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Ingegneria
Corso di Laurea Magistrale in
Ingegneria Edile
Progetto di un solaio a
piastra precompressa
con cavi post-tesi
Studente
Chiara Chiavarini
Docente
Maurizio Orlando
2 - Materiali utilizzati.....................................................................................................8
5.1 - Confronto tra il modello con frame fittizi e con tendon ........................................ 25
6 - Verifiche ............................................................................................................... 35
6.5 - Verifiche agli stati limite ultimi di resistenza delle sezioni ................................... 40
8 - Verifiche ............................................................................................................... 81
In particolare, ci si propone di dimensionare un solaio a piastra precompressa con tecnologia a cavi post-
tesi.
L’impalcato presenta una pianta rettangolare di dimensioni 18.0 m x 22.0 m ed è costituito da 3 campate
sia lungo la direzione x che lungo la direzione y, per un totale di 9 campate. La piastra poggia su appoggi
puntuali pensati di forma quadrata di dimensione 50 cm.
5
1 - Normativa di riferimento
I calcoli sono stati condotti nell’osservanza delle norme tecniche vigenti con particolare riferimento alle
Norme tecniche per le costruzioni [D.M. 17.01.2018] integrate con le Istruzioni per l’applicazione
dell’«Aggiornamento delle “Norme tecniche per le costruzioni” » di cui al decreto ministeriale 17 gennaio
Per quanto non contemplato da dette norme, è stato fatto riferimento ai seguenti documenti di
comprovata validità:
L’analisi e la verifica della struttura è stata effettuata mediante il Metodo agli Stati Limite. In particolare,
l’opera presa in esame deve soddisfare i requisiti di sicurezza nei confronti degli Stati Limite Ultimi (SLU)
Per gli Stati Limite Ultimi (SLU) si impiega la combinazione fondamentale fornita dalla normativa (2.5.1):
Per gli Stati Limite di Esercizio (SLE) irreversibili si impiega la combinazione caratteristica rara fornita
Per gli Stati Limite di Esercizio (SLE) reversibili si impiega la combinazione frequente fornita dalla
normativa (2.5.3):
6
Per gli Stati Limite di Esercizio (SLE) si impiega per gli effetti a lungo termine la combinazione quasi
Nelle formule precedenti, Gi e P sono carichi permanenti, Q Ki rappresentano i carichi variabili e, infine,
γGi , γQi , Ψ0𝑖 Ψ1𝑖 e Ψ2𝑖 sono i coefficienti di sicurezza forniti dalla normativa.
7
2 - Materiali utilizzati
8
3 - Analisi dei carichi
Peso per
Peso
unità di
s [m] specifico
sup.
[kN/m 3 ]
[kN/m 2 ]
Pavimentazione in gres 0.02 20 0.4
Massetto alleggerito 0.08 14 1.12
Materassino acustico 0.003 0.3 0.001
Controsoffitto - - 0.5
G2 2.02
In riferimento alla Tab. 3.1.II delle NTC 2018, i valori caratteristici dei sovraccarichi d’uso, considerando la
l’edificio rientrante nella categoria E.1 Aree per accumulo di merci e relative aree d’accesso, quali
biblioteche, archivi, magazzini, depositi, laboratori manifatturieri, sono:
𝑞𝑘 = 6 𝑘𝑁/𝑚2
9
4 - Progetto ai carichi verticali
Figura 4.1 Rapporto raccomandato tra la campata e lo spessore della piastra in funzione dei carichi
variabili e del peso proprio.
Figura 4.2 Calcolo del coefficiente k e del carico per unità di superficie u affidato alla post-tensione.
Sapendo che 𝑙 = 7.50 𝑚, si assume un rapporto 𝑙/ℎ = 35, da cui si ottiene uno spessore della piastra
pari a 21 𝑐𝑚.
11
Determinato lo spessore, si calcola il peso proprio della piastra 𝑔 = 𝐺1 = 0.21 ∙ 25 = 5.25 𝑘𝑁/𝑚2 e il
𝑔+𝑞
rapporto = 2.53, avendo assunto 𝑞 = 𝑞𝑘 + 𝐺2 = 8.02 𝑘𝑁/𝑚2 .
𝑔
ℎ∙𝜎𝑐𝑡
Dal secondo grafico, dopo aver calcolato 𝑘 = = 0.152, dove 𝜎𝑐𝑡 è la tensione di compressione nel
𝑙2 ∙𝜌𝑐𝑙𝑠
𝑢
calcestruzzo e 𝜌𝑐𝑙𝑠 il suo peso di volume, si trova che = 1.4, cioè 𝑢 = 7.35 𝑘𝑁/𝑚2 ≅ 𝐺1 + 𝐺2
𝑔
Attraverso il metodo dei carichi equivalenti, avendo adottato un tracciato parabolico dei i cavi che segue
quello del momento flettente, si determina la forza di precompressione (positiva e diretta verso l’alto) per
unità di larghezza della piastra:
2 2
𝑝∙𝑙𝑦
𝑝∙𝑙𝑥
𝑁𝑥 = = 295.38 𝑘𝑁/𝑚 𝑁𝑦 = = 393.26 𝑘𝑁/𝑚
8𝑓 8𝑓
Dove:
■ 𝑝 = 𝐺1 + 𝐺2 = 7.30 𝑘𝑁/𝑚2 ;
■ 𝑙𝑥 = 6.50 𝑚, 𝑙𝑦 = 7.50 𝑚 corde del cavo;
■ 𝑓 = 0.13 𝑚 freccia del cavo;
■ 𝑁𝑥 , 𝑁𝑦 tiri dei cavi post-tesi.
12
Figura 4.3 Tracciato del cavo in direzione x.
A questo punto si determina il valore di tiro totale per tutti i cavi diretti in x e per tutti quelli diretti in y:
Dove:
■ 𝑙𝑦,𝑡𝑜𝑡 = 22 𝑚;
■ 𝑙𝑥,𝑡𝑜𝑡 = 18 𝑚.
13
Per definire la tipologia di cavo ed il suo singolo tiro è necessario ipotizzare una distribuzione dei cavi
sulla piastra. Si sceglie la disposizione dei cavi secondo cui alcuni di questi vengono ripartiti
uniformemente in entrambe le direzioni su ciascun campo di piastra ed altri vengono concentrati nelle
strisce definite dai fili dei pilastri. Tale soluzione prevede un buon bilanciamento tra i carichi ripartiti della
piastra e quelli equivalenti alla precompressione, e vengono ridotti i problemi dovuti al punzonamento in
quanto le strisce concentrate lungo i pilastri trasferiscono direttamente gran parte delle sollecitazioni ai
pilastri.
In accordo con il “fib Bulletin 31” e con le indicazioni date da VSL Slab, che raccomandano che almeno il
50 % dei cavi sia concentrato in prossimità dei pilastri, e che la spaziatura dei cavi non ecceda sei volte lo
spessore della piastra, si prevedono 12 cavi per ciascuna campata in direzione x e 13 per ciascuna
campata in direzione y.
In direzione x si dispongono quindi 4 cavi in campata, distanziati massimo di 109 cm l’uno dall’altro,
mentre in direzione y 5 cavi in campata, distanziati massimo di 112 cm. Vengono poi concentrati 8 cavi
nei pilastri interni e 4 in quelli di bordo, la cui spaziatura è pari a 10 cm in entrambe le direzioni.
14
Figura 4.5 Disposizione dei cavi nella piastra.
Dunque, si procede con il calcolo del singolo tiro del cavo, grazie al quale sarà possibile scegliere la
tipologia di trefolo:
𝑇𝑥 𝑇𝑦
𝑃𝑥 = = 180.50 𝑘𝑁 𝑃𝑦 = = 181.50 𝑘𝑁
𝑛𝑥 𝑛𝑦
Considerando che le NTC 2018 prescrivono una tensione limite nell’acciaio da precompressione in
esercizio pari a:
𝜎𝑝,𝑒𝑠 ≤ 0.80𝑓𝑝0,1𝑘
15
Si sceglie di utilizzare un cavo monotrefolo con diametro nominale 15.70 mm che abbia le seguenti
caratteristiche:
Infatti, la tensione limite per questo tipo di monotrefolo è pari a 𝜎𝑝,𝑒𝑠 = 1280 𝑁/𝑚𝑚2 , per cui il massimo
sforzo ammissibile per il cavo risulta: 𝑃 = 𝜎𝑝,𝑒𝑠 ∙ 𝐴𝑝 = 192.00 𝑘𝑁 con 𝑃 > 𝑃𝑥 , 𝑃𝑦 .
Immediatamente dopo la messa in tensione dei cavi, vengono registrate riduzioni dello sforzo di
precompressione, le quali prendono il nome di perdite di precompressione. Queste possono essere
definite come differenza tra la tensione iniziale nelle armature e la precompressione effettiva
nell’elemento strutturale ad un certo istante t. Le perdite possono essere istantanee o lente.
Perdite istantanee
Nella piastra precompressa nel momento in cui vengono messi in tensione i cavi si verificano le seguenti
perdite:
La prima tipologia di perdita viene trascurata in quanto i cavi, essendo in posizione non ravvicinata, non
subiscono alcun accorciamento non influenzandosi a vicenda . La perdita per rientro degli ancoraggi nelle
armature post-tese interessa un breve tratto prossimo alle estremità dei cavi e inoltre si suppone che
venga compensata attraverso opportune correzioni al momento del tiro, per cui non verrà trattata
all’interno di tale relazione.
16
Le perdite dovute all’attrito nelle armature post-tese possono essere stimate tramite la seguente
espressione:
Dove:
Negli elementi strutturali precompressi si verifica nel tempo una riduzione dello sforzo di pretensione
nell’armatura, a causa dell’accorciamento del calcestruzzo per ritiro e viscosità sotto i carichi permanenti.
A questa caduta di tensione si aggiunge quella dovuta al rilassamento dell’acciaio.
Il ritiro si manifesta come contrazione cubica del calcestruzzo in assenza di carico. Si identificano:
■ Ritiro plastico;
17
■ Ritiro autogeno;
■ Ritiro per essiccamento.
Il primo interessa la fase di presa del conglomerato cementizio, durante la quale l’acqua evapora dalla
sua superficie verso ambienti con umidità relativa minore del 95%. Questo fenomeno, però, non può
verificarsi nelle strutture casserate e quindi non verrà considerato nella presente esercitazione.
Il ritiro autogeno avviene subito dopo la presa e si esplica come contrazione del calcestruzzo in assenza
di variazioni di umidità relativa e di temperatura. La deformazione da ritiro autogeno è data da:
Considerando 𝑡 = 14 𝑔𝑔, come età del calcestruzzo al momento della precompressione, si ha:
0.5
Con: 𝛽𝑎𝑠 (𝑡) = 1 − 𝑒 −0.2∙𝑡 = 0.527
Il ritiro per essiccamento si verifica in tutte le strutture poste in un ambiente con umidità relativa minore
del 95%, perché la pasta di cemento tende gradualmente a cedere acqua all’ambiente. L’Eurocodice 2
fornisce la seguente espressione:
Dove :
t−ts
■ 𝛽𝑑𝑠 (t, t s ) = = 1 per 𝑡 = ∞;
(t−ts )+0.004∙√ℎ03
𝑓
−𝛼𝑑𝑠2 ∙ 𝑐𝑚
𝜀𝑐𝑑,0 = 0.85 ∙ [(220 + 110𝛼𝑑𝑠1 ) ∙ 𝑒 𝑓𝑐𝑚0 ] ∙ 10−6 ∙ 𝛽𝑅𝐻 = 49.4 ∙ 10−5
𝑅𝐻 3
Dove: 𝛽𝑅𝐻 = 1.55 ∙ [1 − ( ) ] = 1.36
𝑅𝐻0
18
Con:
Dunque:
La deformazione totale da ritiro è data dalla somma della deformazione da ritiro per essiccamento e della
deformazione da ritiro autogeno:
La viscosità del calcestruzzo produce a tempo infinito un incremento di deformazione pari a 𝜑(∞, 𝑡0 ) volte
la deformazione elastica istantanea, dove 𝜑(∞, 𝑡0 ) è il coefficiente di viscosità a tempo infinito e 𝑡0 è l’età
del calcestruzzo al momento dell’applicazione del carico.
𝜎𝑐
Δ𝑃𝑣𝑖𝑠𝑐 = 𝜑(∞, 𝑡0 ) ∙ ∙𝐸 ∙𝐴
1.05 ∙ 𝐸𝑐𝑚 𝑝 𝑝
con:
■ 𝜎𝑐 tensione nel calcestruzzo adiacente alle armature, dovuta al peso proprio della piastra, alla
precompressione iniziale e ai carichi quasi-permanenti;
■ 𝐸𝑐𝑚 valore medio del modulo di elasticità del calcestruzzo;
■ 𝐸𝑝 modulo di elasticità dell’acciaio da precompressione;
19
■ 𝐴𝑝 area armatura da precompressione.
Per il calcolo del coefficiente di viscosità, l’Eurocodice, per calcestruzzo confezionato con cemento di
classe N, fornisce la seguente espressione:
𝜑(𝑡, 𝑡0 ) = 𝜑 ∙ 𝛽𝑐 (𝑡, 𝑡0 )
con:
1 − 𝑅𝐻/100
𝜑𝑅𝐻 = [1 + ∙ 𝛼1 ] ∙ 𝛼2
0.1 ∙ 3√ℎ0
con:
calcestruzzo.
𝛽(𝑓𝑐𝑚 ) è un coefficiente che tiene conto dell’effetto della resistenza del calcestruzzo:
16.8
𝛽(𝑓𝑐𝑚 ) =
√𝑓𝑐𝑚
𝛽(𝑡0 ) è un coefficiente che tiene conto dell’effetto dell’età del calcestruzzo al momento
dell’applicazione del carico:
1
𝛽(𝑡0 ) =
0.1 + 𝑡00.20
𝛽𝑐 (𝑡, 𝑡0 ) è un coefficiente che tiene conto dell’effetto della resistenza del calcestruzzo:
0.3
𝑡 − 𝑡0
𝛽𝑐 (𝑡, 𝑡0 ) = [ ]
𝛽𝐻 + 𝑡 − 𝑡0
con:
20
𝑡 − 𝑡0 è la durata non corretta del carico;
𝛽𝐻 è un coefficiente dipendente dall’umidità relativa e dalla
dimensione fittizia dell’elemento;
35 0.5
con 𝛼3 = [ ]
𝑓𝑐𝑚
Direzione x Direzione y
α1 0.96 α1 0.96
α2 0.99 α2 0.99
h0 [mm] 207.6 h0 [mm] 208.1
RH [%] 50 RH [%] 50
φRH 1.86 φRH 1.86
(fcm) 2.76 (fcm) 2.76
(t0) 0.49 (t0) 0.49
𝝋𝟎 2.50 𝝋𝟎 2.50
Si verifica preliminarmente che nella sezione di mezzeria la tensione di compressione 𝜎𝑐 nel calcestruzzo
prodotta dallo sforzo di precompressione e dai carichi quasi permanenti sia inferiore a 0.45 𝑓𝑐𝑘 :
A vantaggio di sicurezza si valuta in mezzeria il momento flettente prodotto dal carico distribuito quasi-
permanente come:
Cautelativamente, essendo la sezione interamente reagente, le tensioni sono calcolate con riferimento
alla sezione di solo calcestruzzo, trascurando il contributo fornito dalle armature:
con:
𝑛°𝑐𝑎𝑣𝑖,𝑥
■ 𝑃0𝑥 = 𝑃𝑥 ∙ = 332.21 𝑘𝑁;
𝐿𝑇𝑂𝑇,𝑥
■ 𝐴𝑐 = 𝑏 ∙ ℎ = 210000 𝑚𝑚2 ;
(ℎ−2𝑐)
■ 𝑧𝑐𝑝 = = 65 𝑚𝑚;
2
21
𝑏∙ℎ3
■ 𝐼𝑐 = = 771750000 𝑚𝑚4
12
con:
𝑛°𝑐𝑎𝑣𝑖,𝑦
■ 𝑃0𝑦 = 𝑃𝑦 ∙ = 297.15 𝑘𝑁;
𝐿𝑇𝑂𝑇,𝑦
■ 𝐴𝑐 = 𝑏 ∙ ℎ = 210000 𝑚𝑚2 ;
(ℎ−2𝑐)
■ 𝑧𝑐𝑝 = = 65 𝑚𝑚;
2
𝑏∙ℎ3
■ 𝐼𝑐 = = 771750000 𝑚𝑚4
12
La tensione nel calcestruzzo a livello del baricentro del cavo risulta invece:
𝜎𝑐,𝑐𝑎𝑣𝑖𝑥 𝜎𝑐,𝑐𝑎𝑣𝑖𝑦
Δ𝑃𝑣𝑖𝑠𝑐,𝑥 = 𝜑(∞, 𝑡0 ) ∙ ∙ 𝐸𝑝 ∙ 𝐴𝑝 = 11.41 𝑘𝑁 Δ𝑃𝑣𝑖𝑠𝑐,𝑦 = 𝜑(∞, 𝑡0 ) ∙ ∙ 𝐸𝑝 ∙ 𝐴𝑝 = 15.39 𝑘𝑁
1.05∙𝐸𝑐𝑚 1.05∙𝐸𝑐𝑚
Δ𝜎𝑝𝑟 𝑡 0.75∙(1−𝜇)
= 𝑘1 ∙ 𝜌1000 ∙ 𝑒 𝑘2∙𝜇 ( ) ∙ 10−5
𝜎𝑝𝑖 1000
Dove:
■ 𝜎𝑝𝑖 = 𝜎𝑝𝑚𝑜 per armature post-tese, dove σpm0 è la tensione nell’armatura subito dopo la messa in
tensione, sottratte tutte le perdite istantanee. La tensione dei cavi in direzione x ed y è pari a:
𝜎𝑝𝑚0,𝑥 = 1107 𝑁/𝑚𝑚2 𝜎𝑝𝑚0,𝑦 = 1117 𝑁/𝑚𝑚2 ;
■ 𝜌1000 = 8 % per fili o trefoli ordinari, è la perdita per rilassamento trascorse 1000 ore dalla messa in
tensione e ad una temperatura di 20°C;
■ 𝑘1 = 5,39 , 𝑘2 = 6,7 sono due parametri funzione della classe di rilassamento;
𝜎𝑝𝑖
■ 𝜇= = 0.60;
𝑓𝑝𝑘
22
Δ𝜎𝑝𝑟,𝑦 = 173.21 𝑁/𝑚𝑚2
Per tenere conto della mutua interazione tra i tre tipi di perdite, l’Eurocodice 2 fornisce la seguente
espressione:
𝐸𝑝
𝜀𝑐𝑠 𝐸𝑝 + 0.8Δ𝜎𝑝𝑟 + 𝜑(𝑡, 𝑡0 )𝜎𝑐,𝑄𝑃
𝐸𝑐𝑚
Δ𝑃𝑐+𝑠+𝑟 = 𝐴𝑝 ∙ Δ𝜎𝑝,𝑐+𝑠+𝑟 = 𝐴𝑝 ∙
𝐸𝑝 𝐴𝑝 𝐴 2
1+ ∙ (1 + 𝑐 𝑧𝑐𝑝 ) [1 + 0.8𝜑(𝑡, 𝑡0 )]
𝐸𝑐𝑚 𝐴𝑐 𝐼𝑐
Pertanto:
𝑃𝑥 = 124.70 𝑘𝑁 𝑃𝑦 = 121.98 𝑘𝑁
23
5 - Modello agli elementi finiti
Per l’analisi della struttura della presente esercitazione si è fatto ricorso al software SAP2000.
La piastra è stata modellata come un elemento shell, mentre i pilastri come elementi beam. Per simulare
l’effetto della post-tensione è possibile seguire due approcci. Il primo prevede l’utilizzo di frame fittizi, privi
di peso e quindi del tutto ininfluenti ai fini dell’analisi della struttura, soggetti ad un carico lineare verticale
e ad uno sforzo normale di trazione equivalente alla precompressione. Sapendo che il tiro dei cavi è dato
da:
𝑝𝑙 2
𝑁=
8𝑓
e che:
𝑙2
𝑅=
8𝑓
Allora:
𝑁
𝑝=
𝑅
𝑃 = 𝑁 ∙ 𝑐𝑜𝑠 𝛼
Con 𝑅 raggio di curvatura della parabola del tracciato dei cavi, si va a definire per ogni tratto del tracciato
il valore del carico equivalente da affidare ai frame fittizi posti sia in direzione x che in direzione y.
Il secondo approccio consiste nel modellare i cavi tramite tendon, ovvero elementi che abbiano la
geometria parabolica progettata, ai quali viene assegnato direttamente il tiro e tutte le perdite calcolate.
24
5.1 - Confronto tra il modello con frame fittizi e con tendon
Prima di procedere alla modellazione dell’intera struttura, si effettua un confronto tra i due approcci
appena descritti, applicati ad una piastra quadrata di lato 𝑙 = 6.50 𝑚 appoggiata ai quattro spigoli.
Si modellano 12 cavi, sia in direzione x che in direzione y, prima come frame e poi come elementi tendon.
A A
B B
Figura 5.1 Vista della piastra sul piano X-Y a sinistra e vista 3D a destra
Figura 5.2 Modello con frame: deformata della struttura sotto il solo effetto della precompressione
25
Figura 5.3 Modello con frame: m11 e m22 in kNm/m
Figura 5.4 Modello con tendon: deformata della struttura sotto il solo effetto della precompressione
26
Figura 5.5 Modello con tendon: m11 e m22 in kNm/m
Di seguito si riporta il confronto tra i momenti m11 dei due modelli sollecitanti la striscia al bordo e quella di
mezzeria indicate nella figura 5.1 del presente capitolo.
-40
-20
0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 6 6,5
0
20
40
60
TENDON FRAME
27
m11 - Striscia centrale
0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 6 6,5
0
10
20
30
40
50
60
TENDON FRAME
Si determina quindi l’errore relativo tra i due modelli che risulta essere pari a circa il 3% per la striscia sul
bordo e circa il 5% per la striscia centrale.
N.B. I valori dei momenti che si ottengono in corrispondenza dell’asse dei pilastri presentano un picco
eccessivo, ben lontano dalla realtà fisica. È necessario, infatti, considerare l’ingombro reale del pilastro e
considerare il momento sul filo della sezione di quest’ultimo.
Essendo il modello con frame di più facile controllo e avendo restituito valori maggiori nella striscia
centrale della piastra, ovvero nella zona in cui il software è in grado di restituire valori maggiormente
attendibili, si decide di simulare la precompressione per l’intera struttura tramite elementi fittizi.
28
Si riportano di seguito i carichi equivalenti applicati a ciascun frame:
Figura 5.6 Carichi equivalenti alla precompressione a tempo zero (in alto) e a tempo infinito (in
basso) nei cavi posti in direzione x
Figura 5.7 Carichi equivalenti alla precompressione a tempo zero (in alto) e a tempo infinito (in
basso) nei cavi posti in direzione y
29
Figura 5.8 Modello FEM della piastra con SAP2000
Figura 5.9 A sinistra: deformata della struttura sotto l'effetto della sola precompressione
A destra: deformata della struttura sotto il solo effetto dei pesi propri
30
5.2 - Risultati forniti dall’analisi
Dall’analisi si ricavano i seguenti risultati:
31
Figura 5.11 Combinazione fondamentale agli SLU: m22 in kNm/m
32
Si riportano quindi i diagrammi del momento per la combinazione fondamentale in campata e sul filo del
pilastro.
m11 - Campata
-15
-1 -5 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18
15
25
35
Min Max
-100
-80
-60
-40
-20
-1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18
0
20
40
Min Max
33
m22 - Campata
-60
-40
-20
-1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22
0
20
40
60
Min Max
-100
-80
-60
-40
-20
-1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22
0
20
40
60
Min Max
34
6 - Verifiche
𝑓𝑐𝑡𝑚
𝐴𝑠,𝑚𝑖𝑛 = 0,26 ∙ ∙𝑏 ∙𝑑
𝑓𝑦𝑘 𝑡
Inoltre, al di fuori delle zone di sovrapposizione, l’area di armatura tesa o compressa non deve superare
individualmente 𝐴𝑠,max = 0,04 𝐴𝑐 , con 𝐴𝑐 area della sezione trasversale di calcestruzzo.
Si procede quindi disponendo l’armatura minima in tutta la piastra . Successivamente, in fase di verifica,
se necessarie, verranno inserite ulteriori armature lente.
𝑃𝑚𝑎𝑥 = 𝐴𝑝 ∙ 𝜎𝑝,max
dove:
Pertanto, si ha:
35
Subito dopo il trasferimento della precompressione al calcestruzzo, quindi a perdite istantanee avvenute,
è necessario verificare che:
dove:
𝜎𝑝𝑚0 (𝑥) = min (0,75𝑓𝑝𝑘 ; 0,85𝑓𝑝0,1𝑘 ) è la tensione nelle armature post-tese, subito dopo la loro messa
in tensione.
Pertanto, si ha:
Infine, come indicato al punto 4.1.8.1.5 delle NTC 2018, in esercizio la tensione massima nelle armature
da precompressione non dovrà superare il seguente valore:
𝜎𝑝,𝑒𝑠 ≤ 0.80𝑓𝑝0,1𝑘
Quindi:
𝑁 𝑁
𝜎𝑝,𝑒𝑠 = 834.1 2
≤ 1280 = 0.80𝑓𝑝0,1𝑘
𝑚𝑚 𝑚𝑚2
▪ Peso proprio ;
▪ Carichi equivalenti alla precompressione allo stato iniziale 𝑡0 e a tempo infinito 𝑡∞ ;
▪ Carichi permanenti;
▪ Carichi variabili.
A causa della natura dei carichi di precompressione è necessario eseguire le verifiche nelle diverse fasi
realizzative della struttura.
36
▪ Verifica delle tensioni a vuoto iniziale;
▪ Verifica delle tensioni in esercizio a tempo infinito.
La tensione di compressione nel calcestruzzo indotta dalla forza di precompressione e dagli altri carichi
agenti al momento della messa in tensione non deve superare il seguente limite dettato dalle NTC 2018:
dove 𝑓𝑐𝑘𝑗 è la resistenza caratteristica a compressione del calcestruzzo all’atto del tiro ed è data dalla
seguente espressione:
con:
28
𝑠(1−√ )
𝑡
𝛽𝑐𝑐 (𝑡) = 𝑒
𝑁 𝑁
𝜎𝑐 = 11.20 < 15.24 = 0.60 𝑓𝑐𝑘𝑗
𝑚𝑚2 𝑚𝑚2
Considerando il peso proprio e la precompressione, tenendo conto del tiro di otto cavi su un’area di
influenza pari a 100 𝑥 21𝑐𝑚 , si ottiene:
𝑁 𝑁
𝜎𝑐 = 14.35 2
< 15.24 = 0.60 𝑓𝑐𝑘𝑗
𝑚𝑚 𝑚𝑚2
Nella zona di ancoraggio delle armature si possono tollerare compressioni locali 𝜎𝑐 prodotte dagli
apparecchi di ancoraggio pari a:
𝜎𝑐 < 𝑐 𝑓𝑐𝑑
Dove:
37
▪ 𝑓𝑐𝑑 = 𝑓𝑐𝑘𝑗 /𝛾𝑐 è la resistenza cilindrica del calcestruzzo all’atto della precompressione;
▪ 𝑐≤3 è un fattore di sovraresistenza.
𝑁 𝑁
𝜎𝑐 = 22.70 2
< 28.80
𝑚𝑚 𝑚𝑚2
In fase di esercizio, per la combinazione caratteristica (rara), si registra una tensione massima di
compressione pari a:
𝑁 𝑁
𝜎𝑐 = 8.72 2
< 17.43 = 0.60 𝑓𝑐𝑘
𝑚𝑚 𝑚𝑚2
Per la combinazione quasi permanente, si registra una tensione massima di compressione pari a:
𝑁 𝑁
𝜎𝑐 = 7.56 2
< 13.07 = 0.45𝑓𝑐𝑘
𝑚𝑚 𝑚𝑚2
38
Modello S&T – piano verticale
𝑃 ℎ − ℎ𝑝
𝑇= = 19446.8 𝑁
4 ℎ
È necessario quindi inserire un’armatura a frettaggio tale che 𝐴𝑠 ∙ 𝑓𝑦𝑑 ≥ 𝑇𝑚𝑎𝑥 , cioè:
𝐴𝑠 ≥ 98 𝑚𝑚2
39
Si decide pertanto di inserire delle armature elicoidali con diametro 𝜙6.
40
6.5.1 - Verifica della sezione 1
■ Rottura della sezione per raggiungimento della tensione ultima del calcestruzzo ɛcu: 0,35%;
■ Calcestruzzo non reagente a trazione con legame costitutivo stress-block;
■ Le sezioni rette si mantengono piane;
■ Le armature subiscono le stesse deformazioni del conglomerato ad esso adiacente;
■ Il comportamento dell’acciaio valutato secondo il legame costitutivo elastico perfettamente plastico;
■ L’armatura lenta tesa raggiunge lo snervamento in fase di rottura.
Armatura Lenta
Armatura in Zona Tesa Armatura in Zona Compressa
Numero ferri [-] 5 Numero ferri [-] 5
Diametro ferri ϕ [mm] 14 Diametro ferri ϕ [mm] 14
Area armatura tesa As [mm2] 769.69 Area armatura compressa As' [mm2] 769.69
Altezza utile d [mm] 178 Altezza utile d' [mm] 32
Rapporto di armatura ρ [-] 0.00367 Rapporto di armatura ρ' [-] 0.00367
Passo s [mm] 200 Passo s [mm] 200
Si determina la posizione dell’asse neutro, ipotizzando la rottura lato calcestruzzo, armatura tesa
snervata, imponendo l’equilibrio alla traslazione delle forze risultanti agenti sulla sezione:
41
𝐶 + 𝑇′ − 𝑇 = 0
𝜀𝑐𝑢 𝑥 − 𝑑 ′
0.8 ∙ 𝑓𝑐𝑑 ∙ 𝑥 ∙ 𝑏 + 𝐴′𝑠 ∙ 𝑓𝑦𝑑 ∙ ∙ − 𝐴𝑠 ∙ 𝑓𝑦𝑑 = 0
𝜀𝑦𝑑 𝑥
𝑥 = 32 𝑚𝑚
Pertanto, una volta verificata la veridicità delle ipotesi, è possibile calcolare il momento resistente:
La verifica è soddisfatta.
■ Rottura della sezione per raggiungimento della tensione ultima del calcestruzzo ɛcu: 0,35%;
■ Calcestruzzo non reagente a trazione con legame costitutivo stress-block;
■ Le sezioni rette si mantengono piane;
■ Le armature subiscono le stesse deformazioni del conglomerato ad esso adiacente;
■ Il comportamento dell’acciaio valutato secondo il legame costitutivo elastico perfettamente plastico;
■ L’armatura lenta tesa raggiunge lo snervamento in fase di rottura.
Armatura Lenta
Armatura in Zona Tesa Armatura in Zona Compressa
Numero ferri [-] 10 Numero ferri [-] 5
42
Diametro ferri ϕ [mm] 14 Diametro ferri ϕ [mm] 14
Area armatura tesa As [mm2] 1539.38 Area armatura compressa As' [mm2] 769.69
Altezza utile d [mm] 164 Altezza utile d' [mm] 46
Rapporto di armatura ρ [-] 0.00733 Rapporto di armatura ρ' [-] 0.00367
Passo s [mm] 100 Passo s [mm] 200
𝑚
|𝑚22 + 𝑚12 | = 57.81 𝑘𝑁 ∙ = 57.81 𝑘𝑁 ∙ 𝑚 = 𝑀22 = 𝑀𝑦𝑦
𝑚
Si determina la posizione dell’asse neutro, ipotizzando la rottura lato calcestruzzo, armatura tesa
snervata, imponendo l’equilibrio alla traslazione delle forze risultanti agenti sulla sezione:
𝐶 + 𝑇′ − 𝑇 = 0
𝜀𝑐𝑢 𝑥 − 𝑑 ′
0.8 ∙ 𝑓𝑐𝑑 ∙ 𝑥 ∙ 𝑏 + 𝐴′𝑠 ∙ 𝑓𝑦𝑑 ∙ ∙ − 𝐴𝑠 ∙ 𝑓𝑦𝑑 = 0
𝜀𝑦𝑑 𝑥
𝑥 = 45.9 𝑚𝑚
Pertanto, una volta verificata la veridicità delle ipotesi, è possibile calcolare il momento resistente:
La verifica è soddisfatta.
■ Rottura della sezione per raggiungimento della tensione ultima del calcestruzzo ɛcu: 0,35%;
■ Calcestruzzo non reagente a trazione con legame costitutivo stress-block;
■ Le sezioni rette si mantengono piane;
■ Le armature subiscono le stesse deformazioni del conglomerato ad esso adiacente;
■ Il comportamento dell’acciaio valutato secondo il legame costitutivo elastico perfettamente plastico;
■ Le armature lente tesa e compressa raggiungono lo snervamento in fase di rottura.
43
Geometria della Sezione
Base b [mm] 1000
Altezza h [mm] 210
Area Calcestruzzo Ac [mm2] 210000
Copriferro c [mm] 25
Armatura Lenta
Armatura in Zona Tesa Armatura in Zona Compressa
Numero ferri [-] 5 Numero ferri [-] 5
Diametro ferri ϕ [mm] 14 Diametro ferri ϕ [mm] 14
Area armatura tesa As [mm2] 769.69 Area armatura compressa As' [mm2] 769.69
Altezza utile d [mm] 178 Altezza utile d' [mm] 32
Rapporto di armatura ρ [-] 0.00367 Rapporto di armatura ρ' [-] 0.00367
Passo s [mm] 200 Passo s [mm] 200
Armatura da Precompressione
Armatura
Numero cavi [-] 8
Diametro cavi ϕ [mm] 15.7
Area armatura tesa Ap [mm2] 1548.74
Tiro singolo P [N] 124704
Tiro totale PTOT [N] 997632
Altezza utile dp [mm] 170
Si determina la posizione dell’asse neutro, ipotizzando la rottura lato calcestruzzo, armatura lenta
snervata, imponendo l’equilibrio alla traslazione delle forze risultanti agenti sulla sezione:
𝐶 + 𝑇 ′ − 𝑇 − 𝑇𝑝 = 0
44
ℎ𝑝 − 𝑥
0.8 ∙ 𝑓𝑐𝑑 ∙ 𝑥 ∙ 𝑏 + 𝐴′𝑠 ∙ 𝑓𝑦𝑑 − 𝐴𝑠 ∙ 𝑓𝑦𝑑 − 𝑃𝑇𝑂𝑇 − 𝐴𝑝 ∙ 𝐸𝑝 ∙ 𝜀𝑐𝑢 ∙ =0
𝑥
𝑥 = 111.5 𝑚𝑚
Pertanto, una volta verificata la veridicità delle ipotesi, è possibile calcolare il momento resistente:
La verifica è soddisfatta.
■ Rottura della sezione per raggiungimento della tensione ultima del calcestruzzo ɛcu: 0,35%;
■ Calcestruzzo non reagente a trazione con legame costitutivo stress-block;
■ Le sezioni rette si mantengono piane;
■ Le armature subiscono le stesse deformazioni del conglomerato ad esso adiacente;
■ Il comportamento dell’acciaio valutato secondo il legame costitutivo elastico perfettamente plastico;
■ Le armature lente tesa e compressa raggiungono lo snervamento in fase di rottura.
Armatura Lenta
Armatura in Zona Tesa Armatura in Zona Compressa
Numero ferri [-] 5 Numero ferri [-] 5
Diametro ferri ϕ [mm] 14 Diametro ferri ϕ [mm] 14
Area armatura tesa As [mm2] 769.69 Area armatura compressa As' [mm2] 769.69
45
Altezza utile d [mm] 164 Altezza utile d' [mm] 46
Rapporto di armatura ρ [-] 0.00367 Rapporto di armatura ρ' [-] 0.00367
Passo s [mm] 200 Passo s [mm] 200
Armatura da Precompressione
Armatura
Numero cavi [-] 8
Diametro cavi ϕ [mm] 15.7
Area armatura tesa Ap [mm2] 1548.74
Tiro singolo P [N] 121973
Tiro totale PTOT [N] 975787
Altezza utile dp [mm] 170
Il momento sollecitante vale:
Si determina la posizione dell’asse neutro, ipotizzando la rottura lato calcestruzzo, armatura lenta
snervata, imponendo l’equilibrio alla traslazione delle forze risultanti agenti sulla sezione:
𝐶 + 𝑇 ′ − 𝑇 − 𝑇𝑝 = 0
ℎ𝑝 − 𝑥
0.8 ∙ 𝑓𝑐𝑑 ∙ 𝑥 ∙ 𝑏 + 𝐴′𝑠 ∙ 𝑓𝑦𝑑 − 𝐴𝑠 ∙ 𝑓𝑦𝑑 − 𝑃𝑇𝑂𝑇 − 𝐴𝑝 ∙ 𝐸𝑝 ∙ 𝜀𝑐𝑢 ∙ =0
𝑥
𝑥 = 113.1 𝑚𝑚
Pertanto, una volta verificata la veridicità delle ipotesi, è possibile calcolare il momento resistente:
La verifica è soddisfatta.
46
Si definiscono le seguenti quantità:
■ 𝑣𝑅𝑑,𝑐 valore di progetto del taglio-punzonamento resistente di una piastra priva di armature per il
punzonamento lungo la sezione di verifica considerata;
■ 𝑣𝑅𝑑,𝑐𝑠 valore di progetto del taglio-punzonamento resistente di una piastra dotata di armature per il
punzonamento lungo la sezione di verifica considerata;
■ 𝑣𝑅𝑑,𝑚𝑎𝑥 valore di progetto del massimo taglio-punzonamento resistente lungo la sezione di verifica
considerata.
a. In adiacenza al pilastro o alla zona caricata, ovvero lungo il perimetro 𝑢0 : 𝑣𝐸𝑑,0 < 𝑣𝑅𝑑,max ;
b. Lungo il perimetro critico 𝑢1 : 𝑣𝐸𝑑,1 < 𝑣𝑅𝑑,c .
- Aumentare le dimensioni del pilastro o della zona caricata o lo spessore della piastra;
- Inserire un capitello in testa al pilastro, che equivale ad aumentare lo spessore della piastra in
adiacenza al pilastro stesso;
- Adottare una classe di resistenza del calcestruzzo più alta.
Il valore di progetto della tensione di punzonamento lungo il perimetro considerato è dato dalla seguente
espressione:
𝛽 ∙ 𝑉𝐸𝑑
𝑣𝐸𝑑 =
𝑢∙𝑑
dove:
dove:
■ 𝜌𝑙 = √𝜌𝑙𝑥 𝜌𝑙𝑦 ≤ 0.02 percentuale geometrica di armatura tesa aderente, comprensiva sia dell’armatura
ordinaria sia dei cavi post-tesi;
■ 𝑓𝑐𝑘 = 28.00 𝑁/𝑚𝑚2 resistenza cilindrica caratteristica del calcestruzzo C28/35.
La resistenza massima a taglio punzonamento dovuta alla resistenza del calcestruzzo è data dalla
seguente espressione:
dove:
Nel caso di piastra provvista di armature trasversali, la resistenza a punzonamento si può esprimere
come somma di due termini, il primo dei quali tiene conto del contributo del calcestruzzo – ridotto del 25%
rispetto a quello della stessa piastra priva di armature – ed il secondo rappresenta il contributo delle
armature trasversali:
𝑑 1
𝑣𝑅𝑑,𝑐𝑠 = 0.75 𝑣𝑅𝑑,𝑐 + 1.5 ( ) ∙ 𝐴𝑠𝑤 𝑓𝑦𝑤𝑑,𝑒𝑓 ∙ ∙ sin 𝛼
𝑠𝑟 𝑢1 ∙ 𝑑
dove:
■ 𝐴𝑠𝑤 è l’area di armatura a punzonamento disposta su una fila circonferenziale intorno al pilastro;
■ 𝑠𝑟 è il passo radiale dell’armatura di punzonamento;
■ 𝑓𝑦𝑤𝑑,𝑒𝑓 = 250 + 0.25𝑑 ≤ 𝑓𝑦𝑤𝑑 resistenza di progetto efficace dell’armatura a punzonamento;
■ 𝛼 è l’angolo compreso tra l’armatura a punzonamento e la superficie media della piastra.
NB: La precompressione influisce positivamente alla riduzione del fenomeno del punzonamento grazie ai
cavi che esercitano delle forze equivalenti direttamente applicate al pilastro che vanno a sottrarsi dal
carico di punzonamento.
48
Si procede quindi con la verifica a punzonamento della piastra in corrispondenza del pilastro interno
maggiormente sollecitato, di quello di bordo ed infine di quello d’angolo:
49
Azione assiale sollecitante pilastro NEd [N] 559770.0
Taglio sollecitante VEd [N] 319210.8
1.15
Dimensione Ortogonale Al Bordo c1 [mm] 500
Dimensione Parallela Al Bordo c2 [mm] 500
Altezza Utile Armatura d [mm] 171
Perimetro Del Pilastro u0 [mm] 2000.0
Resistenza a punzonamento vRd,0 [N/mm2] 3.29
Resistenza di progetto della tensione di punzonamento sul perimetro del pilastro vEd,0 [N/mm2] 1.07
Verifica vRd,0 > vEd,0 Verificata
Perimetro critico u1 [mm] 4148.8
CRd,c 0.12
k 2.0
ρlx 0.009
ρly 0.009
ρl 0.13
k1 0.10
Tensione normale nel cls σcp [N/mm2] 4.69
νmin 0.53
Resistenza a punzonamento vRd,c [N/mm2] 1.75
Resistenza di progetto della tensione di punzonamento sul perimetro critico vEd,1 [N/mm2] 0.52
Verifica vRd,c > vEd,1 Verificata
51
6.7 - Verifiche agli stati limite di esercizio di fessurazione
Al punto 4.1.2.2.4 delle NTC 2018 sono riportati, in ordine di severità decrescente, i seguenti stati limite di
fessurazione:
■ Stato limite di decompressione nel quale, per la combinazione di azioni prescelta, la tensione normale
è ovunque di compressione ed al più uguale a 0;
■ Stato limite di formazione delle fessure, nel quale, per la combinazione di azioni prescelta, la tensione
normale di trazione nella fibra più sollecitata è pari a:
𝑓𝑐𝑡𝑚
𝜎𝑡 =
1.2
■ Stato limite di apertura delle fessure, nel quale, per la combinazione di azioni prescelta, il valore limite
di apertura della fessura calcolato al livello considerato è pari ad uno dei seguenti valori nominali:
Lo stato limite di fessurazione viene fissato in funzione delle condizioni ambientali e della sensibilità delle
armature alla corrosione.
Per quanto riguarda la sensibilità delle armature alla corrosione, al punto 4.1.2.2.4.3 delle NTC 2018, si
distinguono due gruppi:
52
■ Stato limite di decompressione e di formazione delle fessure (le tensioni sono calcolate in base alle
caratteristiche geometriche e meccaniche della sezione omogeneizzata non fessurata);
■ Stato limite di apertura delle fessure: il valore di calcolo 𝑤𝑑 di apertura delle fessure non deve
superare i valori nominali 𝑤1 , 𝑤2 , 𝑤3 . Il valore di calcolo è dato da: 𝑤𝑑 = 1.7 ∙ 𝑤𝑚 , dove 𝑤𝑚 rappresenta
l’ampiezza media delle fessure ed è calcolata come prodotto della deformazione media delle barre di
armatura 𝜀𝑠𝑚 per la distanza media tra le fessure Δ𝑠𝑚 .
Per un’analisi più scrupolosa, si decide di effettuare la verifica sia immediatamente dopo la messa in
tensione dei cavi, quindi a perdite istantanee avvenute, sia a tempo infinito, ovvero dopo che si sono
manifestate anche le perdite differite.
N.B. Prima di procedere con le verifiche dettate da normativa, è necessario appurare che il centro delle
pressioni si trovi all’esterno del nocciolo centrale di inerzia, altrimenti la sezione risulterebbe interamente
compressa e la verifica a fessurazione non sarebbe necessaria.
53
Altezza h [mm] 210
Area Calcestruzzo Ac [mm2] 210000
Copriferro c [mm] 25
Armatura Lenta
Armatura in Zona Tesa Armatura in Zona Compressa
Numero ferri [-] 5 Numero ferri [-] 5
Diametro ferri ϕ [mm] 14 Diametro ferri ϕ [mm] 14
Area armatura As [mm2] 769.69 Area armatura As' [mm2] 769.69
Altezza utile d [mm] 178 Altezza utile d' [mm] 32
Rapporto ρ [-] 0.00367 Rapporto ρ' [-] 0.00367
Passo s [mm] 200 Passo s [mm] 200
Armatura da Precompressione
Numero cavi [-] 2
Diametro cavi ϕ [mm] 15.7
Area armatura Ap [mm2] 387.19
Tiro singolo P [N] 124704
Tiro totale PTOT [N] 249408
Altezza utile dp [mm] 170
𝑀𝑥𝑥,𝑓 = 22.97 𝑘𝑁 ∙ 𝑚
𝑀𝑥𝑥,𝑞𝑝 = 20.91 𝑘𝑁 ∙ 𝑚
54
Verifica a fessurazione [SLE] - a lungo termine - Combinazione frequente
Tensione normale di trazione σt [N/mm2] 2.36
Coefficiente di omogeneizzazione n 19.33
Momento sollecitante M [Nmm] 22971600
Sforzo normale sollecitante P [N] 249408
Eccentricità e [mm] 92.10
Verifica sezione tutta compressa Non Verificato
Baricentro sezione interamente reagente yG [mm] 105.00
Momento di inerzia sez. interamente reagente J [mm4] 9.30x108
Area A [mm2] 239759.62
Tensione normale di trazione σt [N/mm2] 1.55
VERIFICA DI PRIMA FESSURAZIONE Verificato
Verifica a fessurazione [SLE] - a breve termine - Combinazione QP
Tensione normale di trazione σt [N/mm2] 2.36
Coefficiente di omogeneizzazione n 6.44
Momento sollecitante M [Nmm] 209100000
Sforzo normale sollecitante P [N] 249408
Eccentricità e [mm] 83.84
Verifica sezione tutta compressa Non Verificato
Baricentro sezione interamente reagente yG [mm] 105.00
Momento di inerzia sez. interamente reagente J [mm4] 8.24x108
Area A [mm2] 219919.87
Tensione normale di trazione σt [N/mm2] 1.53
VERIFICA DI PRIMA FESSURAZIONE Verificato
55
Altezza h [mm] 210
Area Calcestruzzo Ac [mm2] 210000
Copriferro c [mm] 39
Armatura Lenta
Armatura in Zona Tesa Armatura in Zona Compressa
Numero ferri [-] 10 Numero ferri [-] 5
Diametro ferri ϕ [mm] 14 Diametro ferri ϕ [mm] 14
Area armatura As [mm2] 1539.38 Area armatura As' [mm2] 769.69
Altezza utile d [mm] 164 Altezza utile d' [mm] 46
Rapporto ρ [-] 0.00733 Rapporto ρ' [-] 0.00367
Passo s [mm] 200 Passo s [mm] 200
Armatura da Precompressione
Numero cavi [-] 2
Diametro cavi ϕ [mm] 15.7
Area armatura Ap [mm2] 387.19
Tiro singolo P [N] 121973
Tiro totale PTOT [N] 243947
Altezza utile dp [mm] 2
𝑀𝑥𝑥,𝑓 = 31.72 𝑘𝑁 ∙ 𝑚
𝑀𝑥𝑥,𝑞𝑝 = 29.06 𝑘𝑁 ∙ 𝑚
56
Tensione normale sull'acciaio teso σs [N/mm2] 59.81
αe 6.44
Ac,eff 44245
ρeff 0.03
εsm 0.000171
k1 0.80
k2 0.50
k3 3.40
k4 0.43
Dsm 118.24
wd [mm] 0.03
VERIFICA APERTURA FESSURE Verificato
Verifica a fessurazione [SLE] - a lungo termine - Combinazione frequente
Tensione normale di trazione σt [N/mm2] 2.36
Coefficiente di omogeneizzazione n 19.33
Momento sollecitante M [Nmm] 31723500
Sforzo normale sollecitante P [N] 243947
Eccentricità e [mm] 130.04
Verifica sezione tutta compressa Non Verificato
Baricentro sezione interamente reagente yG [mm] 105.00
Momento di inerzia sez. interamente reagente J [mm4] 9.24x108
Area A [mm2] 254639
Tensione normale di trazione σt [N/mm2] 2.53
VERIFICA DI PRIMA FESSURAZIONE Non Verificato
Asse neutro XG [mm] 100.78
Equilibrio alla rotazione 0
Tensione normale sul calcestruzzo σc [N/mm2] 6.13
Tensione normale sull'acciaio teso σs [N/mm2] 74.3
αe 6.44
Ac,eff 36407
ρeff 0.0423
εsm 0.000212
k1 0.80
k2 0.50
k3 3.40
k4 0.43
Dsm 111.11
wd [mm] 0.04
VERIFICA APERTURA FESSURE Verificato
Verifica a fessurazione [SLE] - a breve termine - Combinazione QP
Tensione normale di trazione σt [N/mm2] 2.36
Coefficiente di omogeneizzazione n 6.44
Momento sollecitante M [Nmm] 29060000
57
Sforzo normale sollecitante P [N] 243947
Eccentricità e [mm] 119.12
Verifica sezione tutta compressa Non Verificato
Baricentro sezione interamente reagente yG [mm] 105.00
Momento di inerzia sez. interamente reagente J [mm4] 8.24x108
Area A [mm2] 224879
Tensione normale di trazione σt [N/mm2] 2.58
VERIFICA DI PRIMA FESSURAZIONE Non Verificato
Asse neutro XG [mm] 81.20
Equilibrio alla rotazione 0
Tensione normale sul calcestruzzo σc [N/mm2] 7.47
Tensione normale sull'acciaio teso σs [N/mm2] 49.1
αe 6.44
Ac,eff 42933
ρeff 0.04
εsm 0.000140
k1 0.80
k2 0.50
k3 3.40
k4 0.43
Dsm 117.05
wd [mm] 0.03
VERIFICA APERTURA FESSURE Verificato
Armatura Lenta
Armatura in Zona Tesa Armatura in Zona Compressa
Numero ferri [-] 5 Numero ferri [-] 5
Diametro ferri ϕ [mm] 14 Diametro ferri ϕ [mm] 14
Area armatura As [mm2] 769.69 Area armatura As' [mm2] 769.69
Altezza utile d [mm] 178 Altezza utile d' [mm] 32
Rapporto ρ [-] 0.00367 Rapporto ρ' [-] 0.00367
Passo s [mm] 200 Passo s [mm] 200
Armatura da Precompressione
Numero cavi [-] 8
Diametro cavi ϕ [mm] 15.7
Area armatura Ap [mm2] 1548.74
Tiro singolo P [N] 124704
Tiro totale PTOT [N] 8
Altezza utile dp [mm] 170
𝑀𝑥𝑥,𝑓 = 68.85 𝑘𝑁 ∙ 𝑚
𝑀𝑥𝑥,𝑞𝑝 = 64.74 𝑘𝑁 ∙ 𝑚
59
Coefficiente di omogeneizzazione n 6.44
Momento sollecitante M [Nmm] 68850000
Sforzo normale sollecitante P [N] 997632
Eccentricità e [mm] 69.01
Verifica sezione tutta compressa Non Verificato
Baricentro sezione interamente reagente yG [mm] 105.00
Momento di inerzia sez. interamente reagente J [mm4] 8.24x108
Area A [mm2] 219919.87
Tensione normale di trazione σt [N/mm2] 4.23
VERIFICA DI PRIMA FESSURAZIONE Non Verificato
Asse neutro XG [mm] 123.68
Equilibrio alla rotazione 0
Tensione normale sul calcestruzzo σc [N/mm2] 15.75
Tensione normale sull'acciaio teso σs [N/mm2] 44.58
αe 6.44
Ac,eff 28774
ρeff 0.03
εsm 0.000127
k1 0.80
k2 0.50
k3 3.40
k4 0.43
Dsm 102.34
wd [mm] 0.02
VERIFICA APERTURA FESSURE Verificato
60
Ac,eff 24230
ρeff 0.03
εsm 0.000216
k1 0.80
k2 0.50
k3 3.40
k4 0.43
Dsm 94.07
wd [mm] 0.03
VERIFICA APERTURA FESSURE Verificato
61
Momento sollecitante M [Nmm] 64740000
Sforzo normale sollecitante P [N] 997632
Eccentricità e [mm] 64.89
Verifica sezione tutta compressa Non Verificato
Baricentro sezione interamente reagente yG [mm] 105.00
Momento di inerzia sez. interamente reagente J [mm4] 9.30x108
Area A [mm2] 239759.62
Tensione normale di trazione σt [N/mm2] 3.15
VERIFICA DI PRIMA FESSURAZIONE Non Verificato
Asse neutro XG [mm] 148.29
Equilibrio alla rotazione 0
Tensione normale sul calcestruzzo σc [N/mm2] 12.04
Tensione normale sull'acciaio teso σs [N/mm2] 46.6
αe 6.44
Ac,eff 20569
ρeff 0.04
εsm 0.000133
k1 0.80
k2 0.50
k3 3.40
k4 0.43
Dsm 87.41
wd [mm] 0.02
VERIFICA APERTURA FESSURE Verificato
Armatura da Precompressione
Numero cavi [-] 8
Diametro cavi ϕ [mm] 15.7
Area armatura Ap [mm2] 1549
Tiro singolo P [N] 121973
Tiro totale PTOT [N] 975787
Altezza utile dp [mm] 170
62
Armatura Lenta
Armatura in Zona Tesa Armatura in Zona Compressa
Numero ferri [-] 5 Numero ferri [-] 5
Diametro ferri ϕ [mm] 14 Diametro ferri ϕ [mm] 14
Area armatura As [mm2] 769.69 Area armatura As' [mm2] 769.69
Altezza utile d [mm] 164 Altezza utile d' [mm] 46
Rapporto ρ [-] 0.00367 Rapporto ρ' [-] 0.00367
Passo s [mm] 200 Passo s [mm] 200
𝑀𝑥𝑥,𝑓 = 83.91 𝑘𝑁 ∙ 𝑚
𝑀𝑥𝑥,𝑞𝑝 = 78.41 𝑘𝑁 ∙ 𝑚
63
Verifica a fessurazione [SLE] - a lungo termine - Combinazione frequente
Tensione normale di trazione σt [N/mm2] 2.36
Coefficiente di omogeneizzazione n 19.33
Momento sollecitante M [Nmm] 83910000
Sforzo normale sollecitante P [N] 249408
Eccentricità e [mm] 85.99
Verifica sezione tutta compressa Non Verificato
Baricentro sezione interamente reagente yG [mm] 105.00
Momento di inerzia sez. interamente reagente J [mm4] 8.75x108
Area A [mm2] 239759.62
Tensione normale di trazione σt [N/mm2] 5.99
VERIFICA DI PRIMA FESSURAZIONE Non Verificato
Asse neutro XG [mm] 107.50
Equilibrio alla rotazione 0
Tensione normale sul calcestruzzo σc [N/mm2] 17.92
Tensione normale sull'acciaio teso σs [N/mm2] 182.10
αe 6.44
Ac,eff 34168
ρeff 0.03
εsm 0.000593
k1 0.80
k2 0.50
k3 3.40
k4 0.43
Dsm 140.15
wd [mm] 0.14
VERIFICA APERTURA FESSURE Verificato
64
Asse neutro XG [mm] 98.50
Equilibrio alla rotazione 0
Tensione normale sul calcestruzzo σc [N/mm2] 20.08
Tensione normale sull'acciaio teso σs [N/mm2] 86.10
αe 6.44
Ac,eff 37168
ρeff 0.02
εsm 0.000246
k1 0.80
k2 0.50
k3 3.40
k4 0.43
Dsm 145.61
wd [mm] 0.06
αe 6.44
Ac,eff 32260
ρeff 0.02
εsm 0.000424
k1 0.80
65
k2 0.50
k3 3.40
k4 0.43
Dsm 136.68
wd [mm] 0.10
Per la combinazione di carico quasi permanente, si registra una freccia massima pari a:
6500 𝑙
𝑓𝑚𝑎𝑥 = 5.52 𝑚𝑚 < = 13 𝑚𝑚 =
500 500
66
7 - Progetto ai carichi orizzontali
Dopo aver dimensionato e verificato l’impalcato ai carichi verticali si va a verificare la sua resistenza nei
confronti dei carichi orizzontali.
Nello studio del comportamento di una struttura soggetta ad azioni orizzontali di rilevante intensità, quale
può essere l’azione sismica, si individuano nelle membrature degli elementi resistenti primari e secondari.
I primi devono essere considerati nel modello di calcolo utilizzato per analizzare la situazione sismica di
progetto e devono essere interamente progettati e dettagliati per resistere all’azione sismica in conformità
con le indicazioni della EN-1998-1. A fianco di queste membrature principali possono esserci membrature
dette sismicamente secondarie, ovvero non considerate parte del sistema resistente all’azione sismica. Si
trascura quindi la loro resistenza e rigidezza nei confronti delle azioni sismiche. Tali elementi secondari
sono chiamati a mantenere la resistenza ai soli carichi gravitazionali presenti nella situazione sismica,
quando sottoposti agli spostamenti delle membrature principali deformate dal sisma. In linea di massima,
non è necessario che gli elementi secondari soddisfino al criterio della gerarchia delle resistenze, né le
verifiche di duttilità locale. Inoltre, per poter considerare degli elementi come secondari, è necessario che
il contributo totale alla rigidezza laterale di questi non sia maggiore del 15% di quella di tutte le
membrature sismiche primarie. Si decide quindi di considerare la piastra come elemento secondario,
andando a progettare invece un affidabile sistema primario costituito da pilastri e ulteriori setti che si
aggiungono a quelli già presenti del vano scala ascensore.
67
7.1 - Elementi sismici primari e secondari
Per verificare che la piastra possa essere considerata effettivamente elemento sismicamente
secondario, è necessario dimostrare che la rigidezza laterale di questa non sia maggiore del 15% di
quella di tutte le membrature sismiche primarie. Si modellano, quindi, due edifici: il primo prevede la
modellazione della piastra come elemento primario; il secondo considera la piastra come elemento
secondario.
Tramite il software SAP2000, per ciascun modello si indagano le forme modali principali e si ricavano i
periodi relativi ad esse. Noti i periodi, è possibile ottenere le pulsazioni proprie del sistema 𝜔 associate a
ciascun modo di vibrare. A questo punto, conoscendo la massa sismica è possibile ricavare le rigidezze e
confrontarle.
𝑇 = 2𝜋/𝜔
𝑘
𝜔=√
𝑚
Si vanno quindi a computare le masse sismiche provenienti dai carichi gravitazionali individuate tramite la
seguente relazione:
𝐺1 + 𝐺2 + ∑ 𝜓2𝑗 𝑄𝑘𝑗
𝑗
dove i valori dei coefficienti 𝜓2𝑗 sono riportati nella Tabella 2.5.1 delle NTC2018.
Si riporta di seguito una tabella riepilogativa dei carichi individuati ai paragrafi da 2.4.1 a 2.4.8. e, per ogni
tipo di carico, il totale da considerare secondo la combinazione delle masse sismiche calcolato con la
G1 G2 Ψ2jQk Qmasse,sismiche
Elemento
[kN/m2] [kN/m2] [kN/m2] [kN/m2]
Solaio Piano Tipo 5.25 2.02 4.80 12.07
Solaio Copertura 5.25 2.02 - 7.27
Pianerottolo di Mezzo Piano 5.00 - 3.20 8.20
Rampa di Scale 5.00 - 3.20 8.20
Pilastri 10*75.0 - - 750
Setti 22.50 - - 22.50
Tamponatura Esterna - 2.75 - 2.75
68
Prima di passare al calcolo delle generiche forze, si effettua una rapida verifica sulla correttezza del
modello, andando a confrontare le masse restituite dal software SAP2000 e dal calcolo “a mano”.
Dal confronto si evince che è presente un errore relativo pari a 𝜀 = 1.3%, pertanto è possibile procedere
con la verifica.
Dal confronto si desume che tra le rigidezze in direzione x è presente un errore relativo pari a 𝜀 =
10.49 %.
Dal confronto si desume che tra le rigidezze in direzione y è presente un errore relativo pari a 𝜀 = 8.77 %.
69
Le azioni sismiche agenti sull’edificio vengono valutate in relazione ad un periodo di riferimento 𝑉𝑟 che si
ricava, per ciascun tipo di costruzione, moltiplicandone la vita nominale 𝑉𝑛 per un coefficiente d'uso 𝐶𝑢
funzione della classe d'uso definita al paragrafo 2.4.3 delle nuove NTC2018.
La vita nominale 𝑉𝑛 è intesa come il numero di anni per cui la struttura, purché soggetta alla
manutenzione ordinaria, deve poter essere usata per lo scopo alla quale è destinata. La vita nominale dei
Figura 7.1 Tabella 2.4.I NTC2018 – valori minimi vita nominale di progetto per diversi tipi di costruzioni.
𝑉𝑛 = 50 𝑎𝑛𝑛𝑖
Per costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti (classe d'uso 𝐼𝐼) il coefficiente d'uso 𝐶𝑢 assume
Di conseguenza:
𝑉𝑟 = 𝑉𝑛 ∙ 𝐶𝑢 = 50 𝑎𝑛𝑛𝑖 ∙ 1 = 50 𝑎𝑛𝑛𝑖
Le azioni sismiche di progetto, noto il periodo di riferimento, si definiscono a partire dalla pericolosità
sismica del sito di costruzione, definita in termini di ordinate dello spettro di risposta elastico in
accelerazione 𝑆𝑒 (𝑇), con riferimento a prefissate probabilità di superamento nel periodo di riferimento 𝑉𝑟 .
70
Nei confronti delle azioni sismiche, gli stati limite, sia di esercizio che ultimi, sono individuati riferendosi
alle prestazioni della costruzione nel suo complesso, includendo gli elementi strutturali, quelli non
strutturali e gli impianti. Le NTC2018 [𝑃𝑎𝑟𝑎𝑔𝑟𝑎𝑓𝑜 3.2.1] prevedono Stati Limite di Esercizio (SLE):
■ Stato Limite di Operatività (SLO): a seguito del terremoto la costruzione nel suo complesso non deve
subire danni ed interruzioni d’uso significativi;
■ Stato Limite di Danno (SLD): a seguito del terremoto la costruzione nel suo complesso subisce danni
tali da non mettere a rischio gli utenti e da non compromettere significativamente la capacità di
resistenza e rigidezza nei confronti delle azioni verticali e orizzontali, mantenendosi immediatamente
utilizzabile pur nell’interruzione d’uso di parte delle apparecchiature.
■ Stato Limite di salvaguardia della Vita (SLV): a seguito del terremoto la costruzione subisce rotture e
crolli dei componenti non strutturali ed impiantistici e significativi danni dei componenti strutturali cui si
associa una perdita significativa di rigidezza nei confronti delle azioni orizzontali; la costruzione
conserva invece una parte della resistenza e rigidezza per azioni verticali ed un margine di sicurezza
nei confronti del collasso per azioni sismiche orizzontali;
■ Stato Limite di prevenzione del Collasso (SLC): a seguito del terremoto la costruzione subisce gravi
rotture e crolli dei componenti non strutturali ed impiantistici e danni molto gravi dei componenti
strutturali; la costruzione conserva ancora un margine di sicurezza nel confronto del collasso per
azioni orizzontali.
Per le classi d’uso 1 e 2, il rispetto dei vari stati limite si considera conseguito [7.1 − 𝑁𝑇𝐶2018]:
■ nei confronti di tutti gli SLE, qualora siano rispettate le verifiche al solo SLD;
■ nei confronti di tutti gli SLU, qualora siano soddisfatte le verifiche relative al solo SLV.
Per effettuare le valutazioni di sicurezza allo SLV, i parametri fondamentali che definiscono l’azione
sismica, determinati mediante il foglio di calcolo Excel Spettri NTC fornito dal Consiglio Superiore dei
Lavori Pubblici, sono i seguenti:
ag Fo Tc*
[g] [-] [s]
0.131 2.413 0.302
Con riferimento al paragrafo 3.2.3.2.1 delle NTC 2018, si definiscono i restanti parametri utili a
determinare il grafico dello spettro di risposta elastico in accelerazione delle componenti orizzontali.
71
Ss Cc ST S η TB TC TD
[-] [-] [-] [-] [-] [s] [s] [s]
1.500 1.559 1.000 1.500 1.000 0.157 0.471 2.152
0,4
0,3
Se(t) [g]
0,2
0,1
0,0
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T [s]
In modo analogo, al fine di effettuare le valutazioni di sicurezza allo SLD, si determinano i parametri
fondamentali che definiscono l’azione sismica, mediante il medesimo foglio di calcolo Excel Spettri NTC:
ag Fo Tc*
[g] [-] [s]
0.057 2.586 0.268
Con riferimento al paragrafo 3.2.3.2.1 delle NTC 2018, si definiscono i restanti parametri utili a
determinare il grafico dello spettro di risposta elastico in accelerazione delle componenti orizzontali.
Ss Cc ST S η TB TC TD
[-] [-] [-] [-] [-] [s] [s] [s]
1.500 1.622 1.000 1.500 1.000 0.145 0.434 1.826
72
Spettro di risposta elastico - SLD
0,5
0,4
0,3
Se(t) [g]
0,2
0,1
0,0
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
T [s]
Fattore di comportamento 𝒒
Essendo questa tipologia di edificio, diversa da quelle indicate al paragrafo 7.3.1 delle NTC2018, è
necessario progettare la struttura con un fattore di comportamento 𝑞 = 1.5, in modo da considerare il
comportamento strutturale non dissipativo.
Affinché la struttura possa essere considerata regolare in pianta e in altezza, devono essere rispettate le
condizioni previste dalle NTC2018 e riportate al paragrafo 7.2.1.
Purché la struttura venga considerata regolare in pianta, devono essere rispettate le seguenti
prescrizioni:
73
influenzano significativamente la rigidezza nel piano dell’orizzontamento e, per ogni rientranza,
l’area compresa tra il perimetro dell’orizzontamento e la linea convessa circoscritta
all’orizzontamento non supera il 5% dell’area dell’orizzontamento;
b) il rapporto tra i lati del rettangolo circoscritto alla pianta di ogni orizzontamento è inferiore a 4;
18
La condizione b) risulta soddisfatta in quanto = 0.82 < 4.
22
c) ciascun orizzontamento ha una rigidezza nel proprio piano tanto maggiore della corrispondente
rigidezza degli elementi strutturali verticali da potersi assumere che la sua deformazione in pianta
influenzi in modo trascurabile la distribuzione delle azioni sismiche tra questi ultimi e ha
resistenza sufficiente a garantire l’efficacia di tale distribuzione;
La condizione c) risulta soddisfatta in quanto per ciascun orizzontamento si realizza una piastra in
calcestruzzo armato pari a 21 𝑐𝑚 di spessore, per cui, in accordo con il paragrafo 7.2.6 delle NTC2018,
tutti gli orizzontamenti possono essere considerati infinitamente rigidi nel proprio piano.
Essendo tutte le condizioni sopra riportate soddisfatte, la struttura si considera regolare in pianta.
Al fine di poter considerare la struttura come regolare in altezza, dovranno essere rispettate le seguenti
condizioni:
d) tutti i sistemi resistenti alle azioni orizzontali si estendono per tutta l’altezza della costruzione o,
se sono presenti parti aventi differenti altezze, fino alla sommità della rispettiva parte dell’edificio;
e) massa e rigidezza rimangono costanti o variano gradualmente, senza bruschi cambiamenti, dalla
base alla sommità della costruzione (le variazioni di massa da un orizzontamento all’altro non
superano il 25%, la rigidezza non si riduce da un orizzontamento a quello sovrastante più del
30% e non aumenta più del 10%); ai fini della rigidezza si possono considerare regolari in altezza
strutture dotate di pareti o nuclei in c.a. o di pareti e nuclei in muratura di sezione costante
sull’altezza o di telai controventati in acciaio, ai quali sia affidato almeno il 50% dell’azione
sismica alla base;
74
Nel caso in esame, la verifica sulla variazione di massa da un orizzontamento all’altro non risulta
soddisfatta in quanto, come si evince dalla tabella riportata di seguito, la variazione tra il piano di
copertura e quello immediatamente inferiore supera il 25%
NB. il piano terra non è stato contemplato in quanto la massa che lo caratterizza non si attiva durante lo
scuotimento sismico.
Spettro di progetto
Spettri di progetto
0,35
0,25
Sd(T) - SLV
0,20
Sd(t) [g]
0,15
0,10
0,05
0,00
0,0 1,0 2,0 3,0 4,0
T [s]
75
come l’azione del sisma Queste connessioni risultano, come vedremo, di delicata progettazione già in
conseguenza dei soli carichi verticali ma azioni orizzontali come il vento.
Al fine di simulare nella modellazione agli elementi finiti il comportamento dei nodi piastra-pilastro sotto
l’effetto delle azioni orizzontali si utilizza l’approccio proposto dagli studiosi Hwang e Moehle. Essi
propongono di definire dei telai equivalenti che simuleranno il comportamento della piastra. Tali telai sono
costituiti da travi che hanno una larghezza pari a:
Con 𝑐1 dimensione in pianta del pilastro normale al telaio di studio e 𝑙1 luce coperta dalla piastra nella
stessa direzione, presa dalla metà di un impalcato alla metà del successivo nella direzione normale a
quella del telaio equivalente.
■ Gli orizzontamenti sono stati considerati infinitamente rigidi nel loro piano in quanto realizzati con
soletta in c.a. di 21 cm, questo aspetto è stato tenuto in conto inserendo un vincolo interno di tipo
diaphragm a ciascun nodo appartenente allo stesso piano;
■ Per tenere conto della fessurazione del calcestruzzo la rigidezza flessionale dei pilastri, delle travi
equivalenti e dei setti è stata ridotta del 50%;
■ Gli elementi non strutturali non appositamente progettati come collaboranti (tamponature e tramezzi)
possono essere rappresentati unicamente in termini di massa;
■ Per tenere conto della variabilità spaziale del moto sismico, nonché di eventuali incertezze nella
localizzazione delle masse, al centro di massa deve essere attribuita un’eccentricità accidentale
rispetto alla sua posizione, non inferiore a 0.05 volte la dimensione dell’edificio misurata
perpendicolarmente alla direzione di applicazione dell’azione sismica. Detta eccentricità è assunta
costante, per entità e direzione, su tutti gli orizzontamenti.
76
Come stabilito dalla normativa, si devono considerare i primi n modi di vibrare significativi, ovvero quelli
che attivano una percentuale di massa complessiva maggiore dell’85%, con l’attenzione di considerare
tutti i modi la cui massa partecipante superi il 5%. Al fine di escludere modi di vibrare significativi si
considerano tutti quelli che attivano complessivamente una massa superiore al 95%.
Tramite SAP2000 si svolge l’analisi modale, di seguito si riportano le immagini corrispondenti ai primi tre
modi di vibrazione dell'edificio modellato.
77
Figura 7.4 Deformata relativa al secondo modo di vibrare
78
Si riportano di seguito i periodi e le masse partecipanti associate ai primi 8 modi di vibrazione della
struttura.
Dai risultati ottenuti è possibile notare come i primi due modi di vibrare presentano principalmente
spostamenti lungo l’asse x e y e il terzo una rotazione, anche se la massa interessata non riesce a
raggiungere l’ 85 % della massa fino al sesto modo di vibrare.
La combinazione sismica, impiegata per gli Stati Limite Ultimi e di Esercizio connessi all’azione sismica
(𝐸), è:
Per quanto riguarda la combinazione delle componenti dell'azione sismica, i valori massimi della risposta
ottenuti da ciascuna delle due azioni orizzontali applicate separatamente (sollecitazioni, deformazioni,
spostamenti, ecc.) sono combinati sommando ai massimi ottenuti per l'azione applicata in una direzione il
30% dei massimi ottenuti per l'azione applicata nell'altra direzione (paragrafo 7.3.5 NTC2018):
±1,00 ∙ 𝐸𝑥 ± 0,30 ∙ 𝐸𝑦
±1,00 ∙ 𝐸𝑦 ± 0,30 ∙ 𝐸𝑥
La combinazione degli effetti dei singoli modi deve essere fatta utilizzando una combinazione quadratica
completa (CQC), quale quella di seguito riportata:
79
𝐸 = √∑ ∑ 𝜌𝑖𝑗 ∙ 𝐸𝑖 ∙ 𝐸𝑗
𝑗 𝑖
- 𝜌𝑖𝑗 coefficiente di correlazione tra modo i e modo j, calcolato con formule di comprovata validità
quale:
3
8√𝜉𝑖 ∙ 𝜉𝑗 ∙ (𝛽𝑖𝑗 ∙ 𝜉𝑖 + 𝜉𝑗 ) ∙ 𝛽𝑖𝑗2
𝜌𝑖𝑗 = 2
(1 − 𝛽𝑖𝑗2 ) + 4 ∙ 𝜉𝑖 ∙ 𝜉𝑗 ∙ 𝛽𝑖𝑗 ∙ (1 + 𝛽𝑖𝑗2 ) + 4 ∙ (𝜉𝑖2 + 𝜉𝑗2 ) ∙ 𝛽𝑖𝑗2
- 𝛽𝑖𝑗 rapporto tra l’inverso dei periodi di ciascuna coppia i-j di modi (𝛽𝑖𝑗 = 𝑇𝑗 /𝑇𝑖 ).
L’espressione di 𝜌𝑖𝑗 , nel caso di uguale smorzamento 𝜉 dei modi i e j, si esprime come:
3
8∙𝜉 2 ∙𝛽𝑖𝑗
2
𝜌𝑖𝑗 = 2
(1+𝛽𝑖𝑗 )∙[(1−𝛽𝑖𝑗 ) +4∙𝜉 2 ∙𝛽𝑖𝑗]
80
8 - Verifiche
Al paragrafo 7.3.6 delle NTC2018 vengono indicati i termini delle verifiche:
“Le verifiche degli elementi strutturali primari (ST) si eseguono, come sintetizzato nella tabella 7.3.III, in
dipendenza della Classe d’Uso (CU):
- nel caso di comportamento strutturale non dissipativo, in termini di rigidezza (RIG) e di resistenza
(RES), senza applicare le regole specifiche dei dettagli costruttivi e della progettazione in
capacità;
- nel caso di comportamento strutturale dissipativo, in termini di rigidezza (RIG), di resistenza
(RES) e di duttilità (DUT) (quando richiesto), applicando le regole specifiche dei dettagli
costruttivi e della progettazione in capacità.”
Nel caso in esame si ha una struttura in CU II con comportamento strutturale dissipativo per cui le
verifiche andranno fatte in termini di RIG, RES e DUT (nei casi esplicitamente indicati dalle norme).
𝑞𝑑𝑟 ≤ 0.0050 ℎ
dove 𝑞 è assunto unitario in quanto la verifica in oggetto è effettuata allo SLD, ℎ è l’altezza di piano e 𝑑𝑟
sono i drift di piano massimi, determinati separatamente per le due combinazioni di carico allo SLD.
81
Al fine del calcolo dei drift di piano, si ricavano dall’analisi effettuata con il software SAP 2000 gli
spostamenti nelle due direzioni principali e si determina come segue lo spostamento totale:
𝑢𝑡𝑜𝑡 = √𝑢𝑥 2 + 𝑢𝑦 2
Gli spostamenti sono stati valutati in corrispondenza dei quattro spigoli più esterni del fabbricato che, data
l’ipotesi di impalcato infinitamente rigido nel proprio piano, sono quelli a cui corrispondono i massimi
spostamenti. Nelle tabelle seguenti si riportano gli esiti delle verifiche effettuate:
82
8.2 - Verifiche allo SLV
8.2.1 - Pilastri
Le pilastrate scelte per la verifica sono quelle evidenziate nell’immagine. Il pilastro è caratterizzato da una
dimensione di 50x50 cm. L’interpiano è costante e pari a 3.5 m.
Dettagli costruttivi
Al Cap. 4.1.6.1.2:
Nel caso di elementi sottoposti a prevalente sforzo normale, le barre parallele all’asse devono avere
diametro maggiore od uguale a 12 mm e non potranno avere interassi maggiori di 300 mm. Inoltre, la loro
area non deve essere inferiore a
dove:
83
fyd è la resistenza di progetto dell’armatura (riferita allo snervamento)
Ac è l’area di calcestruzzo.
Le armature trasversali devono essere poste ad interasse non maggiore di 12 volte il diametro minimo
delle barre impiegate per l’armatura longitudinale, con un massimo di 250 mm. Il diametro delle staffe non
deve essere minore di 6 mm e di ¼ del diametro massimo delle barre longitudinali.
Al di fuori delle zone di sovrapposizione, l’area di armatura non deve superare A s,max = 0,04 Ac, essendo
Ac l’area della sezione trasversale di calcestruzzo.”
Verifica a presso-flessione
Al Cap. 4.1.2.3.4.2:
Con riferimento alla sezione pressoinflessa, rappresentata in figura la capacità, in termini di resistenza e
duttilità, si determina in base alle ipotesi di calcolo e ai modelli σ − ε di cui al § 4.1.2.1.2.
dove
Al Cap. 7.4.4.2 :
84
Presso-flessione
Verifica a Taglio
La resistenza a taglio viene valutata come indicato al Par. 4.1.2.3.5.2 delle NTC18, in particolare la sua
determinazione deve essere valutata sulla base di un’adeguata schematizzazione a traliccio (“traliccio di
Morsch”). Gli elementi resistenti dell’ideale traliccio sono: le armature trasversali, le armature
longitudinali, il corrente compresso di calcestruzzo e i puntoni d’anima inclinati. L’inclinazione 𝜃 dei
puntoni di cls rispetto all’asse della trave deve rispettare i seguenti limiti:
1 ≤ 𝑐𝑜𝑡𝑔 𝜃 ≤ 2,5
𝐴𝑠𝑤
𝑉𝑅𝑠𝑑 = 0,9 ∙ 𝑑 ∙ ∙ 𝑓𝑦𝑑 ∙ (𝑐𝑡𝑔𝛼 + 𝑐𝑡𝑔𝜃) ∙ sin 𝛼
𝑠
(𝑐𝑡𝑔𝛼 + 𝑐𝑡𝑔𝜃)
𝑉𝑅𝑐𝑑 = 0,9 ∙ 𝑑 ∙ 𝑏𝑤 ∙ 𝑓′𝑐𝑑 ∙
(1 + 𝑐𝑡𝑔2 𝜃)
Fissati i valori di diametro e passo dell’armatura trasversale si trova il valore di 𝑐𝑜𝑡𝑔(𝜃), uguagliando i
valori di VRsd e VRcd, da cui si ottiene:
𝑉𝑅𝑠𝑑 = 𝑉𝑅𝑐𝑑
𝑏𝑤 ∙ 𝛼𝑐 ∙ 0,5 ∙ 𝑓𝑐𝑑 ∙ 𝑠
𝑐𝑜𝑡𝑔(𝜃) = √ −1
𝐴𝑠𝑤 ∙ 𝑓𝑦𝑑
Qualora 𝑐𝑜𝑡𝑔(𝜃) > 2.5 la resistenza a taglio sarà dovuta solamente alle staffe di acciaio, calcolata con la
formula di prima, utilizzando un valore di 𝑐𝑜𝑡𝑔(𝜃) = 2.5:
85
𝐴𝑠𝑤
𝑉𝑅𝑠𝑑 (𝜃 = 2.5) = 0,9 ∙ 𝑑 ∙ ∙ 𝑓𝑦𝑑 ∙ (𝑐𝑜𝑡𝑔𝛼 + 𝑐𝑜𝑡𝑔𝜃) ∙ sin 𝛼
𝑠
Pilastrata Centrale
PILASTRATA CENTRALE
Combinazioni Sismiche SLV
Combinazioni Non Sismiche SLU
Piano Sollecitazione Ex + 0.3 Ey Ey + 0.3 Ex
N M3 N M2 N M2 M3
[-] [-] [kN] [kNm] [kN] [kNm] [kN] [kNm] [kNm]
Max -1662.74 37.97 -1664.29 45.12 -1318.93 44.50 26.09
Base
Min -2533.97 37.97 -2532.41 45.12 -2886.59 -17.16 -14.54
1
Max -1643.99 -44.30 -1645.54 -72.67 -1187.30 35.32 28.01
Testa
Min -2515.22 -44.30 -2513.66 -72.67 -2754.96 -91.81 -55.17
Max -1325.62 67.36 -1327.07 102.40 -1054.03 126.73 75.30
Base
Min -1980.65 67.36 -1979.20 102.40 -2222.88 -49.69 -40.73
2
Max -1306.87 -58.42 -1308.32 -91.54 -922.40 46.71 37.54
Testa
Min -1961.90 -58.42 -1960.45 -91.54 -2091.25 -116.59 -70.05
Max -992.24 61.08 -993.45 88.23 -789.58 106.63 63.35
Base
Min -1431.14 61.08 -1429.93 88.23 -1564.96 -43.41 -35.90
3
Max -973.49 -59.03 -974.70 -87.86 -657.95 42.85 35.20
Testa
Min -1412.39 -59.03 -1411.18 -87.86 -1433.34 -106.32 -63.24
Max -661.54 61.89 -662.32 90.84 -525.94 115.92 68.95
Base
Min -882.76 61.89 -881.98 90.84 -909.44 -50.05 -41.17
4
Max -642.79 -63.82 -643.57 -93.08 -394.32 58.75 46.82
Testa
Min -864.01 -63.82 -863.23 -93.08 -777.81 -127.09 -76.24
Max -327.26 55.84 -327.48 83.14 -251.67 87.09 49.57
Base
Min -341.08 55.84 -340.87 83.14 -265.38 -29.42 -27.74
5
Max -308.51 -50.27 -308.73 -74.21 -120.04 -8.47 2.10
Testa
Min -322.33 -50.27 -322.12 -74.21 -133.75 -35.60 -15.26
86
Verifica Dettagli Costruttivi Armatura Longitudinale
Armatura Longitudinale Simmetrica
Numero ferri tipo 1 [-] 12 Numero ferri tipo 2 [-] 0
Diametro ferri tipo 1 ϕs.1 [mm] 16 Diametro ferri tipo 2 ϕs.2 [mm] 0
Area armatura tipo 1 As.1 [mm2] 2412.74 Area armatura tipo 2 As.2 [mm2] 0
Interferro massimo Is [mm] 138 Rapporto di armatura ρs [-] 0.0193
Limitazioni di Armatura Longitudinale [Par. 4.1.6.1.2 NTC2018]
As > 0.10 NEd / fyd 2412.74 > 737.68 Verificata
As > 0.003 Ac 2412.74 > 750.00 Verificata
As < 0.04 Ac 2412.74 < 10000.00 Verificata
Is < 250 mm 138 < 250 Verificata
350
250
150
50
M3 [kNm]
-150
-250
-350
-450
N [kN]
Sollecitazioni SLU Sollecitazioni SLV
Dominio di Resistenza Ridotto Dominio di Resistenza
87
Verifica a presso-flessione in direzione y
450
350
250
150
50
M2 [kNm]
-250
-350
-450
N [kN]
Sollecitazioni SLU Sollecitazioni SLV
Ex + 0.3 Ey Ey + 0.3 Ex
Pilastro
Vx,Ed Vy,Ed
[-] [kN] [kN]
1 36.51 22.32
2 63.26 37.80
3 56.81 34.63
4 59.67 36.92
5 50.51 28.68
88
Verifica di Resistenza a Taglio in direzione X e Y [SLV]
Valore della ctg(ϴ) ctg(ϴ) [-] 2.50
Resistenza a taglio lato acciaio VRsd [kN] 238.00
Resistenza a taglio lato calcestruzzo VRcd [kN] 618.16
Taglio Resistente VRd [kN] 238.00
Taglio Sollecitante VEd [kN] 63.26
Verifica VRd > VEd Verificata
Pilastrata di Bordo
PILASTRATA DI BORDO
Combinazioni Sismiche SLV
Combinazioni Non Sismiche SLU
Piano Sollecitazione Ex + 0.3 Ey Ey + 0.3 Ex
N M3 N M2 N M2 M3
[-] [-] [kN] [kNm] [kN] [kNm] [kN] [kNm] [kNm]
Max -1263.51 -32.81 -1244.17 -85.10 -1468.48 -29.52 3.75
Base
Min -1760.24 -32.81 -1779.57 -85.10 -2325.80 -78.56 -15.80
1
Max -1220.01 27.37 -1200.67 154.86 -1305.01 161.60 30.22
Testa
Min -1716.74 27.37 -1736.07 154.86 -2162.33 60.98 -8.67
Max -995.75 -47.12 -976.59 -213.65 -1156.87 -83.06 11.77
Base
Min -1374.99 -47.12 -1394.15 -213.65 -1797.92 -222.05 -43.72
2
Max -952.25 38.29 -933.09 191.96 -993.40 202.60 39.72
Testa
Min -1331.49 38.29 -1350.65 191.96 -1634.45 75.31 -11.81
Max -731.74 -45.16 -716.14 -181.34 -847.05 -69.00 10.97
Base
Min -989.11 -45.16 -1004.71 -181.34 -1272.69 -184.46 -37.86
3
Max -688.24 42.15 -672.64 183.57 -683.58 183.98 37.22
Testa
Min -945.61 42.15 -961.21 183.57 -1109.22 70.51 -11.18
Max -470.67 -44.81 -460.72 -186.60 -538.61 -71.32 12.57
Base
Min -603.23 -44.81 -613.18 -186.60 -749.52 -200.33 -40.88
4
Max -427.17 44.31 -417.22 185.62 -375.14 217.69 43.73
Testa
Min -559.73 44.31 -569.68 185.62 -586.05 70.93 -14.58
Max -209.19 -43.12 -206.05 -184.60 -227.62 -70.76 7.11
Base
Min -218.81 -43.12 -221.96 -184.60 -230.91 -158.17 -31.27
5
Max -165.69 45.54 -162.55 187.29 -64.15 78.21 14.76
Testa
Min -175.31 45.54 -178.46 187.29 -67.44 70.13 2.37
89
Geometria della Sezione
Base Sezione Pilastro bp [mm] 500
Altrezza Sezione Pilastro hp [mm] 500
Area Calcestruzzo Ac [mm2] 250000
Copriferro c [mm] 35
Altezza libera pilastro hl [mm] 3300
500
300
100
M3 [kNm]
-300
-500
N [kN]
90
Verifica a presso-flessione in direzione y
500
300
100
M2 [kNm]
-300
-500
N [kN]
Sollecitazioni SLU Sollecitazioni SLV
Domininio di Resistenza Ridotto Dominio di Resistenza
Ex + 0.3 Ey Ey + 0.3 Ex
Pilastro
Vx,Ed Vy,Ed
[-] [kN] [kN]
1 77.27 79.60
2 134.32 135.12
3 120.26 121.62
4 122.94 124.07
5 122.25 123.80
91
8.2.1.1.1 Piastra
Nel capitolo 6.5 della presente esercitazione è stata svolta la verifica al punzonamento della piastra. Si
ripete nuovamente la verifica della piastra in corrispondenza del pilastro interno maggiormente sollecitato,
di quello di bordo ed infine di quello d’angolo nei confronti dell’azione sismica:
La piastra più sollecitata risulta quella di piano primo, pertanto lo sforzo sollecitante sarà dato dalla
differenza tra l’azione assiale di testa del pilastro di piano terra e quella di base del pilastro di piano
primo:
Da ricordare ancora una volta il contributo favorevole dato dalla presenza dei cavi di post-tensione.
93
ρlx 0.012
ρly 0.009
ρl 0.14
k1 0.10
Tensione normale nel cls σcp [N/mm2] 3.32
νmin 0.53
Resistenza a punzonamento vRd.c [N/mm2] 1.80
Resistenza di progetto della tensione di punzonamento su u1 vEd.1 [N/mm2] 0.44
Verifica vRd,c > vEd,1 Verificata
94
8.2.2 - Setto
Per verificare il setto è stata considerata una sezione composta per la verifica a pressoflessione e due
pareti separate in direzione X e in direzione Y per la verifica a taglio. Quando il setto è stato considerato
diviso le verifiche sono state eseguite considerando la parte di sezione costituita dalle anime parallele alla
direzione dell’azione sismica esaminata.
“7.4.4.5 PARETI
Si definisce parete un elemento strutturale di supporto per altri elementi che abbia una sezione
trasversale rettangolare o ad essa assimilabile, anche per tratti, caratterizzata in ciascun tratto da un
rapporto tra dimensione massima lw e dimensione minima bw in pianta lw /bw > 4 (v. fig. 7.4.3).
95
Le pareti possono avere sezione orizzontale composta da uno (parete semplice) o più (parete composta)
segmenti rettangolari. Pareti semplici possono avere appendici con lw /bw ≤ 4. Si raccomanda che pareti
composte da più segmenti rettangolari collegati o che si intersecano (sezioni a L, T, U o simili) siano
considerate unità intere, che consistono di una o più anime parallele, o approssimativamente parallele,
alla direzione della forza di taglio sismica agente e di una o più flange normali o approssimativamente
normali ad essa. Le pareti si definiscono snelle se il rapporto hw /lw > 2, tozze in caso contrario, essendo
hw l’altezza totale della parete (v. fig. 7.4.3) misurata a partire dalla sua base”
Per quanto riguarda le verifiche di resistenza degli elementi parete si fa riferimento al Par. 4.1.2.3.4.2
delle NTC18 come per il dimensionamento dei pilastri
Di seguito si riportano i grafici delle sollecitazioni sia per la direzione x che per la direzione y.
96
Azione Sismica Ex+0.3Ey - Momento Flettente Mx
18
16 Mx+
Mx-
14
12
Altezza h [m]
10
0
-10000 -7500 -5000 -2500 0 2500 5000 7500
Momento flettente Mx [kNm]
16 My+
My-
14
12
Altezza h [m]
10
0
-30000 -20000 -10000 0 10000 20000
Momento flettente My [kNm]
97
Azione Sismica Ey+0.3Ex - Momento Flettente Mx
18
16 Mx+
Mx-
14
12
Altezza h [m]
10
0
-9000 -7000 -5000 -3000 -1000 1000 3000 5000 7000
Momento flettente Mx [kNm]
16 My+
My-
14
12
Altezza h [m]
10
0
-15000 -12000 -9000 -6000 -3000 0 3000 6000 9000
Momento flettente My [kNm]
Per ogni piano e per entrambe le direzioni principali del sisma si sono quindi calcolati:
Per effettuare le verifiche a pressoflessione deviata della sezione composta a L si farà riferimento al solo
sforzo normale minimo in quanto condizione dimensionante poiché, per il range di sforzi normali calcolati
98
sul setto in analisi, a parità di armatura, all’aumentare dello sforzo normale di compressione si ottiene un
dominio di resistenza M2-M3 più esteso. La verifica a pressoflessione deviata risulta soddisfatta se le
coppie M2-M3 risultano interne al dominio di resistenza determinato in funzione di N. Per ogni piano si
verificheranno quattro coppie di valori, effettuando quindi tutte le possibili combinazioni tra i massimi
positivi e negativi determinati per le coppie di momenti sollecitanti. Per il calcolo dei domini di resistenza
ci si avvale del programma VCA SLU inserendo piano per piano la sezione e le armature presenti. Si
riportano di seguito le terne N-M2-M3 da verificare a pressoflessione deviata per il setto in analisi.
NOTA: Anche le sollecitazioni allo SLU devono essere verificate, tuttavia, essendo queste caratterizzate
da momenti flettenti molto minori non risultano in nessun caso dimensionanti, per cui vengono in questa
fase omesse.
99
Per quanto riguarda l’armatura longitudinale, si dispongono lungo tutta l’altezza del setto 96 ferri di
diametro Φ 20 per i primi tre piani fuori terra e Φ 16 per i due rimanenti. Inoltre, per i primi due piani fuori
terra, si aggiungono ulteriori 50 Φ 20.
Nella tabella seguente si riportano le verifiche relative al rispetto dei minimi che la normativa impone
sull’armatura longitudinale.
Verifica Dettagli Costruttivi Armatura Longitudinale – PT-P1
Armatura Longitudinale
Numero ferri tipo 1 [-] 96 Numero ferri tipo 2 [-] 50
Diametro ferri tipo 1 s.1 [mm] 20 Diametro ferri tipo 2 s.2 [mm] 20
Area armatura tipo 1 As.1 [mm2] 30159 Area armatura tipo 2 As.2 [mm2] 15708
Interferro massimo Is [mm] 200 Rapporto di armatura s [-] 0.017
Limitazioni di Armatura Longitudinale [Par. 4.1.6.1.2 NTC2018]
As > 0.10 NEd / fyd 45867.25 > 738 Verificata
As > 0.003 Ac 45867.25 > 8280 Verificata
As < 0.04 Ac 45867.25 < 110400 Verificata
l.min 12 20 12 Verificata
Is < 250 mm 200 250 Verificata
Verifica Dettagli Costruttivi Armatura Longitudinale – P2
Armatura Longitudinale
Numero ferri tipo 1 [-] 96 Numero ferri tipo 2 [-] 0
Diametro ferri tipo 1 s.1 [mm] 20 Diametro ferri tipo 2 s.2 [mm] 0
Area armatura tipo 1 As.1 [mm2] 30159 Area armatura tipo 2 As.2 [mm2] 0
Interferro massimo Is [mm] 200 Rapporto di armatura s [-] 0.011
Limitazioni di Armatura Longitudinale [Par. 4.1.6.1.2 NTC2018]
As > 0.10 NEd / fyd 30159.29 > 738 Verificata
As > 0.003 Ac 30159.29 > 8280 Verificata
As < 0.04 Ac 30159.29 < 110400 Verificata
l.min 12 20 12 Verificata
Is < 250 mm 200 250 Verificata
Verifica Dettagli Costruttivi Armatura Longitudinale – P3-P4
Armatura Longitudinale
Numero ferri tipo 1 [-] 96 Numero ferri tipo 2 [-] 0
Diametro ferri tipo 1 s.1 [mm] 16 Diametro ferri tipo 2 s.2 [mm] 0
Area armatura tipo 1 As.1 [mm2] 19302 Area armatura tipo 2 As.2 [mm2] 0
Interferro massimo Is [mm] 200 Rapporto di armatura s [-] 0.007
Limitazioni di Armatura Longitudinale [Par. 4.1.6.1.2 NTC2018]
As > 0.10 NEd / fyd 19302 > 738 Verificata
As > 0.003 Ac 19302 > 8280 Verificata
As < 0.04 Ac 19302 < 110400 Verificata
l.min 12 20 12 Verificata
Is < 250 mm 200 250 Verificata
100
I domini di resistenza verificano come di seguito:
25000
M2 [kNm]
-30000 -20000 -10000 0 10000 20000 30000 40000
-25000
-75000
M3 [kNm]
Sollecitazioni Ex +0.3 Ey Sollecitazioni Ey + 0.3 Ex
Dominio di resistenza
25000
M2 [kNm]
-75000
M3 [kNm]
Sollecitazioni Ex +0.3 Ey Sollecitazioni Ey + 0.3 Ex
Dominio di resistenza
20000
M2 [kNm]
0
-20000 -10000 0 10000 20000 30000
-20000
-40000
-60000
M3 [kNm]
Sollecitazioni Ex +0.3 Ey Sollecitazioni Ey + 0.3 Ex
Dominio di resistenza
101
Verifica a presso-flessione deviata P3
30000
10000
M2 [kNm]
-30000
M3 [kNm]
Sollecitazioni Ex +0.3 Ey Sollecitazioni Ey + 0.3 Ex
Dominio di resistenza
5000
M2 [kNm]
-15000
-35000
M3 [kNm]
Sollecitazioni Ex +0.3 Ey Sollecitazioni Ey + 0.3 Ex
Dominio di resistenza
Si osserva che tutte le verifiche risultano soddisfatte in quanto le coppie sollecitanti ricadono sempre
all’interno del dominio di resistenza.
102
Verifica a taglio
103
Taglio da analisi SAP2000 - Vx
18
Sisma x - Vx+
16 Sisma x - Vx-
Sisma y - Vx+
14 Sisma y - Vx-
12
Altezza h [m]
10
0
-2500 -2000 -1500 -1000 -500 0 500 1000 1500 2000 2500
Taglio Vx [kN]
10
0
-1200 -800 -400 0 400 800
Taglio Vy [kN]
La verifica a taglio, come per i pilastri, è condotta in accordo al Par. 4.1.2.3.5.2 delle NTC18. La verifica a
taglio viene effettuata sui singoli rettangoli componenti il setto.
104
Limitazioni di Armatura Trasversale [Par. 4.1.6.1.2 NTC2018]
s < 12 ϕlong 180.00 < 192.00 Verificata
s < 250 mm 180.00 < 250.00 Verificata
ϕst > 6 mm 8 > 6 Verificata
ϕst > ϕlong/4 8 > 4 Verificata
105
Bibliografia
Bibliografia
[1] Angotti. F., Guiglia. M., Marro. P. and Orlando. M., 2011, “Progetto delle strutture in calcestruzzo
armato”.
[2] Associazione Italiana cemento armato e precompresso, a cura di Angotti. F., 2011, “Dettagli
costruttivi di strutture in calcestruzzo armato”.
[3] “Bollettino fib n. 31 – Post-tensione negli edifici”.
[4] Coronelli. D., Martinelli. L. and Foti. F., 2015, “Solai alleggeriti in calcestruzzo armato soggetti ad
azioni gravitazionali e sismiche”.
[5] VSL International LTD., 1985 “Post-Tensioned Slabs”.