Sei sulla pagina 1di 197

3 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO

3.1 GENERALIT
3.1.1 Prerogative.

Le strutture in calcestruzzo armato sono formate con materiale composito
costituito da una matrice lapidea tridimensionale e da elementi lineari in acciaio.
Le caratteristiche di resistenza del calcestruzzo sono ottime per la compressione (valori fino a
50 N/mm

2

) e scarse per la trazione (valori fino a 3 N/mm

2

); nella quasi completa casistica delle
verifiche, questultima viene considerata nulla e per questo motivo si introducono elementi in ac-
ciaio che resistono alle componenti di trazione.
Tale tecnologia resa possibile dai valori molto vicini (1,0



E-5 C

1

e 1,2



E-5 C

1

) dei co-
efficienti di dilatazione rispettivamente per il calcestruzzo e per lacciaio e dalladerenza fra le
barre di acciaio ed il calcestruzzo.
La matrice o getto ottenuta con impasto di inerti naturali od artificiali di forma tondeggian-
te con dimensioni selezionate (ghiaia, ghiaietto, sabbia), di cemento, di acqua e di eventuali ad-
dittivi; la miscela, di consistenza pastosa, confezionata con appositi mescolatori ed posta in
opera allinterno delle forme in legno od acciaio che delimitano la geometria della struttura e
contengono gli elementi lineari in acciaio o barre di armatura.
La possibilit di realizzare con tale semplice tecnologia elementi strutturali anche complessi
ed ossature complete, costituisce la principale prerogativa del calcestruzzo armato (fig. 1

a

).
Una importante variante della tipologia sopra descritta costituita dalle strutture composite in
acciaio-calcestruzzo, nelle quali gli elementi in acciaio sono in generale costituiti da profili lami-
nati o saldati esterni al getto e collegati a questo mediante speciali connettori; questa tipologia
strutturale consente di utilizzare il calcestruzzo come piattabanda compressa della sezione compo-
sita, eventualmente soggetta a momenti flettenti e tagli agenti nella direzione trasversale, model-
lando inoltre la sezione di acciaio in modo da resistere alle azioni taglianti principali e da costi-
tuire la piattabanda tesa (fig. 1

b

).
Condizione essenziale per la resistenza la compattezza del getto che viene ottenuta mediante
attrezzi meccanici (vibratori) ed agenti chimici e fisici (superfluidificanti); il rapporto

A/C

acqua/
cemento deve risultare il pi basso possibile poich la resistenza risulta circa inversamente pro-
porzionale a questo parametro e per ridurre i fenomeni conseguenti alla cessione allatmosfera
dellacqua in eccesso.
Il cemento ha la propriet di far presa anche se mantenuto sottacqua. I costituenti fondamen-
tali sono dei silicati, alluminati e ferriti di calcio che, reagendo con acqua, danno luogo a prodotti
idrati insolubili e forniti di propriet agglomeranti.
Nella reazione tra cemento e acqua, si distinguono: una fase iniziale di consolidamento
chiamata

presa

che caratterizzata ancora da una certa plasticit e che si inizia dopo 30-45
min dallimpasto e termina dopo 10-12 h e una fase di

indurimento

che segue la precedente e
che pu durare molto tempo (anche anni), ma i cui risultati pratici si possono ottenere entro al-
cune settimane.
Gli elementi in acciaio annegati nel getto sono in generale costituiti da barre (diametri 6-
30 mm), diritte o sagomate e con superficie esterna liscia o nervata (preferibile) e da reti elet-
trosaldate (maglie 50-300 mm diametri 4-12 mm); nelle strutture composite gli elementi in ac-
ciaio sono costituiti da profilati esterni al getto che sono solidarizzati a questo mediante appo-
siti connettori.
Grande innovazione nelle strutture in calcestruzzo armato derivata dalla introduzione della
precompressione, ossia di uno stato di coazione artificiale che crea uno stato tensionale di com-
pressione nelle parti che risultano tese per effetto delle azioni esterne; tale tecnologia applicata
ponendo preventivamente in tensione trefoli o barre di acciaio ad alta resistenza e scaricandone la
reazione risultante sul getto indurito.

276-472_CAP_03_C Page 276 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

G

ENERALIT

C-277
3.1.2 Fondamenti dellanalisi.

Le strutture devono essere analizzate tenendo conto delle se-
guenti prerogative del materiale composito calcestruzzo/acciaio:

a

) i legami tensioni/deformazioni sono fortemente non lineari per il calcestruzzo, di tipo ela-
stico/plastico per lacciaio normale e di tipo elastico con incrudimento per lacciaio presollecitato;
Fig. 1. a) Sezioni tipiche di travi in calcestruzzo armato. b) Sezioni tipiche di travi in composito acciaio/cal-
cestruzzo. c) Azioni generalizzate su una struttura in calcestruzzo armato.

276-472_CAP_03_C Page 277 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-278

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

b

) la resistenza a trazione del calcestruzzo molto ridotta ma essenziale per garantire lade-
renza delle armature e per limitare le deformazioni;

c

) il comportamento strutturale complesso e dipende da molteplici fenomeni intrinsechi al
materiale nonch, nellinsieme, dal tempo

t

(fig. 1

c

).
Per le caratteristiche sopra riportate, lattuale tendenza dellindagine strutturale, orientata verso
la definizione di stati limite (

C-3.3

), trova particolare risalto nellapplicazione agli elementi in cal-
cestruzzo armato.
Lanalisi strutturale e le verifiche, allinterno del processo di progettazione, hanno i seguenti scopi:
In generale per lanalisi devono essere assegnate le dimensioni degli elementi strutturali e,
nel caso di procedimento non lineare, devono essere definite anche le armature metalliche; per
le verifiche devono essere comunque considerate le armature, tenendo conto che una eventuale
moderata ridefinizione di queste agevole, essendo note dal calcolo precedente le azioni di
progetto.
Con riferimento allinefficienza del calcestruzzo soggetto a tensione di trazione, risulta oppor-
tuno da un lato considerare la riduzione delle deformazioni fornita dal calcestruzzo teso ma non
ancora fessurato, mentre dallaltro necessaria leliminazione del relativo contributo alla resisten-
za della struttura sia per lanalisi che per le verifiche.
Nellanalisi non lineare si opera unopportuna definizione dei legami costitutivi del calcestruz-
zo e dellacciaio e viene seguita levoluzione del comportamento strutturale sotto leffetto dellin-
cremento dei carichi, fino al raggiungimento del collasso; le verifiche complementari si svilup-pa-
no eliminando i contributi delle parti tese di calcestruzzo.
Il calcolo delle deformazioni risulta corretto solo dallapplicazione dellanalisi non lineare; per
tale motivo questo tipo di analisi deve essere sempre utilizzato anche per la determinazione delle
azioni interne e delle reazioni vincolari delle strutture iperstatiche.
Nellanalisi lineare le azioni e le deformazioni sono determinate considerando il calcestruzzo
efficiente sia a compressione che a trazione e le successive verifiche sezionali procedono con le
ipotesi sopra riportate.
Per la corretta considerazione degli effetti geometrici del 2 ordine, quali ad esempio lo spo-
stamento orizzontale

a

, del punto di applicazione di un carico verticale

N

(da cui la dizione ef-
fetto

N

,

a

o analogamente

P

,


) necessaria comunque lintroduzione delle caratteristiche anela-
sti-che dei materiali per procedere poi con metodi di verifica semplificati.

3.1.3 Avvertenze.

A motivo della non omogeneit degli elementi costituenti il calcestruzzo ar-
mato la definizione delle situazioni predette oggetto ancora oggi di studi e ricerche.
Le organizzazioni scientifiche hanno svolto importanti ricerche nel campo delle strutture in
calcestruzzo armato sono principalmente:

CEB

:

Comit Eurointernational du Bton

(per alcune attivit in collegamento con

FIP: Fdration
Internationale de la Prcontrainte

)

ACI

:

American Concrete Institute

Fase Scopo Note
1 Analisi strutturale
Determinazione delle azioni interne e
delle deformazioni dellintera struttura.
Le caratteristiche dei materiali richiedono
analisi di tipo non lineare; in alcune condi-
zioni possibile la classica analisi lineare
(entrambe non trattate in questa opera).
2 Verifiche
Confronto delle azioni di progetto risul-
tanti dalla fase 1 con quelle sviluppabili
dalla struttura, tenendo conto delle de-
formazioni.
Lapplicazione completa dellanalisi non li-
neare contiene questa fase almeno per alcu-
ne azioni; negli altri casi le verifiche sono
effettuate sulle sezioni.
276-472_CAP_03_C Page 278 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C

ARATTERISTICHE



FISICHE



E



TECNICHE



DEI



MATERIALI

C-279

Pur essendo comuni gli obbiettivi di fornire supporto teorico-tecnico alla razionale progetta-
zione delle strutture in calcestruzzo armato, la presentazione delle regole di applicazione diversa
per le due organizzazioni; la prima fa uso di un approccio un po complicato con lintendimento
di porre delle basi per la stesura di regolamenti nazionali o internazionali, la seconda fornisce di-
rettamente formule a volte un po semplificate per luso diretto da parte del progettista.
Riferimenti bibliografici

dettagliati

sono inseriti nel testo, con rimandi allelenco in

C-3.1.4.

Quali riferimenti normativi si citano:

Eurocodice 2

, che pone le basi per lunificazione dei regolamenti nellambito degli Stati
membri della Comunit Europea;

Norme Tecniche per lesecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e
per le strutture metalliche

, emesse con DM dal Ministero dei Lavori Pubblici a cadenza biennale
e che fino alla emissione del 9 gennaio 1996 in parte non risultano congruenti con lEurocodice 2.
Levoluzione della teoria e della sperimentazione ha gi superato per alcuni problemi i riferi-
menti normativi citati che, daltra parte, non devono istituzionalmente fornire dimostrazioni; per
quanto evidenziato gli sviluppi riportati nel seguito conducono a veriche che si discostano in mo-
do non sostanziale dalle norme.
Nel seguito si considera come parametro di riferimento per la resistenza del calcestruzzo unica-
mente quella prismatica

f

c

che pu essere desunta da quella cubica tramite la relazione

f

c



=



0,83

R

c



.

3.1.4 Riferimenti
3.1.4.1

Raccomandazioni di Enti ed Associazioni

.
[1] ACI - American Concrete Institute, Manual of Concrete Practice, 1990.
[2] CEB - Comit Eurointernational du Bton - CEB-FIP MODEL CODE, 1990.
[3] FIP - Fdration Internationale de la Prcontrainte.
dal 1998 le due organizzazioni precedenti si sono fuse assumendo la denominazione

fib

ed
utilizzando le pubblicazioni.
[4] CEE - Eurocode N.2, Common Unified Rules for Concrete Structures, 1984.
[5] DM 14 gennaio 2008, Norme Tecniche per le costruzioni.
[6] Circolare 2 febbraio 2009, Istruzioni per lapplicazione delle Norme Tecniche per le costruzioni.

3.2 CARATTERISTICHE FISICHE E TECNICHE DEI MATERIALI
3.2.1 Componenti
3.2.1.1

Cemento.

Il cemento costituito essenzialmente di una miscela di silicato tricalcico
(3CaO SiO

2

), -bicalcico (

-

2CaO SiO

2

), alluminato tricalcico (3CaO Al

2

O

3

), di composti
identificabili come tetracalcio-alluminoferriti (4CaO Al

2

O

3

Fe

2

O

3

) e di altri componenti minori.
La composizione dei cementi viene definita mediante le percentuali degli ossidi dei principali
metalli componenti (Ca, Al, Fe, Mg, K, Na) oltre quella della silice.
Viene inoltre indicata la percentuale di SO

3



, che individua il contenuto (CaSO

4

=

CaO



+

SO

3

)

di gesso.
I rapporti tra le percentuali di questi ossidi costituiscono alcuni parametri utili allindividua-
zione del tipo e quindi delle caratteristiche dei cementi:

modulo idraulico Mi

: dato dal rapporto tra la somma delle percentuali degli ossidi dei metalli al-
calini e alcalino-terrosi e quella degli ossidi degli altri metalli e della silice:

Mi

= (CaO + MgO + Na

2

O + K

2

O)



/



(SiO

2

+ Al

2

O

3

+ Fe

2

O

3

)

modulo silicico Ms

: dato dal rapporto tra la percentuale di silice e quella degli ossidi di

Fe

e

Al

:

Ms

= (SiO

2

)/(Al

2

O

3

+ Fe

2

O

3

)

modulo dei fondenti Mf

: dato dal rapporto fra le percentuali degli ossidi di Al e Fe:

Mf

= (Al

2

O

3

)/(Fe

2

O

3

)


276-472_CAP_03_C Page 279 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-280

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Si distinguono i seguenti tipi:
cemento Portland, cemento pozzolanico, cemento daltoforno e cemento alluminoso (tab. 1).
Tipi di cemento

Portland:

quello di uso comune se non vi sono agenti aggressivi.

Pozzolanico:

caratterizzato da unelevata percentuale di silice e di ossidi di Al, la silice
inoltre presente nelle sue forme idratate: ci permette una reattivit maggiore
con lidrato di Ca riducendo la permeabilit della massa ed aumentandone quin-
di la resistenza agli agenti aggressivi. Rispetto al tipo Portland si hanno resi-
stenze iniziali inferiori e il calore sviluppato durante la presa minore.
adatto per opere marine e nel caso di presenza di acque solfatate.

Tabella 1. Alcune caratteristiche dei cementi.

Requisiti Portland Pozzolanico Alluminoso Altoforno
Analisi chimica (% max)
Perdita a fuoco 5 7 5 5
Residuo insolubile 3 16 3 3
Solfati (espressi SO

3

) 3,5 3 3 3,5
Al

2

O

3

35
MgO 4 3 3 7
Zolfo (da solfuri) 2
Inizio presa (minuti) (min)
Termine presa (ore) (max)
45
12
45
12
30
10
45
12
Caratter. meccaniche (min) a b c a b c a b c
Resist. a fless. (N/mm

2

)
dopo 24 ore 4 4 4 4
dopo 3 giorni 4 6 4 6 6 4 6
dopo 7 giorni 4 6 4 6 4 6
dopo 28 giorni 6 7 8 6 7 8 8 6 7 8
Resist. a compres. (N/mm

2

)
dopo 24 ore 17 17 17 17
dopo 3 giorni 17 32 17 32 32 17 32
dopo 7 giorni 17 32 17 32 17 32
dopo 28 giorni 32 42 52 32 42 52 52 32 42 52

a

= cemento normale;

b

= cemento ad alta resistenza;

c

= cemento ad alta resistenza e rapido indurimento.
N.B. Per i cementi per sbarramenti di ritenuta sono richieste resistenze a compressione di 22,5 N/mm

2

e 35,0 N/mm

2

rispet-
tivamente dopo 28 e 90 giorni.

276-472_CAP_03_C Page 280 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C

ARATTERISTICHE



FISICHE



E



TECNICHE



DEI



MATERIALI

C-281

Alluminoso:

per la maggiore presenza di Al

2

O

3

si hanno presa ed indurimento pi rapidi ri-
spetto al tipo Portland; richiede per unit di peso maggiore quantit di H

2

O.
Oltre ad un maggior costo si segnala la necessit di controllare la temperatura
di idratazione, mantenendola sotto i +



30 C, per evitare trasformazioni cristalline
degli alluminati che provocano contrazioni di volume, con pericolo di fessura-
zione.
Per questa ragione il cemento alluminoso non viene impiegato per getti con ele-
vati spessori.
Trova invece impiego nelle malte refrattarie.
Presenta una buona resistenza alle acque acidule (ad esempio per CO

2

e SO

2

)
purch il loro pH sia maggiore di 3,5; pertanto resiste bene allacqua di mare.
Viene invece fortemente attaccato dalle acque alcaline.

Daltoforno:

risulta da miscela di diversi composti fra cui le scorie basiche macinate derivan-
ti dagli altoforni.
Rispetto al Portland indurisce pi lentamente con minore rilascio di calore di
idratazione ed pi resistente alle acque aggressive; quindi adatto a getti di
grandi dimensioni in contatto con acqua.
La presa del cemento alluminoso avviene anche in pochi minuti. La presa e lindurimento del
cemento sono dovuti alla formazione di idrati, che rivestono le particelle come gel, permettendone
la saldatura. I gel presentano capillari continui, che vengono segmentati e interrotti durante la pre-
sa, aumentandone quindi le propriet meccaniche.
Se viene utilizzato un rapporto acqua/cemento troppo elevato, lacqua in eccesso impedi-
sce linterruzione dei capillari e ne aumenta le dimensioni, generando caratteristiche meccani-
che e di assorbimento insoddisfacenti. Lidratazione fornisce indicativamente i seguenti princi-
pali composti:
2



[3CaO SiO

2

] + 6H

2


3CaO 2SiO

2

3H

2

O



+ 3Ca(OH)

2

2



[2CaO SiO

2

] + 4H
2
O 3CaO 2SiO
2
3H
2
O + Ca(OH)
2
3 CaO Al
2
O
3
+ 6H
2
O 3CaO Al
2
O
3
6H
2
O
Data lesotermicit delle reazioni di idratazione che accompagnano la presa e lindurimento
del cemento, da un lato viene accellerata la presa e dallaltro vengono indotte dilatazioni termiche
nella massa assoggettandola a stato di coazione che produce microfessurazioni. In climi caldi ed
in presenza di grandi masse di getto necessario usare cementi a lenta presa ed impiegare im-
pianti di raffreddamento. Un altro fenomeno che accompagna la presa e lindurimento del cemen-
to il ritiro, la cui entit dipende fortemente dal rapporto acqua/cemento dellimpasto e da quella
cemento/inerti.
Le caratteristiche meccaniche finali di un impasto di cemento sono, infine, legate alla quantit
e alla qualit delle acque di impasto o di quelle che vengono eventualmente a contatto con esso
durante la presa, lindurimento o limpiego.
Le propriet meccaniche e di resistenza agli agenti atmosferici del cemento corrispondono
strettamente allinverso del rapporto acqua/cemento; le caratteristiche sono inoltre influenzate dalle
condizioni termoigrometriche durante la presa e la maturazione del cemento.
In generale la resistenza meccanica finale tanto pi elevata quanto minore leccesso di ac-
qua aggiunto nellimpasto rispetto alla quantit stechiometrica necessaria per idratare i vari com-
ponenti; tale eccesso pu venire diminuito con limpiego di piccole quantit di sostanze tensoatti-
ve, che provocano una migliore bagnabilit degli aggregati e una conseguente maggiore uniformi-
t reologica della massa.
3.2.1.2 Inerti. Costituiscono componente essenziale del calcestruzzo per ridurre il ritiro della
pasta cementizia evitando fessurazioni su tutta la massa oltre che per ridurre il consumo di ce-
276-472_CAP_03_C Page 281 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-282 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
mento; in relazione al diametro massimo si suddividono in sabbia e ghiaia (questultima in varie
pezzature).
Gli inerti sopra menzionati possono essere silicei o calcarei mentre sono esclusi quelli gessosi.
La sabbia deve risultare il pi possibile esente da sostanze argillose, non contenere sostanze
organiche n sali solubili dannosi alla presa ed essere costituita da grani il pi possibile resistenti.
Le sabbie pi adatte sono quelle di fiume o di lago, meno quelle di cava; da scartarsi quelle di
mare, per le impurezze che contengono. La distribuzione granulometrica deve presentare il 55-
70% in peso di dimensioni inferiori a 3 mm, ma nello stesso tempo non avere pi del 20% di
componenti di dimensioni inferiori a 0,4 mm.
Le ghiaie devono essere formate di elementi resistenti non friabili n porosi (cio prive di ge-
livit) e prive di sostanze organiche o terrose; gli elementi debbono avere dimensioni variabili tra
7 e 15 mm e tra i 20 e i 50 mm.
La resistenza a compressione degli elementi non deve essere inferiore ai 50 N/mm
2
.
Un parametro che definisce semplicemente la distribuzione granulometrica di un aggregato
costituito dal modulo di finezza, uguale alla somma delle frazioni della massa trattenuta dalla se-
rie unificata di vagli (N.9 secondo UNI 2332-2334), le cui aperture sono in serie geometrica di
modulo 1/2.
Ad esempio riportata una analisi granulometrica di una sabbia mista ed il calcolo del mo-
dulo di finezza:
Il modulo di finezza ha valori crescenti con la massima dimensione degli elementi dellaggregato.
Le caratteristiche granulometriche degli aggregati devono essere tali da conferire sia elevata
densit alla miscela, cos da ridurre al minimo il volume dei vuoti che deve essere riempito con
i composti di idratazione del cemento, sia adeguata lavorabilit, cos da assicurare completo riem-
pimento delle forme e degli interspazi fra le armature.
Esempio di calcolo del modulo di finezza di una sabbia mista.
Dim. vagli
unificati (mm)
Massa
trattenuta (g)
Frazione massa
trattenuta
Somma delle
frazioni trattenute
50 0 0 0
25 0 0 0
12,5 0 0
0
6,3 60 0,020 0,020
3,0 310 0,101 0,121
1,5 300 0,098 0,219
0,6 590 0,191 0,410
0,3 1070 0,349 0,759
0,15 530 0,173 0,932
< 0,15 210 0,068
Totali 3070 1,000
2,460 =
modulo di finezza
276-472_CAP_03_C Page 282 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
CARATTERISTICHE FISICHE E TECNICHE DEI MATERIALI C-283
Alcune distribuzioni ottimali della granulometria sono indicate nella figura 2, le fasce di sco-
stamento accettabili devono essere verificate in funzione delle caratteristiche che si vogliono otte-
nere per limpasto e per il getto indurito.
Poich molti aggregati, sia naturali che prodotti per frantumazione, presentano granuli che si
discostano dalla forma sferica ottimale, risultano accettabili elementi il cui coefficiente di forma C
risulti maggiore di 0,15 : C = 6V/D
3
0,15 in cui V il volume del granulo e D il diametro della
sfera circoscritta. Particolare cautela deve essere posta nellaccertare la sensibilit delle sabbie e
delle ghiaie allattacco alcalino da parte del cemento che, in presenza di alcuni composti silicei,
forma un gel alcalinosiliceo che assorbe acqua aumentando di volume e disgregando completa-
mente il getto.
3.2.1.3 Acqua. Lacqua necessaria allimpasto non deve contenere elementi in sospensione,
deve essere limpida, esente il pi possibile da materiali organici e non deve contenere sali di-
sciolti (soprattutto cloruri e solfati) oltre al limite dell1% complessivo; lacqua di mare quin-
di esclusa.
Non deve essere, infine, n troppo calda n troppo fredda (5 C T 25 C).
3.2.1.4 Additivi. Hanno diverse formulazioni volte allottenimento di particolari caratteristiche
del getto; si citano in particolare:
fluidificanti: da impiegarsi per conferire al calcestruzzo buona lavorabilit pur con basso rap-
porto acqua/cemento;
acceleranti: da impiegarsi per ridurre il tempo di presa e di indurimento;
Fig. 2. Distribuzioni ottimali della granulometria.
276-472_CAP_03_C Page 283 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-284 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
ritardanti: da impiegarsi con lo scopo opposto in modo da ripartire in un maggiore tempo lo
sviluppo del calore di idratazione;
aeranti: da impiegarsi per produrre nella massa 1-2% di microbolle di diametro pari a circa 0,1
mm che conferiscono buona resistenza al gelo oltre ad una migliore lavorabilit.
Sono anche disponibili prodotti che producono contemporaneamente alcuni degli effetti sopra
descritti.
3.2.1.5 Acciaio per armature normali. Le armature normali sono costituite da barre e da reti elet-
trosaldate entrambe prodotte nei tipi con superficie dentata per aumentare laderenza con il calcestruz-
zo. Nelle strutture costruite da alcuni decenni possono essere presenti armature con superficie liscia.
Tabella 2. Caratteristiche meccaniche delle armature.
Acciaio B450C
Valori nominali di resistenza
f
y,nom
450 N/mm
2
f
t,nom
540 N/mm
2
Caratteristiche Requisiti Frattile (%)
Tensione caratteristica di snervamento f
yk
f
y, nom
5,0
Tensione caratteristica di rottura f
tk
f
t, nom
5,0
(f
t
/f
y
)
k
1,15 (f
t
/f
y
)
k
< 1,35 10,0
(f
y
/f
y, nom
)
k
1,25 10,0
Allugamento (A
gt
)
k
7,5 % 10,0
Diametro del mandrino per prove di piegamento a
90 e successivo raddrizzamento senza cricche:
< 12 mm
12 16 mm
16 25 mm
25 40 mm
4
5
8
10
Acciaio B450A
Valori nominali di resistenza
f
y,nom
450 N/mm
2
f
t,nom
540 N/mm
2
Caratteristiche Requisiti Frattile (%)
Tensione caratteristica di snervamento f
yk
f
y,nom
5,0
Tensione caratteristica di rottura f
tk
f
t,nom
5,0
(f
t
/f
y
)
k
1,05 10,0
(f
y
/f
y,nom
)
k
1,25 10,0
Allugamento (A
gt
)
k
2,5 % 10,0
Diametro del mandrino per prove di piegamento a
90 e successivo raddrizzamento senza cricche:
< 10 mm 4
276-472_CAP_03_C Page 284 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
CARATTERISTICHE FISICHE E TECNICHE DEI MATERIALI C-285
Le caratteristiche delle armature che devono essere note per lanalisi strutturale e per la pro-
gettazione sono sia quelle meccaniche, quali resistenza, snervamento, duttilit, comportamento a
fatica con le relative variazioni dovute alleffetto della temperatura, sia quelle tecnologiche quali
la piegabilit e la saldabilit, sia quelle fisico-chimiche come la sensibilit alla corrosione. Le ar-
mature sono identificate inoltre dal diametro effettivo o nominale, questultimo definito per il tipo
ad aderenza migliorata come quello della barra cilindrica equipesante; per necessit pratiche di
immediata ed inequivocabile identificazione in fase di lavorazione e di posa si consideri la se-
guente serie di diametri d (in mm): 6 - 8 - 10 - 12 - 16 - 20 - 26 - 30 mentre sono prodotte anche
barre con diametri intermedi e superiori fino a 50 mm.
Le caratteristiche meccaniche delle barre di armatura sono definite nella tabella 2 [5].
La prova di piegamento e raddrizzamento si esegue alla temperatura di 20 5 C piegando la
barra a 90, su mandrino avente il diametro indicato in tabella mantenendola poi per 30 minuti in
acqua bollente e procedendo, dopo raffreddamento in aria, al parziale raddrizzamento per almeno
20. Dopo la prova il campione non deve presentare cricche.
Sono ammessi esclusivamente acciai saldabili, qualificati e controllati secondo [5] e [6]. Le
barre possono essere fornite in rotoli per diametri fino a 16 mm per B450C e fino a 10 mm per
B450A.
La deviazione ammissibile per la massa effettiva, rispetto a quella nominale pari a 6%
per diametri nominali 5 8 mm, e pari a 4,5% per 8 < 40 mm.
Gli acciai riportano unapposita marchiatura con la quale viene identificato il produttore che
garantisce la qualit. Lanalisi chimica effettuata su colata e lanalisi chimica di controllo effettua-
ta sul prodotto finito devono soddisfare le limitazioni sotto riportate:
Il calcolo del carbonio equivalente C
eq
effettuato con la seguente formula:
C
eq
= C + Mn / 6 + (Cr + Mo + V) / 5 + (Ni + Cu) / 15
in cui ai simboli chimici associato il contenuto degli elementi espresso in percentuale.
Per le reti si adottano fili di diametro compreso fra 6 e 16 mm per materiale B450C e fra 5
e 10 mm per B450A, con variazioni di 1 mm. Le caratteristiche di resistenza sono definite nella
tabella 4. Il rapporto fra i diametri delle barre delle reti deve risultare:
min
/
max
0,6.
La tensione di rottura, quella di snervamento e lallungamento devono essere determinati con
prova di trazione su campione che comprenda almeno uno dei nodi saldati.
Deve inoltre essere controllata la resistenza al distacco offerta dalla saldatura del nodo, for-
zando con idoneo dispositivo il filo trasversale nella direzione di quello maggiore posto in trazio-
ne; tale resistenza, dovr risultare superiore al 25% della forza di snervamento nominale della
barra di diametro maggiore.
La distanza assiale tra i fili elementari non deve superare 330 mm.
3.2.1.6 Acciaio da presollecitazione. Tale acciaio disponibile normalmente nelle seguenti tipologie:
trefoli a 7 fili con diametri nominali e sezioni riportate nella tabella 4;
trecce a 3 fili;
Tabella 3. Massimo contenuto di elementi chimici in %.
Analisi su prodotto Analisi di colata
Carbonio C 0,24 0,22
Fosforo
P
0,055
0,050
Zolfo
S
0,055
0,050
Rame
Cu
0,85
0,80
Azoto
N
0,014
0,02
Carbonio equivalente C
eq 0,52
0,50
276-472_CAP_03_C Page 285 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-286 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
barre a filettatura stampata o lisce (da filettare alle estremit);
fili con estremit da lavorare (ormai in disuso).
Le caratteristiche meccaniche garantite dal produttore sono riportate nella tabella 4.
Tutti gli acciai da presollecitazione sono del tipo sensibile alla corrosione.
Per il modulo di elasticit si fa riferimento al catalogo del fornitore; valori indicativi sono i
seguenti.
Per i trefoli e le tracce il modulo elastico circa 196 kN mm


2
inferiore a quello (206 kN/
mm
2
) dei singoli fili a causa della maggiore lunghezza unitaria dovuta alla cordatura, lallunga-
mento a rottura su l = 600 mm 3,5%; il rilassamento a 2000h per T = 20C e con tiro

p
= 0,75 f
pk
risulta 2,4%.
Per le barre il modulo elastico circa 206 kN/mm
2
, il rilassamento per T = 20 C e con tiro
P = 0,60 F
pk
nullo.
Le trecce e i trefoli fino al diametro nominale di 12,5 mm sono adatti per la pretensione pur-
ch il rapporto di cordatura tan (definito nella fig. 3) sia superiore a 0,20.
I trefoli di diametro nominale 12,5 e 15,2 mm sono adatti alla confezione di cavi da post-compres-
sione con tracciato curvilineo e sono ancorati alle estremit mediante apposite testate; le barre sono adatte
alla post-tensione con tracciato rettilineo.
Il tipo liscio, con filettatura di estremit realizzata per rullatura (senza asportazione di mate-
riale) adatto per barre corte ed in tutti i casi ove non sono tollerabili assestamenti dellancorag-
gio, con conseguente perdita di una frazione del tiro.
Tabella 4. Caratteristiche meccaniche dei diversi tipi di armatura per presollecitazione.
Caratteristica Barre Fili Trefoli
Trefoli a fili
sagomati
Trecce
Tensione caratteristica di rottura f
ptk
N/mm
2
1000 1570 1860 1820 1900
Tensione caratteristica allo 0,1% di deformazione
residua f
p(0,1)k
N/mm
2
1420
Tensione caratteristica all1% di deformazione
totale f
p(1)k
N/mm
2
1670 1620 1700
Tensione caratteristica di snervamento f
pyk
N/mm
2
800
Allungamento sotto carico massimo A
gt
(%) 3,5 3,5 3,5 3,5 3,5
Fig. 3. Rapporto di cordatura.
276-472_CAP_03_C Page 286 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
CARATTERISTICHE FISICHE E TECNICHE DEI MATERIALI C-287
3.2.1.7 Connettori acciaio/calcestruzzo. Sono in generale costituiti da elementi a T ricavati da
profili laminati e saldati su tutto il contorno alle parti in acciaio allo scopo di assicurare collega-
menti con elevata rigidezza; nel caso pi diffuso di collegamenti flessibili e duttili si usano profili
ad L con saldature lungo lo spessore di una delle ali ed orientati in modo che lala superiore for-
nisca sostentamento sul calcestruzzo con effetto raddrizzante rispetto allinflessione originata dalle
azioni tangenziali di scorrimento.
Sono disponibili e frequentemente impiegati anche connettori a piolo, con testa rifollata, che
vengono saldati, con apposita apparecchiatura, senza apporto di metallo e con fusione della parte
inferiore del gambo protetta temporaneamente con muffola ceramica.
3.2.1.8 Materiali per il consolidamento di strutture esistenti. Sono costituiti essenzialmente da:
a) prodotti inibitori della corrosione delle armature esposte
b) prodotti adatti allaggrappaggio di nuove malte al calcestruzzo esistente
c) malte per la ricostruzione delle parti degradate di calcestruzzo
d) resine (in generale epossidiche) e relativi primer per lincollaggio al calcestruzzo di ele-
menti di rinforzo in acciaio o in tessuti di fibre speciali
e) piastre in acciaio per il placcaggio del calcestruzzo
f) tessuti in fibra di carbonio sia per il placcaggio che per la cerchiatura di elementi struttu-
rali in calcestruzzo
Le caratteristiche fisiche, meccaniche e le modalit di applicazione sono indicate nelle schede
preparate dai vari produttori.
3.2.2 Composti e sistemi
3.2.2.1 Calcestruzzi: composizione/confezione/posa in opera. Sono confezionati con cemento,
acqua, sabbia, aggregati di varie pezzature ed eventuali addittivi.
Le percentuali della miscela dei componenti, il contenuto di H
2
O e di cemento devono essere
determinati in relazione alle condizioni di impiego del calcestruzzo, definite nello schema di figu-
ra 4 unitamente ad alcune delle possibili interazioni.
Per garantire la lavorabilit del calcestruzzo in funzione della densit di armatura, della di-
stanza fra i paramenti dei casseri e della distanza di pompaggio (se la distribuzione effettuata
con tale metodo) si prescrivono le seguenti classi di abbassamento al cono (slump) (tab. 5):
La lavorabilit individuabile con numerose procedure di cui quella pi nota quella dello
slump test, in cui si misura in mm labbassamento della sommit di un tronco di cono di cal-
cestruzzo dovuto alla rimozione del contenitore (UNI 9418) determinando quindi la consistenza
dellimpasto. Secondo UNI 9417 si adottano le seguenti definizioni della consistenza in funzione
degli abbassamenti al cono e si definiscono quindi le relative classi di consistenza S (UNI 9858).
Assegnate le condizioni di impiego del calcestruzzo, sono disponibili diversi metodi per il
progetto della miscela, fra i quali quello pi pratico indicato da ACI 211.1-77 [1] ed di se-
guito riportato.
Tabella 5.
Classe Abbassamento al cono
S1 da 10 a 40
S2 da 50 a 90
S3 da 100 a 150
S4 da 160 a 210
S5 220
SCC (autocompattante)
276-472_CAP_03_C Page 287 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-288 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Il metodo sopracitato si basa sulla constatazione del fatto che, assegnata la massima dimen-
sione degli inerti, il contenuto di acqua determina la lavorabilit dellimpasto in modo abba-
stanza indipendente dalle proporzioni della miscela. Si pu anche considerare che il rapporto
ottimale fra il volume in mucchio dellaggregato grosso e quello della miscela, dipende soltanto
dalle dimensioni dellelemento maggiore e dalla distribuzione granulometrica (espressa mediante
il modulo di finezza) dellaggregato fine; la forma dei granuli dellaggregato grosso entra in
gioco attraverso il volume in mucchio che risulta maggiore quanto pi ci si discosta dalla for-
ma sferica ottimale.
Nota la quantit dellacqua, quella del cemento ottenuta in modo da ottenere la resistenza
prevista.
Nella figura 5 sono riportate sotto forma grafica le relazioni sopra illustrate che consentono il
progetto della miscela; su tali diagrammi possibile seguire come esempio lapplicazione del me-
todo per un calcestruzzo che deve avere consistenza plastica (slump 100 mm), con massima di-
mensione dellaggregato 40 mm (avente densit in mucchio 1600 kg/m
3
e densit effettiva 2600
kg/m
3
), sabbia con modulo di finezza 2,60 e densit 2550 kg/m
3
e per classe di resistenza 35 N/
mm
2
; la densit del cemento 3150 kg/m
3
.
Per slump 100 mm e con i dati soprariportati per gli aggregati, risulta il volume percentua-
le della ghiaia 0,73 e quindi la massa 0,73 1600 = 1170 kg; si ottiene il contenuto di H
2
O
Fig. 4. Condizioni determinanti per il progetto della miscela.
276-472_CAP_03_C Page 288 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
CARATTERISTICHE FISICHE E TECNICHE DEI MATERIALI C-289
175 kg/m
3
a cui corrisponde, per classe di resistenza 35 N/mm
2
, il contenuto in cemento kg
340 (A/C = 0,515).
I volumi (in m
3
) e le masse assolute (in kg) dei componenti risultano quindi:
m
3
Kg
H
2
O
Cemento 340/3150
Aggregato grosso 1170/2600
Aria inglobata 1%
Aggregato fine 1-0,743
0,175
0,108
0,450
0,010
0,257
0,743 m
3
175
340
1170
0
655
Totali 1,000 m
3
2340 Kg
Fig. 5. Grafico progetto miscela.

276-472_CAP_03_C Page 289 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM


C-290 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
La densit della miscela risulta quindi 2340 kg/m
3
; i composti vengono preventivamente mi-
scelati a secco e successivamente vengono aggiunti lacqua e gli addittivi. Tale operazione viene
effettuata in mescolatori ad asse sub-orizzontale (o betoniere) o verticale e richiede in genere 3-5
minuti.
La miscela deve essere confezionata in impianto fisso mentre il convogliamento dallimpianto
effettuato con autobetoniera, il trasporto sulla posizione di getto avviene mediante mezzi mec-
canici quali nastri trasportatori, canali inclinati, apposite pompe.
La posa in opera deve garantire la massima compattezza del getto ed quindi effettuata pre-
feribilmente con mezzi meccanici quali i vibratori, che rendono momentaneamente fluido limpa-
sto consentendo lespulsione delle grosse bolle daria ed il riempimento delle cavit; la vibrazione
essenziale nel caso di forte percentuale di armatura per assicurare il completo inglobamento del-
la stessa nel calcestruzzo.
Nel caso delle riprese di getto, ossia dellinterruzione e successiva ripresa di una fase della
posa in opera, se lintervallo non supera 1 ora a temperatura massima di 20 C possibile la ri-
vibrazione della prima parte per assicurare lunione con la seconda; in caso di intervallo maggiore
si deve considerare una discontinuit fra getti successivi e quindi provvedere allinserimento di
barre addizionali di cucitura ed alla sagomatura del profilo del primo getto per rendere possibile
il trasferimento di azioni taglianti.
Nel caso di clima molto caldo (oltre 40 C) si devono impiegare cementi a basso calore di
idratazione e, in certi casi, provvedere al raffreddamento della miscela con appositi impianti (per
grandi masse) o introducendo ghiaccio invece di acqua nel mescolatore.
Sussiste una relazione crescente fra la resistenza del calcestruzzo e la sua maturit, espressa
come prodotto del tempo trascorso per la temperatura.
La presa e linizio dellindurimento del calcestruzzo devono avvenire in ambiente umido per
prevenire perdita di acqua che renderebbe incompleta lidratazione del cemento; pertanto i getti
allaperto devono essere protetti con teli o innaffiati frequentemente.
Analoghe cautele devono essere prese con temperatura esterna prossima a 0 C per evitare la
formazione di ghiaccio allinterno della miscela con effetti distruttivi; non consigliabile porre in
opera calcestruzzo con temperature inferiori a 5 C.
Negli impianti di prefabbricazione, sia in stabilimento che a pi dopera, lindurimento del
calcestruzzo, confezionato con cemento tipo Portland, accelerato mediante riscaldamento delle
forme e dellimpasto rispettivamente con acqua calda e vapore saturo a temperatura minore di
Fig. 6. Ciclo di maturazione accelerata del calcestruzzo.
276-472_CAP_03_C Page 290 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
CARATTERISTICHE FISICHE E TECNICHE DEI MATERIALI C-291
80 C cos che, in generale, lelemento raggiunge resistenza elevata (30-35 N/mm
2
) dopo 12-14
ore dalla posa in opera del calcestruzzo; le modalit di applicazione del flusso termico devono
essere accuratamente studiate per ridurre le autotensioni dovute allo sfasamento della presa e
dellindurimento che si manifesta fra le zone a contatto con le sorgenti di calore e linterno
della massa.
In generale inoltre il ciclo di maturazione prevede un intervallo a temperatura ambiente di 3-
5 ore, un riscaldamento con intensit 25-32 C/h, mantenimento alla massima temperatura di 80 C
per 3-4 ore e successivo raffreddamento con gradiente non superiore a 25 C/h (fig. 6). La ma-
turazione accelerata sopra descritta produce resistenze finali inferiori del 10-15% rispetto a quelle
di analoghi calcestruzzi maturati normalmente.
3.2.2.2 Armature. Le armature sono in generale composte in gabbie risultanti dallassemblaggio
di barre longitudinali, normali alla sezione sollecitata, e di barre trasversali o staffe, giacenti nel
piano di questa; nel caso di piastre, in cui le azioni si sviluppano secondo due direzioni, le arma-
ture sono in generale costituite da reti elettrosaldate.
Reti elettrosaldate piegate trovano impiego per costituire larmatura a taglio e quella longitu-
dinale secondaria di elementi strutturali sottili.
Quale armatura per il punzonamento si impiegano o legature verticali o barre aventi una
estremit rifollata ed una saldata ad un piatto che agevola il posizionamento e fornisce lancorag-
gio inferiore (fig. 7).
In tutti i casi le gabbie devono essere dotate di distanziatori che garantiscono il valore di pro-
getto del copriferro (rivestimento in calcestruzzo delle barre) e devono risultare indeformabili du-
rante le operazioni di getto.
Tutte le armature devono essere ancorate al calcestruzzo, per aderenza o con dispositivi di
contrasto; nel primo caso la barra potr sviluppare la sua resistenza di progetto solo al termine
del tratto di ancoraggio.
In alcuni casi si prefabbricano parti complesse di elementi pi grandi in modo da poterle pre-
parare nella posizione pi favorevole per inserirle successivamente nella gabbia.
3.2.2.3 Connessioni e connettori. Per realizzare la giunzione di barre di armatura, si prov-
vede normalmente mediante sovrapposizione, legatura delle stesse ed inserimento di spirale di
Fig. 7. Armatura per punzonamento.
276-472_CAP_03_C Page 291 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-292 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
cerchiatura che contrasta le pressioni radiali prodotte dalla non coincidenza degli assi delle
barre (fig. 8).
Tali pressioni si manifestano sia per barre tese che per barre compresse e quindi sempre
necessario inserire la spirale nelle giunzioni delle armature principali.
Per ovviare a tale lavorazione costosa ed aumentare lo spazio disponibile per il getto
nella zona di giunzione sono disponibili connettori meccanici di vari tipi, fra i quali, si cita
quello costituito da un manicotto che viene pressato sulle due estremit delle barre da colle-
gare (fig. 9).
Esistono anche barre particolari, le cui nervature sono disposte a spirale cos che possibile
il collegamento diretto mediante manicotto filettato; a causa dei giochi per il montaggio con tol-
Fig. 8. Sovrapposizione di barre.
Fig. 9. Esempio di connettore meccanico.
Fig. 10. Giunzione di barre speciali.
276-472_CAP_03_C Page 292 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
CARATTERISTICHE FISICHE E TECNICHE DEI MATERIALI C-293
leranze inevitabilmente grossolane degli elementi necessario inserire su ognuna delle barre un
dado che deve essere serrato contro al manicotto (fig. 10).
3.2.2.4 Sistemi per presollecitazione. Sia nel caso della pre-tensione che della post-tensione la
presollecitazione dellacciaio ottenuta mediante martinetti al cui pistone vengono temporanea-
mente collegati i trefoli o le barre.
I trefoli, impiegati in entrambi i sistemi, sono vincolati al pistone di tesatura mediante semi-
chiavette dentate, in acciaio indurito con superficie esterna sagomata a tronco di cono, che ven-
gono alloggiate in fori, pure tronco-conici, predisposti in un elemento di ancoraggio in acciaio; la
conformazione sopra descritta assicura il serraggio a cuneo delle chiavette sui singoli trefoli.
Analogo sistema di vincolo adottato per lancoraggio dei trefoli sia al ritegno temporaneo
nel caso della pretensione, sia alla testa annegata nel calcestruzzo nel caso della post-tensione
(fig. 11); nel primo caso il ritegno dotato di martinetti idraulici che, dopo lindurimento del cal-
cestruzzo, rilasciano la tensione dei tratti liberi dei trefoli cos da trasferirne gradualmente lanco-
raggio al calcestruzzo.
In entrambi i casi la presollecitazione realizza uno strato di coazione nel quale lequilibrio
assicurato dalle tensioni di trazione dellacciaio e di compresiopone nel calcestruzzo.
Il meccanismo di ancoraggio mediante chiavette sopra descritto implica una perdita di 3-5
mm dellallungamento impresso al trefolo, che pu in alcuni casi essere compensata mediante so-
vratensione.
Per entrambi i sistemi di pre e post-tensione devono essere considerati nelle verifiche le alte-
razioni allo stato di coazione impresso prodotte sia dai vincoli delle strutture sia dal ritiro e dal
rifluimento del calcestruzzo.
a) Pre-tensione
Per assicurare laderenza, i trefoli devono essere tassativamente puliti, mediante mezzi mecca-
nici (sabbiatura) e chimici (decappaggio, solventi) da ogni sostanza estranea depositata anche ac-
cidentalmente sulla superficie.
Deve essere posta ogni cura per evitare il contatto dei trefoli con i disarmanti applicati alle casseforme.
Fig. 11. Testa ancoraggio per cavo. (1) Fusione in ghisa sferoidale. (2) Terminale in acciaio. (3) Raccordo.
(4) Spirale in acciaio. (5) Guaina. (6) Vano nel getto (7) Raccordo per iniezione. (8) Trefolo (9) chiavette in
acciaio. (10) Anello in acciaio. (11) Foro per fissaggio della testa al cassetto. (Sistema ALGA, Milano).
276-472_CAP_03_C Page 293 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-294 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Per gli operai addetti a tutte le operazioni di costruzione che coinvolgono luso dei trefoli
obbligatorio luso di guanti puliti.
La precompressione cresce con legge approssimativamente lineare dal valore nullo a quello
totale al termine della lunghezza di ancoraggio che deve essere calcolata per il valore della
pretensione aumentata dalle azioni derivanti dallazione dei carichi e trasferite per aderenza al
trefolo.
Allatto del trasferimento della presollecitazione al calcestruzzo, questo si deforma elastica-
mente producendo una riduzione del tiro dei trefoli che deve essere considerata per le verifiche.
b) Post-tensione
Nel caso della post-tensione, sia a trefoli che a barre, tali armature sono isolate dal calce-
struzzo mediante guaine in banda di acciaio o in polipropilene che, dopo il tiro, vengono iniettate
in pressione mediante appositi prodotti a base cementizia, modificata per renderli tixotropici, allo
scopo di ottenere sia la protezione dalla corrosione dellacciaio sia laderenza al getto su tutta la
lunghezza. Per effetto dellattrito fra le armature e le guaine a partire dalla testata si ha una per-
dita di tensione che risulta funzione sia dellascissa curvilinea sia della somma dei valori assoluti
delle deviazioni angolari.
Prima di applicare la post-tensione necessario eliminare vincoli e ritegni non previsti intro-
dotti dalla cassseratura e dai relativi sostegni, in modo da non impedire le deformazioni indotte.
Per ogni cavo deve essere redatto un rapporto di tesatura sul quale sono indicati: la identifi-
cazione, la composizione, il tiro massimo applicato, lallungamento corrispondente e quello risul-
tante dopo lassestamento dellancoraggio, nonch il volume della miscela di iniezione.
Nel caso delle barre, impiegate esclusivamente per post-tensione, lattacco al martinetto rea-
lizzato mediante bulloni simili a quelli impiegati per lancoraggio alle piastre annegate nel calce-
struzzo (fig. 12).
Le ingenti forze assiali trasmesse dalle testate al calcestruzzo, generano localmente trazioni
radiali che devono essere riprese mediante spirali di acciaio e, su distanza pari circa allaltezza
dellelemento in calcestruzzo, presente un complesso campo di sollecitazione che richiede altre
armature.
3.2.2.5 Appoggi. Gli appoggi costituiscono un elemento fondamentale per assicurare il corretto
funzionamento strutturale dellopera e devono quindi essere anchessi oggetto della progettazione.
Compito degli elementi di appoggio quello di consentire in generale movimenti assiali e ro-
tazioni; le tipologie fondamentali in uso sono quelle in gomma naturale o artificiale armata con
Fig. 12. Testa di ancoraggio per barre. (1) Barra. (2) Dado conico. (3) Ancoraggio a piastra. (4) Giunzione.
(5) Tubo di sfiato o di iniezione. (6) Tappo. (Sistema Dywidag/Dywit, Milano).
276-472_CAP_03_C Page 294 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
CARATTERISTICHE FISICHE E TECNICHE DEI MATERIALI C-295
lamierini di acciaio vulcanizzati e quelle in gomma cerchiata con elementi di scorrimento in po-
lifluoroetilene e acciaio inossidabile.
I primi sono dotati di rigidezza orizzontale ridotta, ma non trascurabile, dovuta alla deforma-
zione dellelastomero mentre i secondi hanno rigidezza rotazionale pressoch nulla e sviluppano
forze di attrito pari a circa H = 0,03 V (con V = carico verticale agente).
Esiste anche una tipologia composita, con acciaio inossidabile e polifluoroetilene sovrapposti da
un appoggio in gomma armata (fig. 13).
Per la progettazione degli appoggi in elastomero armato si rimanda alle Norme CNR 10018/85.
3.2.2.6 Casserature. Costituiscono il supporto del getto e conferiscono allelemento strutturale
la forma prevista.
Le casserature devono essere a tenuta per evitare perdite di acqua e cemento.
Larmatura di sostegno dei casseri deve essere costruita in modo da non agire in modo stati-
camente scorretto sulle strutture sottostanti e per permettere il ritiro del calcestruzzo ed un facile
disarmo.
Le casserature devono essere dimensionate per sopportare correttamente le sollecitazioni dovu-
te alla vibrazione del cls.
In mancanza di diverse prescrizioni sui disegni esecutivi, i casseri delle travature dovranno
presentare monte pari a L / 500 (L = luce fra gli appoggi).
Anche se nei disegni non sono indicati smussi dei diedri delle strutture, questi devono co-
munque essere eseguiti a 45 con lati di 15 mm.
Non ammesso sulla superficie del calcestruzzo laffioramento dei ferri o fili di ferro usati
per il sostegno o sbadacchiatura dei casseri, mentre lo per terminali in plastica usati per distan-
ziare le casserature purch di piccole dimensioni, disposti secondo indicazioni riportate sui parti-
colari costruttivi.
A disarmo avvenuto i fori di tali distanziatori dovranno essere sigillati con miscela di resina
epossidica e sabbia quarzifera.
I casseri per calcestruzzo a vista devono essere eseguiti in acciaio, materia plastica o legno;
in questultimo caso devono essere costruiti con tavole piallate e maschiate. In alcuni casi si ot-
tengono particolari impronte sulla superficie mediante matrici in gomma.
Per migliorare la durabilit del calcestruzzo si applicano sulle superfici dei casseri, particolari
teli che facilitano lespulsione dellaria e dellacqua in eccesso.
Fig. 13. Appoggio in gomma, acciaio e polifluoroetilene.
276-472_CAP_03_C Page 295 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-296 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
I casseri per lesecuzione di strutture prefabbricate sono in generale realizzati in acciaio, ed
inoltre:
ogni giunzione tra sponda mobile e parte fissa viene completata con guarnizione antiolio, an-
tiusura, termoresistente; sono da evitare strisciamenti di guarnizioni su parti piane durante il
disarmo.
ogni sponda movimentata con sistema a cerniera o a scorrimento; lazionamento in generale
idraulico con bloccaggio meccanico.
Nel caso di casseri per strutture presollecitate, devono essere osservate le seguenti avvertenze:
a) il cassero deve essere libero di scorrere longitudinalmente sulla pista per evitare tensioni
anomale nel manufatto e nei trefoli, allatto del rilascio della pretensione;
b) particolare cura deve essere posta per assicurare la tenuta del cassero nelle testate e nei se-
paratori ed in corrispondenza dei fori di uscita dei trefoli;
c) nel caso siano presenti traversi o risalti ortogonali al tiro, le parti del cassero adiacenti a
questi devono essere reciprocamente mobili allo scopo di consentire laccorciamento dellelemento
in fase di rilascio della pretensione.
Salvo diversa indicazione specifica sul disegno del manufatto vengono rispettate le seguenti
tolleranze dimensionali:
Planarit delle specchiature: 1 mm rispetto al piano teorico di riferimento.
Lunghezza dei manufatti: 0/+ 1 mm fino a 6 m di lunghezza; per lunghezze superiori
sar consentito millimetro per ogni frazione di 5 m di lun-
ghezza in pi.
Larghezza dei manufatti: + 0/ 1 mm.
Diagonale del manufatto: + 0/ 1,5 mm.
3.2.3 Prove sui materiali. Le prove sul calcestruzzo e sulle armature normali e da presolleci-
tare sono codificate secondo i vari DM [5].
I controlli di accettazione devono avvenire con la supervisione del Direttore dei Lavori e le
prove, richieste dallo stesso, devono essere effettuate presso un Laboratorio Ufficiale; tutti i certi-
ficati devono essere trasmessi al Collaudatore.
3.2.3.1 Calcestruzzo. La resistenza caratteristica R
ck
, definita con frattile 0.05 (vedere C-3.3.4.1)
rispetto alla media dei risultati ricavata dalle prove a compressione (UNI 6132) a 28 giorni su cu-
bi normalizzati secondo UNI 6127-6130/1
a
/2
a
; nelle verifiche si considera la resistenza prismatica
f
ck
0.83 R
ck
.
La classe del calcestruzzo individuata da C#/* in cui # indica la resistenza prismatica che
viene utilizzata nelle verifiche e * indica quella determinata su provini cubici.
Si hanno quindi le seguenti classi
Il controllo della resistenza del calcestruzzo si articola in due fasi principali, delle quali la
prima volta ad accertare che, in relazione alle condizioni locali (inerti, sistemi di confezione e
trasporto), sia possibile ottenere la classe prevista a progetto; la seconda quella di accettazione
del prodotto posto in opera, mediante prelievi costituiti da gruppi di due provini.
Per volumi di getto di caratteristiche omogenee inferiori a 300 m
3
si esegue un prelievo ogni
100 m
3
e, in ogni caso un prelievo al giorno.
C
# 8 12 16 20 25 28 32 35 40 45 50 55 60 70 80 90
* 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 67 75 85 95 105
276-472_CAP_03_C Page 296 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
CARATTERISTICHE FISICHE E TECNICHE DEI MATERIALI C-297
Indicando con R
1
R
2
R
3
le resistenze minime corrispondenti a 3 prelievi, e con R
m
la loro
media, il controllo positivo se risultano verificate entrambe le disuguaglianze (unit N/mm
2
):
R
m
R
ck
+ 3,5 R
1
R
ck
3,5
Nel caso di volumi di getto omogeneo superiori a 1500 m
3
ammesso un controllo statistico
(da ripetersi ogni 1500 m
3
) con un prelievo al giorno ed un minimo di 15 sul totale di 1500 m
3
;
il controllo positivo se risultano soddisfatte entrambe le diseguaglianze:
R
m
R
ck
+ 1,4 s R
1
R
ck
3,5
in cui lo scarto quadratico medio
La resistenza caratteristica a trazione f
ctk
non viene determinata direttamente ma viene desunta
da quella prismatica tramite la relazione (unit N/mm
2
):
f
ctk
= (0,95 1,85) (f
ck

/ f
ck0
)
2/3
in cui f
ck0
= 10 N/mm
2
La resistenza a trazione per flessione pari a f
cfk
= 1,20 f
ctk
3.2.3.2 Acciaio normale. Lacciaio deve essere soggetto ad un controllo di qualit effettuato in
stabilimento e certificato dal produttore secondo procedura contenuta in [5]; ogni produttore inse-
risce sulle barre il proprio marchio, (composto con gruppi di nervature), che depositato presso
il Servizio Centrale del Ministero dei Lavori Pubblici.
Sono obbligatori i controlli in cantiere, da effettuarsi presso Laboratorio Ufficiale su 3 spez-
zoni dello stesso produttore per ogni diametro impiegato. Il controllo positivo se le grandezze
caratteristiche cadono entro i limiti riportati nella tabella 6 che tengono conto della dispersione
dei dati e delle variazioni che possono intervenire tra diverse apparecchiature e modalit di prova.
Se il risultato dei controlli difforme da quello indicato nei certificati del produttore, si ripe-
tono le prove su 10 campioni dello stesso diametro, previo avviso al produttore stesso. Lulteriore
risultato negativo comporta linidoneit della partita e la comunicazione del fatto da parte del Di-
rettore dei Lavori al Ministero del Lavori Pubblici.
I certificati emessi dal Laboratorio di Prova devono riportare lidentificazione del marchio del
produttore.
Gli scostamenti delle sezioni effettive delle barre rispetto a quelle nominali devono essere
compresi entro le deviazioni ammesse per la massa; in caso contrario devono essere inseriti nelle
verifiche i valori riscontrati.
3.2.3.3 Reti e tralicci elettrosaldati. Si applicano le procedure relative alle barre (C-3.2.3.2)
(certificazione secondo [5]) con le avvertenze di includere nei provini da sottoporre a trazione al-
meno un nodo saldato ed aggiungendo le prove di resistenza al distacco dei fili di diametro mi-
nore da quelli di diametro maggiore.
Tabella 6. Valori di accettazione per lacciao normale.
Caratteristica Valore limite Note
f
y
minimo 425 N/mm
2
(450 25) N/mm
2
f
y
massimo 572 N/mm
2
[450 (1,25 + 0,02)] N/mm
2
A
gt
minimo 6,0% per acciai B450C
A
gt
minimo 2,0% per acciai B450A
Rottura/snervamento 1,13 f
t
/f
y
1,37 per acciai B450C
Rottura/snervamento f
t
/f
y
1,37 per acciai B450A
Piegamento/raddrizzamento assenza di cricche per tutti
s
R
i
R
m
( )
2
n 1
-------------------------
i 1 =
n

con R
m
R
i
n
----- e deve risultare s 0,30 R
ck

i 1 =
n

= =
276-472_CAP_03_C Page 297 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-298 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
3.2.3.4 Acciaio da presollecitazione. Oltre alla certificazione del produttore, che viene effettuata
secondo [5], devono essere prelevati in cantiere tre campioni appartenenti alla stessa fornitura e
categoria e si determinano presso laboratorio ufficiale i valori medi delle tensioni f
pt

, f
py

, f
p(0,2)
,
f
p(1)
e le grandezze , A, I
r

, E, N (a = 180); il materiale accettato se risulta f
ptm
1,03 f
ptk
con
scarto quadratico medio s
m
0,05.
ed inoltre
3.3 DURABILIT
Il calcestruzzo soggetto a degrado per effetto degli agenti esterni. Poich il degrado dipende da
alcune caratteristiche intrinseche, necessario garantire alla struttura un periodo di utilizzazione
senza interventi di manutenzione importanti, consono agli scopi per i quali stata progettata. Tali
concetti si riferiscono alla durabilit.
3.3.1 Introduzione. La durabilit di una struttura in calcestruzzo dipende, oltre che dal corretto
uso, dal livello di degradazione a cui sono soggetti sia il getto che le armature per effetto delle
condizioni ambientali che innescano reazioni fra calcestruzzo e agenti aggressivi in generale. La
fessurazione del calcestruzzo, pressoch inevitabile nel caso di armature passive, costituisce una
menomazione della durabilt; lo stato fessurativo deve quindi essere controllato.
In condizioni normali l'acciaio che costituisce l'armatura circondato da calcestruzzo che ha
un pH elevato (in generale circa pari a 12,5) e che quindi fa formare sulla barra un microscopico
strato di ossido passivante. In modo sintetico si individuano le fasi principali e gli interventi per
il controllo del degrado della struttura:
a) fase di progettazione: selezione della tipologia strutturale pi adatta, dei materiali, dello sta-
to tensionale di servizio, delle deformazioni massime e dei particolari costruttivi fondamentali;
b) fase di costruzione: lassoluto rispetto delle specifiche progettuali in ogni dettaglio ed in
particolare per il getto;
c) fase di pre-corrosione processo di carbonatazione pi rapido del previsto: si oppone op-
portuno trattamento di protezione superficiale;
d) fase di corrosione locale delaminazioni del calcestruzzo ed ossidazione delle armature:
sono necessari interventi di ripristino;
e) fase di corrosione generalizzata si tratta di unestensione della fase precedente: necessa-
rio il ricondizionamento totale.
Il periodo di vita utile della struttura deve essere preconcordato con il committente in quanto
non esistono specifiche in proposito, ad eccezione di quelle inglesi per i ponti che lo fissano a
120 anni. Salvo quanto sopra si accettano implicitamente 50 anni. Il raggiungimento del termine
temporale della funzionalit previsto non implica necessariamente la messa fuori servizio della
struttura ma richiede la considerazione del rapporto costi/benefici fra un ricondizionamento ed una
nuova costruzione.
3.3.2 Degrado. Il decadimento delle caratteristiche del calcestruzzo deriva dal trasporto attra-
verso la sua massa di gas ed acqua presenti nellambiente; tale processo avviene sia attraverso le
microcavit intercomunicanti contenute nel getto sia attraverso le fessure.
Conseguentemente si manifestano i seguenti fenomeni chimico-fisici, non necessariamente
contemporanei:
f
ym
f
p 02 ( )m
f
p 1 ( )m

1 04
f

pyk
f
p 02 ( )k
f

p

1

( )

k

, con s
m
0,07 f
pk

276-472_CAP_03_C Page 298 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM



D

URABILIT

C-299

Carbonatazione

Lidrossido di calcio presente nella massa e che assicura un potenziale pH = 9 12 (tale, in
generale, da preservare lacciaio dalla corrosione), viene trasformato in carbonato di calcio
dallanidride carbonica
Ca(OH)

2

+ CO

2



CaCO

3

+ H

2

O

Attacco acido

Lidrossido di calcio, i silicati e gli alluminati di calcio idrati vengono ridotti a sali dellacido
agente, con conseguente grave perdita della compattezza della massa.

Corrosione dellarmatura

Con valore del pH che si riscontra nel primo periodo del getto (pH


12) si forma sulla su-
perficie delle armature uno strato passivante che ne impedisce la corrosione. Per valori di pH < 9
dovuti alla carbonatazione ed alla pioggia acida lo strato passivante dissolto e inizia la corro-
sione delle armature dovuta alla formazione di ossido Fe

2

O

3

.
Lo schema del processo di corrosione (fig. 14) comprende un anodo dove sono rilasciati elet-
troni, un conduttore che la stessa barra di acciaio, un catodo dove gli elettroni sono assorbiti in
presenza di ossigeno ed umidit e l'elettrolito, costituito dal calcestruzzo umido, che consente il
movimento di ioni fra il catodo e l'anodo.
Le profondit d

1

della carbonatazione e d

2

della penetrazione degli ioni aggressivi sono en-
trambe espresse dalla relazione:

d

1,2

=


1,2



At

1/2

, dove

t

il tempo in anni,

A

funzione della per-
meabilit del calcestruzzo e della sua umidit relativa,


1

dipende dalla concentrazione di gas aci-
di,


2

dipende dalla concentrazione degli ioni aggressivi,

d

1

risulta variabile da 0,05 a 20 mm (ca-
si estremi) in un anno e per calcestruzzo con basso valore del rapporto acqua cemento,

d

2

com-
preso fra 1 e 2 mm nello stesso periodo.
Le armature presollecitate sono molto sensibili alla microfessurazione indotta da corrosione in
presenza di elevate tensioni permanenti ed inoltre sono rese fragili dallidrogeno che si forma e si
ricombina durante la formazione di ossido.

Delaminazione del calcestruzzo

conseguenza diretta delle tensioni di espansione conseguenti alla corrosione delle armature,
i cui ossidi tendono ad occupare un volume fino a 6 volte maggiore di quello competente al solo
componente Fe.

Fig. 14. Principio della corrosione delle armature.

276-472_CAP_03_C Page 299 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-300

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Attacco alcalino

Alcuni tipi di inerti, specialmente di origine appenninica, contengono silice che pu combi-
narsi con gli ioni di sodio e potassio presenti in soluzione nei pori e conseguentemente espandersi
fino a disgregare completamente la massa. Risulta evidente che linterazione fra i fenomeni sopra
descritti produce un degrado incrementale della struttura.

3.3.3 Precauzioni

a

) Le condizioni ambientali sfavorevoli alla conservazione del calcestruzzo sono riportate in
C-

3.3.4

, mentre in

C-3.3.6

indicata la classificazione delle armature in base alla sensibilit alla
corrosione.
Sotto questi aspetti la precauzione primaria per ritardare il degrado consiste nel conferimen-
to di buon ricoprimento delle armature con calcestruzzo; copriferro maggiore di 50 mm scon-
sigliabile in quanto necessario in tale strato armatura addizionale sottile per limitarne la fes-
surazione.
Indicando con

t

lo spessore dello strato ossidato di acciaio la riduzione specifica della sezione
di una barra di raggio

r

data da:
ed quindi sfavorevole per le barre minori; ad esempio con

t

= 0,5 mm, per barre rispettivamente
di diametro 5 e 16 mm, si ha

r

= 2,5 mm

A

e

/

A

s

= 0,60;

r

= 8,0 mm

A

e

/

A

s

= 0,88

b

) Le condizioni di getto e di maturazione del calcestruzzo hanno grande importanza per
la sua successiva buona conservazione; selezione della miscela in funzione della sezione
strutturale, casseri a perfetta tenuta, corretto posizionamento delle armature, accurata vibrazio-
ne, protezione del getto dallirraggiamento e dalla rapida disidratazione devono essere pro-
grammate.

c

) Poich una frazione importante degli agenti aggressivi trasportata dalla pioggia, devono
essere previsti accuratamente drenaggi, gocciolatoi e protezione dal dilavamento.

3.3.4 Condizioni ambientali.

Le condizioni ambientali normali sono di seguito raggruppate
nelle seguenti classi:


non aggressiva

: interno dei fabbricati dabitazione e uffici, ambienti con basso valore umidit
relativa es. max 60% per meno di 3 mesi/anno;


moderatamente aggressiva

: interno dei fabbricati con elevato tenore di umidit relativa, acqua
corrente; esterno in generale; terreni normali;


aggressiva

: esterno in ambiente industriale o marino; liquidi leggermente aciduli, acqua marina,
acqua ricca di ossigeno; gas corrosivi o terreni fortemente acidi.
Codificate nellEurocodice 2, e riassunte nella tabella 6.

3.3.5 Caratteristiche del calcestruzzo per ottenere la durabilit.

I parametri che definiscono
la miscela dellimpasto necessaria per ottenere la protezione dellarmatura e del calcestruzzo dagli
attacchi ambientali devono essere assegnate con criteri che esulano dal solo conseguimento delle
resistenze minime richieste. La correlazione fra le caratteristiche del calcestruzzo e le classi di
esposizione indicata nella tabella 7 rielaborata da EC2.
Le resistenze indicate, devono essere aumentate di due classi nel caso si voglia assicurare una
vita utile dellopera pari a 100 anni. Nel caso di getti piani (ad esempio solette) possibile ridur-
re la resistenza di una classe. Analoga riduzione applicabile se assicurato un controllo speciale
della qualit del calcestruzzo.
A
e
A
s
------
r t
r
----------
,
_
2
= 1
2t
r
-----

276-472_CAP_03_C Page 300 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

D

URABILIT

C-301
Tabella 7. Caratteristiche minime del calcestruzzo
per diverse condizioni.

C
l
a
s
s
e

r
e
s
i
s
t
e
n
z
a
m
i
n
i
m
a
C
o
n
t
e
n
u
t
o

m
i
n
i
m
o
a
r
i
a

%
C
o
n
t
e
n
u
t
o

m
i
n
.

c
e
m
e
n
t
o
(
k
g
/
m
3

)
R
a
p
p
o
r
t
o

m
a
x
a
/
c
C
l
a
s
s
e
Descrizione dellambiente
Esempi informativi di situazioni
a cui possono applicarsi le classi
di esposizione
1 Nessun rischio di corrosione o di attacco
C16/25 / / / X0
Cls privo di armatura o inserti
metallici: tutte le esposizioni
eccetto dove c gelo/disgelo,
abrasione o attacco chimico.
Cls con armatura o inserti me-
tallici: molto asciutto
Cls allinterno allinterno di edi-
fici con umidit dellaria molto
bassa
2 Corrosione indotta da carbonatazione
C20/25 / 260 0.65 XC1
Asciutto o permanentemente
bagnato
Cls allinterno di edifici con bas-
sa umidit relativa. Cls costante-
mente immerso nellacqua
C25/30 / 280 0.60 XC2 Bagnato, raramente asciutto
Superfici di cls a contatto con ac-
qua per lungo tempo. Fondazioni
C30/37 / 280 0.55 XC3 Umidit elevata
Cls allinterno di edifici con umi-
dit dellaria elevata. Cls esposto
allesterno protetto dalla pioggia
C30/37 / 300 0.50 XC4 Ciclicamente bagnato e asciutto
Superficidi cls soggette al contat-
to ciclico con acqua
3 Corrosione indotta da cloruri
C30/37 / 300 0.55 XD1 Umidit moderata
Superfici di cls esposte ad atmo-
sfera salina
C30/37 / 300 0.50 XD2 Bagnato, raramente asciutto
Piscine. Cls esposto ad acque in-
dustriali contenenti cloruri
C35/45 / 320 0.45 XD3 Ciclicamente bagnato e asciutto
Parti di ponti esposte a spruzzi
contenenti cloruri. Pavimentazio-
ni e parcheggi
4 Corrosione indotta da cloruri presenti nellacqua di mare
C30/37 / 300 0.50 XS1
Esposto a nebbia salina ma non
in contatto diretto con acqua di
mare
Strutture prossime oppure sulla
costa
C35/45 / 320 0.45 XS2 Permanentemente sommerso
Parti di strutture marine som-
merse
C35/45 / 340 0.45 XS3
Zone esposte alle onde, agli
spruzzi oppure alle maree
Parti di strutture marine in eleva-
zione
C30/37 / 300 0.55 XF1
Moderata saturazione dacqua,
in assenza di antigelo
Superfici verticali di Cls esposte
alla pioggia e al gelo
5 Attacco di cicli gelo/disgelo
C30/37 4 300 0.55 XF2
Moderata saturazione dacqua,
con uso di agente antigelo
Superfici verticali in Cls di strut-
ture stradali esposte al gelo e ad
agenti antigelo
C30/37 4 320 0.50 XF3
Elevata saturazione dacqua, in
assenza di antigelo
Superfici orizzontali di Cls espo-
ste alla pioggia e al gelo
C30/37 4 340 0.45 XF4
Elevata saturazione dacqua,
con antigelo oppure acqua di
mare
Strade e impalcati da ponte. Zone
di strutture marine soggette a
spruzzi ed esposte al gelo
(

segue

)
276-472_CAP_03_C Page 301 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-302

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO ARMATO
3.3.6 Sensibilit delle armature alla corrosione. Per quanto attiene alla sensibilit alla corro-
sione delle armature, si considerano praticamente i due livelli:
molto sensibili: acciai da precompressione; acciai normali laminati a freddo soggetti a tensione
permanente superiore a 400 Nmm
2
; acciai trattati termicamente; tutte le armature aventi diame-
tro inferiore a 4 mm;
poco sensibili: tutti gli altri tipi di armatura.
In ogni caso il copriferro devessere superiore al massimo dei valori del diametro delle barre
e dellinerte.
(seguito tabella 7)
C
l
a
s
s
e

r
e
s
i
s
t
e
n
z
a
m
i
n
i
m
a
C
o
n
t
e
n
u
t
o

m
i
n
i
m
o
a
r
i
a

%
C
o
n
t
e
n
u
t
o

m
i
n
.

c
e
m
e
n
t
o
(
k
g
/
m
3
)
R
a
p
p
o
r
t
o

m
a
x
a
/
c
C
l
a
s
s
e
Descrizione dellambiente
Esempi informativi di situazioni
a cui possono applicarsi le classi
di esposizione
6 Attacco chimico
C30/37 / 300 0.55 XA1
Ambiente chimico debolmen-
te aggressivo secondo il pro-
spetto 2 della EN 206-1
Suoli naturali e acqua del terre-
no debolmente aggressivo (*)
C30/37 / 320 0.50 XA2
Ambiente chimico moderata-
mente aggressivo secondo il
prospetto 2 della EN 206-1
Suoli naturali e acqua del terreno
moderatamente aggressivo (*)
C35/45 / 360 0.45 XA3
Ambiente chimico fortemente
aggressivo secondo il prospet-
to 2 della EN 206-1
Suoli naturali e acqua del terre-
no fortemente aggressivo (*)
(*) Per la definizione del grado di aggressivit si rimanda al prospetto 2 EN 206-1.
Tabella 8. Valori del copriferro minimo, c
min,dur
, con riferimento alla durabilit
per acciai di armatura ordinaria, in accordo alla EN 10080.
Classe di vita
strutturale (anni)
Classe di esposizione secondo la tabella 6
X0 XC1 XC2/XC3 XC4 XD1/XS1 XD2/XS2 XD3/XS3
10 10 10 10 15 20 25 30
20 10 10 15 20 25 30 35
30 10 10 20 25 30 35 40
50 10 15 25 30 35 40 45
100 15 20 30 35 40 45 50
> 100 20 25 35 40 45 50 55
Tabella 9. Valori del copriferro minimo, c
min,dur
, con riferimento alla durabilit
per acciai di armatura da precompressione.
Classe di vita
strutturale (anni)
Classe di esposizione secondo la tabella 6
X0 XC1 XC2/XC3 XC4 XD1/XS1 XD2/XS2 XD3/XS3
10 10 15 20 25 30 35 40
20 10 15 25 30 35 40 45
30 10 20 30 35 40 45 50
50 10 25 35 40 45 50 55
100 15 30 40 45 50 55 60
> 100 20 35 45 50 55 60 65
276-472_CAP_03_C Page 302 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
CRITERI DI PROGETTAZIONE C-303
3.3.7 Ripristino. Un ricondizionamento della struttura possibile solo se le condizioni di de-
grado non sono eccessive; gli interventi sono:
a) Verniciatura protettiva. In generale da effettuarsi con prodotti aventi matrice acrilica
che consentono la formazione di strato protettivo impermeabile allacqua ma permeabile al
vapore che viene rilasciato per lungo tempo dal calcestruzzo per effetto del ritiro e del riflu-
imento.
Ovviamente la verniciatura deve essere preceduta da accurata pulizia delle superfici e di-
stacco di eventuali scaglie; in presenza di fessurazione la protezione pi complessa e richiede
la posa di una rete di nylon impregnata con una malta di 2-3 mm di spessore, confezionata con
polimeri in grado di conferire lelasticit necessaria ad evitarne la rottura in corrispondenza del-
le lesioni.
b) Protezione delle armature. Nel caso in cui le armature risultino ossidate necessaria la
asportazione delle parti di calcestruzzo deteriorate, la rimozione meccanica dellossido, la prote-
zione dellacciaio con resina epossidica e la ricostruzione del calcestruzzo con malta a legante
epossidico.
c) Ricondizionamento della struttura. Nel caso in cui il degrado tale da ingenerare
menomazione della resistenza, possibile, ma non sempre conveniente, un intervento radicale
di ablazione di tutte le parti deteriorate e la ricostruzione della parte corrosa delle barre con
piastre di acciaio incollate con resina epossidica al calcestruzzo; le piastre devono essere pro-
tette e coibentate perch esposte allincendio in presenza di materiale termosensibile (resina
epossidica).
In alternativa alle piastre di acciaio possibile impiegare strisce preconfezionate di tessuto di
fibre di carbonio, anchesse da applicare con appositi collanti e da proteggere dallincendio.
3.4 CRITERI DI PROGETTAZIONE
3.4.1 Generalit. Lesigenza di un superamento dei metodi di dimensionamento delle strutture
basati sulle tensioni ammissibili ha iniziato ad imporsi e a divenire sempre pi consolidata nellul-
timo trentennio per opera di ricercatori e tecnici di differenti nazionalit. Con il metodo anzidetto
le tensioni di progetto, risultanti da calcolo lineare, sono poste a confronto con quelle ammis-
sibili r
a
ottenute dividendo le sollecitazioni di rottura r dei provini dei materiali per un coefficien-
te di sicurezza globale e deve quindi risultare r
a
= r / .
Tale coefficiente di sicurezza deve tenere conto sia della possibile riduzione della resistenza
dei materiali rispetto a quella ipotizzata, sia delle incertezze relative ai carichi, alle dimensioni ge-
ometriche della struttura reale, alla costruzione ed alle ipotesi semplificative utilizzate nel progetto
della struttura; limpossibilit di suddividere in modo razionale tale coefficiente di sicurezza attri-
buendo peso differente ai vari fattori di incertezza costituisce un primo elemento di giudizio ne-
gativo verso questo metodo di verifica.
I carichi, che nellanalisi strutturale devono essere intesi come generalizzati ossia costituiti da
forze ripartite o concentrate, da distorsioni impresse, da coazioni, da variazioni termiche ed effetti
reologici ecc., vengono trattati nello stesso modo sia se costituiti direttamente da forze applicate
sia dalle altre condizioni il cui effetto di natura completamente diversa.
Inoltre le dimensioni reali della struttura hanno influenza sia sulle linee dasse delle azioni e
di applicazione dei carichi sia sulle caratteristiche delle sezioni resistenti, ma le relative difformi-
t, rispetto alle indicazioni di progetto, non sono trasformabili in puri effetti tensionali; analoghe
considerazioni sono valide per le approssimazioni dellanalisi strutturale.
Sono correttamente in parte rappresentate dal coefficiente di sicurezza globale le incertezze
sulle caratteristiche dei materiali e, con qualche forzatura, quelle relative alla realizzazione (matu-
razione ritardata, disarmo anticipato, non esatta posa delle armature ecc.).
276-472_CAP_03_C Page 303 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-304 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Un secondo, altrettanto importante, elemento di giudizio negativo nei confronti del metodo di
verifica con le tensioni ammissibili costituito dallipotesi di legge lineare di dipendenza delle
tensioni dalle deformazioni, in considerazione dellevidenza sperimentale di comportamento dei
materiali da costruzione che mostrano transizione graduale fra la proporzionalit riscontrabile in
campo elastico e la susseguente plasticizzazione.
Con tali premesse lanalisi e le verifiche delle tensioni rispetto a quelle ammissibili non pos-
sono cogliere il reale comportamento della struttura sotto lazione dei carichi n fornire adeguata
valutazione della sua sicurezza.
Da circa 30 anni si sono gradualmente proposti ed adottati altri criteri di analisi e di verifica
della sicurezza basati sia su leggi costitutive sforzi-deformazioni pi aderenti al comportamento
reale, anche se necessariamente semplificate per consentirne un uso pratico, sia sulla attribuzione
di coefficienti di sicurezza separati per i carichi e per i materiali.
I carichi e le azioni risultanti dalla loro applicazione sono opportunamente distinti in relazione
alle incertezze relative alla loro definizione che, certamente, sono minori per le condizioni perma-
nenti rispetto a quelle accidentali; oltre alle condizioni di collasso, sono anche controllate situa-
zioni che possono risultare critiche per luso e la conservazione della struttura.
Tali nuovi criteri, differenti da quelli classici basati sulle tensioni ammissibili, sono comune-
mente denominati metodi di verifica agli stati limite.
Si definiscono stati limite, particolari situazioni di carico o di sollecitazione o di deformazio-
ne o di ambiente in corrispondenza delle quali viene messa in evidenza la capacit di resistenza
e di durabilit della struttura.
3.4.2 Metodo agli stati limite. Allo stato attuale risulta comunque accertato che il metodo agli
stati limite consente una migliore conoscenza del reale comportamento delle strutture sia nelle
condizioni di esercizio (SLE) che in quelle estreme di collasso (SLU).
Alle prime (SLE) sono direttamente connessi i criteri di durabilit delle costruzioni e quindi
si controllano:
lo stato di fessurazione, perch, in relazione alle condizioni ambientali ed alla sensibilit alla
corrosione dellarmatura prevista, sia assicurata la conservazione di questa e sia evitato il de-
grado progressivo del calcestruzzo;
lo stato di deformazione, strettamente connesso a quello di fessurazione ed alle propriet di ri-
fluimento del calcestruzzo e di rilassamento dellacciaio presollecitato, per la verifica della
compatibilit, sia a breve che a lungo termine, con luso della struttura e con i componenti non
strutturali previsti (ad esempio nel caso di edilizia civile i tramezzi ed i pavimenti); analoga
verifica deve essere istituita per la deformabilit della struttura sotto carichi dinamici, ove sia
dato questo caso.
Alle condizioni di collasso (SLU) corrisponde il massimo della capacit portante della strut-
tura e ne viene quindi evidenziata la reale sicurezza; si controllano allora:
stati limite di rottura per azioni: normali
flettenti
taglianti
torcenti
di punzonamento
con le relative
combinazioni
instabilit per azioni normali e flettenti, a breve ed a lungo termine;
sicurezza dellancoraggio delle barre in zone particolari;
sicurezza per lincendio;
sicurezza per evento sismico;
verifica a fatica dellacciaio e del calcestruzzo pure connessa con lazione dei carichi dinamici.
276-472_CAP_03_C Page 304 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
CRITERI DI PROGETTAZIONE C-305
La determinazione degli stati limite di collasso sopra indicati, richiede analisi particolari che
si discostano in modo rilevante dalle ipotesi poste a base del calcolo di verifica delle tensioni am-
missibili.
Devono ovviamente essere anche verificate le condizioni di equilibrio generale e locale della
struttura:
perdita di equilibrio della struttura considerata come corpo rigido (ribaltamento, slittamento,
sollevamento);
trasformazione della struttura in meccanismo per il raggiungimento delle condizioni di plastici-
t in alcune sezioni.
3.4.3 Applicazione del metodo per le verifiche SLU. In sintesi lapplicazione richiede il con-
trollo della disuguaglianza:
R
d
/ S
d
1,0
in cui S
d
rappresenta in generale le azioni di calcolo dovute al sistema dei carichi generalizzati e
determinate mediante analisi strutturale e R
d
le azioni resistenti di calcolo della struttura; bene
rilevare che nella realt le due funzioni S e R non sono indipendenti ed evidenziare la semplifi-
cazione derivante, ove possibile, dal calcolo separato delle predette variabili.
La definizione delle azioni S
d
ed R
d
implica la conoscenza statistica del comportamento strut-
turale, del valore dei carichi applicati, delle resistenze dei materiali e delle tolleranze sulle dimen-
sioni geometriche; per ovviare alla complessit delle ricerche, si fa ricorso ad una semplificazione
consistente nel considerare, per il calcolo delle grandezze sopra elencate, i valori caratteristici q
k
dei carichi e r
k
delle resistenze ottenuti fissando a priori la probabilit P che quelli effettivi pos-
sano risultare superiori o inferiori a quelli cos considerati.
Si introducono poi i coefficienti di sicurezza:

q
differenziati e maggiorativi in relazione ai tipi di carico generalizzato q
k
;

m
differenziati e minorativi relativi alle resistenze dei materiali r
k
.
Lapplicazione dei coefficienti di sicurezza ai valori caratteristici ha il vantaggio di poter de-
finire questi ultimi in modo univoco e contemporaneamente di tenere conto della diversa influenza
delle variabili che consentono il calcolo delle azioni di progetto.
In generale quindi per n carichi e per l materiali:
S
d
= S (
q1
q
1k
,
q2
q
2k
, ...
qn
q
nk
)
R
d
= R (r
1k
/
m1
, r
2k
/
m2
, ... r
l

k
/
m

l
)
Riportando in un grafico (fig. 15) le densit f di probabilit delle azioni S ed R, si eviden-
ziano i valori caratteristici S
k
, R
k
e quelli di progetto S
d
, R
d
; le aree comprese fra le curve e las-
se delle ascisse rappresentano le probabilit connesse con il riscontro del valore indicato
, che definisce la probabilit della funzione f = densit di probabilit della
variabile x.
Per le azioni S di progetto si distinguono inoltre due casi fondamentali e precisamente:
linearit fra carichi ed azioni; lespressione precedente si semplifica:
caso generale: opportuna lintroduzione di coefficienti di sicurezza parziali relativi rispettivamen-
te ai carichi ed alle cause di non linearit; lespressione riportata rimane in generale valida se si
introducono in essa parametri addizionali di sicurezza, come ad esempio, per il caso di una co-
lonna snella, un valore minimo, diverso da zero, della eccentricit del carico posto in sommit.
Nelle strutture isostatiche, in cui il collasso di una sezione sufficiente a trasformare la strut-
tura stessa in un meccanismo e quindi a provocarne il crollo, la misura della sicurezza espressa
semplicemente dal rapporto fra le azioni resistenti della sezione e quelle massime di progetto.
P x
0
( )
0
x
0

f x ( )dx =
S
d

1
n

qi
S q
ik
( )
i
=
276-472_CAP_03_C Page 305 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-306 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Nelle strutture iperstatiche, il collasso di una sezione non in generale sufficiente per trasfor-
mare la struttura in un meccanismo; al crescere delle azioni esterne la sezione pi sollecitata, se
correttamente progettata, in grado di subire adattamenti plastici per cui, pur aumentando le de-
formazioni, le sollecitazioni rimangono quasi stazionarie ed inferiori a quelle di rottura e si forma
un cos detto concio plastico.
La struttura perde un grado di iperstaticit per ogni sezione che raggiunge lo stato preceden-
temente descritto e quindi risultano maggiormente impegnate parti inizialmente a livelli inferiori
di sollecitazione; tale modifica delle funzioni che governano laumento delle azioni interne cessa
sia quando la struttura diventa ipostatica o labile, sia quando, nelle sezioni plasticizzate, risultano
deformazioni non pi compatibili con quelle massime dei materiali.
La misura della sicurezza, per quelle strutture iperstatiche in cui la progettazione ed i materiali
rendono possibile la ripartizione differenziale delle variazioni delle azioni interne (duttilit in senso
esteso) non pi quindi quello relativo ad una sola sezione ma dipende dal grado di iperstaticit.
3.4.4 Grandezze caratteristiche.
3.4.4.1 Valori caratteristici delle resistenze. Nellipotesi di distribuzione normale di una varia-
bile aleatoria x la densit di probabilit f (x) pu essere espressa dalla funzione di Gauss ossia,
con luso di unit standardizzate, M = valore medio di x, s
2
= quadrato della deviazione stan-
dard di x o varianza:
Risulta inoltre la probabilit P (x) relativa alla densit f (x) e quindi, prefissato P (z), possi-
bile determinare il corrispondente valore di z e conseguentemente, calcolati dai risultati sperimen-
tali M ed s, ottenere il frattile X
k
= M + z s.
Si osserva che, ponendo in generale per le resistenze un frattile inferiore al valore medio M,
risulta z < 0 e quindi il valore caratteristico X
k
sempre minore della media M.
Si riportano nella seguente tabella i valori di z corrispondenti ad alcuni valori delle probabilit:
P (z) = 0,0001 0,0005 0,0010 0,0050 0,0100 0,0500 0,10
z = 3,89 3,28 3,09 2,57 2,33 1,645 1,29
Fig. 15. Valori caratteristici e di progetto delle azioni e delle resistenze.
f x ( )
e
z
2
2 ( )
2
---------------- =
M x f x ( )d x


= s
2
x M ( )
2
f x ( )dx


=
z
x M
s
-------------- = P x ( ) f z ( )dz
0
z

=

276-472_CAP_03_C Page 306 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C

RITERI



DI



PROGETTAZIONE

C-307

Nellipotesi che le prove di laboratorio diano risultati

X

i



con distribuzione gaussiana o norma-
le, passando dal continuo al discreto, si ottiene per valori relativi ad

n

campioni:

R

k

valore caratteristico

R

m

valore medio dei risultati

s

deviazione standard

n

numero di prove eseguite

k

coefficiente dipendente da

n

e dalla probabilit prefissata

P

r



.
Valori numerici di

k

in funzione di

n

e

P

sono desumibili dal grafico della figura 16.
Nellipotesi di elevato numero di prove, riportando in un grafico la cosiddetta densit di pro-
babilit

f

R

dellazione resistente

R

in funzione dei valori di

R

, in modo da individuarne la distri-
buzione statistica, si evidenzia leffetto della dispersione ridotta per la curva 1 rispetto alla 2 a
parit di valore medio

R

m

(fig. 17).
Le aree tratteggiate rappresentano per ognuno dei casi le probabilit

P

r

corrispondenti
allevento di valori inferiori a quelli

R

k

denominati resistenze caratteristiche o, in generale, frat-
tili di ordine

P

r

della distribuzione

f

r

.
Dalla precedente formulazione risulta limportanza del contenimento della deviazione s per
avvicinare la resistenza caratteristica

R

k

al valore medio

R

m

delle prove.
In generale i valori caratteristici delle resistenze

R

k

dei materiali con le quali si calcolano le
azioni resistenti

R

d

si fissano in modo che la probabilit

P

r

di riscontrare nella pratica valori in-
feriori ad

R

k

sia ad esempio inferiore a 0,05.
R
m
X
i
1
n

i
n
---------------- s
X
i
R
m
( )
2
i

n 1
----------------------------------
1 2
R
k
R
m
ks = = =
Fig. 16. Valori di k in funzione di n e P.
276-472_CAP_03_C Page 307 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-308 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
3.4.4.2 Valori caratteristici dei carichi. I valori caratteristici dei carichi q
k
, con i quali si cal-
colano le azioni di progetto S
d

, sono valutati con criteri statistici, non riportati per brevit, ma si-
mili a quelli indicati per le resistenze dei materiali.
Tali valori sono i frattili di ordine 95%, ossia tali da avere la probabilit 95% di non essere superati
nel corso dellimpiego della struttura e quindi sono correntemente espressi maggiorando i valori medi.
Nei casi in cui i carichi di origine permanente abbiano azione stabilizzante necessario porre
un limite inferiore avente probabilit ad esempio 0,005 di non risultare minorato dagli eventi; ov-
viamente i carichi accidentali stabilizzanti non vengono considerati.
Si hanno quindi valori caratteristici superiore ed inferiore con le relative probabilit P
R
:
q
ks
= q
m
+ 1,645s P
R
= 0,05 q
ki
= q
m
2,570s P
R
= 0,005
In alcuni casi particolare attenzione deve essere posta nella valutazione dei carichi permanenti
che sono costituiti dai pesi propri delle strutture e delle parti fisse dellopera, queste ultime in ge-
nere aggiunte posteriormente al disarmo; in mancanza di esatta definizione del contributo di tali
parti fisse si considera un valore superiore ed un valore inferiore in relazione alle verifiche.
Analogo problema si pone per i carichi accidentali che sono in generale prescritti dalle norme o fis-
sati dallutilizzatore; questultimo caso ricorre ad esempio nel caso di strutture per impianti industriali.
Le spinte del terreno sono in generale, allo stato attuale delle conoscenze, valutate per eccesso
ed anche la loro distribuzione verticale dipende dalle caratteristiche di rigidezza della struttura e
dai suoi vincoli; in questo caso possibile formulare soltanto un limite superiore alle azioni indotte.
3.4.4.3 Valori caratteristici della precompressione. La forza di precompressione pu essere
esattamente valutata in fase di tiro mediante le relative attrezzature se convenientemente tarate; le
fonti di incertezza derivano principalmente da:
distribuzione e valore delle perdite per attrito lungo il tracciato delle armature presollecitate;
assestamenti locali delle testate;
perdite sistematiche in fase di bloccaggio dovute al sistema di ancoraggio;
perdite sistematiche dovute alla viscoelasticit dellacciaio e del calcestruzzo ed al ritiro.
Fig. 17. Diverse distribuzioni di risultati.
276-472_CAP_03_C Page 308 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
CRITERI DI PROGETTAZIONE C-309
In relazione al sistema ed al tipo di precompressione applicata, nonch delle attrezzature di ti-
ro e dei materiali impiegati, le incertezze sopra elencate hanno peso diverso e, in ogni caso, con-
ducono alla definizione di valori caratteristici superiori ed inferiori; leffetto delle perdite viscoe-
lastiche viene valutato mediante apposita analisi strutturale.
Il valore medio P
m
della forza di precompressione lungo larmatura quindi espresso in fun-
zione dellascissa curvilinea x dal punto di tiro e del tempo t, da cui dipendono rispettivamente
le perdite per attrito e quelle viscoelastiche e di ritiro; i valori caratteristici superiori ed inferiori
sono anchessi definiti sulla scorta di coefficienti sperimentali.
I coefficienti
P
possono essere fissati ad esempio secondo [2] come segue:
pretensione e postensione aderente = 1,10 = 0,90
pretensione e postensione non aderente = 1,05 = 0,95
mentre
P
= 1,0 secondo [5].
3.4.5 Coefficienti di sicurezza dei materiali. I coefficienti di sicurezza relativi ai materiali
(indicati genericamente con
m
) sono minorativi rispetto alle resistenze caratteristiche R
k
e consen-
tono di definire le resistenze di calcolo R
d
= R
k
/
m
.
Poich le incertezze relative alla resistenza dei materiali dipendono dalle condizioni di con-
fezione e posa in opera degli stessi e dai controlli applicabili, i coefficienti
m
devono essere scel-
ti tenendo conto di tali considerazioni.
Si stabiliscono inoltre legami sforzi-deformazioni
d
= f () schematizzati per il calcolo degli
stati limite sia di resistenza che di tensione e di deformazione in esercizio; secondo le attuali co-
noscenze si introducono a volte, ed in particolare per il calcestruzzo, legami differenti per ognuno
dei problemi di verifica.
Le deformazioni massime
d
dei materiali sono pure definite su base sperimentale in quanto
pongono un limite alla loro capacit di plasticizzazione
3.4.5.1 Calcestruzzo: coefficienti
c
secondo [5].
Prefabbricato in stabilimento 1,40
Gettato in opera con controllo rigoroso 1,40
Gettato in opera con controllo normale 1,50
Poich le prove hanno dimostrato che la permanenza continua del carico riduce la resistenza
del calcestruzzo, in questo caso di sollecitazione si introduce un ulteriore fattore riduttivo pari a
0,85 cos che f
cd
= 0,85 f
ck
/
c
La resistenza caratteristica f
ck
quella cos detta prismatica ossia dedotta da prove su cilin-
dri di altezza 300 mm e diametro 150 mm; sussiste la relazione f
ck
= 0,83 R
ck
fra le resistenze pri-
smatica e cubica, ossia quella ottenuta da prove su cubetti normalizzati in Italia.
Nel caso di elementi piani (solette o pareti), aventi spessore minore di 50 mm, la resistenza
di calcolo si riduce a 0,80 f
cd
.
3.4.5.2 Acciaio normale: coefficiente
s
.
3.4.5.3 Acciaio da precompressione: coefficiente
p
.
3.4.6 Coefficienti di sicurezza dei carichi. I coefficienti di sicurezza
F
relativi ai carichi ge-
neralizzati esterni, indicati genericamente con F
k

, sono maggiorativi rispetto ai valori caratteristici
degli stessi e consentono di definire sia i carichi di progetto F
d
= F
k

F
sia le azioni di progetto
S
d
= S(F
d
).
[5]
Controllato in stabilimento 1,15
[5]
Controllato in stabilimento 1,15
276-472_CAP_03_C Page 309 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-310 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Poich le incertezze relative alle azioni sono differenziate rispetto allorigine delle stesse, i
coefficienti
F
devono essere scelti tenendo conto di tali considerazioni; si riportano di seguito i
valori desunti da [5]
Peso proprio G
k

G0
1,30/1,00
Carichi permanenti non strutturali
G1
1,50/0,00
Carichi accidentali Q
k

Q
1,50/0,00
Precompressione P
k

P
1,10/0,90
Deformazione impressa

1,20/0,90
Il primo valore corrisponde ad azione sfavorevole, il secondo ad azione favorevole.
Ai carichi di progetto si associano i fattori di partecipazione che tengono conto della pro-
babilit di azione contemporanea dei carichi accidentali (tab. 10):

0
caratterizza lentit del carico variabile adottata nella combinazione fondamentale per la veri-
fica a rottura e nella combinazione rara per gli stati limite di servizio;

1
partecipazione frequente ossia tale da poter essere considerata agente sulla struttura per pi di
100 000 volte nella vita della struttura;

2
partecipazione quasi permanente.
Si considerano inoltre in alcuni casi anche azioni accidentali eccezionali, indicate con F
a

,
quali ad esempio quelle dovute a: urti, esplosioni, allagamenti ecc.; tali azioni sono valutate in
generale conglobando nel valore di progetto il relativo coefficiente di sicurezza
a
.
3.4.7 Azioni di progetto e resistenti. In definitiva, noto il valore caratteristico Q
k
di unazione
variabile, nelle verifiche si considerano i valori
Q

0
Q
k
,
Q

1
Q
k
,
Q

2
Q
k
, in relazione alle ve-
rifiche a rottura e di esercizio come di seguito indicato.
Si definiscono cos le combinazioni delle azioni dovute ai carichi:
S
d
fondamentale per verifica a rottura;
S
a
fondamentale accidentale;
Tabella 10. Coefficienti di partecipazione delle azioni variabili.
Categoria
0j

1j

2j
Categoria A Ambienti ad uso residenziale 0,7 0,5 0,3
Categoria B Uffici 0,7 0,5 0,3
Categoria C Ambienti suscettibili di affollamento 0,7 0,7 0,6
Categora D Ambienti ad uso commerciale 0,7 0,7 0,6
Categoria E Biblioteche, archivi, magazzini e ambienti ad uso industriale 1,0 0,9 0,8
Categoria F Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso 30 kN) 0,7 0,7 0,6
Categoria G Rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso > 30 kN) 0,7 0,5 0,3
Categoria H Coperture 0,0 0,0 0,0
Vento 0,6 0,2 0,0
Neve (a quota 1000 m s.l.m.) 0,5 0,2 0,0
Neve (a quota > 1000 m s.l.m.) 0,7 0,5 0,2
Variazioni termiche 0,6 0,5 0,0
S
d
S
G
G
k

P
P
k

Q
Q
1k

0i
Q
ik
i

2 =

n

+
,

_
+ +
,

_
=
S

a

S G

k

P

k

F

a


1

Q

1

k


2

i

Q

ik
i

2 =

n


+ + + +

,

_
=

276-472_CAP_03_C Page 310 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

D

EFORMAZIONI



DIFFERITE

C-311


S

s

di esercizio, caratterizzate da


F



=

1 e


m

= 1:
la pi sfavorevole, in relazione alla verifica eseguita, per le seguenti possibilit di ricorrenza:
Le azioni resistenti

R

d

si calcolano in generale tenendo conto dei legami non lineari fra le
tensioni e le deformazioni dei materiali ed applicando alle loro caratteristiche i coefficienti di si-
curezza.
La verifica di sicurezza soddisfatta se

R

d

>

S

d

3.5 DEFORMAZIONI DIFFERITE
3.5.1 Definizioni ed ipotesi.

Le deformazioni differite del calcestruzzo sono quelle di origine
viscosa, dipendenti dal tempo; il ritiro, il rigonfiamento, il rifluimento ed il rilassamento rientrano
in questa categoria.
Si definisce rifluimento la variazione, in genere positiva, dello stato di deformazione che avviene
susseguentemente allapplicazione di uno stato di sollecitazione, anche se questo rimane costante.
Il fenomeno duale detto rilassamento la variazione, in genere negativa, dello stato di solle-
citazione che avviene susseguentemente allapplicazione di uno stato di deformazione, anche se
questa rimane costante.
Lacciaio preteso soggetto ad una riduzione della tensione iniziale, denominata rilassamento,
che avviene senza variazione dello stato di deformazione; analogo fenomeno si manifesta nel cal-
cestruzzo per effetto di una deformazione impressa.
Il rifluimento ed il rilassamento del calcestruzzo sono interdipendenti e risulta quindi necessa-
rio individuare i parametri che ne definiscono soltanto una delle due funzioni; risultando pi age-
vole la misura di deformazioni sotto carico costante viene di solito definita la sola funzione di ri-
fluimento, ricavando da questa quella del rilassamento.
Nella seguente trattazione si suppongono addittive le deformazioni di ritiro e di rifluimento
ossia si considerano separatamente i due fenomeni e, anche sperimentalmente, si misurano le de-
formazioni di rifluimento come differenza fra quelle di due identici provini uno carico ed uno
scarico aventi la stessa et, composizione del getto e conservati nello stesso ambiente. La varia-
zione di deformazione del provino scarico assunta come deformazione di ritiro.
Per definizione le deformazioni di rifluimento avvengono dopo che si sono manifestate le de-
formazioni elastiche conseguenti allapplicazione del carico; agli effetti pratici sperimentali il con-
teggio di tali deformazioni differite inizia convenzionalmente al termine della variazione di carico
da 0 al valore prefissato applicata a rateo costante nellintervallo di 60 s.
Nella definizione della funzione di rifluimento si considerano le deformazioni proporzionali a
quelle elastiche misurate dopo 60 s dallinizio di applicazione del carico; si considera inoltre che
il coefficiente di Poisson


sia invariabile con il tempo e che quindi la componente della defor-
mazione ortogonale alla direzione di sollecitazione non sia soggetta a variazione.
Tutte le ipotesi semplificative sopra elencate sono valide solo se negli intervalli considerati non
vi variazione di umidit dellambiente e se il livello di sollecitazione inferiore a circa 0,4

f

ck



.
La formulazione dei legami costitutivi delle variabili che definiscono landamento delle defor-
mazioni differite desunta da [2].
S
s
S G
k
P
k
Q
1k

0i
Q
ik
i 2 =
n

+ + +
,

_
S G
k
P
k

1k
Q
1k

2i
Q
ik
i 2 =
n

+ + +
,

_
S G
k
P
k

2i
Q
ik
i 1 =
n

+ +
,

_

=

276-472_CAP_03_C Page 311 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-312

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

3.5.1.1

Rifluimento del calcestruzzo. Le deformazioni libere del calcestruzzo conseguenti allap-
plicazione di una tensione applicata al tempo t
0
e mantenuta costante sono espresse convenzional-
mente al tempo t dalla relazione
in cui il primo termine rappresenta leffetto elastico immediato ed il secondo quello del rifluimen-
to, crescente in modo asintotico con il tempo t e definito dalla funzione (t, t
0
) e dal modulo ela-
stico E
c28
corrispondente allet di 28 giorni dal getto.
La funzione di rifluimento definita dalla seguente espressione che tiene conto di diversi effetti:
Le espressioni soprariportate e desunte da [2] sono rese adimensionali dalle costanti sotto indicate:
Valori delle funzioni di rifluimento a tempo infinito (, t
0
) e di ritiro
cr
(, t
r
)

sono riportati
nella tabella 11.
con: effetto di:
umidit relativa RH(%) e spessore h
r
= 2 (A
c
/ u)
(A
c
= area della sezione di calcestruzzo, u = perimetro
sezione di calcestruzzo a contatto con latmosfera)
resistenza media f
cm
del calcestruzzo (N mm


2
)
et di carico del calcestruzzo t
0
evoluzione asintotica con il tempo espresso in giorni
Tabella 11. Valori a tempo infinito delle funzioni di rifluimento (, t
0
) e ritiro
cr
(, t
r
)
del calcestruzzo (rispettivamente riga superiore ed inferiore).
Et di riferimento t
0
(giorni)
3 7 8 60 > 60
Umidit relativa RH% 75 55 75 55 75 55
2,7 3,8 2,2 3,0 1,4 1,7
spessore h
r
= 2A
c
/ u (mm)
200 1000
0,26 0,43 0,23 0,32 0,16 0,19
2,1 2,9 1,9 2,5 1,7 2,0
600 1000
0,21 0,31 0,21 0,30 0,20 0,28

cl
t t
0
, ( )
c
t
0
( )
1
E
c
t
0
( )
---------------
t t
0
, ( )
E
c28
----------------- + =
t t
0
, ( )
RH
f
cm
( ) t
0
( ) t t
0
( ) =

RH
1
1
RH
RH
0
-----------
0 46 , ( )
h
r
h
0
-----
,
_
1 3
----------------------------------- + =
f
cm
( )
5 3 ,
f
cm
f
cm0
-----------
,
_
1 2
----------------------- =
t
0
( )
1
0,1
t
0
t
1
----
,
_
1 5
+
------------------------------ =
t t
0
( )
t t
0

H
t
1
t t
0
+
-------------------------------
3 10
=

H
150 1 1,2
RH
RH
0
-----------
18
+

, ,

=
h

r

h

0
----- 250 1500 +
RH
0
100% h
0
100 mm f
cm 0
10 N mm
2
t
1
1 giorno = = = =
, t
0
( )

cr , t
r
( )
, t
0
( )

cr , t
r
( )

276-472_CAP_03_C Page 312 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

D

EFORMAZIONI



DIFFERITE

C-313
3.5.1.2

Ritiro del calcestruzzo.

Le deformazioni libere (negative) del calcestruzzo dovute al ritiro
supposto agente allet

t

r



, sono espresse convenzionalmente al tempo

t

dalla seguente relazione che
tiene conto di diversi effetti:



3.5.1.3

Rilassamento dellarmatura presollecitata.

Il rilassamento intrinseco a tempo infinito
dellacciaio presollecitato individuabile tramite la relazione:
con = presollecitazione iniziale

= resistenza caratteristica a rottura dellacciaio. Levoluzione in funzione del tempo

t



t
0
espresso in

ore

dallapplicazione del tiro esprimibile dalle relazioni:
Le prove di certificazione sono in generale effettuate con tensione iniziale caratterizzata da


= 0,75 per un periodo

t



t

0

= 1000 ore e quindi, dalla prima delle precedenti relazioni, noto


pr

(1000), si calcola


ed quindi determinabile il comportamento per qualunque valore di

t



t

0

.
A titolo di esempio con


= 0,75 risultano a 1000 ore rispettivamente le perdite per trefoli:
si ottengono quindi le perdite intrinseche a tempo infinito
con:
effetto di:
umidit relativa

RH

(%) (

RH

< 99%)
resistenza media

f

cm

del calcestruzzo
tipo di cemento: per


c

= 4, a lenta presa; per


c

= 5, normale; per


c

= 8 a rapida presa e ad alta
resistenza.
evoluzione asintotica con il tempo

t

(giorni)
i valori delle costanti sono quelli gi definiti per il rifluimento.

pr
(t t
0
) =
0 < (t t
0
) < 1000 ore
1000 < (t t
0
) < 500 000 ore
500 000 > (t t
0
)

cr
t t
r
, ( )
RH

r
f
cm
( )
r
t t
r
( ) =

RH
1.55 1
RH
RH
0
-----------
,
_
3
=

r
f
cm
( ) 160 10
c
9
f
cm
f
cm0
-----------
,
_
+ E 6 =

r
t t
r
( )
t t
r

350 t
1
h
r
h
0
-----
,
_
2
t t
r
+
-----------------------------------------------
1 2
=

p

p
k
p
0,4 ( )
2
0,4 =

p
k
p
3/2 trefoli normali
2/3 trefoli stabilizzati

p
f
pk
-------- =
f
pk

p
1
16
------ ln

t t

0


t

rl

----------- 1 +

,
_

2 t t
0
( )
100000

t

rl

------------------------
,
_
1 5


1.00


t

rl

10 ore =

pr
1000 ( ) f
pk

0,080 normali
0,035 stabilizzati

p
f
pk

0,277
0,121

=
276-472_CAP_03_C Page 313 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-314

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

3.5.2 Effetti del rifluimento e del rilassamento del calcestruzzo.

Assegnato uno stato di sol-
lecitazione, applicato al tempo

t

=

t

0

della vita della struttura e poi mantenuto costante, la defor-
mazione totale al tempo

t

(comprensiva della frazione elastica ed esclusi gli altri effetti, ritiro, va-
riazioni termiche ecc.), si esprime con la (1)
(1)
con:
Con

E

c

= modulo di riferimento per le caratteristiche reologiche del calcestruzzo (si considera
normalmente

E

c

=

E

28



modulo a 28 giorni di maturazione)
Se la


(

t

) varia susseguentemente al tempo

t

0

in modo discreto, per intervalli



(

t

i

), o continuo
d


(

t

)



secondo funzione derivabile rispetto a

t

, per

t

>

t

0



, si ottengono, per la sovrapponibilit degli
effetti derivante dalla proporzionalit sopra ricordata, rispettivamente le seguenti espressioni (2):
(2)
Levoluzione delle deformazioni in funzione dei carichi e del tempo indicata in modo qua-
litativo nella figura 18.

c
t t
0
, ( )
c
t
0
( ) J t t
0
, ( ) =
J t t
0
, ( )
1
E
c
t
0
( )
----------------
t t
0
, ( )
E
c
----------------- + =
Fig. 18. Evoluzione delle deformazioni.

c
t t
0
, ( )

c
t
0
( ) J t t
0
, ( )
i
J t t
i
, ( )
c
t
i
( ) +

c
t
0
( ) J t t
0
, ( ) J t , ( ) d
c
( )
t
0
t

=

276-472_CAP_03_C Page 314 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
DEFORMAZIONI DIFFERITE C-315
Nel caso di variazione della (t) rappresentabile mediante incrementi finiti costanti in
ogni intervallo di tempo, lo schema di calcolo della deformazione (t) riportato nella fi-
gura 19.
In definitiva, assegnata una storia di carico (t), possibile calcolare la deformazione corri-
spondente (t) mediante semplice integrazione, conseguibile con vari metodi (non discussi in seguito).
Nel caso sia invece assegnata una storia di deformazione impressa (t), la corrispondente sol-
lecitazione (t) teoricamente ricavabile dalla (2) considerata come equazione integrale; questo
problema di rilassamento pi semplicemente affrontabile se si definisce la funzione di rilassa-
Fig. 19. Calcolo deformazioni.
276-472_CAP_03_C Page 315 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-316 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
mento R (t, t
0
) che gode delle propriet duali di quella di rifluimento J (t, t
0
), cos da poter defi-
nire la sollecitazione (t) derivante dalla storia di deformazione (t), mediante la (3)
(3)
con:
Analogamente al problema del rifluimento tale espressione generale pu essere risolta per in-
tegrazione del 2 membro se nota la storia della deformazione (t) ottenendo (t), oppure pu
essere considerata equazione integrale in (t), se nota la storia della sollecitazione (t).
Dalle considerazioni di dualit sopra citate e per la definizione delle funzioni di rifluimento e
di rilassamento, se ne evidenziano le seguenti propriet:
(4)
se nella (3) si pone (t) = 1 per t t
0
, per cui (t, t
0
) = 1 R (t, t
0
) + 0, la (2) applicata con le stes-
se condizioni fornisce la relazione (5)
(5)
che, con semplici trasformazioni, diviene unequazione integrale non omogenea di Volterra che
consente di ricavare univocamente R (t, t
0
) in funzione di J (t, t
0
); resta quindi confermata la ne-
cessit di definire la sola funzione di rifluimento.
Per limpiego pratico nei problemi di ingegneria, sono riportati nelle figure 20 25 diagram-
mi delle funzioni di rifluimento e rilassamento modificate E
c28
J (t, t
0
) e R (t, t
0
) / E
c28
per diversi
valori del tempo t
0
(giorni) e dei parametri spessore fittizio h
r
e umidit ambientale RH; il valore
finale di t stato assunto pari a 10000 giorni (27 anni), et oltre la quale le variazioni delle fun-
zioni in oggetto divengono insignificanti.
3.5.3 Coefficiente di invecchiamento. Lequazione (2) pu essere scritta nella forma algebrica
equivalente (6)
(6)
nella quale si introdotto il coefficiente cosiddetto di invecchiamento (t, t
0
) definito dalla (7).
(7)
In tal modo si esprimono le deformazioni mediante le tensioni (t), (t
0
) agenti agli estremi
dellintervallo (t t
0
) senza doverne considerare leffettiva evoluzione.
La trasformazione operata corretta per tutte le condizioni derivanti da una combinazione lineare
di problemi di puro rifluimento (tensioni costanti) e di puro rilassamento (deformazioni costanti);
per problemi non riconducibili al caso enunciato ma comunque relativi a tensioni e deformazioni
evolventi asintoticamente con il tempo, lapprossimazione derivante dalla applicazione delle (6)
sufficiente per i problemi di progettazione strutturale.

c
t t
0
, ( )
c
t
0
( ) R t t
0
, ( ) R t , ( )d ( )
t
0
t

+ =
t ( ) 0 =
t ( ) t
0
( ) =
t ( ) derivabile
t t
0
<
t t
0
=
t t
0
>
J t t , ( )
1
E
c
t ( )
--------------

R t t

,

( )

E

c
t ( ) = =
1 R t
0
t

, ( )J t t
0
, ( ) J t )dR t
0
) , ( , (
t

0

t

+ =

c
t t
0
, ( )
c
t
0
( ) J t t
0
, ( )
c
t ( )
c
t
0
( ) [ ]
1
E
c
t
0
( )
----------------
t t
0
, ( ) t t
0
, ( )
E
c
------------------------------------- + + =
t t
0
, ( )
1
1
R t t
0
, ( )
E
c
t
0
( )
------------------
----------------------------
1
1 E
c
t
0
( )J t t
0
, ( )
------------------------------------------ + =

276-472_CAP_03_C Page 316 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

D

EFORMAZIONI



DIFFERITE

C-317
Fig. 20. Funzioni di rifluimento e rilassamento con RH = 90% e h
r
= 200 mm.

276-472_CAP_03_C Page 317 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-318

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO
Fig. 21. Funzioni di rifluimento e rilassamento con RH = 90% e h
r
= 400 mm.

276-472_CAP_03_C Page 318 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

D

EFORMAZIONI



DIFFERITE

C-319
Fig. 22. Funzioni di rifluimento e rilassamento con RH = 70% e h
r
= 200 mm.

276-472_CAP_03_C Page 319 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-320 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Fig. 23. Funzioni di rifluimento e rilassamento con RH = 70% e h
r
= 400 mm.
276-472_CAP_03_C Page 320 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
DEFORMAZIONI DIFFERITE C-321
Fig. 24. Funzioni di rifluimento e rilassamento con RH = 40% e h
r
= 200 mm.
276-472_CAP_03_C Page 321 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-322 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Fig. 25. Funzioni di rifluimento e rilassamento con RH = 40% e h
r
= 400 mm.
276-472_CAP_03_C Page 322 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
DEFORMAZIONI DIFFERITE C-323
La determinazione di (t, t
0
) avviene mediante la (7), dopo la definizione della funzione
J (t, t
0
) ed il calcolo di R (t, t
0
); se si escludono casi estremi di rifluimento, la dipendenza del co-
efficiente di invecchiamento dai parametri reologici limitata e non molto sensibile allet di
calcolo ma ovviamente infuenzata dallet di riferimento t
0
.
Quale valore di prima approssimazione si pu assumere = 0,8, oppure usare lespressione (8):
(8)
3.5.4 Principi di viscoelasticit lineare. Oltre alle premesse ipotesi di proporzionalit delle de-
formazioni viscose rispetto a quelle elastiche, per i calcoli strutturali sono opportune le seguenti
ulteriori considerazioni.
1. La struttura considerata deve essere omogenea, ossia le propriet di rifluimento sono co-
stanti nella sezione e lungo gli elementi costituenti; questa assunzione implica getto contempora-
neo e trascurabile leffetto dovuto alla presenza di armatura.
2. Nel caso non sia verificata la condizione 1) sullintera struttura, possibile suddividere
questultima in tronchi in cui valida la condizione di omogeneit (questo artificio estende note-
volmente la mole dei calcoli numerici).
3. Nel caso in cui si voglia calcolare la variazione di tensione nellarmatura dovuta ai fe-
nomeni viscosi, questa pu essere considerata come un vincolo elastico interno alla struttura
(C-3.6.2).
4. I vincoli sono considerati con rigidezza infinita.
5. Si trascurano le deformazioni tangenziali (da taglio e torsione).
Con le premesse addizionali di cui sopra, la generica deformazione elastica istantanea
e

esprimibile in funzione dello stato di sollecitazione mediante le equazioni di elasticit (9).
(9)
con E
co
modulo elastico di riferimento, ricordando lespressione (2) della deformazione (t) in
funzione del rifluimento J (t, o), valida per ogni tronco omogeneo della struttura, e supponendo
che la distribuzione elastica delle tensioni (che soddisfa lequilibrio) rappresenti anche la distri-
buzione delle tensioni viscoelastiche, sostituendo le (9) nella (2), si ottiene la (10)
(10)
Poich
e
(t) risulta somma di contributi d
e
() che soddisfano alle condizioni di compatibilit
delle deformazioni, anche

(t) gode di tale propriet; poich la (10) rappresenta un sistema di
tensioni e di deformazioni equilibrate e congruenti, costituisce anche lunica possibile soluzione.
Considerando ancora che ogni componente degli spostamenti elastici U
e
funzione lineare
delle deformazioni
e
, le espressioni degli spostamenti U (t) sono esprimibili mediante la relazione
(11), formalmente simile alla (10)
(11)
La seconda delle (9) e la (11) esprimono il 1 principio della viscoelasticit lineare:
In una struttura omogenea con vincoli rigidi lo stato di sforzo
e
(t) dovuto a forze esterne
applicate F (t) non modificato dal rifluimento mentre lo stato di deformazione U (t) legato a
quello elastico U
e
(t) attraverso loperatore integrale.

t
0
/t
1
1 t
0
/t
1
+
-----------------------

e
t ( )

e
t ( )
E
co
------------ t ( )
e
t ( ) = =
t ( ) E
co
J t , ( ) d
e
( )
0
t

=
U t ( ) E
co
J t , ( )
U
e
( )

------------------- d
0
t

=
276-472_CAP_03_C Page 323 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-324 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Con dualit si ottengono le relazioni (12)
(12)
e quindi il 2 principio della viscoelasticit lineare:
In una struttura omogenea a vincoli rigidi lo stato di deformazione elastica U
e
(t) dovuto a
spostamenti impressi U (t) non modificato dal rifluimento mentre lo stato di sollecitazione (t)
legato a quello elastico
e
(t) attraverso loperatore integrale.
Osservazione: le (11) e le (12) consentono di risolvere i problemi di risposta in termini di
spostamenti e di sollecitazioni, rispettivamente per sollecitazioni o spostamenti impressi, purch si-
ano note entrambe le funzioni di rifluimento J e rilassamento R, tali problemi prendono normal-
mente il nome rispettivo di problemi di rifluimento e di rilassamento.
3.5.5 Effetti del rilassamento dellarmatura presollecitata (o attiva). Il rilassamento dellar-
matura avviene in presenza del ritiro e del rifluimento del calcestruzzo che producono una caduta
della presollecitazione ed assume quindi un valore minore rispetto a quello intrinseco, indicato in
C-3.4.1.3; poich le leggi costitutive evidenziate sono complesse, opportuna la introduzione di
un coefficiente di riduzione
r
per il calcolo del rilassamento efficace
pe
=
r

pr
.
Una sufficientemente accurata definizione di
r
espressa dalla relazione

3.6 PRESOLLECITAZIONE
3.6.1 Aspetti strutturali. I pi importanti aspetti strutturali della precompressione derivano dal-
lo stato di coazione applicato fra larmatura (definita per tale motivo attiva) ed il calcestruzzo;
la risultante delle tensioni in questo materiale predisposta in generale con verso tale da opporsi
alle azioni dei carichi.
Le azioni sul calcestruzzo prodotte dalla presollecitazione sono uguali e contrarie a quelle
dellarmatura; il sistema di forze quindi equilibrato.
Per effetto dello stato di coazione si manifestano deformazioni che, nel solo caso di struttura
iperstatica, modificano le reazioni dei vincoli.
Le motivazioni per lapplicazione della precompressione sono svariate ed essenzialmente rag-
gruppabili nelle seguenti categorie:
conferimento di maggiore capacit di carico e conseguente possibilit di rinforzo di strutture
esistenti;
riduzione o annullamento dello stato di fessurazione;
riduzione delle tensioni principali di trazione dovute al taglio e della relativa armatura;
aumento della rigidezza e conseguente riduzione delle deformazioni;
aumento della sicurezza contro linstabilit;
conferimento di maggiore affinit geometrica della struttura alla linea delle pressioni dovuta ai
carichi;
con in cui il valore assoluto della variazione di tensione
dellarmatura attiva dovuto agli effetti combinati del ritiro, del
rifluimento e del rilassamento, che vengono calcolati in funzione
della presollecitazione iniziale il valore assoluto
del rilassamento intrinseco.
U t ( ) U
e
t ( ) =
t ( )
1
E
co
-------- R t , ( )

e
( )

-------------------
0
t

r
e
6,7 3,5 + ( )
=


p

pr

p
--------------------------------------- =
p

p
e
pr
276-472_CAP_03_C Page 324 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

P

RESOLLECITAZIONE

C-325

uso razionale delle caratteristiche dei materiali:

calcestruzzo

impegnato prevalentemente a com-
pressione;

acciaio

impegnato a trazione, con tensione molto maggiore di quella compatibile con
lo stato accettabile di fessurazione;
riduzione delle sezioni e delle armature con conseguente maggiore efficienza della struttura e
facilit di getto;
solidarizzazione di elementi separati.
Fra le particolarit della precompressione deve essere segnalata la modifica della forma del
dominio di rottura della sezione con incremento della capacit portante che dipende dallentit
della coazione impressa (

C-3.8.3

).
La solidarizzazione tra larmatura attiva ed il calcestruzzo, direttamente realizzata per aderen-
za nel caso della pretensione e mediante iniezione delle guaine con malta speciale nel caso della
postensione, f si che lacciaio presollecitato segua in ogni sezione il campo di deformazioni pro-
dotto dai carichi e quindi abbia comportamento, per tale azione, analogo a quello dellarmatura
normale, risultando quindi soggetto alle relative variazioni di tensione e fornendo quindi un con-
tributo per le condizioni di esercizio e di rottura.
Nel caso di assenza della solidarizzazione larmatura presollecitata costituisce a tutti gli effetti
un elemento strutturale distinto da quello realizzato in calcestruzzo; alcune componenti degli spo-
stamenti sono rese congruenti con quelle dellelemento in calcestruzzo alle estremit e nei punti
di deviazione del tracciato.
Tale particolarit implica che le variazioni prodotte dai carichi sulla risultante della trazione
dellarmatura presollecitata siano costanti su tutta la lunghezza di questa e siano quindi scarsa-
mente influenzate dalle azioni di esercizio; soltanto in presenza di grandi deformazioni e quindi
in condizioni che devono essere controllate in relazione alla tipologia della struttura, diviene ap-
prezzabile leffetto irrigidente non lineare dovuto allaumento della freccia del cavo.

3.6.2 Pre-tensione e post-tensione.

Con riferimento alla presollecitazione dellacciaio si distin-
guono due procedimenti:


Pre-tensione

: prima del getto lacciaio viene pretesato prendendo contrasto su ancoraggi fissi e,
ad avvenuto indurimento, la reazione di compressione sugli ancoraggi viene gradualmente rila-
sciata cos da trasferirla per aderenza al calcestruzzo.
In generale il tracciato dellarmatura rettilineo o al massimo a spezzata rettilinea con uno o
due punti di deviazione; il sistema adatto ad impianti di prefabbricazione (fig. 26).


Post-tensione

: larmatura da presollecitare viene posta in opera entro guaine che la rendono in-
dipendente dal getto e, ad indurimento avvenuto, viene tesata prendendo contrasto sulla struttu-
ra, cos da trasferire alla stessa la reazione di compressione, ed infine viene bloccata mediante
una testa di ancoraggio (fig. 27); le guaine vengono vengono successivamente iniettate con mi-
scele cementizie per preservare larmatura dalla corrosione e renderla aderente alla struttura per
lintera lunghezza, cos che, per le variazioni di carico, gli allungamenti risultano in ogni sezio-
ne uguali a quelli del calcestruzzo adiacente.
Fig. 26. Principio pre-tensione. (1) Trave gettata dopo il tiro. (2) Armatura pre-tesa.
(3) Deviazione e contrasto iniziale. (4) Martinetto di tiro. (5) Ancoraggio per aderenza.
(6) Casseri della trave. (7) Struttura fissa di reazione.

276-472_CAP_03_C Page 325 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-326

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

In generale il tracciato dellarmatura inguainata o cavo curvilineo, in modo da poter realizza-
re in ogni sezione il migliore stato di coazione possibile.
Il sistema adatto alluso generale, sia in opera che negli impianti di prefabbricazione.
In alcuni casi larmatura presollecitata disposta allesterno del getto e viene collegata a que-
sto soltanto nei punti di deviazione del tracciato (necessariamente a spezzata rettilinea) ed alle
testate di tiro e di ancoraggio; larmatura deve essere quindi rivestita adeguatamente per la pro-
tezione dalla corrosione.
Il sistema adatto al rinforzo di strutture esistenti e, in certi casi, per semplificare la posa
dellarmatura normale ed il getto del calcestruzzo.

3.6.3 Applicazioni.

La presollecitazione applicata con notevoli vantaggi tecnico-economici
nella quasi totalit delle tipologie strutturali nei casi in cui si richiedano notevoli prestazioni per
la capacit di carico e per la luce libera, tenendo in considerazione gli aspetti della durabilit e
della affidabilit.
Per travi semplicemente appoggiate si adotta generalmente un rapporto altezza/luce variabile
da 1/15 a 1/25; valori ancora inferiori sono possibili, ma risultano antieconomici e danno luogo a
deformabilit elevata. La forma della sezione trasversale ha pure importanza per la funzionalit
della costruzione; risulta evidente come a parit di materiale siano pi convenienti sezioni con
grande momento quadratico di superficie realizzabili con forme a

I

, a

T

o a cassone.
La scelta fra questi profili dipende essenzialmente dal rapporto fra il peso proprio della trave

g

e il sovraccarico

q

; per bassi valori di

g/q

si utilizzano sezioni con grande piattabanda inferiore,
capace di immagazzinare una elevata risultante di sollecitazione di precompressione e in grado di
sopportare quindi una elevata risultante di sforzi di trazione, prodotti dalla successiva azione del
sovraccarico

q

.
Quando il rapporto

g/q

aumenta, come nel caso dei ponti di grande luce (ove non interven-
gano altre considerazioni sulla stabilit trasversale e sulla deformabilit), la piattabanda inferiore
pu notevolmente ridursi sino al minimo indispensabile per lalloggiamento dei cavi.
Per qualunque valore del rapporto

g/q

essenziale la presenza di una piattabanda superiore,
che sposta verso lalto il baricentro della sezione, cos che, in fase di servizio, grande leccen-
tricit della precompressione ed possibile limitare o annullare le trazioni al lembo inferiore, do-
vute ai carichi desercizio e alle cadute di tensione per ritiro e viscosit del calcestruzzo e per ri-
lassamento della tensione dellarmatura attiva; allo stato limite ultimo, la mancanza di una piatta-
banda superiore, sede delle forze di compressione, che formano con la risultante delle trazioni
nellacciaio la coppia interna resistente, riduce il braccio di leva e quindi il momento di collasso
e la sicurezza a rottura.
Nel caso di piastre nervate con elevato rapporto luce/altezza e forti sovraccarichi, la preten-
sione dellarmatura attiva posta al lembo inferiore delle nervature costituisce soluzione ottimale; lo
stato di coazione impresso consente ampie forature nelle anime allo scopo di inserimento di pas-
saggi per impianti.
La precompressione impiegata con successo nelle strutture a guscio allo scopo di ridurre o
eliminare le sollecitazioni di trazione originate dal regime di tensioni membranali e flessionali. Si
Fig. 27. Principio post-tensione. (1) Trave gettata prima del tiro. (2) Armatura postesa (entro guaina).
(3) Contrasto fornito dal c/s. (4) Martinetto di tiro. (5) Testata di ancoraggio. (6) Cassero della trave.

276-472_CAP_03_C Page 326 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

P

RESOLLECITAZIONE

C-327

impiegano a questo scopo cavi di limitato ingombro, disposti nello spessore dei gusci oppure nel-
le travi di bordo.
A causa delliperstaticit interna dei gusci il calcolo degli effetti della presollecitazione richie-
de la formulazione di un adeguato modello matematico della struttura mediante elementi finiti.
Nelle cupole i cavi sono disposti nelle travi dimposta ad anello, cos da realizzare una coa-
zione centripeta; lintera circonferenza coperta con pi segmenti di cavo tesati alle estremit e
sovrapposti parzialmente, cos da ridurre le perdite di attrito.
Nei serbatoi e nei sili cilindrici i cavi hanno generalmente andamento verticale e circonferen-
ziale; i primi allo scopo di fornire presollecitazione contro i momenti flettenti longitudinali origi-
nati dai vincoli e dalle condizioni di carico (inclusa la variazione di temperatura fra la superficie
interna a contatto con il materiale e quella esterna soggetta alle variazioni ambientali), i secondi
per contrastare con forze radiali centripete le pressioni interne e le coazioni indotte dal gradiente
termico nello spessore della parete.
Per le strutture di sostegno si annota limpiego della precompressione nei pali prefabbricati di
grande diametro per uso ad esempio nei pontili; la precompressione quasi sempre realizzata con
trefoli aderenti con risultante baricentrica e ha lo scopo di fornire al calcestruzzo una riserva di
compressione necessaria a contenere entro limiti modesti le sollecitazioni risultanti dovute alle fles-
sioni trasversali, originate dalle spinte del vento e delle onde e dovute alle azioni assiali sviluppate
in fase di infissione. Nelle paratie si usano con successo tiranti di ancoraggio presollecitati, realizzati
con appositi cavi infilati entro fori praticati nel terreno e solidarizzati a questo mediante opportune
iniezioni; lo scopo della presollecitazione quello di annullare gli assestamenti della paratia per
effetto delle spinte del terreno e di modificare queste ultime in modo da ridurne gli effetti (fig. 28).
La presollecitazione impiegata anche nelle piste stradali ed aeroportuali, ottenendo fra laltro
il notevole distanziamento dei giunti, essendo possibile la riduzione delle sollecitazioni dovute al
ritiro e alle variazioni termiche; particolari accorgimenti sono necessari per consentire laccorcia-
mento, sia in fase di tiro che susseguente, delle strutture a contatto del terreno.
Fig. 28. Schema di tirante di ancoraggio per paratie.

276-472_CAP_03_C Page 327 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-328

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

3.6.4 Tracciato del cavo
3.6.4.1

Criteri generali

. In generale si sceglie un tracciato del cavo tale da generare azioni
aventi verso opposto rispetto a quelle dovute ai carichi esterni; per ottimizzare leffetto della co-
azione si pone il cavo alla massima possibile eccentricit rispetto al lembo che risulta compresso
per effetto dei carichi.
Sono da evitare controcurve del tracciato a causa dei maggiori attriti derivanti dalle pressioni alterne
dei trefoli inferiori su quelli superiori e contro la guaina e viceversa; per questo motivo non sono utiliz-
zabili cavi i cui trefoli non sono tesati contemporaneamente, ma singolarmente o a gruppi.
Variazioni brusche del tracciato dei cavi inducono forti sollecitazioni locali nel calcestruzzo e
nellacciaio preteso.
Nelle zone verso gli appoggi necessaria una minore presollecitazione, per cui si provvede a
rialzare i cavi con tracciato generalmente parabolico o ad ancorarne alcuni in sezioni intermedie.
Con il primo provvedimento si ottiene un benefico effetto nei confronti delle azioni di taglio, che
vengono direttamente ridotte dalle componenti verticali della precompressione, sviluppate nei tratti
curvilinei.
Analogo effetto si ottiene nel caso della pre-tensione con la deviazione di alcuni trefoli oppu-
re, ove possibile, costruendo travi ad altezza variabile, in modo che i fili rettilinei realizzino ec-
centricit variabili rispetto al tracciato del relativo asse baricentrico.
Nel caso di tracciati rettilinei paralleli degli assi della trave e dellarmatura pretesa, verso gli
appoggi si riduce lazione flettente della precompressione rendendo alcuni trefoli localmente non
aderenti al calcestruzzo mediante apposite guaine.
Anche nelle strutture iperstatiche il tracciato dei cavi configurato in relazione allandamento
dei momenti flettenti dovuti ai carichi, in modo da contrastare nel modo migliore la loro azione;
nel caso di travi continue soggette a sovraccarico mobile in ogni sezione abbastanza ampio il
divario fra il momento massimo e quello minimo presi in valore assoluto, per cui leccentricit
del cavo deve essere opportunamente ridotta per non avere sovrasollecitazioni in presenza del mo-
mento minimo.
Come norma generale i tracciati adottati praticamente sono pi dolci di quelli impiegati in strutture
isostatiche per ridurre le perdite di attrito, gi elevate a causa della notevole lunghezza dei cavi.
Nel caso di punte elevate di flessione dovute ai carichi (ad es. sugli appoggi delle travi continue
e nei nodi dei telai) si introducono corti cavi addizionali a forte curvatura denominati cavi cappello.

3.6.4.2

Posizionamento dei cavi.

necessario garantire ai cavi una copertura di calcestruzzo
pari ad almeno 6 cm e ci allo scopo di limitare il pericolo di corrosione e per evitare il distacco
di placche di calcestruzzo sotto elevate sollecitazioni di compressione, quali si possono avere in
fase di tiro dei cavi sotto lazione del solo peso proprio. Tale ricoprimento assicura anche, se ben
ancorato e provvisto di armatura passiva, una resistenza allincendio pari ad almeno 45


.
Il distanziamento dei cavi deve essere tale da garantire il buon riempimento di calcestruzzo e
quindi pari ad almeno 5 cm. Nelle zone in cui i cavi sono curvi, tale distanziamento deve aumen-
tare per consentire la diffusione delle pressioni radiali esercitate sul calcestruzzo ed evitare lo
sfondamento del sottile strato di separazione.
Devono essere previsti i raccordi per liniezione delle guaine ed i relativi sfiati, disponendo
preferibilmente i primi nei tratti pi bassi dei cavi ed i secondi nei tratti pi alti.
In fase esecutiva deve essere garantito lesatto posizionamento dei cavi, che si ottiene con ap-
posite staffe di sostegno, poste a interasse almeno di 1 metro nel caso di cavi a trefoli e 2 metri
nel caso di barre rigide.
Le testate di tiro ed il relativo tratto di raccordo al cavo devono essere disposti con asse ret-
tilineo, tangente al tratto terminale del cavo, per evitare sovratensioni locali nellarmatura attiva e
nel calcestruzzo.
Pi cavi possono essere disposti nella struttura con differenti tracciati in modo da ottenere in
ogni sezione una buona diffusione dellarmatura metallica; risultano inoltre pi semplici gli allog-
giamenti per le testate e minori le sollecitazioni trasversali che vengono originate agli ancoraggi.

276-472_CAP_03_C Page 328 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

P

RESOLLECITAZIONE

C-329
3.6.4.3

Definizione analitica

. Nella progettazione del tracciato del cavo ricorre spesso il proble-
ma della relativa determinazione geometrica in funzione di parametri prefissati quali le ordinate e
gli angoli formati con lasse della trave alle estremit di un tratto di lunghezza

l

; con questa de-
finizione risulta facile suddividere il cavo in tronchi per i quali sono stabilite le condizioni geo-
metriche in modo conveniente per ottenere lo stato di coazione prescelto.
Con riferimento alla figura 29 lequazione del cavo risulta una cubica espressa dalla (13) che
riporta anche le derivate prima e seconda, utili per il calcolo dei carichi equivalenti.

3.6.5 Azioni equivalenti alla precompressione.

Lo stato di coazione prodotto dalla presolleci-
tazione dellarmatura attiva individuato da due sistemi di forze aventi risultanti con norma
uguale e verso opposto, agenti rispettivamente sulla parte in calcestruzzo, comprensiva delle arma-
ture passive, e sullarmatura attiva.
La riduzione della presollecitazione ad un sistema di carichi, valida per entrambi i casi di
armatura scorrevole o resa aderente; nel secondo caso larmatura attiva collabora direttamente alla
resistenza della sezione.
Le variazioni dimensionali del calcestruzzo, dovute al ritiro ed al rifluimento cos come il ri-
lassamento dellacciaio preteso riducono le tensioni di tutte le armature attive.

3.6.5.1

Azione della pre-tensione

. Larmatura pretesa costituisce un elemento strutturale interno a
cui impressa una dilatazione preventiva ; la condizione di congruenza, impostata in una sezione di
ancoraggio di testata, fra gli allungamenti dellacciaio e gli accorciamenti delle fibre di calcestruzzo
adiacenti, consente di determinare lazione incognita mutua

P

finale a deformazioni elastiche avvenute.
Ad esempio, con riferimento alla figura 30, per una trave rettangolare di luce

l, e sezione co-
stante con armatura attiva rettilinea e soggetta a pretensione , avente eccentricit y
0
ed y
l
agli
estremi, il valore della coazione P risulta dalla congruenza degli spostamenti s
p
dellarmatura at-
tiva e s
c
della trave lungo lasse della prima, allatto del trasferimento della pretensione.
Risulta:
x
3
x
2
l x l
2
l
3
(13)
3 x
2
2 x l l
2
0
6 x 2l 0 0
tan
0
Fig. 29. Definizione
equazione del cavo.
y
1
l
2
--- =
2
y
l
y
0

l
--------------- tan
l
tan
0
+ +
dy
dx
------
3
y
l
y
0

l
--------------- tan
l
2 tan
0
+
d
2
y
dx
2
-------- y
0
l
-----

p
P
s
p
l
E
p
A
p
cos
--------------------------- P P ( ); tan
y
l
y
0
l
---------------- = =
276-472_CAP_03_C Page 329 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-330 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Assumendo come riferimento lasse longitudinale baricentrico e quello trasversale, le azioni nella
generica sezione x sono espresse in funzione dellazione incognita di pre-tensione P da:
indicando con y (x) = y
0
+ x tan lordinata generica dellarmatura attiva, risulta anche
La deformazione specifica del calcestruzzo al livello dellarmatura attiva risulta:
Sostituendo le espressioni di N(x), M(x) si ottiene:
Laccorciamento s
c
della trave composta lungo lasse dellarmatura attiva risulta dallintegra-
zione di
cp
(x) sulla lunghezza l / cos e quindi, con le opportune sostituzioni:
Lequazione di congruenza
Nel caso di armatura attiva avente eccentricit costante e = y
0
= y
l
, risulta cos = 1 e
e quindi M (x) = Pe N (x) = P V (x) = 0.
le reazioni vincolari sono tutte nulle.
3.6.5.2 Azione della post-compressione. In questo sistema, in fase di tesatura del cavo, vengono
compensati dal martinetto gli accorciamenti elastici del calcestruzzo dovuti allintroduzione della
post-compressione e quindi il tiro rilevato P uguale a quello applicato ; nel caso di tesatura
successiva di pi cavi, laccorciamento elastico indotto dal cavo riduce il tiro di quelli preceden-
temente tesati.
(A ed I area e momento quadratico di su-
perficie della sezione composta omoge-
neizzata a calcestruzzo)
Fig. 30. Schema calcolo azione della pretensione.
N x ( ) P ; M x ( ) cos P y
0
x tan + ( ) cos = =
M x ( ) Py x ( ) cos =

cp
x ( )

cp
x ( )
E
c
----------------
1
E
c
-----
N x ( )
A
------------
M x ( ) y x ( )
I
------------------------ + = =

cp
x ( )
P cos
E
c
----------------------
1
A
---
y
2
x ( )
I
------------- + =
s
c

cp
x ( )dl
0
l cos

1
cos
-------------
cp
x ( )dx
0
l

Pl
E
c
----------
1
A
---
1
3I
----- y
0
2
y
l
2
y
0
y
l
+ + ( ) + = = =
s
c
s
p
fornisce
P
P
--- 1
E
p
A
p
cos
E
c
----------------------------
1
A
---
1
3I
----- y
0
2
y
l
2
y
0
y
l
) + + ( + + = =
P
P
--- 1
E
p
A
p
E
c
-------------
1
A
---
e
2
I
---- + + =
P
276-472_CAP_03_C Page 330 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
PRESOLLECITAZIONE C-331
Il cavo scorrevole viene bloccato dopo la tesatura alle testate della trave; la sua azione sul
calcestruzzo costituita da due carichi concentrati (agli ancoraggi) e da carichi ripartiti lungo la
guaina. La successiva iniezione di malta nella guaina rende il cavo aderente al calcestruzzo, senza
mutare lo stato di precompressione.
Tenendo conto degli attriti e delle reazioni interne fra cavo e trave e noto P, possibile cal-
colare le azioni nelle sezioni correnti.
Con riferimento alla figura 31, un elemento r

d del cavo singolo scorrevole, in presenza


dattrito fra guaina e calcestruzzo, risulta soggetto a una pressione normale w
n
ed a una resistenza
dattrito tangenziale w
t

, che rappresentano la reazione della trave per unit di lunghezza del cavo.
Le relazioni che esprimono lequilibrio dellelemento, sono:
Le pressioni e le forze P
A
, P
B
agenti agli estremi A e B di un tratto finito di cavo, formano
un sistema di forze in equilibrio; la P in una sezione qualunque D del cavo tangente al suo as-
se ed la risultante delle forze P
A
, w
n
, w
t
, relative al tratto A D del cavo; sul tratto di trave A D
agiscono per reazione le forze opposte a quelle precedenti.
Ponendo coefficiente dattrito fra cavo e guaina si hanno le equazioni dequilibrio (14):
(14)
La soluzione dellequazione differenziale (14) esprimibile in funzione del tiro P
0
e dellin-
clinazione allorigine del cavo.
Per linevitabile andamento ondulato della guaina fra i punti di fissaggio si usa introdurre una
corrispondente deviazione angolare (analoga a quella del tratto curvo di cavo), espressa in ra-
dianti per metro lineare di sviluppo del cavo curvo o diritto, ottenendo quindi unulteriore ridu-
zione del tiro P che risulta dalla 14 con s sviluppo del cavo (15).
(15)
w
n
r

d Pd =
w
t
r

d dP =

Fig. 31. Equilibrio di un elemento di cavo.


w
n
P
r

----- =
w
t
dP
r

d
------------ w
n
( ) ossia: = =

P
dP
d
---------- + 0 =
P P
0
e

0
s ( )
=

276-472_CAP_03_C Page 331 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-332

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Si assumono i valori riportati in tabella (8) del coefficiente di attrito in funzione del tipo di
trattamento della guaina e della rigidezza di questa, che dipende dal suo diametro e dalla distanza
fra i supporti.
Nel caso di asse baricentrico

x

rettilineo della trave, se le tangenti al cavo formano con que-
sto angoli


sufficientemente piccoli perch sia:
ed inoltre per curvatura del cavo limitata sia lecito porre
i carichi equivalenti e le relative azioni risultanti sono espressi da:
Nel caso sia necessario uno stato di coazione centripeto, come ad esempio nelle travi di bor-
do di strutture assialsimmetriche spingenti o delle pareti di serbatoi e sili cilindrici, necessario
suddividere il cavo ad anello in pi archi sia per consentirne il tiro che per ottenere pressioni il
pi possibile uniformi sulla circonferenza.
Nella figura 32 sono riportati i diagrammi del tiro del cavo, calcolati per


= 0,20,


= 0 per
i casi pratici relativi a 2, 3, 4, 6 ancoraggi sulla circonferenza e tesatura da entrambe le estremit
di ogni arco.
Si osserva che la differenza fra il tiro da 6 punti, rispetto a quello da 4 consiste unicamente
nel valore pi elevato della tensione media.
Perdite di tensione addizionali e pari a (0,02 0,04)

P

si manifestano nella testata di tiro a
causa di una deviazione localizzata dei trefoli; nei sistemi di ancoraggio dei trefoli mediante chia-
vette dentate si ha anche una perdita di allungamento pari a circa 4-6 mm e dovuta allassesta-
mento dellassieme.

Tabella 12. Coefficienti di attrito guaina/cavo.

Tipo guaina Minima dist. fra supporti (m) Minimo raggio curv. (m) (

1

)
m
(rad

1

)


(rad/m) (

2

)
acciaio normale
lubrificato
0,80 - 1,20 3,00 - 9,00 0,20
0,17
0,005 - 0,008
0,004 - 0,007
polietilene 0,70 - 1,00 2,50 - 9,00 0,14 0,007 - 0,010
polietilene
ingrassato (

3

)
0,60 - 1,50 2,50 0,06 0,008 - 0,010
(

1

) I valori riportati sono corrispondenti rispettivamente ai tiri minimo e massimo 0,15-10 MN e risultano quindi varia-
bili a causa del numero di trefoli componenti il cavo.
(

2

) I valori riportati sono relativi ai valori minimi e massimi della distanza fra i supporti della guaina.
(

3

) Usato per cavi monotrefolo permanentemente scorrevoli.
1 tan sin cos
dy
dx
------ =
1
r

-----
d
2
y
dx
2
--------- =
w
x
P
d

2

y

d

x

2
--------
d

y

dx
------
,
_
; w
y
P
d

2

y

d

x

2
-------- 1
d

y

dx
-------
,
_
; m
z
Py w
x
; = = =
N
x
P =
V
y
P
dy
dx
------ =
M
z
Py =

276-472_CAP_03_C Page 332 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

P

RESOLLECITAZIONE

C-333
3.6.5.3

Cavo parabolico.

Con riferimento alla figura 33 lequazione del cavo parabolico avente
eccentricit

y

A

e

y

B

agli estremi e freccia

h

riferita allasse baricentrico della trave risulta:
Lordinata

y

rappresenta anche leccentricit del cavo.
Agli estremi

A

e

B

risultano rispettivamente:
tan


A

= (

y

B



y

A

+ 4

h

)



/



l

tan


B

= (

y

B



y

A

4

h

)



/



l

Le azioni equivalenti alla precompressione risultano quindi agli estremi:
Per il tiro dalla estremit

A

, la caduta di tensione fra gli estremi

A

e

B

calcolabile mediante la
(15); osservando che la deviazione angolare totale vale


A

+


B

e la lunghezza del cavo pu
essere assunta pari a

l

, si ottiene:
Fig. 32. Suddivisione cavi ad anello.
y x ( ) 4h
x
l

------

,
_

2


y
B

y
A

4h + ( )
x
l

------

,
_

y
A

;
dy
d

x

------ + +
1
l

--- 8h
x
l

------

,
_


y
B

y
A

4h + + ;
d
2
y
d

x

2

--------
8h
l

2

----------- = = =
Fig. 33. Trave rettilinea con cavo parabolico.
N
A
P
A

A
cos = T
A
P
A

A
sin = MA
P
A
cos
A
y
A
=
N
B
P
B

B
cos = T
B
P
B

B
sin = M
B
P
B
cos
B
y
B
=
P
B
P
A
e
l + ( )
=

276-472_CAP_03_C Page 333 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-334

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

ed allascissa

x

con

3.6.5.4

Esempio

. Ponendo

l

= 10,0 m

y

A

= + 0,10 m

y

B

= + 0,50 m

h

= 0,60 m


= 0,17


= 0,005,

P

A

= 1000 kN si ot-
tiene:
tan

A
= 0,280 sin
A
= 0,267 cos
A
= 0,963
tan
B
= 0,200 sin
B
= 0,196 cos
B
= 0,981
A
+
B
= 0,4704
P
B
= 1000 e
0,17 (0,4704 + 0,005 10,0)
= 915,3 kN
Nella sezione di mezzeria, con x = 5,00, = 0,040, (x) = 0,2329, sin = 0,2308,
cos = 0,9730, si ottiene:
P
l/2
= 1000 e
0.17(0.2329+0,005 5,00)
= 958,1 KN e quindi
= 931,3 kN, = 220,9 kM = 55 kMn
3.6.6 Perdite di tensione per deformazioni differite. Le variazioni dimensionali del calce-
struzzo dovute al ritiro ed al rifluimento producono una deformazione negativa di accorciamento
dellarmatura attiva e quindi una diminuzione della precompressione; analoga riduzione, senza mo-
difica della deformazione intrinseca, prodotta dal rilassamento della stessa armatura.
Lo schema qualitativo dellevoluzione temporale della precompressione riportato nella figura
34, a partire dal tempo t
0
corrispondente allapplicazione allapplicazione della precompressione
per le due condizioni di pre-tensione e post-tensione, che differiscono per la quota di rilassamento
iniziale che avviene sul banco per il primo sistema e per la diversa distribuzione delle perdite ela-
stiche nel caso di tiro successivo di cavi del secondo sistema.
Gli effetti sullo stato tensionale sono determinabili con il metodo esposto in C-3.6.2.
3.6.7 Precompressione delle strutture iperstatiche. Lo stato di coazione generato dalla pre-
compressione produce deformazioni nella struttura iperstatica salvo che nelle sezioni poste in cor-
rispondenza dei vincoli sovrabbondanti ove insorgono reazioni iperstatiche. Per la natura stessa di
tali reazioni, tendenti a contrastare le deformazioni prodotte dalla precompressione sulla struttura
resa isostatica, si avr nella struttura reale iperstatica una diminuzione dellefficienza della pre-
compressione; per questo motivo le reazioni vincolari prodotte dallo stato di coazione sono dette
parassite.
In particolare il luogo dei punti di applicazione delle risultanti dellazione di presollecitazione e
di quelle parassite anzidette non pi coincidente con lasse del cavo come nelle strutture isosta-
tiche, ma definisce una curva delle pressioni distinta da questo. quindi evidente che per realiz-
zare la massima efficienza della precompressione occorre minimizzare le reazioni parassite, predi-
sponendo innanzi tutto vincoli atti a consentire laccorciamento assiale della struttura e determi-
nando un tracciato dei cavi tale da generare deformazioni nella struttura principale isostatica com-
patibili con i vincoli effettivi sovrabbondanti.
= 1000 0,963 = 963 kN = 915,3 0,981 = 898 kN
= 1000 0,267 = 267 kN = 915,3 0,196 = 179 kN
= 963 0,10 = 96,3 kNm = 898 0,50 = 449 kNm
P x ( ) P
A
e
x ( ) x + [ ]
= x ( ) arctan
dy
dx
------
,
_

A
+ =
N
A
N
B
TA TB
M
A
M
B
dy
dx
------
N
l/2
T
l/2
M
l/2
276-472_CAP_03_C Page 334 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
PRESOLLECITAZIONE C-335
Per il caso particolare delle travi continue sussiste il teorema di Guyon, che dimostra che:
landamento della curva delle pressioni dipende soltanto dalla curvatura del cavo (ad azione as-
siale costante) e dalla sua posizione sugli appoggi estremi, ma non dalleccentricit di questo su-
gli appoggi intermedi.
Per la risoluzione delle strutture iperstatiche precompresse, risulta quindi opportuno luso dei
carichi equivalenti definiti in C-3.5.5.2.
3.6.8 Interazione progettazione/costruzione. Per le ragioni di seguito esposte, le strutture pre-
sollecitate sono estremamente sensibili alle modalit di esecuzione ed inoltre, applicando la coa-
zione nelle fasi e nelle et pi opportune, risulta possibile un notevole incremento dellaffidabilit
e della durabilit dellopera; quindi necessaria, gi in sede di progettazione, la previsione delle
modalit e delle condizioni di costruzione e deve essere posta particolare attenzione alle seguenti
problematiche.
a) Primo fattore essenziale la resistenza del calcestruzzo che deve essere tale da sopportare
con adeguato grado di sicurezza le sollecitazioni introdotte dal tiro dei cavi.
Let del getto ha pure importanza agli effetti delle perdite dovute alla viscosit ed al ritiro,
cosicch nel caso di presollecitazione di calcestruzzo molto giovane opportuno prevedere una ri-
taratura del tiro dei cavi, in modo da ridurre lentit delle perdite di cui sopra.
Daltra parte sembra sperimentalmente acquisito un miglioramento della resistenza a trazione
del calcestruzzo derivante da una lieve compressione, applicata dopo pochissimi giorni dal getto;
con tale operazione si ottiene anche un efficace contrasto alle sollecitazioni di ritiro. quindi con-
sigliabile operare una prima tesatura parziale molto presto dopo il getto e una seconda pi oltre,
onde ottenere contemporaneamente una riduzione delle perdite e un miglioramento della qualit.
Fig. 34. Evoluzione temporale della precompressione.
276-472_CAP_03_C Page 335 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-336 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
b) Durante il tiro si manifesta laccorciamento assiale e la curvatura dellelemento di calce-
struzzo, cos che indispensabile prevedere tutti gli accorgimenti costruttivi, atti a evitare che i
casseri e il banchinaggio di sostegno forniscano contrasto a questi movimenti. Per lo stesso moti-
vo, nel caso di pi nervature collegate in fase di getto da strutture trasversali, per ridurre le sol-
lecitazioni in questi elementi di collegamento opportuno raggiungere la presollecitazione richie-
sta in tappe successive, operando gradualmente su tutte le nervature, oppure predisporre attrezza-
ture per il tiro contemporaneo su tutte.
c) Si osservi che se si precomprime per fasi, occorre anche disarmare gradualmente lelemento,
in proporzione alla parte del carico permanente che agisce in ogni fase; in caso contrario, essendo
larmatura di sostegno elastica, essa seguirebbe (con il recupero graduale della sua deformazione
dovuta a tutto il carico permanente) linflessione verso lalto, prodotta via via con il procedere
della precompressione, determinando condizioni di carico e di vincolo incerte, talora assai sfa-
vorevoli.
d) Nel caso di pi cavi presenti in una trave, in fase di tiro si compensano le perdite della
forza di presollecitazione dei cavi gi tesati, causate dallaccorciamento del calcestruzzo, mediante
incrementi di tale forza man mano decrescenti con lordine di tesatura.
Pure in fase di tiro si compensano le perdite dovute allassestamento degli ancoraggi, median-
te sovratensione atta a fornire un sovrallungamento del cavo di entit pari allassestamento.
Con analoga sovratensione seguita da rilascio sino alla tensione prevista possibile ridurre le
perdite per attrito, realizzando un diagramma di tali perdite pi favorevole.
e) Nel caso della pretensione sono ancora pi importanti la qualit e la resistenza del calce-
struzzo, in quanto non possibile riprendere il tiro in tappe successive; il trasferimento della for-
za di precompressione al calcestruzzo deve essere lento, in modo da non alterare lequilibrio
dellautoancoraggio dei trefoli basato su attrito e aderenza; deve essere evitato il taglio dellarma-
tura attiva per i fenomeni dinamici connessi alla conseguente rottura brusca, mentre luso di mar-
tinetti idraulici buon procedimento per il rilascio della tensione.
Fig. 35. Armature tipiche nella zona di ancoraggio di un cavo: (1) piastra della testata, (2) spirale di
cerchiatura, (3) armatura per le tensioni ai lembi, (4) armatura di ripartizione, (5) legature.
276-472_CAP_03_C Page 336 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
PRESOLLECITAZIONE C-337
f) Si devono disporre armature passive in direzione dellasse della trave, allo scopo di ridurre
gli effetti del ritiro agenti prima del tiro dei cavi e per assorbire le risultanti degli sforzi di tra-
zione non compensati dalla precompressione.
Pi importanti sono le armature trasversali, le quali, sotto forma di staffe, hanno il compito
di assorbire le trazioni, prodotte a valle delle piastre di ancoraggio (fig. 35) e nei punti di varia-
zione dellasse geometrico dei cavi o dellasse baricentrico della trave.
Nel tronco di struttura di lunghezza circa pari allaltezza della trave in cui avviene la diffu-
sione della forza di precompressione, derivante dalle singole testate di ancoraggio, occorre dimen-
sionare le staffe per gli sforzi di taglio, ignorando il contributo della presollecita-zione.
Occorre anche verificare che la riduzione della staffatura consentita dalla precompressione,
non lasci lanima scoperta nei confronti degli effetti torcenti forniti da carichi eccentrici.
Larmatura verticale deve essere integrata con gli elementi che fissano il cavo nella posizione
di progetto e che deve essere garantita in ogni direzione (anche verso lalto, a causa dellazione
dei vibratori).
3.6.9 Verifiche e controlli. Con leccezione di strutture costruite per fasi successive, si calco-
lano le tensioni derivanti dalla combinazione pi sfavorevole di carico, cos da avere per praticit
di calcolo le condizioni di carico caratteristiche seguenti.
1. Condizione iniziale di costruzione (prima del ritiro
cr
e delle deformazioni viscose
cl
) ed
eventualmente, nel caso della pretensione, con una frazione del rilassamento
pr
dellarmatura at-
tiva, con peso proprio G
k
e precompressione iniziale P
k
(x, t = 0): produce in generale le massime
compressioni al bordo prossimo al cavo e trazioni al bordo opposto, in presenza di caratteristiche
di resistenza del calcestruzzo inferiori a quelle finali.
2. Condizione desercizio finale (dopo
cr
+
cl
+
pr
) costituita dalla precompressione
P
k
(x, t = ) finale + effetti del carico desercizio g
k
+ q
k
: fornisce in generale trazione nella zona
prossima al cavo e compressione nella zona opposta.
Per entrambe le condizioni di carico sopra evidenziate si devono effettuare verifiche per gli
stati limite di servizio; quelle per la rottura sono in generale necessarie solo per la 2
a

condizione.
Sono pure opportuni i seguenti controlli.
3. Forze radiali: ove il cavo curvato, si devono controllare le pressioni radiali sul calcestruz-
zo e le relative forze di trazione ortogonali di fenditura indotte nel calcestruzzo.
4. Trasmissione delle forze di precompressione al calcestruzzo: vanno valutate le forze di tra-
zione e di flessione nel calcestruzzo e disposte adeguatamente le armature.
5. Ancoraggi dei trefoli per la pretensione: le tensioni devono essere controllate accuratamente,
tenendo anche conto delle azioni taglianti e flettenti indotte dai carichi.
6. Variazioni brusche di sezione, andamento spezzato dellasse baricentrico (ad esempio nella
zona centrale di una trave a doppia falda): sono causa di concentrazioni di tensioni, per cui deve
essere prevista idonea armatura.
Per le verifiche sopra esposte e per i controlli di esecuzione occorre valutare le seguenti de-
formazioni.
a) Estensione del cavo: la somma dellallungamento del cavo + laccorciamento della trave
in calcestruzzo (dovuto al trasferimento della precompressione); occorre tener in conto lattrito.
Nel calcolo si deve indicare se e di quanto deve quindi essere maggiorato il tiro (temporaneamen-
te o permanentemente) allestremit tesa del cavo, allo scopo di ridurre tale perdita di tensione
nel cavo nelle sezioni importanti.
b) Accorciamento e deformazione della trave di calcestruzzo: si determinano laccorciamento
assiale totale (elastico a precompressione iniziale + effetto ritiro e viscosit + deformazioni termi-
che) e le deformazioni di flessione della trave per lo studio delle modalit di disarmo e per la
stabilit degli appoggi, dei pilastri e per i giunti.
c) Inflessioni: a causa della viscosit, linflessione della trave tende a variare; le inflessioni (o
quella massima) vanno calcolate per sollecitazioni sotto carico permanente (con effetto viscoso).
276-472_CAP_03_C Page 337 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-338 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
La monta iniziale stabilita in relazione a queste inflessioni teoriche totali tenuto conto di quelle
iniziali dovute alla precompressione.
3.7 ANALISI TENSIONALE PER FLESSIONE RETTA COMPOSTA
Vengono esposti i metodi di calcolo delle tensioni sulla sezione, per il caso della flessione com-
posta retta, presupponendo che siano gi state determinate mediante lanalisi della struttura le
azioni di progetto per gli stati limite di servizio; lo stato tensionale costituisce la base per lo stu-
dio dei problemi connessi con la fessurazione e con le deformazioni.
Si considerano legami costitutivi lineari per i materiali poich il campo di tensioni riscontra-
bile negli stati di servizio caratterizzato da limitati scostamenti dalla proporzionalit.
Poich il problema dellanalisi tensionale coinvolge anche le sezioni pre- o post-compresse,
gli sviluppi riportati considerano anche larmatura attiva con la relativa deformazione impressa
, assumendo quindi validit generale.
In generale la distribuzione delle tensioni e delle deformazioni delle sezioni dovute ai carichi,
al rifluimento e al ritiro del calcestruzzo ed al rilassamento dellacciaio preteso, variabile con lo
stato tensionale.
Lanalisi deve essere effettuata tenendo in conto la presenza delle armature, in quanto queste
agiscono come vincoli interni alla struttura e contrastano le deformazioni del calcestruzzo.
Il procedimento basato sullassunzione della congruenza fra le deformazioni dellacciaio e
del calcestruzzo adiacente; queste ultime sono prodotte dalla storia di carico e dalle condizioni
ambientali, nonch dalla modifica delle caratteristiche delle sezioni per effetto ad esempio di getti
in opera aggiunti posteriormente alla struttura primaria.
3.7.1 Effetti immediati delle azioni normale e flettente. Si assumono come positive le solle-
citazioni di trazione, ed i corrispondenti allungamenti; un momento tale da tendere le fibre infe-
riori pure considerato positivo cos come la curvatura corrispondente.
Lordinata y di ogni elemento delle sezioni misurata verso il basso rispetto ad un punto ar-
bitrario di riferimento O.
3.7.1.1 Campo delle deformazioni e delle tensioni. Si ipotizza la conservazione della planarit
delle sezioni per effetto delle azioni applicate, anche nello stato di fessurazione, in accordo alle
indicazioni della sperimentazione.
Il campo delle deformazioni quindi espresso dalla relazione (16), in cui
0
la deformazio-
ne nel punto di riferimento O e la curvatura (fig. 36)
(16)
Analogamente si definisce il campo delle tensioni (y) =
0
+ y
3.7.1.2 Legami costitutivi. Allistante considerato t le relazioni fra le sollecitazioni e le defor-
mazioni di ogni materiale componente la sezione sono esprimibili mediante le relazioni (17):
calcestruzzo
arm. passiva (17)
arm. attiva
con: E
m
= modulo di elasticit (eventualmente secante) del materiale m considerato e quindi in generale:
(18)

p
y ( )
0
y + =

c
y ( ) E
c
t ( ) y ( ) 0 < ( ) =

s
y ( ) E
s
y ( ) =

p
y ( ) E
p
y ( )
p
] + [ =

m
y ( ) E
m
y ( ) E
m

0
y + ( )
0
y + = = =
276-472_CAP_03_C Page 338 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
ANALISI TENSIONALE PER FLESSIONE RETTA COMPOSTA C-339
3.7.1.3 Equazioni di equilibrio. Le equazioni di equilibrio alla traslazione ed alla rotazione at-
torno allasse orizzontale passante per O e per azioni N, M riferite anchesse al punto O (arbitra-
rio), sono esplicitate nelle (19)
(19)
con A
c
area della sezione di calcestruzzo nella quale
c
= 0.
Sostituendo le precedenti relazioni nelle (19), ed introducendo le grandezze:
si ottengono le (20):
(20)
3.7.1.4 Ricerca dello stato di deformazione. Le (20) costituiscono un sistema di due equazioni
nelle due incognite
0
, , che lineare se e solo se:
la sezione interamente reagente, oppure
la sezione costituita dalle sole armature.
rapporti di omogeneizzazione delle armatu-
re passiva ed attiva;
area sez. omogeneizzata a cls
momento statico rispetto allasse di riferi-
mento della sezione omogeneizzata a cls;
momento quadratico rispetto allasse di rife-
rimento della sezione omogeneizzata a cls;
azioni dovute alla precompressione
Fig. 36. Campi delle deformazioni e delle tensioni.
N
c
dA
i
A
si

si

j
+ A
pj

pj
+
A
c

=
M
c
y dA
i
A
si
y
si

si

j
A
pj
y
pj

pj
+ +
A
c

s
E
s
E
c
t ( )
------------
p
E
p
E
c
t ( )
------------ = =
A dA
s

i
A
si

j
A
pj
+ +
A
c

=
S y dA
s

i
y
si
A
si

j
y
pj
A
pj
+ +
A
c

=
I y
2
dA
s
+
i
y
si
2
A
si

i
y
pj
2
A
pj
+
A
c

=
N
p
E
p

pj
A
pj
M
p
E
p

pj
y
pj
A
pj
= =
N

M

E
c
t ( )
A
S

S

I

N
p
M
p
+ e, con riferimento al campo delle tensioni
N

M

A
S

S

I

0

= =

276-472_CAP_03_C Page 339 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-340

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

In tali casi la soluzione data dalle (21)
(21)
Nel caso in cui in parte della sezione risulti


c

> 0 e quindi si abbia tensione di trazione nel
calcestruzzo, deve essere annullato il relativo contributo e quindi si ha parzializzazione della se-
zione; le equazioni di equilibrio (19) si scrivono allora limitando lintegrazione alla parte com-
pressa ed effettuando la sommatoria dei contributi delle armature normali e presollecitate.
Se la sezione parzializzata, il sistema non lineare, in quanto le quantit

A

,

S

,

I

dipendono
dalla soluzione e sono calcolate in questa fase considerando la sola parte compressa della sezione
di calcestruzzo e le aree delle armature passive ed attive omogeneizzate con i coefficienti


s

e


p



.
In particolare queste grandezze possono essere espresse in funzione della quota dellasse neu-
tro

y

n

=


0

/


.
La quota dellasse neutro viene determinato risolvendo per via iterativa lequazione (22), non
lineare nellincognita

y

n



, ricavata dalle (20).
(22)
Si osserva che la posizione dellasse neutro dipende soltanto dal rapporto (

N



N

p

)/(

M



M

p

) e
non, separatamente, dai valori

N

,

M, M

p

, M

p

.
La (21) sempre valida per il calcolo delle deformazioni introducendo per le grandezze

A

,

S

,

I

i valori corrispondenti alla sezione composta parzializzata.

0

1
E

c

t

( )

AI S

2


( )

---------------------------------------
I
S


S

A
N N

p

M M
p

=
N N
p

M M
p

-------------------
S A y
n

I S y
n

------------------- =
Fig. 37. Sezione composta con trapezi.

276-472_CAP_03_C Page 340 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

NALISI



TENSIONALE



PER



FLESSIONE



RETTA



COMPOSTA

C-341

In generale si pu porre d

A

=

b



(

y

) d

y

e quindi, per sezioni aventi perimetro composto da
spezzata di segmenti rettilinei lequazione che consente di determinare

y

n

risulta di 3 grado;
bene rilevare che qualunque forma di sezione pu essere ricondotta a questo caso operando una
suddivisione sufficientemente estesa.
Si suddivide lintervallo di integrazione

O

,

y

n

, mediante estremi intermedi, coincidenti con le
ordinate delle basi dei trapezi di cui in questo caso composta la sezione; le espressioni delle ca-
ratteristiche geometriche

A

,

S

,

I

risultano, per la parte relativa al calcestruzzo, dalla somma dei
contributi dei singoli trapezi indicati nelle (23), con riferimento alla figura 37.
Poich devono essere considerati esclusivamente trapezi o subtrapezi appartenenti alla sola
parte compressa della sezione, si hanno 3 casi, individuati rispettivamente dalla posizione di que-
sti rispetto allasse neutro

n-n

(fig 38); ne consegue che il calcolo deve considerare i trapezi del
caso 1, scartare quelli del 3 e ricercare laltezza del subtrapezio superiore del caso 2.
Lo schema del procedimento di calcolo indicato nella figura 39 con riferimento alla parte
di sezione posta al di sopra della retta di ordinata

y

m

misurata dal centro

O

.
Nellanalisi della sezione si distinguono 4 casi identificati nella figura 40 con

A B C D

in re-
lazione alla posizione ed allestensione della zona compressa quale conseguenza del segno
dellazione assiale

N

e della posizione del suo punto di applicazione (funzione di

M

).
Le caratteristiche geometriche della sezione di calcestruzzo del caso

B

sono ottenute per dif-
ferenza fra quelle calcolate per i casi

C

e

A

.

3.7.1.5

Calcolo della posizione dellasse neutro.

Poich la posizione

y

n

dellasse neutro inco-
gnita, viene svolto il calcolo delle caratteristiche geometriche dei trapezi secondo lo schema di fi-
gura 41, controllando il valore delle funzioni

F



0

(

y

m

),

F



1

(

y

m

) espresse dalle (24

a

,

b

) rispettiva-
mente nei casi

M



0,

N

= 0 (flessione semplice) ed

M



0,

N



0 (flessione composta).
Tali funzioni, esprimono le condizioni di equilibrio rispettivamente alla traslazione ed alla
rotazione ed hanno valore nullo per

y

m

=

y

n

e quindi, individuato dal cambiamento di segno della
funzione considerata il trapezio intersecato dallasse, si usa il metodo della bisezione per calco-
lare

y

n



.
(23)
Fig. 38. Posizione relativa dellasse neutro.
A
k
b
ks
b
ki
+ ( ) h
k
2 =
S
k
A
k
y
ks
y
k4
+ ( ) A
k
y
k
= =
y
kG
b
ks
2b
ki
+ ( )h
k
3 b
ks
b
ki
+ ( )
--------------------------------- =
I
k
A
k
y
k
2
h
k
3
b
ks
2
b
ki
2
4 b
ks
b
ki
+ + ( ) 36 b
ks
b
ki
+ ( ) + =
276-472_CAP_03_C Page 341 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-342 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Fig. 39. Schema di calcolo della posizione dellasse neutro.
Fig. 40. Effetti della eccentricit e del segno dellazione assiale.
276-472_CAP_03_C Page 342 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
ANALISI TENSIONALE PER FLESSIONE RETTA COMPOSTA C-343
Fig. 41. Schema di calcolo delle caratteristiche geometriche.
276-472_CAP_03_C Page 343 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-344 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Per arrestare literazione si pone unapprossimazione prefissata al valore della funzione F (y
n
).
Per N = 0 si ha:
(24 a)
Per N 0 si ha:
(24 b)
F
0
y
m
( ) y
m
y ) dA
s

i
A
si
y
m
y
si
( )
p

j
A
pj
y
m
y
pj
( ) + + (
0
y
m

=
Fig. 42. Schema di calcolo delle deformazioni e delle tensioni.
F
1
y
m
( ) y y
m
y ( ) dA
s

i
A
si
y
si
y (
m
y
si
) +
p

j
A
pj
y (
m
y
pj
) +
0
y
m

/F

y
m
( )
M
N
-----
,
_
=
276-472_CAP_03_C Page 344 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
ANALISI TENSIONALE PER FLESSIONE RETTA COMPOSTA C-345
Il flusso completo del calcolo delle deformazioni della sezione e delle tensioni riportato nel-
la figura 42; un esempio di applicazione sviluppato in C-3.6.1.6.
Per i casi particolari di sezione rettangolare o a T, la posizione dellasse neutro individuata
dalle seguenti relazioni, nelle quali si indicata con d la distanza del centro di applicazione di N
al di sopra del bordo compresso e con b
w
e t, rispettivamente, lo spessore dellanima e della piat-
tabanda della sezione a T.
Per la sezione rettangolare:
N = 0
N 0
Per la sezione a T:
N = 0
N 0
Noto y
n
si calcolano A, I, S e quindi le deformazioni mediante le (21)
3.7.1.6 Esempio.
Dati: Calcestruzzo E
c
= 29,4 E6 kN m
2
; Acciaio E
s
= 206 E6 kN m
2
;
s
= 7,0; N = 0 M = 160
kN m (fig. 43).
1) Ricerca posizione asse neutro:
essendo N = 0, si applica direttamente la (24 a); poich si tratta di flessione semplice y
n
> 0 (caso
A) per i due trapezi che compongono la figura si ha rispettivamente
1
a
iterazione y
m
= 0 si osserva che risulta nullo il contributo del calcestruzzo e negativo il valore
di F (0)
2
a
iterazione y
m
= 0,10; y
n
= 0,10
calcestruzzo (0,1 y) 0,8 dy = 0,0040 m
3
Trapezio
y
s
y
i
h b
s
b
i
dA
1 0 0,10 0,10 0,80 0,80 0,80 dy
2 0,10 0,60 0,50 0,25 0,20 [0,25 0,10 (y 0,10 )] dy
by
n
2
2
s

i
h
i
y
n
( ) A
si
0 =
by
n
3
3y
n
2
bd 6
s

i
h
i
d + ( ) h
i
y
n
( ) A
si
+ 0 =
by
n
2
b b
w
( ) y
n
t ( )
2
2
s

i
h
i
y
n
( ) A
si
0 =
2b b
w
( ) y
n
3
3 2b b
w
( )dy
n
2
3t b b
w
( ) t 2d + ( ) y
n
t
2
b b
w
( ) 3d 2t + ( ) + + 0 =
Fig. 43. Sezione della trave.

0
0 1 ,

276-472_CAP_03_C Page 345 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM


C-346 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
acciaio 7,0 E 4 [3,0 (0,1 0,02) + 15,0 (0,1 0,57)] = 0,0048 m
3
F (0,10) = 0,0008 m
3
3
a
iterazione poich F sempre negativa, lasse neutro cade entro il 2 trapezio e si ricerca
direttamente y
n
tramite la relazione F (y
n
) = 0; lintervallo di integrazione 0, y
n

suddiviso in 0-0,10; 0,10-y
n
cos che risulta invariato il contributo del 1 trapezio;
calcestruzzo 0,004 (y
n
y) [0,25 0,1 (y 0,1)] dy =
= 0,00532 0,02600 y
n
+ 0,13000 0,0166
acciaio 7,0 E 4 [3,0 (y
n
0,02) + 15,0 (y
n
0,57)] = 0,00603 + 0,01260 y
n
F (y
n
) = 0,00071 0,01340 y
n
+ 0,13000 0,01667
F (y
n
) = 0 y
n
= 0,145 m.
2) Caratteristiche geometriche della sezione parzializzata (23): b (y
n
) = 0,2455 m; sono calcolati
nellordine i contributi di: trapezio 1, sub-trapezio 2, acciaio
A = [0,8 0,10 = 0,8] + [0,0450 (25 + 0,2455) / 2 = 0,0111] + [7,0 E 4 (3,0 + 15,0) = 0,0126] = 0,1037 m
2
S = [0,08 0,10 / 2 = 0,004] +
+ [7,0 E 4 (3,0 0,02 + 15,0 0,57)] = 0,0060] = 0,0114 m
3
I =[0,8 0,10
3
/ 3 = 0,00027] +
+ 7,0 E 4 (3,0 0,02
2
+ 15,0 0,57
2
= 0,00341) = 0,00385 m
4
3) Calcolo delle deformazioni e delle tensioni (21):
E
c
(AI S
2
) = 7917 kNm
4
3.7.1.7 Azioni di decompressione. In una struttura presollecitata le variazioni N, M delle
azioni esterne riducono la compressione del lembo estremo creata dalleventuale stato di coazione
preesistente fino ad annullarla ed infine generano sollecitazione di trazione che parzializza la se-
zione e deve essere assorbita dalle armature.
Leffetto globale delle azioni esterne sulle deformazioni e sulle tensioni risulta quindi dalla
somma della frazione cos detta di decompressione, che annulla lo stato di sollecitazione pre-esi-
stente e che agisce sullintera sezione completamente reagente, e dal relativo complemento agente
sulla sezione ideale parzializzata (fig. 44).
La definizione dello stato di decompressione necessaria agli effetti del successivo controllo
dellentit della possibile fessurazione.
0,1
y
n

y
n
2
y
n
3
y
n
2
y
n
3
0,0111 0,10
0,045 0,25 + 0,2455 2 ( )
3 0,25 + 0,2455 ( )
------------------------------------------------------------- 0,0224 =
,
_
0,0014 = +
+ 0,0111 0,0224
2

0,25
2
0,2455
2
4 0,25 0,2455 + +
36 0,25 + 0,2455 ( )
--------------------------------------------------------------------------------------- 0,045
3
+ 0,00017 = +

0
160 0,0114
7917
----------------------------------- 0,2304 E 3m
160 0,1037
7917
------------------------------- 2,0957 E 3m
1
= = = =

s1
0,2304 0,02 2,0957 + ( )E 3 0,1885 E 3 = =

s2
0,2304 0,57 2,0957 + ( )E 3 0,9642 E 3 = =

c
y 0 = ( ) 0,2304 E 3 29,4E6 6774 kN m
2
= =

s1
0,1885 E 3 206E6 38,8 E3 kN m
2
= =

s2
0,9642 E 3 206E6 198,6 E3 kN m
2
= =
276-472_CAP_03_C Page 346 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
ANALISI TENSIONALE PER FLESSIONE RETTA COMPOSTA C-347
Le azioni N
dc
, M
dc
di decompressione devono generare sollecitazioni uguali e contrarie a
quelle totali esistenti, individuate da
0
e , e quindi sono calcolabili applicando le (25), con le
caratteristiche geometriche dellintera sezione composta.
(25)
Le variazioni delle deformazioni dovute allapplicazione di N
dc
, M
dc
risultano dallinversio-
ne e cambiamento di segno della (24) [vedere anche (21)].
Poich il calcestruzzo possiede una resistenza a trazione limitata al valore f
ct

, (di cui non si tiene
conto per la verifica della resistenza) i complementi delle azioni che superano lo stato di decompressio-
ne, N
f
= N N
dc
, M
f
= M M
dc
, devono essere applicati alla sezione parzializzata calcolando me-
diante le (22) lordinata dellasse neutro e le
f
,
of
,
f
secondo il metodo gi riportato.
Lindice f riferito a sezione parzializzata.
3.7.1.8 Azioni di fessurazione. Le azioni che producono al lembo teso una tensione
c
pari alla
resistenza a rottura per trazione del calcestruzzo sono denominate di fessurazione.
In assenza di tensioni preesistenti, e nellipotesi di valore nullo dellazione assiale valgono le
seguenti relazioni (26) con h = distanza da O del lembo teso:
0 = N = A
0
+ S; M
f
= S
0
+ I;
0
+ h = f
c

t
che consentono di determinare
(26)
la seconda uguaglianza vale nel caso sia stato determinato il modulo resistente W
1
della sezione.
Le caratteristiche geometriche sono quelle della sezione omogeneizzata completamente reagente.
3.7.2 Variazione temporale delle deformazioni e delle tensioni. Le deformazioni differite do-
vute al ritiro e rifluimento del calcestruzzo non possono avvenire liberamente in quanto contrasta-
te dalle armature; analogamente gli effetti del rilassamento dellacciaio presollecitato sono contra-
stati dal calcestruzzo e dalle armature passive. In entrambi i casi si genera uno stato di coazione,
pressoch ininfluente agli effetti della sicurezza a rottura della sezione, ma importante per la cor-
retta valutazione delle condizioni di esercizio.
3.7.2.1 Effetto del tempo sulle leggi costitutive dei materiali. In accordo alla teoria della visco-
sit lineare, la relazione fra tensioni e deformazioni del calcestruzzo rappresentata in funzione
Fig. 44. Stato di decompressione e di trazione ad un lembo. 1) Stato tensionale preesistente. 2) Tensioni
e risultanti di decompressione. 3) Stato tensionale nullo. 4) Stato tensionale e risultanti per variazioni N, M
applicate allo stato 1.
N
dc
M
dc

A S
S I

0


=
M
f
f
ct
AI S
2

Ah S
------------------- f
ct
W
1
= =

276-472_CAP_03_C Page 347 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-348

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

del tempo dalle relazioni (27) ottenute dalle (1) ponendo per semplicit

E

c

=

E

c

(

t

0

):
con:

t

0

= et di introduzione della variazione di tensione;

t

= et a cui si considerano gli effetti;

E

c

(

t

0

) = modulo secandel calcestruzzo allet

t

0

;


(

t

,



t

0

) = coefficiente di viscosit.
Se la variazione di tensione introdotta con rateo costante fra le et

t

0

e

t

, la corrispondente
variazione della deformazione espressa dallequazione (28) [v. anche la (6)]:
in cui:


(

t

,

t

0

) = coefficiente di invecchiamento, anchesso funzione di

t

e

t

0



.
Si indicano con


0

cr

(

t

,

t

0

) < 0,


cr

(

t

,

t

0

) rispettivamente la deformazione (negativa) e la pendenza
del diagramma delle


dovute al ritiro libero del calcestruzzo, ossia in assenza di vincoli esterni
od interni, essendo questi ultimi costituiti dalle armature che si oppongono allaccorciamento.
Il parametro


cr

permette di considerare ritiro variabile con lordinata che si manifesta nel ca-
so di diverse condizioni di esposizione delle parti della sezione.
Deve essere anche tenuto in conto leffetto contemporaneo del rilassamento dellarmatura at-
tiva, del quale, per le elaborazioni riportate in

C-3.4.5

, significativo il valore efficace


pe

; poi-
ch


pe

non noto a priori, si pone e si effettuano i calcoli, in seguito ai
quali si ottengono valori pi approssimati di


,



che vengono considerati per una nuova itera-
zione, se necessaria.

3.7.2.2

Calcolo dello stato di tensione e di deformazione.

Avendo determinato i valori


pe



,


cr

si possono calcolare le variazioni temporali delle tensioni e delle deformazioni mediante lap-
plicazione del metodo delle deformazioni (fig. 45).
Si osserva che tale metodo pi adatto alla soluzione del problema in quanto considera le
due incognite


0
e , mentre quello delle forze dovrebbe considerare come incognite tutte le azio-
ni assiali competenti alle aree di calcestruzzo compresso e di acciaio.
1 - Si applicano alla sezione composta (parzializzata o completa) le deformazioni istantanee

0
(t
0
), (t
0
) prodotte da N (t
0
), M (t
0
) e calcolate con le (21)
2 - Nellipotesi di rifluimento e ritiro liberi, e quindi, considerando le caratteristiche geometriche
della sola parte reagente di calcestruzzo e trascurando le armature, si applicano alla sezione
le deformazioni differite (30)
(30)
3 - Con le (29) e (30) si calcola la distribuzione fittizia delle tensioni che, applicata gradualmen-
te fra t
0
e t

alla sola parte di calcestruzzo reagente e considerando il modulo elastico
(27)
(28)
con modulo efficace fra t
o
e t (29)

c
t t
0
, ( )

c
t
0
( )
E
c
t
0
( )
------------------- 1 t t
0
, ( ) + [ ] =

c
t t
0
, ( )

c
t
0
( )
E
c
t
0
( )
------------------ 1 t t
0
, ( ) + [ ] =

c
t , t
0
( )

c
t , t
0
( )
1


t

,

t

0

( )

+

E

c
t

0
( )

-------------------------------

c
t , t
0
( )


c

t

,

t

0

( )

1
E

c

t

,

t

0

( )

--------------------

c
t , t
0
( )


c

t , t
0
( )
= =
E
c
t , t
0
( )
E
c
t
0
( )
1 t , t
0
( ) +
------------------------------- =

p
0,85
p
=

0 cv
t , t
0
( )


cv

t

,

t

0

( )
t t
0

, ( )

0 c
t
0
( )


c

t

0

( )

0 cr
t , t
0
( )


cr

t , t
0
( )
+ =

276-472_CAP_03_C Page 348 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

NALISI



TENSIONALE



PER



FLESSIONE



RETTA



COMPOSTA

C-349

E

c

(

t

,

t

0

), annulla le deformazioni indicate al precedente punto 2 (31)
(31)
e che ha come risultanti (32)
(32)
4 - Si applica alla sola armatura presollecitata la forza (negativa) dovuta al rilassa-
mento efficace (33).
(33)
5 - Si calcolano con le (34) le azioni, riferite al centro

O

, da applicare nellarmatura presolleci-
tata tali da annullare la deformazione dovuta al rilassamento.
(34)
6 - Le condizioni di equilibrio alla traslazione ed alla rotazione sono soddisfatte se si applicano
alla sezione composta le azioni (35) opposte a quelle precedentemente calcolate ai punti 3 e
5; la considerazione della sezione composta, completa o parzializzata in relazione allinsorge-
re o meno di trazione nel calcestruzzo assicura la congruenza delle deformazioni del calce-
Fig. 45. Metodo delle deformazioni applicato alla sezione composta. (1) Deformazioni istantanee. 2) Defor-
mazioni libere del cls per ritiro e rifluimento. 3) Rilassamento libero. 4) Tensioni e le loro risultanti che an-
nullano le deformazioni 2 del cls. 5) Azioni che annullano il rilassamento. 6) Azioni 4 e 5 applicate con se-
gno opposto alla sezione composta.

0 c

t , t
0
( )


t

,

t

0

( )

E
c

t , t
0

( )

0 cv
t , t
0
( )


cv

t , t
0
( )
=
N
c

t , t
0
( )
M
c

t , t
0
( )


E

c

t

,

t

0

( )
A
c
S
c
S

c

I

c


0cv
t , t
0
( )


cv

t

,

t

0

( )

=
P
rj
t , t
0
( )
P
rj
t , t
0
( )
pr
t , t
0
( ) A
pj
=
N
p

t , t
0
( )


M

p


t

,

t

0

( )


pr

t , t
0

( )

j
A
pj

j
A
pj
y
j
=

276-472_CAP_03_C Page 349 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-350

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

struzzo, dellacciaio normale e presollecitato.
(tutte le azioni sono funzione di

t

,

t

0

) (35)
Le corrispondenti deformazioni sono espresse mediante la (36)
(36)
in cui le caratteristiche geometriche della sezione, contrassegnate con lindice

t

, sono modificate
rispetto a quelle iniziali a causa della variazione dei rapporti:


s

=

E

s



/



E

c

(

t

),


p

=

E

p



/



E

c

(

t

)



. Se la
sezione parzializzata, per il motivo di cui sopra e per la modifica del rapporto

M

(

t

)



/



N

(

t

), varia
anche la posizione dellasse neutro che, in generale, si sposta verso il basso riducendo la com-
pressione nel calcestruzzo ed aumentando leggermente la trazione nellacciaio; ci significa che
sarebbe necessario modificare, fra

t

0

e

t

, le caratteristiche geometriche della sezione reagente

A, S, I,

rinunciando per alla sovrapponibilit delle tensioni assunta nella trattazione.
Si osserva anche che, in generale, per effetto delle deformazioni viscose, la posizione dellas-
se in cui sono nulle le deformazioni, non coincide con quella in cui sono nulle le tensioni.
Considerando il contributo del calcestruzzo della sola zona compressa determinata al tempo

t

0

, si trascura quello della parte limitata di calcestruzzo compreso fra la zona di cui sopra ed
il nuovo asse neutro calcolato al tempo

t

(fig. 46). Lapprossimazione introdotta dellordine
di grandezza delle incertezze attinenti alla definizione dei parametri reologici della sezione e con-
sente di sommare le tensioni e le deformazioni evidenziate nelle fasi sopra descritte, semplificando
la mole dei calcoli senza per altro contraddire lequilibrio delle tensioni e la congruenza delle
deformazioni.
in ogni caso possibile eliminare lapprossimazione citata mediante iterazione che porti alla
coincidenza dellaltezza della zona compressa con lordinata dellasse neutro (fig. 47); date le in-
certezze relative allesatta definizione delle deformazioni viscose, tale iterazione praticamente
priva di significato pratico.
Lo stato di deformazione del calcestruzzo determinato dalla somma dei contributi delle fasi
di cui ai punti 1, 2, 3, 6; osservando che le deformazioni calcolate per le fasi dei punti 2 e 3
sono uguali ed opposte, si tiene conto soltanto dei contributi dei punti 1 e 6.
N
v
M
v


N

c


N

p


+
M
c

M
p

+
=

0
t , t
0
( )


t

,

t

0

( )

1
E

c

t

,

t

0

( )

A

t

I

t

S

t

2


[ ]

------------------------------------------------
I
t
S
t

S

t


( )

A

t
N
v


M
v
=
Fig. 46. Diagrammi delle deformazioni e delle tensioni. 1) Deformazioni. 2) Tensioni.
3) Variazioni delle tensioni nel cls. 4) Tensioni effettive. 5) Tensioni approssimate.

276-472_CAP_03_C Page 350 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

NALISI



TENSIONALE



PER



FLESSIONE



RETTA



COMPOSTA

C-351

Lo stato di tensione del calcestruzzo determinato dalla somma delle fasi 1, 3, 6.
Lo stato di tensione nellarmatura passiva determinato dalla somma delle fasi 1, 6, mentre
quello dellarmatura attiva determinato dalla somma delle fasi 1, 5, 6.
Un esempio riportato in

C-3.7.2.4

.
Analogo procedimento applicabile per il caso di parti in calcestruzzo della sezione con di-
verse et e storia di carico; tipico esempio quello di getto collaborante aggiunto ad una trave
gi costruita.
In linea di principio si osservano in tale caso i seguenti eventi:
1 - viene effettuato il getto collaborante e pertanto la sola trave soggetta alla variazione delle
tensioni e delle deformazioni dovute al peso aggiuntivo;
2 - durante la maturazione del getto aumentano con il tempo le deformazioni di rifluimento della
trave per effetto dei carichi precedenti, di quelli aggiunti e per il ritiro;
3 - lanzidetta variazione delle deformazioni coinvolge anche il getto aggiunto il cui modulo ela-
stico cresce con let a partire da un valore nullo;
4 - linterazione fra le variazioni delle deformazioni e del modulo elastico del getto genera ten-
sioni in questultimo, crescenti con il tempo ma mitigate dal coefficiente di viscosit (pi
elevato nel getto pi giovane rispetto a quello della trave);
5 - le tensioni dovute al ritiro del getto aggiunto agiscono, in questo, in senso contrario a quelle
dei carichi;
6 - carichi addizionali, applicati alla sezione composta della trave e del getto generano ulteriori
azioni, tensioni e deformazioni, variabili con il tempo.
Analogo procedimento viene applicato per la determinazione delle variazioni di tensione nelle
strutture composite in presenza del getto aggiunto ad una trave in acciaio, tenendo ovviamente
conto che questultimo non soggetto a ritiro e rifluimento propri.
La trattazione teorica della storia dei carichi, delle deformazioni, e delle tensioni pu essere
effettuata con i metodi generali di analisi semprech siano noti con sufficiente esattezza i parame-
tri reologici del getto aggiuntivo, non rigorosamente quantificabili nelle 100 ore iniziali.
Per una soluzione ingegneristica sufficientemente approssimata del problema necessaria
lipotesi semplificativa per cui si considera il getto aggiuntivo istantaneamente collaborante, al
tempo

t

0

, dal quale si calcolano le variazioni temporali delle tensioni e delle deformazioni, even-
tualmente suddividendo lintervallo

t



t

0

in parti, a cui si associano gli opportuni valori del mo-
dulo elastico, del ritiro e del rifluimento.
Il calcolo si svolge con gli stessi criteri precedentemente illustrati, con riferimento alla figura 47.

3.7.2.3

Riepilogo fasi dellanalisi.

In sintesi lo studio dello stato di tensione e deformazione di
una sezione in calcestruzzo armato normale o precompresso allet

t

deve considerarne la storia

Fig. 47. Sezione con getto successivo. 1) Trave con getto aggiunto al tempo

t

0
. 2) Deformazioni della trave.
3) Deformazioni libere del getto e della trave. 4) Tensioni e loro risultanti che annullano le deformazioni li-
bere. 5) Risultanti delle tensioni 4 applicate con segno opposto alla sezione completa 1.

276-472_CAP_03_C Page 351 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-352

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

a partire dallet

t

0

alla quale sono applicati i carichi, e leventuale precompressione iniziale; si
individuano le seguenti fasi dellanalisi.
1. Si calcolano gli incrementi istantanei delle deformazioni e delle tensioni al tempo

t

0

con le
caratteristiche geometriche della sezione ideale totalmente reagente (o parzializzata se si verifica
che la fessurazione avviene in questa fase).
Fig. 48. Schema delle fasi dellanalisi.

276-472_CAP_03_C Page 352 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

NALISI



TENSIONALE



PER



FLESSIONE



RETTA



COMPOSTA

C-353

2. Si calcolano gli incrementi delle deformazioni e delle tensioni intervenuti per effetto del ri-
tiro, rifluimento, rilassamento fra let

t

0

e quella

t

, immediatamente precedente allapplicazione di
nuovi carichi.
3. Si sommano gli incrementi delle tensioni ottenuti nelle due fasi precedenti per calcolare le
azioni di decompressione e le corrispondenti deformazioni e si determina la frazione dei carichi
agenti allet

t

che deve essere applicata alla sezione parzializzata.
4. Si calcolano laltezza della zona compressa e le variazioni di deformazione e di tensione;
se necessario si tiene conto della tension stiffening nel calcolo delle deformazioni totali o dello
stato di fessurazione (

C-3.1

).
5. Si ripete il procedimento dalla fase 1) per lincremento di carico applicato allet

t

; si som-
mano tutte le deformazioni e le tensioni accumulate nelle fasi precedenti. Si pu controllare che
le risultanti delle tensioni siano uguali a quelle prodotte dalla precompressione iniziale e da tutti
i carichi agenti.
Le fasi sopra descritte sono riassunte nello schema di figura 48 che costituisce anche il dia-
gramma a blocchi di un programma di calcolo.

3.7.2.4

Esempio

(fig. 49). Caratteristiche del calcestruzzo:

E

c



(

t

0

)



=

30 E6 kN m
2
; E
c
(t) = 33 E6 kN
m
2
; f
c

t
= 2400 kN m
2
. Caratteristiche dellacciaio: E
s
= 206 E6 kN m
2
.

Azioni considerate: 1) al tempo t
0
N = 0 M = 160 kN m
2) al tempo t effetto del ritiro
cr
= 0,3 E 3;
cr
= 0
effetto rifluimento (t, t
0
) = 2,8
coeff. invecchiamento (t, t
0
) = 0,8
Fase 1 - Effetti immediati.
a) Caratteristiche geometriche della sezione composta completa al tempo t
0
, punto O di riferi-
mento sul bordo superiore:
m
b) Deformazioni corrispondenti (21):
Fig. 49. Sezione della trave.

s
E
s
E
c
6,87 = = y
g
0,230 =
A
1
0,191 m
2
= S
1
0,0440 m
3
= I
1
0,0174 m
4
= E
c
AI S
2
( )1 41632 kN m
4
=

0
160 0,0440 41632 0,1689 E 3 = =
160 0,191 41632 0,7332 E 3 = =

i
0,1689 0, 60 0,7332 + ( ) E 3 0,2710 E 3 = =

276-472_CAP_03_C Page 353 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-354

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Tensioni corrispondenti:


0

= 30



E6


0,1689 E 3 = 5068 kN m

2


i

= 30



E6


0,2710 E 3 = 8129 kN m

2


s

2

= 206



E6 ( 0,1689 + 0,57


0,7332 E 3 = 51299 kN m

2


i

>

f

ct

la sezione quindi fessurata.

c

) Calcolo della posizione dellasse neutro (24):

d

) Caratteristiche geometriche sezione composta parzializzata:


e

) Deformazioni (21):
Tensioni (16):
Fase 2 - Effetti a lungo termine

a

) Modulo modificato per fenomeni viscosi (28):

b

) Variazione libera deformazioni (29):

c

) Caratteristiche geometriche della sola parte reagente del calcestruzzo


d

) Tensioni che annullano le deformazioni (31):

e

) Azioni che impediscono le deformazioni (32)
y
n
y ( )0,80 dy y
n
y ( )0,20 dy 6,87 3,14 y
n
0,02 ( ) 12,56 y
n
0,57 ( ) + [ ]E 4 +
0,10
y
n

+
0
0,10

0 =
0,10 y
n
2
0,071 y
n
0,0081 + 0 =
y
n
0,101 m =
A
2
0,0897 m
2
= S
2
8,860 E 3 m
2
= I
2
3,060 E 3 m
2
= E
c
AI S
2
( )2 5885 kN m
4
=

0
160 8, 860E 3/ 3885 0,2409 E 3 m = =
160 0,0897 5885 2,4386 E 3 m
1
= =

s2
0,2409 2,4683 0, 67 + ( )E 3 1,1491E 3 = =

0
7227 kN m
2
=
s2
236715 kN m
2
=
73149 kN m
3
=
sl
39578 kN m
2
=
E
c
30E6 1 2,8 0,8 + ( ) 9,26 E6 kN m
2
= =

0cv
t t
0
, ( ) 2,8 0,2409 E 3 ( ) 0,3 E 3 m 0,9475 E 3 m = =

cv
t t
0
, ( ) 2,8 2, 4386 E 3 6,8281 E 3 m
1
= =
A
c
80E 3 m
2
= S
c
4,00 E 3 m
3
= I
c
0,2667E 3 m
4
=

0c

9,26E6 0,9475E 3 ( ) 9024 kN m


2
= =

9,26E6 6,8281E 3 63228 kN m


3
= =
N

t t
0
, ( )
M

t t
0
, ( )
9,26E6
80 4
4 0,2667
E 3
0,9475
6,8281
E 3
469 kN
19,2 kN m

N
v
M
v
= = =
276-472_CAP_03_C Page 354 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
ANALISI TENSIONALE PER FLESSIONE RETTA COMPOSTA C-355
f) Applicazione N
v
, M
v
alla sezione composta parzializzata al tempo t , le cui caratteristiche
geometriche sono:
variazione delle deformazioni risulta dalla (36):
g) Verifica equilibrio.
Tensioni (kN m
2
):
Azioni

s
t ( ) E
s
E
c
t ( ) 22,25 y
n
0,10 m = = =
A 0,10 0,80 22,25 3,14 12,56 + ( )E 4 + 0,1156 m
2
= =
S 0,80 0,10
2
2 22,25 + 3.14 0,02 12,56 0,57 + ( )E 4 0,0204 m
3
= =
I 0,80 0,10
3
3 22,25 3,14 0,02 12,56 0,57
2
+ ( )E 4 + 0,0095 m
4
= =
AI S
2
6,8569 E 4 m
6
=

0
t t
0
, ( )


t



t

0

,

( )
1
9,26E6 6,8569


----------------------------------------
0,0095 0,0204
0,0204 0,1156
469
19,2
6,394
11,572

E 4 = =

0
7227 9024 9,26E6 6,394E 4 ( ) + + 4124 = =
y ( y
n
) 0 9024 0,10 63228 9,26E6 6,394 0,10 11,572 + ( )E 4 + + 2148 = = =

s1
39578 206E6 6,394 0,02 11,572 + ( )E 4 + 166527 = =

s2
236715 206E6 6,394 0,57 11,572 + ( )E 4 + 240877 = =
Fig. 50. Variazione delle tensioni.
N 4124 2148 ( ) 0,80 0,10 2 250,88 = [ ] 166527 3,14E 4 [ + 52,29] + = =
240887 12,56E 4 302,54 = [ ] + 0,63 kN =
y
N
c
4124 2 2148 + ( ) 0,10
3 4124 2148 + ( )
------------------------------------------------------------- 0,0447 m y
N
1
0,02 m y
N
2
0,57 m = = = =
M 250,88 0,0447 52,29 0,02 302,54 0,57 + 160,18 kN m = =
276-472_CAP_03_C Page 355 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-356 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Lequilibrio quindi soddisfatto e le differenze rispetto alle azioni applicate (N = 0, M = 160
kNm) sono dellordine di grandezza delle approssimazioni numeriche del calcolo.
Lordinata alla quale si annullerebbero le tensioni di compressione risulta
y = 0,10 4124 / (2148 + 4124) = 0,209 m
N.B.: si trascurato il contributo della parte compressa dellanima di altezza 0,109 m, per cui le
tensioni effettive del calcestruzzo risultano leggermente minori di quelle calcolate mentre trascu-
rabile la variazione dello stato tensionale nellacciaio (fig. 50).
h) Somma deformazioni:
lembo superiore
0
= ( 0,2409 0,6394) E 3 = 0,8803 E 3
livello armature inferiore
s2
= [ 0,8803 + 0,57 (2,4386 + 1,1572)] E 3 = 1,1693 E 3
lordinata alla quale si annullano le deformazioni risulta y = 0,57 0,8803/ (0,8803 + 1,1693) =
= 0,245 m.
3.8 VERIFICHE AGLI STATI LIMITE DI SERVIZIO (SLE)
3.8.1 Fessurazione. Le strutture possono mostrare cavillature pi o meno estese e profonde do-
vute a rottura locale del calcestruzzo per trazione e limitate nellapertura dalla presenza dellarma-
tura metallica; il loro andamento normalmente legato alla causa che le ha prodotte, rimovibile
nella quasi totalit dei casi solo nelle strutture completamente precompresse e realizzate con op-
portuni accorgimenti di getto e maturazione.
Sollecitazioni di trazione possono essere originate anche da impedito ritiro (vincoli errati, get-
to di calcestruzzo fresco su calcestruzzo indurito, eccesso di armatura ecc.), oppure da gradienti
termici sullo spessore dovuti ad esempio a maturazione artificiale o alla diversa esposizione delle
facce (travi a cassone o travi laterali dei ponti ecc.).
La presenza della fessurazione costituisce in ogni caso menomazione strutturale per i seguenti
motivi principali:
a) gli agenti aggressivi raggiungono immediatamente le armature metalliche provocandone la
corrosione;
b) la fessurazione aumenta la permeabilit della struttura allacqua ed ai gas;
c) la fessurazione riduce la rigidezza della struttura;
d) in corrispondenza di ogni lesione lintera risultante delle trazioni nella sezione considerata
sopportata dallarmatura che, nel caso di carichi ciclici, risulta soggetta a maggior escursione
dello stato tensionale con possibile danneggiamento per fatica;
e) la fessurazione costituisce difetto di aspetto della struttura.
Laccettabilit delle fessure dipende per alcune di esse dalla funzione che deve essere esple-
tata dalla struttura; si possono stabilire delle regole di controllo commisurate al rispetto della fun-
zionalit e basate su indagini ed osservazioni su opere esistenti.
necessario quindi fissare opportuni valori al copriferro per assicurare protezione alle bar-
re, nonch valori massimi delle aperture delle lesioni che dipendono dai parametri geometrici
della sezione e tensionali delle armature; entrambi i valori sono in generale fissati tenendo con-
to delle condizioni di aggressivit dellambiente e del grado di sensibilit alla corrosione delle
armature.
In alcuni casi si impone che non vengano superati gli stati di formazione delle fessure o di
decompressione.
Stato di decompressione. Lo stato di decompressione corrisponde a tensione nulla al lembo
considerato.
Stato di formazione delle fessure. Quello di formazione delle fessure corrisponde a tensione
f
ctm
/1,20, con f
ctm
resistenza media a trazione del calcestruzzo.
Aperture massime lesioni. Nella tabella 13 sono riportati i valori delle diverse aperture mas-
sime delle lesioni per le varie condizioni ambientali e contingenze dei carichi. I valori massimi di
riferimento sono: w
1
= 0,2 mm, w
2
= 0,3 mm, w
3
= 0,4 mm.
276-472_CAP_03_C Page 356 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
VERIFICHE AGLI STATI LIMITE DI SERVIZIO (SLE) C-357
3.8.1.1 Fessurazione per azione assiale e flettente. Trattandosi di stato limite di servizio, le
azioni sono considerate con
s
= 1 e i materiali con
m
= 1.
Il calcolo dellapertura delle lesioni effettuato considerando lazione di combinazioni dei ca-
richi agenti con gli opportuni fattori di partecipazione che tengono conto sia della loro proba-
bilit di presenza contemporanea, sia della loro durata.
Con riferimento al caso elementare di un elemento lineare in calcestruzzo simmetricamente
armato soggetto ad azione assiale centrata di trazione, applicata direttamente alle armature (fig.
51), si osserva, al crescere dellazione N, la formazione di fessure nel calcestruzzo a passo
equidistante.
Il fenomeno sopra descritto evidenzia che:
1) allatto della formazione delle fessure stata localmente raggiunta la resistenza a trazione
del calcestruzzo (
cs
= f
ct
); la corrispondente tensione nellacciaio, nella sezione parzializzata, in-
dicata con
sf
;
Tabella 13. Aperture massime delle lesioni per diverse condizioni ambientali.
Condizioni
ambientali
Classe
di esposizione
Combinazione
di azioni
Armatura
Sensibile Poco sensibile
Stato limite w
d
Stato limite w
d
Ordinarie X0, XC1, XC2, XC3, XF1
frequente ap. fessure w
2
ap. fessure w
3
quasi permanente ap. fessure w
1
ap. fessure w
2
Aggressive
XC4, XD1, XS1, XA1,
XA2, XF2, XF3
frequente ap. fessure w
1
ap. fessure w
2
quasi permanente decompressione ap. fessure w
1
Molto
aggressive
XD2, XD3, XS2, XS3,
XA3, XF4
frequente formazione fessure ap. fessure w
1
quasi permanente decompressione ap. fessure w
1
Fig. 51. Schema fessurativo per elemento teso.
(1) (2) stati del calcestruzzo.
276-472_CAP_03_C Page 357 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-358 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
2) in corrispondenza delle fessure lintera azione assiale sopportata dalle armature, il contri-
buto del calcestruzzo nullo (stato 2);
3) le tensioni nel calcestruzzo sono originate dal trasferimento per aderenza di parte delle
azioni applicate alle barre di armatura, cos che, ad una certa distanza dalle lesioni viene ri-
pristinata la congruenza delle deformazioni dei due materiali e la sezione interamente reagente
(stato 1);
4) immediatamente prima della rottura del calcestruzzo
cs
= f
ct

, la tensione nellacciaio
quella competente alla sezione totalmente reagente e, nel diagramma N,
s
lo stato dellarmatura
individuato dal punto L, (fig. 52) nellistante della rottura lo stato individuato dal punto F.
Fra L e F si manifestano incrementi di tensione e di deformazione dellacciaio.
5) in un tratto fra due fessure contigue le tensioni nel calcestruzzo e nellacciaio sono com-
prese fra i valori calcolabili considerando rispettivamente la sezione completamente reagente o
parzializzata.
Lallungamento l dellelemento fra due lesioni consecutive, poste a distanza l, consente di
definire con la (37) la deformazione specifica media
sm
dellacciaio che, per quanto sopra osser-
vato, risulta minore di una quantit
s
della deformazione che si manifesta in corripondenza di
una lesione.
Fig. 52. Variazione carico - deformazione-tensione.

sm
l
l
-----
s2

s
= =
276-472_CAP_03_C Page 358 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
VERIFICHE AGLI STATI LIMITE DI SERVIZIO (SLE) C-359
Le deformazioni dellacciaio, nelle sezioni soggette agli stati 1 e 2 rispettivamente, sono
espresse da:
(37)
I legami, supposti lineari fra tensioni e deformazioni nellacciaio, sono rappresentati, al cre-
scere dellazione N, dalle rette 2 e 1, corrispondenti rispettivamente ai valori calcolati nelle due
ipotesi estreme di sezione parzializzata e totalmente reagente (fig. 49).
Per lo sviluppo dei calcoli conveniente introdurre un modello dellelemento in cui sono
congiunte tutte le parti l
1
con calcestruzzo non fessurato e quelle l
2
dove reagente il solo accia-
io, il parametro = l
2
/ l esprime lestensione della fessurazione e quindi vale 0 per elementi non
fessurati ed compreso fra 0 e 1 nel caso N > N
crt
.
Risulta quindi
sm
= (1 )
s1
+
s2
con riferimento alla figura 49, considerando unipotetica deformazione
s1
originata nellarmatura
della sezione completamente reagente per
cs
> f
ct
, risulta la seconda delle (38) che, sostituita nel-
la prima delle (37), fornisce lespressione completa per
sm
(39), che evolve secondo la curva 3.
(38)

s
risulta essere funzione inversa di
s2
(39)
La differenza fra i valori in ascissa delle curve 2 e 3, rappresenta, per un valore assegnato di

s
, leffetto della tension stiffening = riduzione della dilatazione dellacciaio per effetto del con-
tributo del calcestruzzo teso.
Tale effetto risulta massimo allinizio della fessurazione e diminuisce con la predetta legge
iperbolica al crescere di
s
.
Per tenere conto delle propriet di aderenza dellacciaio e dellinfluenza della durata di appli-
cazione e della probabilit della ripetizione delle azioni esterne, si introducono (40) coefficienti
correttivi
1
e
2
nella espressione di .
(40)
Risulta allora definibile (41) il modulo elastico medio E
sm
> E
s
variabile con
s2
.
(41)
Le considerazioni precedentemente svolte per il caso dellazione assiale centrata, agente su se-
zione simmetrica, possono essere estese al caso in cui questa risulti eccentrica o perch agente su
sezione non simmetrica o per leffetto concomitante di unazione flettente.

1
=

2
=

s1
N
E
c
A
c
E
s
A
s
+
----------------------------------


s

2

N
E
s
A
s
------------- = =

s1

sm

s2
< <

smx

sf

s2
--------
smx

s2

s1
( )

sf

s2
------- = =

sm
=
s2

s2

s1
( )

sf

s2
--------
2
= 1 ( )
s1

s2

cm
+ = 1 ( )
s1
=1


sf

s

2
--------
2

1
1
=
2


sf

s2
--------
2
; per
s2

sl
>
1.0 per barre ad aderenza migliorata
0.5 per barre lisce
1.0 per il primo carico di breve durata
0.5 per carichi ripetuti o singoli di lunga durata
E
sm

s2

sm
------- =

276-472_CAP_03_C Page 359 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-360

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

In questi casi necessario tenere in conto la modifica delle tensioni nellacciaio e nel calce-
struzzo dovute al ritiro ed al rifluimento, che producono graduale spostamento della posizione
dellasse neutro.

3.8.1.2

Calcolo dellapertura delle lesioni.

Lapertura delle lesioni, determinabile con formule
semiempiriche, per tenere conto dei parametri geometrici e tensionali che influenzano il fenomeno.
Indicando con

w

m

il valore medio dellapertura delle lesioni, si pu stabilire in prima approssimazione:
(42)
ove:

s

rm

lintervallo medio tra due lesioni successive;


slm

la deformazione media dellacciaio rispetto al calcestruzzo:
per la (39) e (40) si ha:
con : valore assoluto della deformazione per ritiro nel calcestruzzo.
Il minimo valore di

s

rm

la lunghezza

l

m



, a partire da una lesione esistente, necessaria per
trasferire dallacciaio al calcestruzzo la forza di trazione di rottura in una zona

A

cf

della sezione
adiacente alle armature. Questa lunghezza ricavabile imponendo lequilibrio alla traslazione del
volume di calcestruzzo, adiacente allarmatura, compreso tra una lesione e la zona in cui viene
raggiunta la resistenza a trazione del calcestruzzo:
(43)
ove:


a

: tensione tangenziale di aderenza tra barra e calcestruzzo,

n

: numero di barre di armatura,

d

: diametro della barra di armatura.
Larea

A

cf

definita con le indicazioni della figura 53.
con
Introducendo la percentuale di armatura


f

=

A

s



/

A

cf



, dalla (43) si ricava (44):
(44)
Lesperienza dimostra che il rapporto

K

1

=

f

ct

/



a

fra la resistenza a trazione del calcestruzzo

f

ct

e la tensione limite


a

di aderenza non funzione della resistenza del calcestruzzo ed circa
costante, mentre dipende dal tipo di superficie delle barre, con i seguenti valori medi:

K

1

= 0,4 per acciaio ad aderenza migliorata

K

1

= 0,8 per barre lisce.
Viene introdotto un ulteriore fattore correttivo

K

2

di

A

cf



, per tenere conto delleffettiva esten-
sione di tale area in funzione del regime tensionale della zona fessurata; risulta

K

2

= 1 per trazio-
ne centrata, per flessione pura o composta.
La lunghezza

l

m

assume dunque la seguente espressione (45):
(45)
w
m

slm
= s
rm

slm

sm

cm
=
cr
+

s2
=
cr


s

2

E
s

------- 1
1


st

s

2
-------
2

,
_

cr
+ = +

cr
A
cf
f
ct
l
m
=
a
n d
A
s
nd
2
4
------------:area armatura =
l
m
d f
ct
4
a

f
------------------ =
K
2
1
h f
a y
n

-------------- =
l
m
K
1
K
2
d
4
f
--------------------- =

276-472_CAP_03_C Page 360 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

V

ERIFICHE



AGLI



STATI



LIMITE



DI



SERVIZIO

(SLE)

C-361

Ulteriori correzioni sono necessarie per tenere conto della distanza

s

tra le barre di armatura
e del copriferro

c

, cos che la distanza media

s

rm

fra le fessure ha la seguente espressione (46):
(46)
Le stesse considerazioni valgono per il controllo delle aperture delle lesioni nella zona
dellanima, al di sopra di quella ove sono concentrate le armature principali.
Le formule proposte risultano sperimentalmente valide anche per barre disposte non perpendi-
colarmente alle fessure; lapertura caratteristica deve essere allora maggiorata con coefficiente
moltiplicativo variabile linearmente da 1 a 2 per angolo variabile da 75 a 45.
Lapertura delle lesioni quindi calcolabile con la (42); il valore caratteristico di tale apertura
media vale

w

k

= 1,65





1,70

w

m

(il primo valore corrisponde a dispersione normale, il secondo
quello pratico che deve essere confrontato con i valori ammissibili precedentemente discussi).
Per il calcolo dellapertura delle lesioni dovute a impedite deformazioni, lecito porre

w

k

= 1,30

w

m

poich in questo caso, allatto della fessurazione, a causa della diminuzione della ri-
gidezza, viene ridotto anche lo stato di coazione ed inoltre si osservata minore dispersione dei
valori delle aperture delle lesioni.
Come regola pratica, certamente soddisfatto il rispetto delle aperture limite se si impiegano
i tassi di lavoro


s



2

, i diametri e la spaziatura minima fra le barre riportati nella tabella 14.
Fig. 53. Definizione dellarea di calcestruzzo collaborante con le armature.
s
rm
2c 0,2 s + l
m
+ =

276-472_CAP_03_C Page 361 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-362

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Dalla precedente trattazione risulta inoltre che necessaria una minima percentuale di arma-
tura per controllare la fessurazione; per ovvie ragioni di equilibrio la trazione del calcestruzzo
allatto della formazione delle lesioni deve essere sostenuta da armatura in percentuale (47):
(47)
ad esempio con

f

ct

= 2 N mm




2

,

f

sy

= 400 N mm




2

risulta


min

= 0,005.
Quale area di calcestruzzo di riferimento, si considera lintera sezione nel caso di trazione
semplice e quella di altezza pari ad 1/3 della zona tesa nel caso di azione assiale eccentrica.

3.8.1.3

Esempio.

(fig. 54) Sezione rettangolare con armatura passiva: fessurazione per flessione,
verifica in ambiente moderatamente aggressivo, armatura poco sensibile alla corrosione, ipotesi di
carico immediato senza intervento deformazioni a lungo termine (


cr

= 0,


= 0); assegnati:

E

s



/

E

c

= 15

M

g

= 100 kN m

M

q

= 100 kN m


= 0,6 combinazione di carico frequente
si ottiene

M

fd

= 100 + 0,6



100 = 160 kN m
Dalla tabella 8 si ottiene valore minimo del copriferro

c

= 25 mm, apertura ammissibile lesio-
ni

w

k

= 0,2 mm.
Per calcestruzzo di classe

f

ck

= 30 N/mm

2

si pu considerare

f

ct

= 2,5 N/mm

2

.

Tabella 14. Tensioni e parametri dellarmatura per limitazione aperture fessure.

s

s

2

(N mm

2

)

w

k

= 0,4 mm

d

(mm)

c

= 20 mm

s (mm)
w
k
= 0,2 mm
d (mm)
c = 25 mm
s (mm)
280
240
200
160
120
100
20
24
30
125
175
200 12
18
24
30
075
100
200
200

min
f
ct
f
sy
------- =
Fig. 54. Sezione considerata.
276-472_CAP_03_C Page 362 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
VERIFICHE AGLI STATI LIMITE DI SERVIZIO (SLE) C-363
Per il calcolo della sezione di acciaio si assume f
yk
= 510 N/mm
2
, barre ad aderenza miglio-
rata d = 20 mm con E
s
= 210 E6 kN m
2

s
= 1,15; larmatura necessaria a flessione a rottura (v.
C-3.8.4) con
G
= 1,35
Q
= 1,50, M
d
100 1,35 + 100 1,50 = 285 kN m, braccio di leva
z = 0,86 (0,80 0,025 0,01) = 0,86 0,765 = 0,658 m
risulta: A
s
= 1000 285 1,15/0,658 510 = 977 mm
2
: 3 20 (942 mm
2
= 9,42 E 4 m
2
1) Situazione di esercizio per verifica a fessurazione: effettuando il calcolo secondo la teoria
lineare con E
s
/E
c
= 15 si ottengono laltezza della zona compressa y
n
e le sollecitazioni nei mate-
riali per M
f

d
secondo la tabella 9 non automaticamente soddisfatta la verifica a fessurazione (
s
= 200 000
kN/m
2
, d = 12 mm, s = 75 mm); allora necessaria verifica completa.
2) Momento di fessurazione: con W = 0,20 0,80
2
/6 = 0,0213 m
3
(trascurando il contributo
dellarmatura metallica) e f
ct
= 2500 kN m


2
, si ottiene il momento di fessurazione:
M
f
= 2500 0,0213 = 53,25 kN m; in assenza di azione assiale risulta:
3) Calcolo dilatazione specifica armatura:
s2
= 251090/210E6 = 1,196 E 3
4) Effetto tension stiffening: per barre nervate
1
= 1 e per carico ripetuto
2
= 0,5; dalla
(40) si ottiene:
= 1 1,0 0,5 0,3328
2
= 0,9446
sml
= 0,9446 1,196 E 3 = 1,129E 3
5) Calcolo apertura lesioni: dalla geometria della sezione e delle armature si ottiene:
h
f
= 0,025 + 0,01 + 7,5 0,02 = 0,185 m A
cf
= 0,20 0,185 = 0,037 m
2
A
s
= 9,42 E 4
2

f
= 0,0255 K
1
= 0,4 K
2
= 1
con la (45) si ottiene:
w
m
= 1,129E 3 0,128 = 0,145E 3 m = 0,145 mm
w
k
= 1,70 0,145 = 0,246 mm > 0,20 ammissibile per ambiente moderatamente aggressivo consi-
derato.
6) Revisione progettazione: ladozione di 4d18 (4 254 = 1018 mm
2
) in sostituzione di 3d20
fornisce, in modo approssimato (considerando invariato il braccio di leva precedentemente calco-
lato),
f
= 1018E 4/0,20 0,185 = 0,0275
s = 43 mm (diametro massimo inerte 25 mm)
s
rm
= 2 0,025 + 0,2 0,043 + 0,054 = 0,113 m
y
n
0,266 m

c2
= 8904 kN m
2

s2
= 251090 kN m
2

sf

s2
-------
M
f
M
fd
---------
53.25
160
------------- 0.3328 = = =
0,185
2 0,80 0,266 ( )
-------------------------------------- 0,827 =
l
m
0,4 0,827 0 02 ,
4 0,0255
--------------------------------------------- 0,0648 m = = s
rm
2 0,025 0,2 0,065 0,0648 + + 0,128 = = m
l
m
0,4 0,827 0,018
4 0,0275
----------------------------------------------- 0,054 m = =
276-472_CAP_03_C Page 363 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-364

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

ed osservando che


, con lapprossimazione di cui sopra, rimane circa invariato

w

m

= 0,125 mm

w

k

= 0,213 mm (~ ammissibile)

3.8.2 Deformazioni
3.8.2.1

Metodo di calcolo.

Lo stato di deformazione deve essere controllato rispetto alle condi-
zioni di esercizio della struttura per evitare ad esempio rottura di parti vetrate di serramenti, fes-
surazione di divisori rigidi, rottura di pavimentazioni, impedito uso di carroponti e di macchine di
precisione ecc., spiacevole sensazione di vibrazioni per gli utenti.
Per i primi tre eventi elencati il valore limite del massimo spostamento deve risultare inferio-
re a 10 mm e a l/250 (

l

= luce della struttura); per luso di carroponti il limite superiore l/750.
Le deformazioni dipendono dallo stato di fessurazione e dal tempo di applicazione dei cari-
chi; il calcolo teorico basato sul principio dei lavori virtuali integrando il prodotto delle curva-
ture medie dovute alle azioni considerate per il momento flettente dovuto a carico unitario nella
sezione di calcolo.
Si osserva che le variazioni di rigidezza dovute alla fessurazione generano soltanto variazioni
di curvatura e di spostamento nel caso di travi isostatiche mentre nel caso di travi iperstatiche si
manifestano anche variazioni delle reazioni sovrabbondanti e quindi modifiche dello stato tensio-
nale; in tale caso quindi necessario fare uso di un procedimento iterativo o di unanalisi non li-
neare (entrambi non pertinenti agli scopi del Manuale).
Alcune semplificazioni consentono una valutazione rapida degli spostamenti con perdita di
precisione accettabile nella pratica; si assume che in presenza di fessurazione la curvatura media


m

sia esprimibile con una relazione analoga a quella impiegata per definire la deformazione me-
dia nellacciaio, ossia (48):
(48)
con coefficiente di interpolazione fra le curvature corrispondenti allo stato
non fessurato 1 e fessurato 2 (fig. 55); le tensioni nellacciaio dovute a

M

sono calcolate con le
caratteristiche geometriche della sezione parzializzata.
Le curvature menzionate sono espresse da (49):
(49)
con

I

1

e

I

2

momenti quadratici di superficie della sezione omogeneizzata rispettivamente totalmen-
te reagente e parzializzata, mentre la rigidezza media espressa da (50):
(50)
Nel caso in cui sia presente anche azione assiale

N

, definita leccentricit (supposta costante
al variare di

M

e

N

)

e

=

M/N

, si osserva che la fessurazione avviene per il valore del momento

M

f

definito dalla (51):
(51)

sml
1,196E 3
942
1018
------------ 1,107 = = E 3

m
1 ( )
1
=
2
+
1
1
=
2

M

f

M
-------
2

1
M
E
c
I
1
------------ =


2

M
E
c
I
2
------------ =
EI ( )
m
M
m
------- =
M
f
f
ct
1
A
1
e
---------
1
W
1
------- +
------------------------ =

276-472_CAP_03_C Page 364 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

V

ERIFICHE



AGLI



STATI



LIMITE



DI



SERVIZIO

(SLE)

C-365

con

A

1

,

W

1

, rispettivamente area e modulo resistente della sezione omogeneizzata interamente re-
agente e, conseguentemente, che valgono le formule sopra riportate.
Note le curvature, si calcola lo spostamento ritenuto significativo, ad esempio per la sezione
di mezzeria di una trave o per lestremit libera di uno sbalzo facendo uso di formule semplifi-
cate, basate sul metodo di integrazione di Simpson, che correlano il parametro desiderato con le
curvature in alcune sezioni.
Con riferimento alla figura 56 e con la curvatura relativa alla sezione di momento massimo
si ha (52):
(52)
Con i metodi esposti in

C-3.6

si possono determinare gli effetti tensionali delle deformazioni
specifiche differite dei materiali e quindi calcolare le relative variazioni di curvatura dovute al ri-
tiro, al rifluimento ed al rilassamento delleventuale armatura attiva.
Il ritiro, a causa della presenza di armatura che agisce come vincolo elastico interno, genera
tensioni di trazione nel calcestruzzo adiacente e quindi produce direttamente un aumento delle de-
formazioni ed indirettamente influenza lo stato fessurativo e quindi ancora le deformazioni.
Fig. 55. Interpolazione fra curvatura minima e massima.
=
l
2
48
--------

Fig. 56. Posizione di calcolo degli spostamenti.

276-472_CAP_03_C Page 365 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-366

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Le analisi devono considerare la possibile fessurazione con la relativa variazione delle caratteristiche
geometriche delle sezioni e quindi condurre alla valutazione della curvatura media


m

per la successiva
applicazione al calcolo degli spostamenti; lesempio seguente evidenzia i passi del procedimento.

3.8.2.2

Esempio.

Trave in semplice appoggio di luce 10,00 m, con le caratteristiche dei materiali e
della sezione gi considerati nellesempio in

C-3.6.2.4

, supposte costanti per lintera lunghezza; le azio-
ni nella sezione di mezzeria sono identiche, richiesto il calcolo dello spostamento totale massimo.
Al tempo

t

0

la curvatura nella sezione di mezzeria totalmente reagente prodotta dallapplica-
zione immediata dei carichi risulta


1



(

t

0

) = 0,7332E 3m

1

e la sezione risulta fessurata; per

f

ct

= 2400 kN m




2

si ottiene con la (26):
la curvatura prodotta sulla sezione parzializzata risulta


2

(

t

0

) = 2,4386E 3m

1

, e le tensioni


0

= 7227 kN m




2

,


= 73149 kN m




3

,


s

= 236715 kN m




2

; per

M

f

sopra calcolato la tensione
nellacciaio vale


sf

=

s
M
f
/ M = 0,32
s

.
Considerando uso di barre nervate e carico istantaneo si pone rispettivamente
1
= 1,0

2
= 1,0 ed il coefficiente di interpolazione fra le curvature vale (t
0
) = 1 0,32
2
= 0,898.
La curvatura media istantanea vale:

m
(t
0
) = [(1 0,898) 0,7332 + 0,898 2,4386] E 3 = 2,264E 3 m


1
e lo spostamento istantaneo nella sezione di mezzeria (52):
(t
0
) = 5 10
2
2,264E 3/48 = 0,0236 m
Nel caso in cui larmatura longitudinale sia costante per lintera lunghezza della trave, i tratti
di lunghezza l = 0,879 m in vicinanza degli appoggi sono soggetti a momento inferiore a M
f
cos
che, per il calcolo degli spostamenti, dovrebbe essere considerata la maggiore rigidezza; linfluen-
za sul valore calcolato trascurabile.
Per effetto del tempo risulta la variazione di curvatura (t t
0
) = 1,157E 3 m
1
e la tensio-
ne nellacciaio
s
= 240877 kN m
2
; il corrispondente momento di fessurazione vale:
A causa dellaumento della tensione nellacciaio, della diminuzione del momento di fessurazione
e delle caratteristiche geometriche della sezione, nonch del valore 0,5 da assegnare a
2
per il
carico mantenuto nel tempo, il contributo del calcestruzzo teso trascurabile e si assume = 1,0.
La variazione di curvatura media coincide con il valore
2
e quindi laumento della defor-
mazione in mezzeria vale:
(t t
0
) = 5 10
2
1,157E 3 / 48 = 0,0121 m
lo spostamento totale vale: (t) = 0,0236 + 0,0121 = 0,0357 m
3.8.3 Vibrazioni. Per assicurare un corretto comportamento della struttura, in relazione alluso
inerente, opportuno che le frequenze dei modi di vibrazione siano sufficientemente discoste da
quelle delle forze eccitatrici.
Per il caso in cui previsto movimento di persone, alcuni valori delle frequenze critiche sono
riportati nella tabella 15 [2].
La condizione di non risonanza si scrive < f oppure f > Kf
crit
con:
K = numero intero
f
crit
= frequenza critica
f = frequenza della struttura
M
f
( t
0
) 2400 =
0,191 0,0174


0,0044

2

0,191 0,57 0,044


---------------------------------------------------------- 51,3 = kNm
M
f
t ( ) 2400
0,1156 0,0095 0,0204
2

0,1156 0,57

0,0204
----------------------------------------------------------------- 36,17 kN m = =
f
crit
K
----------

276-472_CAP_03_C Page 366 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

V

ERIFICHE



AGLI



STATI



LIMITE



DI



SERVIZIO

(SLE)

C-367

Gli accorgimenti utili per modificare il comportamento dinamico della struttura consistono in
una variazione della rigidezza o della massa o nellaccoppiamento a sistemi di smorzamento.
Per un sistema ad un solo grado di libert lequazione di equilibrio dinamico in assenza di
forzanti si scrive:
in cui

u

lo spostamento

m

la massa del corpo

c

lo smorzamento viscoso

k

la rigidezza
Per tensioni del calcestruzzo non superiori a 0,7

f

cd

e con fessurazione limitata (

w

k

=
0,2 mm), il rapporto


=

c

/

c

cr

fra lo smorzamento intrinseco

c

e quello critico

c

cr

vale circa 0,05
e quindi le frequenze

f

c

del sistema smorzato non differiscono da quelle

f

del sistema libero.
Lo smorzamento intrinseco sviluppato dalle strutture in calcestruzzo armato di tipo isteretico
ed quindi moltiplicatore dello spostamento e non della velocit nella equazione generale di
equilibrio dinamico secondo la definizione classica di

c

.
Opportuni metodi di analisi dinamica consentono di determinare lo smorzamento viscoso
equivalente ossia tale da generare la stessa perdita di energia in un ciclo.
Se aumentano oltre ai limiti indicati la tensione nel calcestruzzo e lapertura delle lesioni, lo
smorzamento aumenta ma si osserva un danneggiamento ciclico dei materiali; tale problema
considerato nella trattazione della resistenza a fatica.
Per una valutazione sperimentale del rapporto


, avendo misurato i picchi

u

di spostamento
rispettivamente ai cicli

i

ed

i

+

n

(dovuti ad esempio ad un urto artificiale) vale la relazione ap-
prossimata:
; per


= 0,055 in 2 cicli si dimezza lo spostamento massimo
In assenza di azione assiale, per travi di luce

l

, con rigidezza

EI

e carico totale

q

per unit
di lunghezza uniformi, le frequenze proprie del 1


modo sono espresse da (53):
(53)
in cui

g

la accelerazione di gravit espressa in unit congruenti con quelle delle altre grandezze,

K

n

un coefficiente che dipende dal tipo di vincolo e dal modo considerato secondo la tabella 16.

Tabella 15. Frequenze indotte dal pubblico.

Uso edificio Frequenze critiche (s

1

)
Palestre
Sale da ballo
Sale da concerto
Marciapiedi e piste ciclabili
8,0
7,0
3,5
1,6-2,5 / 3,5-4,5

Tabella 16. Valori di K



n

per (53).

Modo

K

n

Appoggi Incastro e appoggio Incastri Mensola
1
2
3

K

1

K

2

K
3
09,87
39,50
88,80
015,4
050,0
104,0
022,4
061,7
121,0
03,52
22,00
61,70
m

2
u t ( )
t
2
--------------- c
u t ( )
t
------------- ku t ( ) + + 0 =
2n ln
u
i
u
i n +
----------
,
_
=
f
K
n
2
------ =
EIg
ql

4
---------
276-472_CAP_03_C Page 367 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-368

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

3.9 STATO LIMITE ULTIMO PER FLESSIONE COMPOSTA
3.9.1 Ipotesi per le verifiche.

La rottura di una sezione in calcestruzzo armato normale o pre-
compresso dovuta a flessione semplice o combinata con azione assiale originata dal cedimento
del calcestruzzo della zona compressa; per sezioni debolmente armate questo cedimento susse-
guente ad uneccessiva deformazione plastica dellarmatura tesa che, solo in casi rari, raggiunge
anchessa la rottura (fig. 57).
Le ipotesi, confermate sperimentalmente, poste a base del calcolo delle azioni resistenti sono
le seguenti.

3.9.1.1

Le sezioni si conservano piane al crescere delle deformazioni e fino a rottura.

Ci
equivale a trascurare le deformazioni dovute allazione tagliante; tale ipotesi si discosta molto po-
co dalla condizione reale purch il rapporto fra la distanza

l

fra i punti di momento nullo
nellelemento considerato e laltezza

h

della sezione risulti

l/h



2.
Quando

l/h

< 2 necessario riferirsi al metodo di verifica delle travi parete.

3.9.1.2

Le armature subiscono le stesse deformazioni del calcestruzzo adiacente.

Tale ipotesi
presuppone aderenza perfetta fra i due materiali mentre in realt in vicinanza delle fessure si ma-
nifesta un limitato slittamento dellarmatura; poich con le armature normalmente impiegate si os-
serva che le variazioni medie delle deformazioni dellacciaio e del calcestruzzo (considerando per
questo anche lapertura delle fessure) sono sensibilmente uguali, lipotesi confermata nellintorno
della sezione considerata.

3.9.1.3

Si trascura il contributo del calcestruzzo teso

. Anche in prossimit della rottura, al di
sotto della zona compressa sussiste una zona tesa con sollecitazione inferiore a quella di rottura,
ma leffetto sulla resistenza della sezione trascurabile.
Inoltre le sollecitazioni dovute ad impedito ritiro o a variazioni di temperatura, hanno valori
prossimi alla resistenza a trazione del calcestruzzo.
Per il calcolo delle deformazioni invece pi importante la presenza del calcestruzzo teso sia
nella zona predetta che nei tronchi delimitati da due lesioni successive per il calcolo delle defor-
mazioni.
Il calcestruzzo teso mantiene comunque il compito fondamentale di collegamento fra lar-
matura e la zona compressa ed quindi soggetto a sollecitazioni di taglio longitudinale che

Fig. 57. Aspetto di sezione prossima al collasso.

276-472_CAP_03_C Page 368 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

S

TATO



LIMITE



ULTIMO



PER



FLESSIONE



COMPOSTA

C-369

normalmente si sviluppano su una parte dellelemento considerato anche al di fuori della sezio-
ne di rottura.

3.9.1.4

Legame tensioni deformazioni del calcestruzzo.

definito con un andamento parabolico
per 0


c

>





0,0020 e lineare costante per 0,0020 >


c

> 0,0035.
Nel caso di azioni mantenute a lungo, si limita il valore della compressione massima a

f

cd

= 0,85

f

ck

/


c



, ottenendo quindi il diagramma convenzionale della figura 58 e le relazioni (54).


c

= 0
0 >


cc


c

=



f

cd

(54)


cc

>


cu


c

=

f

cd

con


cc

= 0,0020.
Laccorciamento massimo del calcestruzzo compresso fissato a:


cu

= 0,0035 nel caso di flessione semplice o composta


cu

= 0,0020 nel caso di compressione centrata
Tali valori sono stati desunti da sperimentazione su provini in calcestruzzo non armato e non
tengono conto delleventuale confinamento della zona compressa fornita di apposita armatura tra-
sversale o da stato di tensione biassiale.

3.9.1.5

Legame tensioni-deformazioni dellacciaio.

Lallungamento massimo dellarmatura tesa
fissato a:


su

= 0,0100 e tale valore assunto anche per la variazione di allungamento oltre
quello


p

indotto da presollecitazione (normalmente 0,003 0,007 nel caso della presollecitazione
con armatura aderente).
La limitazione a 0,01 per


su

rispetto al valore di rottura 0,03 0,05 del materiale (

*

) costitu-
isce presidio verso uneccessiva deformazione; di fatto viene osservata per


s

= 0,02 una fessura-
zione molto importante e tale da mettere fuori uso la struttura.
Laccorciamento massimo dellacciaio nella zona compressa uguale a quello del calcestruz-
zo per lipotesi in

C-3.8.1.2

; viene quindi definito con le (55) il legame tensioni-deformazioni per
lacciaio dolce o trafilato a freddo che rappresentato nella figura 59;

f

yd

la tensione di sner-
vamento di progetto dellacciaio e
sy
la corrispondente deformazione
Fig. 58. Diagramma tensioni-deformazioni di calcolo del calcestruzzo.
2

cc
------
,
_

cc
------
f yd
E
s
--------
276-472_CAP_03_C Page 369 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-370 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO

cu

s
f
yd

s
= f
yd
f
yd
<
s
f
yd

s
=
s
E
s
(55)
f
yd
<
s

su

c
= f
cd
Per gli acciai lavorati a caldo, che manifestano un marcato incrudimento, si sostituisce lo
schema bilatero con una trilatera in analogia a quanto indicato nel paragrafo successivo per lac-
ciaio presollecitato.
3.9.1.6 Legame tensioni-deformazioni dellacciaio presollecitato. Diagramma trilatero o raccor-
dato adottato per i trefoli da presollecitazione che non mostrano ben definito valore della solle-
citazione di snervamento. La legge costitutiva individuata dalle (56) ed rappresentata nella fi-
gura 59.
0
p

p0

p
=
p
E
p

p0
<
p

p2

p
= f
pd0
+ (f
pd2
f
pd0
) (56)

p2
<
p

pd

p
= f
pd2
+ (f
pdu
f
pd2
)
f
pd0
= (2 f
pd1
f
pd2
)
p0
=
f
pd1,2
= sollecitazioni convenzionali di snervamento di progetto corrispondenti a deformazioni per-
manenti allo scarico pari a 0,001 e 0,002 rispettivamente;

p0
la deformazione corrispondente a f
pd0

.
f
pdu
la tensione di rottura di progetto f
pk

/

p
che, a causa della limitazione
p
<
pd
non com-
pletamente utilizzata per le verifiche.
Fig. 59. Diagramma tensioni-deformazioni di calcolo dellacciaio normale.

p0

p2

p0

---------------------

p2

pu

p2

---------------------
f
pd0
E
p
----------

pd

p
0.0100 + = ( )
pu
0.0300 =
276-472_CAP_03_C Page 370 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
STATO LIMITE ULTIMO PER FLESSIONE COMPOSTA C-371
3.9.2 Domini delle deformazioni. Per lanalisi della resistenza della sezione opportuno stabi-
lire i campi di possibile variazione delle deformazioni limite dei materiali, con i massimi prece-
dentemente indicati.
Vengono quindi individuati 5 domini, detti di Rsch, entro i quali pu cadere il diagramma
delle relativo alla sezione considerata (fig. 61); per ognuno di questi vengono raggiunte defor-
mazioni limite e quindi condizioni di rottura prefissate e precisamente:
Dominio I: la sezione interamente tesa con eccentricit variabile da 0 al punto di nocciolo
inferiore; lasse neutro esterno alla sezione e diviene tangente ad essa nel caso
di diagramma delle coincidente con A0; si raggiunge la massima deformazione
dellacciaio teso.
Dominio II: il diagramma delle ruota attorno ad A, la sezione in parte tesa ed in parte
compressa, lasse neutro interno alla sezione e scende fino al punto B con
OB = 3,5h/(3,5 + 10) = 0,259h (in questo ultimo caso si raggiungono contemporane-
amente le deformazioni massime dellacciaio e del calcestruzzo); negli altri casi si
ha sempre la massima deformazione dellacciaio.
Fig. 60. Diagramma tensioni-deformazioni di calcolo dellacciaio presollecitato.
276-472_CAP_03_C Page 371 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-372 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Dominio III: il diagramma delle ruota attorno a C, la sezione in parte tesa ed in parte com-
pressa, lasse neutro taglia la sezione e scende fino al punto D con OD = = 3,5h/
(3,5 +
sy
) (in questo ultimo caso lacciaio raggiunge il limite di proporzionalit);
viene sempre raggiunta la massima deformazione del calcestruzzo compresso.
Dominio IV: il diagramma delle ruota attorno a C, la parte tesa della sezione si riduce sino ad
avere sollecitazione nulla al lembo inferiore (azione assiale di compressione al punto
di nocciolo superiore); si ha sempre la massima deformazione del calcestruzzo com-
presso e con diagramma CG si ha sezione compressa sullintera altezza h.
Dominio V: il diagramma delle ruota attorno al punto F, la sezione interamente compressa
con asse neutro esterno alla sezione; con EF = 1,5 h /3,5 = 0,428 h = 3/7 h si ha de-
formazione del calcestruzzo variabile fra 0,0035 e 0,0020 (
*
).
3.9.3 Influenza della precompressione. Si distinguono 2 casi e precisamente:
1) le armature di precompressione sono aderenti alla sezione;
2) le armature di precompressione sono fissate alla struttura soltanto in alcuni punti intermedi
ed alle loro estremit.
Nel caso 1) le armature contribuiscono alla resistenza della sezione; se sono poste nella zona
meno compressa della sezione, per effetto delle azioni di calcolo, si totalizza nellacciaio presol-
lecitato un allungamento uguale a quello delle fibre di calcestruzzo adiacenti e che si sovrappone
a quello dovuto al tiro iniziale (fig. 62).
La tensione corrispondente viene dedotta dal diagramma costitutivo dellacciaio in corrispon-
denza della deformazione totale

t
=
1
+
o
+
p
La forza di pretensione dellarmatura attiva deve essere equilibrata da compressione eccentrica ad-
dizionale del calcestruzzo e dellarmatura passiva; con laumento conseguente della risultante delle
compressioni e con lo spostamento verso il lembo teso della relativa retta di azione si ottiene una mag-
giore estensione della zona compressa ed un aumento della resistenza a pressoflessione della sezione.
Nel caso in cui le armature presollecitate siano poste nella zona pi compressa della sezione,
al crescere delle azioni di calcolo la deformazione totale di questo acciaio diminuisce e la forza
di precompressione deve essere considerata come azione esterna; le armature contribuiscono alla
resistenza solo fino al raggiungimento del detensionamento .
Fig. 61. Domini delle deformazioni.
p p + 0 =
276-472_CAP_03_C Page 372 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
STATO LIMITE ULTIMO PER FLESSIONE COMPOSTA C-373
Nel caso 2) le armature presollecitate non contribuiscono alla resistenza della sezione e le
condizioni di rottura, a parit di sezione, si raggiungono ben pi rapidamente, cio per un carico
di rottura inferiore a quello del caso darmature aderenti.
Infatti larmatura (ancorata agli estremi) agisce come un tirante di un arco sotto leffetto dei
carichi esterni, e la sua funzione principale stata concepita principalmente per creare lo stato di
precompressione per le condizioni di esercizio.
Laumento +
p
di tensione nellarmatura dovuto allallungamento della congiungente i punti
di ancoraggio dellarmatura risulta limitato e quindi poco efficace il contributo al momento re-
sistente interno.
Per i motivi anzidetti lasse neutro della sezione si sposta verso lalto, riducendo pure rapida-
mente la zona compressa, sinch non si verifica lo schiacciamento del calcestruzzo compresso (o,
a seconda della sezione e qualit dellacciaio, anche lo strappamento dellarmatura).
Con questo sistema occorre disporre di unadeguata sezione di calcestruzzo o di unidonea ar-
matura ausiliaria a trazione.
Il calcolo a rottura in questo caso deve essere sviluppato sullintera struttura considerando
larmatura pretesa come vincolo elastico.
3.9.4 Analisi della sezione
3.9.4.1 Azioni resistenti. Per una generica sezione , con asse di simmetria, sollecitata da forza
assiale N e momento M, si possono scrivere le equazioni di compatibilit e di equilibrio con le
convenzioni di segno
c
< 0, y > 0 da asse baricentrico verso lalto, secondo la figura 63.
Le deformazioni sono espresse dalle seguenti relazioni di compatibilit (57).
(57)
La posizione dellasse neutro risulta individuata dalla relazione (58), mentre delle due defor-
mazioni
c
ed
s
una nota e pari al valore limite precedente fissato per le deformazioni specifi-
che dei materiali.
(58)
Fig. 62. Deformazioni delle armature attive. a) deformazioni limite
l

; b) deformazioni preventive
0
(effetto della pretensione sulla sezione); c) deformazione impressa alle armature attive
p

.
y ( )

c

s
+ ( ) y y
G
( )
h
---------------------------------------------
c
+ = oppure y ( )
c

y y

n


y

G

y
n

----------------- =
y
G
y
n

hc

c

s
+
-------------------- =

276-472_CAP_03_C Page 373 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-374

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Le equazioni di equilibrio alla sezione risultano dalle (59)
(59)
in queste relazioni le


c



(

y

) e le


s



(

y

),


p



(

y

) sono determinate in funzione delle


c



(

y

) e


s



(

y

),


p



(

y

) mediante i legami tensioni-deformazioni precedentemente definiti.
Le (59) costituiscono lequazione parametrica di una curva nel piano

N

,

M

che individua la
frontiera del dominio di rottura della sezione.
In pratica, per la complessit dei calcoli, possibile soltanto elaborare problemi di verifica in
cui, assegnata la geometria della sezione e delle armature e fissato il campo delle deformazioni,
possibile determinare i corrispondenti

M

e

N

.
Con riferimento alla figura 64, supposte assegnate le dimensioni

a

,

b

, di una sezione rettan-
golare, il copriferro

c

ed il diametro

d

delle barre, si traccia un diagramma lineare delle



che in-
dividua un asse neutro a distanza

y

cn

dal bordo compresso e le deformazioni specifiche


c

al
bordo compresso e


s



2

in corrispondenza dellarmatura pi tesa.
Si prolunga verso lalto e verso il basso tale diagramma in modo da individuare i punti

C

ed

S

che distano rispettivamente dalla retta di riferimento 0,0035 e 0,0100; sulle orizzontali per

C

e per

S

si riportano i diagrammi di calcolo delle tensioni


cd

del calcestruzzo e


sd

dellacciaio.
Per ogni punto

C

1

appartenente al diagramma delle deformazioni della zona compressa pos-
sibile individuare sul diagramma delle tensioni la corrispondente


c

1

ed quindi possibile traccia-
re landamento delle


c

per laltezza

y

cn

della zona compressa e calcolarne la risultante

N

c

con la
posizione

y

c



.
Analogalmente per ogni punto S

i

in corrispondenza di ogni livello di armatura

i

posta a di-
stanza

y

si

dallasse neutro possibile determinare la sollecitazione


si

sul diagramma


s

,


sd

dellacciaio e la risultante

N

si



.
Le risultanti delle forze interne riferite allasse baricentrico della sezione rettangolare di solo
calcestruzzo sono (60):
(60)
Fig. 63. Convenzioni di segno e deformazioni per analisi sezionale.
alla traslazione N
c
y ( )

b y ( ) dy A
si

si
( y
i
)
i

A
pj

pj
( y
j
)
j

+ + =
alla rotazione M
c
y ( )

b y ( ) y dy A
si

si
( y
i
) y
i
i

A
pj

pj
( y
j
) y
j
j

+ + =
N N
c
=
i
N
si
+
M N

c
y
c
a

2
----- y
cn
+
,
_

i
N
si
y
si
a

2
----- y
cn

,
_
+ =
276-472_CAP_03_C Page 374 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

S

TATO



LIMITE



ULTIMO



PER



FLESSIONE



COMPOSTA

C-375

Fig. 64. Interdipendenza tra tensioni, deformazioni e dimensioni.

276-472_CAP_03_C Page 375 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-376

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Se si scelto il diagramma delle


in modo che venga raggiunta una delle deformazioni li-
mite del calcestruzzo o dellacciaio,

N

ed

M

divengono azioni resistenti limiti ed individuano un
punto della frontiera del dominio di rottura della sezione.

3.9.4.2

Esempio.

Assegnata la sezione riportata nella figura 65, con le caratteristiche dei materiali:
Calcestruzzo

f

ck

= 47 000 kN



/



m

2

f

cd

=



26 630 kN



/



m

2

Acciaio Feb440k

f

sd

= 382 610 kN



/



m

2

E

s

= 21



E



7 kN



/



m

2


sy

= 1,822



E 3
verificare la resistenza alle azioni di progetto

N

d

= 1200 kN

M

d

= 300 kN m

A

s

1

=

A

s

3

= 7,80



E 4 m

2


4



20

A

s

2

= 2,65



E 4 m

2


4



12


8



5 (rete)
Viene assunta la distribuzione delle deformazioni indicata nella figura 65 b) con 1000


c

=



3,5,
1000


s

3

=



7,0 e si calcolano le seguenti grandezze:

y
cn
= 0,41 3,5/(3,5 + 7,0) = 0,138 m d
s2
= 0,19 + 0,03 y
cn
= 0,082 m d
s3
= 0,19 + d
s2
= 0,272 m
1000
s1
= (0,138 0,030) 3,5 / 0,138 = 2,739
1000
s2
= 0,082 7,00/0,272 = 2,110
1000
s3
= 7,0
1000
sy
= 382610 / 21 E 4 = 1,822
h
2
= 0,138 2 / 3,5 = 0,078 m

c
= 3,5y / 0,138 = 25,36y

c
= f
cd
y 0,078

c
= f
cd

c
(4
c
) / 4 = 169 170y (4 25,36y) y < 0,078
Il contributo del calcestruzzo vale:
N
c1
= 26 630 0,44 (0,138 0,078)= 704,35 kN d
c1
= 0,22 0,060 / 2 = 0,190M
c1
= 133,83 kN m
N
c2
= 169 170 0,44 y (425,36 y) dy = 74 430[4y
2
/2 25,36 y
3
/3] = 610,4 kN
M
c2
= 169170 0,44 (4 y 25,36 y
2
) (y + 0,082) dy = + 74 430 (0,328 y + 1,920 y
2
25,36

y
3
) dy =
= + 74 430 [0,328 y
2
/ 2 + 1,920 y
3
/ 3 25,36 y
4
= 78,61 kN m
Il contributo dellacciaio vale:
N
s1
= 382 610 7,80 E 4 = 298,44 kN d
s1
= 0,19 m M
s1
= 56,70 kN m
Fig. 65. a) Caratteristiche della sezione verificata. b) Campo delle deformazioni. c) Risultanti.

0
0.078

0
0.078

0
0.078


0
0.078

]
0
0.078

276-472_CAP_03_C Page 376 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

S

TATO



LIMITE



ULTIMO



PER



FLESSIONE



COMPOSTA

C-377

N

s

2

=



382 610


2,65 E





4 =



+



101,39 kN

d

s

1

= 0

M

s

1

= 0,000 kN m

N

s

3

=



382 610


7,80 E





4 =



+



298,44 kN

d

s

3

= 0,19

M

s

3

= 56,70 kN m
TOTALE

N

r

=




(N

c



+



N

s

)



=





1213,4 kN

M

r

=




(M

c



+



M

s

)

= 325,8 kN m
Poich risultano entrambe soddisfatte le relazioni

N

d

<

N

r



M

<

M

r

, verificata la sicurezza a
rottura a pressoflessione della sezione.

3.9.4.3

Sezione rettangolare.

Nel caso della sezione rettangolare, con riferimento alla figura 66
ed assumendo come riferimento il punto 0 posto sul bordo compresso ed il campo delle deforma-
zioni definito da


0



,


, il contributo del calcestruzzo per 0 >


cc

espresso da (61), ricordan-
do che lasse neutro individuato da :
(61)
il punto di applicazione di

N

c

risulta .
Per


cc

>


cu

il contributo del calcestruzzo somma di due termini, e precisamente

N

cp

per il diagramma parabolico di altezza

h

p

completo del vertice e

N

cr

per la zona a tensione co-
stante con i relativi punti di applicazione definiti dalle (62):
(62)
I contributi delle armature per sono espressi dalle (63):
(63)
y
n


--------- =
N
0
c
b
c
0

y

n

= dy
bf

c

cc

2
----------- 2
cc

0
y ( )
0
y + ( ) dy
0

y

n


bf

c

3
----------- = =

cc
------
,
_

2
3
cc

0
+ ( )
M

0

c

b
c
0

y

n

= ydy
bf

c

cc

2
----------- 2
cc

0
y ( )
0
y + ( ) y dy
0

y

n


bf

c

12


2
------------ = =

cc
------
,
_
2

0
4
cc

0
( )
y
oc
M
0
c
N
0
c
-------

0
4
cc

0
( )
4 3
cc

0
+ ( )
------------------------------------- = =
Fig. 66. Schema per sezione rettangolare.
N
cp
2
3
--- b f
c
h
p
N
cr
b f
c
y
n
1


cc

0
------
,
_
= =
y

cp

y

n

= 1
5
8
---


cc


0

------

,
_
y
cr
1
2
--- y
n
1


cc

0
------
,
_
h
p
y
n
= =


cc


0
------

s

0
y
s
+

sn


=
N
s
E
s

i
A
si
(
0
y
si
) + = M
s
E
s
=
i
A
si
y
si

0
y
si
+ ( )
276-472_CAP_03_C Page 377 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-378

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Fissando valori di


0

e


tali da ottenere le massime deformazioni dei materiali si possono
calcolare le azioni

N

R

,

M

R

corrispondenti alle frontiere fra i domini di Rsch ottenendo quindi al-
cuni punti della frontiera del dominio di rottura.

3.9.5 Interazione N, M.

Mediante rappresentazione nelle coordinate


s



,


c

le rette che delimi-
tano i domini di Rsch, risultano individuate dal punto corrispondente ai valori delle deformazioni
limite dei materiali; le possibili distribuzioni delle deformazioni comprese nei singoli domini sono
individuate dai segmenti

1

,

2

,

3

,

4

,

5

,

6

che congiungono i vertici del grafico della figura 67.
La parte tratteggiata rappresenta il percorso di ritorno dal punto

C

di compressione sempli-
ce a quello

T

di trazione semplice, attraverso introduzione di momenti di segno contrario a quelli
considerati nel percorso di andata.
Ad ogni coppia di valori


s



,


c

corrisponde una coppia di azioni interne limite

N

r



,

M

r

otte-
nute mediante le (59); conseguentemente viene definita nel piano

N

,

M

una curva che rappresenta
linterazione fra lazione assiale ed il momento flettente limite e che costituisce la frontiera del
dominio di rottura della sezione.
Nel caso in cui sia presente armatura attiva presollecitata e resa aderente, valgono le considera-
zioni riportate per il caso 1) in

C-3.8.3

; nella figura 68 sono riportati i domini di rottura di una sezione
nella quale presente armatura attiva soggetta a diversi livelli di deformazione impressa iniziale


p



.
Si osserva laumento della resistenza a pressoflessione della sezione con laumento di tale de-
formazione; in assenza di azione assiale laumento del momento resistente funzione lineare di



p



.
Poich in generale le sezioni resistenti delle strutture hanno forma complessa, non assimilabi-
le a quella rettangolare, conveniente luso di un programma di calcolo.

3.9.6 Verifica della sicurezza.

Poich in generale la sezione deve essere verificata per diverse
coppie di valori

N

D



,

M

D



, luso del dominio di interazione molto utile in quanto consente di va-
lutare per ogni condizione di carico il grado di sicurezza della struttura, tenendo conto che deve
risultare: (

N

,

M

)

D



(

N

,

M

)

R



.
Una fondamentale propriet della frontiera del dominio di rottura che chiusa ed sempre
convessa, cos che qualunque vettore che collega due punti di essa giace completamente allinter-
Fig. 67. Grafico delle deformazioni limite.

276-472_CAP_03_C Page 378 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

S

TATO



LIMITE



ULTIMO



PER



FLESSIONE COMPOSTA C-379
no del dominio ossia possibile effettuare il controllo della sezione per la coppia di azioni di
progetto N
D

, M
D
assegnata, corrispondente ad esempio al punto 1 della figura 69, in modo indi-
pendente dalle condizioni di carico con cui raggiunto lo stato limite di rottura (percorsi 1 - 5,
5 - 4 equivalgono al percorso diretto 1 - 4).
Si possono quindi definire coefficienti di sicurezza differenziati rispetto alle azioni di progetto
e precisamente:
avendo definito nel piano N
R

, M
R
i punti: 1 di coordinate N
D

, M
D
2 di coordinate 0, M
D
3 di coordinate N
D

, 0
e ricordando che deve risultare > 1,0 si hanno i seguenti casi:
a) Nellipotesi in cui sia N
D
che M
D
vengano incrementati con lo stesso moltiplicatore, viene
definito il punto 5 allintersezione fra la retta e la frontiera del dominio; il coefficiente di si-
curezza espresso da .
b) Nellipotesi in cui, mantenendo invariato N
D

, venga incrementato solo M
D

, viene definito
il punto 4; il coefficiente di sicurezza vale = .
c) Invertendo i ruoli di N
D
ed M
D
del caso b, si definisce il punto 6 ed il coefficiente di si-
curezza vale .
Fig. 68. Variazione del dominio di rottura per diversi valori della precompressione.
01

05
01
------
=
34
31
------

26
21
------
=
276-472_CAP_03_C Page 379 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-380 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
3.9.7 Diagrammi di rottura adimensionali. Per un rapido dimensionamento di massima di
una sezione rettangolare sono utili i domini adimensionali di rottura che vengono determinati con
le seguenti modalit.
3.9.7.1 Convenzioni di segno e di riferimento. Le azioni sono, per semplicit di verifica, riferi-
te al baricentro della sezione completa di solo calcestruzzo avente altezza totale a.
Le ordinate delle aree di calcestruzzo e di acciaio sono riferite a tale baricentro e considerate
positive se rivolte verso il basso.
Le deformazioni specifiche e le tensioni corrispondenti , sia del calcestruzzo che dellac-
ciaio sono negative se dovute a compressione.
Lazione assiale adimensionale negativa se di compressione; lazione flettente adimensio-
nale positiva se tende le fibre inferiori della sezione.
Le azioni effettive sono calcolate con le relazioni N = N
c
, M = a N
c
, con N
c
= A
c
f
cd
.
3.9.7.2 Procedimento di costruzione.
a) Si assegnano i valori del copriferro relativo c/a , nonch la resistenza f
sk
di snervamento
dellacciaio (supposto di tipo normale) ed il relativo coefficiente di sicurezza
s
.
b) Si assegna la percentuale meccanica di armatura
m
= f
sd
A
s
/f
cd
A
c
Fig. 69. Principi di verifica della sicurezza.
276-472_CAP_03_C Page 380 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
STATO LIMITE ULTIMO PER FLESSIONE COMPOSTA C-381
c) Si assegnano, rispettivamente al bordo superiore del calcestruzzo ed al livello inferiore
di armatura, coppie
c
,
s
(valori moltiplicati per 1000) di deformazioni specifiche che descri-
vono in modo convenientemente preciso le variazioni delle stesse allinterno dei domini di
Rsch.
Per completare le informazioni relative al comportamento della sezione, i diagrammi adi-
mensionali sono corredati da porzioni di rette che collegano i punti per i quali si hanno le stes-
se coppie di valori 1000
c

, 1000
s

; in tal modo consentita lungo tali rette linterpolazione
per valori di
m
differenti da quelli riportati ed il calcolo della posizione dellasse neutro
y
n
= a
c
/(
s

c
).
La resistenza f
cd
del calcestruzzo interviene a posteriori nel calcolo di N
c
e con la sezione to-
tale di acciaio A
s
per il calcolo di
m
; laltezza totale a della sezione interviene solo nel calcolo
di N
c
e, come fattore moltiplicativo, per il calcolo di M (ma non di ). La larghezza b della se-
zione interviene solo nel calcolo di A
c

.
Poich esistono altri testi che riportanto alcuni dei diagrammi di cui sopra, opportuno che,
prima del loro uso eventuale, ci si accerti se sono stati ottenuti secondo lo schema corretto precedente.
3.9.7.3 Grafici. Sono di seguito riportati alcuni grafici (fig. 70 75) sviluppati per sezioni ret-
tangolari in funzione della percentuale meccanica di armatura
m

, con acciaio caratterizzato da:
f
sk
= 440 N mm
2

s
= 1,15 f
sd
= 383 N mm


2
e con diversi valori del copriferro relativo e della
distribuzione di armatura.
I grafici sono utilizzatili anche per sezioni T purch lasse neutro cada nella piattabanda
compressa alla quale viene assegnata larghezza b.
3.9.7.4 Esempio. Per la sezione a T riportata nella figura 76, calcolare il momento massimo
per N = 0.
Risultano i seguenti parametri:
c/a = 0,004/0,80 = 0,05 per calcestruzzo con f
cd
= 18 N
mm


2
risulta N
c
= 0,80 0,60 18 E 3 = 8640 kN
m
= 383 3202/8640 E 3 = 0,142.
Nel grafico della figura 77, si traccia per interpolazione la curva corrispondente a
m
= 0,142;
in corrispondenza allasse si stima lintersezione con la retta delle deformazioni
c
= 1,71,

s
= 10,0; si controlla che lasse neutro cade a y
n
= 1,71 / (10 + 1,71) 0,76 = 0,11 m dal bordo su-
periore, ossia entro la soletta, ottenendo conferma che il diagramma applicabile (si osserva che
per la sola azione flettente lo spessore della soletta potrebbe essere ridotto a circa 0,11 m, mante-
nendo invariato il momento massimo).
Nella figura 77, lordinata allorigine della curva
m
= 0,142 fornisce = 0,096 e quindi
M
max
= 0,80 8640 0,096 = 663 kN m a cui potrebbe corrispondere, con moltiplicatore di tutti i
carichi
q
= 1,5, il momento di esercizio M
e
= 442 kN m.
Per confronto, con il metodo delle tensioni ammissibili e con E
s

/

E
c
= 15, si ottiene:
altezza zona compressa y
n
= 0,212 m I = 1,3168E 2 m
4
e, con M = 663/(1,5 1,15) = 384 kNm

c
= 6,19 N mm
2

s
= 239,9 N mm
2
; la verifica a rottura indica quindi un aumento della capa-
cit portante pari a 442/384 = 1,15.
Pu porsi il problema inverso della determinazione dellarmatura necessaria per la resistenza
al momento M
d
= 1100 kN m; si calcola = 1100 / (0,80 8640) = 0,159 e si ottiene per interpola-
zione
m
= 0,237 e quindi A
s
= 8640 E 3 0,237/383 = 5346 mm
2
.
Larmatura al lembo inferiore risulta A
s3
= 0,70 5346 = 3742 mm
2
= 7d 26 mm ed quindi
necessario ampliare la parte inferiore dellanima per alloggiare le barre senza modifica delle veri-
fiche, salvo che per la lieve variazione del momento di progetto, oppure disporle su due strati
modificando quindi c / a e rifacendo la verifica sul diagramma di competenza.
Si verifica ancora che le deformazioni risultano
c
= 0,00275
s
= 0,010 e quindi la posizione
dellasse neutro y
n
= 2,75 / (10+2,75) 0,76 = 0,164 cade ancora entro la soletta, giustificando luso
di grafico redatto per sezione rettangolare.
A
s1
*
0.20 = A
s2
*
0.10 A
s3
*
0.70 = =
276-472_CAP_03_C Page 381 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-382

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

F
i
g
.

7
0
.
D
o
m
i
n
i

d
i

i
n
t
e
r
a
z
i
o
n
e


N

,


M

,

m


c
o
n
:


c

/

a


=

0
,
0
2
5
;

=

0
,
1
0
;

=

0
,
8
0
.
A
s
1
*
A
s
3
*

276-472_CAP_03_C Page 382 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

S

TATO



LIMITE



ULTIMO



PER



FLESSIONE



COMPOSTA

C-383

F
i
g
.

7
1
.
D
o
m
i
n
i

d
i

i
n
t
e
r
a
z
i
o
n
e


N

,


M

,

m

c
o
n
:


c

/

a


=

0
,
0
2
5
;

=

0
,
3
0
;

=

0
,
6
0
.
A
s
1
*
A
s
3
*

276-472_CAP_03_C Page 383 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-384

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

F
i
g
.

7
2
.
D
o
m
i
n
i

d
i

i
n
t
e
r
a
z
i
o
n
e


N

,


M

,

m


c
o
n
:


c

/

a


=

0
,
0
2
5
;

=

0
,
4
5
;

=

0
,
4
5
.
A
s
1
*
A
s
3
*

276-472_CAP_03_C Page 384 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

S

TATO



LIMITE



ULTIMO



PER



FLESSIONE



COMPOSTA

C-385
F
i
g
.

7
3
.
D
o
m
i
n
i

d
i

i
n
t
e
r
a
z
i
o
n
e

N
,

M
,

m

c
o
n
:

c
/
a

=

0
,
0
5
0
;

=

0
,
1
0
;

=

0
,
8
0
.
A
s
1
*
A
s
3
*

276-472_CAP_03_C Page 385 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-386

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO
F
i
g
.

7
4
.
D
o
m
i
n
i

d
i

i
n
t
e
r
a
z
i
o
n
e

N
,

M
,

m

c
o
n
:

c
/
a

=

0
,
0
5
0
;

=

0
,
3
0
;

=

0
,
6
0
.
A
s
1
*
A
s
3
*

276-472_CAP_03_C Page 386 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

STATO LIMITE ULTIMO PER FLESSIONE COMPOSTA C-387
F
i
g
.

7
5
.
D
o
m
i
n
i

d
i

i
n
t
e
r
a
z
i
o
n
e

N
,

M
,

m

c
o
n
:

c
/
a

=

0
,
0
5
0
;

=

0
,
4
5
;

=

0
,
4
5
.
A
s
1
*
A
s
3
*
276-472_CAP_03_C Page 387 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-388 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Fig. 76. Caratteristiche della sezione studiata.
Fig. 77. Uso diagrammi , ,
m

.
276-472_CAP_03_C Page 388 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
VERIFICA ALLO STATO LIMITE PER IL TAGLIO, PUNZONAMENTO, TORSIONE C-389
3.10 VERIFICA ALLO STATO LIMITE PER IL TAGLIO,
PUNZONAMENTO, TORSIONE, PERDITA DI ADERENZA
3.10.1 Generalit del problema. Viene raggruppata in un unico capitolo la trattazione delle
verifiche a rottura che coinvolgono in modo essenziale la resistenza al taglio del calcestruzzo; non
appena si approfondisce il problema si rende palese come sia improprio, anche se molte volte co-
modo e pratico, fare riferimento alla predetta resistenza e sia invece pi corretto considerare il
contributo a trazione del calcestruzzo, con i relativi limiti, come risulta dalla decomposizione delle
tensioni taglianti nelle tensioni principali reali.
La presenza contemporanea di azioni di flessione/taglio/torsione, flessione/punzonamento, fles-
sione/taglio/ancoraggio richiedono un approccio unificato al problema della resistenza a rottura
della sezione e la considerazione concettuale degli elementi resistenti che, per quanto sopra espo-
sto, e non potendo affidare al calcestruzzo tensioni di trazione (esclusi alcuni casi particolari), si
riducono a quelli che trovano corrispondenza nelle propriet dei materiali e quindi capaci di resi-
stere a sola compressione se costituiti da calcestruzzo e a trazione (o compressione) se costituiti
da acciaio.
Lo schema strutturale che consente di evidenziare in modo plausibile il comportamento dei
materiali quello a puntoni (calcestruzzo) e tiranti (armature).
Nelle verifiche si tiene conto della resistenza a compressione del calcestruzzo che risulta ri-
dotta dalla presenza di fessure e dalla variazione di tensione dellacciaio nel tratto intermedio fra
due lesioni consecutive dovuta alleffetto irrigidente del calcestruzzo teso non fessurato (C-3.7).
Tale metodologia stata utilizzata agli inizi del secolo da Ritter e Morsch che per primi han-
no individuato uno schema reticolare quale elemento resistente nel corpo della struttura in cui si
assume che il calcestruzzo non resistente a trazione.
3.10.1.1 Modelli con puntoni e tiranti. La generalizzazione dello schema reticolare stata per-
seguita da numerosi studiosi e ricercatori; nella letteratura tecnica noto come strut-and-tie-mo-
del (modello con puntoni e tiranti).
La prima fase della progettazione secondo questi concetti la risoluzione delle strutture con
i noti metodi volti a determinare le azioni in ogni sezione e quindi mediante analisi lineare (ove
applicabile) o non lineare. La seconda fase attua la suddivisione della struttura in parti, denomi-
nate rispettivamente B e D in relazione al loro prevedibile comportamento e precisamente:
B secondo lipotesi di Bernoulli che assume campo lineare delle deformazioni delle sezioni e
che consente il calcolo delle tensioni mediante le azioni risultanti dallanalisi strutturale;
D secondo principi non riconducibili allipotesi citata e che denotano Disturbo o Discontinuit
del regime tensionale.
Tale suddivisione facilitata dallapplicazione del principio di Saint-Venant per cui le zone D
si estendono per una lunghezza l dallorigine della discontinuit pari allaltezza a dellelemento e
vengono analizzate come sottostrutture.
Tipiche discontinuit sono costituite da (fig. 78):
a appoggi
b carichi concentrati
c nodi di telai
d mensole tozze
e variazione delle sezioni e fori
f elementi tozzi
Nelle zone D la terza fase consiste nella schematizzazione ingegneristica degli elementi com-
pressi e tesi che costituisce una valida soluzione ingegneristica in contrapposizione ad analisi so-
fisticata non sempre attendibile; necessario rilevare che le sezioni anche omogenee non conser-
vano la loro planarit dopo la deformazione e che inoltre, dovendo rinunciare al contributo del
calcestruzzo teso, lestensione del procedimento alle zone B non indispensabile per le verifiche
a flessione ma costituisce comunque modello per taglio, torsione ecc.
276-472_CAP_03_C Page 389 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-390 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Gli elementi compressi rappresentano campi di tensioni nel calcestruzzo con compressione
prevalente nella direzione dellasse dei puntoni; i tiranti rappresentano uno o pi strati di armature
tese oppure campi di tensioni nel calcestruzzo con trazione prevalente inferiore a quella di rottura
nella direzione dellasse.
Lo schema a tiranti e puntoni quindi essenzialmente orientato alle verifiche per lo stato li-
mite di massima capacit portante della struttura ma pu essere utilizzato anche per lo studio allo
stato limite di servizio delle zone D.
Nel primo caso ne possibile lestensione a tutta la struttura comprendendo anche le zone B
(che risultano fessurate); nel secondo la schematizzazione delle zone B risulta troppo grossolana.
Quale criterio per la scelta dello schema da adottarsi vale in genere, con riferimento alle tra-
iettorie delle tensioni principali e con possibili scostamenti dovuti a problemi pratici di disposizio-
ne delle armature, quello dellattribuzione al calcestruzzo delle membrature di maggiore lunghezza
e viceversa per lacciaio, ovviamente purch sia ottenibile un sistema equilibrato.
Con le assunzioni di cui sopra si ottiene la maggiore possibile rigidezza e quindi, in confor-
mit al teorema sul minimo lavoro di deformazione, il pi attendibile schema statico.
La formulazione matematica di tale criterio quindi:

i


F
i


l
i

mi
= minimo,
con F
i
= azione nellelemento i, di lunghezza = l
i

mi
= deformazione media specifica dellelemento i.
Disponendo larmatura in altro modo, la struttura trova comunque un equilibrio interno ma
con maggiori deformazioni, che ingenerano quindi fessurazioni pi importanti e richiedono inoltre
una verifica della duttilit per evitare un collasso locale prima che altre parti della struttura rag-
giungano le massime sollecitazioni.
Devono essere in ogni caso rispettate le condizioni di esercizio, nelle quali si considerano la
durabilit e laffidabilit della struttura, cos che in generale deve essere disposta armatura diffusa
secondo i 3 assi e non solo concentrata ove si suppone lesistenza di un elemento tipo tirante.
3.10.1.2 Comportamento dei puntoni, dei tiranti e dei nodi. Lo studio in dettaglio delle traiet-
torie delle tensioni principali mostra che i campi delle compressioni hanno normalmente unorigi-
ne ristretta, di dimensioni pari a quelle della superficie ove sono applicate le pressioni dirette ori-
ginate dallintroduzione delle azioni esterne o interne, e tendono poi ad allargarsi con la profon-
dit dando origine ad una conformazione cos detta a bottiglia.
Fig. 78. Tipiche zone D nelle strutture.
276-472_CAP_03_C Page 390 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
VERIFICA ALLO STATO LIMITE PER IL TAGLIO, PUNZONAMENTO, TORSIONE C-391
Nella porzione di tale campo in cui la curvatura delle traiettorie presenta una sorta di rigon-
fiamento, sono presenti elevate tensioni di trazione ortogonali al flusso delle compressioni che de-
vono essere presidiate da armature; nel caso in cui larmatura non sia presente, si deve conside-
rare la possibilit di fessurazione, con conseguente limitazione del carico di rottura del puntone.
In generale, indicando con la tensione media per la verifica dei puntoni e con f
cd
= f
ck
/
c
quella
di progetto, si considera
= 1,0 f
cd
per campo di tensioni di compressione monoassiale
= 0,8 f
cd
per campo con fessurazione parallela ai flussi di compressione
= 0,6 f
cd
per campo con fessurazione obliqua ai flussi di compressione.
In prossimit dellarea su cui applicata lazione, la curvatura delle traiettorie delle compres-
sioni inversa alla precedente cos che le tensioni trasversali risultano di compressione e lo stato
biassiale risultante favorevole alla resistenza del calcestruzzo.
Il flusso delle tensioni di trazione normalmente sostenuto dalle armature metalliche che de-
vono risultare efficienti fino dallorigine dei tiranti e quindi essere ancorate con sicurezza; gli an-
coraggi delle barre generano nel calcestruzzo un campo locale di tensione.
Tipico esempio il caso della sedia di appoggio di una trave, in cui lancoraggio aumenta il
carico trasferito al nodo inferiore (fig. 79), si noti anche che la lunghezza di ancoraggio l
b
mi-
nore di l
a
a causa delle pressioni date dalla reazione di appoggio.
I nodi sono costituiti dalla congiunzione di due o pi elementi, puntoni o tiranti e dalla zona
di applicazione di azioni esterne o interne, ed hanno la funzione di trasferimento e deviazione
delle forze concorrenti.
In generale i nodi che si possono considerare diffusi o perch ampi campi di compressione
si congiungono fra loro o perch costituiti con barre ravvicinate, non sono critici purch le arma-
ture passanti siano ancorate oltre le zone dove devono contrastare le trazioni.
Quando invece le forze sono concentrate, la loro deviazione avviene in nodi finiti, per i quali
devono essere verificate le condizioni di resistenza; la distribuzione delle tensioni allinterno di ta-
li nodi cos complessa che non pu essere analizzata a livello tecnico ed necessario ricorrere
a criteri semplificati di dimensionamento, dettati dalla sperimentazione e precisamente:
a) la geometria del nodo deve essere congruente con lorientamento e la direzione delle forze
concorrenti;
b) le barre di armatura devono essere distribuite su altezza e larghezza sufficienti per racco-
gliere i campi di tensione concorrenti senza generare ulteriori tensioni parassite nella direzione or-
togonale al piano di giacitura delle forze;
f
cd
*
f
cd
*
f
cd
*
f
cd
*
Fig. 79. Modello di una sedia di appoggio.
276-472_CAP_03_C Page 391 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-392 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
c) lancoraggio delle barre deve essere sviluppato con sicurezza oltre la zona ove il campo
delle compressioni interessa le armature e viene deviato;
d) le tensioni medie di verifica a compressione sono definite come segue:
= 1,1 f
cd
per unione di soli puntoni che creano uno stato di tensione bi- o tridimensionale
= 0,8 f
cd
nei nodi ove devono essere ancorate delle barre.
3.10.1.3 Tipologie dei nodi. I nodi possono essere raggruppati in due tipologie fondamentali,
rappresentate nelle figure 80 e 81, dalle quali possono essere derivati numerosi sottocasi.
f
cd
*
f
cd
*
f
cd
*
Fig. 80. Nodo intermedio.
276-472_CAP_03_C Page 392 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
VERIFICA ALLO STATO LIMITE PER IL TAGLIO, PUNZONAMENTO, TORSIONE C-393
3.10.2 Rottura a taglio
3.10.2.1 Generalit. Considerando incrementi successivi dei carichi, il calcestruzzo passa da
uno stato in cui totalmente reagente, a quelli successivi di fessurazione e rottura.
La direzione e la sezione dellarmatura influenzano la distribuzione, la direzione e la gran-
dezza delle tensioni interne, nonch lo stato di fessurazione associato, cos che risulta quindi
praticamente impossibile un calcolo anche approssimato dello stato di sollecitazione realmente
agente; vi sono circa 20 parametri che influenzano le sollecitazioni in questo caso e, per buona
parte di essi, non si hanno sufficienti conoscenze dei relativi dati fisici necessari per uneven-
tuale analisi teorica.
Lindagine del problema quindi stata condotta principalmente mediante sperimentazione.
3.10.2.2 Elementi senza armatura a taglio.
Comportamento a rottura. La sperimentazione ha dimostrato che, in questo caso, ad un certo li-
vello di carico appaiono fessure per lo pi verticali anche nelle zone ove presente preponderan-
te azione tagliante (con orientamento a 45 delle tensioni principali), mentre le primitive ipotesi
erano orientate verso uno schema di funzionamento ad arco/tirante, ossia con formazione di una
linea delle pressioni nel calcestruzzo inclinata verso gli appoggi e con componente orizzontale
contrastata dallarmatura orizzontale.
La situazione di equilibrio del nodo di appoggio simile a quella riportata nella figura 81.
Fig. 81. Nodo di appoggio.
276-472_CAP_03_C Page 393 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-394 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Successivi studi hanno posto in evidenza che la tensione nellarmatura decresce verso gli ap-
poggi secondo legge affine a quella del momento flettente, in contrasto con lipotesi di arco/tiran-
te che richiede tiro costante, ed hanno individuato nellingranamento delle superfici separate dalle
lesioni e nella azione di spinatura fra le stesse creata dallarmatura longitudinale i motivi della di-
minuizione osservata (fig. 82).
Nella zona non fessurata della sezione il regime delle tensioni risultante dalla compressione
N
c
= M/z (z = braccio della coppia interna) e dal taglio V
c
caratterizzato da tensione principale
di trazione inferiore a f
ct
e giustifica il contributo V
c
alla resistenza al taglio, in assenza di incli-
nazione della linea delle pressioni.
Verifica. Con le considerazioni precedentemente svolte sono proposte per la verifica formule
semplificate quasi completamente empiriche, fra le quali quella riportata dal CEB, in cui intro-
dotta una resistenza fittizia a taglio che, opportunamente correlata a quella a trazione e applicata
alla sezione completa di calcestruzzo, tiene conto in modo sufficientemente approssimato dei vari
parametri che contribuiscono alla resistenza.
Larmatura longitudinale che condiziona la rottura a taglio equiparata a calcestruzzo con
fattore di amplificazione 50; tale fattore, al contrario di quello di omogeneizzazione, non dipende
dal rapporto fra i moduli elastici dei materiali.
Leffetto dellingranamento e della spinatura considerato mediante fattore che funzione
decrescente dellaltezza della trave.
Fig. 82. Contributi alla resistenza in corrispondenza di una lesione.
276-472_CAP_03_C Page 394 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
VERIFICA ALLO STATO LIMITE PER IL TAGLIO, PUNZONAMENTO, TORSIONE C-395
La verifica allo stato limite di taglio, consiste nel controllare che sia soddisfatta la condizione
generale V
D
V
R
tenendo conto dellassenza di armatura trasversale, secondo la (64).
(64)
con:
rd
= 0.25 f
ctd

.
f
ctd
= resistenza a trazione di progetto del calcestruzzo (

f
ctd

= 0,30

f
ck
2/3
N mm
2
/
c
)

c
= coefficiente di sicurezza relativo alla resistenza del calcestruzzo

l
= A
l
/b a percentuale di armatura longitudinale, prolungata per 1,5 h oltre la sezione con-
siderata e sicuramente ancorata
(non opportuno considerare valori di
l
> 0,02)
k = 1,60 a (a in metri) tiene conto delleffetto dellingranamento ed assume valore mini-
mo 1,00.
Esempio. Per la sezione di una trave rappresentata nella figura 83, effettuare la verifica allazio-
ne tagliante V
D
= 140 kN allappoggio in assenza di armatura a taglio per f
ck
= 35 N mm
2
.
Con riferimento alla (64) si calcola con a = 0,25 m, b = 0,80 m il rapporto di armatura longi-
tudinale inferiore
l
= 1885/(0,25 0,80) E 6 = 0,0094, il coefficiente di ingranamento vale
k = 1,60 0,25 = 1,35.
Assumendo
c
= 1,5, si ottiene f
ctd
= 0,30 35
2/3
/1,5 = 2,14 N mm
2
ed infine si calcola
V
cR1
= 0,175 2,14 250 800(1 + 50 0,0094) 1,35 = 148,6 E 3 N essendo V
D
< V
cR1
la verifica
soddisfatta.
3.10.2.3 Elementi con armatura a taglio.
Comportamento a rottura. Tali elementi si comportano in modo nettamente differente da quelli
privi di armatura a taglio; le fessure a taglio si innestano ancora su quelle prodotte dalla flessione
ma, al di sopra del livello ove presente larmatura longitudinale, si inclinano rimanendo circa
parallele fra loro ma non rettilinee e si estendono verso lalto oltre le precedenti.
Landamento delle lesioni suggerisce inizialmente come modello attendibile lo schema a tra-
liccio della figura 84 in cui sono evidenziate bielle compresse di calcestruzzo inclinate con sul
corrente teso, separate dalle lesioni ed attraversate da staffe, che sono in genere disposte con an-
golo compreso fra 90 e 45.
Si osservato che, a causa dellingranamento, consentito il trasferimento di azioni tangen-
ziali fra le superfici delle lesioni, e che le bielle compresse non sono quindi necessariamente pa-
rallele a queste ed inoltre le tensioni nelle staffe risultano ridotte rispetto a quelle calcolate con il
modello a traliccio.
Per la presenza della staffatura risultano pi efficienti, rispetto al caso senza armatura a ta-
glio, sia lingranamento delle superfici separate dalle lesioni, sia leffetto di spinatura prodotto
dalle barre longitudinali.
V
CR
1

rd
= b a 1 50
l
+ ( )k
Fig. 83. Verifica sezione senza armatura a taglio.

276-472_CAP_03_C Page 395 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-396

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Si pure osservato che le barre piegate sono da evitarsi in quanto producono elevate tensioni
trasversali che in certi casi portano fino alla scissione longitudinale della trave; i migliori risultati
si ottengono con staffe inclinate o verticali che certamente si prestano meglio a riprendere le
componenti verticali degli sforzi agenti nelle bielle di calcestruzzo. Considerando lo schema a tra-
liccio per le travi continue (fig. 85), risulta che le zone tese superiori ed inferiori si estendono en-
trambe oltre allascissa di momento nullo, cos che una porzione della trave in tale posizione ri-
sulta tesa ad entrambi i bordi con le seguenti importanti conseguenze:
1) le armature superiore ed inferiore devono essere prolungate oltre la posizione di cui sopra
per lunghezza pari ad almeno 1,5

h

con sicuro ancoraggio in tale zona;
2) mancando ogni azione di compressione, in questa zona tutta lazione tagliante deve essere
assorbita dallarmatura.
Fig. 84. Comportamento a taglio per trave con staffe.
Fig. 85. Modello a tiranti e puntoni per trave continua.

276-472_CAP_03_C Page 396 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

V

ERIFICA



ALLO



STATO



LIMITE



PER



IL



TAGLIO

,

PUNZONAMENTO

,

TORSIONE

C-397

Verifica. Sezioni rettangolari o a T

. A seguito delle considerazioni di cui sopra, la capacit di
resistenza della struttura risulta dalla somma di due addendi, di cui il primo

V

c

rappresenta il con-
tributo del calcestruzzo e degli effetti secondari ed il secondo

V

s

quello dellarmatura a taglio e
si verificher che siano entrambe soddisfatte le relazioni (65):
(65)
con le espressioni (66) discusse nel seguito
(66)
Il valore di

V

cR

2

risulta circa 2,5 volte maggiore di quello calcolato in assenza di armatura,
perch, pur essendo riferito al solo calcestruzzo, risente in realt della presenza della staffatura,
sia per il diverso schema (a traliccio) di funzionamento, sia per gli effetti secondari di ingrana-
mento fra le lesioni e di spinatura.
Per tale motivo deve essere comunque presente armatura minima a taglio

A

sw

= 0,45

f

ctd

b

w



h/f

sd

(fig.
86) e le staffe devono essere chiuse; in caso contrario la trave deve essere considerata come priva di ar-
matura (vedi caso precedente).
pure importante la presenza di armatura longitudinale nellanima, per limitare lampiezza
delle lesioni sia di flessione che di taglio e quindi consentire trasferimento di parte dellazione ta-
gliante attraverso il contributo del calcestruzzo.
Al crescere dellazione tagliante di progetto

V

D

, il contributo dato da

V

c

diminuisce a causa
dellaumento dellampiezza delle lesioni che riduce leffetto dellingranamento e della spinatura;
posto =

V

cr

2

per

V

D



3 i contributi di cui sopra sono trascurabili.
Per valori di

V

D

compresi fra e 3 , si considera una riduzione lineare ponendo

V

c

= (

V





)/2.
bene rilevare che con

V

D

=

V

c

risulterebbe

V

s

= 0 ma sempre necessaria larmatura mini-
ma sopra indicata.
Con riferimento alla figura 87, che rappresenta una porzione dello schema a traliccio, si evi-
denziano staffe inclinate di


sullorizzontale con interasse

t

e bielle di calcestruzzo inclinate di


, larea totale

A

Tst

di staffe presenti sulla lunghezza

l

=

z

(ctg + ctg


), con

z

braccio della cop-
pia interna (distanza fra le risultanti delle compressioni e delle trazioni), risulta

A

Tst

=

A

st

l/t

(

A

st

= area della singola staffa).
V
D
V
cR2
V
sR
+
V
D
V
cR3

V
cR2
0.45 f
ctd
= b
w
h V
sR
A
st

z
t

------ = (ctg ctg ) f
sd
sin +
V

cR3
0.60 f
cd
b
w
z sin
2
ctg ctg + ( ) =
Fig. 86. Armatura a taglio.
Vc
*
Vc
*
Vc
*
Vc
*
Vc
*

276-472_CAP_03_C Page 397 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-398

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Tale area di acciaio, sollecitata alla tensione di snervamento di calcolo

f

sd

fornisce forza

F

s

=

A

Tst



f

sd

che pu equilibrare una frazione

V

s

dellazione tagliante purch larmatura longitudinale
sia sufficiente a equilibrare la trazione addizionale

N

l

=

V

D

(ctg


ctg


)/2 oltre a quella necessaria
per la flessione nella sezione considerata; risulta quindi

V

sR

=

F

s

sin


e quindi la seconda delle (66).
Si pu porre

z

= 0,9

h

mentre i valori di sono compresi fra 30 e 60 secondo le conside-
razioni precedentemente riportate, cos che 3/5


ctg


5/3.
Per la trazione addizionale del corrente teso, considerando lo schema generale a traliccio della
trave riportato in figura 88, alla destra del nodo

n

, la trazione nel corrente inferiore, costante fino
al nodo (

n

+ 1), vale

V

[

n

ctg + (

n

1) ctg


] mentre con trave a sezione piena, a met del cam-
po , per effetto del momento flettente, richiesta trazione
Fig. 87. Schema resistente di calcolo.
n 1, n
Fig. 88. Calcolo azioni nel corrente teso.
N
Vl
z
----- = n
1
2
------

,
_

V n
1
2
------

,
_
ctg ctg + ( ) =
276-472_CAP_03_C Page 398 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

V

ERIFICA



ALLO



STATO



LIMITE



PER



IL



TAGLIO

,

PUNZONAMENTO

,

TORSIONE

C-399

da cui la differenza (ctg



ctg



); si ottiene quindi con la (67) larmatura longitudi-
nale supplementare variabile con

V

D

lungo la trave.
(67)
Nella zona centrale della trave ove il taglio nullo si annulla pure la trazione addizionale e
larmatura limitata a quella necessaria per la flessione.
Si ottiene lo stesso risultato prolungando verso lappoggio per una lunghezza

l

v

larmatura a
flessione determinata nelle varie sezioni a partire da quella di momento massimo; si ottiene
costante per tutta la trave.
Quanto sopra equivale ancora al dimensionamento per diagramma del momento

M

*



(

x

) fletten-
te modificato come nella figura 89.
necessario inoltre verificare che non venga superata la resistenza a compressione delle biel-
le di calcestruzzo inclinate di sullorizzontale; sulla lunghezza

l

=

z

(ctg + ctg


) competente ad
una biella presente lazione assiale

V

D

/sin e la sezione resistente

A

b

=

b

w

l

sin cos che ri-
sulta la tensione media (68):
(68)
e dovr essere fissato un valore limite a


cw



, tenendo conto del complesso stato tensionale che ha
sede nella biella considerata, e della riduzione della sezione dovuta alla fessurazione.
Per tali considerazioni, suffragate dalla sperimentazione, si pone max


cw

= 0,60

f

cd

e quindi
con

z

= 0,9

h

si ottiene la terza delle (66).

Esempio

. Per la sezione a T di una trave rappresentata nella figura 90, effettuare la verifica per
lazione tagliante di progetto

V

D

= 850 kN.
Il braccio della coppia interna risulta per la sezione a T:

z

= 0,90 0,05 0,10/2 = 0,80 m
Larmatura trasversale costituita da staffe verticali (


= 90) d 10 mm,

A

st

= 78,5 mm

2

poste
ad interasse 200 mm e si pone ctg


= 1,65, sin = 0,52.
Si assumono i seguenti valori per la resistenza di progetto dei materiali:

f

cd

= 0,

85



40/1,5 = 22,7 N mm

2



f

sd

= 440/1,10 = 400 N mm

2

f

ctd

= 0,30

40
2/3
/ 1,5 = 2,34 N mm
2
N

V

2
-------- =
A
sl

V

D

ctg ctg ( )
2 f
sd
---------------------------------------------- =
l
v
Nz
V
----------
z
2
--- (ctg ctg ) = =
Fig. 89. Modifica diagramma di calcolo del momento flettente.

cw
VD
zb
w
sin
2 (ctg ctg ) +
---------------------------------------------------------------- =

276-472_CAP_03_C Page 399 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-400

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Si calcola:

V

cR

2

= 0,45


2,34


200


900 = 189,5 E3 N

V

sR

= 2


78,5 (0,80/0,20) (1,65 + 1,00)


400


1,0 = 666,0 E3 N
risulta quindi soddisfatta la relazione

V

D

< (189,5 + 666,0 = 855,5 kN).
La resistenza a compressione delle bielle dellanima vale:

V

cR

3

= 0,60


22,7


200


800


0,52

2

(1,65 + 1,00) = 1561 E3 N ed

V

D

<<

V

cR

3

Larmatura a flessione necessaria nella sezione verificata a taglio deve essere incrementata
della quantit (67):


A

sl

= 1/2 [850E3 (1,65 1,00)]



/



400 = 552 mm

2

3.10.2.4

Sezioni di forma diversa dalla rettangolare o a T.

Per sezioni di forma particolare,
come ad esempio quelle circolari o anulari, valgono le seguenti trasformazioni che le riconducono
ai casi gi trattati mediante la definizione di larghezza ed altezza equivalenti

b

e

,

h

e

(fig. 91):
sezione circolare

b

e

= 0,90

d
h

e

= 0,45

d

+ 0,64(

h



d



/



2)

A

sl

= 0,5

A

s

sezione anulare

b

e

= 0,785

d

m

+

s
h

e

= 0,785

d

m

+

s

/2

A

sl

= 0,25

A

s
Fig. 90. Verifica a taglio sezione a T.
Fig. 91. Parametri per trasformazione sezioni circolari ed anulari.

276-472_CAP_03_C Page 400 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

V

ERIFICA



ALLO



STATO

LIMITE PER IL TAGLIO, PUNZONAMENTO, TORSIONE C-401
3.10.2.5 Casi speciali di verifica.
a) Collegamento delle piattabande allanima travi a T o I. Nelle travi con sezione a T e a I, la
piattabanda superiore in generale dimensionata per resistere allazione di compressione originata
dal momento flettente; le sollecitazioni di compressione sono introdotte nella piattabanda attraver-
so le tensioni tangenziali trasmesse dallanima e danno luogo ad azioni trasversali di trazione N
z
(fig. 92).
Nel caso delle travi a I, analogo problema si pone per la piattabanda inferiore, in generale tesa, ed
adottata per consentire lalloggiamento di armatura e per conferire maggiore rigidezza alla struttura.
b) Appoggio indiretto. Si d questo caso nellintersezione di una trave secondaria con una
principale, che fornisce quindi alla prima appoggio indiretto; lultima biella compressa della trave
secondaria scarica la propria azione al bordo inferiore di quella principale e richiede quindi arma-
tura di sospensione.
Tutti questi casi si trattano sempre mediante schematizzazione a traliccio effettuata con i cri-
teri precedentemente esposti (fig. 93).
c) Travi tozze. Il caso delle travi tozze mette in evidenza lesistenza di ampie zone di mate-
riale inerte; per il caso con l = h e carico q distribuito superiormente si ottiene sperimentalmente
forza N
i
di trazione costante lungo l e pari a N
i
= 0,20 ql, con retta dazione posta a 0,09 d dal
bordo inferiore (se tale caso fosse erroneamente trattato con la teoria ordinaria della flessione si
otterebbe N
i
= 0,125 ql).
Il comportamento quindi tipicamente ad arco-tirante che richiede sicuro ancoraggio delle
barre longitudinali sullappoggio e che viene analizzato con un modello a tiranti e puntoni; ana-
logo modello viene utilizzato in presenza di altri elementi che alterano il regime tensionale, quali
ad esempio ampi fori (fig. 94).
Fig. 92. Trazione trasversale nella piattabanda superiore.
276-472_CAP_03_C Page 401 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-402 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Fig. 93. Schemi delle intersezioni
di trave secondaria e principale.
Fig. 94. Schema resistente
di trave tozza.
276-472_CAP_03_C Page 402 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
VERIFICA ALLO STATO LIMITE PER IL TAGLIO, PUNZONAMENTO, TORSIONE C-403
d) Mensole. Questo elemento strutturale viene schematizzato mediante tralicci il cui tracciato
tale da minimizzare lenergia elastica del sistema, tenendo conto della posizione di applicazione
del carico; in pratica si avranno quindi aste tese della minor lunghezza possibile a causa della mi-
nor rigidezza delle barre dacciaio rispetto a quella del calcestruzzo compresso.
Barre di armatura compressa, se orientate in modo razionale e convenientemente staffate per
evitarne linstabilit, costituiscono direzione preferenziale per i puntoni dello schema a traliccio.
Nella figura 95 si evidenziano gli schemi che meglio approssimano il comportamento delle
mensole in relazione alla posizione del carico e della geometria; il primo con azione dallalto ri-
chiede per la verifica la determinazione di e (possibile eccentricit addizionale non intenzionale)
e lindagine sullesistenza anche di forza orizzontale H, mentre il secondo tipicamente dovuto
allappoggio indiretto di trave continua, ortogonale al disegno che concentra verso il basso le pro-
prie bielle compresse.
Le condizioni di resistenza sono espresse dalle (69) rispettivamente per i due casi:
In entrambi gli schemi si considera efficiente a compressione una porzione di calcestruzzo di
dimensioni h*b con b = larghezza della mensola, h* = 0,2h; nella determinazione di h necessario
fare attenzione alla reale altezza, tenendo conto dei diametri delle barre e del copriferro.
Larmatura tesa deve essere sicuramente ancorata e quindi disposta secondo le forme indicate
nella figura 96, la staffatura verticale ha la sola funzione di mantenere in fase di getto larmatura
nella posizione prevista.
a) b)

(68)
Fig. 95. Schemi resistenti per mensole: h/a 2.
N
S
D
=
hV
D
h
s
+ H
D
0.85h
------------------------------ H
D
+ N
S
R
= A
s
f
sd
[ ]
C
D
N
S
D
a
---------- a
2
0.85h ( )
2
+ = C
R
= 0,20 hb f
cd
[ ]
N
S
D
= V
2

D
C
2

D
+ N
S
R

C
D
=
aV
D
0.80h
------------- C
R


276-472_CAP_03_C Page 403 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-404

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Mensole con rapporti

h/a

> 2 devono essere verificate per

h

= 2

a

, a meno di prevedere barre
compresse staffate disposte secondo le linee di azione di

C

; questa soluzione richiede di volta in
volta considerazioni particolari concernenti la sezione di acciaio e laderenza al calcestruzzo su
lunghezza ridotta e non pu quindi essere generalizzata.

e

)

Esempio.

Verificare la mensola nella figura 97 per



f

ck

= 30 MN/m

2







c

= 1,5

f

cd



= 22,7 N/mm

2



f

sn

= 440 MN/m

2







s

= 1,10

f

sd

= 400 N/mm

2

V

D

= 500 kN

H

D

= 100 kN
si assume eccentricit non intenzionale

e

= 0,03 m cos che

a

= 0,25 + 0,03 = 0,28 m per la verifica
si pu considerare

h

=2


0,28 = 0,56 m.
Larmatura tesa (2



20 + 2



12) ha la sezione

A

s

= 2 (314 + 113) = 854 mm

2

ed posta alla
distanza

h

s

= 0,06 m dal bordo superiore.
con

h*

= 0,2



560 = 112 mm

b

= 300 mm
Larmatura quindi disposta come indicato nella figura, tenendo conto delle barre aggiuntive
necessarie per completare la gabbia di armatura.
Controllo distanza baricentro armatura da bordo superiore

d

s

= 2[ 314 (20 + 8 + 20/2 + 113

94]/854 = 53 mm in accordo con il valore assunto nel progetto.
Laltezza della mensola potrebbe essere ridotta al valore h = 0,53 + 0,06 = 0,59 m.
Fig. 96. Armature per mensole.
N
S
D
=
500 0,28 100 0,08 +
0,85 0,56 0,47 = ( )
---------------------------------------------------------- 100 + 311 kN = N
S
R
= 854 400 341,8 E3 kN N
S
D
> =
C
D
311
0,28
---------- 0,28
2
0,47
2
+ 607 kN = = C
R
112 300 22,7 = 762 E3 kN C
D
> =
276-472_CAP_03_C Page 404 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

V

ERIFICA



ALLO



STATO



LIMITE



PER



IL



TAGLIO

,

PUNZONAMENTO

,

TORSIONE

C-405
3.10.3 Punzonamento
3.10.3.1

Generalit.

Il punzonamento un tipo particolare di rottura per taglio e flessione che
pu intervenire nel caso di carico concentrato diretto o dovuto a reazione di appoggio, applicato
a una struttura bidimensionale (piastra con spessore trascurabile rispetto alle altre dimensioni); ri-
spetto al caso gi trattato del taglio il fenomeno si estende attorno alla zona caricata e richiede
studio di problema spaziale anzich piano.
In condizioni di simmetria radiale della struttura nellintorno del carico la rottura avviene lun-
go una superficie teoricamente tronco-conica che si sviluppa dal perimetro dellarea caricata attra-
verso lo spessore della piastra; la pendenza media di tale superficie rispetto al piano della strut-
tura minore di 30 (fig. 98).
Nel caso di piastre di fondazione, la pressione del terreno agente sulla superficie interna al
perimetro di rottura contrasta direttamente parte del carico trasmesso dalla colonna e quindi la re-
lativa risultante pu essere dedotta dal carico totale agli effetti del calcolo della resistenza al pun-
zonamento; si considera in questo caso pendenza media della superficie di rottura prossima a 45.
Il sistema di azioni in gioco messo in evidenza dalle seguenti considerazioni:

a

) nel caso di piastra indefinita, uniformemente caricata e sopportata da colonne equidistanti
(fig. 99), semplici considerazioni di equilibrio forniscono lespressione del taglio per unit di con-
torno

v



(

x

) =

q



(

l

2

4

x

2

)



/



8



x

che cresce con legge iperbolica, dal valore nullo per

x

=

l



/



2, al dimi-
nuire della distanza

x

dal centro della colonna;

b

) con riferimento al caso precedente, nellintorno delle colonne sussiste una simmetria radiale
per i momenti radiali

m

r

e circonferenziali

m




; per

r

= 0,22

l

si ha

m

r
= 0;
c) secondo le considerazioni riportate in b, possibile isolare una porzione circolare della pia-
stra, di raggio r = 0,22l, concentrica alla colonna, e seguirne levoluzione al crescere del carico,
supposto per semplicit distribuito sul contorno esterno.
Per valori del carico che producono momenti radiali inferiori a quelli corrispondenti alla fessura-
zione, lo schema strutturale e le azioni flettenti sono riportati nella figura 100a; per valori maggiori del
carico si osserva la formazione di fessura circonferenziale sul bordo della colonna con conseguente ri-
Fig. 97. Verifica di una mensola.
276-472_CAP_03_C Page 405 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-406 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Fig. 98. Schemi di rottura per punzonamento.
Fig. 99. Azioni taglianti in piastra indefinita sopportata da colonne.
Fig. 100. Andamento azioni flettenti e schemi strutturali.
276-472_CAP_03_C Page 406 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
VERIFICA ALLO STATO LIMITE PER IL TAGLIO, PUNZONAMENTO, TORSIONE C-407
duzione della rigidezza radiale che, al limite, individua lo schema strutturale della figura 100b, in cui
nella zona sovrastante la colonna sono nulli gli incrementi del momento flettente radiale m
r
.
In questa seconda configurazione lequilibrio assicurato dai momenti circonferenziali m

che assumono valori elevati, dando origine ad un sistema radiale di fessure; a causa del valore li-
mitato del momento radiale m
r
, pure le curvature radiali sono limitate e non possibile una so-
stanziale ridistribuzione del carico.
3.10.3.2 Caso senza armatura trasversale.
Schema teorico. Nel caso di supporto circolare e con carico assialsimmetrico lo schema resisten-
te a tiranti e puntoni rappresentato nella figura 101; ad ogni nodo superiore ed inferiore sono
applicate anche le risultanti delle azioni circonferenziali H
s
, H
i
.
Valutazione numerica. Si individua una linea piana, che definisce lintersezione della superficie di
controllo, che si sviluppa verticalmente sullo spessore, con la superficie orizzontale della piastra (fig. 102).
La forma di tale linea, priva di concavit, assunta come luogo dei punti aventi distanza minima 0,5 h
m
dal contorno dellarea caricata (h
m
= (h
x
+ h
y
)/2 distanza media delle armature dal bordo compresso).
Per colonna rettangolare di lati a, b il perimetro di tale linea ha lunghezza u = 2 (a + b) +
+ 4 h
m
mentre, per colonna circolare di diametro D, u = (D + h
m
) .
Lungo tale linea si definisce unazione resistente di punzonamento di progetto,
(69)
La sollecitazione nominale resistente di taglio
RD
definita come:
(70)
h
m
= (h
x
+ h
y
) / 2.
in cui un fattore, funzione dellaltezza utile h
m
espressa in mm, che tiene
conto della dipendenza dallo spessore della forma della superficie di rottura
La percentuale di armatura definita come media aritmetica di quelle relative alle due di-
rezioni ortogonali secondo cui normalmente disposta larmatura (giova ricordare che larmatura
da mettere in conto soltanto quella disposta in corrispondenza del lembo opposto a quello ove
agisce la reazione concentrata); si considerano le barre comprese entro la distanza 1,5 h
m
dal con-
torno della colonna e si pone il limite 0,03 al valore da introdurre nella formula.
Fig. 101. Schema resistente in assenza di armatura trasversale.
V
cR

rd
uh =
m

rd
0,12 100 f
ck
( )
1/3
= f
ck
in N/mm
2
( )
1 200/h
m
( )1/2 + =

276-472_CAP_03_C Page 407 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-408

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Non appare esplicitamente la resistenza caratteristica di snervamento dellacciaio che deve co-
munque essere assunta minore di 425 N/mm

2

per la verifica collaterale a flessione che deve es-
sere effettuata al bordo dellarea caricata.

3.10.3.3

Caso con armatura trasversale

.

Schema teorico

. Larmatura trasversale, disposta in posizione tale da attraversare la potenziale
superficie di rottura, ha lo scopo di bilanciare le forze di trazione nel calcestruzzo; se larmatura
correttamente dimensionata ed estesa fino ad opportuna distanza dalla zona caricata, il carico di
collasso aumenta rispetto a quello del caso precedente e la superficie di rottura diviene pressoch
cilindrica con raggio ridotto ed in generale coincidente con quello dellimpronta del supporto.
Lo schema resistente a tiranti e puntoni riportato nella figura 103.
Larmatura pu essere costituita sia da staffe, sia da ferri piegati, sia da elementi in carpen-
teria metallica composti con un piatto a cui sono saldati chiodi Nelson (fig. 104).
Per evitare la rottura delle bielle compresse di calcestruzzo che convergono sullarea caricata
deve essere posto un limite alla percentuale di armatura a taglio realmente utilizzabile per aumen-
tare la resistenza al punzonamento.

Valutazione numerica

. Per il dimensionamento pratico si procede come segue: la piastra at-
torno al supporto divisa in zone di ampiezza 1,5

h

m

, sovrapposte per 0,75

h

m

; per ognuno dei
contorni esterni di tali zone aventi perimetro

u

variabile si controlla se la resistenza del solo cal-
Fig. 102. Perimetro di verifica.
Fig. 103. Schema resistente con armatura trasversale.

276-472_CAP_03_C Page 408 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

V

ERIFICA



ALLO



STATO



LIMITE



PER



IL



TAGLIO

,

PUNZONAMENTO

,

TORSIONE

C-409

cestruzzo sufficiente; in caso contrario, sia sul perimetro esterno che su quello interno, si ag-
giunge armatura che fornisce un contributo aggiuntivo a quello del calcestruzzo (71)
La posizione del primo ordine di armature pu cadere entro una striscia di larghezza 0,5

h

m

; la
tensione di progetto dellacciaio deve essere limitata a


300 N mm

2

e deve comunque essere

V

sR



0,60

V

cR

(fig. 105).

Esempio.

Verificare la resistenza al punzonamento di piastra di fondazione di dimensioni
2,00



3,00



0,30 soggetta al carico concentrato di 560 kN trasmesso da una colonna di dimensio-
ni 0,30



0,45 m, rappresentata nella figura 106.


inclinazione sulla orizzontale della armatura

A

t

area metallica su un solo perimetro
(71)
Fig. 104. Ripartizione e tipologia armature trasversali.
V
sR
A
t
f
sd
sin =
276-472_CAP_03_C Page 409 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-410

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO
Fig. 105. Disposizione armature trasversali.

Fig. 106. Verifica al punzonamento.

276-472_CAP_03_C Page 410 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

V

ERIFICA



ALLO



STATO



LIMITE



PER



IL



TAGLIO

,

PUNZONAMENTO

,

TORSIONE

C-411

I materiali sono caratterizzati da

f

ck

= 30/N/mm

2

,

f

sd

= 440/1,10 = 400 N/mm

2

, con

h

x

= 0,27 m,

h

y

= 0,25 m, risulta

h

m

= 260 mm, .
Il perimetro di punzonamento vale

u

= 2(0,30 + 0,45) + 4



0,26 = 2,54 m e definisce in pianta
larea (0,45 + 0,26)



(0,30 + 0,26) = 0,398 m

2

.
Considerando a favore di sicurezza la reazione media del terreno


T



=



560/3,0





2,0



=



93 kN/m

2

,
lazione di punzonamento di progetto vale

V

D

= 560 93



0,398 = 523 kN.
Considerando le barre comprese nelle strisce di larghezza

l

y

= 2



1,5



0,30 + 0,30 = 1,20 m con

h

y

= 0,27 m

l

x

= 2



1,5



0,30 + 0,45 = 1,35 m con

h

x

= 0,25 m
si ottengono le percentuali di armatura con

A

s

=


cm

2

(barre

d

20 mm)


x

= 7


/120


27 = 0,0068


y

= 5


/135



25 = 0,0047
da cui la media


m

= 0,0057 risulta anche:
Lazione resistente di punzonamento vale

V

R

= 580



2,54



0,26 = 383 kN <

V

D



.
necessaria armatura metallica verticale di sezione:

A

t

= (523 383) / 300000 = 4,66 E





4 m

2

;
la soluzione possibile perch risulta

V

sR

= 140kN

<

0,60



383 = 230 kN.
La distanza

d

alla quale non pi necessaria la staffatura determinata dalla relazione

u

= 523/580



0,26 = 3,47 m da cui:

d

= [3,47 2(0,30 + 0,45)]/8 = 0,25 m.
Prevedendo luso di 4 staffe d



8 a due braccia e senza effettuare riduzione di diametro allau-
mentare della distanza

d

, con

A

t

= 4E





4 m

2

, essendo

z

i

= 0,75



0,26 = 0,20 m, la disposizione
dellarmatura risulta dalla figura 106.
3.10.4 Torsione
3.10.4.1 Modalit di rottura. In generale unazione torcente esterna T equilibrata da un mo-
mento torcente interno T
1
(torsione primaria) e da uno stato tensionale longitudinale dovuto
allimpedito svergolamento delle sezioni.
Non appena si manifesta fessurazione, si annullano le tensioni longitudinali di trazione e
quindi leffetto dellimpedito svergolamento non di importanza fondamentale per la verifica allo
stato limite di rottura, purch si consideri lintero valore dellazione torcente senza tenere conto
del contributo della torsione secondaria.
Al crescere dei carichi, la fessurazione, avente andamento elicoidale attorno alla trave, si
estende limitatamente (a volte con inclinazione differente da quella iniziale), ma cresce lapertura
delle lesioni; raggiunto lo snervamento delle armature (longitudinali e staffe), langolo di torsione
cresce molto rapidamente fino alla rottura che pu avvenire sia per cedimento delle sezioni del
calcestruzzo compresso delimitate da fessure contigue, sia per strappamento dellarmatura longitu-
dinale e/o delle staffe.
Nel caso di sezioni piene, si osserva il distacco dal nucleo centrale (che rimane poi inerte) di
uno strato esterno di calcestruzzo contenente le armature; questo fenomeno evidenzia anche a rot-
tura la concentrazione delle tensioni verso il perimetro esterno e suggerisce lo studio di una trave
a cassone, di spessore opportuno, equivalente a quella piena considerata.
Landamento a spirale delle lesioni mostra angoli pressoch costanti su tutte le facce, con
valore della tangente compreso fra i limiti 1/2 tan 2; sia le armature longitudinali che
quelle trasversali (staffe) ortogonali alle prime risultano tese con forze rispettivamente F
sl
ed
F
st
, mentre gli elementi in calcestruzzo compresi fra le lesioni risultano compressi da forze F
c
(fig. 107).
1 200/260 + 1,877 = =

rd
0,12 1,877 100 0,0057 30
3
0,580 N mm
2
580 kN m
2
= = =
276-472_CAP_03_C Page 411 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-412

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

3.10.4.2

Schema di calcolo.

In analogia alla trattazione della rottura per taglio e per poter stu-
diare in modo unitario e congruente anche i casi frequenti di azioni contemporanee di torsione,
flessione e taglio, la trave viene schematizzata con un traliccio spaziale in cui i correnti sono for-
mati dalle armature poste ai vertici della sezione, le aste di parete sono costituite da bielle com-
presse di calcestruzzo avvolte ad elica con angolo costante su tutte le facce e dalle staffe tese
poste ad interasse

t

.
Nel caso della sezione cava un flusso di tensioni tangenziali


b

e

, invariabile lungo lasse, co-
stituisce un campo staticamente ammissibile per il caso della torsione

T

=

costante

; indicando con

A

o

larea della figura individuata dai vertici posti in corrispondenza delle armature longitudinali, e
con

b

e

lo spessore della parete della trave ideale a cassone, la relazione precedente si scrive


b

e

=

T

/2

A

o

(fig. 108).
La risultante

C

delle compressioni oblique nel calcestruzzo, dovute alla risultante

V

=


b

e



h

l

delle tensioni tangenziali


agenti su una parete della trave vale, posto

b

e

=

d

0



/6 (

d

0

= diametro
del cerchio massimo iscritto nel poligono che congiunge le armature longitudinali):
e conseguentemente si ottiene la relazione
Fig. 107. Elementi resistenti a rottura.
C V sin b
e
= = h
l
sin
Th

l

2A
o
sin
----------------------


= = b
e
h
l
cos
T A
o
b
e

c
sin 2 =
276-472_CAP_03_C Page 412 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

V

ERIFICA



ALLO



STATO



LIMITE



PER



IL



TAGLIO

,

PUNZONAMENTO

,

TORSIONE

C-413

ed anche
Fissato, con criteri esposti nel seguito, un valore massimo

f

*

cd

della resistenza a compressione
del calcestruzzo, si ottiene il corrispondente valore limite del momento torcente (71).
(71)
Le forze nelle barre superiori ed inferiori di una faccia hanno intensit

H

=




b

e



h

l

ctg


e
quelle nella singola staffa, posta ad interasse

t

,
Estendendo il calcolo a tutte le facce della sezione si ottiene la risultante

N

l

di tutte le forze
agenti nelle barre:
sostituendo al flusso


b

e

la quantit equivalente

T

/2

A

o

si ottiene (72):
(72)
con

u

perimetro dellarea

A

o



.
Larmatura longitudinale e le staffe sono quindi in grado di resistere a momenti torcenti mas-
simi rispettivamente definiti da (73):
(73)

A

l

= area armatura longitudinale

A

st

= area della singola staffa

t

= interasse delle staffe

f

sld

,

f

std

= sollecitazioni di snervamento di progetto dellarmatura longitudinale e delle staffe
Fig. 108. Trave equivalente a cassone, equilibrio delle forze.

c
C
b
e
h
l
cos
---------------------------
2

2 sin
---------------- = =
T
CR
f
cd
= * A
o
b
e
sin 2
N
st
Vt
h
l
ctg
------------------

b
e
t tan = =
N
l
H b
e
ctg = = h
l
b
e
u ctg =
N
l
Tu ctg
2

A

o

------------------- =

N
st
Tt
2

A

o

--------- tan =
T
lR
2A
o
= tg
A

l

u
----- f
sld
T

stR

2

A

o

= ctg
A

st

t
------- f
std
276-472_CAP_03_C Page 413 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-414

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Si osserva che le espressioni dei momenti torcenti limite sopportabili dallarmatura longitudi-
nale e dalle staffe sono indipendenti dalle dimensioni

b

e



,

h

della sezione cos che gli sviluppi
analitici riportati per una faccia verticale della trave sono validi anche per la faccia opposta e per
quelle orizzontali.
Analogamente al caso dellazione tagliante, anche il calcestruzzo teso contribuisce alla resi-
stenza fornita dalle staffe in misura decrescente con lo stato di fessurazione.
Nellipotesi di raggiungimento dello snervamento contemporaneamente nella totalit delle bar-
re longitudinali e nelle staffe, e precedentemente alla rottura del calcestruzzo, si ottiene il valore
limite a rottura del momento torcente (74):
(74)
a cui corrisponde
e quindi

3.10.4.3

Verifiche.

Per quanto sopra esposto si deve controllare che il momento, torcente di
calcolo

T

D

sia contemporaneamente minore dei momenti resistenti forniti dal calcestruzzo, dalle
staffe e dallarmatura longitudinale:
in cui:
rappresenta il massimo contributo delle bielle compresse di calcestruzzo,
(76)
rappresenta il massimo contributo delle staffe, di area

A

st

, poste ad interasse

t

e con sollecitazione
di snervamento di calcolo

f

std



,
rappresenta il contributo del calcestruzzo teso con

T

cto

= 0,25

f

ctd

A



o



h

*

h

* = min (

h

l



,

b

l



)
(78)
rappresenta il massimo contributo delle barre di armatura longitudinale.
Larmatura deve essere disposta in modo che lazione assiale delle bielle compresse di calce-
struzzo possa confluire nei nodi del traliccio spaziale individuati dallincrocio fra le staffe e lar-

T

D



(75)

T

ctR

=
5

T

cto

0
(

T

D



5

T

cto

)
(

T

D



15

T

cto

)
(variazione lineare per valori intermedi di

T

D

)
(77)
T
sR
T
lR
T
tR
= =
tg
u A
st
t A
sl
------------ = con
1
2
------ tg 2; f
sld
f
std
f
sd
= =
T
sR
f
sd
=
A

sl
A
st
ut

-----------------

T
CR
T
ctR
T
stR
+
T
lR
T
CR
0.5 = f
cd
A
o
b
e
sin 2
T
stR
2 = A
o
ctg
A

st

t
------- f
std

5 T
cto
1.5
T

D

10 T
cto
------------------

,
_

T
lR
2A
o
= tg
A

l

u
----- f
sld
276-472_CAP_03_C Page 414 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

V

ERIFICA



ALLO



STATO



LIMITE



PER



IL



TAGLIO

,

PUNZONAMENTO

,

TORSIONE

C-415

matura longitudinale; la pressione esercitata dalle bielle di calcestruzzo pu inflettere le barre lon-
gitudinali disposte nei vertici della sezione provocando il distacco di una porzione di calcestruzzo
se il diametro di queste esiguo o se le staffe sono ad interasse eccessivo.
Per questo motivo e per limitare la fessurazione, bene risulti

t

<

h

l

/2 con

h

l

distanza mi-
nima fra le barre dangolo; analogamente le barre longitudinali devono essere sicuramente an-
corate allestremit per riprendere le spinte, altrimenti a vuoto, delle bielle di calcestruzzo
(fig. 109).

3.10.4.4

Effetto di azioni concomitanti.

Poich la torsione normalmente associata alle azioni
di flessione e di taglio, il caso precedentemente trattato della torsione pura non si presenta quasi
mai nella realt.
La trattazione del problema viene effettuata sovrapponendo le tre azioni ed introducendole
nello schema a traliccio, previa individuazione dei flussi delle azioni tangenziali agenti sulle facce
della trave (fig. 110) e nellipotesi di poter confondere la distanza h

l

fra le barre ai vertici con il
lato

a

dellintera sezione.
(79)
Le componenti di compressione nel calcestruzzo originate dei flussi di cui sopra hanno in ge-
nerale inclinazioni

i
diverse per ogni faccia della trave.
Presupponendo lo snervamento contemporaneo di tutti i lati delle staffe di area costante

A

st

,
si ottiene per ogni faccia il valore limite
Fig. 109. Dettagli di contenimento e ancoraggio delle armature.
lato 1
be
( )
1
T Vb

e

+
2A
o
------------------- =
lati 2,4
be
( )
2.4
T

2A
o
--------- =
lato 3
be
( )
3
T Vb

e

2Ao
------------------- =
N
st
b
i
tg
i
A
st
= = f
sd
276-472_CAP_03_C Page 415 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-416

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

ossia ed introducendo in questa espressione i flussi sopra calcolati, possibile de-
terminare i valori dellangolo


i

relativo ad ogni faccia mediante le relazioni:
e posto si ottengono le armature longitudinali addizionali a quelle necessarie a flessione.
(80)
Tali armature sono relative agli estremi delle singole facce della trave e, in zona tesa, devono
essere aggiunte a quelle calcolate per la flessione; in zona compressa larmatura totale

A

l

1

+

A

l

2

+

A

l

3

+

A

l

4

pu essere ridotta della quantit

M

d

/

hf

sd

corrispondente al contributo del cal-
cestruzzo ma deve essere assicurata distribuzione ai vertici proporzionale alle sezioni necessarie

A

l

,

i

+

A

l

,

i

+1

.
Per il calcestruzzo compresso delle anime, la sovrapposizione degli effetti della torsione e del
taglio, consente di calcolare (


b

e

)

mx



, di determinare


c

= 2


/sin 2



e quindi controllare che risulti,
in presenza di fessurazione


c

< 0,5

f

cd



.
Fig. 110. Azioni concomitanti di torsione, flessione e taglio.
ctg
i
t


b

i

N
st
--------- =
ctg
1
t ( T 2Vb
e
) +
2

A

0
N
st
-------------------------------- = ctg
2
ctg
4
=
Tt

2A
0
N
st
-------------------- ctg
3
t T

2

Vb

e


( )

2A
0
N
st
------------------------------ = =
F
t h
l
N
st
f
sd
------------------ =
A
l1
b
e
( )
1
h
l
ctg
1
f
sd
-------------------------------------- F
T 2Vb
e
+
2A
o
-----------------------
,
_
2
A
l2
A
l4
F
T
2A
o
---------
,
_
2
A
l3
F
T 2Vb
e

2A
o
----------------------
,
_
2
= = = = =

276-472_CAP_03_C Page 416 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

V

ERIFICA



ALLO



STATO



LIMITE



PER



IL



TAGLIO

,

PUNZONAMENTO

,

TORSIONE

C-417

In alternativa si fissa


costante per tutte le facce e si effettua per tale valore il dimensiona-
mento delle armature longitudinali e delle staffe; per minimizzare il consumo di acciaio in genere
si pone tan


= 3/5.
Si ottengono quindi rispettivamente le armature longitudinali, le staffe e le tensioni nel calce-
struzzo, come ordinato nel seguente schema (81).

3.10.4.5

Esempio.

Calcolare il momento torcente limite per la trave indicata nella figura 111 e com-
posta con calcestruzzo caratterizzato da

f

ck

= 45 N mm

2

e quindi, con


c

= 1,5;

f

cd

= 30 [N/mm

2

] ed ar-
mata con barre di acciaio con

f

sd

= 440/1,10 = 400 N/mm

2

Risulta

f

ctd

= 0,24



(45

2

)

1/3

/1,50 = 2,02 N/mm

2

= 2020 kN/m

2

Si calcola

A

o

= (0,40 2


0,04) (0,30 2


0,04) = 0,070 m

2

b

e

= 0,22/6 = 0,037 m

u

= 2(0,32 + 0,22) = 1,08 m
Il massimo contributo del calcestruzzo a trazione risulta, con

T

cto

= 0,25





2020





0,070





0,22 =
= 7,8 kN m
Risulta anche

T

cr



= 0,5


30 000


0,070


0,037


sin (2


) = 38,85 sin 2


kNm

T

stR

= 2


0,070


0,5

E

4


400 000 ctg


/0,10 = 28,00 ctg


kNm

T

1

R

= 2


0,070


2,0

E

4


400 000 tan


/1,08 = 41,48 tan


kNm

Lato
Moltiplicatore
Costante
A

l

A
st

c
(81)
1
2,4
3
T
ctR
=

5 7,8 = 39 kN m
58,5 T/2 kN m
per T 39 kN m
per T 117 kN m
T 2Vb
e
+
2A
o
-----------------------
T
2A
o
---------
h ctg
f

sd

-----------------
t tan
f

sd

----------------
2
b
e
sin 2
----------------------
T 2Vb
e

2A
o
----------------------
Fig. 111. Verifica a torsione.

276-472_CAP_03_C Page 417 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-418

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

e quindi per i valori di tan sotto riportati si ottiene:
tan

T

cR

T

stR

+

T

ctR

T

lR

3/5 34,28 57,11 24,89
1,00 38,85 44,66 41,48
5/3 34,28 37,20 69,13
Il momento limite massimo che soddisfa a tutte le condizioni, ed determinato dalla rottura
delle bielle compresse di calcestruzzo, risulta per tan


= 1,00:

T

R

= 38,85 kN m

3.10.5 Perdita di aderenza
3.10.5.1

Generalit.

Leffetto denominato globalmente aderenza che consente linterazione,
tramite tensioni tangenziali


a

, fra le barre di acciaio ed il calcestruzzo risulta dovuto alla sovrap-
posizione di due effetti complementari costituiti dalladesione e dallattrito; il primo ha origine
chimico-fisica e si sviluppa con la maturazione del calcestruzzo, il secondo, essenzialmente di ori-
gine fisica, dipende dallo stato della superficie della barra e dalla resistenza del calcestruzzo.
Al crescere di


a

indotta da aumento dellazione assiale in una barra, si osserva un primo in-
tervallo in cui essendo efficiente ladesione non vi scorrimento fra questa ed il calcestruzzo; se-
guono poi intervalli con scorrimenti crescenti dovuti alla mobilitazione di forze di attrito associate
ad un complesso campo di tensioni nel calcestruzzo (fig. 112).
Per barre lisce o peggio sporche il contributo dellattrito limitato e devono essere previsti
opportuni ancoraggi (fig. 112) (ad uncino (2) o a cappio) alle estremit oppure con barre trasver-
sali saldate (1); tali predisposizioni vengono attuate anche per barre nervate quando necessario
ridurre la lunghezza di ancoraggio.
Attorno ai risalti delle barre nervate nel calcestruzzo si ha sollecitazione di compressione
obliqua, associata a trazione circonferenziale che, per elevati valori di


a



, superata la resistenza a
trazione

f

ct

, d luogo ad un sistema di microfessure radiali attorno alle barre (fig. 113).
In questo secondo stadio laderenza dipende quindi dalla resistenza a trazione del calcestruz-
zo, dalla posizione della barra nel getto, dal copriferro, dalla presenza di altre barre parallele rav-
vicinate e di staffatura che attraversi la zona di tensioni circonferenziali offrendo un confinamento
alle relative dilatazioni.
La resistenza a compressione del calcestruzzo interviene per contrastare le sollecitazioni indot-
te dai risalti delle barre nervate; per questo ultimo motivo importante la forma ed il passo dei
risalti delle barre, per i quali si definisce larea relativa
con:

k

numero dei risalti sulla circonferenza

A

r

area della sezione di un risalto sul suo piano longitudinale
angolo fra asse risalto e asse barra

d

diametro nominale della barra

c

s

distanza fra i risalti
Numerose prove hanno evidenziato che il valore ottimale di

a

r

risulta come segue:
e che, a parit di

a

r



, hanno migliore comportamento le barre con piccoli risalti ravvicinati.

a

r

a
r
k A
r
sin


dc

s

--------------------- =
0,040 4 d 6 mm <
0,045 6 d 12 mm <
0,055 50 d 50 mm <
276-472_CAP_03_C Page 418 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

V

ERIFICA



ALLO



STATO



LIMITE



PER



IL



TAGLIO

,

PUNZONAMENTO

,

TORSIONE

C-419
Fig. 112. Ancoraggio delle barre.

Fig. 113. Tensioni nel calcestruzzo attorno a barra nervata.

276-472_CAP_03_C Page 419 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-420

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

3.10.5.2

Analisi teorica.

Indicando con

u

d

x

la superficie di un tratto di barra di lunghezza d

x

,
la variazione di tiro nellarmatura vale

A

s

d


s

=


a



u

d

x

che esprime la coincidenza del flesso di


s

con il massimo di


a

(fig. 114)
Per barre circolari di diametro

d

, la relazione precedente diviene
mentre per lequilibrio nel calcestruzzo che circonda la barra risulta
cos che la variazione di scorrimento d

s

fra barra e calcestruzzo sul tratto d

x

espressa dalla dif-
ferenza fra le deformazioni dellacciaio e del calcestruzzo ossia vale:
ossia, tenendo presente la precedente,
Determinando sperimentalmente la relazione


a

=

f

(

s

) fra laderenza e lo scorrimento della
barra ed assumendone lindipendenza dalla posizione (individuata con

x

) ed introducendo le varia-
bili adimensionali ossia ponendo


a



(

x

) =

f



[

S



(


)], si ottiene (82):
(82)
equazione differenziale nello scorrimento

S



(


), che, integrata con le opportune condizioni al con-
torno consente poi di ricavare


a



(

x

) e quindi


s

; si ritiene normalmente accettabile per questo ca-
so la costanza del rapporto

E

s



/



E

c

al variare delle tensioni.

3.10.5.3

Valori limiti delladerenza lunghezza ancoraggio.

La sollecitazione limite


ad

di ade-
renza nelle condizioni migliori pu essere assunta:


ad

=
1

2

3
f
ctd
(83)
con f
ctd
resistenza a trazione di progetto del calcestruzzo e con

1
=
1,0 per barre lisce
1,2 per trefoli a 7 fili
2,25 per barre nervate

2
=
da cui
a
A

s

u
-----
d


s

d

x
-------- = ossia
d


a

d

x
--------
A

s

u
-----
d

2


s

d

x

2
----------- =
d
s
dx
--------
4
d
---
a
x ( ) =
d
c
dx
---------
d
s

dx
------------ =
ds
dx
------

s
x ( )
E
s
-------------

c
x ( )
E
c
------------- =
d
2
s
dx
2
--------
4
a
E
s
d
--------- 1
E

s
A
s
E

c
A
c
------------- +

,
_

=

x
d
--- = , S
s
d
--- =
d
2
S
dx
2
-------- Kf S ( ) [ ] K
4
E
s
d
---------- 1

E

s

A

s
E
c
A
c
------------ +

,
_

= =
(*) Le barre sono in condizione di buona aderenza quando si trovano immerse nel getto con un battente di al-
meno 0,25 m, oppure sono inclinate sullorizzontale di un angolo compreso fra 45 e 90; le barre superiori
(rispetto alla direzione di geott) sono in condizione di aderenza ridotta prudentemente al 70%, a causa della na-
turale menomazione delle caratteristiche di resistenza del calcestruzzo verso la superficie.

,
1,0 per buone posizioni dellarmatura nel getto (*)
0,7 negli altri casi
276-472_CAP_03_C Page 420 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

V

ERIFICA



ALLO



STATO



LIMITE



PER



IL



TAGLIO

,

PUNZONAMENTO

,

TORSIONE

C-421

La lunghezza base di ancoraggio

l

as

quella necessaria per trasferire la massima risultante
delle tensioni

f

sd

dellarmatura di diametro

d

e vale quindi:
(84)


3

=
Fig. 114. Andamento delle tensioni di aderenza.


1,0 per diametro delle barre minore di 32 mm
132

d

100
------------------

d > 32 mm ( )
l
as
d
4
-------
f

sd


ad
------- =
276-472_CAP_03_C Page 421 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-422

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

La lunghezza di ancoraggio di progetto dipende dalle piegature della barra, dal confinamento
del calcestruzzo e dalla presenza di campi di compressione favorevoli, quali ad esempio quelli
originati da reazione di appoggio, ed espressa dalla relazione (85):
(85)
I coefficienti


5

hanno sempre valore 1,00 salvo nelle ricorrenze dei casi riportati nella fi-
gura 115 ed inoltre deve essere:
per barre nervate


5

> 0.70
per barre lisce





5

> 1.00, mentre si pone
Per acciaio con

f

sd

= 400 N mm

2

e calcestruzzo con

f

ck

= 25 N mm




2

cos che
avendo definito con la (83) e per


1

=


2

=


3

= 1,00, la


ad

limite, la lunghezza base di ancoraggio
di una barra nervata di diametro inferiore a 32 mm, in buona posizione rispetto al getto



vale 38

d.

Analogamente per una barra liscia nelle stesse condizioni e con

f

sd

= 300 N mm

2

la lunghezza
base di ancoraggio pari a 68

d

.

3.10.5.4

Giunzione delle barre.

Per la lunghezza di sovrapposizione delle barre, le cui giunzio-
ni devono essere sfalsate, si assume il precedente valore di

l

a

moltiplicato per un coefficiente


6

che varia da 1,2 a 1,8 in funzione della variazione da 20% a 50% della percentuale delle barre
giuntate rispetto al totale; per barre distanti oltre 5 d dai bordi della trave il coefficiente
6
varia
da 1,1 a 1,4 a causa del confinamento prodotto dalla massa di calcestruzzo.

l

amin

=
max [0,30

l

as



, 10 d, 100 mm]
max [0,60

l

as



, 10 d, 100 mm]
barre
compresse
tese
l
sd
l
as
=
1

5
l
amin

Fig. 115. Coefficienti per uso formula (85).

f
ctd
f
ctk, min
( )
c
0,95 = =
25
10
------
,
_

2 3 /
1,5 1,17 N mm
2
=
276-472_CAP_03_C Page 422 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

V

ERIFICA



ALLO



STATO



LIMITE



PER



IL



TAGLIO

,

PUNZONAMENTO

,

TORSIONE

C-423

La distanza mutua fra due barre sovrapposte non deve risultare superiore a 4

d

; in corrispon-
denza delle giunzioni bene prevedere armatura trasversale di sezione pari a 0,20 quella delle
barre longitudinali (le staffe possono essere prese in conto).

3.10.5.5

Ancoraggio armature presollecitate.

Nel caso di armature presollecitate, aderenti nor-
malmente ancorate nei tratti terminali delle travi in presenza di azioni flettenti e taglianti, il pro-
blema del trasferimento al calcestruzzo della pretensione sovrapposto a quello dellinsorgere di
tensioni dovute alle azioni esterne; inoltre si devono considerare le caratteristiche di aderenza dif-
ferenti da quelle delle barre normali per lo stato e la forma delle superficie.
Sono inoltre influenti il sistema di rilascio della tensione ed il verso dellazione applicata
allarmatura attiva: lancoraggio migliora per tiro crescente dallestremit libera verso linterno
della massa di calcestruzzo a causa delle pressioni radiali originate dalla tendenza dellacciaio al
ritorno alle dimensioni della sezione primitiva, successivamente ridotta dalle deformazioni trasver-
sali indotte dalla pretensione (effetto Hoyer).
La tecnologia si orientata in questi ultimi anni verso i trefoli che hanno quasi ovunque sop-
piantato altri tipi di armature presollecitate; per questo tipo di acciaio, purch posto in opera con
copriferro non inferiore a 3

d

, la lunghezza base di ancoraggio allo sfilamento pu essere assunta
sulla scorta dei seguenti parametri:
(86)
con

f

pd

=

f

ak



/1,15 tensione massima di progetto a rottura e

A

pt

= sezione dellacciaio presollecitato;
per il calcolo di

l

ap

si deve considerare la resistenza del calcestruzzo allatto del rilascio dei tre-
foli (nel caso di trefoli a 7 fili si assume

A

pt

/


d

= 7d/36).
La lunghezza di trasmissione della presollecitazione, che viene considerata per il calcolo delle
azioni trasversali nel calcestruzzo, definito da:
La lunghezza di ancoraggio di progetto, da considerare nelle verifiche definita da:
(85)
con = tensione nellacciaio presollecitato dovuto alla azioni esterne.
Ad esempio un trefolo di diametro nominale 15 mm, con

f

pd

= 1860/1,15 = 1610 N/mm

2

, se-
zione

A

pt

= 140 mm

2

, preteso con = 1350 N mm

2

e rilasciato gradualmente entro calcestruz-
zo con

f

ck

= 35 N mm

2

, ha la lunghezza base di



ancoraggio,



l

ap

= = 3850 mm



essendo



ap

= 1,20



0,7



0,95 /



1,5 = 1,22 N mm

2

.

con


s

=

1,0 rilascio graduale
1,25 rilascio improvviso (taglio del trefolo)


g

=

1,0 per tenere conto del contributo a flessione e taglio
0,5 per tenere la verifica delle sezioni trasversali


w

=

0,5 per trefoli
0,7 per fili dentali o piegati
la tensione nellacciaio dopo il rilascio
l
ap
Apt f pd


ap

------------------- =

ap

1, 20 0, 70 f
ctd
=
l
apt

pi
f
pd
-------- l
ap
=

pi
lapd l
apt
l
ap
+ =


pd


f
pd
--------------------

pd
f
pd
[ ]
p

pd
7 15 1610
36 1,22
------------------------------
35
10
------
,
_
2 3 /

276-472_CAP_03_C Page 423 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-424

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

La lunghezza di trasmissione rivolta

l

apt

= 1,0 1,0 0,5



3850 = 1614 mm
e quello di ancoraggio di progetto, assumendo ad esempio
= N/mm

2

,
risulta:
Per il caso dello sfilamento la lunghezza di ancoraggio di progetto

l

ad

coincide con quella base

l

ap



.
Indicando con


il rientro del trefolo nel calcestruzzo dopo il rilascio, ossia il valore massimo
dello slittamento rispetto al calcestruzzo, si pu anche esprimere la lunghezza di ancoraggio come
.
Ad esempio con


= 4,5 mm,

E

p

= 196 000 N mm

2

, si ottiene

l

a


= 1307 mm.
La lunghezza di ancoraggio necessaria per evitare lo sfilamento di un trefolo sollecitato a rot-
tura, in assenza quindi delleffetto Hoyer, in generale proporzionale ad

l

ap

secondo un moltipli-
catore


che viene assunto pari a:
Quanto sopra valido in assenza di fessurazione del calcestruzzo nella zona di ancoraggio e
quindi si deve accertare che alla distanza

l

pd

dellestremit della trave risulti la tensione


cp

(ori-
ginata al livello dellarmatura pretesa dallazione flettente di progetto

M

D

=

M

GD

+

M

QD

+

M

PD

)



in-
feriore alla resistenza di progetto a rottura a trazione del calcestruzzo:


cp

(

M

D

) <

f

ctd

Nel caso in cui tale disuguaglianza non sia verificata, si determina la distanza

l

f

alla quale si
ha formazione di fessurazione per effetto di

M

D

e si calcola la sollecitazione


pl

nellacciaio pre-
teso e nellarmatura lenta per effetto di

M

D

e della componente orizzontale della risultante delle
compressioni dovute al taglio

V

D

agenti nella biella inclinata di calcestruzzo che termina inferior-
mente nella sezione di verifica (fig. 116):
(88)
si assume poi

l

1

=

h

in presenza di staffatura

l
1
= 1,5

h

in assenza di staffatura
si calcola poi la lunghezza

l

d

necessaria per ancorare sicuramente larmatura attiva per la tensione


p

=

p

+


pl

; se

l

d

<

l

f

lancoraggio avviene in zona non fessurata ed quindi efficiente, mentre
in caso contrario necessario aumentare la lunghezza

l

f

oppure aumentare larmatura lenta per ri-
durre


pl
. La verifica precedente deve essere comunque effettuata in corrispondenza dellappoggio
con
p
= V
D
l
1
/ h(A
s
+ A
p
), M
D
= 0 ove si assume il valore ridotto l
d
= 2/3 l
ap
per tenere conto del
favorevole effetto della reazione di appoggio sullancoraggio; deve ancora risultare l
f
< l
d
.
=
1350
1610
------------

pd

l
apd
1614 3850
200
1610
------------ + 2092 mm = =
l
a
2.00 = E
p

p 1350 = N mm
2
(*) In questo caso anche necessaria cerchiatura a spirale attorno al trefolo sulla lunghezza l
pd
e dimensionata
per resistere a 0,10 .
p
A
pt

1,4 per carichi statici


1,5 per ponti stradali
1,6 per ponti ferroviari
1,8 nel caso di richiesta resistenza al fuoco(*)

pl
M
D
z
--------
V
D
l
1
h
----------- +
,
_
=
1
A
p
A
s
+
------------------


276-472_CAP_03_C Page 424 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

LTRI



STATI



LIMITE

C-425
3.11 ALTRI STATI LIMITE
3.11.1 Resistenza a fatica
3.11.1.1

Natura del fenomeno.

Deve essere considerato leffetto sui materiali della ripetizione
dei carichi con occorrenza superiore a 10

4

per il periodo di servizio della struttura; si osserva un
progressivo danneggiamento delle parti interessate, con conseguente riduzione del modulo elastico
del calcestruzzo e ridistribuzione delle tensioni verso le parti pi integre, e con un aumento delle
deformazioni.
Larmatura non mostra in generale segni esteriori di degrado ma il danneggiamento della
struttura molecolare conduce a rottura quasi improvvisa.
La resistenza al sisma, che pure basata sul massimo possibile danneggiamento, presenta di-
verse caratteristiche ed trattata in

C-3.10.3

.
Il danneggiamento quantificabile in funzione dei seguenti parametri indipendenti:

a

) livello della sollecitazione massima;

b

) intervallo fra sollecitazione massima e minima;

c

) numero dei cicli.
evidente che quando il livello della sollecitazione massima pari alla resistenza a rottura
del materiale, il numero dei cicli possibili 1.
Per meglio evidenziare la relazione intercorrente fra i parametri elencati, si fa ricorso alle
curve

N

,

S

, che rappresentano il comportamento del materiale risultante da una regressione appli-
cata a risultati sperimentali.
Se tali curve sono rappresentate in coordinate cartesiane, riportando in ascissa il logaritmo in
base 10 del numero dei cicli (LogN) ed in ordinata il rapporto (


max





min

) /

f

m

=

S

fra lintervallo
delle sollecitazioni massime e minime e la resistenza media a rottura del materiale, il grafico ri-
sultante costituito da una serie di segmenti rettilinei ognuno dei quali corrisponde a valori di-
versi di


max

(


m

1

,


m

2

,


mn

) (fig. 117).
La correlazione fra le variabili che influenzano il fenomeno espressa per il calcestruzzo dal-
la (89) (nel seguito per semplicit di scrittura le tensioni di compressione nel calcestruzzo sono
assunte positive):
con


= 0,064 0,080 (89)
Nei casi in cui verificata la resistenza a rottura secondo il metodo degli stati limite, non si
hanno menomazioni per fatica in servizio qualunque sia lintervallo delle tensioni di esercizio per
Fig. 116. Principio verifica.

c max
f

cm

-------------- 1 =


mi n


max

+

max
------------------------------- logN
276-472_CAP_03_C Page 425 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-426

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

log

N

< 4 (

N

= 10000 cicli); salvo che per strutture di sostegno di macchine vibranti, non neces-
sario considerare il caso di log

N

> 8.
Unaltra rappresentazione del legame fra i parametri quella di Goodman (fig. 118), con il
relativo criterio di resistenza.
Quanto sopra in generale valido per ampiezza costante dellintervallo fra le sollecitazioni,
mentre nelle strutture si constata variabilit di tale ampiezza
i

max


i

min

, di
max

e del relativo
numero di cicli

N

i

; pi utile in tale caso fare riferimento allipotesi di Palmgren-Miner (non del
tutto confermata sperimentalmente), secondo la quale il degrado della struttura cresce linearmente
con il numero di cicli applicati ad ogni livello.
Fig. 117. Diagramma N,S.
Fig. 118. Diagramma di Goodman e criterio di resistenza.

276-472_CAP_03_C Page 426 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

LTRI



STATI



LIMITE

C-427

In sostanza, se il numero di cicli che produce la rottura per un livello di sollecitazione


i

(che contempla


i

max

e


i

min

)

N

i

, la frazione del danneggiamento prodotto da

N

id

cicli allo stes-
so livello

N

id

/

N

i

; il criterio di rottura definito da:
con

c

=numero dei livelli di sollecitazione considerati,


=1 nella formulazione originaria e < 1 per migliorare la congruenza con le prove sperimentali:
in generale minori valori di


min

riducono il numero di cicli possibili;
la resistenza a fatica dipende dalla distribuzione delle ampiezze nel gruppo dei livelli
di sollecitazione considerato (fig. 119).

3.11.1.2

Caso del c.a. e c.a.p.

La resistenza a fatica normalmente considerata come stato li-
mite ultimo, con coefficienti maggiorativi dei carichi


q

e minorativi delle resistenze


m

in gene-
rale diversi da quelli adottati per le altre verifiche.
In particolare si definiscono i seguenti coefficienti:


sd

= 1,10 coefficiente maggiorativo delle azioni di calcolo definite con


g

=



q

= 1,0



p

= 0,9 1,2


c

,

fat

= 1,5;


s

,

fat

= 1,15 coefficienti minorativi delle resistenze a fatica (coincidono con


c

e


s

)
La verifica soddisfatta se la menomazione calcolata

D

D

risulta minore di quella sopportabile
dal materiale

D

R

.
Devono essere verificate sia la resistenza a compressione del calcestruzzo sia quella a trazione dellac-
ciaio; per questultima occorre considerare il passaggio dallo stato tensionale pre- e post-fessurazione.
Oltre alle azioni normali, flettenti, taglianti, torcenti deve essere verificata la condizione di
ancoraggio delle barre o dei trefoli aderenti.

3.11.1.3

Verifiche.

Per strutture soggette a cicli di carico inferiori a 10

8

, devono essere soddi-
sfatte le seguenti verifiche:
per lacciaio: (90)
I valori di


s,fat

(

N

) per larmatura passiva ed attiva sono riportati nella tabella 17.
i
1
c

N
i d
N
iR
( ) =
Fig. 119. Livelli di sollecitazione.

sd
max
sd


s fat

,

N

( )
s fat ,
---------------------------
276-472_CAP_03_C Page 427 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-428

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

per il calcestruzzo in compressione:
(91)


c

fattore che tiene conto del gradiente di


c

nella zona compressa
(92)
con

f

ck



0

= 10 N mm

2

.

3.11.2 Resistenza allincendio
3.11.2.1

Generalit.

Tutte le strutture devono essere in grado di resistere allincendio in modo
adeguato alla destinazione delledificio di cui costituiscono lossatura; normalmente si accetta un
degrado conseguente allevento e la necessit di successivi interventi di riparazione.
Deve in ogni caso essere evitata la formazione di fessure passanti che consentano la fuga di
fiamme o di prodotti di combustione verso gli ambienti circostanti; gli spessori devono essere tali da
limitare lincremento di temperatura della faccia opposta a quella ove si sviluppa lincendio al valore
di 140 C come media e 180 C come punta massima localizzata per il tempo prefissato di resistenza.
In relazione a tale tempo espresso in minuti si definiscono classi di resistenza R30, R60,
R90, R120 ecc. prefissate in relazione al tipo e destinazione duso delledificio considerato.
Normalmente le strutture in c.a. e c.a.p. collassano quando la temperatura dellacciaio ha rag-
giunto valore critico rispetto alla sollecitazione agente; il calcestruzzo che avvolge le armature ha
il compito fondamentale di ritardare tale evento entro i termini sopra fissati.
Le strutture iperstatiche, salvo verifica della compatibilit delle grandi deformazioni dovute
allaumento di temperatura, hanno in generale maggiore tempo di resistenza poich il raggiungi-
mento della temperatura critica in una sezione determina una ridistribuzione delle azioni interne che
in genere coinvolge parti della struttura a temperatura minore e quindi con maggiore capacit di re-
sistenza; ad esempio, in una trave continua investita dallincendio al lembo inferiore, si osserva un
graduale incremento del momento sugli appoggi ove larmatura disposta al lembo superiore.

Tabella 17. Variazione massima a fatica della tensione nella armature.

Tipo di armatura


s,fat

(N mm

2

)

N

1

= 10

6

N

2

= 10

8

barre diritte o piegate con

D

> 25

d

210 125
barre piegate con

D

< 25

d


= 0,35 + 0,026

D/d

0.210


0.125


connettori meccanici 050 050
barre presollecitate rettilinee 160 095
trefoli rettilinei pretesi 160 095
cavi curvi di trefoli postesi 120 065

valore assoluto minimo
entrambi calcolati entro 0,30 m dal bordo compresso
valore assoluto massimo

sd
max
c

c
0,45 f
cd fat ,


c fat

,

----------------------------


c

1
1,5 0,5


c

1

/
c2

---------------------------------------------- =

c1

c2
f
cd fat ,
0,85 = f
ck
1
f

ck

25 f
cko
----------------
,
_

276-472_CAP_03_C Page 428 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

LTRI



STATI



LIMITE

C-429

La verifica dello stato limite di resistenza al fuoco soddisfatta se provato che:

t

fr

>

t

fd

in cui:

t

fr

il tempo in minuti, calcolato o risultante da prova sperimentale, di resistenza allincendio
standard, tenendo conto delle condizioni di esposizione della struttura.

t

fd

il tempo di resistenza in minuti richiesto dal tipo e destinaione delledificio considerato, in
generale fissato dalla normativa.
Lincendio standard definito secondo le ISO 834 mediante aumento di temperatura
dellaria dellambiente secondo lespressione (93)
(93)
(

T

0

= temperatura iniziale ambiente,

t

= tempo in minuti,

K

= gradi Kelvin).
Per la determinazione di

t

fr

necessario modificare i parametri che definiscono lincendio ti-
po sopra citato valutando levoluzione della temperatura alla quale soggetta la struttura tenendo
conto della conformazione degli ambienti e della quantit di materiale combustibile presente;
Devono essere considerati:
1. riduzione delle resistenze del calcestruzzo e dellacciaio conseguenti allaumento della tem-
peratura;
2. applicazione di coefficienti di sicurezza ridotti per i materiali e per i carichi generalizzati
in relazione allaccettazione di degrado strutturale conseguente allevento;
3. per la stabilit generale della struttura deve essere controllata la possibilit di grandi allun-
gamenti degli elementi direttamente investiti dal calore, senza che si producano dissesti e quindi
considerando che:
4. limpuntamento dei giunti genera elevate azioni di compressione con pericolo di instabilit;
5. lelevata rigidezza delle strutture verticali pu dar luogo alleffetto precedente e/o a marcata
fessurazione;
6. il gradiente termico fra la superficie esposta allincendio e quella opposta pu dar luogo a
grandi distorsioni con effetti nefasti sulla stabilit dellintera struttura.

3.11.2.2

Determinazione del regime termico

.

Calcolo delle temperature esterne.

Per il calcolo dellevoluzione della temperatura a cui sono soggette
le strutture, necessario in primo luogo determinare lintensit

q

f

del cosiddetto carico di incendio:

q

f

=


i

m

i

H

i

/

A

f

con:

A

f

= superficie della zona in cui pu svilupparsi lincendio (m

2

).

m

i

= massa del generico materiale combustibile

i

insistente su

A

f

(kg).

H

i

= potere calorifico del materiale

i

(vedi tabella 18) (MJ/kg).


i

= coefficiente di combustione (indica la frazione del materiale

i

che pu bruciare).
Presupponendo la completa combustione dei materiali di cui sopra, la massima temperatura
raggiunta nellambiente dipende dalle caratteristiche termiche delle pareti di perimetro e dalla ven-
tilazione definita dal fattore
con

A

= superficie totale delle aperture (m

2

)

h

= altezza ponderale delle aperture

h

=


i

h

i

A

i



/



A

(m)

A

t

= superficie totale del soffitto, del pavimento e delle pareti comprese le aperture (m

2

).
Si definiscono il fattore

K

f

che permette di ottenere il carico equivalente di incendio

q

ef



ed il
fattore


e

equivalente di ventilazione mediante le relazioni:

q

ef

=

K

f





q

t


e

=

K

f

K
f
dipende oltre che dal fattore A , anche dalle caratteristiche termiche del contorno,
secondo la tabella 19.
T T T
0
345 log 8t 1 + ( )K = =
A h A
t
= m
1 2

( )
h A
k


276-472_CAP_03_C Page 429 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-430

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Il tempo equivalente in minuti di esposizione allincendio standard allora determinabile me-
diante la relazione (94):
(94)
che, introdotta nella (93) consente di calcolare la massima variazione di temperatura

T



T

0

dellambiente a cui sono esposte le strutture.

Tabella 18. Potere calorifico

H

in MJ/kg di alcuni solidi e liquidi.

SOLIDI
Antracite
Asfalto
Cellulosa
Carbone legna
Vestiti
Carbone fossile
Carbone
Sughero (grado SP)
Sughero (grado F)
Cotone
Grano
Grasso
Rifiuti di cucina
Cuoio
Linoleum
Carta, cartone
Cera
Plastiche
ABS
Acrilica
Celluloide
32-36
40
15
30
17-21
29
28-34
35
31
18
17
40
8-21
20
21
16-18
47
40
27
19
Resina epossidica
Resina melaminica
Fenol-formaldeide
Poliestere
Fibra poliestere rinforzata
Polietilene
Polistirene
Poliuretano
Poliuretano espanso
Cloruro di Polivinile
Urea-formaldeide
Urea-formaldeide espansa
Gomme
Gomma espansa
Guttaperca
Ritagli di gomma
Seta
Paglia/Fieno
Legno
Lana
34
19
28
30
21
47
42
24
25-29
18
18
12-15
32
45
21
17-21
17
17-20
23
I valori sopra riportati sono relativi a materiali allo stato secco; il potere calorifico

H

f

di materiali umidi pu essere de-
terminato con la formula

H

f

=

H

(10,01

u

)0,025



u

, con

u

contenuto di umidit in % della massa.
LIQUIDI
Petrolio
Gasolio
Olio di semi
Metanolo
43
41-42
39
23
Olio di paraffina
Benzina
Alcoli
Catrame
41
44
33-34
38

Tabella 19. Valori di fattore K

f



.

Tipo di
compartimento
Rapporto di ventilazione
0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12
Tipo A
Tipo B
Tipo C
Tipo D
1,00
0,85
3,00
1,35
1,00
0,85
3,00
1,35
1,00
0,85
3,00
1,35
1,00
0,85
3,00
1,50
1,00
0,85
3,00
1,55
1,00
0,85
2,50
1,65

A

) contorno in materiale con conduttivit termica


= 0,81 W/m C e capacit termica

C

= 1,67 MJ/m C

B

) contorno in calcestruzzo

C

) contorno in calcestruzzo leggero con densit

m

= 500 kg m

3

D

) contorno 50% in calcestruzzo normale e 50% in cls leggero con

m

= 500 kg m

3
A h A
t
m
1 2

( )
t
e
0,067 = q
ef

A

f

A
t
------
K

f

------
276-472_CAP_03_C Page 430 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

LTRI



STATI



LIMITE

C-431

Una successiva analisi termica consente di determinare i valori raggiunti allinterno della struttura.
Ad esempio in un compartimento di tipo B con dimensioni in pianta 8,60



8,60 m, altezza
4,50 m, dotato di due aperture di dimensioni 3,00



2,00 m e 4,00


3,50 m in presenza di
10



000 kg di materiale avente

H

= 20 MJ/kg e coefficiente di combustione



= 0,60, si ha:

A

= 4,00


3,50 + 3,00


2,00 = 20,0 m

2

A

f

= 8,60


8,60 = 74,0 m

2

A

t

= 74,0 + 4


8,60


4,50 = 228,8 m

2

h

= (3,50

2



4,00 + 2,00

2



3,00)



/



20,0 = 3,05 m


=

Calcolo delle temperature interne

. Per il calcolo del regime termico sono necessari i seguen-
ti parametri dei materiali:

calcestruzzo

:
conduttivit termica


: in generale decrescente con laumento di temperatura e dipendente dal conte-
nuto di umidit; valori a 373 K (20 C) variabili da 1,5 a 1,8 W/m K;
capacit termica

c

: in generale crescente con la temperatura, valore medio a 100 C pari a
0,9 kJ/kg K;
densit


: in generale decrescente con laumento della temperatura, sia per effetto
dellevaporazione dellumidit contenuta nel calcestruzzo, sia per laumen-
to del volume dovuto allespansione termica.
Supponendo di trattare un caso piano, quale quello che si presenta normalmente con ele-
menti strutturali in cui una dimensione preponderante sulle altre, landamento delle temperature


descritto in funzione del tempo

t

dallequazione di Fourier (95)
(95)
Con la condizione al contorno

D

(

T





0

)


n

=


t



.


0

= temperatura del contorno del solido,

T

temperatura ambiente


n

= differenziale secondo la normale del contorno


t

= variazione del tempo

D

= coefficiente di trasmissione termica totale (W / m

2

K).
Suddividendo la sezione considerata in elementi di dimensioni


x

=


y

=


e contornandola
con uno strato di elementi addizionali per simulare le condizioni al contorno, fissando


t

=

C


2

/
4, le equazioni di cui sopra si possono ridurre alle differenze finite mediante le relazioni (96):
(96)

20,0 3,05 228,8 0,1527 m
1 2

= K
F
0,85 =
q
ef
0,85 10 000 0,60 20
74
---------------------------------------------------------- 1378 MJ/m
2
= =
t
e
0 067 , 1378
74
228,8
-------------
0,85
0,1527
---------------- 70 minuti T T
0
345 log 8 70 1 ( ) = = = 949K =

t
------

c
------

x
2
--------

y
2
-------- +
,
_
=

m n ,
( )
t t +
1/4 =
m 1 n ,

m 1 n , +

m n 1 ,

m n 1 + ,
+ + + ( )
t

0
T

K
-------

2
-------
,
_

i
+

K
-------

2
------- +
----------------------------------------------- =

276-472_CAP_03_C Page 431 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-432

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO


0

= temperatura nellelemento fittizio di contorno


i

= temperatura nellelemento confinante con quello fittizio
ossia la temperatura al tempo

t

+



t

al centro di un elemento uguale alla media di quelle cal-
colate al tempo

t

nei quattro elementi adiacenti.
Essendo note le temperature

T

possibile procedere iterativamente per il calcolo delle tempe-
rature interne al solido considerato.
Lequazione riportata non considera la transizione a vapore dellacqua contenuta nei pori del
calcestruzzo e fornisce quindi valori di temperatura a favore di sicurezza.

Valori calcolati.

Per le principali tipologie strutturali si ottengono i valori delle temperature
interne del calcestruzzo in corrispondenza delle armature riportati nella tabella 20, in funzione del
copriferro

c

.
Per le travi esposte al fuoco su 3 superfici, le temperature di alcuni punti significativi, indi-
cati nella figura 120, sono riportati nella tabella 21.

3.11.2.3

Propriet meccaniche dei materiali ad elevata temperatura

.

a

)

Calcestruzzo.

Sono di seguito riportate le schematizzazioni utili per i calcoli (v. figure
121 e 122).

Tabella 20. Temperature interne ( C) in corrispondenza barre in funzione del copriferro.

Tipo di struttura
Durata di esposizione al fuoco (minuti)
Note
030 060 090 120
Pilastri

c

(mm) 15 380 580 680 750 1
30 260 460 580 660
45 110 320 450 540
Muri e solette

c

(mm) 15 340 540 640 700 2
30 220 410 520 590
45 100 270 400 480

Note: (

1

) Le temperature reali variano rispetto a quelle riportate con legge circa parabolica da 1,2 a 0,9 dai vertici ai punti
medi dei lati.
(

2) I valori sono relativi allesposizione al fuoco di un solo paramento.
Tabella 21. Temperatura ( C) nei punti significativi delle travi come indicato nella figura 120.
Travi
con largh.
b (m)
Durata di esposizione al fuoco (minuti)
30 60 90 120
0,12
350
370
420
550
140
160
230
430
600
630
690
780
420
470
560
710
740
760
810
880
610
650
720
820
820
840
880
940
720
760
810
890
0,18
350
360
410
550
110
130
210
410
030
050
140
360
660
590
660
760
320
370
480
660
200
260
390
610
680
710
770
850
470
530
630
770
360
430
550
730
760
790
840
920
580
640
720
850
490
560
670
820
0,24
350
360
410
550
110
130
210
410
025
050
130
360
005
030
110
350
560
590
650
760
310
360
470
650
160
230
360
590
090
170
320
570
670
700
760
850
440
500
610
760
280
370
500
705
210
300
460
680
740
780
830
910
540
600
700
830
400
480
610
780
320
420
560
760
276-472_CAP_03_C Page 432 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
ALTRI STATI LIMITE C-433
Fig. 120. Punti di calcolo delle temperature nelle travi.
Fig. 121. Variazione con la temperatura delle caratteristiche del calcestruzzo.
276-472_CAP_03_C Page 433 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-434 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
1) resistenza a compressione: rimane costante nellintervallo 0-200 C e poi da 200 C a
700 C cade linearmente fino al 20% di quella iniziale;
2) resistenza a trazione: rimane costante nellintervallo 0-60 C e poi da 60 C a 700 C cade
linearmente al 20% del valore iniziale; rimane poi costante fino a 800 C;
3) modulo di elasticit: rimane costante nellintervallo 0-50 C poi, da 50 C a 700 C cade li-
nearmente fino al 10% del valore iniziale;
4) coefficienti di dilatazione termica: sono costanti fino ad una temperatura critica, poi assumono
improvvisamente valori notevolmente maggiori causa di modifiche chimico-fisiche dei componenti.
b) Acciaio normale e preteso. In generale in tutti gli acciai che hanno subito trattamento
meccanico volto a migliorarne le caratteristiche di resistenza, laumento della temperatura riduce
gradualmente queste propriet, secondo la figura 123.
Fig. 122. Variazione con la temperatura dei coefficienti di dilatazione del calcestruzzo e dellacciaio.
Fig. 123. Caratteristiche dellacciaio in funzione della temperatura.
276-472_CAP_03_C Page 434 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
ALTRI STATI LIMITE C-435
1) resistenza a trazione: rimane invariata fino a 250 C per gli acciai normali e fino a 150 C
per gli acciai da precompressione; decade rispettivamente fino al 17% del valore iniziale nellin-
tervallo 250-700 C e fino al 10% da 150 a 500 C;
2) modulo elastico: per tutti gli acciai rimane invariato fino a 150 C e poi decade fino al
20% del valore iniziale nellintervallo 150-700 C.
3.11.2.4 Coefficienti di sicurezza per stato limite di incendio. Si tratta di una condizione ecce-
zionale. Per i materiali si assume in generale:
per il calcestruzzo
cf
= 1,0
per tutti gli acciai
sf
= 1,0
per le azioni esterne S
d
si assume in generale:

D
= 0,7 1,00 nellespressione S
d
=
D
S (G
G
, Q
Q
, P
P
)
I carichi accidentali Q da considerare sono solo quelli con elevata probabilit di presenza in
caso di incendio, definita dai coefficienti di partecipazione (C-3.3.6).
Ad esempio la folla non rientra in questo caso perch si presuppone sia evacuata prima che
la temperatura della struttura diventi critica per la stabilit.
Per quanto sopra esposto, presupponendo per le verifiche allo stato limite di collasso in as-
senza di incendio ladozione dei normali coefficienti di sicurezza
S
= 1,15 per lacciaio e

Q
= 1,50 per i carichi, dal grafico 122 si ottiene in corrispondenza della caduta di resistenza
dellacciaio 0,57 = 1/1,15 1,50, la temperatura di circa 500 C alla quale per
sf
= 1,0 e

G
=
Q
= 1,0 si ha approssimativamente il collasso della sezione (la verifica esatta dovrebbe essere
istituita partendo dai legami sforzi-deformazioni dei materiali modificati per leffetto termico).
3.11.2.5 Regole pratiche. In funzione delle classi di resistenza al fuoco previste sono riportate
nella tabella 22 le dimensioni minime richieste per le strutture in c.a.
Tabella 22. Dimensioni strutturali minime per resistenza allincendio.
Struttura
Resistenza allincendio (minuti)
Note
30 60 90 120
pilastri quadrati b b
pilastri rettangolari b 5b
b (m)
b (m)
0,15
0,10
0,20
0,12
0,24
0,14
0,30
0,16
1
tiranti b 2b b (m)
c (mm)
0,08
25,00
0,125
40,00
0,15
55,00
0,20
65,00
3
muri (spessore s) s (m) 0,10 0,11 0,13 0,15 1
impalcati in semplice appoggio h (m)
c (mm)
0,06
15,00
0,07
20,00
0,09
30,00
0,11
40,00
3
impalcati continui h (m)
c (mm)
K
l
0,06
15,00
0,125
0,07
15,0
0,15
0,09
20,00
0,20
0,11
25,00
0,25
2,3
travi h b in semplice appoggio b (m)
c (mm)
0,12
25,00
0,16
40,00
0,20
55,00
0,24
65,00
3
travi h b continue b (m)
c (mm)
K
l
0,08
25,00
0,125
0,11
25,00
0,15
0,14
33,00
0,20
0,17
40,00
0,25
2,3
Note: (
1
) Dimensioni valide per snellezza < 35 ed armatura verticale non considerata per il dimensionamento, copriferro 25 mm.
(
2
) Devono essere presenti armature sugli appoggi tali da equilibrare almeno la met del momento limite in campata
calcolato in assenza di continuit; il coefficiente K
l
definisce le lunghezze l
s
di estensione di tali armature rispetto
alla distanza l fra gli appoggi K = l
s
/ l.
Il 20% delle armature superiori deve essere esteso a tutta la trave.
(
3
) Per copriferro maggiore di 40 mm necessaria una rete aggiuntiva.
276-472_CAP_03_C Page 435 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-436 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
3.11.2.6 Esempio. Verifica allo stato limite di incendio tipo per durata 60 min di una trave con
un incastro ed un appoggio soggetta a carico permanente g = 15 kN m
1
ed accidentale
q = 24 kN m
1
avente le caratteristiche indicate nella figura 124.
Dalla tabella 16 per b = 0.24 m e t = 60 min risulta la temperatura media
= 642 C negli elementi inferiori e, analogamente di 470 C nellacciaio inferiore e T = 345 log (8 60 + 1) =
= 925 C nellambiente.
Con riferimento alla figura 123 la resistenza a trazione dellacciaio con f
s
= 430 N mm
2
vale:
Il momento limite corrispondente con
s
= 1,0 e braccio di leva z = 0,9 0,608 = 0.547 m vale:
M
2T
= 3 314 1,0 256 0.547 = 132,5 kN m
la sezione critica, nella quale il momento positivo massimo posta alla distanza x = 3,22 m
dallappoggio.
Il carico massimo sopportabile con lo schema strutturale iniziale risulta (g + q) = 128 M
2T
/ 9l
2
=
= 128 132,5/9 8,60
2
= 25,5 kN m
1
ed il corrispondente momento nella sezione di incastro
M
3T
1/8 8,60
2
25,5 = 235,5 kN m.
Nellipotesi di formazione di cerniera plastica nella sezione critica, deve essere verificato se la par-
te di carico in eccedenza (g + q) = 39 25,5 = 13,5 kN m
1
sopportato dalla struttura modificata.
In tale ipotesi lazione della parte sinistra sulla parte incastrata vale:
R = 3,22 13,5/2 = 21,7 kN e la conseguente variazione di momento negativo
M
3
= 21,7(8,60 3,22 = 5,38) 13,5 5,38
2
/2 = 312,3 kN m
Fig. 124. Struttura per verifica allo stato limite di incendio.
1
4
--- 570 590 650 760) = + + + (
f
st
430 = 1
470 250
700 250
------------------------ 1 0.17 ( ) 256 N mm
2
=
276-472_CAP_03_C Page 436 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

LTRI



STATI



LIMITE

C-437

In totale nella sezione di incastro si ha

M

D

= 235,5 312,3 = 547,8 a cui corrispondono le
azioni nel calcestruzzo e nellacciaio:


N

cT

=

N

sT

= 547,8/(0,9


0,61) = 997,8 kN
Considerando che larmatura resistente (8d20 = 2513 mm

2

) allestradosso e quindi a tempe-
ratura minore di 250 C, non si ha alcuna menomazione della relativa resistenza e quindi

N

sR

= 2513


430/1000 = 1080 kN >

N

ST

.
Per la verifica del bordo compresso di altezza circa 0,20


0,61 = 0,12 m in corrispondenza della
temperatura media pari a 427 C la resistenza del calcestruzzo di classe

f

ck

= 45 N mm

2

vale:

f
cF
= 45[1 0,80(427 200)

/

(700 200)] = 29 N mm

2

e quindi, tenendo conto di 2 barre

d

20, con capacit 256 N mm

2

la massima risultante delle
compressioni vale:

C

= (29


120


240 + 2


314


256)/1000 = 996 kN =

N

cT

necessario ancora verificare che nella struttura modificata, con cerniera in 2, non sussistano
sezioni in cui il momento positivo superi quello calcolato.
La reazione sullappoggio 1 vale:

R

1

= 3


25,5


8,60/8 + 13,5


3,22/2 = 104 kN; lespressione
del momento flettente

M



(

x

) = 104,0

x

39,0

x

2

/2 e risulta massima per

x

= 2,66 m con

M



(2,66) = 138,7 kN m >

M

2

T

= 132,5 kN m.
quindi necessario o un aumento dellarmatura inferiore o lapplicazione di un intonaco iso-
lante che limiti la temperatura nellacciaio al valore

T

= 450 C a cui corrisponde tensione utile
271 N mm

2

in grado di equilibrare il maggiore tiro nellarmatura.
Si osserva che in tal modo si modificherebbe anche la posizione della sezione in cui si forma
la cerniera plastica e che quindi lanalisi potrebbe essere iterata fino allapprossimazione richiesta.

3.11.3 Resistenza al sisma
3.11.3.1

Azioni.

Le azioni sismiche sono correlate allintensit massima dei terremoti della re-
gione in esame, nonch al tipo di terreno attinente alla localit di costruzione; le scosse sono di
natura sussultoria (in direzione verticale) ed ondulatoria (in direzione orizzontale).
Entrambe inducono nelle fondazioni della struttura accelerazioni, velocit di traslazione e spo-
stamenti che si possono normalmente ritenere indipendenti dalle caratteristiche delledificio, salvo
nel caso in cui questo abbia massa rilevante e sia quindi necessario lo studio della interazione di-
namica terreno-struttura.
Le scosse nella direzione verticale, in parte prive di correlazione diretta con quelle orizzonta-
li, generano forze inerziali variabili con il tempo che si sovrappongono algebricamente a quelle
indotte dai carichi e sono determinabili tenendo conto delle caratteristiche dinamiche della struttu-
ra cos che non si pongono in generale nuovi problemi per le verifiche.
Le forze inerziali, distribuite lungo laltezza delledificio e prodotte dalle scosse nella direzio-
ne orizzontale, inducono nella struttura elevate azioni flettenti e taglianti di segno alternato e ri-
chiedono quindi analisi specifica.
Per effetto delle accelerazioni orizzontali in generale il comportamento della struttura non
lineare ed necessario fare affidamento sulla duttilit, ossia sulla capacit di dissipare una frazio-
ne considerevole di energia mediante cicli isteretici senza che venga sostanzialmente menomata la
resistenza; risulta implicito il danneggiamento al termine dellevento e la necessit di riparazioni.
Nel caso si volesse dimensionare la struttura in modo che il comportamento sia lineare si ot-
terrebbe aumento delle accelerazioni indotte incompatibile con luso delledificio (distruzione degli
elementi non strutturali, proiezione di oggetti, etc.).
Poich la dissipazione di energia limita le azioni ed il conseguente danneggiamento riduce la
rigidezza e sposta il periodo proprio della struttura verso valori pi elevati a cui corrisponde una
minore energia dellevento sismico, lecito effettuare le analisi in campo elastico sotto le condi-
zioni nel seguito esposte.

276-472_CAP_03_C Page 437 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-438

S

TRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
In modo semplificato la capacit di resistenza strutturale in campo non lineare tenuta in
conto considerando azioni sismiche artificialmente ridotte rispetto a quelle che si avrebbero per
comportamento indefinitamente elastico.
Con riferimento alla figura 125, identificato lo spostamento u
max
a cui risulta soggetto un ele-
mento strutturale analizzato in campo elastico, indipendentemente dalla sua resistenza e con u
sn
quello corrispondente al limite di proporzionalit, sussiste la relazione: = u
max
/u
sn
= fra il
fattore di duttilit ed il rapporto fra le azioni corrispondenti S
e
ed S
sn
; la resistenza richiesta
allelemento pu quindi essere espressa mediante lazione S
e
di risposta elastica allevento sismico
divisa per il fattore di duttilit, ossia .
Per evitare il ricorso ad analisi non lineari si introduce il concetto di fattore di struttura il
quale funzione del fattore di duttilit e tiene conto della capacit di dissipazione isteretica di
energia e viene impiegato per correggere i risultati di unanalisi lineare al fine di ottenere una sti-
ma delleffettiva risposta non lineare.
I valori del fattore di struttura sono quindi individuati dal rapporto fra lintensit sismica che
provoca il collasso della struttura tenendo conto del reale comportamento non lineare dissipativo
e lintensit sismica corrispondente al limite della linearit; in relazione alle tipologie strutturali,
possibile assegnare a priori valori medi di tali fattori.
Nel caso esemplificativo di struttura con un solo grado di libert (fig. 126) lequazione di
equilibrio elastico dinamico in direzione orizzontale si scrive:
in cui u, , sono rispettivamente lo spostamento, la velocit e laccelerazione della struttura di
massa m, k la rigidezza, c lo smorzamento,
g
laccelerazione del terreno.
Nellipotesi, normalmente verificata di smorzamento inferiore al 0,10 di quello critico, lecito
confondere i periodi dei modi di vibrazione non smorzata con quelli reali; quindi possibile co-
struire in modo univoco linviluppo delle massime caratteristiche del moto indotto nella struttura,
al variare dei relativi parametri dinamici, risolvendo la relativa equazione. Assumendo come note
le caratteristiche del moto del terreno, ad esempio utilizzando accelerogrammi reali o generati ma-
tematicamente (con tecniche che esulano dagli scopi del presente manuale), si cacolano gli invi-
S
e
S
sn
-------
S
sn
S
e

----- =
Fig. 125. Definizione del fattore di duttilit.
m cu ku + + m
g
=
u
276-472_CAP_03_C Page 438 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
ALTRI STATI LIMITE C-439
luppi di cui sopra (in generale per smorzamento pari a 0,05 di quello critico) che prendono il
nome di spettri di risposta elastici di spostamento, velocit, accellerazione.
In particolare, a un accelerogramma
g
() corrisponde lo spostamento u() delloscillatore se-
condo la funzione
in cui
Si pu poi calcolare il massimo uguale al valore massi-
mo dellintegrale al 2 membro; S
d
lo spostamento spettrale mentre laccelerazione spettrale
S
a
=
2
S
d
e la forza inerziale sviluppata vale F
s, max
= k S
d
= m S
a
.
Per gli scopi pratici fondamentale lo spettro della accelerazione di risposta espressa in
funzione del periodo proprio della struttura; bench sussistano semplici relazioni che consento-
no di ricavare da tale spettro i corrispondenti parametri di velocit e di spostamento, in gene-
rale questi non coincidono con i relativi spettri determinati sulla scorta delle registrazioni di
eventuali reali.
Si dimostra che, nel caso di frequenze modali sufficientemente scalate, ossia tali che risulti f
i1
/
f
i
> 0,90 e per comportamento elastico, possibile determinare le azioni nella struttura effettuandone
unanalisi modale ed applicando alla fondazione le accelerazioni risultanti dallo spettro di risposta in
corrispondenza dei periodi relativi ai modi; si evita quindi di dover considerare tutti i possibili accele-
rogrammi, determinarne gli effetti e calcolarne linviluppo, come necessario nel caso di comportamen-
to non lineare.
Con tale procedimento necessario considerare un numero di modi tale da assicurare la par-
tecipazione al moto di almeno il 90% delle masse; gli effetti dei singoli modi sono combinati as-
sumendo come valore efficace la radice quadrata della somma dei quadrati dei contributi modali,
cos da tenere conto della parziale contemporaneit delle partecipazioni.
Lo spettro dellaccelerazione di risposta di progetto per analisi lineare (fig. 127) definibile
analiticamente in funzione del periodo T , mediante le relazioni (97) riportate secondo la norma-
tiva [5].
Fig. 126. Schema di oscillatore semplice.
u ( )
1

----
g
( ) e
t ( )
sin t ( ) d
0
t

k
m
----,
c
2m
------------ = =

max
S
d
S , ( )

-------------------, con S , ( ) = =
276-472_CAP_03_C Page 439 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-440 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
con
S = S
S
S
T
un coefficiente che tiene conto della categoria del sottosuolo, identificata da S
S
, e
delle condizioni topografiche secondo S
T
.
a
g
il valore dellaccelerazione di picco del luogo per il periodo di ritorno di riferimento.
F
0
2,20 il fattore di amplificazione dellaccelerazione spettrale su terreno infinitamente rigido.
= il coefficiente che tiene conto dello smorzamento viscoso equivalente (%)
della struttura, se = 5% , allora = 1,00.
T
B
= T
C
/3 il periodo corrispondente al tratto dello spettro con accelerazione costante.
T
C
= il periodo corrispondente al tratto dello spettro con velocit costante.
T
D
= il periodo corrispondente al tratto dello spettro con spostamento costante.
Il valore di a
g
(accelerazione massima) legato alla pericolosit del luogo ed fornito, uni-
tamente a F
0
in funzione del periodo di ritorno dellevento sismico e della probabilit di supera-
mento dei relativi parametri nel periodo di riferimento, tramite le coordinate geografiche diretta-
mente dal sito di INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia).
Tale periodo quindi differenziato in funzione del prodotto V
R
= V
N
C
U
fra la vita nominale
V
N
prevista per la costruzione e la classe di uso C
C
della stessa e in funzione delle probabilit di
superamento associate alle verifiche previste
0 T < T
B
(97)
T
B
T < T
C
T
C
T < T
D
T
D
T
Stato limite
Probabilit
di superamento
SLO stato limite di operativit 81% stato limite di servizio
SLD stato limite di danno 63% stato limite di servizio
SLV stato limite di salvaguardia della vita 10% stato limite ultimo
SLC stato limite di collasso 5% stato limite ultimo
Fig. 127. Spettro dellaccelerazione di risposta di progetto.
S
e
T ( ) a
g
SF
0

T
T
B
------
1
F
0
---------- 1
T
T
B
------
,
_
+ =
S
e
T ( ) a
g
SF
0
=
S
e
T ( ) a
g
SF
0
T
C
T
------
,
_
=
S
e
T ( ) a
g
SF
0
T
C
T
B
T
2
-------------
,
_
=
10
5 +
------------ 0,55
C
C
T
C
*
4a
g
g
-------- 1,6 +
276-472_CAP_03_C Page 440 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
ALTRI STATI LIMITE C-441
I valori di S
S
e C
C
dipendono dalle categorie del sottosuolo secondo la tabella 23.
Dove le categorie di sottosuolo sono, rispettivamente:
A) Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di V
s,30
superiori
a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore mas-
simo pari a 3 m.
B) Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina
molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle
propriet meccaniche con la profondit e da valori di V
s,30
compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ov-
vero N
SPT,30
> 50 nei terreni a grana grossa e c
u,30
> 250 kPa nei terreni a grana fina).
C) Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina media-
mente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle
propriet meccaniche con la profondit e da valori di V
s,30
compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ov-
vero 15 < N
SPT,30
< 50 nei terreni a grana grossa e 70 < c
u,30
< 250 kPa nei terreni a grana fina).
D) Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scar-
samente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento
delle propriet meccaniche con la profondit e da valori di V
s,30
inferiori a 180 m/s (ovvero
N
SPT,30
< 1 nei terreni a grana grossa e c
u,30
< 70 kPa nei terreni a grana fina).
E) Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul substrato
di riferimento (con V
s
> 800 m/s).
Il coefficiente S
T
, assegnato con riferimento alla categoria topografica che caratterizza la
posizione dellopera:
T1 Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media i 15, S
T
= 1,0
T2 Pendii con inclinazione media i > 15, S
T
= 1,2
T3 Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e 15 i 30, S
T
= 1,2
T4 Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e i > 30, o con ubicazione
dellopera in corrispondenza della cresta del rilievo, S
T
= 1,4
3.11.3.2 Criteri di progetto. Il progetto deve garantire il migliore comportamento strutturale,
minimizzando le concentrazioni di tensione, la richiesta di duttilit ed i danni riscontrabili dopo
levento sismico.
Il progetto deve perseguire la gerarchia delle resistenze, aumentando la capacit delle zone
ove insita una fragililit, per garantire la localizzazione e la anticipata formazione di meccani-
smi duttili che sono in grado di dissipare energia. Per esempio la resistenza di progetto a taglio
non viene determinata sulla scorta dei risultati della analisi ma in base alle azioni corrispondenti
alla attivazione dei meccanismi duttili.
Tabella 23. Valori di S
S
e C
C
.
Categoria sottosuolo S
S
C
C
A 1,00 1,00
B
C
D
E
1,00 1,40 0,40 F
0

a
g
g
----- 1,20
1,10 T
C
*
( )
0,20
1,00 1,70 0,60 F
0

a
g
g
----- 1,50
1,05 T
C
*
( )
0,33
0,90 2,40 1,50 F
0

a
g
g
----- 1,80
1,25 T
C
*
( )
0,50
1,00 2,00 1,10 F
0

a
g
g
----- 1,60 1,15 T
C
*
( )
0,40
276-472_CAP_03_C Page 441 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-442 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Poich alle colonne compete il trasferimento dei carichi alle fondazioni in presenza degli ef-
fetti del 2 ordine bene evitare il collegamento a travi di grande rigidezza allo scopo di limitare
i momenti indotti e concentrare negli elementi orizzontali la dissipazione di energia; a questo sco-
po la somma dei momenti resistenti delle parti di colonna superiore ed inferiore deve risultare
maggiore di quella delle estremit delle travi concorrenti. In queste condizioni il migliore rimedio
al collasso per instabilit delle colonne consiste nel loro rinforzo piuttosto che nellaumento di ri-
gidezza, allo scopo di ridurre la necessit di comportamento non elastico.
Devono essere posti in atto tutti gli accorgimenti atti a conferire alla struttura la massima
possibile duttilit, mediante accurata disposizione delle armature, adeguato ancoraggio, adozione di
staffe chiuse integrate da legature, eliminazione nei nodi delle eccentricit relative degli assi degli
elementi strutturali concorrenti.
Le estremit dei setti irrigidenti devono essere presidiate con armature di confinamento e se
possibile conformate con sezione orizzontale a doppio T; le travi di collegamento fra setti devono
essere armate anche con barre diagonali fittamente staffate (fig. 128).
Nei setti irrigidenti si prolunga verso lalto, per lunghezza pari alla larghezza, larmatura ne-
cessaria alla base e poi la si riduce linearmente cos da evitare deformazioni non elastiche nelle
sezioni pi elevate; opportuno affidare ai setti anche una frazione dei carichi verticali per evi-
tare che risultino tesi per effetto delle azioni sismiche.
La percentuale di armatura deve risultare 0,01 < < 0,06 in modo da assicurare un buon in-
tervallo fra il momento di fessurazione e quello di snervamento, ed evitare concentrazione ecces-
siva di barre che pone difficolt di getto e possibile riduzione di resistenza a taglio.
Le giunzioni delle barre devono essere effettuate nelle zone di momento nullo ed in ogni ca-
so presidiate da spirale; nelle colonne bene prevedere connettori meccanici.
Fig. 128. Dettagli di armatura.
276-472_CAP_03_C Page 442 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
ALTRI STATI LIMITE C-443
In generale, in una struttura regolare sono limitate le concentrazioni delle azioni in alcuni
degli elementi resistenti; quindi buona norma di progettazione attuare la ricerca di schemi strut-
turali dotati di tale caratteristica.
Si definisce come regolare un edificio la cui pianta non abbia angoli rientranti, con eventuali ar-
retramenti dei piani superiori centrati rispetto a quelli inferiori e con centro delle masse possto nellin-
torno (definito da un raggio pari 0,05 la dimensione minore della pianta) di quello delle rigidezze.
La regolarit della struttura pu essere vanificata da elementi non strutturali quali i muri divisori
e le facciate che conferiscono rigidezze non quantificabili e manifestano comportamento fragile;
buona norma costruttiva prevedere giunti orizzontali ad ogni piano alla sommit di tali elementi.
3.11.3.3 Analisi. In generale le strutture degli edifici costituiscono un insieme tridimensionale
nel quale lelevata rigidezza planare degli impalcati impone un asservimento agli spostamenti oriz-
zontali di ogni livello cos che i modi fondamentali di vibrazione sono riconducibili a combina-
zioni di traslazioni orizzontali lungo due assi ortogonali e di una rotazione attorno ad un asse ver-
ticale; fra due piani successivi intervengono negli elementi verticali le deformazioni dovute alla
flessione ed al taglio (fig. 129).
I modi associati a spostamenti verticali si manifestano con periodi molto pi brevi, salvo che
nelle strutture a sbalzo o con rapporto luce/altezza maggiore di 20.
Gli spostamenti relativi fra i piani modificano le rette di azione dei carichi sovrastanti e quin-
di inducono negli elementi verticali effetti del 2 ordine; necessario considerare che in tale si-
tuazione viene modificato il comportamento dinamico della struttura, in genere con aumento del
periodo, con significativo scostamento dalla linearit.
In generale gli effetti di cui sopra sono trascurabili se verificata la disuguaglianza (98) che
pone un limite alla sensibilit della struttura alle azioni del 2 ordine:
(98)
in cui H
i
e W
i
sono rispettivamente la risultante al piano i delle forze inerziali orizzontali e dei
carichi verticali soprastanti, u
i
lo spostamento elastico fra i piani, hi linterpiano.
Poich non determinabile a priori la direzione delle scosse rispetto alledificio, sarebbe ne-
cessaria la ricerca della condizione pi sfavorevole; risulta possibile semplificare tale procedura ap-
Fig. 129. Effetto della rigidezza orizzontale degli impalcati sui modi di vibrazione.
W
i
u
i
H

i
h
i
----------------- 0.10


276-472_CAP_03_C Page 443 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-444

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

plicando lo spettro di risposta di calcolo lungo la direzione a cui compete il massimo periodo proprio
della struttura ed analogo contemporaneo spettro moltiplicato per 0,3 nella direzione ortogonale.
Nel caso in cui la struttura risulti regolare possibile effettuare lanalisi considerando sepa-
ratamente modelli planari contenenti i telai ortogonali; nellattribuzione delle masse ai nodi dei te-
lai necessario mettere in conto uneccentricit addizionale e
n
, definita nella figura 130, dovuta
alle incertezze sulla reale distribuzione dei carichi.
Nel caso non si effettuasse lanalisi dinamica delledificio il primo periodo di vibrazione pu
essere calcolato mediante la formula di Rayleigh (99):
(99)
in cui

F

i

sono forze orizzontali arbitrarie variabili linearmente con laltezza ed applicate ai piani

i

ed alle quali corrispondono gli spostamenti

u

i

;

W

i

/

g

sono le masse corrispondenti ai carichi

W

i

agenti al piano

i

.
Sempre nellipotesi di struttura regolare e nel caso di periodo inferiore a 2,5

T

c

possibile
effettuare unanalisi statica, detta equivalente a quella dinamica, assumendo a priori una distri-
buzione lineare delle accelerazioni crescente verso lalto definita dal fattore


i

alle masse

W

i

/

g

ed
attribuendo ad ogni piano, posto ad altezza

z

i

rispetto alle fondazioni le forze inerziali

H

i

corri-
spondenti, secondo le espressioni (100):
(100)

z

w

laltezza del baricentro della costruzione.
Tale assunzione basata sulla ipotesi di prima forma modale corrispondente a quello di trave
con solo incastro alla base e partecipazione di tutte le masse a tale modo.
Per tenere conto che i modi di vibrazione corrispondenti a frequenza elevata possono alterare
il diagramma dei momenti flettenti calcolato con lanalisi statica equivalente e che tale effetto
maggiore per strutture con bassa frequenza fondamentale, i momenti di calcolo delle colonne de-
vono essere maggiorati mediante un fattore di correzione stimato


E

= 0,6



T

1

+ 0,85 con

T

1

periodo
fondamentale in secondi e con la limitazione 1,1 <


E

< 1,8.
Fig. 130. Eccentricit addizionale delle masse.
T
1
2 =


W

i
u
2

i
g


F

i
u
i
--------------------
H
i
S
d
T ( )z
i
W
i
gz
w
-------------------------- con z
w
W
j
z
j
W
j
------------------- = =

276-472_CAP_03_C Page 444 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

LTRI



STATI



LIMITE

C-445

Analogamente per i setti si maggiorano le azioni di taglio orizzontali con


E

= 0,1

N

+ 0,9 < 1,8
con

N

= numero dei piani, per tenere conto del reale comportamento dinamico.

3.11.3.4

Verifiche.

Per le verifiche relative agli stati limite di servizio (SLO, SLD), si conside-
ra lo spettro di risposta elastico definito dalle (97), associato a tali condizioni, mentre per quelle
relative agli stati limite ultimi si utilizza lo spettro di progetto

S

d



(

T

) ottenuto da quello

S

e



(

T

) po-
nendo nelle varie formule


= 1/

q

, con

q

fattore di struttura che ne rappresenta il comportamento
isteretico dissipativo.
Tale fattore di struttura viene definito in funzione della tipologia dellorganismo resistente e
della relativa classe di duttilit: CD A, alta o CD B, bassa. Le classi sono differenziate per
lentit delle plasticizzazioni, possibili e pianificate in fase di progettazione, che consentono dissi-
pazione di energia per isteresi. I particolari costruttivi di tali zone dissipative devono assicurare la
trasmissione delle sollecitazioni anche in presenza di azioni cicliche.
In generale, per evitare lestensione incontrollata della plasticizzazione, le parti adiacenti de-
vono essere verificate per le azioni al contorno di progetto, generate dalle zone dissipative e mag-
giorate con il coefficiente


Rd

. Il coefficiente


Rd

vale 1,30 per CD A e 1,10 per CD B.
Si pone quindi

q

=

q

0

k

R

, in cui

q

0

dipende dalla tipologia strutturale, dalla classe di duttilit
e dal rapporto


u

/


1

fra il valore



u

dellazione sismica per il quale si ha la formazione di un nu-
mero di cerniere plastiche tale da rendere labile la struttura e quello


1

corrispondente alla for-
mazione della prima plasticizzazione per flessione;

k

R

tiene in conto le eventuali irregolarit in al-
tezza della struttura e vale 1,00 per regolarit, mentre si riduce a 0,8 in caso contrario.
Per strutture regolari in pianta, possono essere adottati i seguenti valori di


u

/


1

a) Strutture a telaio o miste equivalenti a telai
strutture a telaio di un piano


u

/


1

= 1,1
strutture a telaio con pi piani e una sola campata


u

/


1

= 1,2
strutture a telaio con pi piani e pi campate


u

/


1

= 1,3
b) Strutture a pareti o miste equivalenti a pareti
strutture con solo due pareti non accoppiate per direzione orizzontale


u

/


1

= 1,0
altre strutture a pareti non accoppiate


u

/

1
= 1,1
strutture a pareti accoppiate o miste equivalenti a pareti
u
/
1
= 1,2
Le strutture possono essere classificate secondo diverse tipologie e caratterizzate dai corri-
spondenti valori di q
0
(tab. 24).
Per evitare il collasso a seguito della rottura delle pareti, i valori di q
0
sono ridotti con il fat-
tore k
w
che assume i seguenti valori: per strutture a telaio o miste k
w
= 1, per strutture a pareti
k
w
= (1 +
0
)/3, ma compreso fra 0,5 e 1,0, con
0
= rapporto fra altezza e larghezza delle pareti.
Le strutture a pareti estese debolmente armate devono essere progettare in CD B. Strutture
aventi i telai resistenti allazione sismica composti, anche in una sola delle direzioni principali,
con travi a spessore devono essere progettate in CD B a meno che tali travi non si possano
considerare elementi strutturali secondari.
Per confermare la validit dei fattori q
0
, la duttilit di curvatura

della struttura deve sod-


disfare la seguente disuguaglianza
per T
1
T
C

[1,50 2q
0
1]
per T
1
< T
C

1,50 [1 + 2(q
0
1) T
C
/T
1
]
Tale duttilit calcolata come rapporto fra la curvatura corrispondente all85% di quella a rot-
tura della sezione e quella determinata dallo snervamento dellarmatura

= r
y
/r
0,85u
(fig. 131).
Indicando con E le azioni indotte dal sisma, deve essere verificata la condizione generale
limite (101):
(101)
in cui i coefficienti di contemporaneit
2i
sono quelli relativi ai carichi quasi permanenti
(C-3.3.6), tutti i carichi sono considerati con moltiplicatore
Q
= 1; il coefficiente di sicurezza
per leffetto E del sisma implicito nella definizione dello spettro R
a

.
S
D
S = ( G P E
2i
+ + + Q
i
) R
D
<
276-472_CAP_03_C Page 445 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-446

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Per il calcolo delle azioni resistenti

R

D

si assumono i coefficienti di sicurezza dei materiali
riportati in

C-3.3.5

.
Per tenere conto del possibile sfavorevole incremento oltre al valore di progetto della rigidez-
za delle travi di collegamento, si maggiora la relativa resistenza al taglio del 25% e si adotta tale
valore quale azione assiale per la verifica dei setti irrigidenti.
Per la verifica delle travi si considerano i momenti fittizi di estremit, in generale maggiori
di quelli determinati con lanalisi strutturale, ma necessari per evitare una rottura fragile per taglio
degli elementi orizzontali.
A ogni estremit tali momenti sono espressi da
in cui


Rd

un fattore che tiene in conto la possibile sovraresistenza dellacciaio per effetto
dellincrudimento,

M

Rb,i

il momento di progetto della trave risultante dalla analisi, mentre

Tabella 24. Valori di

q

0

in funzione della tipologia della struttura.

Tipologia della struttura

q

0

CD B CD A

Strutture a telaio

, nelle quali la resistenza alle azioni sia verticali che orizzontali
affidata principalmente a telai spaziali, aventi resistenza a taglio alla base


65%
della resistenza a taglio totale.
3


u

/


1

4,5


u

/


1

Strutture a pareti

, nelle quali la resistenza alle azioni sia verticali che orizzontali
affidata principalmente a pareti, singole o accoppiate, aventi resistenza a taglio
alla base


65% della resistenza a taglio totale.
3,0 4,0


u

/


1

Strutture miste telaio-pareti

, nelle quali la resistenza alle azioni verticali affida-
ta prevalentemente ai telai, la resistenza alle azioni orizzontali affidata in parte
ai telai e in parte alle pareti, singole o accoppiate. Se pi del 50% dellazione
orizzontale assorbita dai telai, si parla di

strutture miste equivalenti a telai

, altri-
menti si parla di

strutture miste equivalenti a pareti

.
3


u

/


1

4,5


u

/


1

Strutture deformabili torsionalmente

, composte da telai e/o pareti, la cui rigidez-
za torsionale non soddisfa a ogni piano la condizione

r

/

l

s

> 0,8 , nella quale:

r



2

= rapporto tra la rigidezza torsionale e flessionale di piano,
= (

L

2

+

B

2

)/12, con

L

e

B

dimensioni in pianta del piano.
2,0 3,0

Strutture a pendolo inverso

, nelle quali almeno il 50% della massa nel terzo su-
periore dellaltezza della costruzione o nelle quali la dissipazione denergia av-
viene alla base di un singolo elemento strutturale.
1,50 2,0
l
s
2
Fig. 131. Curvatura per la definizione di

.
M
id

Rd
M
Rb, i
; min 1,
M
Rc
M
Rb
------------------
,

_
=
276-472_CAP_03_C Page 446 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

LTRI



STATI



LIMITE

C-447

e sono le somme dei valori dei momenti resistenti di progetto delle estremit
delle colonne e delle travi concorrenti nel nodo considerato (fig. 132).
Sia per i setti che per le colonne lazione assiale di progetto non deve essere superiore a
0,5

A

c

f
ck
in modo da assicurare un adeguato livello di duttilit.
Per la verifica a taglio si considera leffetto dei carichi e quello derivante dai momenti resi-
stenti delle estremit dellelemento, secondo lespressione (102) e figura 132.
(102)
M
Rc
M
Rb
Fig. 132. Momenti flettenti nel nodo strutturale.
Fig. 133. Disposizione delle staffe.
V
D
V
G
=
2
+ V
Q
V
E
V
M
V
M
1
l

----- max =
M
1
s
M
2
i
+
M ( )
1
i
M
2
s
+


276-472_CAP_03_C Page 447 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-448

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Linterasse

t

l

delle staffe (chiuse e con diametro minimo 6 mm) nelle zone terminali delle
travi e dei pilastri, deve soddisfare le condizioni indicate nella figura 133. Si deve verificare, in
particolare, che
Con analogo procedimento si determinano le percentuali di armatura e i valori di progetto per
le estremit delle colonne
In entrambi i casi si assegna a


Rd

il valore 1,30 per CD A e 1,10 per CD B.
Nel caso delle travi, a causa dellinversione ciclica dei momenti dovuti al sisma, (con conse-
guente possibile deformazione plastica delle armature superiori e inferiori e fessurazione sullinte-
ra altezza), non deve essere messo in conto il contributo del calcestruzzo teso

V

cR

2

alla resistenza
al taglio (

C-3.9.2.3

).
Quando sia sempre presente unazione assiale di compressione, come nel caso delle colonne,
indicando con

M

dec

ed

M

D

rispettivamente il momento di decompressione e quello di progetto, po-
sto


dec

= 1 +

M

dec

/

M

D

< 2, si pu considerare attiva la parte del contributo del calcestruzzo teso:
Nei setti di lunghezza

l

larmatura orizzontale minima posta a interasse

t

definita da
, mentre quella verticale a interasse

v .

3.11.3.5

Esempio.

Verificare la resistenza al sisma della struttura rappresentata nella figura 134.
La struttura pu essere definita come regolare; la presenza di due setti irrigidenti consente
lanalisi di telai piani fra i quali si considera nel presente esempio quello longitudinale di bordo.
I carichi agenti sono:
permanenti incluso il peso proprio

g

= 6,5 kN m

2

;
accidentali ai livelli 1,2,3:


= 0,4

q

= 5,0 kN m

2

;
accidentali al livello 4:


= 0,2

q

= 2,0 kN m

2

.
I carichi totali di progetto risultano quindi:
al livello 4: 6,5 + 0,2


2 = 6,9 kN m

2

ai livelli 1-2-3: 6,5 + 0,4


5 = 8,5 kN m

2

Per i materiali si considera calcestruzzo con

f

ck

= 36 N mm

2

e acciaio con

f

s

= 430 N mm

2

.
Si suppone che la struttura abbia un coefficiente di importanza

I

= 1,1 e che debba essere co-
struita su terreno ghiaioso caratterizzato da

S

= 1,28 e per il quale la massima accelerazione pre-
vista

a

= 3,2 m s

2

con T
0
= 0,4 s.
Il primo modo risulta essere di traslazione secondo x, con periodo 0,42 s; a tale condizione
si pu ritenere associato un comportamento a telaio, a cui corrisponde il coefficiente = 3,5.
Risulta quindi per = 2,5:
A
s
s
A
s
i
0,0018


syd
-----------------
f
cd
f
yd
-------- +
,
_
b
l
a
l

A
s
i
0,5 A
s
s
ovunque A
s
i
0,5 b
l
a
l

f
ctm
f
yk
----------
M
d

Rd
M
Rc
; min 1,
M
Rb
M
Rc
------------------
,

_
=
V

cR2
V

cR2

dec
0,45 f
ctd
= = bh
dec
a
t
A
t
t
-----
V
D
V

cR2

l f s
--------------------------- = = a
V
A
v
v
------
V
D
V

cR2

ND
Ac
-------
l f s
----------------------------------------- = =
R
a
0,42 ( ) 1,1 2,5 3,2 1,28
0,40
0,42
----------
,
_
2 3 /
3,5 3,11 m s
2
= = =

276-472_CAP_03_C Page 448 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

LTRI



STATI



LIMITE

C-449

Per lanalisi statica equivalente si calcolano i carichi di competenza ad ogni piano del telaio
in esame; supponendo che tutti i telai longitudinali abbiano la stessa rigidezza e considerando gli
impalcati infinitamente rigidi nel loro piano, ad ogni telaio competono forze inerziali uguali men-
tre risultano ovviamente diversi i carichi verticali.
Nella direzione considerata i centri delle masse e delle rigidezze giacciono sulla stessa retta,
deve essere quindi considerata la sola eccentricit addizionale

e

m

= 0,05


14 = 0,7 m; la coppia ri-
sultante delle forze inerziali

M

=

R

a



e

m



m

assorbita dai setti trasversali che hanno rigidezza
molto superiore a quella dei telai longitudinali.
Larea di competenza per le forze inerziali agenti sul telaio di bordo risulta

A

= (6,0 + 8,0)


(9,0 + 9,0)/3 = 84 m

2

, ed inoltre

R

a



/

g

= 0,317.
Per leffettuazione dellanalisi statica equivalente, si ordinano nella seguente tabella i carichi
orizzontali agenti ad ogni piano e si applicano le (100).


W

i



h

i

= 29 131,2 kN m

h

G

= 10,70 m

Piano

h



(m)

W

i

(kN)


i

W

i

(kN)

R

a



i

W
i

/g (kN)
4
3
2
1
17,0
13,0
09,0
05,0
84 (6,5 + 0,2 2 = 6,9) = 579,6
84 (6,5 + 0,4 5 = 8,5) = 714,0
84 (6,5 + 0,4 5 = 8,5) = 714,0
84 (6,5 + 0,4 5 = 8,5) = 714,0
1,5882
1,2145
0,8408
0,4671
920,54
867,18
600,35
333,53
292,48
275,52
190,75
105,97

W
i
= 2721,6
Fig. 134. Schema della struttura, carichi verticali ed orizzontali.
276-472_CAP_03_C Page 449 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-450 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Fig. 135. Diagrammi delle azioni normali e flettenti.
276-472_CAP_03_C Page 450 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
ALTRI STATI LIMITE C-451
Per lanalisi del telaio piano necessario calcolare i carichi verticali (concomitanti con le azioni
orizzontali evidenziate) che, per effetto della rigidezza degli impalcati, hanno una diversa ripartizione.
Con riferimento alla figura 134b si ottengono i valori massimi dei carichi che ne definiscono
la distribuzione trapezoidale ipotizzata per solai orditi in due direzioni.
Si effettua lanalisi del telaio mediante codice di calcolo lineare per i carichi considerati, re-
lativi alla combinazione principale di progetto (101); i risultati sono riportati nella figura 135.
Alla base della colonna centrale assumendo
E
= 0,6 0,42 + 0,85 = 1,10 si ottiene N = 642 kN,
M = 886,8 1,10 = 975 kN m; nel diagramma di interazione della colonna, riportato nella figura 136,
Fig. 136. Verifica della colonna centrale.
276-472_CAP_03_C Page 451 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-452 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
il punto corrispondente cade allinterno della frontiera del dominio di rottura calcolato per f
cD
= 36/
1,5 N mm
2
f
sD
= 430/1,15 N mm
2
; si noti che, a favore di sicurezza, non stato applicato a N il
moltiplicatore
E
.
Invertendo il verso delle forze orizzontali risulta N = 190 kN, M = 1,10 905 = 995 kN m
e la verifica ugualmente soddisfatta (fig. 136).
Si osserva che la colonna laterale sinistra soggetta ad azione assiale di trazione N = + 588
kN al momento M = 797,4 1,10 = 877 kN m ed al taglio V = 260 kN e che quindi risulta ridotta
la resistenza al taglio; la sezione adottata risulta inoltre insufficiente per la verifica a tensoflessio-
ne; per ovviare ad entrambe le carenze necessario un aumento della sezione e delle armature o,
meglio, ladozione di precompressione assiale tale da equilibrare la trazione (1 cavo 4d15 mm
con f
p
= 1800 N mm
2
fornisce N
p
= 4 139 1050 = 583,8 kN).
3.12 ANALISI NON LINEARE ED EFFETTI DEL 2 ORDINE
3.12.1 Motivazioni. In generale nella analisi strutturale le relazioni di equilibrio devono essere
riferite alla geometria della struttura dopo lintervento delle deformazioni; la relazione Q,u fra i
carichi Q e gli spostamenti u risulta non lineare per le motivazioni esposte nel seguito.
Si possono individuare 3 casi in cui le usuali ipotesi di proporzionalit fra azioni e deforma-
zioni non sono pi valide.
a) Effetto di azioni elevate: in presenza di forze e momenti significativi, le equazioni di equi-
librio relative alla configurazione indeformata differiscono sensibilmente da quelle ottenute tenen-
do conto delle deformazioni anche se queste sono limitate (vedere effetto P, in C-3.11.3).
b) Effetto di grandi spostamenti: in presenza di grandi spostamenti come ad esempio in un ar-
co molto ribassato, cadono le ipotesi di proporzionalit fra deformazioni e spostamenti e variano
significativamente le posizioni delle azioni.
c) Effetto della non linearit delle leggi costitutive dei materiali: quando la relazione tensioni-
deformazioni non lineare, vengono modificati gli spostamenti derivanti dalle azioni anche se le
equazioni di equilibrio relative alla configurazione indeformata possono risultare sufficientemente
approssimate.
c1) Il legame costitutivo, non lineare per il calcestruzzo (anche per limitati valori delle tensioni)
e per lacciaio, oltre lo snervamento.
c2) Gli spostamenti u dipendono dal tempo per effetto del ritiro e del rifluimento del calcestruzzo
e del rilassamento dellarmatura attiva.
In generale fra le strutture sensibili a questi effetti sono da considerare i telai nei quali le co-
lonne hanno snellezza (103):
(103)
3.12.2 Sviluppo dellanalisi (cenni). A causa delle non linearit evidenziate viene a cadere la
sovrapponibilit degli effetti e quindi deve essere effettuata una analisi per ogni condizione di ca-
rico; in questa ottica i problemi di instabilit sono trattati mediante lindividuazione del valore di
uno o pi carichi che, in presenza di altri carichi assunti come costanti, non sono equilibrati dalle
azioni interne.
Le equazioni generali di equilibrio possono essere poste nella forma generale Ku = Q tenendo
conto che la matrice di rigidezza K funzione degli spostamenti u e dipende dalle tensioni attra-
verso le leggi costitutive dei materiali.
Per quanto sopra non possibile linversione di K per ottenere u e quindi si deve procedere
per successive linearizzazioni scegliendo un metodo di soluzione; gli effetti della non linearit
delle leggi costitutive dei materiali sono considerati nella formulazione (nel riferimento locale)
della matrice di rigidezza di ogni elemento finito componente la struttura mentre quelli della non
l
0
=
A
c
I

c

-------- 25 >
276-472_CAP_03_C Page 452 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

NALISI



NON



LINEARE



ED



EFFETTI



DEL

2

ORDINE

C-453

linearit geometrica sono considerati inserendo gli spostamenti nella matrice di trasformazione del-
le rigidezze nel riferimento globale.
A causa della fessurazione e delle deformazioni differite la risposta della struttura (spostamen-
ti ed azioni interne) dipende dalla storia del carico e quindi, nella soluzione matematica, dal per-
corso prescelto.
I metodi pi diffusi di soluzione sono i seguenti:

a

)

Metodo del carico incrementale.

Il carico totale

Q

suddiviso in incrementi


Q

, si forma
la matrice

K

usando le rigidezze tangenti, ossia quelle calcolate per gli spostamenti e le tensioni
del passo precedente, si calcolano gli spostamenti incrementali




u

e quelli totali

u

.
Ad ogni passo quindi possibile tenere anche conto degli effetti delle deformazioni differite,
della temperatura, di cedimenti vincolari e degli effetti della fessurazione.
Il procedimento termina quando si ottenuta la risposta della struttura al carico

Q

, oppure
quando le azioni interne non equilibrano il carico o gli spostamenti sono eccessivi (fig. 137a).

b

)

Metodo iterativo

. Si applica lintero carico

Q

e si calcola la frazione non equilibrata

Q

ne

sottraendo da

Q

la relativa risultante

R

i

delle azioni resistenti interne; il rapporto

Q

ne



/



Q

rappre-
senta la entit della discrepanza dallo stato di equilibrio.
Si aggiorna la matrice di rigidezza e si applica alla struttura

Q

ne

, iterando fino al raggiungi-
mento dellequilibrio (se esiste).
Tale metodo pi rapido del primo ma i risultati sono meno corretti perch dipendenti dal
percorso (fig. 137b).

c

)

Metodo combinato.

Tale metodo combina i vantaggi dei due precedenti, applicando il cari-
co per incrementi ed iterando per una rapida convergenza.
Lo schema di analisi non lineare secondo il metodo combinato riportato nel seguito.
Tempo

t

n

si suddivide il carico

Q

in frazioni


Q

e si applica alla struttura la frazione


Q

n



.
Fasi:

a

) Per ogni elemento strutturale si calcola la matrice di rigidezza tangente nel sistema lo-
cale, in base alla geometria ed alle leggi costitutive dei materiali; mediante la matrice
di trasformazione si assembla la matrice di rigidezza globale

K

.

b

) Si risolve il sistema

K



u

=


Q

n

per gli incrementi


u

degli spostamenti e si opera la
trasformazione in coordinate locali per ottenere gli incrementi di spostamento alle estre-
mit degli elementi finiti.

c

) Mediante le leggi costitutive, dagli spostamenti di estremit si calcolano le deformazioni


che vengono sommate a quelle precedenti per ottenere quelle totali


n



.

d

) Si calcolano gli spostamenti totali

u

n

e conseguentemente si aggiornano le lunghezze
degli elementi e le matrici di trasformazione degli spostamenti dal sistema di riferimen-
to locale a quello globale.
Fig. 137. a) b) Schemi concettuali dei metodi a, b, c.

276-472_CAP_03_C Page 453 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-454

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

e

) Si sottraggono le deformazioni non meccaniche


nm

da quelle totali


n
, per ottenere quelle

s
inerenti allo stato tensionale; tramite le leggi costitutive (,
s
) si calcolano le tensioni
al tempo t
n
, considerando anche gli effetti delle possibili inversioni delle azioni.
f) Si integrano le tensioni sulle sezioni e si calcolano le azioni interne corrispondenti R
i
che vengono trasformate nel sistema globale tenendo conto degli spostamenti u
n
.
g) Si calcolano le frazioni non equilibrate Q
ne
dei carichi totali Q
n
, sottraendo da questi i
contributi delle azioni interne R
i
: Q
ne
= Q
n
R
i
.
h) Si pone Q
n
= Q
ne
, lo si applica alla struttura e si riparte da a; literazione si arresta se
risulta Q
n
< tolleranza prefissata.
Tempo t
n + 1
: si riparte da a) incrementando i carichi.
Gli effetti delle deformazioni non meccaniche (ritiro, rifluimento, rilassamento, temperatura)
sono calcolati dalle relative deformazioni mediante la seguente procedura.
n1 Al tempo t
n
si bloccano gli spostamenti dei nodi.
n2 Si calcolano al tempo t
n+1
le azioni necessarie per impedire gli spostamenti dei nodi, se que-
sti fossero liberi; si integrano quindi le tensioni prodotte dalle deformazioni non meccaniche
che si sviluppano fra t
n
e t
n+1
per effetto del vincolo dei nodi n1.
n3 Al tempo t
n+1
si liberano i nodi e si applicano a questi, con verso opposto, le azioni prece-
dentemente calcolate, che sono quindi trattate alla stregua di carichi addizionali Q
nm
.
n4 Al tempo t
n+1
lincremento di carico quindi espresso da:
Con il procedimento illustrato si considerano gli effettivi legami tensioni deformazioni dei
materiali in modo da valutare esattamente gli effetti del secondo ordine e si determinano i valori
Q
R
dei carichi che provocano il collasso della struttura e quindi i risultanti moltiplicatori

QR
= Q
R
/ Q rispetto ai valori di esercizio.
Leffetto delle carenze di resistenza dei materiali valutabile in modo corretto soltanto in ter-
mini di sensibilit relativa della struttura ossia calcolandone le azioni per i valori Q
D
=
QD
Q e
verificando che Q
D
< R/
m
indipendentemente dalle deformazioni corrispondenti nel legame costi-
tutivo assunto per il progetto.
Per le strutture correnti si adottano metodi semplificati di analisi che, in generale, considerano
una sola legge costitutiva basata sulle resistenze ridotte di progetto R
D
= R/
m
e quindi sovrasti-
mando gli effetti geometrici del 2 ordine; alcuni di questi sono illustrati nel seguito.
3.12.3 Metodo approssimato per telai piani
3.12.3.1 Principi informatori. Supponendo trascurabili gli accorciamenti elastici delle travi, la
struttura a telaio risolta in campo elastico attribuendo alle aste rigidezze secanti ottenute dai
diagrammi di interazione N, M, h / r (h / r = curvatura adimensionale) per valori inizialmente stimati
di M
D
e N
D
; oltre alle azioni nelle membrature dovute ai carichi F
D
, si ottengono spostamenti
orizzontali u
i
ad ogni piano che modificano le rette di azione dei carichi verticali e richiedono
una nuova analisi del telaio con la geometria variata (fig. 138).
Si tratta in sostanza di aggiungere alle coordinate dei nodi gli spostamenti u
in
e di iterare il
calcolo fino a quando i valori nel ciclo n differiscono da quelli del ciclo n 1 di una quantit
prefissata u
i,n
u
i,n1
< .
Ad ogni passo n, essendo noti per ogni membratura del telaio i valori M, N, necessario
ricontrollare, tramite le relazioni di interazione N, M, h/r, se le rigidezze assunte a base del calco-
lo devono essere ridotte; in caso affermativo si deve ripetere il procedimento dallinizio adottando
le rigidezze equivalenti calcolate con la (104), secondo lo schema della figura 139 suddividendo
la lunghezza in tratti x.
(104)
Q
n 1 +
Q
ne n ,
= Q
nm
Q + +
EI ( )
eq
l

x
EI
------
----------- =
276-472_CAP_03_C Page 454 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
ANALISI NON LINEARE ED EFFETTI DEL 2 ORDINE C-455
Per il calcolo delle deformazioni si assumono leggi costitutive correlate alle resistenze medie dei
materiali tenendo conto eventualmente anche delleffetto irrigidente del calcestruzzo teso.
3.12.3.2 Interazione azione assiale, flettente, curvatura. Per una sezione di cui assegnata la
geometria, la posizione e larea delle armature ed i relativi legami tensioni-deformazioni dei ma-
teriali, ad ogni coppia di valori di valori dei parametri
0
e che definiscono il campo delle de-
formazioni corrisponde una coppia di azioni interne N,M.
Prefissando lazione assiale N, al variare di M, possibile determinare il campo pure variabi-
le delle deformazioni e quindi ricavare il legame M, ; si osserva che varia anche
0
e quindi la
deformazione assiale dellelemento
l
=
0
+ y
l
= con y
l
ordinata del baricentro.
Fig. 138. Effetti del 2 ordine nei telai piani.
Fig. 139. Relazioni momento, curvatura, rigidezza.
276-472_CAP_03_C Page 455 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-456 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
La relazione differenziale di equilibrio valida in campo elastico
per un tronco dx di trave soggetto ad M(x) e conseguentemente deformato con legge y (x), pu es-
sere considerata valida allo scopo di determinare, noti N, M, , la rigidezza corrispondente EI (x);
si noti come in tal modo si possa definire soltanto il valore del prodotto EI (x) e come questo di-
penda anche dal valore della azione assiale N e del momento M attraverso
0
e .
La relazione completa di interazione N, M, rappresentabile nel piano M, 1/r con un fa-
scio di curve ognuna corrispondente ad un valore di N (fig. 140).
A causa della non linearit del legame tensioni-deformazioni del calcestruzzo, non possibile,
anche per le forme pi semplici di sezione, la determinazione analitica del legame di interazione
ed quindi necessario procedere con metodi numerici per ogni caso assegnato; il numero e la ri-
petizione dei calcoli necessari richiedono luso dellelaboratore.
Le equazioni di equilibrio alla traslazione ed alla rotazione della sezione si scrivono rispetti-
vamente (105):
(105)
in cui A
c
e A
s
sono rispettivamente le aree elementari di calcestruzzo e di acciaio, poste a di-
stanza y
c
, y
s
dal punto O della sezione completa.

c

,
s
dipendono da tramite le leggi tensioni-deformazioni; il campo delle deformazioni dato
da =
0
+ y.
Si assumono come incognite
0
e (fig. 141) rispettivamente deformazione specifica di rife-
rimento su un punto O e inclinazione sulla verticale del diagramma delle deformazioni.
Per ogni valore prefissato di , che assume il ruolo di variabile indipendente per il calcolo
di M, possibile determinare
0
in modo che risulti soddisfatto lequilibrio alla traslazione e quin-
di ricavare M; al variare di , per intervalli prefissati, dalla relazione di equilibrio alla rota-
zione si ottengono quindi valori numerici della relazione di interazione cercata.
Si osserva che, per leffetto irrigidente del calcestruzzo (C-3.7.1.1) fra due lesioni, si dovreb-
be introdurre nel calcolo della curvatura la deformazione media dellacciaio
sm

; tenendo conto
M x ( )
EI x ( )
--------------
d
2
y x ( )
d

x

2

---------------------
1

r
--- = = =
Fig. 140. Interazione N, M, 1/r.
A
c

c
A
s

s
+ N =
A
c
y
c

c
A
s
y
s

s
+ M =

276-472_CAP_03_C Page 456 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

NALISI



NON



LINEARE



ED



EFFETTI



DEL

2

ORDINE

C-457

che lanalisi dedicata al comportamento strutturale sotto azioni elevate, alle quali corrispondono
tensioni nellacciaio altrettanto elevate, tale effetto trascurabile.
Per il calcolo di


0

si usa il metodo di Newton-Raphson di successiva approssimazione che
normalmente converge entro lerrore massimo del 1% in 4 o 5 cicli; assegnati due valori iniziali


01

ed


02

=


01

+

0

, e calcolate con la prima delle (105) le corrispettive azioni assiali

N

1

,

N

2

,
una migliore approssimazione fornita dalla estrapolazione lineare (106)
(106)
che viene impiegata iterativamente fino a quando risulta

|

N



N

i

|

<


N

con


N

errore massimo
prefissato (ad esempio si pone


N/N

= 0,001).
I calcoli sono ovviamente terminati quando, per

N

assegnato, al crescere di


si raggiunge la
rottura di uno dei materiali.
Nel caso della sezione rettangolare, assumendo valide anche per il calcolo delle deformazioni
le leggi costitutive dei materiali (54 e 55), sostituendo comunque in queste le resistenze caratteri-
stiche a quelle di progetto, i legami azioni-deformazioni risultano dalle (61)-(62)-(63).

3.12.3.3

Esempio.

Per la sezione rettangolare rappresentata nella figura 141 impostare il calcolo
della relazione momento curvatura per

N

= 680 kN e con calcestruzzo avente resistenza media

f

cm

= 30 000 kN m

2

,


cc

= 2 E 3.
Si stabilisce per


lincremento


= 0,5 E 3.
Per determinare un valore iniziale per


0

, ponendo:


s

=

E

s



/

E

c
= 10, E
s
= 21 E 7 kN m
2
, E
c
= 30 E 6 kN m
2
, A
i
= 0,30 0,40 + 2 10 8,24 E 4 = 0,1365 m
2
si ottiene:
Si pone:

1
= 0 + 0,5 E 3 = 0,5E 3
0,1
= [ 0,1661 0,05] E 3 = 0,2161 E 3 e si calcola con le (61)

01
=
0
+

N N

1


N

2

N
i

------------------
Fig. 141. Sezione per ricerca relazione momento-curvatura.

0
680
0,1365 30E6
------------------------------------ 0,1661E 3 0 = (risulta quindi anche M = 0) = =
276-472_CAP_03_C Page 457 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-458

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

Poich

N

1,1





N

si pone


0,2

= [ 0,2161 0,05] E 3 = 0,2661



E 3 e, lasciato invariato


,
si calcola

N

2,1

= 609 57,5 = 666,5 kN.
Si determina con la formula di Newton-Raphson (104)
e quindi

N

3,1

= 622,7 58,5 = 681,3 kN.
Ritenendo il valore calcolato sufficientemente approssimato a quello prefissato, si calcola:
Risulta quindi determinata una coppia di valori


1

= 0,5



E 3;

M

1

= 119,7 kN m, corrispon-
denti a

h/r

= 0,37


0,5 E 3 = 0,185 E 3.
Poich le azioni calcolate sono applicate al centro O, si calcolano quelle equivalenti sul cen-
tro geometrico:
N

G

= 681,3 kN M

G

= 119,7 + 681,3


0,40/2 = + 16,6 kN m
Si procede in modo analogo per
2
e cos di seguito; il diagramma completo, calcolato me-
diante programma, riportato nella figura 142.

3.12.3.4

Metodo N,a

. In alternativa a quello generale trova impiego il metodo detto

N

,

a

, op-
pure

P

,


, che approssima sufficientemente leffetto degli spostamenti mediante applicazione ad
ogni piano

i

di forze orizzontali addizionali e fittizie tali da generare azioni circa equivalenti a
quelle derivanti dagli spostamenti dei punti di applicazione dei carichi (107).
(107)
in cui

a

i

=

u

i



u

i+1

lo spostamento relativo del piano i rispetto a quello sottostante dovuto alle forze
orizzontali

F

i

;

N

i

la somma di tutti i carichi verticali del piano

i

e di quelli soprastanti (fig. 143).
Tale relazione esatta per aste incernierate alle estremit, nelle quali il momento del secondo
ordine N a cresce linearmente dalla sommit alla base; nel caso di aste con incastri elastici, come
quelle di un telaio, la relazione a favore di sicurezza poich la deformata si discosta dalla pre-
cedente in direzione sfavorevole alla sommit ove minore il momento del 2 ordine e in dire-
zione favorevole alla base ove il momento maggiore.
Si effettua una seconda risoluzione del telaio considerando agenti ad ogni piano le forze
H
i
+ F
i
ed ottenendo nuovi spostamenti a
i2
; se questi differiscono molto dagli a
i1
calcolati prece-
dentemente, si ripete il calcolo delle nuove forze H
i2
e si itera fino ad ottenere la convergenza.
In pratica si osserva che i momenti flettenti nelle colonne aumentano ad ogni passo di calco-
lo allincirca secondo una progressione geometrica di ragione < 1 e quindi il valore asintotico
risulta (108).
(108)
N
1.1
0,30 30000
3 0,5E 3
-----------------------------------
0,2161
2
----------------------
,
_
2
3 2 ( ) 0,2161 ( )E 3 = 405 + =
+ 8,24E 4 21E7 2 0,2161 ( ) 0,03+0,37 ( ) 0,5 + ( )E 3 = 40,2 [ ] 445,2 kN =

0.3
0,2161 0,05
680 + 445,2
665,5 + 445,2
------------------------------------

,
_

=

E

3 0,2692 =

E

3
M
1
0,30 30000
120,5E 3 ( )
2
-----------------------------------
0,2692
2
-------------------
,
_

2
0,2692E 3 ( ) 4 2 ( ) 0,2692 ( )E 3 113,0 = =
+ 8,24E 4 21E7 0,2692 0,03 0,5 + ( )0,03 [ +
+ 0,2692 0,37 0,5 + ( )0,37)E 3 6,7] 119,7 kN m = =
H
i
a
i
l
i
---- N
i
= H
i 1
N
i
j

1

n

N
ij
( ) N
i 1
+ =
M
M
1
1
------------ =
M
2
M
1

M
2
---------------------
M

3

M

2


M
3
--------------------- =
276-472_CAP_03_C Page 458 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

NALISI



NON



LINEARE



ED



EFFETTI



DEL

2

ORDINE

C-459

I carichi verticali ed orizzontali sono amplificati con coefficienti


Q

, mentre le resistenze ca-
ratteristiche dei materiali sono divise per i coefficienti


m

per ottenere rispettivamente le azioni
esterne ed interne di progetto.
Il metodo non necessita quindi dellaggiornamento ad ogni passo della geometria della struttura ma
richiede comunque il calcolo delle forze orizzontali fittizie e ovviamente la modifica delle rigidezze.

3.12.4 Metodo della colonna modello.

Tale metodo si applica a colonne con schema struttura-
le riconducibile ad incastro alla base e sommit libera (fig. 144).
Si ipotizza che la deformata della colonna sia di tipo cosinusoidale e si scrivono le equazioni
di equilibrio nella configurazione deformata; indicando con 1/

r

0

la curvatura alla base della colonna,
e con

a

lo spostamento in sommit, la deformata risulta: e quindi con

l

0

= 2

l

(109)
Fig. 142. Relazione momento-curvatura risultante.
y a 1
x
2l
------ cos
,
_
=
1
r
o
----
d
2
y
dx 2
--------
x 0 =
a

l
0
-------
,
_
2
= = ossia a
1

r
o
----


l

o


-------
,
_

2
=
276-472_CAP_03_C Page 459 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-460

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO
Fig. 143. Metodo N, a.

Fig. 144. Schema colonna modello.

276-472_CAP_03_C Page 460 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

NALISI



NON



LINEARE



ED



EFFETTI



DEL

2

ORDINE

C-461

Il momento flettente

M

0

alla base della colonna somma di due contributi:
(110)
con:

M

1

=

Ne

+

H



l

momento del 1 ordine

M

2

=

N



a

momento del 2 ordine, che risulta per la (109) funzione lineare di
Note le caratteristiche geometriche della sezione della colonna ed il legame tensioni-deforma-
zioni dei materiali che la costituiscono, possibile determinare la relazione di interazione

M

0

(

N

,
1/

r

0

) (fig. 145) e quindi:
(111)
Il momento del secondo ordine cresce linearmente con 1/

r

0

in accordo alla (109); il momento

M

1max



dato dalla massima differenza tra

M

0

e

M

2



.
La trattazione precedente presuppone che la deformata della colonna abbia andamento cosinu-
soidale; il risultato ottenuto con tale ipotesi tanto pi corretto quanto pi i carichi esterni indu-
cono nella colonna una deformata vicina a quella ipotizzata.
Esistono alcune varianti al metodo che consentono di ridurre lapprossimazione dei risultati
dovuta a tale scostamento.
Il metodo applicabile anche a colonne con vincoli diversi alle due estremit poste a distan-
za

l

; in tal caso, considerando la opportuna deformata, si determina la sezione critica ove si va-
luta il momento

M

e quindi si considera la relativa altezza di inflessione

l

0

.
Nelle analisi occorre tener conto delleffetto del rifluimento che esalta la deformabilit della
struttura; a questo scopo si modifica il legame costitutivo del calcestruzzo moltiplicando le defor-
mazioni per (1 +



), con


funzione di rifluimento (

C-3.4.1.1

).
Poich le imperfezioni di costruzione non consentono di garantire lesatta posizione dei cari-
chi verticali rispetto allasse geometrico della colonna, bene tenere in conto uneccentricit non
intenzionale di questi pari a

e

=

l

/300 con un minimo di 20 mm (che porta ad una diminuzione
del massimo momento del primo ordine pari a

N



e

).
Nelle figure 146, 147 e 148 sono riportate per sezione rettangolare, e valori 0,1; 0,2 e 0,3
del rapporto meccanico di armatura

m
= A
s
f
sd
/

(

f
cd
A
c
= N
c
) le curve che rappresentano i valori
= M
0
/ hN
c
in funzione delle curvature adimensionali h/r, per valori discreti di = N/N
c
e che
M
0
M
1
M
2
+ =
1
r
o
----
M
1
M
0
= N a
Fig. 145. Relazione curvatura-momenti totali, del 1 e del 2 ordine.

276-472_CAP_03_C Page 461 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-462

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

consentono di determinare graficamente il valore di


1max

; le curve sono relative agli effetti im-
mediati e a


sn

= 2

E

3.
Il momento adimensionale del secondo ordine espresso da (112):
(112)

Fig. 146. Diagramma per metodo della colonna modello con:


m

= 0,10.

2
----- =
l
o
h
-----
,

_
2

h
r
---
276-472_CAP_03_C Page 462 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

NALISI



NON



LINEARE



ED



EFFETTI



DEL

2

ORDINE

C-463

Per le sezioni rettangolari, indicando con la snellezza, il momento adimensionale
del secondo ordine esprimibile anche con: ; nei grafici sono quindi riportati
segmenti corrispondenti a valori discreti di
2
per h/r = 0,0030; 0,0045 che consentono di trac-
ciare agevolmente landamento (rettilineo) di


2

.
Fig. 147. Diagramma per metodo della colonna modello con:
m
= 0,20.

l
o
12
h
-------------- =

12
2
------------ =
2

h
r
---
276-472_CAP_03_C Page 463 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-464

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

3.12.4.1

Esempio colonna modello.

Con riferimento alla figura 149, si assume:
Fig. 148. Diagramma per metodo della colonna modello con:
m
= 0,30.

H
H 8,5 kN
N
N 600 kN e 0,02 m = = =
M
1D
8,5 8 600 0,02 + 80,0 = = kN m
f
ck
28300 kN m
2
f
cd
18865 kN m
2
= =
276-472_CAP_03_C Page 464 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

A

NALISI



NON



LINEARE



ED



EFFETTI



DEL

2

ORDINE

C-465

rapporto meccanico di armatura


m

= 714

E

4


420000/3000 = 0,10
lunghezza di libera inflessione

l

0

= 2


8,0 = 16,0 m, snellezza azione
assiale adimensionalizzata


= 600/3000 = 0,20
Nel grafico corrispondente a


m

= 0,10 (fig. 150), si traccia la retta corrispondente a


2

= 2457.
Volendo evitare linterpolazione fra i valori


2

= 2000; 2500 si possono determinare due
punti di appartenenza alla retta


2

, ad esempio

h/r

=





0,003; 0,0045


2

= 0,0623; 0,0934
Il massimo valore di


1

=






2

vale circa 0,055 = 0,130-0,075 per

h/r

= 0,00365; risulta
quindi

M

1

R

=


1

hN

c

= 0,055


0,50


3000 = 82,5 kN >

M

1

D

= 80,0 kN m e la verifica quindi sod-
disfatta.
Lo spostamento teorico della sommit della colonna calcolato per la curvatura adimensionale

h/r

= 0,00365 risulta (109):
il momento totale alla base quindi

M

= 600 (0,189 + 0,020) + 8,5


8,0 = 193,7 kN m.
Se le azioni di progetto sono permanenti, assumendo per la funzione di rifluimento il valore


= 2,2, lo spostamento alla sommit diviene:

a(t

) = (1 + 2,2)


0,189 = 0,605 m
ed il momento alla base:

M

(

t

) = 442,9 kN m >

M

R

= 0,130


0,50


3000 = 195 kN m
e quindi la verifica

non

soddisfatta ed messa in evidenza la possibilit di un collasso per ef-
fetto del rifluimento.
Fig. 149. Caratteristiche geometriche della colonna.
N
c
0,30 0,53 18865 3000 kN = =
f
sk
483000 kN m
2

s
1,15 f
sd
420000 kN m
2
= = =
16 12 = 0,5 110,85 =
a
0,00365
0,50
-------------------
16,0

----------
,
_
2
0,189 m = =

276-472_CAP_03_C Page 465 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-466

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

3.13 CRITERI PER LA DISPOSIZIONE DELLE ARMATURE E DISEGNO
DELLA STRUTTURA
3.13.1 Disposizione delle armature.

Solo la corretta disposizione delle armature consente la at-
tuazione dei sistema resistente allinterno della struttura ideato o intuito in fase di progettazione; per
lo scopo predetto necessaria la completa rappresentazione delle armature nei disegni costruttivi.

Fig. 150. Determinazione


1max

con uso del grafico.

276-472_CAP_03_C Page 466 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C

RITERI



PER



LA



DISPOSIZIONE



DELLE



ARMATURE



E



DISEGNO



DELLA



STRUTTURA

C-467
3.13.1.1

Requisiti strutturali.

La disposizione delle armature deve ottemperare ad alcuni requi-
siti principali e precisamente:

a

) il contenimento delle trazioni evidenziate dai tiranti nello schema a tiranti e puntoni che
fornisce equilibrio nello stato limite di rottura progettato; rientrano in questo scopo anche le pre-
disposizioni per il confinamento dei calcestruzzo compresso ove necessario

b

) il contenimento della apertura delle lesioni nello stato limite di servizio

c

) il conferimento di duttilit agli elementi strutturali

d

) garanzia dellancoraggio di ogni barra mediante piastre terminali o tramite una adeguata
lunghezza di trasmissione delle tensioni di aderenza.
In generale i requisiti a e b conducono a diverse distribuzioni delle armature che, in ogni ca-
so, devono essere attuate entrambe; inoltre le giunzioni delle barre devono, ove possibile, essere
poste nelle zone in cui la loro tensione risulta minore mentre in caso contrario devono essere
adottati connettori meccanici.
La disposizione delle armature deve ovviamente soddisfare alle esigenze della struttura che
deve essere realizzata e che spesso risulta essere pi complessa dei corrispondente schema adotta-
to per lanalisi.
Tipico esempio sono i fori di piccole dimensioni necessari per gli impianti e che spesso de-
vono essere posizionati in adiacenza ai pilastri in corrispondenza alle connessioni con le travi; ov-
viamente i fori di maggiore dimensione sono considerati anche nello schema della struttura.

3.13.1.2

Requisiti costruttivi.

La disposizione delle armature deve consentire in fase di getto il
riempimento, in modo sicuro, della forma e lavvolgimento completo delle barre, previe conside-
razione delle caratteristiche della miscela.
Difficolt di questo tipo devono essere risolte in sede di progetto; il disegno delle armature
avuto riguardo alle reali dimensioni un valido mezzo per evidenziarle.

3.13.2 Disegno della struttura.

Gli elaborati grafici costituiscono il riferimento per la realizza-
zione della struttura e devono quindi risultare esaurienti ed univoci. Interventi durante la costru-
zione espletati dalla Direzione dei Lavori possono essere utili solo se preventivamente program-
mati e mirati al controllo ed eventuale miglioramento di particolari complessi di armature; negli
altri casi deve essere espletata unicamente la funzione di controllo della corrispondenza dei mate-
riali e della costruzione agli elaborati progettuali.
Si evidenziano quindi disegni di assieme, costituiti da piante e sezioni dei getti, sulle quali
vengono riportati i giunti, gli appoggi, le sequenze di disarmo ed inoltre i carichi di progetto
(permanenti ed accidentali) e le classi di resistenza dei materiali.
Sono riportati tutti i riferimenti per la identificazione di elementi strutturali il cui sviluppo sia
dettagliato in altri elaborati.
Normalmente le piante sono organizzate come viste speculari degli impalcati ossia come que-
sti apparirebbero riflessi in uno specchio sottostante; in tal modo appaiono sezionate le strutture di
sostegno ed in vista le nervature cos che risultano evidenziati gli elementi strutturali ed immedia-
tamente comprensibile la conformazione delle forme e dei banchinaggi necessari per la costruzione.
Su tali elaborati o su altri dedicati allo scopo sono indicati i riferimenti necessari per il trac-
ciamento dellopera con appoggio sui capisaldi riportati sul terreno.
Seguono disegni dettagliati delle forme delle strutture che vengono definite tecnicamente co-
me carpenterie; analoghi elaborati riportano gli assiemi ed i dettagli delle armature passive ed
attive e degli elementi metallici in generale.

3.13.2.1

Disegno delle armature.

I disegni delle armature devono evidenziare:

a

) la disposizione generale

b

) lassieme

276-472_CAP_03_C Page 467 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

C-468

S

TRUTTURE



IN



CALCESTRUZZO



ARMATO

c

) i dettagli

d

) lo sviluppo dei componenti.
Devono inoltre consentire al progettista una visione completa per il controllo della corrispon-
denza alle ipotesi di progetto ed ai risultati delle analisi e dare al direttore dei lavori un docu-
mento di riferimento per il controllo della realizzazione.
Per quanto sopra evidenziato sono necessarie:

a

) una o pi rappresentazioni planimetriche che identificano la disposizione generale dei vari
livelli delle armature e le marche che individuano le singole barre o le gabbie tipiche

b

) rappresentazione delle sezioni longitudinali e trasversali delle gabbie tipiche (costituite da
barre, staffe e legature).

c

) sviluppo dei dettagli e dei particolari tipici od unici atti ad evidenziare quanto necessario
per il corretto comportamento strutturale e per verificare con le reali dimensioni delle armature
lesistenza di sufficiente spazio per leffettuazione dei getto

d

) sviluppo delle singole barre che ne individua il numero totale, il passo, diametro e la sa-
goma con le relative dimensioni parziali; a volte tali elaborati sono costituiti da tabelle che rag-
gruppano elementi geometricamente simili ma con dimensioni diverse.
Un esempio di possibile rappresentazione delle armature e delle carpenterie riportato nelle
figure 151, 152 e 153 relative ad un solaio continuo a cassettonato (per concessione Redesco Pro-
getti srl Milano).
Si verifica inoltre la esistenza di almeno una sequenza di montaggio che consenta di realiz-
zare larmatura progettata e, possibilmente, di attuare fuori opera un premontaggio parziale.

3.13.2.2 Convenzioni grafiche. Non esistono specifiche norme per la definizione dei segni gra-
fici da adottarsi per lindicazione delle armature; si riportano nella fig. 154 quelle in uso presso
una nota societ di progettazione (per concessione Redesco srl Milano).
Sono evidenziati il riferimento delle quote parziali di sagomatura allesterno delle barre, i rag-
gi di curvatura ammissibili, la giacitura dei risvolti delle barre nel caso sia ortogonale al piano di
rappresentazione.
In generale si rappresenta con linea sottile il contorno esterno della struttura in calcestruzzo e
con linee nere di spessore grosso le armature principali e di spessore medio le armature seconda-
rie, le staffe e le legature.
Tutte le barre devono essere contrassegnate nei disegni con una marca alfanumerica che ne
consente la identificazione ed il reperimento sullo stesso elaborato o su tabulato della sagomatura,
diametro, giacitura, passo e / o numero totale.
Unitamente alle predette caratteristiche devono risultare le eventuali giunzioni meccaniche, i
terminali saldati ecc.; per le armature secondarie rettilinee longitudinali la definizione corrente
ne implica lestensione allintera lunghezza della struttura, con eventuali sovrapposizioni da effet-
tuarsi secondo particolari o specifiche.
Le quote sono espresse sempre in mm per il diametro; consentita lunit cm per le altre ca-
ratteristiche; le unit adottate devono essere evidenziate sugli elaborati.
Analoghe caratteristiche vengono conferite agli elaborati relativi alle parti in acciaio delle
strutture miste.
Gli inserti metallici che devono essere predisposti per molteplici funzioni sono rappresentati
su appositi elaborati con le note costruttive e secondo le relative convenzioni di disegno per sal-
dature ecc.; le quote sono sempre espresse in mm.
Per la definizione del tracciato dei cavi per la post-tensione si ricorre ad appositi elaborati
che riportano le relative coordinate con riferimento al contorno esterno dei calcestruzzo che in fa-
se esecutiva materializzato dai paramenti interni delle casserature; vengono anche riportate le ti-
pologie delle testate di tiro e di ancoraggio, le armature locali di cerchiatura, i sistemi di fissag-
gio dei cavo, la posizione ed il tracciato dei raccordi per liniezione delle guaine.
276-472_CAP_03_C Page 468 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
CRITERI PER LA DISPOSIZIONE DELLE ARMATURE E DISEGNO DELLA STRUTTURA C-469
Vengono inoltre indicati la composizione dei cavo (numero e diametro dei trefoli, diametro e
tipo delle barre), il tiro e lallungamento corrispondente al netto degli assestamenti degli ancorag-
gi, il tipo della guaina, le specifiche di iniezione e di protezione finale delle testate.
Quando sono presenti pi cavi deve essere riportata la sequenza di tiro; in ogni caso devono
essere indicate le operazioni preventive di disarmo per consentire senza vincoli non previsti le de-
formazioni della struttura indotte dalla precompressione.
Fig. 151. Solaio continuo a cassettonato. Armatura superiore e inferiore.
276-472_CAP_03_C Page 469 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-470 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Deve inoltre essere specificata la resistenza caratteristica dei calcestruzzo alla data dei tiro.
Nel caso della post-tensione esterna vengono identificate le selle di deviazione con i relativi partico-
lari e gli spostamenti che devono sia essere assegnati preventivamente al tiro che risultare posteriormente.
Nel caso della pretensione devono pure essere chiaramente identificate le armature attive con
le eventuali testate di ancoraggio ed i tratti di guaina che le separano dal getto; nelle sezioni tra-
sversali la posizione delle armature denominata maschera.
Fig. 152. Solaio continuo a cassettonato. Dettaglio, livelli A, B, C, D, E, F, G, H, L, M armature,
livelli reti Ri , Rs e barre di cucitura CR.
276-472_CAP_03_C Page 470 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
CRITERI PER LA DISPOSIZIONE DELLE ARMATURE E DISEGNO DELLA STRUTTURA C-471
Appositi disegni sono dedicati ad altri elementi quali giunti ed appoggi, con gli opportuni ri-
ferimenti alle specifiche di costruzione.
3.13.3 Collaudo. Per ottenere lagibilit delle strutture prevista dallart. 7 della legge 05/11/
1971 N. 1086 la effettuazione del collaudo da parte di Ingegnere iscritto allapposito Albo ed
estraneo a qualunque attivit di progettazione, direzione lavori e costruzione dellopera.
Fig. 153. Solaio continuo a cassettonato. Caratteristiche armatura.
276-472_CAP_03_C Page 471 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM
C-472 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO
Il collaudatore deve ispezionare lopera, rilevandone eventuali difformit rispetto al progetto e
difetti apparenti, deve inoltre controllare i certificati di prova dei materiali ed i verbali delle even-
tuali prove di carico fatte eseguire dal direttore dei lavori, nonch esaminare limpostazione gene-
rale della progettazione, degli schemi di calcolo e delle azioni considerate.
Nellambito della propria discrezionalit il collaudatore pu fare effettuare prove di carico,
prove sui materiali e controlli non distruttibili sulle strutture, nonch assumere documentazioni in-
tegrative di progetto.
Le prove di carico devono essere effettuate previo assenso del progettista e del direttore dei
lavori (che responsabile della loro effettuazione, anche con riguardo a eventuali puntellazioni
precauzionali); le azioni indotte dalle prove devono essere tali da determinare le massime tensioni
corrispondenti a condizioni rare (C-3.3.6).
Lesito delle prove deve essere valutato sulla base dei seguenti risultati:
buona proporzionalit fra carichi e deformazioni
assenza di lesioni, deformazioni permanenti o dissesti che compromettano la sicurezza e la du-
rabilit dellopera
assenza di sensibili deformazioni permanenti, eventualmente da verificare ripetendo la prova di
carico in modo da eliminare gli effetti degli assestamenti iniziali
buon accordo fra le tensioni e le deformazioni rilevate e calcolate.
Fig. 154. Indicazioni generali. Cxx/yy indica C resistenza prismatica/resistenza cubica, per esempio, C35/40.
Al posto di # pu esserci A oppure C.
276-472_CAP_03_C Page 472 Tuesday, February 28, 2012 10:39 AM

Potrebbero piacerti anche