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POLITECNICO DI TORINO INGEGNERIA EDILE LABORATORIO DI TECNICA DELLE COSTRUZIONI A.A. 2010/2011
INDICE
1. INTRODUZIONE
Dettagli tecnici Iter progettuale
pag.1
pag.1 pag.2
2.
pag.3
pag.3 pag.4 pag.4 pag.4 pag.6
3.
pag.7
pag.7 pag.7 pag.8 pag.8 pag.8 pag.9 pag.10 pag.10 pag.11 pag.12 pag.12 pag.14
2.2
2.3
2.4
4. 5.
pag.15 pag.17
pag.17 pag.17 pag.18 pag.18 pag.18 pag.20 pag.20 pag.23
5.2
6.
pag.24
pag.24 pag.24 pag.28 pag.29 pag.29 pag.36
6.2
7.
CONTROVENTATURE
Progetto delle controventature Verifica agli stati limite degli elementi inerenti le controventature
pag.40
pag.40 pag.42
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1. INTRODUZIONE
Il lavoro consiste in una relazione di calcolo e verifica degli elementi strutturali appartenenti ad un capannone ad uso industriale interamente realizzato in acciaio. Nello specifico lanalisi si compone de: il predimensionamento dei profilati che compongono una generica capriata; il dimensionamento e la verifica degli arcarecci; il progetto della struttura capriata; la definizione dei collegamenti e delle unioni tra gli elementi; il progetto dei pilastri e dei relativi plinti di fondazione; la verifica del sistema agli stati limite desercizio ed ultimi. Il capannone modulato su cinque capriate e presenta una copertura a due falde inclinate composte da lamiera grecata.
Dettagli tecnici
GEOMETRIA DEL PROBLEMA Quota sul livello del mareas Estensione in larghezza del capannone Estensione in lunghezza del capannone Quota allintradosso della capriata Passo tra le capriate i Altezza del primo montante delle capriate Passo tra gli arcarecci a Inclinazione della falda
CARATTERISTICHE DEI MATERIALI S235 (Fe360): Resistenza caratteristica fyk S235 (Fe360): Tensione ammissibile f,lim
CARICHI SOLLECITANTI Peso proprio stimato arcarecciogarc Peso proprio stimato lamiera grecataglam Peso proprio stimato capriatagcap
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Iter progettuale
Nellapprocciarsi ad il progetto di una struttura si segue un percorso, preciso nelle sue fasi, che porta come scopo finale alla realizzazione dellopera in questione. Di seguito si fornir una serie di punti di carattere generale che connotano il disegno di una costruzione: un capannone industriale in acciaio non esula da tale procedimento e, pertanto, la relazione che si presenter sar svolta integrando tale schema con i materiali e gli elementi tipici di questo fabbricato. a) Analisi dei carichi: La definizione delle sollecitazioni distribuite sulla costruzione riveste unimportanza fondamentale, in quanto pone le basi per il dimensionamento degli elementi strutturali e, di conseguenza, per il rispetto dei criteri economici e soprattutto di sicurezza degli utenti. E evidente come una stima erronea possa portare ad una variazione di tali parametri, producendo importanti conseguenze per il rispetto delle norme progettuali. Nel calcolo devono essere integrati con cura sia i pesi relativi agli agenti eccezionali, come la neve, sia a quelli permanenti, come le parti delle quali composto il sistema strutturale. I valori inseriti sono supposti sulla base delle condizioni che pi comunemente si possano presentare, ipotizzando di fatto uno standard fittizio. Determinati i carichi, si deve predisporre la combinazione pi gravosa in termini di risposta della struttura, ponendosi in una situazione pi prossima possibile al rischio di collasso; questo sistema sollecitante dovr essere utilizzato nella progettazione per consentire allopera di fornire sempre una reazione contenuta entro idonei criteri di sicurezza. b) Definizione dello schema statico: La reale conformazione strutturale del progetto viene definita entro un modello statico che schematizzi il comportamento della sua controparte; importante che lo schema fornisca una risposta il pi possibile aderente a quella dellopera realizzata, sotto le medesime azioni di carico, per predisporre un lavoro corretto e coerente nelle sue parti. La risoluzione dello schema statico permette di desumere le caratteristiche di sollecitazioni gravanti nei punti interessati da nodi, vincoli o condizioni notevoli nel modello reale. c) Predimensionamento della struttura: Utilizzando i valori limite delle reazioni possibile sfruttare le equazioni di dimensionamento degli elementi strutturali necessari. Sotto tali condizioni si ipotizzano quali unit normate adottare, ricavando le caratteristiche geometriche, come le aree e gli ingombri, nonch quelle meccaniche di risposta alle tensioni da assorbire. La resistenza della struttura deve essere soddisfatta dai suddetti calcoli svolti. d) Progetto della struttura: Noti gli attributi degli elementi strutturali, possibile calcolare in termini effettivi lintensit dellazione con la quale gravano, definendo cos una combinazione maggiormente precisa dei carichi ai quali deve sottostare il progetto. Attraverso una procedura reiterativa si stabiliscono nuovamente le condizioni sollecitanti di partenza, verificando che la struttura s progettata sia in grado di offrire resistenza a ragione di sicurezza anche per questo diverso assetto tensionale. Nel caso in cui tale verifica non sia assolta, risulter necessario definire nuovi elementi nel processo di predimensionamento che portino ad ottenere dei risultati compatibili con la resistenza in sede di progetto. e) Verifica della struttura: Ogni unit dellopera deve osservare quei criteri di risposta a contingenze particolari stabilite allinterno delle normative; lintero sistema deve essere verificato agli stati limite ultimi ed agli stati limite desercizio in riferimento a quanto richiesto dalla destinazione duso. Quando i risultati di questo esame non sono compatibili con le classi definite nei codici, la struttura offre delle reazioni che producono condizioni di non fruibilit od addirittura di pericolo per lambiente concepito; in tal caso risulta necessario riprogettare lorganico nella sua globalit.
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Lincipit di unoperazione progettuale consta sempre della definizione delle azioni cui soggetta la costruzione, siano esse variabili o permanenti. Lanalisi si compone di una parte atta a definire lintensit dei carichi presenti e di una atta a stabilire quale sia la combinazione dei loro valori che si voglia imporre come condizione iniziale di calcolo. In primis il carico neve stato valutato secondo la N.T.C. 2008 mediante lespressione fornita:
: Coefficiente di forma della copertura : Valore del carico neve al suolo Zona Alpina : Coefficiente di esposizione : Coefficiente termico
Il progetto della capriata stato eseguito in riferimento alla combinazione di carico totale pi gravosa e considerando i seguenti carichi permanenti e variabili:
Ottenuto il carico totale della copertura per metro quadro unitario, interessa sapere quale sia lentit del peso sulla capriata che si estende in ununica direzione; nota quindi larea di competenza di ogni capriata, pari al passo tra due contigue, possibile ricavare il carico agente per metro lineare:
Lo schema di calcolo una travatura reticolare isostatica, sulla quale i carichi vengono considerati concentrati ed agenti su ogni nodo. I montanti relativi lavorano per unarea di competenza pari al passo tra gli arcarecci: risulta ovvio che quelli agli estremi interessino una porzione di superficie pari alla met. Si ottengono i carichi puntuali:
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2.2.
Manto di copertura
Il manto di copertura utilizzato composto da una lamiera grecata di serie prodotta da ditte specializzate ed avente la seguente conformazione:
2.3.
Arcarecci
Dato che la geometria degli arcarecci in esame inclinata di un certo angolo , si presenta un caso di flessione deviata; le sollecitazioni massime agenti sulla struttura saranno quindi scomponibili ciascheduna in due componenti relative ai contributi sugli assi principali:
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Si ipotizza di utilizzare un profilato IPE caratterizzato da due momenti dinerzia, sulla base dei quali valori si ottengono le tensioni normali e tangenziali nei punti notevoli della sezione:
Si sommano quindi i contributi secondo gli assi nei punti, al fine dellequilibrio tensionale:
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Anima
Dai valori ottenuti risulta che la geometria del laminato rientri nella classe 1. La prima verifica da effettuare quella allo stato limite ultimo di resistenza a taglio. Noto il valore dello sforzo di taglio massimo agente Vsd, si accerta che questo sia inferiore alla resistenza Vrd dellarcareccio.
Per procedere nel calcolare la resistenza a taglio, necessario conoscere il valore dellarea effettiva reagente del profilato:
La seconda verifica da condurre quella allo stato limite ultimo di resistenza a flessione. Si ricavano le caratteristiche agenti in termini di sollecitazione e resistenza:
Per ottenere il momento MRd si trova in primo luogo il valore del momento resistente plastico Wpl: soddisfatta la condizione:
il suo valore, inoltre, non deve essere minorato in quanto soddisfatta la condizione VSd<0,5VRd per trascurare linterazione tra taglio e momento.
Si effettua infine una verifica allo stato limite desercizio, controllando a quali deformazioni sia sottoposto lelemento sotto il carico di lavoro. Dato che il rapporto tra la sua lunghezza ed altezza pari a:
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possibile omettere del contributo de formativo associato allazione di taglio. Considerando il carico agente, si confronta la deformazione massima consentita con quella agente:
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Si scelto di adottare una disposizione dei laminati che presentasse una simmetria verticale tra i due elementi: in tal modo il baricentro globale della geometria si trovato a giacere sullo stesso asse di rotazione minima che appartiene ai singoli baricentri.
3.2.
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Si vuole ora verificare anche lo stato limite desercizio relativo al calcolo della freccia. Attraverso il principio dei lavori virtuali possibile determinare la deformazione, in termini di spostamento, subita da una trave reticolare, considerando i soli contributi di sforzo normale relativi alle aste. Nello specifico si intende verificare la freccia cui soggetto il corrente teso inferiore della capriata, stimando il valore cercato sfruttando il lavoro dun sistema fittizio. Definendo le azioni interne alle singole aste che costituiscono il profilo Ni ed Ni* rispettivamente come la condizione di carico reale e quella generata da una forza unitaria applicata nel medesimo punto, li come la lunghezza dellasta ed Ai come la sua area, la soluzione fornita dalla sommatoria:
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La freccia ricavata deve essere confrontata con la massima ammissibile, in proporzione alla luce dellintera campata, al fine di garantire le condizioni desercizio:
La verifica dello spostamento indotto dai carichi nel corrente teso inferiore risulta pertanto soddisfatta.
3.3.
Dopo aver effettuato una serie di verifiche, si scelto di adottare una sezione C160, idonea in quanto dotata di unarea reagente sufficiente.
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Dai calcoli il piano di falda x-x risulterebbe destabilizzarsi: tuttavia, su tale piano, la struttura viene irrigidita da membrature preposte a contrastare le azioni orizzontali, le controventature, che diminuiscono la lunghezza libera dinflessione dellasta. Ponendo questa come incognita sul piano x-x e che il valore di snellezza non superi quello relativo al piano y-y, si imposta lequazione:
Ipotizzando di ancorare le controventature a due nodi consecutivi della capriata, possibile sfruttare larea dacciaio della trave per una distanza l0x non superiore a tre volte il passo degli arcarecci, dato che:
Pertanto, si conclude che con tale cadenza dovr essere posta una controventatura sulla falda.
Anima
Il laminato risulta inserito allinterno della classe 1. La verifica allo stato limite ultimo dinstabilit secondo il D.M. 96 deve essere condotta su entrambi i piani dorientamento del profilato: deve essere calcolato lo sforzo resistente assiale che la sezione sia in grado di fornire su ogni piano in relazione alle caratteristiche inerziali e tale valore deve essere confrontato con la sollecitazione presente. Si calcolano i carichi ultimi in presenza dinstabilit per i due piani di riferimento, ricavando in primo luogo il coefficiente in funzione della snellezza dellelemento.
Piano
Piano
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Il carico ultimo esaminato anche come la resistenza offerta nel caso dassenza della componente destabilizzante:
La verifica allo stato limite ultimo dinstabilit pu essere condotta anche secondo la N.T.C. 2008, individuando il minore tra i coefficienti di riduzione per la modalit dinstabilit pertinente. Si deve quindi determinare il carico critico elastico per instabilit flessionale lungo lasse forte x-x e lasse debole y-y al fine di ottenere la snellezza adimensionalizzata secondo il rispettivo asse ed infine, in funzione di questa, il coefficiente cercato:
Piano
Piano
Secondo le premesse svolte, si calcola la capacit portante utilizzando y, in quanto caratterizzato da valore minimo:
3.4.
Montanti
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Innanzitutto si ricava larea del profilato ad L assumendo un valore cautelativo del coefficiente cos da ottenere un dimensionamento che si porti in termini di sicurezza rispetto alle sollecitazioni effettive:
Ottenute le dimensioni utilizzate per il montante a maggior rischio dinstabilit, si procede quindi con la ricerca del piano dinflessione massima e minimo. Si fa riferimento allo schema seguente:
Piano
Piano
Piano
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Dai calcoli effettuati risulta che il piano sul quale si verifichi la maggiore flessione, in funzione del raggio dinerzia minimo, il piano x-x=y-y. Si verifica ora quale sia larea dacciaio realmente necessaria allinterno dellelemento montante, appurando che il valore ricavato sia inferiore a quello inizialmente supposto:
La verifica allo stato limite ultimo dinstabilit condotta solamente secondo la N.T.C. 2008, individuando il minore tra i coefficienti : dato che la lunghezza libera dinflessione si mantiene costante su tutti i piani si nota dalle formule gi applicate che il valore del coefficiente, sotto tale condizione, risulter direttamente proporzionale al momento dinerzia. Verr considerato direttamente il piano m-m dove si presenta minimo tale valore:
Piano
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4. DA PREDIMENSIONAMENTO A PROGETTO
Dopo aver stabilito in prima approssimazione le dimensioni di tutti i profilati coinvolti nella struttura della capriata, terminata la fase di predimensionamento degli elementi e risulta necessario dare una veste definitiva alla relazione di calcolo sinora svolta, stabilendo quali laminati debbano essere successivamente adottati nello stadio esecutivo. Per effettuare questa transizione bisogna raffinare le condizioni di carico agenti sul sistema, stabilendo quale sia il peso effettivo dei laminati predimensionati: tale procedimento stato eseguito per ogni singolo elemento calcolandone il volume dacciaio, definita la sua sezione e nota la sua estensione. Viene nuovamente svolto il computo del carico totale sollecitante, intervenendo nel contributo in termini di peso fornito da quanto non sia pi supposto ma esplicitato con una precisa geometria; nel conteggio del contributo della capriata si tenuto conto del carico dei fazzoletti maggiorando cautelativamente il totale del 10%. Si ottiene:
Predimensionamento Progetto
Si confrontino le due condizioni: possibile notare che il valore ricavato inferiore a quello ipotizzato nelle condizioni iniziale di una percentuale estremamente bassa. Un carico agente con unintensit di poco inferiore produrr sugli elementi una tensione proporzionalmente minore: larea resistente richiesta risulter talmente prossima a quella sulla predimensionata da non lasciare un margine per lutilizzo duna classe di profilati diversa. Da queste considerazioni si scelto di adottare nel progetto gli stessi laminati calcolati in sede di predimensionamento; un vantaggio presente in tale scelta quello di operare a favore di sicurezza disponendo aree resistente leggermente superiori a quelle verificate durante il primo approccio al problema tensionale. Si presenta ora uno specchietto di confronto tra le aree dacciaio calcolate nelle diverse fasi delliter.
Predimensionamento Diagonale
Progetto
Sezione
Corrente inferiore
Corrente superiore
Montanti
Si riporta infine una tabella contenente le sollecitazioni cui sono sottoposti tutti gli elementi componenti la capriata, con riferimento alla denominazione usata in figura. Le voci in risalto sono a richiamo di quelle aste utilizzate per il dimensionamento della relativa funzione allinterno della struttura.
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Elemento Asta 1 Asta 2 Asta 3 Asta 4 Asta 5 Asta 6 Asta 7 Asta 8 Asta 9 Asta 10 Asta 11 Asta 12 Asta 13 Asta 14 Asta 15 Asta 16 Asta 17 Asta 18 Asta 19 Asta 20 Asta 21 Asta 22 Asta 23 Asta 24 Asta 25 Asta 26 Asta 27 Asta 28 Asta 29 Asta 30 Asta 31 Asta 32 Asta 33 Asta 34 Asta 35 Asta 36 Asta 37 Asta 38 Asta 39 Asta 40 Asta 41 Asta 42 Asta 43 Asta 44 Asta 45 Asta 46 Asta 47 Asta 48 Asta 49
Sollecitazione
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5. GIUNZIONI
5.1. Unioni saldate
Diagonale
Montante
La tensione esercitata da queste caratteristiche sulla saldatura non deve superare la tensione ammissibile per il materiale: supponendo di sfruttare al massimo la resistenza offerta, lincognita nellequazione sar larea della saldatura atta a sopportare tale sforzo. Noto lo spessore del profilo, si ipotizza unaltezza di gola a della giunzione che ne copra la met, in modo tale da isolare come unico termine non noto allinterno dellarea la lunghezza della medesima. Dato che lasta sulla quale si prevista agente la sollecitazione corrisponde in progetto ad una coppia di profilati, il risultato ottenuto andr ripartito in maniera eguale tra le due unit. Le saldature sui piani longitudinali opposti si ottengono impostando:
Diagonale
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Montante
La verifica allo stato limite ultimo di resistenza viene condotta per ogni cordolo progettato sui diagonali e montanti:
Diagonale
Montante
5.2.
Unioni bullonate
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pi gravose sulla struttura, assumendo uno schema statico piano: il modello stato caricato in analogia ad una capriata dove solo una falda presenti distribuito met del carico neve mentre laltra risulti scarica; un sistema s disposto induce il massimo valore di taglio in mezzeria, sollecitazione alla quale il collegamento dovr essere progettato. Gli elementi che, in particolare, dovranno essere verificati, in quanto offrono la resistenza a taglio necessaria ad equilibrare la sezione, sono i bulloni sullunione. Allinterno delle normative deve essere identificata una classe che sopporti una tensione superiore a quella desunta dallo schema statico.
Risolvendo le reazioni relative al modello statico, si ricava lazione sollecitante di taglio presente in mezzeria e si predispongono dei bulloni che forniscano una resistenza adeguata. Si ipotizza luso di quattro bulloni con le seguenti caratteristiche:
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Lunione bullonata progettata risulta resistente alla sollecitazione di taglio prodotta dalla combinazione di carico pi gravosa. Lutilizzo come collegamento duna unione meccanica richiede lattuazione di una s definita verifica a rifollamento; tale fenomeno consiste in una plasticizzazione della superficie di contatto dei fori dove i bulloni trasmettono le tensioni alla piastra dacciaio, con una conseguente ovalizzazione dei medesimi. Lo smembramento dellacciaio comporta un allargamento dellapertura, impedendo al bullone di congiungere perfettamente gli elementi tra loro. La verifica consta nel contenere la tensione che sviluppa questa crisi, detta di rifollamento, entro un limite superiore di quella ammissibile, incrementata secondo un preciso coefficiente.
Ricavata ora la forza resistente di ogni sezione di contatto tra bullone e piastra, si procede nel desumere quale sia la sollecitazione di taglio agente su ciascuno di questi:
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Nota la sollecitazione agente in mezzeria, la ripartizione delle forze avviene sulla base della distanza dei punti di applicazione dal baricentro della geometria. Sono note allora F1 incidente sullala verticale ed F2 incidente sullala orizzontale:
Sono quindi esplicate sia le caratteristiche geometriche che quelle sollecitanti ed possibile procedere con la definizione dei bulloni utilizzati; il loro numero ricavabile tramite unequazione di congruenza con la tensione ammissibile per unarea dacciaio di una certa portata. Il progetto s condotto della bullonatura deve essere verificato anche a rifollamento, accertando che il numero di bulloni predisposti sia tale da offrire una resistenza che scongiuri il pericolo di ovalizzazione del foro. Si utilizzano le medesime formule da normativa adottate nel calcolo del nodo di collegamento superiore.
Interessandosi in primo luogo della porzione verticale dei profilati, dato che la bullonatura disposta lungo una sola fila che congiunge i due elementi ad L specchiati, si presentano due sole zone di contatto tra il sistema giunzione e le unit congiunte. La forza di taglio scomposta secondo tale criterio agir sullarea totale dei bulloni alla tensione ammissibile, ricavando i dati interessati. Si presentano le equazioni:
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Il calcolo riguardante le ali orizzontali segue il medesimo procedimento: la forza di taglio su tale sezione ripartita secondo due file di bulloni, una per ciascun profilato; ogni bullone presenter due punti di contatto, per laderenza superiore ed inferiore con i coprigiunti di collegamento tra le due aste. La risultante F2 risulter scomposta secondo sollecitazioni dintensit pari ad un quarto della totale per ogni bullone dambedue le file. Si ricava:
La verifica al rifollamento sui profilati risulta soddisfatta, ma necessario svolgere tale controllo anche sul fazzoletto interposto tra le anime verticali dei profilati. Si utilizza sempre la formulazione:
Nota inoltre la tensione massima ammissibile sul fazzoletto, possibile ricavare laltezza secondo la quale deve essere dimensionato per offrire la resistenza necessaria allazione di taglio:
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Dato un posizionamento del fazzoletto tale che il suo baricentro non coincida con quello delle forze agenti, questo si trova in uno stato di pressoflessione dovuto allazione combinata di una forza di compressione esercitata dai bulloni e della natura flessione di unasta caricata. E necessario verificare che lelemento in questione non si snervi sotto questa condizione, utilizzando la formula di Navier per il calcolo dello stato tensionale: il valore ricavato dovr essere inferiore in intensit alla tensione ammissibile per lacciaio. Si esamina quindi:
Si verifica infine la resistenza offerta dal coprigiunto per dimensionare la sua estensione sulla larghezza dellala orizzontale ed eventualmente intervenire sullo spessore supposto. Si ottiene:
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Il valore ricavato nuovamente la forza resistente di ogni sezione di contatto tra bullone e piastra, e si procede quindi nel desumere quale sia la sollecitazione di taglio agente su ciascun elemento:
Coefficiente di esposizione
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Oltre alla pressione incidente, il vento produce anche unazione tangenziale sulle superfici parallele alla propria direzione. Questa componente si definisce vento radente e da normativa possibile ricavare la sua espressione:
: Coefficiente dattrito
Note entrambe le componenti di tale agente, si ricava uno schema statico equivalente della struttura sotto leffetto dei carichi distribuiti di compressione e decompressione, ipotizzando che il secondo sia in valore pari a met del primo. In corrispondenza dellestremo superiore del pilastro si pone inoltre una forza Fv orizzontale corrispettiva dellazione combinata del vento incidente e radente la capriata.
Svolta lanalisi statica si devono eguagliare le equazioni che identificano le deformazioni per ciascun pilastro. Da questa relazione si ricava, come incognita, la forza di scambio tra i suddetti elementi, lunico dato mancante a descrivere completamente il problema tensionale.
Calcolare lazione gravante del vento ed eguagliare le deformazioni subite nei punti della struttura una procedura che ha come scopo desumere il momento sollecitante alla base dei pilastri: entrambi saranno dimensionati resistenti a quello di maggiore intensit. Ottenute tutte le azioni si deve quindi verificare dove agisca tale momento; si considerano pertanto ambedue gli elementi:
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Finalmente si procede a dimensionare il pilastro secondo la caratterista pi gravosa, propria del pilastro sopravento: lo stato tensionale assunto dal profilato progettato sotto sforzo non dovr superare la tensione ammissibile posta per lacciaio. Tale risultato si ricava utilizzando la formulazione di Navier: se il contributo del momento stimato nel piano sul quale lavora questa sollecitazione, il contributo dello sforzo normale calcolato nel piano di minor resistenza ed integrato tramite il fattore moltiplicativo per compressione. In particolare, il momento assunto secondo un suo valore equivalente, dato che si presenterebbe variabile lungo lestensione del pilastro, pari ad una percentuale del massimo. Si sceglie quindi un profilato HE da normativa per verificarne la risposta di progetto:
Analizzando lapporto dello sforzo normale di compressione, si deve esaminare il piano sul quale si presenti la maggiore instabilit, prevedendo di disporre il profilato in modo tale da fornire uninerzia superiore l dove la lunghezza libera dinflessione sia pi importante. Il modello statico impiegato supponeuna diversa configurazione per i due piani del fabbricato; lungo il piano longitudinale il pilastro risulta incernierato ad ambo le estremit, presentando una lunghezza libera dinflessione pari allestensione dellasta; lungo il piano trasversale invece, dove i vincoli rispondono a quelli duna mensola incastrata al vertice inferiore, la lunghezza dinflessione corrisponde al doppio della sua dimensione. Rifacendosi a queste ipotesi, la sezione resistente del profilato verr disposta nel piano trasversale.
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Fissato lorientamento del profilato, si vuole determinare il piano a pi alto pericolo di collasso per instabilit, caratterizzato dal valore massimo del coefficiente . Ricordando che questo sia funziona della snellezza, si calcola:
Nel calcolo si adotter il valore y: il piano contraddistinto da maggiore instabilit, in riferimento alle convenzioni adottate, quello longitudinale, cui appartengono le capriate. Lintensit del carico normale si ottiene per somma delle due componenti presenti: luna la reazione vincolare nel nodo estremo della capriata mentre la seconda consta del peso proprio dellHEB predisposto. Nota la densit dellacciaio, si pu ricavare questultimo fattore:
Nel computo del momento, si considera il carico critico euleriano agente sul medesimo piano di flessione come parte integrante del fattore correttivo c; esso deriva dalla formula:
Si deve infine operare unultima verifica allo stato tensionale massimo, dove il coefficiente moltiplicativo posto unitario ed il momento considerato assume il suo limite massimo; la formula di Navier prende la forma:
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Il profilato HE 300 B risulta idoneo alle verifiche e, di conseguenza, alladozione in sede di progetto.
Piano
La verifica del pilastro per instabilit piana avverr adottando una forma dellequazione di Navier integrata da un serie di coefficienti inerenti lutilizzo di sollecitazioni equivalenti:
Instabilit
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6.2.
Fondazione
I pilastri di sostegno progettati per resistere ai carichi derivanti dalle azioni che gravano sul capannone non scaricano questi direttamente sul terreno ma li trasferiscono a degli elementi appositamente costruiti. Tali elementi sono i plinti di fondazioni, volumi di cemento armato: essi vengono collegati alle colonne tramite delle piastre in acciaio atte a distribuire su una superficie pi ampia le tensioni di contatto, pratica necessaria ad evitare il collasso del conglomerato. La loro progettazione riguarder quindi non solo il dimensionamento della fondazione in calcestruzzo ma anche della placca di metallo e degli elementi ad essa correlati per il collegamento con il profilato del pilastro: ogni entit sar poi verificata secondo i comportamenti a rischio indotti dalle sollecitazioni in atto. Da quanto enunciato si nota come il progetto del plinto si componga di molti aspetti che devono essere trattati con particolare cura, al fine di realizzare un organico utile in quanto efficiente in ogni sua parte. In primo luogo, noto il laminato utilizzato nella progettazione delle colonne, si definiscono le sollecitazioni da esso trasmesse, in termini di momento e di sforzo normale. Nel progetto si deve far riferimento a dei sistemi tensionali legati a condizioni limite che vengono imposte al variare dei valori delle forze; in particolare si differenziano una situazione connotata da N minima per assenza di carico neve ed una da N massima, con carico neve, entrambe comprensive del peso del pilastro. Tale procedimento necessario in quanto non nota a prescindere la combinazione sollecitante che produca il pi grave caso di instabilit. I due casi analizzati sono:
I caso
II caso
Si deduce che il centro di pressione cada al di fuori della regione del nocciolo dinerzia, connotando una risposta parzializzata della piastra e non interamente reagente. Questa si presenter in parte tesa ed in parte compressa, stato al quale il calcestruzzo non pu interamente sopperire a causa della sua inefficacia a trazione: data la necessit di armare il cemento, la sezione verr considerata come sollecitata a pressoflessione e semplicemente armata. Ai bulloni in acciaio sar riservato il compito di assorbire il momento flettente, disponendo le file ad una distanza d ciascheduna, di 6 centimetri dal bordo della plancia. Lo schema statico si intende interpretato come segue:
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Il dimensionamento dellarea dei ferri avviene utilizzando una procedura semplificata che prevede lequilibrio al momento nel punto della risultante delle forze di compressione sulla piastra, posta in corrispondenza dei tirafondi. Supponendo di predisporre quattro bulloni, si ottiene, nello specifico, lo sforzo di trazione agente su ognuno di questi:
Imponendo che i bulloni lavorino alla tensione ammissibile, possibile ricavare larea reagente del singolo:
La dicitura b si riferisce ad unarea al netto della filettatura, ossia al nucleo dellelemento che offre uneffettiva resistenza; normalmente tale valore corrisponde ad una percentuale oscillante tra il 70%75% della sezione relativa al gambo. Pensando di tenersi cautelativamente al limite inferiore, si pu derivare larea necessaria e definire cos un ferro di cantiere. Si progettato:
Larea al netto della filettatura sar dora in poi assunta rispetto al valore progettato, garantendo unarea di ferri resistente totale relativa al numero di bulloni in sede:
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Resta da stabilire lultima caratteristica geometrica, lo spessore della lamina in acciaio: questo deve essere tale da garantire una resistenza che si opponga alla flessione indotta dallo sforzo normale applicato sui bulloni. La verifica dello sforzo su ogni ferro avviene considerando come area di competenza una equivalente, intesa come una porzione della zona angolare:
Se tali punti soddisfano i criteri di resistenza, allora la verifica sar rispettata per ogni altro della piastra. Per svolgere i calcoli inerenti si deve innanzitutto quantificare la sollecitazione massima che larea di ogni bullone sia in grado di sostenere lavorando alla tensione ammissibile. Questo viene scomposto secondo due aliquote agenti sui lati perpendicolari, le quali produrranno ciascuna un momento e, di conseguenza una flessione. Eguagliando le formule relative al modulo resistente W, si otterr la caratteristica ricercata. Si svolge dunque:
Proponendosi di studiare le caratteristiche tensionali, torna ivi utile la gi suggerita schematizzazione ad una sezione presso-inflessa in cemento armato. Sfruttando le formule inerenti la geometria presente, possibile ottenere la posizione dellasse neutro per risoluzione di unequazione di terzo grado secondo tentativi; questa si pone nella forma, noto il coefficiente di omogeneizzazione m:
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Determinata la posizione dellasse neutro, si deve verificare che la tensione di compressione agente sulla superficie di contatto col cemento armato non provochi collasso, ma sia inferiore al valore di resistenza ammissibile. Si svolgono allora i calcoli per il calcestruzzo:
Parimenti si deve accertare che la tensione di trazione cui sono sottoposti i bulloni sia inferiore a quella ammissibile:
Soddisfatte entrambe le verifiche a tensione, il passaggio successivo progettare la lunghezza dinfissione dei tirafondi allinterno del volume del plinto: questi vengono, in termini pratici, verificati a sfilamento, ponendo come incognita lestensione necessaria a sviluppare una tensione daderenza sulla superficie laterale che impedisca spostamenti dalla sede dinfissione. Per ottenere questo dato, si calcola dapprima la tensione di taglio ammissibile che pu gravare su un bullone:
Essendo gi nota la sollecitazione massima di trazione cui un tirafondo sottoposto quando lavori alla tensione ammissibile, data invece quella a taglio, si ricava larea della superficie daderenza necessaria a resistere a tale caratteristica. Dividendo il valore ottenuto per la circonferenza del bullone, ne si ottiene lestensione in profondit lad. Si calcola allora:
I dimensionamenti e le verifiche svolti sinora utilizzando lo sforzo normale minimo devono essere svolti considerando anche il limite massimo: i procedimenti logici adottati mantengono la stessa validit, variando unicamente i parametri dingresso in campo sollecitante. Vengono quindi riportati di seguito i semplici calcoli nei campi dinteresse gi trattati. In primis si definisce leccentricit: 32
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La piastra ipotizzata assume sempre geometria quadrata di lato 60 centimetri. Si dimensionano i tirafondi di collegamento tra questa e plinto:
Ipotizzando lutilizzo di quattro bulloni, larea di ferri totale al netto della filettatura si ottiene come:
Lo spessore della piastra adottata si ottiene calcolando il modulo di resistenza e verificando le sollecitazione secondo le equazioni:
Si vuole ora determinare la posizione dellasse neutro, data la parzializzazione della sezione:
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Noto tale valore, si verificano le tensioni agenti sul calcestruzzo e sullacciaio tramite confronto con quelle ammissibili per i rispettivi materiali:
Si ricava ora la lunghezza daderenza che devono possedere i tirafondi per rispettare lesame a sfilamento sotto lazione della forza di trazione:
Utilizzando esclusivamente lo sforzo normale massimo, vengono dimensionate le costolature applicate al pilastro ed alla piastra per irrigidire questultima. E noto che la maggiore instabilit su unasta compressa derivi dal valore massimo di sollecitazione su essa gravante: per tale ragione si impiega direttamente la Nmax nel calcolo. Si calcola innanzitutto, in riferimento ad una delle due porzioni simmetriche del sistema, lo sforzo normale totale agente nel baricentro di colonna e plancia. Ipotizzata la posizione delle saldature tra gli elementi della geometria, si ottiene:
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Se si dispongono quattro cordoli per ciascun lato del complesso con unaltezza di gola a, si pu infine definire lestensione in altezza di ciascun fazzoletto per contenimento della lunghezza delle saldature necessarie. Si ricaver:
Lultima procedimento da svolgere consta della verifica a flessione della piastra; gli attributi geometrici e sollecitanti coinvolti nei calcoli risultano comuni ad entrambe le condizioni limite trattate: pertanto il risultato ottenuto risulter valido a prescindere dal valore della forza assiale coinvolta. In tale esame si studia una sezione a filo del pilastro caratterizzata dalle seguenti dimensioni e forze riportate in figura:
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La stato tensionale indotto dal momento flettente dovr essere inferiore al valore della tensione ammissibile per lacciaio:
Tutti i dimensionamenti risultano compiuti e le verifiche soddisfatte: il plinto stato progettato in ogni suo aspetto rispettando i corretti criteri.
Si deve specificare che la profondit designata ammissibile anche se inferiore allestensione in lunghezza dei tirafondi; questi possono infatti sviluppare tale dimensione non necessariamente in linea retta: sono di frequente impiego ferri piegati alle estremit, ancorati o meno a dei barrotti trasversali. Sulla base delle dimensioni del blocco, si calcolano le sollecitazioni su di esso agenti. I valori dello sforzo normale, di taglio, del momento flettente e della relativa eccentricit presente sono:
Lentit delleccentricit sufficientemente contenuta da permettere al momento stabilizzante prodotto dallo stato sollecitante di contrastare lazione di un momento ribaltante opportunamente maggiorato della met del suo valore. Il plinto cos verificato a ribaltamento. Anche lazione che la fondazione esercita sul terreno deve essere esaminata per controllare che non superi il limite di resistenza offerto dal terreno. Lo schema delle sollecitazioni disposto come in figura:
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Dato che la reazione fornita dal terreno deve eguagliare la spinta su di esso gravante, la tensione pu essere calcolata tramite le seguenti equazioni di equilibrio:
Per offrire resistenza alle azioni sia di trazione che di compressione, il plinto deve essere armato: larea dei ferri viene dimensionata studiando il comportamento di una porzione di volume come se fosse una mensola incastrata a filo del termine del pilastro. Essa caricata dello sforzo normale inerente il cemento armato e della reazione del terreno diretta in verso opposto e con andamento trapezoidale (scomponibile in una componente rettangolare ed una triangolare); i loro valori sono desunti derivando le intensit per area. I dati immessi nel modello sono i seguenti:
Viene calcolato il momento allincastro, in modo tale da usare la caratteristica flettente per predisporre larea di ferri necessaria: 37
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Considerando una sezione orientata nella direzione perpendicolare, possibile adottare la medesima schematizzazione di una mensola caricata con incastro a filo della colonna per dimensionare larea di ferri richiesta anche su tale estensione; il momento sul vincolo dovr essere equiparato al contributo necessario ad eguagliare in intensit il momento sollecitante sul pilastro. Si ottiene quindi:
Tondini in ferro vengono disposti nelle medesime quantit anche nel lembo superiore del plinto, al fine di offrire resistenza anche alla sollecitazione indotta dal momento flettente trasferito sulla fondazione dal profilato del pilastro. Lo schema dellarmatura interna al volume del calcestruzzo assumer la disposizione orientativa:
Parimenti a quanto considerato per la piastra in acciaio, i dimensionamenti e le verifiche svolti sinora utilizzando lo sforzo normale minimo devono essere svolti considerando anche il limite massimo. Ipotizzando che il plinto conservi le dimensioni gi specificate, vengono quindi riportati di seguito i semplici calcoli nei campi dinteresse gi trattati.
Plinto
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Leccentricit ricavata sufficientemente contenuta da permettere al momento stabilizzante di contrastare con successo lazione di quello ribaltante. Si determina quindi la tensione agente sul terreno, noto lo schema sollecitante, controllando che rispetti il valore massimo ammissibile:
Considerando le schematizzazioni a mensola utilizzate in precedenza per le sezioni del plinto lungo entrambe le direzioni, viene calcolato il momento allincastro utile a dimensionare le aree delle armature:
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7. CONTROVENTATURE
Il procedimento che si deve adottare prevede limposizione di spostamenti nulli sui nodi del corrente superiore di falda. Dato che la forza normale variabile lungo il corrente, il progetto avviene in riferimento ad un nodo collegato allasta soggetta a sforzo maggiore, la stessa sulla quale stato dimensionato lintero elemento superiore della capriata. Da normativa CNR noto che sui nodi di unasta caricata assialmente e vincolata elasticamente agisce una forza sviluppatasi per compressione dellelemento: tale azione deve essere sommata a quelle sollecitanti esternamente la struttura sul piano orizzontale. Al fine di calcolare la sua intensit si deve prima conoscere un coefficiente funzione della snellezza; lintero computo risulta come:
Il carico totale agente in direzione orizzontale sar ottenuto per somma delle componenti sopra citate: 40
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Questo peso viene distribuito sullarea di competenza di ciascun nodo ed il sistema statico costruito su SdC al fine di ottenere le reazioni sui vincoli e gli sforzi nelle aste: mentre le prime corrispondono alle azioni che dovranno essere trasmesse alle controventature delle pareti longitudinali, le seconde dovranno essere utilizzate in un calcolo di dimensionamento o verifica della tensione agente sullelemento.
Si conduce quindi la verifica tensionale per il corrente compresso superiore, controllando che lo stato presente sulla geometria, integrato del contributo delle forze ricavate, non superi il limite costituito dalla tensione massima ammissibile. Sommando azioni verticali ed orizzontali si pu formulare lanalisi:
Si devono dimensionare a questo punto dimensionare i diagonali della controventatura di falda, sollecitati da una forza di trazione ricavata dal modello statico. Si ipotizza di porre per tale funzione dei profilati ad area rettangolare la cui resistenza verificata alla tensione ammissibile:
Da ultime devono essere definite le controventature verticali delle pareti longitudinali, progettate in modo tale che resistano alle azioni del vento assorbite dalle corrispettive in falda e trasmesse lungo queste sino alle fondazioni. Per risolvere tale ambito si ricorre alla determinazione di un modello statico su SdC, dal quale si possono desumere le forze agenti sulle singole aste. Ipotizzando di costruire un sistema come in figura, si riportano i valori ricavati.
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Utilizzando la formula inerente lo stato tensionale si ricava larea necessaria del profilato da utilizzare come diagonale della controventatura, noto lo sforzo agente sulla corrispettiva asta 3.
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Piano
Piano
Scomposte le sollecitazioni flettenti secondo gli assi cartesiani di riferimento ed opportunamente maggiore, si pu ottenere il risultato della verifica:
Instabilit
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Il seguente elemento che deve essere sottoposto a verifica allo stato limite ultimo dinstabilit il pilastro: come gi stato enunciato, su tale elemento che si riversano parte delle sollecitazioni assorbite dalla controventatura predisposta. Lo stato indotto aumenter la forza assiale di compressione gravante sulla colonna; la verifica sar semplicemente condotta con le medesime modalit utilizzate precedentemente per il laminato, incrementando il carico. Si svolge allora analogamente:
Piano
Instabilit
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