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Salvatore Lombardo
Salvatore Lombardo
Manuale degli interventi di riparazione locale,
miglioramento e adeguamento sismico delle strutture in c.a.
ISBN 9788857908137
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Abstract tratto da Salvatore Lombardo - Manuale degli interventi di Riparazione miglioramento e adeguamento sismico di strutture in cemento armato - Tutti i diritti riservati - © Dario Flaccovio editore
Indice
Premessa........................................................................................................................ pag. 17
Parte I
Criteri generali
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Manuale degli interventi di riparazione locale, miglioramento e adeguamento sismico delle strutture in c.a.
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Indice
Parte II
Interventi di riparazione
1. Criteri generali......................................................................................................... » 77
1.1. La riparazione o l’intervento locale...................................................................... » 77
1.2. I dissesti e le carenze esecutive o progettuali........................................................ » 78
1.2.1. Le carenze esecutive e di armatura nei pilastri.......................................... » 78
1.2.2. Le fessurazioni nei pilastri in fase di esercizio.......................................... » 80
1.2.3. Le fessurazioni nelle travi......................................................................... » 83
1.3. Le norme sui materiali e i metodi di risanamento................................................. » 85
1.3.1. I metodi...................................................................................................... » 85
1.3.2. I materiali................................................................................................... » 88
1.4. Le tecniche tradizionali di riparazione locale....................................................... » 88
1.4.1. Il consolidamento con tiranti..................................................................... » 89
1.4.1.1. La disposizione dei tiranti............................................................ » 89
1.4.1.2. Le chiodature................................................................................ » 90
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Manuale degli interventi di riparazione locale, miglioramento e adeguamento sismico delle strutture in c.a.
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Indice
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Manuale degli interventi di riparazione locale, miglioramento e adeguamento sismico delle strutture in c.a.
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Indice
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Manuale degli interventi di riparazione locale, miglioramento e adeguamento sismico delle strutture in c.a.
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Indice
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Manuale degli interventi di riparazione locale, miglioramento e adeguamento sismico delle strutture in c.a.
Parte III
Interventi di miglioramento e di adeguamento
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Indice
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Manuale degli interventi di riparazione locale, miglioramento e adeguamento sismico delle strutture in c.a.
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Premessa
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Manuale degli interventi di riparazione locale, miglioramento e adeguamento sismico delle strutture in c.a.
Parte I
Criteri generali
Abstract tratto da Salvatore Lombardo - Manuale degli interventi di Riparazione miglioramento e adeguamento sismico di strutture in cemento armato - Tutti i diritti riservati - © Dario Flaccovio editore
Abstract tratto da Salvatore Lombardo - Manuale degli interventi di Riparazione miglioramento e adeguamento sismico di strutture in cemento armato - Tutti i diritti riservati - © Dario Flaccovio editore
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Parte I Criteri generali
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Gli interventi edilizi sugli edifici esistenti cap 1
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Parte I Criteri generali
in termini di massa, resistenza e/o rigidezza, anche legate alla presenza di elementi
non strutturali;
• riduzione delle masse, anche mediante demolizione parziale o variazione di destina-
zione d’uso;
• riduzione dell’impegno degli elementi strutturali originari mediante l’introduzione di
sistemi d’isolamento o di dissipazione di energia;
• riduzione dell’eccessiva deformabilità degli orizzontamenti;
• miglioramento dei collegamenti degli elementi non strutturali;
• incremento della resistenza degli elementi verticali resistenti, tenendo eventualmente
conto di una possibile riduzione della duttilità globale per effetto di rinforzi locali;
• realizzazione, ampliamento, eliminazione di giunti sismici o interposizione di mate-
riali atti ad attenuare gli urti;
• miglioramento del sistema di fondazione, ove necessario.
Nello specifico si hanno:
a) interventi su parti non strutturali e impianti
Gli interventi su parti non strutturali e impianti sono necessari quando, in aggiunta a
motivi di funzionalità, la loro risposta sismica può mettere a rischio la vita degli occu-
panti o produrre danni ai beni contenuti nella costruzione; per il progetto di interventi
atti ad assicurare l’integrità di tali parti valgono le prescrizioni fornite nei paragrafi
7.2.3 (Criteri di progettazione di elementi strutturali “secondari” ed elementi non
strutturali) e 7.2.4 (Criteri di progettazione degli impianti) delle Norme tecniche per
le costruzioni.
b) strutture in muratura
Gli interventi sulle strutture in muratura dovranno essere valutati e curati con ri-
guardo a:
• miglioramento dei collegamenti tra solai e pareti o tra copertura e pareti e fra pa-
reti confluenti in martelli murari e angolate;
• riduzione ed eliminazione delle spinte non contrastate di coperture, archi e volte;
• rafforzamento delle pareti intorno alle aperture.
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Gli interventi edilizi sugli edifici esistenti cap 1
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Parte I Criteri generali
1.2.4. L’obbligatorietà del collaudo statico per gli interventi di adeguamento e di miglio-
ramento
Al paragrafo 8.4, penultimo periodo, delle Norme tecniche è disposto che gli interventi di
adeguamento e di miglioramento devono essere sottoposti a collaudo statico. Le Norme
tecniche devono essere coordinate con gli interventi di ristrutturazione edilizia previsti
dal D.Lgs. n. 380/2001. La procedura di collaudo statico è trattata dall’art. 67 dello stesso
decreto e dal cap. 9 delle Norme tecniche per le costruzioni; per gli interventi di migliora-
mento e di adeguamento la certificazione sarà diversa da quella del collaudo statico di un
nuovo edificio.
Al comma 8-bis dello stesso art. 67, introdotto dal D.Lgs. n. 222/2016, è ora stabilito che
per gli interventi di riparazione e per gli interventi locali sulle costruzioni esistenti, come
definiti dalle Norme tecniche per le costruzioni, il certificato di collaudo statico sia sostitu-
ito dalla dichiarazione di regolare esecuzione resa dal direttore dei lavori1.
1
Per gli aspetti amministrativi si rimanda al testo Lombardo S., La direzione dei lavori negli appalti privati
edili. Dal contratto al collaudo, Dario Flaccovio Editore, Palermo, 2017.
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Gli interventi edilizi sugli edifici esistenti cap 1
Figura 1.1. Esempio di tipiche strutture: a) a telaio in c.a. (o resistente a momento), b) a pareti e c) telaio e pareti
• strutture a pendolo inverso (Inverted Pendulum System), nelle quali almeno il 50%
della massa è nel terzo superiore dell’altezza della costruzione e nelle quali la dissipa-
zione d’energia avviene alla base di un singolo elemento strutturale;
• strutture a pendolo inverso intelaiate monopiano, nelle quali almeno il 50% della
massa è nel terzo superiore dell’altezza della costruzione, in cui i pilastri sono inca-
strati in sommità alle travi lungo entrambe le direzioni principali dell’edificio. In ogni
caso, per questo tipo di strutture, la forza assiale non può eccedere il 30% della resi-
stenza a compressione della sola sezione di calcestruzzo;
• strutture deformabili torsionalmente, composte da telai e/o pareti, la cui rigidezza
torsionale non soddisfa ad ogni piano la condizione r2/ls2 ≥ 1, nella quale:
• r2 = raggio torsionale al quadrato è, per ciascun piano, il rapporto tra la rigidezza
torsionale rispetto al centro di rigidezza laterale e la maggiore tra le rigidezze la-
terali, tenendo conto dei soli elementi strutturali primari, per strutture a telaio o a
pareti (purché snelle e a deformazione prevalentemente flessionale); r2 può essere
valutato, per ogni piano, riferendosi ai momenti d’inerzia flessionali delle sezioni
degli elementi verticali primari
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Parte I Criteri generali
• ls2 = per ogni piano, è il rapporto fra il momento d’inerzia polare della massa del
piano rispetto ad un asse verticale passante per il centro di massa del piano e la
massa stessa del piano; nel caso di piano a pianta rettangolare ls2 = (L2 + B2)/12,
essendo L e B le dimensioni in pianta del piano.
Una struttura a pareti, nei termini sopra definiti, è da considerarsi come struttura a pareti
estese debolmente armate se le pareti sono caratterizzate da un’estensione a buona parte del
perimetro della pianta strutturale e sono dotate di idonei provvedimenti per garantire la con-
tinuità strutturale così da produrre un efficace comportamento scatolare. Inoltre, nella dire-
zione orizzontale d’interesse, la struttura deve avere un periodo fondamentale, in condizioni
non fessurate e calcolato nell’ipotesi di assenza di rotazioni alla base, non superiore a TC.
Nella figura 1.3 è riportato un esempio di strutture deformabili torsionalmente caratteriz-
zato da irregolarità nella distribuzione di masse e di rigidezze in pianta: a) l’eccessiva ec-
centricità tra i baricentri delle masse (CM) e delle rigidezze (CR) in caso di sisma lungo la
direzione y può provocare gravi effetti torsionali per la struttura; b) l’eccentricità minima
nella direzione y del sisma provoca prevalentemente effetti traslatatori e rotazione quando
il sisma agisce in direzione x.
Nella figura 1.4 è riportata l’oscillazione per torsione durante il sisma della parte più fles-
sibile di un edificio a L. In questo caso le rotazioni relative di piano possono provocare
il distacco tra le parti del solaio nella zona di concentrazione di tensioni. L’intervento di
miglioramento, per esempio, se possibile, potrebbe prevedere un giunto di dilatazione o
l’inserimento di pareti di taglio.
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Gli interventi edilizi sugli edifici esistenti cap 1
Figura 1.4. Danni causati dai corpi di fabbrica più flessibili durante l’azione sismica
Figura 1.5. Esempio di tipica struttura a telai in c.a. tamponati con fondazioni: a) isolate e b) continue a travi rovesce
Le murature solitamente non sono collegate con connettori alla maglia strutturale ma co-
struite in aderenza, le fessurazioni che compaiono nelle facciate degli edifici, lungo i riqua-
dri evidenziano meglio tale carenza costruttiva.
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Parte I Criteri generali
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Figura 1.6. Supporto temporaneo ai piani dell’edificio con pilastri degradati o danneggiati da sisma:
in corrispondenza di un solo piano e su tutti i piani
Figura 1.7. Puntellamento di tutte le travi concorrenti nel nodo del pilastro da consolidare
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