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1. EDIFICIO OGGETTO DI STUDIO ............................................................................................................ 2 1.1 STRUTTURA PORTANTE ................................................................................................................. 3 1.2 MODIFICHE APPORTATE ALLEDIFICIO ORIGINALE ........................................................................ 3 2. ANALISI DEI CARICHI E PREDIMENSIONAMENTO DELLA STRUTTURA ................................................... 5 2.1 CARICHI PERMANENTI .................................................................................................................. 5 2.2 CARICHI VARIABILI ........................................................................................................................ 6 2.2.1 Carichi di esercizio .................................................................................................................. 6 2.2.2 Carico neve ............................................................................................................................ 6 2.2.3 Carico vento ........................................................................................................................... 7 2.3 PREDIMENSIONAMENTO DELLA STRUTTURA .............................................................................. 11 3. MODELLAZIONE AGLI ELEMENTI FINITI DELLA STRUTTURA ............................................................... 13 3.1 ASSEGNAZIONE DEI GRUPPI ........................................................................................................ 13 3.2 ASSEGNAZIONE DEI VINCOLI ....................................................................................................... 14 3.2.1 Vincoli interni ....................................................................................................................... 14 3.2.2 Vincoli esterni ...................................................................................................................... 15 3.3 ASSEGNAZIONE DEI CARICHI ....................................................................................................... 15 3.3.1 Schemi di carico (Load patterns) ........................................................................................... 15 3.3.2 Casi di carico (Load cases) .................................................................................................... 16 3.3.3 Combinazioni di carico (Load combinations) ......................................................................... 16 3.4 ASSEGNAZIONE DELLE SEZIONI.................................................................................................... 18 4. ANALISI E OTTIMIZZAZIONE .............................................................................................................. 19 4.1 ANALISI DINAMICA MODALE ....................................................................................................... 19 4.1.1 Configurazione A1 di partenza .............................................................................................. 19 4.1.2 Configurazione A1 ottimizzata .............................................................................................. 21 4.2 ANALISI STATICA LINEARE DEL VENTO ALLO SLU ......................................................................... 24 4.3 INSERIMENTO DEL BLOCCO SCALA .............................................................................................. 29 4.4 ANALISI STATICA SU TERRENO ELASTICO ..................................................................................... 32
1.1 STRUTTURA PORTANTE La struttura delledificio interamente in acciaio ed costituita da unintelaiatura di pilastri impostati su un reticolo quadrato 1,8 x 1,8 m. Le travi sono rinforzate da dei tralicci metallici e sostengono la soletta in lamiera grecata che vi appoggiata direttamente. Anche lo shed realizzato con profili metallici che poggiano sui telai principali.
1.2 MODIFICHE APPORTATE ALLEDIFICIO ORIGINALE Al fine di rendere il lavoro di esercitazione pi aderente alle nostre finalit e data la scarsit di informazioni, sono state effettuate delle modifiche al progetto originale che possiamo individuare nelle seguenti: due piani fuori terra (anzich uno); localizzato a Firenze (anzich in Germania ) in modo da applicare la normativa italiana (D.M. 14/01/2008 Norme tecniche per le costruzioni); disposizione dei telai principali leggermente variata per semplificare ed uniformare la struttura.
Dal punto di vista strutturale, il modello presenta tre tipologie di telai principali che coprono due, tre o quattro maglie della griglia 1,8 x1,8 m in modo da avere delle luci massime di trave rispettivamente pari a 3,6 m, 5,4 m e 7,2 m. Laltezza dei piedritti la stessa per entrambi i piani ed stata assunta pari a 4,2 m. Come suddetto, le travi principali sono irrigidite da dei tralicci metallici alla cui geometria stato possibile risalire osservando le immagini in nostro possesso. Laltezza dei montanti dei tralicci stata assunta pari a 0,9 m. Data lassenza di arcarecci di copertura con funzione di ridistribuzione dei carichi nei nodi del traliccio, stato assunto per questultimi uno schema statico a nodi incastrati e non a trave reticolare soggetta esclusivamente a sforzi normali.
Figura 6 Schema statico utilizzato per le tre tipologie di telaio principali (sezione longitudinale)
Solaio di copertura Guaina impermeabilizzante Isolante sughero sp. 8 cm Peso proprio lamiera Peso proprio soletta
kg/m2 10 24 12 255
Tamponamento esterno Intonaco esterno Isolante sughero sp. 8 cm Muratura in blocchi laterizio sp. 30 cm Intonaco interno
kg/m2 30 24 200 30
2.2 CARICHI VARIABILI 2.2.1 Carichi di esercizio Ledificio in esame destinato a civile abitazione e rientra nella categoria A prevista nel paragrafo 3.1.4 delle NTC 2008.
Riepilogando, i carichi di esercizio utilizzati sono: Carico d'esercizio solaio di piano Carico d'esercizio copertura kg/m2 200 50 kN/m2 2,00 0,50
2.2.2 Carico neve Il valore del carico neve viene ricavato seguendo le indicazioni di cui al capitolo 3.4 delle NTC 2008.
qs=i*qsk*CE*Ct
qs= carico neve sulla copertura i = coefficiente di forma della copertura qsk = valore caratteristico di riferimento del carico neve al suolo CE = coefficiente di esposizione Ct = coefficiente termico Nel caso in esame si ha: i = 0,80 qsk = 1,00 kN/m2 CE = 1,00 Ct = 1,00 Quindi: qs = 0,80*1,00 = 0,80 kN/m2 6
2.2.3 Carico vento Il valore della pressione dovuta al vento viene ricavato seguendo le indicazioni di cui al capitolo 3.3 delle NTC 2008.
p=qb*ce*cp*cd
qb= pressione cinetica di riferimento ce= coefficiente di esposizione cp= coefficiente di forma (o coefficiente aerodinamico) cd= coefficiente dinamico La zona di riferimento per lindividuazione dei parametri la 3.
Quindi, nel caso in esame: qb = 1/2*1,25*(27)2 = 455,63 N/m2 = 0,456 kN/m2 Per quanto riguarda il coefficiente di esposizione ce , questo viene calcolato usando le seguente relazione ed in funzione della classe di rugosit del terreno e della categoria di esposizione del sito:
In definitiva il coefficiente di esposizione ce vale: ce(z)=kr2*ct*ln(z/z0)*(7+ct*ln(z/z0)) = (0,23)2*1*ln(8,40/0,70)*(7+1*ln(8,40/0,70) = 1,44 Il coefficiente dinamico cd, data la tipologia costruttiva ricorrente, pu essere assunto pari a 1.
Per quanto riguarda il coefficiente di forma cp, i valori di riferimento per il vento in pressione sulla copertura e sulle pareti sono diversi. Essendo la copertura delledificio piana (0 < < 20) si assume cp = -0,4. Riguardo le pareti, il cp stato determinato per le due diverse direzioni del vento (x e y) utilizzando le relazioni date dalla normativa tecnica CNR DT 207/2008 Istruzioni per la valutazione delleffetto del vento sulle costruzioni.
Di seguito si riporta una tabella riepilogativa delle pressioni dovute al vento trovate:
Parete Parete direzione X direzione Y 0,456 1,44 1 0,746 -0,366 0,488 -0,239 0,456 1,44 1 0,746 -0,393 0,488 -0,257
Lanalisi della pressione del vento agente sullo shed stata condotta separatamente e poi considerata per sovrapposizione degli effetti. Essendo la copertura inclinata di un angolo = 34 si assume cp = 0,03* -1 = (0,03*34)-1 = 0,02. Per le superfici verticali dello shed si assumono rispettivamente: cp sopravento = 0,8 cp sottovento = -0,4 I valori di ce e cd sono uguali a quelli calcolati precedentemente.
Riassumendo, la pressione del vento agente sullo shed vale: PRESSIONE DEL VENTO SULLO SHED [kN/m2] qb [kN/m2] ce cd cp sopravento cp sottovento Qv soprav.=qb*ce*cp*cd Qv sottov.=qb*ce*cp*cd Copertura 0,456 1,44 1 0,02 0,02 0,013 0,013 Parete direzione Y 0,456 1,44 1 0,8 -0,4 0,523 -0,262
Data la piccola altezza delle pareti verticali dello shed, sono state trascurate le azioni del vento in direzione X, radenti alle superfici considerate.
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2.3 PREDIMENSIONAMENTO DELLA STRUTTURA Data la scarsit di informazioni sulla dimensione dei profili metallici utilizzati per la struttura, si proceduto ad un predimensionamento utilizzando schemi statici noti e, in via semplificata, il metodo alle tensioni ammissibili. Sono state cos ottenute le sezioni degli elementi strutturali da inserire successivamente nel modello. ELEMENTO STRUTTURALE Solaio in lamiera grecata Travi principali Irrigidimenti trasversali alle travi Diagonali Correnti inferiori Montanti Pilastri Controventi di falda Controventi di parete Profili dello shed PROFILO HI-BOND h= 12 cm HEB 160 HEB 160 L 80x8 L 80x8 TUBO 70x49x3,6 HEB 220 UPN 80 UPN 80 L 40x4
Di seguito sono riportate i valori caratteristici dei materiali impiegati: strutture in elevazione ed orizzontamenti N/mm2 E fyk ftk 206000 235 360
Acciaio S235 (Fe360) Modulo elastico Tensione caratteristica di snervamento Tensione caratteristica di rottura travi di fondazione
Calcestruzzo C 25/30 Resistenza caratteristica cubica Resistenza caratteristica cilindrica Resistenza a trazione semplice Resistenza a trazione per flessione Modulo di elasticit normale Resistenza caratteristica a trazione Rck fck = 0,83*Rck fctm = 0,27*Rck2/3 fcfm = 1,2*fctm E = 5700*Rck fctk 0,7*fctm
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NOME DEL GRUPPO Controventi falda Controventi parete Correnti inferiori Correnti sup Diagonali Fondazione Fondazione_molle Irrigidimenti shed Montanti Nodi z 4,2 Nodi z 8,4 Pilastri Shed Traversi
DESCRIZIONE Correnti della controventatura di falda Correnti della controventatura di parete Correnti inferiori di irrigidimento dei tralicci Travi dei telai Elementi diagonali di irrigidimento dei tralicci Travi di fondazione Nodi in fondazione a cui assegnato il vincolo molle Profili di collegamento tra i telai in corrispondenza dello shed Montanti dei tralicci di irrigidimento Tutti i nodi a quota z pari a 4,20 m Tutti i nodi a quota z pari a 8,40 m Pilastri dell'edificio Elementi costituenti lo shed in copertura Elementi di collegamento tra i telai
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3.2 ASSEGNAZIONE DEI VINCOLI Dopo aver modellato la struttura, il passo successivo stato quello dellassegnazione dei vincoli. 3.2.1 Vincoli interni I vicoli interni sono stati modellati tutti come incastri ad eccezione dei nodi sui quali convergono i controventi di falda e di parete. Per schematizzare il loro comportamento a cerniera sono stati svicolati (attraverso il comando assegna rilasci frame) i nodi iniziali e finali di ogni controvento a momento M2 e M3, come si pu osservare nellimmagine seguente:
Altro importante vincolo interno assegnato stato il cosidetto diaphragm che schematizza il comportamento rigido del piano. Il vincolo interno a diaframma ha l'effetto di far muovere tutti i suoi nodi vincolati insieme, come se giacessero su di un piano di materiale indeformabile riguardo a comportamenti a membrana. Sono stati assegnati due diversi vincoli diaphragm per ogni diversa quota di impalcato.
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3.2.2 Vincoli esterni In corrispondenza degli attacchi a terra dei pilastri sono stati assegnati come vincoli esterni degli incastri perfetti, in modo da schematizzare la tipologia di vincolo presente nella struttura reale.
3.3 ASSEGNAZIONE DEI CARICHI Prima di assegnare i carichi allo schema di calcolo necessario definire le famiglie di carichi che interverranno nel processo di calcolo. 3.3.1 Schemi di carico (Load patterns) Attraverso il comando definisci >schema di carico si definiscono tutti i possibili carichi agenti sulla struttura.
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3.3.2 Casi di carico (Load cases) Attraverso il comando successivo definisci>casi di carico vengono inseriti i valori provenienti dall analisi dei carichi. Per agevolare il successivo passaggio che prevede la formulazione delle varie combinazioni, i vari schemi di carico definiti in precedenza sono stati raggruppati per tipologia (pesi propri, carichi di esercizio, ecc)
3.3.3 Combinazioni di carico (Load combinations) Ultimo passo quello di definire le varie combinazioni con i coefficienti imposti dalla normativa. Questo passaggio avviene attraverso il comando definisci>combinazioni di carico. Nel caso in esame i carichi presenti sono: Gk = Q1k = Q2k = Q3k = Q4k = DEAD (pesi strutturali automaticamente generati dal programma in base ai profili scelti) CARICO NEVE CARICO VENTO (4 casistiche tenendo conto che il vento pu soffiare sia in direzione X che in direzione Y e che crea sia pressioni che depressioni) CARICO DI ESERCIZIO SOLAIO INTERPIANO CARICO DI ESERCIZIO COPERTURA
Di conseguenza sono state impostate le combinazioni allo SLU considerando come carichi principali (oltre ovviamente al Gk) prima la neve e poi il vento. Sono state tralasciate le combinazioni aventi come principale i due carichi di esercizio, essendo queste sicuramente meno gravose delle precedenti. 16
Di conseguenza si hanno 8 combinazioni di carico: COMB_1 = NEVE come carico principale e VENTO+X come carico secondario COMB_2 = NEVE come carico principale e VENTO-X come carico secondario COMB_3 = NEVE come carico principale e VENTO+Y come carico secondario COMB_4 = NEVE come carico principale e VENTO-Y come carico secondario COMB_5 = VENTO+X come carico principale e NEVE come carico secondario COMB_6 = VENTO-X come carico principale e NEVE come carico secondario COMB_7 = VENTO+Y come carico principale e NEVE come carico secondario COMB_8 = VENTO-Y come carico principale e NEVE come carico secondario
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3.4 ASSEGNAZIONE DELLE SEZIONI Seguendo il predimensionamento eseguito in precedenza sono state assegnate le sezioni a tutti gli elementi strutturali presenti nel modello. Lassegnazione risultata molto agevole in quanto ogni tipologia omogenea di elemento era stata riunita in GRUPPI cos da poter selezionare ed assegnare le propriet di sezione molto velocemente.
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4. ANALISI E OTTIMIZZAZIONE
4.1 ANALISI DINAMICA MODALE Per valutare il comportamento globale della struttura sottoposta a vibrazione, stata eseguita lanalisi modale, evidenziando per i principali modi di vibrare i rispettivi parametri caratteristici.
Figura 21 Primo modo di vibrare pianta copertura e sez. nel piano xz a y = 5,4 m
Figura 22 - Secondo modo di vibrare pianta copertura e sez. nel piano yz a x = 10,8 m
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Dallanalisi dei primi tre modi emerge chiaramente come la struttura abbia un comportamento, gi al primo modo di vibrare, di natura rotazionale instaurando quindi nei pilastri pericolose sollecitazioni torsionali.
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4.1.2 Configurazione A1 ottimizzata Lanalisi modale eseguita per la configurazione di partenza A1 ha indotto ad apportare delle modifiche alla struttura. In particolare stato necessario inserire 4 controventi aggiuntivi: 3 in direzione X ed 1 in direzione Y in modo da avvicinare il centro delle rigidezze al baricentro delle masse ed eliminare le rotazioni nei primi 2 modi di vibrare ottenendo cos spostamenti prevalentemente traslazionali. Nelle figure seguenti sono indicati i controventi aggiunti.
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Su questa nuova configurazione stata rieseguita lanalisi modale, di cui nelle immagini seguenti vengono visualizzati i primi 3 modi di vibrare:
Figura 27 - Primo modo di vibrare pianta copertura e sez. nel piano yz a x = 10,8 m
Figura 28 - Secondo modo di vibrare pianta copertura e sez. nel piano xz a y = 5,4 m
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ANALISI MODALE configurazione A1 ottimizzata Modo Period Frequency CircFreq Unitless Sec Cyc/sec rad/sec 1 0,254976 3,9219 24,642 2 0,235951 4,2382 26,629 3 0,197535 5,0624 31,808 4 0,157286 6,3579 39,948 5 0,157089 6,3658 39,998 6 0,157008 6,3691 40,018 7 0,156832 6,3763 40,063 8 0,156789 6,378 40,074 9 0,156651 6,3836 40,109 10 0,156606 6,3854 40,121 11 0,156579 6,3866 40,128 12 0,156573 6,3868 40,129
PERCENTUALI DI MASSA ATTIVATA configurazione A1 ottimizzata Modo UX UY UZ SumUX SumUY SumUZ Unitless Unitless Unitless Unitless Unitless Unitless Unitless 1 1,52% 84,40% 0,00% 1,52% 84,40% 0,00% 2 82,49% 2,83% 0,00% 84,00% 87,23% 0,00% 3 6,84% 2,39% 0,00% 90,85% 89,63% 0,00% 4 0,00% 0,07% 0,00% 90,85% 89,70% 0,00% 5 0,01% 0,00% 0,00% 90,85% 89,70% 0,00% 6 0,04% 0,00% 0,00% 90,89% 89,70% 0,00% 7 0,00% 0,02% 0,00% 90,89% 89,72% 0,00% 8 0,00% 0,08% 0,00% 90,89% 89,80% 0,00% 9 0,00% 0,00% 0,00% 90,89% 89,80% 0,00% 10 0,00% 0,00% 0,00% 90,89% 89,80% 0,00% 11 0,00% 0,00% 0,00% 90,89% 89,80% 0,00% 12 0,00% 0,00% 0,00% 90,89% 89,80% 0,00%
Dal confronto tra i valori caratteristici delle due configurazioni A1 di partenza e A1 ottimizzata emerge chiaramente come il periodi subiscano una generale riduzione dovuta allaumento di rigidezza della struttura. In particolare tale riduzione di circa il 6 % ai modi 1 e 3 ed intorno all 8 % al modo 2.
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4.2 ANALISI STATICA LINEARE DEL VENTO ALLO SLU Per valutare lefficienza della configurazione ottimizzata precedentemente anche sotto leffetto di azioni orizzontali dovute al vento, stata condotta lanalisi statica lineare allo stato limite ultimo eseguendo le combinazioni allo stato limite ultimo descritte in precedenza.
In seguito ai risultati derivanti dallanalisi statica del vento, sono state condotte delle prove che hanno portato ad ottenere una nuova configurazione strutturale denominata A2 caratterizzata da una minore controventatura di falda. 429 433
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Figura 30 Schema della configurazione strutturale A2 ed individuazione dei nodi presi in esame
Per meglio comprendere i risultati dellanalisi statica condotta, sono stati analizzati gli spostamenti in direzione X e Y delle due configurazioni aventi diverse controventature di falda, denominate rispettivamente A1 ottimizzata e A2. Sono stati presi in esame i nodi di copertura sul perimetro esterno delledificio. Il tutto riassunto nelle tabelle seguenti:
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SPOSTAMENTI X (U1) [mm] SLU_vento+X NODO conf_A1 conf_A2 ottimiz. 312 316 326 339 379 409 429 433 1,229 1,229 1,259 1,288 1,407 1,466 1,525 1,525 1,228 1,228 1,258 1,288 1,407 1,467 1,526 1,526
SLU_vento-X
SLU_vento+Y
SLU_vento-Y
conf_A1 conf_A1 conf_A1 conf_A2 conf_A2 conf_A2 ottimiz. ottimiz. ottimiz. -1,257 -1,257 -1,286 -1,314 -1,427 -1,484 -1,541 -1,541 -1,258 -1,258 -1,286 -1,314 -1,427 -1,483 -1,540 -1,540 -0,288 -0,288 -0,227 -0,165 0,082 0,205 0,329 0,329 -0,289 -0,289 -0,227 -0,165 0,082 0,206 0,330 0,330 0,319 0,319 0,245 0,171 -0,126 -0,274 -0,423 -0,423 0,318 0,318 0,244 0,170 -0,125 -0,273 -0,421 -0,421
SPOSTAMENTI Y (U2) [mm] SLU_vento+X NODO conf_A1 conf_A2 ottimiz. 312 316 326 339 379 409 429 433 0,222 0,103 -0,045 -0,133 0,281 0,281 -0,015 -0,133 0,226 0,107 -0,042 -0,131 0,286 0,286 -0,012 -0,131
SLU_vento-X
SLU_vento+Y
SLU_vento-Y
conf_A1 conf_A1 conf_A1 conf_A2 conf_A2 conf_A2 ottimiz. ottimiz. ottimiz. -0,135 -0,021 0,121 0,206 -0,191 -0,191 0,093 0,206 -0,130 -0,017 0,124 0,208 -0,187 -0,187 0,095 0,208 3,159 2,912 2,603 2,418 3,282 3,282 2,665 2,418 3,163 2,915 2,606 2,420 3,287 3,287 2,668 2,420 -3,254 -2,957 -2,587 -2,364 -3,402 -3,402 -2,661 -2,364 -3,250 -2,954 -2,584 -2,362 -3,398 -3,398 -2,658 -2,362
Dal confronto tra i valori di spostamento si nota che questi sono praticamente identici; da ci si pu dedurre che per quanto riguarda la risposta alle azioni orizzontali del vento, le due configurazioni danno pressoch gli stessi risultati con valori massimi di spostamento ampiamente al di sotto dei limiti imposti dalla normativa. Lo spostamento massimo tra i nodi presi in esame si ha nel nodo n.379 e vale 3,40 mm.
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Nelle immagini seguenti sono riportai a titolo di esempio i diagrammi delle sollecitazioni per la combinazione allo SLU COMB_7
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Su questa nuova configurazione stata rieseguita anche lanalisi modale, di cui nelle immagini seguenti vengono visualizzati i primi 3 modi di vibrare:
Figura 34 - Primo modo di vibrare pianta copertura e sez. nel piano yz a x = 10,8 m
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Figura 35 - Secondo modo di vibrare pianta copertura e sez. nel piano xz a y = 5,4 m
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Anche i risultati scaturiti dallanalisi modale dimostrano che passando da una configurazione di controventatura pesante ad una pi leggera in termini di maglie controventate, i periodi propri dei primi modi di vibrare sostanzialmente non variano, confermando le scelte fatte in precedenza ed i relativi vantaggi economici.
4.3 INSERIMENTO DEL BLOCCO SCALA Dopo aver condotto lanalisi e lottimizzazione sull edificio di partenza, si passati allo studio di una nuova tipologia strutturale ottenuta attraverso lipotesi di inserimento di un blocco scala controventante in posizione baricentrica.
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Le rampe sono state modellate come elementi shell suddivisi controllando il grado di discretizzazione implementato con il comando dividi area che permette in tentativi successivi di variare la densit della maglia e valutarne la convergenza dei risultati. I controventi del blocco scala, essendo in acciaio, sono stati modellati come elementi frames disposti in diagonale. Su questa nuova configurazione stata rieseguita lanalisi modale, di cui nelle immagini seguenti vengono visualizzati i primi 3 modi di vibrare:
Figura 38 - Primo modo di vibrare pianta copertura e sez. nel piano yz a x = 10,8 m
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ANALISI MODALE Modo Unitless 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 configurazione B1 Period Frequency CircFreq Sec Cyc/sec rad/sec 0,236105 4,2354 26,612 0,207129 4,8279 30,335 0,181716 5,5031 34,577 0,157798 6,3372 39,818 0,157713 6,3406 39,839 0,157634 6,3438 39,859 0,157552 6,3471 39,88 0,157478 6,3501 39,899 0,157424 6,3523 39,913 0,1574 6,3532 39,919 0,157393 6,3535 39,92 0,157377 6,3542 39,924
PERCENTUALI DI MASSA ATTIVATA Modo UX Unitless Unitless 1 1,11% 2 42,83% 3 45,59% 4 0,00% 5 0,00% 6 0,00% 7 0,03% 8 0,04% 9 0,00% 10 0,01% 11 0,01% 12 0,00% configurazione B1 UY UZ SumUX SumUY SumUZ Unitless Unitless Unitless Unitless Unitless 80,95% 0,00% 1,11% 80,95% 0,00% 6,87% 0,00% 43,94% 87,82% 0,00% 1,44% 0,00% 89,53% 89,26% 0,00% 0,04% 0,00% 89,53% 89,30% 0,00% 0,03% 0,00% 89,54% 89,33% 0,00% 0,00% 0,00% 89,54% 89,34% 0,00% 0,00% 0,00% 89,57% 89,34% 0,00% 0,00% 0,00% 89,61% 89,34% 0,00% 0,00% 0,00% 89,61% 89,34% 0,00% 0,00% 0,00% 89,63% 89,34% 0,00% 0,00% 0,00% 89,63% 89,34% 0,00% 0,00% 0,00% 89,63% 89,34% 0,00%
Esaminando i dati provenienti dallanalisi modale si nota che linserimento del blocco scala controventante ha portato ad una generale riduzione dei periodi propri dei principali modi di vibrare dovuto alaumento di rigidezza introdotto dai nuovi controventi di parete. Di contro per, tali nuovi controventi individuano una nuova posizione del centro delle rigidezze con un nuovo conseguente disassamento che provoca movimenti rotazionali della struttura fin dai primi modi di vibrare. Tutto ci a dimostrazione del comportamento globalmente diverso rispetto alla configurazione studiata in precedenza senza blocco scala.
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4.4 ANALISI STATICA SU TERRENO ELASTICO Nel modello precedente stata fatta unipotesi di incastro alla base dei pilastri e dei controventi di parete. Tale idealizzazione poco fedele rispetto alla reale interazione con il terreno: stato cio supposto un comportamento infinitamente rigido. Per questo motivo viene creato un secondo modello in cui linterazione tra struttura di fondazione e terreno stata schematizzata facendo riferimento al modello di suolo alla Winkler, secondo il quale tale interazione pu essere approssimata attraverso un letto di molle elastiche, indipendenti tra loro e poste a distanza ravvicinata, cos da poter ritenere la loro azione diffusa.
Le travi di fondazione sono state modellate con elementi frames a forma di T rovescia e sono state suddivise in pi tratti, cos da disporre di una serie di nodi intermedi, ciascuno caratterizzato da una propria area di influenza. Per quanto riguarda il terreno si ipotizza una fondazione su suolo elastico alla Winkler con una costante geotecnica di sottofondo K = 20000 KN/m3 corrispondente ad un terreno eterogeneo ghiaioso-sabbiosolimoso poco addensato. Il valore della reazione del terreno si ottiene moltiplicando questa costante per linterasse delle molle e per la larghezza della base di appoggio:
Il modello ci fornisce informazioni sulle sollecitazioni presenti sulle travi di fondazione permettendone la progettazione.
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Esaminando il diagramma dei momenti si nota come i valori massimi della trave di fondazione siano molto maggiori di quelli della trave di piano. Questo dipende, oltre che dai diversi carichi in gioco, anche dalla diversa configurazione della trave di piano stessa la quale, essendo irrigidita dai tralicci, presenta valori massimi in mezzeria molto ridotti rispetto a quelli che avrebbe avuto la stessa trave senza irrigidimenti.
Figura 45 Schermata riepilogativa degli sforzi e della deformata nella trave di fondazione sez. nel piano xz a y = 5,4 m
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