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strutturale, sono gettati in opera con il resto della struttura a costituire un blocco monolitico di
calcestruzzo.

La scala, in generale, è costituita da quattro elementi:

 Rampa di arrivo;
 Rampa di partenza;
 Soletta;
 Gradini.

Ai fini della progettazione di un vano scala si definisce:

 Gabbia, l'insieme di tutte le strutture portanti che individuano lo spazio della scala;
 Anima, l'insieme delle strutture portanti eventualmente presenti al centro della scala;
 Pozzo o tromba; il vuoto individuato dalla parte interna di sviluppo delle rampe nel caso in cui
non sia presenta la struttura d'anima.

Il senso di percorrenza di una scala viene convenzionalmente rappresentato in pianta con una linea
continua e con una freccia posta all'estremo superiore della linea. Tale linea indica sempre il senso di
salita. Una scala si definisce destrorsa se la linea di percorrenza si svolge in senso orario nei punti di
cambiamento di direzione e sinistrorsa nel caso contrario (senso antiorario).

Si definisce inoltre:

 Altezza di piano o interpiano, la distanza misurata verticalmente tra gli estradossi di due piani
immediatamente sovrapposti;
 Altezza libera di piano, la distanza misurata verticalmente tra l'estradosso di un piano e
l'intradosso di quello immediatamente soprastante.

La planimetria generale della scala oggetto del progetto è riportata in Figura 2.

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Figura 2: Planimetria scala

Dalla figura precedente si può notare che la gabbia del vano scala oggetto della progettazione ha
dimensioni 2,60 m x 4,90 m. Inoltre la scala risulta composta da due rampe, ognuna larga 1,20 m e
lunga 2,70 m, e pianerottoli di profondità pari a 1,10 m. Al centro del vano scala è presente un'anima
di dimensioni 0,20 m x 2,70 m.

Per come si configura il vano scala verrà progettata, dunque, una scala a doppia rampa.

L'altezza di piano o interpiano, da vincere per mezzo della scala è pari a 3,20 m.

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2. MATERIALI

Nel presente capitolo sono descritti i materiali impiegati per la realizzazione della scala. Nel caso in
esame, il progetto prevede che la struttura sia realizzata in calcestruzzo armato, quindi, i materiali
utilizzati saranno il calcestruzzo e l’acciaio da armatura.

2.1. CALCESTRUZZO

Il calcestruzzo considerato è di classe C25/30, le cui caratteristiche meccaniche sono riportate in


Tabella 1:

Calcestruzzo
Rck[MPa] 30
fck[MPa] 25
fcd[MPa] 14.11
fcm[MPa] 33
Ecm[MPa] 31476
fctm[MPa] 2.56
fctk[MPa] 1.80
γc 1.5

Tabella 1: Caratteristiche meccaniche calcestruzzo C25/30

Per quanto riguarda il legame costitutivo del calcestruzzo, è possibile adottare modelli rappresentativi
del reale comportamento del materiale, quali diagramma parabola rettangolo, triangolo rettangolo, o
stress block. Tali modelli sono definiti a partire dalla resistenza di calcolo fcd e dalla deformazione
ultima εcu del conglomerato. In particolare si farà riferimento a un legame costitutivo di tipo stress-
block (Figura 3) che, pur semplificando significativamente il comportamento reale del calcestruzzo, ne
interpreta bene il comportamento meccanico (§4.1.2.1.2.2):

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= . %
= . %

Figura 3: Legame costitutivo stress-block

2.2. ACCIAIO

Come indicato dalla Normativa (§7.4.2.2) è consentito utilizzare esclusivamente acciaio per armatura
B450C. Le caratteristiche meccaniche dell’acciaio sono riportate in Tabella 2.

Acciaio
fyk[MPa] 450
fyd[MPa] 391.30
Es[MPa] 210000
γs 1.15

Tabella 2: Caratteristiche meccaniche acciaio B450C

Anche per quanto concerne il legame costitutivo dell’acciaio è possibile adoperare opportuni modelli
rappresentativi del comportamento reale dell’acciaio, quali il legame elastico-incrudente ed elasto-
plastico perfetto (§4.1.2.1.2.3). Nel caso in esame si è scelto di adottare il legame costitutivo
dell’acciaio del tipo elasto-plastico perfetto a deformazione illimitata (Figura 4):

Figura 4: Legame costitutivo elastico-perfettamente plastico indefinito

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3. PREDIMENSIONAMENTO

La scala oggetto della progettazione risulta composta da due rampe, ognuna larga 1,20 m e lunga 2,70
m, e smontanti in pianerottoli di profondità pari a 1,10 m.

La scelta progettuale legata al dimensionamento della larghezza della rampa è legata allo standard di
sicurezza che la scala stessa deve garantire, a seconda del deflusso per essa previsto. Gli schemi
successivi (Figura 5) illustrano gli ingombri legati alle presenza di una o più figure umane su una
rampa.

Figura 5: Larghezze standard scale

In generale si consigliano le seguenti dimensioni:

 Scale di servizio: 0,80 ÷1,00 m;


 Scale comuni: 1,00 ÷ 1,30 m;
 Scale signorili: 1,30 ÷ 1,50 m;
 Scaloni d'onore: 1,50 ÷ 3,00 m ed oltre.

In merito al dimensionamento dei gradini di cui si compone la rampa, si ricorre alla relazione di
Blondel inerente il calcolo di alzata, , e pedata, p:

2 + = 62 ÷ 64

Tale relazione stabilisce un preciso rapporto tra l'alzata e la pedata di un gradino, in modo tale che
esso sia percorribile in condizioni di comfort e sicurezza. Il grafico riportato in Figura 6 illustra
l'andamento del rapporto tra alzata e pedata secondo tale formula.

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Figura 6: Schema redatto sulla base della formula di Blondel

Come è possibile osservare, all'aumentare della pendenza della rampa, il passo dell'utente che la
percorre si accorcia per bilanciare lo sforzo necessario per superare il dislivello verticale.

Nel caso in esame si è scelto di progettare gradini con una alzata pari a 16 cm ed una pedata di 30 cm.
Per cui:

= 16 = 30

Si indica con α l'angolo dato da:

Esso risulta pari a 28°.

Inoltre, si indica con l l'ipotenusa relativa al triangolo di lati e p e angolo α, pari a 26,47 cm (Figura
7).

Figura 7: Geometria gradino

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Per quanto riguarda il predimensionamento della soletta, invece, dipende dalla luce e dalla condizione
di vincolo alle estremità della stessa. Se la scala è schematizzata come appoggiata ad una trave e i
pilastri ad essa corrispondenti sono distanti, il vincolo è deformabile da una punto di vista rotazionale.
Se i pilastri sono ravvicinati, invece, si può considerare un vincolo di incastro. Questa assunzione è
tanto più vera quanto più si è ai piani bassi.

I due casi limite di vincolo suddetti, possono anche essere considerati per simulare la fase in cui il
calcestruzzo è giovane, per cui presenta una rigidezza non sviluppata (condizione simulabile con un
vincolo di appoggio), e la fase di calcestruzzo completamente maturato, per cui presenta una rigidezza
sviluppata (condizione simulabile con un vincolo di incastro).

Lo spessore della soletta dipende, dunque, dalla luce della rampa secondo i seguenti rapporti:

 ÷ della luce nel caso di appoggi semplici;

 ÷ della luce nel caso di incastri perfetti.

Nel caso in esame, si suppone, a vantaggio di sicurezza, che il vincolo tra scala e trave è di tipo
cedevole, per cui lo spessore minimo della soletta della rampa risulterà pari a:

1
= ∙ 2.70 = 11.25
24

essendo la lunghezza della rampa pari a 2,70 m. Poiché nella pratica progettuale si preferiscono
spessori di rampe compresi tra 16 ÷ 18 cm, si arrotonda per eccesso lo spessore fino a 16 cm. Non si
utilizzano spessori maggiori al fine di ridurre il peso complessivo della scala.

Lo schema successivo, riportato in Figura 8, riassume e illustra la geometria della scala, raffigurando
una sezione longitudinale della stessa.

Figura 8: Sezione longitudinale scala

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Le dimensioni ottenute dal predimensionamento sono riassunte nelle seguenti tabelle (Tabella 3, 4, 5).

RAMPA
Larghezza 1.2 m
Lunghezza 2.7 m
Spessore minimo (smin) 10 cm
Spessore scelto (s) 16 cm

Tabella 3: Dimensioni RAMPA - Predimensionamento

GRADINO
Alzata (a) 16 cm
Pedata (p) 30 cm
α 28 °
Lunghezza (lg) 26.47 cm

Tabella 4: Dimensioni GRADINO - Predimensionamento

PIANEROTTOLO
Lunghezza 1.1 m
Larghezza 2.6 m
Spessore (s1) 20 cm
Spessore (s2) 20 cm
Spessore (s3) 20 cm
Sfalsamento dei gradini (x1) 3.50 cm
Sfalsamento dei gradini (x2) 26.5 cm
Sfalsamento dei gradini (x3) 26.5 cm

Tabella 5: Dimensioni PIANEROTTOLO - Predimensionamento

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4. ANALISI DEI CARICHI

Al fine di procedere al progetto dei quantitativi di armatura da disporre all'interno della sezione
resistente è necessario stimare l'entità delle caratteristiche della sollecitazione. È fondamentale, quindi,
determinare con precisione il valore dei carichi agenti sulla struttura stessa.

Tutti i materiali impiegati per realizzare i diversi elementi costituenti la scala sono stati selezionati
sulla base di considerazioni di natura tecnologica. La stratigrafia è riportata in Figura 9.

Figura 9: Stratigrafia rampa

In particolare, si sottolinea che il calcestruzzo impiegato per realizzare i gradini è del tipo leggero.
Questa scelta è mirata a ridurre il peso proprio della scala ed è giustificata dal fatto che i gradini, nel
caso di scala a soletta rampante, non ricoprono una funzione strutturale, bensì costituiscono un peso
portato dalla soletta.

Il rivestimento deve essere realizzato con materiali fortemente resistenti all'usura e, pertanto, la scelta
è ricaduta sul marmo.

L'intera scala è stata scomposta in tratti rappresentativi i pianerottoli e la rampa, come rappresentato in
Figura 10.

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Figura 10: Schematizzazione tratti rampa

La quantificazione dei carichi per i diversi tratti è riportata di seguito.

 RAMPA

Peso proprio strutturale:

Materiale Peso specifico γ [kN/m3] Spessore soletta s [m] α [°] G1k [kN/m2]
calcestruzzo 25 0.16 28.07 4.53

Peso proprio non strutturale:

Peso specifico γ
Materiale a [m] p [m] s [m] h [m] G2ki [kN/m2]
[kN/m3]
calcestruzzo leggero 14 0.16 0.3 1.12
marmo per l'alzata 27 0.16 0.3 0.02 0.14 0.25
marmo per la pedata 27 0.3 0.02 0.32 0.58
malta per l'alzata 14 0.16 0.3 0.02 0.16 0.15
malta per la pedata 14 0.3 0.02 0.30 0.28
intonaco 14 0.3 0.02 0.265 0.25
TOTALE 2.62

Carico variabile:

In accordo con quanto prescritto nel §3.1.4 delle NTC-08, Tabella 3.1.II, le scale comuni ricadono in
categoria C2, ovvero in ambienti suscettibili ad affollamento. Il carico d'esercizio per la categoria
suddetta è:

= 4.00 ⁄

Le azioni determinate sono riferite ad una superficie di un metro quadro. Poiché gli elementi strutturali
costituenti la scala saranno modellati come elementi monodimensionali (trave), è necessario
trasformare le precedenti pressioni in carichi distribuiti linearmente. Il passaggio viene eseguito
moltiplicando il valore riferito all'unità di superficie per la dimensione della base della rampa.

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, = ∙ = 4.53 ∙ 1.20 = 5.44

, = ∙ = 2.62 ∙ 1.20 = 3.15

, = ∙ = 4.00 ∙ 1.20 = 4.80

Infine, si procede alla combinazione dei carichi allo Stato Limite Ultimo, in combinazione
fondamentale, secondo la relazione riportata nel §2.5.3 delle NTC-08:

= ∙ + ∙ + ∙ = 19 /

dove = 1.3 e = = 1.5 sono i coefficienti parziali di sicurezza per le azioni, i cui valori
sono definiti in Tabella 2.6.I, §2.6.1 NTC-08.

 PIANEROTTOLI

Peso proprio strutturale:

Materiale Peso specifico γ [kN/m3] Spessore soletta s [m] α [°] G1k [kN/m2]
calcestruzzo 25 0.2 0.00 5.00

Peso proprio non strutturale:

Peso specifico γ
Materiale s [m] G2ki [kN/m2]
[kN/m3]
marmo 27 0.02 0.54
malta 14 0.02 0.28
intonaco 14 0.02 0.28
TOTALE 1.10

Carico variabile:

anche per i pianerottoli si considera una carico variabile pari a:

= 4.00 ⁄

Il passaggio da carico per unità di superfici a carico per unità di lunghezza viene eseguito
moltiplicando il valore riferito all'unità di superficie per la semilunghezza del pianerottolo:

, = , = ∙ = 5.00 ∙ 1.30 = 6.50


2

, = , = ∙ = 1.10 ∙ 1.30 = 1.43


2

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= = ∙ = 4.00 ∙ 1.30 = 5.20


2

Infine, si procede alla combinazione dei carichi allo SLU in combinazione fondamentale:

= ∙ + ∙ + ∙ = 18.40 /

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5. MODELLAZIONE E SCHEMA STATICO

La modellazione della scala a soletta rampante può essere effettuata utilizzando elementi
monodimensionali (beam - A in Figura 11) o in alternativa elementi bidimensionali (shell - B in Figura
11) modellando la scala come una piastra incastrata alle travi di piano e intermedie.

Figura 11: Modellazione scala

Gli schemi di calcolo che si adottano per la modellazione della scala a soletta rampate sono
rappresentati in Figura 12.

Il primo schema è relativo ad un telaio a due nodi spostabili, il secondo ad un telaio ad un solo nodo
spostabile, mentre il terzo è uno schema semplificato a trave.

Figura 12: Schemi statici scala

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Ad ogni schema è necessario applicare i carichi distribuiti q e q , rispettivamente, carico distribuito


sulla rampa e carico distribuito sul pianerottolo, definiti al capitolo precedente.

5.1. RISOLUZIONE SCHEMA STATICO

Lo schema statico impiegato per la modellazione della scala è rappresentato nell'immagine seguente
(Figura 13), dove i segmenti AB e CD rappresentano i pianerottoli, mentre il segmento BC corrisponde
ad una rampa della scala, per cui l'altezza AD è pari alla metà dell'altezza di interpiano, ovvero è pari a
1,50 m. In corrispondenza dei nodi B e C, ovvero al termine del pianerottolo di partenza e all'inizio di
quello d'arrivo è stato inserito un vincolo di appoggio-cerniera in maniera tale da impedire gli
spostamenti lungo gli assi, mentre in A e in D, punti terminali dei pianerottoli, si impone un vincolo di
incastro con il resto della struttura.

Figura 13: Schema statico scala (adottato)

Si è utilizzato il software “Ftool” per la risoluzione dello schema statico. I risultati sono riportati in
Tabella 6.

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s [m] N [kN] T [kN] M [kN m]


A 0 0 -1.1 2.2
B 1.1 0 -21.3 -10
B 0 -14.2 22.8 -10
1.42 0 0 6.1
C 2.83 14.2 -22.8 -10
C 0 0 21.3 -10
D 1.1 0 1.1 2.2

Tabella 6: Risultati risoluzione schema statico - sollecitazioni scala

Nelle figure seguenti (Figure 14, 15, 16 e 17) si illustrano rispettivamente lo schema statico di calcolo,
i diagrammi dello sforzo normale, del taglio e del momento flettente associati allo schema stati
precedente.

Figura 14: Schema statico di calcolo (adottato)

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Figura 15: Sforzo normale

Figura 16: Taglio

Figura 17: Momento flettente

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6. PROGETTO DELLE ARMATURE

Con i valori calcolati nel precedente capitolo si dimensiona il quantitativo di armatura longitudinale
necessaria alla scala, trattando la stessa come fosse una trave.

Al fine di determinare il quantitativo di armatura longitudinale necessario lungo la scala, si farà


riferimento al massimo valore del momento flettente agente, in modulo. Tale valore rappresenta,
infatti, l’azione sollecitante rispetto alla quale si affronta la prima fase del progetto per flessione della
soletta. Il quantitativo di armatura stabilito, sia in zona tesa che in zona compressa, in corrispondenza
della sezione sottoposta al suddetto valore del momento flettente, verrà successivamente adattato
all’entità del momento flettente nelle restanti sezioni della rampa, al fine di ottimizzarne la
progettazione.

La sezione considerata ha dimensioni pari a:

= 1200

= 160

Secondo quanto prescritto dalla Normativa (4.1.6.3), al fine di proteggere le armature dalla corrosione,
lo strato di ricoprimento del calcestruzzo (copriferro) deve essere dimensionato in funzione
dell’aggressività dell’ambiente, della classe di calcestruzzo impiegato e del tipo di elemento strutturale
realizzato. Con riferimento alla Tabella C4.1.IV, riportata nella Circolare Esplicativa (Figura 18), il
copriferro minimo previsto per la classe C25/30, per ambiente ordinario e per elementi strutturali a
piastra è pari a 20 mm. Si sceglie, pertanto, un copriferro pari a c = 25 mm.

Figura 18: Tabella C4.1.IV – Copriferro minimo in mm (Circolare esplicativa delle NTC 08)

Avendo imposto il valore del copriferro, è possibile determinare l’altezza utile della sezione, come:

= − = 160 − 25 = 135

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6.1. PROGETTO DELL’ARMATURA A FLESSIONE

Il momento flettente massimo tende le fibre superiori, ma per semplificare la trattazione si ipotizza di
ruotare la sezione, in modo che le fibre inferiori risultino tese e quelle superiori compresse (Figura 19).

Il valore più elevato del momento flettente è quello in corrispondenza delle sezioni in B e in C dello
schema di calcolo precedentemente riportato, ovvero le sezioni di incastro tra il pianerottolo e la
rampa. Per tali sezioni si registra un momento massimo negativo pari a:

, ( ) = 10.0

Figura 19: Sezione soggetta al massimo momento flettente negativo

Come è noto la progettazione della sezione di c.a. inflessa non può prescindere dalla formulazione di
una serie di ipotesi, che occorre verificare successivamente:

 Meccanismo di crisi: si suppone che la crisi avvenga con il calcestruzzo schiacciato e che
l’armatura in trazione ed in compressione sia snervata. Questo comporta che la fibra
maggiormente sollecitata di calcestruzzo abbia raggiunto la deformazione ultima (εc = εcu ) e
che il valore di deformazione dell’armatura abbia superato quello corrispondente al limite di
snervamento (εs ≥ εyd ed εs’ ≥ εyd ). Nella prima fase di progetto dell’elemento inflesso viene
trascurata la presenza dell’armatura compressa, il cui quantitativo viene stabilito in un secondo
momento, al fine di garantire un valore minimo di duttilità alla sezione.
 Legami costitutivi del calcestruzzo e dell’acciaio (già riportati nel §2).

In Figura 20 si riporta la rappresentazione della sezione da progettare ed i diagrammi delle tensioni e


delle deformazioni definiti sulla base delle ipotesi di progetto.

Figura 20: Stato tensionale sezione

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Imponendo l’equilibrio alla rotazione attorno alla risultante di compressione, si ha:

∙ ( − 0.4 ∙ ) =

dove:

 è l’area di acciaio teso;


 è la profondità dell’asse neutro;
 = è il momento resistente, uguagliato, in fase di progetto, al momento flettente

Dall’equazione scritta segue che:

, ≥
· ∙ (1 − 0,4 · )

Sostituendo i valori numerici, si ottiene:

10.00 · 10
, ≥ = 555.62
391.30 · 135 ∙ (1 − 0.4 · 0,2593)

Scegliendo di adottare barre di diametro pari a 12 mm, l’area della sezione della singola barra è pari a :

· 12
= = 113.10
4

da cui:

,
= 4.91

Il numero di barre necessarie per armare la soletta in zona tesa in corrispondenza della sezione
analizzata è, pertanto, pari a 5. Si inseriscono comunque 7 barre, al fine di ridurre l’interasse tra le
stesse, che altrimenti risulterebbe troppo ampio:

= 7 12 = 679

Una volta definito il quantitativo di armatura necessaria occorre, però, verificare le ipotesi fatte
precedentemente. Occorre innanzitutto determinare la posizione dell’asse neutro della sezione. Si
procede impostando l’equazione di equilibrio alla traslazione:

− =0

dove:

 = · 0.8 · · è la risultante di compressione nel cls;


 = ∙ è la risultante di trazione nell’acciaio.

Si ricava:


=
∙ 0.8 ∙

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Sostituendo i valori numerici si ottiene:

565.49 ∙ 391.30
= = 16.34
1200 ∙ 0.8 ∙ 14.11

Si ricava, quindi, il reale valore del parametro ξ:

= / = 0.121

Tale valore risulta inferiore al limite imposto dalla Normativa.

Si verifica se il collasso avviene, come ipotizzato, per crisi del calcestruzzo con armatura tesa
snervata. Per far ciò si determina la deformazione dell’acciaio teso in funzione della deformazione
ultima del calcestruzzo, che risulta esser nota (εcu = 0,35 %).

Dalle relazioni di similitudine tra triangoli, in riferimento al diagramma delle deformazioni (Figura
20), si può scrivere:

=

Da cui si ha:

( − ) 0.0035 · (135 − 16.34)


= = = 0.025
16.34

La deformazione dell’acciaio allo snervamento è pari a:

391.30
= = = 1.86 · 10
210000

Essendo εs ≥ εyd , si può concludere che l’acciaio teso è snervato e, dunque, l’ipotesi fatta circa il
meccanismo di crisi della sezione di c.a. è corretta.

A garantire la resistenza della sezione è sufficiente la sola armatura tesa appena progettata, avendo
infatti trascurato la presenza di quella compressa. Tuttavia quest’ultima deve essere introdotta al fine
di garantire un valor minimo per la duttilità della sezione stessa. Si ricorda che in un moderno
approccio progettuale il concetto di duttilità è fondamentale per definire le condizioni di sicurezza
strutturale. La relazione imposta dalla NTC2008 (7.4.6.2.1) è:

0.0018
≥ −
∙ ∙

dove:
.
 = = = 0.0029 è la percentuale geometrica di armatura tesa;
∙ ∙

 ’ = è la percentuale geometrica di armatura compressa;

 è il fattore di duttilità, scelto pari a 6.

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Sostituendo si ottiene:

0.0018 ∙ 14.11
’ ≥ 0.0029 – = −0.0029
1.86 ∙ 10 ∙ 391.30 ∙ 6

Risultando ’ negativo implica che non è necessario inserire l'armatura per duttilità. Nonostante ciò si
decide di inserire comunque un'armatura compressa di 2ϕ12 per consentire l'aggancio degli spilli.
Pertanto:

′ = 2 12 = 226.19

Si dispone, però, nel corrente compresso, lo stesso quantitativo di armatura calcolata per il corrente
teso ( = 7 12) dal momento che è necessario inserire almeno una barra di armatura ogni 20/25 cm
per evitare fenomeni di fessurazione da ritiro nel calcestruzzo.

Con riferimento al paragrafo 4.1.6.1.1 della Normativa, si verifica che siano garantiti i minimi da essa
imposti.

, = 0.26 ∙ ( / )∙ ∙ e comunque non minore di 0.0013 ∙ ∙

, = 0.04 ∙

dove:

 = 0.30 ∙ = 0.30 ∙ 25 = 2,56 è la resistenza media a trazione del


calcestruzzo per classi ≤ C50/60;
 = 450 è il valore caratteristico della resistenza allo snervamento dell’acciaio;
 = = 1200 è la base della sezione;
 = 135 è l’altezza utile della sezione.

Sostituendo i valori numerici si ottiene:

, = 240.

= 679 > ,

La verifica risulta così soddisfatta.

Inoltre:

0.0013 ∙ ∙ = 0.0013 ∙ 1200 ∙ 135 = 201.6

= 565.5 > 0.0013 ∙ ∙

, = 0.04 ∙ = 0.04 ∙ 1200 ∙ 160 = 7680

23
Progetto del vano scala di un edificio in c.a. adibito a civili abitazioni

= 679 < ,

Le verifiche risultano essere tutte soddisfatte.

E’ necessario, però, effettuare anche un controllo sul valore assunto dall’interferro:

−2∙ −
= −
−1

Sostituendo si ottiene:

= 177

Il valore dell’interferro ottenuto risulta essere superiore a 20 mm, valore minimo consigliabile e
prescritto nella vecchia Normativa.

Il progetto delle sezioni B e C è così concluso. È necessario, però, verificare che i quantitativi di
armatura precedentemente determinati in tali sezioni siano idonei a resistere al valore massimo del
momento positivo, che si ha (vedi Figura 17) nella mezzeria del tratto inclinato BC.

Facendo riferimento al massimo valore del momento flettente positivo (ovvero quello che tende le
fibre inferiori), si procede ad una rapida verifica di resistenza che riguarda le 2barre ϕ12 previste nella
parte inferiore della sezione secondo il precedente progetto.

Il valore massimo del momento flettente positivo si registra in corrispondenza della sezione di ascissa
curvilinea s=1,42 m, lungo la rampa BC:

, ( ) = 6.10

Il momento resistente può essere approssimato secondo l’espressione:

≅ ∙ ∙ 0.9 ∙

Nell’espressione As è l’armatura in zona tesa, ovvero quella che risultava essere compressa in
corrispondenza delle sezioni B e C:

= 6 12 = 2 ∙ ( ∙ 122)/4 = 679

Sostituendo i valori numerici si ottiene:

≅ 32.26

La verifica di resistenza risulta soddisfatta avendo ottenuto che > , ( ).

Volendo garantire ancora una volta una duttilità minima pari a 6, si verifica quale sia il numero di
barre, delle 6 previste nel precedente progetto, effettivamente necessario in zona compressa.

Si ripropone la relazione imposta dalla Normativa (7.4.6.2.1)::

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Progetto del vano scala di un edificio in c.a. adibito a civili abitazioni

0.0018
≥ −
∙ ∙

dove:
.
 = = = 0.00118 è la percentuale geometrica di armatura tesa;
∙ ∙

 ’ = è la percentuale geometrica di armatura compressa;

 è il fattore di duttilità, scelto pari a 6.

Sostituendo si ottiene:

0.0018 ∙ 14.11
’ ≥ 0.00118 – = −0.0046
1.86 ∙ 10 ∙ 391.30 ∙ 6

Risultando ’ negativo implica che non è necessario inserire l'armatura per duttilità. Nonostante ciò si
decide di inserire comunque un'armatura compressa pari a quella tesa, cioè 6ϕ12. Pertanto:

′ = = 6 12 = 679

Con riferimento al paragrafo 4.1.6.1.1 della Normativa, si verifica che siano garantiti i minimi da essa
imposti, come fatto anche per le sezioni B e C precedentemente.

, = 0.26 ∙ ( / )∙ ∙ e comunque non minore di 0.0013 ∙ ∙

, = 0.04 ∙

dove:

 = 0.30 ∙ = 0.30 ∙ 25 = 2,56 è la resistenza media a trazione del


calcestruzzo per classi ≤ C50/60;
 = 450 è il valore caratteristico della resistenza allo snervamento dell’acciaio;
 = = 1200 è la base della sezione;
 = 135 è l’altezza utile della sezione.

Sostituendo i valori numerici si ottiene:

, = 240

= 679 > ,

Inoltre:

0.0013 ∙ ∙ = 0.0013 ∙ 1200 ∙ 135 = 201.6

= 679 > 0.0013 ∙ ∙

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Progetto del vano scala di un edificio in c.a. adibito a civili abitazioni

, = 0.04 ∙ = 0.04 ∙ 1200 ∙ 160 = 7680

= 679 < ,

Le verifiche risultano essere tutte soddisfatte.

E’ necessario, però, effettuare anche un controllo sul valore assunto dall’interferro:

−2∙ −
= −
−1

Sostituendo si ottiene:

= 177

Il valore dell’interferro ottenuto risulta essere superiore a 20 mm, valore minimo consigliabile e
prescritto nella vecchia Normativa.

6.2. CALCOLO LUNGHEZZA DI ANCORAGGIO

Infine, al fine di scongiurare crisi per pull-out si determina la lunghezza di ancoraggio. L’armatura
longitudinale progettata dovrà essere prolungata oltre la sezione in cui è efficace ai fini della resistenza
di una quantità pari a:


=
4∙

dove:

 = 12 ;
 = 391.30 ;
 = :
. ∙ ∙
 zona compressa: = = 2.69

, = 436 ⇒ = 45

. ∙ ∙
 zona tesa: f = = 1.80 MPa
. ∙

, = 654 ⇒ = 70

I minimi imposti dalla Normativa (§4.1.6.1.4) sono l , = max{4ϕ; 200mm} = 200 mm e


risultano, quindi, verificati.

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Progetto del vano scala di un edificio in c.a. adibito a civili abitazioni

6.3. VERIFICA A TAGLIO

La scala oggetto della progettazione è del tipo a soletta rampante. Ne consegue che essa dovrà
rispettare i requisiti imposti dalla Normativa vigente in merito di solai.

In particolare, nel §4.1.2.1.3.1, le NTC-08 prescrivono che è consentito l'impiego di solai, piastre e
membrature a comportamento analogo, sprovviste di armature trasversali resistenti a taglio. La
resistenza a taglio di tali elemento deve essere valutata, utilizzando formule di comprovata affidabilità,
sulla base della resistenza a trazione del calcestruzzo.

La massima sollecitazione tagliante viene raggiunta in corrispondenza della sezione B (vedi Figura 14,
§5.1), in cui assume valore:

= 22.8

La verifica di resistenza allo SLU si pone con:

V ≥V

La resistenza a taglio, per la sezione di solo cls, si valuta con:

(100 ∙ ρ ∙ f )
V = 0.18 ∙ k ∙ + 0.15 ∙ σ ∙b ∙d≥ v + 0.15 ∙ σ ∙b ∙d
γ

dove:

 = 1 + (200⁄ ) = 2.22 > 2, = 2;
 = ⁄( ∙ ) = 0.0035 < 0.02 è il rapporto geometrico di armatura longitudinale;
 = ⁄ = 0.074 ⁄ < 2.82 ⁄ è la tensione media di compressione nella
sezione;
⁄ ⁄
 = 0.035 ∙ ∙ = 0.495.

Risulta:

V = 82.3 > 22.8 kN

Inoltre, risulta:

V = 82.3 kN > v + 0.15 ∙ σ ∙ b ∙ d = 81.84 kN

La verifica si ritiene soddisfatta.

È bene comunque inserire spilli di collegamento tra le armature longitudinali progettate nel paragrafo
precedente. In aggiunta all'armatura precedente si inserisce un'armatura complementare che funge da
irrigidimento della gabbia in fase di getto e permette di legare l'armatura longitudinale, nella misura
del 20% dell'armatura longitudinale.

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Progetto del vano scala di un edificio in c.a. adibito a civili abitazioni

Nel caso in esame, l'area complessiva dell'armatura longitudinale impiegata per le sezioni B e C è pari
a:

12
= 5∙ = 5 ∙ ∙ = 565.5
2

L'area minima per l'armatura trasversale è calcolata come di seguito:

, = 0.20 ∙ = 0.20 ∙ 565.5 = 113 .

Supponendo di impiegare staffe di diametro ϕ10, dal rapporto tra l'area dell'armatura minima
trasversale precedentemente calcolata e l'area complessiva di una staffa ϕ10, si ottiene il numero di
braccia della staffa, ovvero:

10
= ∙ = 78.54
2

,
= = .
= 2

Per cui si impiegheranno staffe ϕ10 a due braccia ogni 30 cm per la rampa, mentre si dispongono
staffe ϕ10 a due braccia ogni 20 cm per i pianerottoli.

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