CORSO DI PONTI
5.0. PONTI
5.1. PONTI STRADALI 5.1.1. Oggetto 5.1.2. Prescrizioni Generali 5.1.3. Azioni sui ponti stradali 5.1.4. Verifiche di sicurezza 5.1.5. Strutture portanti 5.1.6. Vincoli 5.1.7 Opere accessorie.
NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI NORME DI TIPO PRESTAZIONALE Capitolo 5. PONTI STRADALI 1. Oggetto 2. Prescrizioni Generali 2.1. Premesse In sede di progetto vanno definite le caratteristiche generali del ponte, ovvero la sua localizzazione, la destinazione e la tipologia, le dimensioni principali, il tipo e le caratteristiche dei materiali strutturali impiegati ed il tipo delle azioni considerate ai fini del suo dimensionamento. In sede di realizzazione si accerter che le modalit tecnico esecutive adottate nellesecuzione dellopera siano rispondenti alle assunzioni ed alle prescrizioni di Progetto ed alle specifiche di Capitolato. 2.2. Geometria della Sede Stradale Per larghezza della sede stradale del ponte, si intende la distanza misurata ortogonalmente allasse stradale tra i punti pi interni dei parapetti. 2.3. Altezza Libera Nel caso di un ponte che scavalchi una strada ordinaria, laltezza libera al di sotto del ponte non dove essere in alcun punto minore di 5 m, tenendo conto anche delle pendenze della strada sottostante.
Qualora il Progetto interessi un corso dacqua naturale o artificiale dovr essere corredato da una relazione idrologica e da una relazione idraulica riguardante le scelte progettuali, la costruzione, e lesercizio del ponte. Nelle Istruzioni al D.M.'90, Art. 2.4.1 riportato: "Pu ritenersi normalmente che il valore della portata massima e del relativo franco siano riferiti ad un tempo di ritorno non inferiore a 100 anni; ". La quota idrometrica ed il franco dovranno essere posti in correlazione con la piena di progetto riferita ad un periodo di ritorno non inferiore a 200 anni. Il periodo di ritorno di 200 anni quello normalmente considerato dalle Autorit di Bacino per le verifiche di tipo idraulico. E' inoltre di circa 200 anni la base storica per la quale si hanno dati certi in merito ai livelli di piena (Il "Magistrato Civile per i lavori generali che riguardano il grande sistema del Po" fu istituito da Eugenio Napoleone, vicer d'Italia nel 1806)
5.1.3. AZIONI SUI PONTI STRADALI Le azioni da considerare nella progettazione dei ponti stradali sono: le azioni permanenti; le distorsioni, ivi comprese quelle dovute a presollecitazioni di progetto e quelle di origine termica; le azioni variabili da traffico le azioni variabili di vento e neve le azioni eccezionali le azioni sismiche La viscosit va considerata associata a quelle azioni per le quali d effetto.
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Schemi di Carico 6.a, b, c: In assenza di studi specifici ed in alternativa al modello di carico principale, generalmente cautelativo, per opere singole di luce maggiore a 300 m, ai fini della statica complessiva del ponte, si pu far riferimento ai seguenti carichi qL,a, qL,b e qL,c
qL ,a = 128,95(1 L )
0.25
[kN / m]
q L ,b = 88,71(1 L )
0.38
[kN / m]
q L ,c = 77,12(1 L )
0.38
[kN / m]
p.e. L=3300m
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3.3.6. Strutture Secondarie di Impalcato Diffusione dei carichi locali I carichi concentrati da considerarsi ai fini delle verifiche locali ed associati agli Schemi di Carico 1, 2, 3 e 4 si assumono uniformemente distribuiti sulla superficie della rispettiva impronta. La diffusione attraverso la pavimentazione e lo spessore della soletta si considera avvenire secondo una diffusione a 45, fino al piano medio della struttura della soletta sottostante. Nel caso di piastra ortotropa la diffusione va considerata fino al piano medio della piastra superiore.
Incremento Dinamico addizionale in presenza di discontinuit strutturali: q2 I carichi mobili includono gli effetti dinamici per pavimentazioni di media rugosit. In casi particolari, come ad esempio, in prossimit di interruzioni della continuit strutturale della soletta, pu essere necessario considerare un coefficiente dinamico addizionale q2, da valutare in riferimento alla specifica situazione considerata. (ISO 8685, 1995). Pier Giorgio MALERBA
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3.5. Azione longitudinale di frenamento o di accelerazione: q3 3.6 Azione centrifuga: Q4 3.7 Azioni di Neve, Vento: q5 Lazione del vento pu essere valutata come azione dinamica mediante una analisi dellinterazione vento-struttura. Lazione del vento si pu valutare come sopra specificato nei casi in cui essa non possa destare fenomeni dinamici nelle strutture del ponte o quando lorografia non possa dar luogo ad azioni anomale del vento. Per i ponti particolarmente sensibili alleccitazione dinamica del vento si deve procedere alla valutazione della risposta strutturale in galleria del vento e, se necessario, alla formulazione di un modello matematico dellazione del vento dedotto da misure sperimentali. Il carico neve si considera non concomitante con i carichi da traffico, salvo che per ponti coperti. 3.8. Azioni sismiche q6 3.9. Resistenze passive dei vincoli: q7 3.10 Azioni sui parapetti. Urto di veicolo in svio: q8 3.11 Altre azioni variabili (azioni idrauliche, urto di un veicolo, urto di ghiacci e natanti su pile): q9 Azioni idrauliche. . . . scalzamento atteso in fase transitoria rapida. Urto di un veicolo contro le strutture. Urto di ghiacci e natanti su pile.
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3.12 Combinazioni di Carico Le combinazioni di carico da considerare ai fini delle verifiche devono essere stabilite in modo da garantire la sicurezza in conformit a quanto prescritto al Capitolo 2. Ai fini della determinazione dei valori caratteristici delle azioni dovute al traffico, si dovranno considerare, di regola, le combinazioni riportate in Tabella 5.1.IV. Tabella 5.1.IV Valori caratteristici delle azioni dovute al traffico ... La Tabella 5.1.V fornisce i valori dei coefficienti parziali delle azioni da assumere nellanalisi per la determinazione degli effetti delle azioni nelle verifiche agli stati limite ultimi con il seguente significato dei simboli:
-
EQU stato limite di equilibrio come corpo rigido STR stato limite di resistenza della struttura GEO stato limite di resistenza del terreno coefficiente parziale del peso proprio della struttura, del terreno e dellacqua, quando pertinente coefficiente parziale dei pesi propri degli elementi non strutturali coefficiente parziale delle azioni variabili da traffico coefficiente parziale delle azioni variabili
G1 G2 Q Qi
Per le singole opere di luce maggiore a 300 m possibile modificare i coefficienti indicati in tabella Pier Giorgio MALERBA previa autorizzazione del Servizio Tecnico Centrale del Ministero di Lavori Pubblici.
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G1 G1 + G 2 G2 + P P + Q1 Qk1 + Q 2 02 Qk 2 + Q 3 03 Qk 3 + ...
-Combinazione caratteristica (rara), generalmente impiegata per gli stati limite di esercizio irreversibili ed da utilizzarsi nelle verifiche alle tensioni ammissibili di cui al 2.7.
G1 + G2 + P + Qk 1 + 02 Qk 2 + 03 Qk 3 + ...
- Combinazione frequente
G1 + G2 + P + 11 Qk 1 + 22 Qk 2 + 23 Qk 3 + ...
- Combinazione quasi permanente
G1 + G2 + P + 21 Qk 1 + 22 Qk 2 + 23 Qk 3 + ...
-Combinazione sismica
E + G1 + G2 + P + 21 Qk 1 + 22 Qk 2 + ...
-Combinazione eccezionale
G1 + G2 + P + Ad 21 + 21 Qk 1 + 22 Qk 2 + ...
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4. VERIFICHE DI SICUREZZA 4.1. Verifiche agli Stati Limite Ultimi 4.2. Stati Limite di Esercizio ( 4.1.2.2.5 Verifica al tensioni di esercizio) 4.3. Verifiche allo Stato Limite di Fatica 4.4. Verifiche allo stato limite di fessurazione 4.5. Verifiche allo stato limite di deformazione 4.6. Verifiche alle azioni sismiche 4.7. Verifiche in fase di costruzione 4.8. Verifiche alle tensioni ammissibili
Per i ponti stradali non ammesso il metodo di verifica alle tensioni ammissibili ( 2.7).
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5. STRUTTURE PORTANTI 5.1. Impalcato (Spessori Minimi, Strutture ad elementi prefabbricati) 5.2. Pile (Spessori Minimi, Schematizzazione e Calcolo)
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7.2 Pavimentazioni
La pavimentazione stradale deve essere tale da sottrarre allusura ed alla diretta azione del traffico lestradosso del ponte e gli strati di impermeabilizzazione che proteggono le strutture portanti.
7.3 Giunti
In corrispondenza delle interruzioni strutturali si devono adottare dispositivi di giunto atti ad assicurare la continuit del piano viabile. Le caratteristiche dei giunti e le modalit del loro collegamento alla struttura devono essere tali da ridurre il pi possibile le sovrasollecitazioni di natura dinamica dovute ad irregolarit locali e da assicurare la migliore qualit dei transiti. In corrispondenza dei giunti si deve impedire la percolazione delle acque meteoriche o di lavaggio attraverso i giunti stessi. Nel caso di giunti che consentano il passaggio delle acque, queste devono confluire in appositi dispositivi di raccolta, collocati immediatamente sotto il giunto, e devono essere convogliate a scaricarsi senza possibilit di ristagni o dilavamenti che interessino le strutture.
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2.5.4 DEGRADO
La struttura deve essere progettata cos che il degrado nel corso della sua vita, purch si adotti la normale manutenzione ordinaria, non pregiudichi le sue prestazioni in termini di resistenza, stabilit e funzionalit, portandole al di sotto del livello richiesto dalle presenti norme.
Le misure di protezione contro leccessivo degrado devono essere stabilite con riferimento alle previste condizioni ambientali, senza richiedere sproporzionati interventi di manutenzione straordinaria.
La protezione contro leccessivo degrado va ottenuta attraverso una opportuna scelta dei dettagli, dei materiali e delle dimensioni strutturali, con leventuale applicazione di sostanze o ricoprimenti protettivi, nonch con ladozione di altre misure di protezione attiva o passiva.