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Descrizione dell’edificio
Il presente esempio di calcolo attiene alle strutture dell’edificio multipiano del quale sono riportate
rispettivamente la sezione trasversale e la pianta relativa ad un piano di impalcato tipo. L’edificio, da
realizzarsi nel territorio del comune di Milano e destinato a civile abitazione, consta di 5 piani fuori terra e di
un piano seminterrato, con un interpiano pari a 3,06 m al lordo dello spessore di solaio, ed ha pianta
rettangolare di dimensioni 11,7 m x 24,4 m, per un’altezza complessiva al colmo di falda pari a 18 m.
L’impalcato tipo è realizzato con un solaio latero-cementizio costituito da nervature in calcestruzzo armato,
con interposti blocchi forati di alleggerimento in laterizio non collaborante, e completato con una sovrastante
soletta collaborante, anch’essa in calcestruzzo armato. Il solaio è ordito trasversalmente al lato maggiore
dell’edificio ed è sostenuto da tre travate longitudinali, una di spina (per la quale verranno esaminate nei
calcoli sia una soluzione fuori spessore sia una in spessore di solaio) e due di bordo realizzate in spessore di
solaio, così come le travi perimetrali, parallele al solaio stesso e realizzate alle due estremità laterali al fine di
sostenere il peso delle chiusure verticali ivi localizzate, nonché a presidio degli sforzi derivanti dai momenti
trasversali nel solaio, non esplicitamente tenuti in conto nel calcolo. Sono altresì previste nervature
rompitratta che collegano i vari travetti del solaio in modo da ripartire adeguatamente fra di essi gli effetti di
eventuali carichi concentrati.
Per la copertura, prevista non praticabile, si ipotizza una struttura di tavelle e muricci, direttamente posata
sull’ultimo impalcato piano, a formare le due falde inclinate, e completata con un manto superiore in tegole.
Le travi, sia quelle di bordo sia quella di spina, poggiano sulle corrispondenti file di pilastri, a formare con
questi ultimi ossature portanti a telaio a sostegno dei carichi gravitazionali provenienti dai solai ovvero
gravanti direttamente sulle travi. La trave di spina e la trave di bordo della facciata “interna” poggiano, oltre
che sulle corrispondenti file di pilastri, anche sui muri del vano scale/ascensore, che le divide in due
tronconi. Il progetto è stato sviluppato con riferimento a due soluzioni realizzative per la trave di spina, sia
sporgente rispetto all’estradosso del solaio sia in spessore di solaio.
I muri in calcestruzzo armato del vano scale/ascensore costituiscono una struttura scatolare di elevata
rigidezza alla quale viene riservata la funzione di nucleo di controvento a sostegno delle azioni orizzontali
previste sull’edificio.
Le fondazioni sono previste del tipo diretto e consistono in un muro di fondazione controterra lungo tutto il
perimetro dell’edificio, una platea al di sotto del vano scale e plinti isolati al di sotto dei pilastri interni. Viene
proposto, nello sviluppo del presente esempio, il calcolo di un elemento di fondazione isolato, con il precipuo
ed unico scopo di fornire un’indicazione metodologica operativa, rinunciando ad una completezza di
trattazione che avrebbe di necessità coinvolto tematiche quali il comportamento meccanico dei terreni,
l’interazione terreno-struttura, la tecnica delle fondazioni etc., che pure costituiscono quotidiano banco di
prova per il progettista strutturale.
Caratteristiche dei materiali
• Calcestruzzo classe C25/30
N
Resistenza caratteristica a compressione su cubi: Rck = 30
mm 2
N
Resistenza caratteristica a compressione: f ck = 25 = 0,83Rck
mm 2
f ck 25 N
Resistenza di calcolo a compressione: f cd = α cc = 0,85 = 14,2
γc 1,5 mm 2
N
Tensione ammissibile nel calcestruzzo sotto combinazione dei carichi rara: σ cadm = 0,6 f ck = 15
mm 2
Tensione ammissibile nel calcestruzzo sotto combinazione dei carichi quasi permanente:
N
σ cadm = 0,45 f ck = 11,25
mm 2
f ctm = 0,3( f ck )
N
= 2,6
2/3
Resistenza media a trazione:
mm 2
N
Resistenza caratteristica a trazione: f ctk = 0,7 f ctm = 1,8
mm 2
f 1,8 N
Resistenza a trazione di progetto: f ctd = α ct ctk = 1,0 = 1,2
γc 1,5 mm 2
f +8
0,3
N
Modulo elastico secante: Ec = 22 ck ≅ 31000
10 mm 2
• Acciaio tipo B450C
N
Tensione caratteristica di snervamento: f yk ≥ 450
mm 2
f yk 450 N
Tensione di snervamento di progetto: f yd = = ≅ 391
γs 1,15 mm 2
N
Modulo elastico: Es ≅ 200000
mm 2
PARTE SECONDA – AZIONI SULLA STRUTTURA
Combinazioni delle azioni
Ai fini delle verifiche degli stati limite si definiscono le seguenti combinazioni delle azioni.
Combinazione fondamentale, generalmente impiegata per gli stati limite ultimi (SLU):
γ G1 ⋅ G1 + γ G 2 ⋅ G2 + γ P ⋅ P + γ Q1 ⋅ QK 1 + γ Q 2 ⋅ψ 02 ⋅ QK 2 + γ Q 3 ⋅ψ 03 ⋅ QK 3 + ...
Combinazione caratteristica (rara), generalmente impiegata per gli stati limite di esercizio (SLE) irreversibili,
da utilizzarsi nelle verifiche alle tensioni ammissibili:
G1 + G2 + P + QK 1 + ψ 02 ⋅ QK 2 + ψ 03 ⋅ QK 3 + ...
Combinazione frequente, generalmente impiegata per gli stati limite di esercizio (SLE) reversibili:
G1 + G2 + P + ψ 11 ⋅ QK 1 + ψ 22 ⋅ QK 2 + ψ 23 ⋅ QK 3 + ...
Combinazione quasi permanente (SLE), generalmente impiegata per gli effetti a lungo termine:
G1 + G2 + P + ψ 21 ⋅ QK 1 + ψ 22 ⋅ QK 2 + ψ 23 ⋅ QK 3 + ...
Combinazione sismica, impiegata per gli stati limite ultimi e di esercizio connessi all’azione sismica E:
E + G1 + G2 + P + ψ 21 ⋅ QK 1 + ψ 22 ⋅ QK 2 + ...
Combinazione eccezionale, per gli stati limite ultimi connessi alle azioni eccezionali di progetto Ad :
G1 + G2 + P + Ad + ψ 21 ⋅ QK 1 + ψ 22 ⋅ QK 2 + ...
Nelle combinazioni per SLE, si intende che vengono omessi i carichi Qkj che danno un contributo favorevole
ai fini delle verifiche e, se del caso, i carichi G2 .
kN
1,68
m2
Il peso per metro lineare delle partizioni verticali interne, considerata una altezza netta di interpiano pari a
2,82 m, risulta dunque pari a:
kN kN
2,82m ⋅ 1,68 2
= 4,74
m m
Elementi divisori interni
Per gli orizzontamenti degli edifici per abitazioni e uffici, il peso proprio di elementi divisori interni potrà
essere ragguagliato ad un carico permanente portato uniformemente distribuito g 2 k , purché vengano
adottate le misure costruttive atte ad assicurare una adeguata ripartizione del carico. Il carico uniformemente
distribuito g 2 k ora definito dipende dal peso proprio per unità di lunghezza G2 k delle partizioni nel modo
seguente:
per elementi divisori con G2 ≤ 1,00 kN / m : g 2 = 0,40 kN / m 2
per elementi divisori con 1,00 < G2 ≤ 2,00 kN / m : g 2 = 0,80 kN / m 2
per elementi divisori con 2,00 < G2 ≤ 3,00 kN / m : g 2 = 1,20 kN / m 2
per elementi divisori con 3,00 < G2 ≤ 4,00 kN / m : g 2 = 1,60 kN / m 2
per elementi divisori con 4,00 < G2 ≤ 5,00 kN / m : g 2 = 2,00 kN / m 2
Elementi divisori interni con peso proprio maggiore devono essere considerati in fase di progettazione,
tenendo conto del loro effettivo posizionamento sul solaio.
DM 14 gennaio 2008
È opportuno precisare come tale ”carico ragguagliato” venga considerato nella EN 1991-1-1 un carico
variabile con coefficienti parziali γ Q = 1,5 (= 0 se a favore di sicurezza) nelle combinazioni dei carichi allo
stato limite ultimo e con coefficienti ψ 0 = ψ 1 = ψ 2 = 1,0 nelle combinazioni proprie degli stati limite di
esercizio. Secondo l’approccio delle NTC il peso degli elementi divisori interni è considerato un carico
permanente portato, al quale peraltro competono coefficienti parziali γ G 2 = 1,5 (= 0 se a favore di sicurezza)
uguali a quelli dati per i carichi variabili, rendendo l’applicazione della norma sostanzialmente coerente con
gli Eurocodici.
Solaio piano tipo
La struttura del solaio è costituita da nervature in calcestruzzo armato, dello spessore di 100 mm ed alte 200
mm, realizzate ad un interasse i pari a 500 mm e con interposti laterizi di alleggerimento (non collaboranti),
il tutto completato da una soletta collaborante in calcestruzzo armato gettata in opera dello spessore di 40
mm. Si prevedono altresì le opere di finitura quali illustrate nello schema qui appresso riportato:
peso
strato spessore interasse peso
unitario
soletta collaborante kN kN
in c.a.
0,04 m = 25 1,00
m3 m2
kN 0,1 kN
nervature in c.a. 0,2 m 0,5 m 25 3 0,2 ⋅ 25 ⋅ = 1,00 2
m 0,5 m
laterizi di kN 0,4 kN
0,2 m 0,5 m 11 3 0,2 ⋅ 11 ⋅ = 1,76 2
alleggerimento m 0,5 m
kN
3,76 2
m
Per valutare l’incidenza dei cordoli si procede nel modo seguente:
kN kN
peso solettone pieno in c.a. spessore 240 mm: 0,24m ⋅ 25 3
= 6,00 2
m m
kN
da detrarre il peso del solaio latero-cementizio 3,76 2 : (6,00 − 3,76) kN2 = 2,24
kN
.
m m m2
I cordoli incidono per una larghezza complessiva di 2,4 m (0,5 m ciascuna delle due travi di bordo, 1,2 m la
trave di spina, 0,1 m ognuno dei due travetti rompitratta) sulla larghezza complessiva di 11,7 m
kN 2,4m kN
dell’impalcato. Pertanto 2,24 2
⋅ = 0,46 2 .
m 11,7 m m
Solaio di copertura
Il peso dovuto alla struttura in muricci e tavelle della copertura, potendo considerarsi compiutamente
definito e sostanzialmente non soggetto a modifiche nel corso della vita utile della costruzione, verrà
considerato alla stregua di un carico permanente, ciò essendo lecito secondo quanto specificato nella
Appendice Nazionale alla EN 1990, conformemente ripreso nelle Norme Tecniche sulle Costruzioni. Si
ipotizza una pendenza della copertura del 35%, corrispondente ad una inclinazione sull’orizzontale pari ad
α=20°.
strato Spessore peso unitario peso
kN
solaio latero-cementizio 0,24 m 4,22
m2
kN kN
intonaco 0,02 m 20 0,40 2
m3 m
kN kN
isolante 0,03 m 1 3 0,03 2
m m
kN
muricci ripartiti 1,23 2
m
kN kN
tavelloni 1/cos 20° 0,40 0,43 2
m2 m
kN kN
cappa calcestruzzo 0,03 m/cos 20° 25 3 0,80 2
m m
kN kN
tegole marsigliesi 1/cos 20° 0,50 2 0,53 2
m m
kN
Totale carichi permanenti impalcato solaio copertura 7,64 2
m
Il peso dei muricci ripartiti è stato valutato nel modo seguente. I muricci sono realizzati in mattoni semipieni
dello spessore di 12 cm con un indice di vuoti pari a 0,75; tenendo conto che la copertura è a due falde
(ciascuna su luce, in pianta, pari a 5,7 m) e per una pendenza della falda del 35%, i muricci avranno
un’altezza media pari a: hm = 0,35 ⋅ 5,7 m / 2 ≅ 1,00m , cui corrisponde, sempre in media, un peso proprio
kN kN
per metro lineare di muriccio pari a 0,12m ⋅ 1m ⋅ 13
3
⋅ 0,75 = 1,17 .
m m
Ipotizzando i muricci disposti ad un interasse pari a 1m ⋅ cos 20° = 0,95m , per un metro quadrato di
1,17 kN
impalcato il peso dei muricci ripartiti sarà dato da = 1,23 2 .
0,95 m
Tabella 3.1.II – Valori dei carichi d’esercizio per le diverse categorie di edifici
kN kN
Cat. Ambienti qk 2 Qk [kN ] Hk
m m
Ambienti ad uso residenziale.
Sono compresi in questa categoria i locali di abitazione e
A relativi servizi, gli alberghi (ad esclusione delle aree
2,00 2,00 1,00
suscettibili di affollamento)
Uffici.
B Cat. B1 Uffici non aperti al pubblico 2,00 2,00 1,00
Cat. B2 Uffici aperti al pubblico 3,00 2,00 1,00
Ambienti suscettibili di affollamento.
Cat. C1 Ospedali, ristoranti, caffè, banche, scuole 3,00 2,00 1,00
Cat. C2 Balconi, ballatoi e scale comuni, sale convegni, 4,00 4,00 2,00
cinema, teatri, chiese, tribune con posti fissi
C Cat. C3 Ambienti privi di ostacoli per il libero movimento
delle persone, quali musei, sale per esposizioni, stazioni
5,00 5,00 3,00
ferroviarie, sale da ballo, palestre, tribune libere, edifici per
eventi pubblici, sale da concerto, palazzetti per lo sport e
relative tribune
Ambienti ad uso commerciale.
Cat. D1 Negozi 4,00 4,00 2,00
D Cat. D2 Centri commerciali, mercati, grandi magazzini, 5,00 5,00 2,00
librerie…
Analisi dei carichi – Carichi variabili
I valori dei carichi variabili sono stati determinati con riferimento ad una vita nominale della costruzione pari
a 50 anni, conformemente a quanto indicato in Prospetto 2.1-EN1990 quale modificato dalla relativa
Appendice Nazionale e nella Tabella 2.4.1-NTC.
µi coefficiente di forma
qsk valore caratteristico del carico di neve al suolo
CE coefficiente di esposizione
Ct coefficiente termico
kN
qsk = 1,50 as ≤ 200m
m2
as 2 kN
qsk = 1,351 + 2 as > 200m
602 m
COEFFICIENTE DI ESPOSIZIONE
Tabella 3.4.I – Valori di CE per diverse classi di topografia
Topografia Descrizione CE
Aree pianeggianti non ostruite esposte su tutti i lati, senza costruzioni o alberi più
Battuta dai venti alti.
0,9
Aree in cui non è presente una significativa rimozione di neve sulla costruzione
Normale prodotta dal vento, a causa del terreno, altre costruzioni o alberi.
1,0
Aree in cui la costruzione considerata è sensibilmente più bassa del circostante
Riparata terreno o circondata da costruzioni o alberi più alti.
1,1
COEFFICIENTE DI FORMA
Tabella 3.4.II – Valori del coefficiente di forma
Coefficiente di forma 0° ≤ α ≤ 30° 30° < α < 60° α ≥ 60°
µ1 0,8 0,8
(60 − α ) 0,0
30
Riassumendo:
µ1 = 0,8 per copertura piana o con inclinazione di falda inferiore a 30° sull’orizzontale
CE = 1,0 per topografia normale
Ct funzione della termotrasmittanza della copertura, utilizzato per valutare la diminuzione del carico della
neve sulle coperture dotate di una elevata trasmittanza termica (> 1 W / m 2 K ). Si assume Ct = 1,0 , in
assenza di valutazioni specifiche.
kN
qsk = 1,5 è il valore caratteristico del carico di neve al suolo per la provincia di Milano e per altitudini sul
m2
livello del mare inferiori a 200 m. la Appendice Nazionale, così come le NTC, precisa tale valore riferirsi ad
un periodo di ritorno pari a 50 anni, e dunque in accordo con le assunzioni circa la vita utile di progetto della
struttura.
kN kN
s = 0,8 ⋅ 1,5 2
= 1,2 2
m m
In base alle prescrizioni della citata EN 1991-1-3 sono da prendere in considerazione le distribuzioni del
carico di neve in copertura quali riportate nella figura 3.4.3. Nei capitoli che seguono si farà riferimento alla
distribuzione indicata in figura come Caso I, per la valutazione delle azioni trasmesse dalla copertura ai
pilastri, le altre due distribuzioni rimanendo comunque significative per le verifiche “locali” relative
all’impalcato di copertura, ovvero per le verifiche relative ai casi di carico da neve con vento (non esplicitate
in questo “macroesempio”).
La valutazione della azione del vento viene esperita in base alla seguente procedura:
si valuta dapprima il valore di riferimento della velocità del vento, vb , definito come il valore caratteristico
della velocità del vento, mediata su un intervallo di 10 minuti, e misurata a 10 m dal suolo in aperta
campagna su terreno di II categoria (terreno con vegetazione bassa, tipo erba, ed ostacoli isolati, con distanza
reciproca pari ad almeno 20 volte l’altezza dell’ostacolo stesso), indipendentemente dalla sua direzione e da
fattori climatici stagionali. La determinazione di tale valore è ovviamente demandata al legislatore nazionale,
al quale viene pure data facoltà di indicare una opportuna procedura per tener conto della variabilità della
velocità di riferimento del vento con l’altitudine as del sito. L’Appendice Nazionale alla EN 1991-1-4 fornisce
in merito tali indicazioni:
vb = vb , 0 per as ≤ a0
vb = vb , 0 + ka (as − a0 ) per a0 < as ≤ 1500m
Per altitudini superiori a 1500 m sul livello del mare potendosi fare riferimento alle condizioni locali di clima
e di esposizione, utilizzando comunque valori della velocità di riferimento non inferiori a quelli previsti alla
quota di 1500 m.
I valori di vb , 0 , k a e a0 sono dati in funzione della posizione geografica del sito, in base ad una suddivisione
del territorio nazionale (macrozonazione) in 9 zone. Per il territorio del comune di Milano, essendo
as < a0 = 1000m , è: vb = vb , 0 = 25m / s .
Tale valore, conformemente alle indicazioni della EN 1990 e della EN 1991-1-4, è riferito ad una probabilità
annua di superamento del 2% e dunque ad un periodo di ritorno di 50 anni, in accordo con le assunzioni
sulla vita di riferimento della struttura.
Si valuta quindi il valore della pressione cinetica di riferimento qb (in N / m 2 ):
1 2
qb = ρvb
2
dove ρ = 1,25 kg / m è il valore convenzionalmente assunto per la densità dell’aria.
3
Per la valutazione del coefficiente di pressione, in assenza di valutazioni precise suffragate da opportuna
documentazione ovvero da prove condotte in galleria del vento, si sono seguite le indicazioni contenute nella
Circolare esplicativa alle NTC.
AZIONE DEL VENTO (UNIN1991-1-4_2005_EIT_1400_611)
Per la verifica degli elementi verticali in cemento armato è stata valutata la forza cinetica del vento. L’azione
del vento deve essere considerata, nella condizione più sfavorevole, agente in direzione orizzontale,
alternativamente, secondo gli assi principali della struttura. Chiamando x e y gli assi principali locali di un
edificio tipo a pianta rettangolare di lati b e d e altezza h, si considera ad esempio che il vento agisca secondo
l’asse delle y.
La parete b dell’edificio in questione è investita dal vento e su questa il vento stesso è rallentato creando una
sovrappressione; contemporaneamente viene deviato ed accelerato dalle pareti laterali e dal tetto, generando
sacche di vuoto che esercitano sulle pareti sottovento delle depressioni. La sovrappressione sulle facciate
tende ad essere massima nella zona centrale e a diminuire verso i margini; le depressioni invece sono
maggiori in corrispondenza degli spigoli e lungo i bordi delle pareti.
Per lo studio di questi fenomeni, seguiamo le prescrizioni dell’Eurocodice 1, che individua zone delle pareti di
un edificio con diverso coefficiente aerodinamico. In questo studio l’edificio ha pianta rettangolare di
dimensioni 24,4 m x 11,7 m e altezza pari a 18,30 m.
Nel caso di strutture o elementi di grande estensione, si deve tener conto dell’azione tangenziale esercitata
dal vento che dipende, in modo significativo, dalla scabrezza superficiale del rivestimento; per rivestimenti
lisci la forza tangenziale è trascurabile perché di bassa intensità avendo il coefficiente di attrito pari a 0,01.
L’azione del vento sul singolo elemento è determinata considerando la combinazione più gravosa della
pressione agente sulla sua superficie.
Valori del coefficiente di pressione esterna per pareti verticali di edifici a pianta rettangolare
L’edificio in questione misura in pianta 24,4 m x 11,7 m; l’altezza totale è pari a 18,30 m.
Il vento si considera agente in direzione orizzontale, di regola secondo uno degli assi principali della
struttura. Si ipotizza dapprima che la direzione del vento risulti ortogonale al lato di 11,7 m. Successivamente
sarà fatta l’ipotesi che la direzione del vento sia ortogonale al lato di 24,4 m.
Nelle prescrizioni dell’Eurocodice 1, il lato ortogonale alla direzione del vento è indicato con la lettera b,
quello parallelo con la lettera d.
Coefficienti della pressione esterna per muri verticali di edifici con pianta rettangolare.
Zona A B C D E
h/d cpe,10 cpe,1 cpe,10 cpe,1 cpe,10 cpe,1 cpe,10 cpe,1 cpe,10 cpe,1
5 -1,2 -1,4 -0,8 -1,1 -0,5 +0,8 +1,0 -0,7
1 -1,2 -1,4 -0,8 -1,1 -0,5 +0,8 +1,0 -0,5
≤0,25 -1,2 -1,4 -0,8 -1,1 -0,5 +0,7 +1,0 -0,3
Secondo la normativa: e=b o 2h a seconda di quale sia il più piccolo. Nel nostro caso e=b=11,7 m.
Vento in direzione x (parallelo al lato lungo dell’edificio)
Trattandosi di una costruzione la cui altezza (18,3 m) è maggiore della dimensione in pianta in direzione
ortogonale a quella del vento (11,7 m) ma inferiore al doppio di tale dimensione, si assume sulla parete
sopravvento della costruzione un profilo di pressioni così definito: un primo tratto uniforme, con valore
calcolato assumendo quale altezza di riferimento una quota pari alla dimensione in pianta in direzione
ortogonale al vento ( ze = b = 12 m ); un secondo tratto, anch’esso uniforme, con valore calcolato assumendo
quale altezza di riferimento la massima altezza della costruzione stessa ( ze = h = 18 m ). Per la parete
sottovento e per quelle parallele alla direzione del vento si assumerà un profilo di pressioni uniformi, il cui
valore si calcola assumendo quale altezza di riferimento l’altezza massima della costruzione. Il dettaglio del
calcolo della pressione cinetica sulla parete direttamente investita dal vento alle sopracitate quote è
sintetizzato nella seguente tabella.
z (m ) ce (z ) (
qb N / m 2 ) (
p N / m2 )
12 1,48 390,625 462,5
18 1,76 390,625 550
Per quanto attiene ai coefficienti di pressione, si ha (Tabella 3.3.IV NTC e Prospetto 7.1 EN 1991-1-4):
per la parete sopravvento, ossia quella direttamente investita dal vento, è cpe = 0,8 ;
per la parete sottovento è invece cpe ≅ −0,43 , come si ottiene dalle tabelle per un valore del
rapporto h / d = 18 / 24,4 ≅ 0,74 , dove d è la dimensione in pianta in direzione parallela al vento.
Si tralascia, per brevità, il dettaglio della valutazione dei coefficienti di pressione relativi alla copertura, le
azioni del vento sulla stessa avendo significato ai fini delle sole verifiche locali, omesse in questo esempio.
L’azione del vento sulla costruzione risulta dunque quale schematizzata nella seguente figura.
Le azioni orizzontali da applicarsi a livello dei singoli impalcati per la verifica della struttura di controvento,
quali dovute alle pressioni sulle superfici verticali di chiusura dell’edificio, sono qui appresso calcolate:
impalcato di copertura: (550+295,6) (11,7·1,6/2+11,7·1,53) = 23,0 kN
impalcato 4° piano: (550+295,6)·11,7·2,87+(462,5+295,6)·11,7·0,19 = 30,1 kN
impalcato 3° piano: (462,5+295,6)·11,7·3,06 = 27,1 kN
impalcato 2° e 1° piano: (462,5+295,6)·11,7·3,06 = 27,1 kN
impalcato piano rialzato: (462,5+295,6)·11,7·(1,53+0,55) = 18,4 kN
2° CASO: b=24,4 m d=11,7 m h=18,3 m
Valutazione dell’altezza di riferimento ze :
l’altezza di riferimento dipende dal rapporto h/b; nel nostro caso l’altezza h pari a 18,3 m è inferiore a b che
risulta essere pari a 24,4 m.
Coefficienti della pressione esterna per muri verticali di edifici con pianta rettangolare per il 2° caso, con
rapporto h/d pari a 1,54:
A B D E
cpe,10 cpe,1 cpe,10 cpe,1 cpe,10 cpe,1 cpe,10 cpe,1
h/d=1,54
-1,2 -1,4 -0,8 -1,1 +0,8 +1,0 -0,525
Per quanto attiene ai coefficienti di pressione, si ha (Tabella 3.3.IV NTC e Prospetto 7.1 EN 1991-1-4):
per la parete sopravvento, ossia quella direttamente investita dal vento, è cpe = 0,8 ;
per la parete sottovento è invece cpe ≅ −0,525 , come si ottiene dalle tabelle per un valore del
rapporto h / d = 18 / 11,7 ≅ 1,54 , dove d è la dimensione in pianta in direzione parallela al vento.
Le azioni del vento risultano dunque dalle pressioni e depressioni applicate sulla proiezione verticale della
sagoma dell’edificio come indicato nella figura.
[ ]
ϕ10 = γ G1G1 + γ G 2G2 + γ Q1Q1 sx dx =
[
l 3 + l 3 15,43 γ G1G1 + γ G 2G2 + γ Q1Q1 ]
24 EJ EJ
ϕ10
= −[γ G1G1 + γ G 2 G 2 + γ Q1Q1 ] ≅ −4,06 [γ G1G1 + γ G 2 G 2 + γ Q1Q1 ] = −57,2 kNm
l2
X =−
ϕ11 8
[
R A = RC = γ G1G1 + γ G 2 G 2 + γ Q1Q1 ] 2l − Xl [ ]
= 2,14 γ G1G1 + γ G 2 G 2 + γ Q1Q1 = 30,1 kN
[
R B = γ G1G1 + γ G 2 G 2 + γ Q1Q1 l + 2 ] X
l
[ ]
= 7,12 γ G1G1 + γ G 2 G 2 + γ Q1Q1 = 100,3 kN
Si ricavano le espressioni analitiche dei diagrammi del momento flettente e del taglio:
campata sinistra (x positivo verso destra a partire dall’estremo A)
[ ] [ ]
M (x ) = 2,14 γ G1G1 + γ G 2G2 + γ Q1Q1 x − 0,5 γ G1G1 + γ G 2G2 + γ Q1Q1 x 2 = 30,1 x − 7,0 x 2
[ ][ ]
V ( x ) = 2,14 γ G1G1 + γ G 2G2 + γ Q1Q1 − γ G1G1 + γ G 2G2 + γ Q1Q1 x = 30,1 − 14,1 x
campata destra (simmetrico rispetto alla precedente)
Analogamente al caso precedente si ricavano le espressioni analitiche dei diagrammi del momento flettente e
del taglio:
campata sinistra (x positivo verso destra a partire dall’estremo A)
[ ]
M (x ) = 2,14 γ G1G1 x + 2,49(γ G 2G2 + γ Q1Q1 )x − 0,5 γ G1G1 + γ G 2G2 + γ Q1Q1 x 2 = 32,2 x − 7,0 x 2
[ ]
V ( x ) = 2,14 γ G1G1 + 2,49(γ G 2G2 + γ Q1Q1 )− γ G1G1 + γ G 2G2 + γ Q1Q1 x = 32,2 − 14,1 x
si calcolano la posizione della sezione di massimo momento in campata ed il valore di tale momento
massimo:
x'M max = 2,28 m
M 'max = 36,8 kNm
campata destra (x positivo verso sinistra a partire dall’estremo C)
M (x ) = 2,14 γ G1G1 x + 0,36(γ G 2G2 + γ Q1Q1 )x − 0,5 γ G1G1 x 2 = 15,1 x − 4,0 x 2
V ( x ) = 2,14 γ G (G1 + G2 ) − 0,36(γ G 2G2 + γ Q1Q1 )− γ G1G1 x = 15,1 − 8,1 x
si calcolano la posizione della sezione di massimo momento in campata ed il valore di tale momento
massimo:
x ' 'M max = 1,86 m
M ' 'max = 14,2 kNm
Per valutare l’entità dei momenti flettenti “negativi” alle estremità dei solai, quali dovuti al parziale grado di
incastro fornito dalle travi, ci si può riferire ad uno schema “parziale”, quale quello di figura (4.4)-4, ottenuto
tenendo conto del reale andamento del momento flettente lungo i pilastri di un telaio multipiano per effetto
dei carichi verticali. In tali schemi statici parziali l’effetto irrigidente dei pilastri viene “spalmato” sul loro
interasse, la rigidezza equivalente attribuita al ritto, I * pilastro , essendo dunque pari alla rigidezza del pilastro
divisa per l’interasse dei pilastri stessi. Con riferimento ad un pilastro di sezione quadrata di lato 300 mm e
ad un interasse medio fra i pilastri pari a 3,5 m circa
I * pilastro = (300) 4 /(12 ⋅ 3,5) = 1,93 ⋅ 108 mm 4
Per il calcolo della rigidezza della sezione corrente del solaio (si trascura la maggior rigidezza dei tratti
terminali di solaio a sezione piena) si calcola innanzitutto la posizione del baricentro della sezione di
calcestruzzo. Con riferimento alla sezione schematizzata in figura, e calcolando la quota del baricentro
rispetto all’estradosso della soletta, è:
1000 ⋅ 40 ⋅ 20 + 2 ⋅ 100 ⋅ 200 ⋅ 140
yG = = 80 mm
1000 ⋅ 40 + 2 ⋅ 100 ⋅ 200
Il momento di inerzia della sezione del solaio rispetto al suo asse baricentrico è:
[ ] [ ]
I solaio = 1000 ⋅ 40 ⋅ ( 40) 2 / 12 + (60) 2 + 2 ⋅ 100 ⋅ 200 ⋅ (200) 2 / 12 + (60) 2 = 4,27 ⋅ 108 mm 4
I * pilastro = 0,45 I solaio
ϕ 2 + +2 ϕ3 + 1,3 G1 dx = 0
lsx ldx h/2 12
cui corrispondono i seguenti valori dei momenti flettenti agli estremi delle campate del solaio (negativi se
tendono le fibre superiori):
l 2 4 EI solaio
M A = −[1,3 G1 + 1,5(G2 + Q1 )] sx +
2 EI solaio
ϕ1 + ϕ 2 = −30,9 kNm
12 lsx lsx
l 2 2 EI solaio
M Bsx = −[1,3 G1 + 1,5(G2 + Q1 )] sx −
4 EI solaio
ϕ1 − ϕ 2 = −34,3 kNm
12 lsx lsx
l 2 4 EI solaio
M Bdx = −[1,3 G1 ] dx +
2 EI solaio
ϕ2 + ϕ3 = −34,3 kNm
12 ldx ldx
l 2 2 EI solaio
M C = −[1,3 G1 ] dx −
4 EI solaio
ϕ2 − ϕ3 = −12,1kNm
12 ldx ldx
Calcolate per equilibrio le reazioni vincolari in A e C (con la convenzione di segno dei momenti prima
utilizzata):
lsx M A − M Bsx
RA = VA = [1,3 G1 + 1,5(G2 + Q1 )] − = 39,5 kN
2 lsx
M − M Bdx
RC = −VC = [1,3 G1 ] dx − C
l
= 19,1 kN
2 ldx
Per il dimensionamento delle armature e per le successive verifiche flessionali agli stati limite ultimi,
conformemente alle prescrizioni dell’Eurocodice 2, il diagramma inviluppo deve essere traslato, comunque
nella direzione più sfavorevole, di una quantità pari, per elementi sprovvisti di armature trasversali,
all’altezza utile d=(h-c- φ /2), con h altezza della sezione, c copri ferro e φ diametro delle barre di armatura.
Si riporta in figura il diagramma inviluppo a traslazione eseguita, sul quale si individuano, per ciascuna
campata, le seguenti sezioni significative ai fini del progetto delle armature e della successiva verifica:
sezione A (x = 0 – sezione piena) – da combinazione 4 – schema a telaio
M ed = −33,5 kNm
sezione A’ (x = 0,35 m – cambio di sezione da piena a doppio T)
da combinazione 4 – schema a telaio
M ed = −27,7 kNm
sezione S (x = 2,28 m – sezione di massimo momento in campata)
da combinazione 2 – schema a trave continua
M ed = 40,4 kNm
sezione B’ (x = 5,1 m – cambiamento di sezione da doppio T a soletta piena)
da combinazione 1 – schema a trave continua
M ed = −39,5 kNm
sezione B (x = 5,7 m – appoggio di continuità, sezione piena)
da combinazione 1 – schema a trave continua
M ed = −58,8 kNm
COPRIFERRO PARI A 25 mm
Tale valore risulta essere praticamente coincidente con quello raccomandato in Circ. NTC (Tabella C.4.1.IV)
per elementi monodimensionali in strutture con vita nominale di 50 anni, condizioni ambientali ordinarie e
classe di calcestruzzo C25/30 (c = 25 mm).
Carichi permanenti:
peso proprio strutturale ed opere di finitura G1 ≅ 44,3 kN / m
cui, nel caso di trave fuori spessore, va aggiunto il peso proprio della nervatura della trave sporgente
all’intradosso del solaio: 0,3 m x 0,4 m x 25 kN/m³ = 3 kN/m
pertanto per la soluzione con trave fuori spessore di solaio G1trave = 47,3 kN / m
L’analisi delle sollecitazioni verrà condotta con riferimento agli schemi statici delle seguenti figure e per le
combinazioni dei carichi relative agli stati limite ultimi.
∑ γ Gkj + γ Q1Qk1 + ∑i >1ψ 0i Qki
j ≥1 Gj
(Espressione 6.10-EC0)
Per la risoluzione dello schema a telaio di Figura (4.5)-1b è necessario innanzitutto valutare la rigidezza
flessionale della trave e del pilastro di bordo P9. Per quest’ultimo, ipotizzando una sezione di larghezza 400
mm (pari alla larghezza della nervatura fuori spessore della trave) ed un’altezza di 300 mm, con riferimento
alla sezione di solo calcestruzzo, è:
400 ⋅ (300)3
IP = mm 4 = 9 ⋅ 108 mm 4
12
Per la trave, con riferimento alla sezione qui sotto schematizzata:
1200 ⋅ 240 ⋅ 120 + 400 ⋅ 300 ⋅ 390
yG = mm ≅ 200mm
1200 ⋅ 240 + 400 ⋅ 300
1200 ⋅ 2403 400 ⋅ 3003
It =
+ 1200 ⋅ 240 ⋅ 80 +
2
+ 400 ⋅ 300 ⋅ 190 2 mm 4
12 12
I t = 84,6 ⋅ 108 mm 4 ≅ 9,4 I P ⇒ 9 I P
La struttura viene risolta con il metodo degli spostamenti adottando quali incognite iperstatiche le rotazioni
ai nodi B e C come indicato in figura. Per il sistema di equilibrio quale scritto qui di seguito:
mBBϕ B + mBCϕC + mB 0 = 0
mCBϕ B + mCCϕC + mC 0 = 0
4 EI t 4 EI t lsx2 ldx2
+ ϕ +
2 EI t
ϕ + [1,3 G + 1,5 G + 1,5 Q ] − 1,3 G =0
ldx
B C 1 2 1 1
lsx ldx 12 12
2 EI t ϕ + 4 EI t + 2 3EI P ϕ + 1,3 G ldx = 0
2
ldx B ldx h / 2
C 1
12
2.02 EI tϕ B + 0,625EI tϕC + 182,75 = 0
0,625 EI tϕ B + 1,685EI tϕC + 52,47 = 0
la soluzione risulta la seguente:
91,32 kNm 2 2,73 kNm 2
ϕB = − ϕC =
EI t EI t
cui corrispondono i seguenti valori dei momenti flettenti agli estremi delle campate della trave (negativi se
tendono le fibre superiori):
l 2 2 EI t
M A = −[1,3 G1 + 1,5(G2 + Q1 )] sx + ϕ B = −270,3 kNm
12 lsx
lsx2 4 EI t
M Bsx = −[1,3 G1 + 1,5(G2 + Q1 )] − ϕ B = −165 kNm
12 lsx
l 2 4 EI t
M Bdx = −[1,3 G1 ] dx +
2 EI t
ϕB + ϕC = −165 kNm
12 ldx ldx
ldx2 2 EI t
M C = −[1,3 G1 ] −
4 EI t
ϕB − ϕC = 1,2 kNm
12 ldx ldx
Calcolate per equilibrio le reazioni vincolari in A e in C, con la convenzione di segno dei momenti prima
adottata:
lsx M A − M Bsx
RA = VA = [1,3 G1 + 1,5(G2 + Q1 )] − = 291,6 kN
2 lsx
M − M Bdx
RC = −VC = [1,3 G1 ] dx − C
l
= 46,5 kN
2 ldx
Analogamente a quanto sviluppato in precedenza nel dettaglio con riferimento alla combinazione 4, per la
combinazione 5 il sistema di equilibrio risulta modificato nei soli termini noti:
4 EI t 4 EI t l2 l2
ϕC + 1,3 G1 sx − [1,3 G1 + 1,5 G2 + 1,5 Q1 ] dx = 0
2 EI t
+ ϕ B +
lsx ldx ldx 12 12
2 EI t ϕ + 4 EI t + 2 3EI P ϕ + [1,3 G + 1,5 G + 1,5 Q ] ldx = 0
2
ldx B ldx h / 2
C 1 2 1
12
2.02 EI tϕ B + 0,625EI tϕC + 49,47 = 0
0,625EI tϕ B + 1,685 EI tϕC + 89,09 = 0
la soluzione risulta la seguente:
9,18 kNm 2 49,46 kNm 2
ϕB = − ϕC = −
EI t EI t
cui corrispondono i seguenti valori dei momenti flettenti agli estremi delle campate della trave (negativi se
tendono le fibre superiori):
lsx2 2 EI t
M A = −[1,3 G1 ] + ϕ B = −142,1kNm
12 lsx
lsx2 4 EI t
M Bsx = −[1,3 G1 ] − ϕ B = −131,5 kNm
12 lsx
l 2 4 EI t
M Bdx = −[1,3 G1 + 1,5(G2 + Q1 )] dx +
2 EI t
ϕB + ϕC = −131,5 kNm
12 ldx ldx
l 2 2 EI t
M C = −[1,3 G1 + 1,5(G2 + Q1 )] dx −
4 EI t
ϕB − ϕC = −21,5 kNm
12 ldx ldx
Si osserva come tale valore sia, in valore assoluto, inferiore a 0,65 volte il momento di incastro perfetto,
secondo quanto raccomandato nell’Eurocodice 2:
ldx2
0,65[1,3 G1 + 1,5(G2 + Q1 )] = 0,65 ⋅ 89,1kNm = 57,9 kNm
12
Si assumerà pertanto M C = −57,9 kNm . Calcolate quindi per equilibrio le reazioni vincolari in A e in C, con
la convenzione di segno dei momenti prima adottata:
lsx M A − M Bsx
RA = VA = [1,3 G1 ] − = 161,9 kN
2 lsx
M − M Bdx
RC = −VC = [1,3 G1 + 1,5(G2 + Q1 )] dx − C
l
= 144 kN
2 ldx
Dall’analisi delle sollecitazioni sopra condotta risultano dunque i diagrammi dei momenti flettenti di Figura
(4.5)-8. Si individuano sul diagramma inviluppo del momento flettente le sezioni significative ai fini delle
verifiche:
Il predimensionamento delle armature longitudinali tese della trave, nelle diverse sezioni significative quali
individuate al precedente paragrafo, viene esperito utilizzando le medesime equazioni che si utilizzeranno nel
seguito per la verifica, nella ipotesi di sezione inflessa con armatura semplice ed utilizzando le seguenti leggi
costitutive di progetto:
per il calcestruzzo compresso il blocco uniforme di tensioni (Fig. 3.5-EC2), di valore ηfcd, esteso su
una profondità λx, dove con x si è indicata la posizione dell’asse neutro.
Per un calcestruzzo di classe C25/30 si assume η = 1,0 e λ = 0,8;
per l’acciaio teso il diagramma elastico-perfettamente plastico (diagramma B di Figura 3.8-EC2), che
non richiede quindi il controllo del limite di deformazione dell’acciaio.
Si scrive l’equazione di equilibrio alla rotazione della sezione con il momento sollecitante di calcolo M ed ,
assumendo quale polo il baricentro delle armature tese:
0,8 bxf cd (d − 0,4 x) = M ed
dalla quale, noti b, d, fcd (= 14,2 N/mm²), ed M ed si ricava la posizione dell’asse neutro x.
Per l’equilibrio alla traslazione, nell’ipotesi di armatura tesa snervata (fyd = 391 N/mm²):
0,8 bxf cd = As f yd
0,8 bxf cd
da cui si ha As , req = , con x soluzione dell’equazione precedente.
f yd
Tale armatura deve risultare non inferiore alla armatura minima:
f ctm
As , min = 0,26 bt d > 0,0013 bt d
f yk
Dove: bt è la larghezza della zona tesa alla incipiente fessurazione
f ctm = 2,6 N / mm 2 è la resistenza media a trazione del calcestruzzo
f yk = 450 N / mm 2
La valutazione dell’altezza utile d della sezione, da utilizzarsi sia per il predimensionamento delle armature
sia per il calcolo dell’armatura minima, richiede, come già visto con riferimento al calcolo del solaio, la
determinazione dello spessore del copriferro.
Il valore nominale del copriferro viene calcolato in base alla relazione:
cnom = cmin + ∆cdev
cmin = max (cmin,b ; cmin, dur + ∆cγ − ∆cdur , st − ∆cdur , add ;10 mm )
per le armature trasversali (staffe)
cmin,b = φ = 8 mm
cmin, dur = 10 mm [per una classe di esposizione X0 (nessun rischio di corrosione) e per una classe
strutturale S4, essendo previsto l’uso di calcestruzzo classe C25/30]
∆cγ = 0
∆cdur , st = ∆cdur , add = 0 , non essendo previsto l’uso di armature di acciaio inossidabile né l’adozione
di specifiche misure di protezione.
(
È pertanto: cmin = max 8 mm;10 mm;10 mm ) = 10 mm
Assumendo inoltre ∆cdev = 10 mm , si ha: cnom, trasv = 10 + 10 = 20 mm
per le armature longitudinali
cmin,b = φ = 16 mm
cmin, dur = 10 mm [per una classe di esposizione X0 (nessun rischio di corrosione) e per una classe
strutturale S4, essendo previsto l’uso di calcestruzzo classe C25/30]
∆cγ = 0
∆cdur , st = ∆cdur , add = 0 , non essendo previsto l’uso di armature di acciaio inossidabile né l’adozione
di specifiche misure di protezione.
(
È pertanto: cmin = max 16 mm;10 mm;10 mm ) = 16 mm
Assumendo inoltre ∆cdev = 10 mm , si ha: cnom,long = 16 + 10 = 26 mm
Tenendo presente che per le armature longitudinali il copriferro include anche il diametro delle
staffe risulta essere dominante il valore di copriferro calcolato per le staffe (adottando infatti per le
staffe cnom,trasv = 20 mm , per le armature longitudinali è cnom, long = 26 mm ).
Le indicazioni riportate in Circ.NTC Tabella C.4.1.IV non distinguono fra armature longitudinali e trasversali
e prescrivono, per condizioni ambientali ordinarie (comprendenti la classe di esposizione X0) e per il
calcestruzzo di classe C25/30, nel caso di elementi monodimensionali in strutture con vita nominale pari a
50 anni, un copriferro minimo pari a 25 mm. Il copriferro calcolato secondo la procedura EC2 sopra
illustrata soddisfa tale limite per quanto riguarda le armature longitudinali ma non per le armature
trasversali. Adottando dunque tale valore minimo del copriferro per le armature più esterne, ossia per le
staffe, l’altezza utile della trave risulta:
d = h − c − φs , trasv − φs , long / 2 = 540 − 25 − 8 − 16 / 2 = 499 mm ≅ 500 mm
I risultati del predimensionamento così esperito sono sintetizzati nel prospetto seguente, dove pure si
riportano le armature effettivamente disposte nelle varie sezioni significative:
Con riferimento alle ipotesi di calcolo appena illustrate, le verifiche allo stato limite ultimo per flessione
vengono esperite come segue. Nell’ipotesi di acciaio teso snervato, ed ipotizzando una distribuzione uniforme
di compressioni nel calcestruzzo di intensità pari ad f cd e su di un’altezza uguale a 0,8 volte la profondità
dell’asse neutro, l’equazione di equilibrio alla traslazione in tal caso si scrive:
0,8 bxf cd = As f yd
Ricavata da tale equazione la posizione x dell’asse neutro, attraverso l’equazione di equilibrio alla rotazione,
scritta scegliendo quale polo, in alternativa, il baricentro della distribuzione uniforme di tensioni sulla zona
compressa di calcestruzzo ovvero il baricentro delle armature tese, si ottiene il valore di progetto del
momento resistente M Rd , da confrontarsi con il valore di progetto del momento sollecitante M Ed .
M Rd = As f yd (d − 0,4 x ) = 0,8 bxf cd (d − 0,4 x ) ≥ M Ed
I risultati di tali verifiche sono sintetizzati nel seguente prospetto:
Con l’armatura così dimensionata si esperiranno le verifiche come sopra. Il dettaglio di tali verifiche è
sintetizzato nel prospetto seguente.
È inoltre:
ctgθ 2
Vrd ,max = 0,9d bw f ' cd = 0,9 ⋅ 500 ⋅ 400 ⋅ 0,5 ⋅ 14,2 = 511,2 kN > V Ed
1 + ctg θ
2
5
zona
VEd (x) VEd x () ρ sw rqd
φ /passo VRd ,s
x (m) (kN) ρ sw (kN)
estremo sx 291,6-104,4 x
281,2 0,002
φ /125 mm 283,8
combinazione 4 x = 0,1 0,002
sx continuità 219,2-104,4 x
308,2 0,00217
φ /100 mm
354,7
combinazione 1 x = 5,2-0,15 = 5,05 0,0025
Si osservi che la staffatura minima raccomandata dall’EC2 deve essere tale da garantire un rapporto
geometrico pari a:
Asw f
ρ sw = ≥ 0,08 ck = 9 ⋅ 10− 4 (per calcestruzzo C25/30 e acciaio B450)
bw s f yk
con spaziatura longitudinale non superiore a 0,75 d = 375 mm (per d = 500 mm). Tale requisito è soddisfatto
2 ⋅ 50
con staffe φ 8@250 mm ( ρ sw = = 0,001), cui corrisponde un taglio resistente di progetto pari a
400 ⋅ 250
140,8 kN, con conseguenti modifiche nella disposizione delle armature trasversali nei tratti terminali. Si fa
altresì osservare che l’EC2 per la verifica allo schiacciamento dei puntoni compressi di calcestruzzo prescrive
di usare una resistenza ridotta pari a vfcd, con v = 0,7 (1 - fck/250), diversamente da quanto riportato nelle
NTC, in cui tale resistenza ridotta viene comunque fissata pari a f’cd = 0,5 fcd.
Conformemente alle prescrizioni normative e secondo quanto già visto al precedente paragrafo, si
determinano le sollecitazioni sotto le combinazioni dei carichi rara e quasi permanente e si calcolano le
tensioni nei materiali prodotte da tali sollecitazioni, da confrontarsi con i valori ammissibili definiti in
funzione delle diverse combinazioni di azioni.
COMBINAZIONE CARATTERISTICA
Si valutano quindi i momenti flettenti sotto combinazione dei carichi caratteristica o rara, che per la struttura
in esame si scrive:
Gk1 + Gk 2 + Q1k
Con riferimento alle combinazioni di carico illustrate precedentemente, ove si pongano unitari i coefficienti
parziali dei carichi, si ha:
Combinazione C1
carico permanente G1 a sfavore di sicurezza su entrambe le campate
carichi permanenti portati G 2 a sfavore di sicurezza su entrambe le campate
carichi variabili Qk 1 a sfavore di sicurezza su entrambe le campate
campata sinistra (x positivo verso destra a partire dall’estremo A)
M (x ) = 2,1[G1 + G2 + Q1 ] x − 0,5 [G1 + G2 + Q1 ]x 2 = 159,4 x − 38,0 x 2
momento di continuità: M B = M (5,2m) = −198,6 kNm
campata destra (x positivo verso sinistra a partire dall’estremo C)
M (x ) = 0,8[G1 + G2 + Q1 ] x − 0,5 [G1 + G2 + Q1 ]x 2 = 60,7 x − 38,0 x 2
Combinazione C2
carico permanente G1 a sfavore di sicurezza su entrambe le campate
carichi permanenti portati G 2 a sfavore di sicurezza sulla campata sinistra
a favore di sicurezza sulla campata destra
carichi variabili Q1 a sfavore di sicurezza sulla campata sinistra
a favore di sicurezza sulla campata destra
campata sinistra (x positivo verso destra a partire dall’estremo A)
M (x ) = 2,1G1 x + 2,2(G2 + Q1 )x − 0,5 [G1 + G2 + Q1 ]x 2 = 162,2 x − 38,0 x 2
momento massimo in campata: M ( 2,13m) = 173,1 kNm
campata destra (x positivo verso sinistra a partire dall’estremo C)
M (x ) = 0,8 G1 x + 0,65(G2 + Q1 )x − 0,5 G1 x 2 = 19,2 x − 23,6 x 2
momento massimo in campata: M (0,41m) = 3,9 kNm
Combinazione C3
carico permanente G1 a sfavore di sicurezza su entrambe le campate
carichi permanenti portati G 2 a favore di sicurezza sulla campata sinistra
a sfavore di sicurezza sulla campata destra
carichi variabili Q1 a favore di sicurezza sulla campata sinistra
a sfavore di sicurezza sulla campata destra
campata sinistra (x positivo verso destra a partire dall’estremo A)
M (x ) = 2,1G1 x − 0,1(G2 + Q1 )x − 0,5 G1 x 2 = 96,5 x − 23,6 x 2
momento massimo in campata: M ( 2,04m) = 98,6 kNm
campata destra (x positivo verso sinistra a partire dall’estremo C)
M (x ) = 0,8 G1 x + 1,45(G2 + Q1 )x − 0,5 [G1 + G2 + Q1 ]x 2 = 79,3 x − 38,0 x 2
momento massimo in campata: M (1,04m) = 41,4 kNm
Per la valutazione delle tensioni nei materiali, come già visti in precedenza, nell’ipotesi di planarità delle
sezioni e con riferimento ad un comportamento elastico lineare dei materiali trascurando il contributo del
calcestruzzo teso (sezione parzializzata), si scrive dapprima l’equilibrio alla traslazione della sezione:
1
σ cbx + σ 's A's −σ s As = 0
2
Sfruttando l’ipotesi di comportamento elastico dei materiali (σ = E·ε) e la linearità del diagramma delle
deformazioni (planarità della sezione) si ha che:
d−x
σ s = α cσ c
x
x − d'
σ 's = α cσ c
x
Dove il coefficiente α c = Es / Ec si assume pari a 15.
Sostituendo nella equazione precedente e riducendo a forma normale
x2
b + α c ( As + A's )x − α c ( As d + A's d ') = 0
2
da cui si ricava la posizione dell’asse neutro x.
Attraverso la scrittura dell’equazione di equilibrio alla rotazione, rispetto al baricentro delle armature tese,
può quindi calcolarsi il valore della massima tensione di compressione nel calcestruzzo σ c , da confrontarsi
con il valore ammissibile σ c , adm = 0,6 f ck = 15 N / mm 2
1 x
σ cbx d − = M
2 3
2M
σc = < σ c , adm
x
bx d −
3
lo sforzo nelle armature tese ottenendosi attraverso la relazione di proporzionalità prima scritta e dovendo
confrontarsi con il valore 0,8 f yk = 360 N / mm 2 per acciaio B450C. I risultati sono sintetizzati nel seguente
prospetto:
Combinazione QP1
carico permanente G1 a sfavore di sicurezza su entrambe le campate
carichi permanenti portati G 2 a sfavore di sicurezza su entrambe le campate
carichi variabili ψ 21Qk 1 a sfavore di sicurezza su entrambe le campate
campata sinistra (x positivo verso destra a partire dall’estremo A)
M (x ) = 2,1[G1 + G2 + ψ 21Q1 ] x − 0,5 [G1 + G2 + ψ 21Q1 ]x 2 = 138,4 x − 32,9 x 2
momento di continuità: M B = M (5,2m) = −170,0 kNm
campata destra (x positivo verso sinistra a partire dall’estremo C)
M ( x ) = 0,8[G1 + G2 + ψ 21Q1 ] x − 0,5 [G1 + G2 + ψ 21Q1 ]x 2 = 53,7 x − 32,9 x 2
momento massimo in campata: M (0,82m) = 0,32 [G1 + G2 + ψ 21Q1 ] = 21,1 kNm
Combinazione QP2
carico permanente G1 a sfavore di sicurezza su entrambe le campate
carichi permanenti portati G2 a sfavore di sicurezza sulla campata sinistra
a favore di sicurezza sulla campata destra
carichi variabili ψ 21Q1 a sfavore di sicurezza sulla campata sinistra
a favore di sicurezza sulla campata destra
campata sinistra (x positivo verso destra a partire dall’estremo A)
M (x ) = 2,1G1 x + 2,2(G2 + ψ 21Q1 )x − 0,5 [G1 + G2 + ψ 21Q1 ]x 2 = 140,2 x − 32,9 x 2
momento massimo in campata: M ( 2,13m) = 149,4 kNm
campata destra (x positivo verso sinistra a partire dall’estremo C)
M (x ) = 0,8 G1 x + 0,65(G2 + ψ 21Q1 )x − 0,5 G1 x 2 = 25,8 x − 23,6 x 2
momento massimo in campata: M (0,55m) = 7,0 kNm
Combinazione QP3
carico permanente G1 a sfavore di sicurezza su entrambe le campate
carichi permanenti portati G2 a favore di sicurezza sulla campata sinistra
a sfavore di sicurezza sulla campata destra
carichi variabili ψ 21Q1 a favore di sicurezza sulla campata sinistra
a sfavore di sicurezza sulla campata destra
campata sinistra (x positivo verso destra a partire dall’estremo A)
M (x ) = 2,1G1 x − 0,1(G2 + ψ 21Q1 )x − 0,5 G1 x 2 = 97,5 x − 23,6 x 2
momento massimo in campata: M ( 2,06m) = 100,7 kNm
campata destra (x positivo verso sinistra a partire dall’estremo C)
M (x ) = 0,8 G1 x + 1,45(G2 + ψ 21Q1 )x − 0,5 [G1 + G2 + ψ 21Q1 ]x 2 = 64,8 x − 32,9 x 2
momento massimo in campata: M (0,98m) = 31,9 kNm
Per verificare lo stato limite di fessurazione senza il calcolo diretto dell’ampiezza di fessura è necessario
confrontare la tensione nelle armature, quale sopra calcolata, con i valori della Tabella 4.4.II NTC, in
funzione del diametro massimo delle barre e dell’ampiezza di fessura ammissibile.
Nel caso di specie, potendosi ipotizzare una condizione ambientale ordinaria (Tabella 4.4.III NTC, classe di
esposizione X0 secondo EC2, in assenza di qualsiasi rischio di corrosione per le armatura), e per armature
poco sensibili alla corrosione, viene richiesto di verificare che sotto combinazione frequente il valore di
calcolo dell’ampiezza di fessura non superi il valore w3 = 0,4 mm e che sotto combinazione quasi permanente
non venga ecceduto il valore limite w2 = 0,3 mm. Ciò, in base ai prospetti sopra riportati, corrisponde a
limitare la tensione nelle barre ( φ 16) ai seguenti valori:
280 N/mm² sotto combinazione frequente;
240 N/mm² sotto combinazione quasi permanente.
Dai valori riportati nell’ultimo prospetto si osserva le tensioni nell’armatura sotto combinazione quasi
permanente essere comunque inferiori ai limiti sopra indicati.
Per quanto attiene alle verifiche sotto combinazione frequente si procede innanzitutto a calcolare i momenti
flettenti; la combinazione frequente delle azioni, in presenza di un unico carico variabile Q1 , si scrive:
Gk1 + Gk 2 + ψ 11Q1k
con ψ 11 = 0,5 per il carico variabile Q1 = 14,3 kN / m .
Combinazione F1
carico permanente G1 a sfavore di sicurezza su entrambe le campate
carichi permanenti portati G 2 a sfavore di sicurezza su entrambe le campate
carichi variabili ψ 11Qk 1 a sfavore di sicurezza su entrambe le campate
campata sinistra (x positivo verso destra a partire dall’estremo A)
M (x ) = 2,1[G1 + G2 + ψ 11Q1 ] x − 0,5 [G1 + G2 + ψ 11Q1 ]x 2 = 144,4 x − 34,4 x 2
momento di continuità: M B = M (5,2m) = −179,3 kNm
campata destra (x positivo verso sinistra a partire dall’estremo C)
M (x ) = 0,8[G1 + G2 + ψ 11Q1 ] x − 0,5 [G1 + G2 + ψ 11Q1 ]x 2 = 55 x − 34,4 x 2
Combinazione F2
carico permanente G1 a sfavore di sicurezza su entrambe le campate
carichi permanenti portati G 2 a sfavore di sicurezza sulla campata sinistra
a favore di sicurezza sulla campata destra
carichi variabili ψ 11Q1 a sfavore di sicurezza sulla campata sinistra
a favore di sicurezza sulla campata destra
campata sinistra (x positivo verso destra a partire dall’estremo A)
M (x ) = 2,1G1 x + 2,2(G2 + ψ 11Q1 )x − 0,5 [G1 + G2 + ψ 11Q1 ]x 2 = 146,5 x − 34,4 x 2
campata destra (x positivo verso sinistra a partire dall’estremo C)
M (x ) = 0,8 G1 x + 0,65(G2 + ψ 11Q1 )x − 0,5 G1 x 2 = 23,9 x − 23,6 x 2
momento massimo in campata: M (0,51m) = 6,0 kNm
Combinazione F3
carico permanente G1 a sfavore di sicurezza su entrambe le campate
carichi permanenti portati G 2 a favore di sicurezza sulla campata sinistra
a sfavore di sicurezza sulla campata destra
carichi variabili ψ 11Q1 a favore di sicurezza sulla campata sinistra
a sfavore di sicurezza sulla campata destra
campata sinistra (x positivo verso destra a partire dall’estremo A)
M (x ) = 2,1G1 x − 0,1(G2 + ψ 11Q1 )x − 0,5 G1 x 2 = 97,2 x − 23,6 x 2
momento massimo in campata: M ( 2,06m) = 100,1 kNm
campata destra (x positivo verso sinistra a partire dall’estremo C)
M (x ) = 0,8 G1 x + 1,45(G2 + ψ 11Q1 )x − 0,5 [G1 + G2 + ψ 11Q1 ]x 2 = 68,9 x − 34,4 x 2
momento massimo in campata: M (1,00m) = 34,5 kNm
Combinazione F4 (“massimo” momento negativo all’estremo sinistro)
carico permanente G1 a sfavore di sicurezza su entrambe le campate
carichi permanenti portati G2a sfavore di sicurezza sulla campata sinistra
a favore di sicurezza sulla campata destra
carichi variabili Q1 a sfavore di sicurezza sulla campata sinistra
a favore di sicurezza sulla campata destra
campata sinistra (x positivo verso destra a partire dall’estremo A)
M (x ) = −176,3 + 191,1 x − 34,4 x 2
campata destra (x positivo verso sinistra a partire dall’estremo C)
M (x ) = −1,3 + 41,1 x − 23,6 x 2
Le tensioni nei materiali, calcolate come sopra illustrato, sono riportate nel prospetto seguente: la tensione
nelle armature è ovunque inferiore a 280 N/mm², valore limite corrispondente ad una ampiezza di fessura
pari a 0,4 mm, indicata in normativa per le esigenze funzionali e durabilistiche in questione.
Sezione As b x σc σs
M Ed (kNm) (mm²) (mm) (mm) (N/mm²) (N/mm²)
A |-176,3| 1633 400 194 10,5 248
S |156,0| 1432 1200 184 3,2 83
B |-179,3| 1633 400 194 10,6 252
D |34,5| 628 1200 132 1,0 40
C |-38,1| 1030 400 162 2,6 83
Viene riportata qui di seguito la procedura di verifica allo stato limite di fessurazione tramite calcolo diretto
della ampiezza di fessura secondo EC2 § 7.3.4, essendo in NTC § 4.1.2.2.4.6 indicato di fare riferimento per
tale calcolo a criteri consolidati riportati nella letteratura tecnica.
L’ampiezza di fessura viene calcolata in base alla relazione:
wk = smax (ε sm − ε cm )
φ
smax = 3,4c + 0,425 k1k 2
ρ eff
k1 = 0,8 per barre ad aderenza migliorata
k 2 = 0,5 per sollecitazione di flessione
A A
ρ eff = s = s
As , eff bt heff
heff = min[2,5( h − d ), (h − x ) / 3, h / 2]
bt larghezza della sezione nella zona tesa
f ct E
σ s − kt 1 + s ρeff
ρ eff Ecm ≥ 0,6 σ s
(ε sm − ε cm ) =
Es Es
dove si assume kt = 0,4 per carichi di lunga durata.
La sintesi di tali verifiche è riportata nei seguenti prospetti.
Combinazione frequente
ρeff σs σs
Sezione
smax (ε sm − ε cm ) 0,6 wk <0,4 mm
(%) (mm) (N/mm²) Es (mm)
A 1,51 316 248 0,000862 0,0007438 0,272 SI
S 3,98 204 82,8 0,00025 0,0002484 0,051 SI
B 1,51 316 252,2 0,000883 0,0007565 0,279 SI
D 1,74 292 40,1 -0,00013 0,0001204 0,035 SI
C 0,95 421 82,9 -0,00016 0,0002488 0,105 SI
I valori limite di apertura delle fessure, pari a 0,4 mm sotto combinazione frequente e a 0,3 mm sotto
combinazione quasi permanente, sono indicati in NTC Tabella 4.1.IV. In EC2-§ 7.1.N così come recepito
dall’Appendice Nazionale, viene semplicemente richiesto di limitare a 0,4 mm l’ampiezza di fessura sotto
combinazione di carico quasi permanente per le condizioni ambientali in questione.
Si segnala, onde chiarire il rigore della procedura seguita, che il valore di spaziatura delle fessure calcolato
secondo EC2 è, come indicato nella simbologia stessa, un valore massimo che consente già di ottenere il
valore di calcolo dell’ampiezza di fessura indicato in NTC per il confronto con i limiti ammissibili. Nelle NTC
viene indicato un valore medio di ampiezza delle lesioni, calcolato con riferimento ad un valore medio della
spaziatura delle fessure, il valore di calcolo ottenendosi applicando un coefficiente moltiplicativo pari a 1,7.
Incidentalmente si osserva come il valore massimo della spaziatura di fessura dato in EC2 (Espressione 7.11)
e sopra utilizzato sia ottenibile appunto come 1,7 volte un valore medio, quale calcolato ad esempio secondo
l’Espressione riportata nella Circolare Min. LL.PP.25-VII-1996 §B6.6.3.
Verifiche allo stato limite di deformazione
Secondo le NTC, il calcolo delle inflessioni può essere omesso, ritenendosi implicitamente soddisfatta la
verifica allo SLE di deformazione, per solai e travi con luci non superiori a 10 m, qualora la struttura possieda
una snellezza λ = l/d (luce/altezza utile della sezione) inferiore ad un valore limite così calcolato:
0,0015 f ck 500 As , eff
λ ≤ K 11 +
ρ + ρ ' f yk As , calc
dove f ck è la resistenza del cls in MPa, ρ e ρ’ sono i rapporti d’armatura tesa e compressa rispettivamente,
As , eff (= As , provided secondo la notazione EC2) è l’armatura tesa effettivamente presente sulla sezione ed
As , calc (= As , req ) è l’armatura di calcolo ivi necessaria. K è un coefficiente correttivo, che dipende dallo
schema strutturale, da assumersi pari a 1,3 per campate terminali di travi continue. Con riferimento alla
campata sinistra della trave:
f ck = 25 N/mm² ed f yk = 450 N/mm²
As 1432
ρ= = = 0,0024 (con riferimento all’armatura in sezione di mezzeria)
bd 1200 ⋅ 500
ρ '= 0 (viene trascurata l’armatura compressa)
As , eff = As , prov = 1432mm 2
As , calc = As , req = 1260mm 2
0,0015 ⋅ 25 500 ⋅ 1432
λ = K 11 + = 34,6 ⋅ 1,26 ≅ 43,6
0,0024 450 ⋅ 1260
Nel caso della trave in esame, considerando la campata sinistra, è l/d = 5,2/0,5 = 10,4 < 43,6 e la verifica di
deformabilità può ritenersi implicitamente soddisfatta.
Conformemente alle prescrizioni dell’EC2 e di NTC, il tracciato delle armature deve essere determinato in
maniera tale da garantire in ogni sezione la resistenza alla azione flettente sollecitante, quale determinabile
attraverso una traslazione del diagramma inviluppo del momento flettente, nella direzione più sfavorevole,
pari a:
a1 = z (cot θ − cot α ) / 2 = 0,9 ⋅ 500 = 450mm
Si riporta nella seguente figura il diagramma inviluppo a traslazione eseguita.
Onde determinare la lunghezza delle varie barre di armatura è necessario computare la lunghezza di
ancoraggio. Si valuta dapprima il valore teorico di tale lunghezza, attraverso la relazione:
φ σs
lb , rqd =
4 f bd
σs è la tensione nella barra da ancorare allo stato limite ultimo (= f yd nel caso in esame)
f bd = 2,25η f ctd è il valore di calcolo della tensione tangenziale di aderenza
per η = 1,0 (per barre di diametro φ ≤ 32 mm)
f ctd = 1,2 N/mm²
è f bd = 2,7 N/mm²
I calcoli relativi alla trave si completano con le verifiche al punzonamento in corrispondenza sia del pilastro
interno sia del pilastro di bordo.
Ai fini delle verifiche al punzonamento si valutano:
il perimetro del pilastro u0 = 1400 mm
d y + dz
l’altezza utile efficace ai fini del punzonamento d=
2
dove con d y si è indicata l’altezza utile con riferimento alle armature disposte nella direzione della
trave ( d y = 191 mm) e con d z si è indicata l’altezza utile con riferimento alle armature disposte
secondo la direzione di orditura del solaio ( d z = 208 mm).
È d ≅ 200 mm. La sezione di verifica al punzonamento sarà posta ad una distanza dal filo del
pilastro pari a 2d ≅ 400 mm.
Il perimetro di controllo u1 , secondo lo schema qui sotto riportato:
in corrispondenza del pilastro centrale:
stante l’eccentricità della reazione trasmessa, per la presenza di un momento flettente in testa al
pilastro, eccentricità che risulta nella sola direzione parallela all’asse della trave, il perimetro di
verifica viene calcolato secondo lo schema qui sopra
[ ]
u1 = 2 ⋅ 150 + 400 + π ⋅ 400 = 1956 mm .
Il valore di calcolo dell’azione di punzonamento sarà dato da:
VE , d 552,80 kN N
in corrispondenza del pilastro centrale vE , d = = = 0,706
u1d (3912 ⋅ 200 )mm 2
mm 2
V 138,6 kN N
in corrispondenza del pilastro di bordo vE , d = E,d = = 0,35
u1d (1956 ⋅ 200 )mm 2
mm 2
Risulta vEd ≤ vRd , max e pertanto la verifica lungo il contorno del pilastro è soddisfatta; si passa alla verifica
lungo il perimetro di verifica di base a distanza 2d.
Si valuta dapprima la resistenza al punzonamento che la trave è in grado di offrire in assenza di specifiche
armature, attraverso la relazione
0,18 200
vRd , c = 1 + (100 ρ1 f ck )1 / 3
γc d
dove ρ1 = ρ y ρ z con ρy rapporto geometrico d’armatura nella direzione della trave
Asw =
(v − 0,75 vRd , c )u1d
Ed
Asw =
(0,706 − 0,75⋅ 0,701) ⋅ 3912 ⋅ 200 ≅ 468 mm 2
1,5 ⋅ 0,67 ⋅ 1,0 ⋅ 300
Con 3 φ 16 è Asw = 603mm 2 , per cui la verifica al punzonamento risulta soddisfatta.
α A = (5 / 7 )ψ 0 + A0 / A ≤ 1
10
α A = 0,5 + ≤1
A
dove ψ 0 = 0,7 , A0 = 10m 2 ed A è l’area della superficie di influenza del pilastro considerato.
Per il pilastro P13 è α A ≅ 0,92 .
Pertanto i carichi trasmessi al pilastro dai solai dei vari piani saranno:
È necessario a questo punto dimensionare l’armatura longitudinale. L’EC2, e coerentemente con esso le NTC,
prescrivono:
un minimo tecnologico: almeno una barra per ogni spigolo, di diametro non inferiore a 12 mm;
un minimo geometrico: As ≥ 0,003 Ac ;
un minimo statico: As ≥ 0,1 N Ed f yd .
Si procede alle verifiche sia agli stati limite di esercizio sia agli stati limite ultimi. Scrivendo l’equazione di
equilibrio alla traslazione per la sezione, si ha:
N = σ c Ac + σ s As
Per le ipotesi di planarità delle sezioni (Eulero-Bernoulli), perfetta aderenza fra calcestruzzo e acciaio
( ε c = ε s ) e comportamento elastico dei materiali, è σ s = α cσ c dove per il coefficiente di
omogeneizzazione α E si assume un valore pari a 15.
N = σ c ( Ac + α c As ) = σ c Aic
N
Dovrà ovviamente risultare σc = ≤ σ c , adm = 0,6 f ck .
Aic
Pilastro
Ac As Aic N σc <15 N/mm²?
(mm²) (mm²) (mm²) (kN) (N/mm²)
4° piano 120000 452 126780 319,72 2,52 SI
3° piano 120000 452 126780 360,59 2,84 SI
2° piano 120000 452 126780 360,59 2,84 SI
1° piano 160000 616 169240 363,41 2,15 SI
Rialzato 160000 924 173860 363,41 2,09 SI
Interrato 200000 1232 218480 366,23 1,68 SI
Pilastro
Ac As N Ed N Rd γ = N Rd N Ed
(mm²) (mm²) (kN) (kN)
4° piano 120000 452 438,02 1880,73 4,29
3° piano 120000 452 932,02 1880,73 2,02
2° piano 120000 452 1426,03 1880,73 1,32
1° piano 160000 616 1923,90 2512,86 1,31
Rialzato 160000 924 2421,78 2633,28 1,09
Interrato 200000 1232 2923,51 3321,71 1,14
Per i fattori di riduzione dei carichi accidentali, valendo quanto detto in precedenza per il pilastro P13, è
α A = 1,0 . Pertanto i carichi trasmessi ai pilastri dai solai dei vari piani saranno:
copertura + solaio di copertura
permanenti 77,05 kN
accidentali 11,42 kN
solaio 4° piano
permanenti strutturali 139,14 kN
permanenti portati 19 kN
accidentali 19 kN
solaio 3° piano
permanenti strutturali 139,14 kN
permanenti portati 19 kN
accidentali 19 kN
solaio 2° piano
permanenti strutturali 139,14 kN
permanenti portati 19 kN
accidentali 19 kN
solaio 1° piano
permanenti strutturali 139,14 kN
permanenti portati 19 kN
accidentali 19 kN
solaio piano rialzato
permanenti strutturali 139,14 kN
permanenti portati 19 kN
accidentali 19 kN
Nella combinazione di carichi allo stato limite ultimo si farà per semplicità riferimento ad un unico valore del
coefficiente amplificativo delle azioni γ F∗ , ottenuto quale media pesata dei valori γ G1 = 1,3 e γ G 2 = γ Q =1,5,
rispettivamente competenti al coefficiente parziale lato azioni per i carichi permanenti e per i carichi
accidentali.
γ G1G1k + γ G 2G2 k + γ Q1Q1k 1,3 ⋅ 139,14 kN + 1,5 ⋅ 19 kN + 1,5 ⋅ 19 kN
γ F∗ = = ≅ 1,35
G1k + G2 k + Q1k 139,14 kN + 19 kN + 19 kN
Per il predimensionamento e le prime verifiche si procede secondo quanto illustrato con riferimento al
pilastro P13. I risultati sono sintetizzati nei prospetti seguenti (al piano interrato è previsto un muro
perimetrale). Per l’armatura trasversale valgono le medesime prescrizioni che per il pilastro P13.
Predimensionamento per compressione centrata
Pilastro
Ac As Aic N σc <15 N/mm²?
(mm²) (mm²) (mm²) (kN) (N/mm²)
4° piano 120000 452 126780 96,97 0,76 SI
3° piano 120000 452 126780 282,61 2,23 SI
2° piano 120000 452 126780 468,25 3,69 SI
1° piano 120000 452 126780 653,89 5,16 SI
Rialzato 120000 452 126780 839,53 6,62 SI
Pilastro
Ac As N Ed N Rd γ = N Rd N Ed
(mm²) (mm²) (kN) (kN)
4° piano 120000 452 130,91 1880,73 19,39
3° piano 120000 452 381,52 1880,73 6,65
2° piano 120000 452 632,14 1880,73 4,02
1° piano 120000 452 882,75 1880,73 2,88
Rialzato 120000 452 1133,37 1880,73 2,24
Si procede, onde determinare le sollecitazioni assiali e flettenti nei pilastri, all’analisi sulla base di uno
schema parziale a telaio piano, estratto dal contesto strutturale dell’edificio. Conformemente alle prescrizioni
dell’EC2 si verifica innanzitutto che gli effetti del secondo ordine possono essere trascurati. Occorre
dapprima valutare il carico verticale complessivo che agisce sugli elementi strutturali verticali (controventati
e controventanti) della struttura. Si procede quindi con tale valutazione:
per l’impalcato di copertura
peso proprio solaio di copertura 7,64 kN / m 2
incidenza trave fuori spessore 0,25 kN / m 2
carico neve 1,20 kN / m 2
9,09 kN / m 2
peso complessivo impalcato di copertura 9,09 kN / m 2 ⋅ (11,7 ⋅ 24,4 )m 2 = 2595 kN
10,05 kN / m
Sotto tali condizioni si possono trascurare nell’analisi gli effetti del secondo ordine, e comunque gli effetti
degli spostamenti trasversali sulle sollecitazioni flessionali nei pilastri, qualora sia verificata la seguente
diseguaglianza:
n ∑ (Ecd I c )
FV , Ed ≤ 0,31
n + 1,6 L2
con
n numero di piani = 6
L = 19,96 m altezza complessiva dell’edificio al di sopra dell’incastro in fondazione
Ecd valore di progetto del modulo elastico del calcestruzzo; si assume
Ecm 31100 N / mm 2
Ecd = = = 25,83 ⋅ 106 kN / m 2
γ CE 1,2
Ic è il momento di inerzia, in stadio I non fessurato, della struttura di controventamento. Nel caso in esame
tale struttura, unica, è costituita dal nucleo scale, che si presenta come un rettangolo cavo, i cui lati esterni
misurano 6,45 e 4,7 m e le cui pareti hanno uno spessore di 200 mm. Il momento di inerzia, attorno all’asse
di minore rigidezza, di tale struttura, vale:
6,45m ⋅ (4,7 m ) 6,05m ⋅ (4,3m )
3 3
Ic = − = 15,72m 4
12 12
Ipotizzando una incidenza delle aperture pari al 20% circa ed applicando forfettariamente tale incidenza
anche al valore del momento di inerzia sopra calcolato, si adotterà:
I c = 0,8 ⋅ 15,72m 4 = 12,58m 4 .
È dunque:
n ∑ (Ecd I c ) 6 25,83 ⋅ 106 ⋅ 12,58
0,31 = 0,31 = 199610 kN >> 25155 kN = FV , Ed
n + 1,6 L2 6 + 1,6 (19,96)2
Gli effetti del secondo ordine possono pertanto essere trascurati. Per l’analisi delle sollecitazioni nei pilastri,
stante altresì l’elevata rigidezza della struttura di controvento, ci si potrà riferire ad una schematizzazione di
telaio a nodi fissi.
PARTE SESTA – RESISTENZA ALLE
AZIONI ORIZZONTALI
La resistenza della struttura alle azioni orizzontali è fornita dal corpo scale, costituito da un assieme scatolare
di muri in calcestruzzo armato dello spessore di 200 mm. Oltre alla spinta del vento, quale valutata
precedentemente, verrà considerato agente sulla struttura di controventamento un sistema di forze
orizzontali, applicate al livello di ciascun piano di impalcato, a tenere forfettariamente conto di eccentricità
non intenzionali. Conformemente a quanto prescritto dall’EC2 tale spinta convenzionale viene assunta pari
allo 0,5% dei pesi, assumendo una tolleranza non intenzionale di verticalità θi = 1/200.
copertura
peso proprio solaio di copertura 7,64 kN / m 2
incidenza trave fuori spessore 0,25 kN / m 2
7,89 kN / m 2
I carichi variabili di esercizio vengono considerati, al fine della valutazione della spinta convenzionale, con il
loro valore quasi permanente ψ 2Qk .
Per il carico da neve è ψ 2 = 0 per località ad altitudine inferiore a 1000 m s.l.m.
impalcato corrente
peso proprio solaio e opere portate (compresi divisori interni) 8,22 kN / m 2
incidenza trave fuori spessore 0,25 kN / m 2
incidenza pilastri interni 0,50 kN / m 2
una frazione dei carichi variabili di esercizio, pari al loro valore
quasi permanente (ψ 2Qk con ψ 2 = 0,3 ) 0,3 ⋅ 2,00 kN / m 2 = 0,60 kN / m 2
9,57 kN / m 2
10,05 kN / m
peso muri nucleo scale (compreso intonaco)
[2 ⋅ 0,02m ⋅ 20 kN / m 3
]
+ 0,2m ⋅ 25 kN / m 3 ⋅ 2 ⋅ (4,5 + 6,25) m ⋅ 2,82m ≅ 352 kN
Il calcolo complessivo dei pesi dell’impalcato è riassunto nella seguente tabella; sono altresì calcolati, con
riferimento allo schema appresso riportato, anche i momenti statici delle singole masse considerate, al fine di
determinare l’esatta posizione del baricentro delle masse ove la spinta convenzionale andrà ad essere
applicata. Tale calcolo risulterà valido anche ai fini della determinazione del punto di applicazione della
spinta del vento.
a b A p P x mx y my
(m) (m) (m²) (kN) (m) (kNm) (m) (kNm)
24,4 11,7 285,5 9,57 kN/m² 2732 12,2 33330,4 5,85 15982,2
4,7 5,9 27,7 -2,37 kN/m² -65,6 13,6 -892,5 3 -196,8
24,4 10,05 kN/m 245,2 12,2 2991,4 11,55 2832,1
11,2 10,05 kN/m 112,6 5,6 630,6 0,15 16,7
8,4 10,05 kN/m 84,4 20,2 1704,9 0,15 12,7
11,7 10,05 kN/m 117,6 0,15 17,6 5,85 688
11,7 10,05 kN/m 117,6 24,25 2851,8 5,85 688
vano scale 352 13,6 4787,2 3 1054
totale 3695,8 45421,4 21096,9
Per quanto riguarda l’azione del vento si fa riferimento a quanto detto nell’analisi dei carichi. Riepilogando,
le azioni del vento, considerate con le loro eccentricità, daranno luogo ai seguenti valori di forza e momento
torcente, applicati ai singoli piani
Si procede dapprima al calcolo delle azioni assiali sulle pareti, dato dal peso del vano scale e dai carichi
trasmessi dalle zone di impalcato di pertinenza del vano scale stesso.
peso proprio delle zone interne al vano scale (comprese scale) 6,45m ⋅ 4,7 m ⋅ 7,2 kN / m 2 = 218 kN
peso impalcato corrente di pertinenza del vano scale (escluse
partizioni interne) 48,96m 2 ⋅ 6,22 kN / m 2 = 305 kN
area di influenza del vano scale [(1,75 + 2,5) ⋅ (5,85 + 2,85 ) + 4,7 ⋅ 2,55]m 2
peso tamponamenti esterni (1,85 + 2,6)m ⋅ 9,05 kN / m = 40 kN
563 kN
Per il carico trasmesso dalla copertura (49,26 + 5,9 ⋅ 4,7 )m 2 ⋅ 7,89 kN / m 2 = 608 kN
A tali valori va aggiunto ad ogni piano il peso proprio delle pareti del vano scale, pari, come sopra calcolato, a
352 kN.
Nei prospetti (4.7)-3/4 e (4.7)-5/6 sono sintetizzati i valori dei carichi e delle caratteristiche delle
sollecitazioni, tanto per le verifiche agli stati limite di esercizio, in cui è presente solo l’azione del vento,
quanto per le verifiche agli stati limite ultimi. Per quanto attiene ai coefficienti di combinazione:
per i carichi verticali variabili, che risultano essere a favore di sicurezza rispetto all’azione ribaltante
delle azioni orizzontali, si assume γ Q = 0 , tanto agli sle quanto agli slu;
per i carichi verticali permanenti strutturali, anch’essi a favore di sicurezza rispetto all’azione
ribaltante delle forze orizzontali, si assume γ G1 = 1 , laddove non si considererà il peso delle
partizioni interne (carico permanente portato), essendo a favore di sicurezza. Coerentemente con
le prescrizioni dell’Appendice Nazionale e con NTC, è γ G 2 = 0 ;
per le azioni orizzontali si assume γ Q = 1,5 per gli slu e γ Q = 1,0 per gli sle.
Caratteristiche geometriche della sezione del nucleo
Si riportano qui di seguito le caratteristiche geometriche della sezione del nucleo (riferite alla sezione di solo
calcestruzzo):
area lorda = 2·(4,5+6,25) ·0,2 = 4,30 m²
aperture = 3·1,2·0,2+1·1,0·0,2 = 0,92 m²
area netta = 3,38 m² (0,79 area lorda)
momenti di inerzia (per i valori da usare nei calcoli agli stati limite di esercizio si è deciso di applicare
anche ai momenti di inerzia il fattore 0,79, quale calcolato per l’area della sezione delle pareti, per
tenere forfettariamente conto dell’incidenza delle aperture)
4,7 ⋅ 6,453 4,3 ⋅ 6,053
I x = 0,79 − = 0,79 ⋅ 25,75m 4 = 20,3m 4
12 12
4,7 ⋅ 6,45 4,3 ⋅ 6,05
3 3
I y = 0,79 − = 0,79 ⋅ 15,72m 4 = 12,4m 4
12 12
rigidezza torsionale 2 At = 2 ⋅ 4,5 ⋅ 6,25 = 56,25m 2
Nei calcoli di verifica seguenti si farà riferimento alle dimensioni della linea media della sezione del nucleo.
Si valutano le tensioni principali di trazione e compressione nella sezione di incastro alla base, che risulta
essere quella più sollecitata.
N 4552 kN N
azione assiale σ0 = = 2
= 1,35
A 3,38m mm 2
vento in direzione x
M 1196,5 kNm 4,5m N
momento flettente ∆σ = ± =± 4
⋅ = ±0,13
Wy 12,4m 2 mm 2
N
tensione di compressione massima σ min = 1,48
mm 2
N
tensione di compressione minima σ max = 1,22
mm 2
V V 127,4 kN N
azione tagliante τ V = = = = 0,11
0,79 b z 0,79 b (0,8h ) 0,79 ⋅ 0,4m ⋅ 0,8 ⋅ 4,5m mm 2
T 318,5 kNm N
momento torcente τ T = = ≅ 0,04
0,79 2 At t 0,79 ⋅ 56,25m ⋅ 0,2m2
mm 2
N
tensione tangenziale massima τ max = τ V + τ T = 0,15
mm 2
σ σ min 2 N
tensioni principali σ I = − min + + τ max = 0,02 > − f ct
2
2 4 mm 2
σ σ max 2 N
σ II = max + + τ max = 1,49
2
< σ c , adm
2 4 mm 2
vento in direzione y
M 3145,7 kNm 6,25m N
momento flettente ∆σ = ± =± 4
⋅ = ±0,48
Wx 20,3m 2 mm 2
N
tensione di compressione massima σ min = 1,83
mm 2
N
tensione di compressione minima σ max = 0,87
mm 2
V V 341,6 kN N
azione tagliante τ V = = = = 0,22
0,79 b z 0,79 b (0,8h ) 0,79 ⋅ 0,4m ⋅ 0,8 ⋅ 6,25m mm2
T 444,1kNm N
momento torcente τ T = = = 0,05
0,79 2 At t 0,79 ⋅ 56,25m ⋅ 0,2m 2
mm 2
N
tensione tangenziale massima τ max = τ V + τ T = 0,27
mm 2
σ σ min 2 N
tensioni principali σ I = − min
+ + τ max = 0,08
2
> − f ct
2 4 mm 2
σ σ max 2 N
σ II = max + + τ max = 1,87
2
< σ c , adm
2 4 mm 2
Per le verifiche a rottura nei riguardi delle azioni normali: innanzitutto si individua quale elemento più
debole del vano scale lo spigolo inferiore destro, la cui azione assiale resistente vale
N Rdc = f cd A = 14,2 N / mm 2 ⋅ 200mm ⋅ 1750 mm = 4970 kN
Si ripartisce l’azione assiale proporzionalmente all’area resistente:
N Ed spigolo = N Ed ⋅ (1,75 ⋅ 0,2 ) / 3,38 ≅ 471 kN
Il momento si ripartisce in una coppia di forze (trazione e compressione) applicata sugli spigoli sottovento e
sopravvento e pari a M/z; mentre il momento torcente dà su ciascuno spigolo resistente una forza di trazione
pari a 0,25 T /(2 At / u ) .
vento secondo x
M Ed = 1794,7 kNm
z = 0,8 ⋅ 4,5m = 3,6m
forza su ciascuno spigolo: FEd , M = ±0,5 ⋅ 1794,7 kNm / 3,6m = ±249,3 kN
TEd = 477,8 kNm
forza su ciascuno spigolo: ( )
FEd ,T = −0,25 ⋅ 477,8 kNm / 56,25m 2 / 21,5m = −45,6 kN
vento secondo y
M Ed = 4718,5 kNm
z = 0,8 ⋅ 6,25m = 5m
forza su ciascuno spigolo: FEd , M = ±0,5 ⋅ 4718,5 kNm / 5m = ±471,8 kN
TEd = 666,1kNm
forza su ciascuno spigolo: ( )
FEd ,T = −0,25 ⋅ 666,1kNm / 56,25m 2 / 21,5m = −63,1kN
Onde assorbire tale sollecitazione assiale di trazione sarà necessario disporre all’interno delle pareti del
nucleo un’armatura. Per quanto attiene all’armatura longitudinale l’EC2 prescrive che l’area complessiva di
armatura longitudinale, da disporsi in corrispondenza di ciascuna faccia del muro, sia non inferiore a
0,002 Ac , con Ac area della sezione del muro stesso e che le barre d’armatura longitudinale non siano
disposte a distanza maggiore di tre volte lo spessore del muro e comunque a non più di 400 mm, laddove
nessuna prescrizione viene data relativamente al diametro minimo delle barre da utilizzarsi.
Si scelgono barre φ 12, anche per omogeneità con l’armatura longitudinale utilizzata per i pilastri, disposti ad
intervalli di 300 mm in corrispondenza di ciascuna faccia. Il rapporto geometrico d’armatura che così si
ottiene può essere valutato come
2 ⋅ 113mm 2
ρ sv = = 0,0038 > 0,002
200mm ⋅ 300mm
Nella porzione di nucleo esaminata si disporranno 6+6 φ 12, cui corrisponde il seguente valore di resistenza
alla sollecitazione di trazione
N
N Rdt = 12 ⋅ 113mm 2 ⋅ 391 = 530,2 kN > N Ed
mm 2
Per l’armatura orizzontale, parallela alle facce del muro, l’EC2 prescrive che la sua area debba essere almeno
pari al 25% dell’area di armatura verticale e comunque non inferiore a 0,001 Ac . Si prevedono barre φ 8/300
mm per cui è:
2 ⋅ 50mm 2
ρ sb = = 0,0017 > 0,001 ( > 0,25ρ sv )
200mm ⋅ 300mm
Con riferimento a tale armatura orizzontale minima si eseguono le verifiche di resistenza al taglio. L’azione
tagliante più sfavorevole è data dalla somma della quota parte del taglio e del torcente che compete a
ciascuna delle due pareti parallele all’azione orizzontale.
azione orizzontale in direzione x
Si faccia riferimento alla parete orizzontale inferiore del nucleo in Figura (4.7)-1: l’azione tagliante
complessiva può, in prima approssimazione, ripartirsi proporzionalmente alla rigidezza delle due porzioni di
parete isolate dall’apertura, ovvero proporzionalmente alla dimensione in pianta delle stesse, considerando
dominante la rigidezza al taglio χGA/h rispetto a quella flessionale 3EI/h³. Con riferimento alle dimensioni
indicate in figura la parte destra della parete viene a sostenere il 70% della azione complessiva, la rimanente
parte essendo demandata alla parte sinistra. Si valuti dunque la resistenza al taglio per ciascuna delle due
porzioni di parete separate dall’apertura. Per cot θ = 2 , si ha:
Operando come nel caso precedente l’azione tagliante complessiva si ripartisce per l’80% sulla porzione
maggiore di parete e per il 20% sulla rimanente (si faccia riferimento alla parete verticale sinistra in Figura
(4.7)-1)
Il discorso relativo alla valutazione della resistenza della struttura alle azioni orizzontali viene completato con
le verifiche relative agli architravi, i quali, grazie al trasferimento degli sforzi di scorrimento correlati alle
azioni taglianti e torcenti, garantiscono la reciproca solidarietà dei vari pannelli murari isolati dalle aperture
presenti nel nucleo scale, in tal modo giustificando il comportamento scatolare a “nucleo chiuso” ipotizzato
nei calcoli strutturali svolti fin qui. Nel seguito si farà riferimento agli architravi posti al di sopra della
apertura nella parete del lato lungo del vano scale. Si farà riferimento all’azione del vento nella direzione
parallela alla parete in questione (direzione y), per la quale, come è ovvio, le sollecitazioni nella parete stessa
risultano essere le più gravose.
Si inizia con la valutazione delle sollecitazioni per le quali gli architravi stessi dovranno essere dimensionati e
verificati: tali sollecitazioni possono essere schematizzate in una forza di scorrimento Q applicata ad una
distanza “e” dalla mezzeria dell’architrave, funzione dei rapporti di rigidezza relativi fra i due pannelli di
muro collegati dall’architrave. La luce di calcolo “l” della trave di collegamento viene stimata pari alla luce
netta l0 aumentata di 0,08h da ciascun lato, essendo h l’altezza dell’architrave stesso (pertanto
l = l0 + 0,16 h ). Per la situazione in esame, con riferimento alla posizione delle aperture, può assumersi
e ≅ l / 2 . È dunque:
l = 1,2 + 0,16 ⋅ 1,06 = 1,37 m
e = l / 2 ≅ 0,69 m
La forza Qi che la trave di collegamento è chiamata a trasmettere al piano i-esimo viene dunque valutata
attraverso semplici considerazioni di equilibrio attraverso la relazione
Vi hi
Qi =
z
con: Vi azione tagliante all’i-esimo piano di impalcato
hi altezza di piano (= 3,06 m nel caso in esame)
z braccio resistente del muro in esame, stimato pari a 0,8 volte l’altezza in pianta del muro, al lordo
dell’apertura (0,8 · 6,25 m = 5 m nel caso di specie).
Per l’architrave oggetto della verifica si riportano nel prospetto seguente i valori di progetto ( γ F = 1,5 ) delle
sollecitazioni così calcolate:
Piano VEd (kN) QEd (kN)
4 69,6 42,6
3 137,6 84,2
2 205,6 125,8
1 273,6 167,4
R 341,6 209,1
La resistenza della trave di collegamento viene valutata in base ad uno schema che prevede l’attivazione di
puntoni diagonali di calcestruzzo attraversanti l’architrave, le forze orizzontali necessarie a garantire
l’equilibrio del meccanismo essendo fornite dalle armature longitudinali, secondo quanto qui appresso
riportato.
(
Sia innanzitutto: λ = cot β = l / z = 1,37 / 0,84 ⋅ 1,06 = 1,54)
con z braccio della coppia interna dell’architrave, assunto, in base a quanto prima detto, pari a 0,84h dai
competenti equilibri alla traslazione verticale ed orizzontale ed alla rotazione attorno al baricentro della trave
di collegamento.
Lo schema resistente duale vede l’utilizzo di ferri diagonali, secondo lo schema qui sotto riportato.
Nell’ipotesi di trascurare il contributo del ferro diagonale discendente, che risulta compresso e dunque
suscettibile di instabilità, secondo lo schema di figura, le forze orizzontali necessarie a garantire l’equilibrio
dello schema resistente ipotizzato sono in questo caso fornite da correnti longitudinali compressi di
conglomerato (nonché dalle relative armature longitudinali, il cui contributo può comunque trascurarsi).
L’utilizzo combinato dei due tipi di armatura, longitudinale (scegliendo ad esempio di dimensionare
quest’ultima per sostenere almeno il 50% dell’azione globale) e diagonale, i cui contributi possono ritenersi
additivi ai fini della portanza complessiva della trave di collegamento, consente altresì di frazionare lo sforzo
nel calcestruzzo, ripartendolo fra il puntone d’anima ed i correnti longitudinali. Posto:
Asl f yd A f
QRd , s = Q 'Rd , s +Q ' 'Rd , s = + sdiag yd
λ e 1 + λ2
+
2 z
l’azione Qad può essere ripartita fra i due meccanismi resistenti in misura proporzionale:
Q'
Q 'Ed = QEd Rd , s
QRd , s
Q ' 'Rd , s
Q ' 'Ed = QEd
QRd , s
la prima aliquota da confrontarsi con la portanza del puntone d’anima
b h f cd
Q 'Ed ≤ 0,55
1 + λ2
la seconda, depurata dell’effetto della trazione dovuto al primo meccanismo, da riferirsi alla portanza del
corrente longitudinale di calcestruzzo:
λ /2 − e/ z b h f cd
Q ' 'Ed −Q 'Ed ≤ 0,16 .
λ /2 + e/ z λ /2 + e/ z
Nel prospetto seguente sono sintetizzati i risultati di un dimensionamento esperito sfruttando la
combinazione dei due schemi resistenti quale sopra ipotizzata. Non si riportano i risultati relativi alla
portanza del puntone diagonale ovvero dei correnti longitudinali compressi di calcestruzzo, che, come visto
in precedenza, sono, ciascuno per suo conto, in grado di sostenere l’intera azione di scorrimento
nell’architrave.
Nel seguito si riportano gli schemi del tracciato delle armature della parete esaminata per le diverse
schematizzazioni adottate per il calcolo degli architravi.
PARTE SETTIMA – ESEMPIO DI CALCOLO
DI UN PLINTO DI FONDAZIONE
Per completezza della trattazione viene qui riportato un semplice esempio di verifica di un elemento
strutturale di fondazione relativo al plinto posto sotto il pilastro interno P13.
L’esempio qui riportato non entra nel merito della complessa tematica della interazione fra terreno e
struttura né vengono prese in conto le problematiche relative alla deformabilità del terreno. Esso certamente
non è esaustivo della tematica relativa al progetto degli elementi strutturali di fondazione ma intende
unicamente fornire una proposta metodologica per la verifica di elementi di fondazione isolati.
L’azione assiale al piede del pilastro vale, sulla base di quanto detto in precedenza nella Parte Quinta
N = 2037,2 kN
Si ipotizza un plinto di dimensioni a·b·h = 3,4·3,2·0,8 m, il cui peso proprio vale dunque:
GPLINTO = (3,4 ⋅ 3,2 ⋅ 0,8) m3 ⋅ 25 kN / m 3 = 217,6 kN
Si ipotizza un terreno ghiaioso compatto con angolo di attrito interno φ = 35° e peso per unità di volume
γ = 18 kN/m³. Trascurando la coesione ed il contributo dovuto al ricarico del terreno circostante, la
resistenza del terreno viene valutata attraverso la relazione seguente:
σ Rd , terreno = s g N g γ b / 2
con sg = 1 − 0,4 b / a
π φ
N g = 2 eπ tan φ tan 2 + + 1 tan φ
4 2
dovendo risultare, ai fini della verifica, σ Rd , terreno > σ Ed , terreno , quest’ultimo essendo il valore della pressione
dovuta al carico trasmesso dal pilastro ed al peso proprio del plinto.
Conformemente alle indicazioni dell’Eurocodice 7, e coerentemente con NTC, si fa riferimento ai seguenti
valori dei coefficienti parziali da applicarsi alle azioni ( γ F ), ai parametri geotecnici del terreno ( γ M ) ed alla
resistenza del terreno stesso, a valle del calcolo ( γ R ) (approccio 2).
Con riferimento agli schemi delle figure seguenti vengono dimensionate le armature del plinto. I coefficienti
parziali applicati alle azioni sono quelli dell’approccio 2 secondo NTC.
in direzione “a”
d a = 750mm
ca = a ' / 4 = 100mm
la = (a − a') / 4 + ca = (3400 − 400) / 4 + 100 = 850mm
λa = la / d a = 850 / 750 = 1,13
PEd , sa = [(a − a ') / a ] N Ed = [(3400 − 400 ) / 3400] ⋅ 3073,8 kN = 2712,2 kN
Asa > PEd , a λ a / 2 f yd = 3919mm 2
con 13 φ 20 ( ≅ φ 20/250) è Asa = 4082mm 2
1 1
PRd , s = 2 Asa f yd = 2 ⋅ 4082 ⋅ 391 ⋅ = 2825 kN > PEd , sa
λa 1,13
in direzione “b”
d b = 730mm
cb = b' / 4 = 125mm
lb = (b − b') / 4 + cb = (3200 − 500) / 4 + 125 = 800mm
λb = lb / d b = 800 / 730 = 1,10
PEd , sb = [(b − b') / b ] N Ed = [(3200 − 500 ) / 3200 ] ⋅ 3073,8 kN = 2593,5 kN
Asb > PEd ,b λb / 2 f yd = 3648mm 2
con 14 φ 20 ( ≅ φ 20/250) è Asb = 4396mm 2
1 1
PRd , s = 2 Asb f yd = 2 ⋅ 4396 ⋅ 391 ⋅ = 3125 kN > PEd , sb
λb 1,10