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201403
Introduzione
In questa presentazione verranno illustrate
le tecnologie gestite da PRO_SAP per gli
interventi sugli edifici esistenti:
In cemento armato
Incamiciatura in CA
Incamiciatura in acciaio e CAM
Rinforzi FRP
In muratura
Intonaco armato
Iniezioni di miscele leganti e inserimento di
diatoni
Rinforzi FRP
2
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Edifici in cemento armato
La prima applicazione che vedremo sarà ad un
edificio in cemento armato. Una volta modellato
un edificio esistente è possibile assegnare le
armature ed effettuarne la verifica.
PRO_SAP consente di imputare le armature
con 3 metodi:
1. Il progetto simulato in accordo con le norme
dell’epoca
2. La generazione degli esecutivi e il check armature
CA
3. La definizione degli schemi armatura
Per ragioni di tempo non faremo in tempo ad
approfondire tutti i metodi, si realizzerà una
verifica schemi
3
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Metodi di analisi
C8.7.2.4 Metodi di analisi e criteri di verifica
Gli effetti dell’azione sismica, possono essere valutati con uno dei metodi di cui al § 7.3 delle NTC, con le seguenti precisazioni.
Ai fini delle verifiche di sicurezza, gli elementi strutturali vengono distinti in “duttili” e “fragili”. La classificazione degli
elementi/meccanismi nelle due categorie è fornita in C8.7.2.5 per le costruzioni in c.a. e in C8.7.2.7 per le costruzioni in acciaio.
I fattori di confidenza indicati nella Tabella C8A.1 servono a un duplice scopo:
a) per definire le resistenze dei materiali da utilizzare nelle formule di capacità degli elementi duttili e fragili; le resistenze medie,
ottenute dalle prove in situ e dalle informazioni aggiuntive, sono divise per i fattori di confidenza;
b) per definire le sollecitazioni trasmesse dagli elementi duttili a quelli fragili; a tale scopo, le resistenze medie degli elementi duttili,
ottenute dalle prove in situ e dalle informazioni aggiuntive, sono moltiplicate per i fattori di confidenza.
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Criteri di verifica
In PRO_SAP è possibile operare con le 3
differenti metodologie per la verifica degli edifici
esistenti previste dalla circolare:
1. Verifica con l’impiego del fattore di struttura
q - analisi lineare- (par. C8.7.2 circolare DM
14/1/2008 per edifici in C.A.)
2. Verifica con lo spettro elastico (q=1) - analisi
lineare - (par. C8.7.2 DM 14/1/2008)
3. Verifica con analisi statica non lineare –
Pushover – (par. 7.3.4.1 DM 14/1/2008, par
C8.7.2.4 circolare DM 14/1/2008 )
In questa presentazione vedremo un’applicazione
del metodo dello spettro elastico.
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Esempio di applicazione
Si considera quindi un edificio già
modellato, nel quale sono state
assegnate le armature attraverso gli
schemi armatura e si è impostata la
verifica con il fattore di struttura q=1
PRO_SAP consente di individuare gli
elementi non verificati con il consueto
menu delle verifiche SLU
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Esempio di applicazione
Per prima cosa si analizza lo stato di
fatto, in maniera tale da determinare su
quali elementi (travi, pilastri, nodi…) è
necessario intervenire e in quali
meccanismi (problemi dovuti al taglio,
alla deformabilità, alla verifica dei
nodi…)
Un nuovo menu individua le cosiddette
«carenze ante operam»
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Verifiche duttili
Verifiche fragili
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Verifica nodi
Verifica nodi
(OK se <1)
Per i nodi non
confinati sono
previste
verifiche a
trazione e
compressione
diagonale.
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Verifiche edifici esistenti
Le verifiche sono tutte normalizzate, quindi sono soddisfatte se < 1
- verifica duttili confronta la rotazione rispetto alla corda con la rotazione ammissibile data dal DM 08
- verifica fragili confronta il taglio con il taglio resistente
- verifica nodi confronta la sollecitazione nel nodo con la resistenza calcolata con le formule precedenti
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Individuazione
carenze ante-operam
Il menu delle carenze ante operam per le
travi deriva dal menu delle verifiche.
In mappa sono rappresentati solo gli
elementi non verificati e
- Per le verifiche duttili la % di non
verifica
- Per le verifiche fragili la carenza sia in
termini di taglio che di staffe equivalenti
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Individuazione
carenze ante-operam
Il menu delle carenze ante operam per i
pilastri deriva dal menu delle verifiche.
In mappa sono rappresentati solo gli
elementi non verificati e
- Per le verifiche duttili la % di non
verifica
- Per le verifiche fragili la carenza sia in
termini di taglio che di staffe equivalenti
- Per i nodi la carenza di taglio in
entrambe le direzioni
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Individuazione
carenze ante-operam
Le carenze ante operam sono
graficizzate in termini di sollecitazioni
sia in termini di area del ferro mancante
per fare risultare le verifiche
soddisfatte.
In fase di definizione degli interventi
sarà disponibile un’anteprima
dell’incremento di taglio conseguibile
con ciascun rinforzo, da confrontare con
la carenza ante operam. 13
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Tipologie di intervento
Una volta controllata la situazione
«ante-operam» è possibile definire gli
interventi di consolidamento e verificare
la situazione «post-operam»
Il DM 2008 prevede 3 tipi di intervento
Incamiciatura in CA
Incamiciatura in acciaio e beton plaquè
Inoltre:
• Linee guida per riparazione e rafforzamento di elementi strutturali, tamponature e partizioni.
Dipartimento Protezione Civile ~ ReLUIS
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Incamiciatura in c.a.
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Incamiciatura in c.a.
È sufficiente
aggiungere
all’archivio delle
sezioni quella che si
intende utilizzare
come sezione
rinforzata
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Incamiciatura in c.a.
Con il pulsante
«edita proprietà»
sarà possibile
specificare che si
tratta di una
sezione con rinforzi
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Incamiciatura in c.a. per le travi
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Incamiciatura in c.a. per
pilastri e nodi
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Incamiciatura in c.a.
Il materiale del pilastro interno esistente
deve essere uguale al materiale esterno
dell’incamiciatura
Il rinforzo si deve estendere per tutta la
lunghezza del D2
L’armatura dell’incamiciatura può essere
realizzata con un acciaio diverso da
quello esistente.
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Incamiciatura in c.a.
L’inserimento dell’incamiciatura in c.a.
modifica sia la massa che la rigidezza
del modello iniziale, pertanto non è
possibile gestire in un unico modello la
situazione ante operam e post operam,
sarà necessario realizzare 2 modelli.
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Individuazione
carenze ante-operam
Dal momento che variano le masse
e le rigidezze, nel caso di
inserimento della camicia in C.A. (e
solo per questo tipo di intervento)
non sarà disponibile il risultato
«carenze ante operam» per il
modello rinforzato, sarà disponibile
solo nel modello dello stato di fatto.
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Incamiciatura in c.a.
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Camicia
in CA
Continua, attraversa il solaio e
contribuisce alla resistenza
flessionale, nei criteri di progetto
assegnare:
- fyk sia per le armature longitudinali
che trasversali
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Incamiciatura in c.a.
Una volta fatte le impostazioni sui
materiali (che si distinguono per camicia
continua o discontinua), è possibile
verificare gli schemi di armatura delle
camicie in cemento armato.
Il programma terrà conto
automaticamente delle formule previste
dalla normativa per la determinazione
del confinamento, della resistenza e
capacità di rotazione.
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Incamiciatura in c.a.
Le verifiche, secondo il DM 2008, sono:
VERIFICHE CON q=1,5 - 3
Verifica N/M OK se < 0,9
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Effetti dell’incamiciatura
Le verifiche di resistenza a
pressoflessione e a taglio sono analoghe
a quelle delle sezioni non rinforzate.
Nelle verifiche duttili si tiene in conto
dell’effetto del confinamento del C.A.
attraverso le formulazioni dell’EC2 ed
EC8
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Confinamento del CLS
EC2 par 3.1.9
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Confinamento del CLS
EC8 par 5.4.3.2.2
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Incamiciatura in c.a. rinforzo nodi
Attraverso l’incamiciatura in c.a. è
possibile inserire anche l’intervento di
rinforzo dei nodi.
Viene richiesto il diametro, il passo e il
materiale delle staffe di rinforzo
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Incamiciatura in c.a. rinforzo nodi
Lapresenza delle staffe di rinforzo viene
tenuta in conto attraverso una
formulazione derivata al capitolo
7.4.4.3.1 del DM 2008
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Incamiciatura in c.a. rinforzo nodi
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Verifiche Post-Operam
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Incamiciatura in acciaio
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Incamiciatura in acciaio
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Incamiciatura in acciaio
La normativa prevede che
l’incamiciatura in acciaio dia solo
incrementi di duttilità, capacità
portante verticale e resistenza al
taglio.
Questo tipo di intervento non
aumenta il momento resistente
degli elementi strutturali, gli angolari
servono solo a confinare il C.A. e a
posizionare i calastrelli.
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Incamiciatura in acciaio
Per prima cosa è necessario definire
l’archivio dei rinforzi
PRO_SAP consente di definire:
rinforzi in acciaio di tipologia CAM
rinforzi in acciaio con angolari e calastrelli
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Incamiciatura in acciaio
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Incamiciatura in acciaio
L’archivio dei rinforzi consente di
inserire sia rinforzi con angolari e
calastrelli, sia CAM.
Fornisce, inoltre, un’anteprima dei
miglioramenti conseguibili in termini
di duttilità e resistenza al taglio
(ipotizzati per sezioni standard 30x30
per pilastro e 30x50 per trave).
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Incamiciatura in acciaio
Con il pulsante
«edita proprietà»
sarà possibile
specificare che si
tratta di una
sezione con rinforzi
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Incamiciatura in acciaio
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Incamiciatura in acciaio
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Incamiciatura in acciaio
È possibile selezionare il rinforzo definito
nell’archivio dei rinforzi
L’incamiciatura in acciaio può svilupparsi
per tutta la lunghezza dell’elemento D2
o solo per una parte
È possibile assegnare le caratteristiche
della piastra di rinforzo del nodo.
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Verifiche a taglio
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Verifiche a taglio
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Rinforzo nodi
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Verifiche Post-Operam
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Verifiche
La procedura da seguire è la seguente:
1. Realizzazione del modello dello stato di fatto.
2. Individuazione degli elementi (travi, pilastri,
nodi) che presentano «carenze ante
operam» e del valore della carenza.
3. Realizzazione dell’archivio dei rinforzi (che
fornisce un’anteprima dell’incremento
conseguibile).
4. Assegnazione dei rinforzi attraverso il
comando «edita proprietà»
5. Riesecuzione delle analisi e delle verifiche
6. Le verifiche «post operam» devono
risultare soddisfatte
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Consolidamento di edifici esistenti
in cemento armato e muratura
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Proprietà dei fibrorinforzi
Matrice
Fibre di polimerica COMPOSITO
Interfase
rinforzo
(fibre in
+ termoindurenti
(resine
es.
+ (migliora = •Monostrato
(da μm a
carbonio, l’aderenza tra
epossidica, fibra e mm)
vetro…) Vinilestere, •Multistarto
matrice)
Poliestere) (da 0.1 cm a
cm)
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Proprietà dei fibrorinforzi
Compositi preformati
• Lamine, barre, cavi
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Rinforzi con FRP su c.a.
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Proprietà dei fibrorinforzi
La resistenza specifica
(resistenza/densità) dei
compositi può
assumere valori fino a
nove volte superiori
rispetto a quelli esibiti
dai materiali tradizionali
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Proprietà dei fibrorinforzi
Coefficienti parziali di sicurezza sui materiali
Per gli stati limite ultimi, possibili valori da attribuire ai coefficienti
parziali γm , che nel caso dei materiali e dei prodotti di composito
fibrorinforzato vengono denotati con γf , sono suggeriti nella Tabella 3-
2, distinguendo i casi in cui il collasso avviene per rottura del materiale
o per delaminazione:
Dove:
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Proprietà dei fibrorinforzi
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Proprietà dei fibrorinforzi
Per gli stati limite ultimi i valori suggeriti per i coefficienti parziali γRd dei
diversi modelli di resistenza sono riportati Tabella 3-3.
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Rinforzi con FRP su c.a.
Lunghezza di ancoraggio
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Rinforzi con FRP su c.a.
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Rinforzi con FRP su c.a.
Modalità di applicazione:
Travi Pilastri
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Rinforzi con FRP su c.a.
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Rinforzi con FRP su c.a.
70
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Rinforzi con FRP su c.a.
71
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Rinforzi con FRP su c.a.
Dove:
• γel=1 per elementi secondari e 1,5 negli altri casi
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Rinforzi con FRP su c.a.
Msd ≤ MRd
Dove:
• Msd= momento sollecitante di
progetto
• MRd= momento resistente di
progetto
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Rinforzi con FRP su c.a.
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Rinforzi con FRP su c.a.
Dove:
• εfk: deformazione caratteristica a rottura del rinforzo
• εfdd: deformazione massima per la delaminazione
intermedia
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Rinforzi con FRP su c.a.
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Rinforzi con FRP su c.a.
Dove:
• VRd,s: contributo è il contributo dell’armatura trasversale di
acciaio, da valutarsi in accordo con la Normativa vigente
ponendo l’angolo di inclinazione delle fessure da taglio
rispetto all’asse dell’elemento, θ pari a 45°;
• VRd,f: contributo a taglio fornito dai fibrorinforzi
• VRd,c: è la resistenza della biella compressa di calcestruzzo
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Rinforzi con FRP su c.a.
Dove:
• θ=45°
• Β=90°
• wf=larghezza della fascia
• pf=passo delle fasce
• ffed=resistenza efficace di progetto la cui formula viene distinta
a seconda della disposizione delle fasce (ad U o completo
avvolgimento)
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Rinforzi con FRP su c.a.
Zone di sovrapposizione
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Rinforzi con FRP su c.a.
Verifica Nodi
Il calcolo dell’incremento di resistenza a trazione conseguibile nei
pannelli dei nodi non confinati va eseguito tenendo conto del contributo
del materiale fibrorinforzato nella direzione delle tensioni principali di
trazione e limitando la massima deformazione al valore 4‰
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Rinforzi con FRP su c.a.
Con il pulsante
«edita proprietà»
sarà possibile
specificare che si
tratta di una
sezione con rinforzi
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Rinforzi con FRP su c.a.
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Rinforzi con FRP su c.a.
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Rinforzi con FRP su c.a.
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Rinforzi con FRP su c.a.
Verifiche Post-Operam
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Rinforzi FRP su muratura
Dettagli geometrici
Lunghezza di ancoraggio
La tensione massima sopportabile dal fibrorinforzo è funzione della
lunghezza di ancoraggio che si riesce a garantire.
La lunghezza di ancoraggio che garantisce il massimo valore di tensione
è quella ottimale:
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Rinforzi FRP su muratura
Dettagli geometrici
Oss.
Nelle formule 4.2 e 4.3 fmk e fmtm sono riferiti ai blocchi. In sostanza la
delaminazione è funzione solo delle caratteristiche dei blocchi e non
dipende dalla direzione. Il programma in assenza del valore fbck assume
fbck=fmk; questo consente in caso di non accordo con la ns.interpretazione
di implementare 4.2 e 4.3 con fmk (della muratura e non dei blocchi).
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Rinforzi FRP su muratura
Dettagli geometrici
Ipotesi di applicazione
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Rinforzi FRP su muratura
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Rinforzi FRP su muratura
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Rinforzi FRP su muratura
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Altri tipi di intervento su muratura
Tabella C8A.2.1
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Altri tipi di intervento su muratura
Nell’archivio dei
materiali è necessario
inserire i valori che
derivano dalle prove,
oppure quelli della
tabella C8A.2.1
I valori dei coefficienti
di sicurezza e dei fattori
di confidenza vengono
definiti dall’utente e
assegnati in automatico
dal programma in fase
di verifica.
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Altri tipi di intervento su muratura
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Altri tipi di intervento su muratura
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Altri tipi di intervento su muratura
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Grazie per l’attenzione!
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Rinforzo con FRP su c.a.
Dove:
• fl,eff=pressione efficace di
confinamento calcolata
assumendo una deformazione
ridotta di calcolo del composito
fibrorinforzato data da:
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