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elementare al metodo
degli Elementi Finiti
carmelo.demaria@centropiaggio.unipi.it
+
Obie4vi
• Introduzione
elementare
al
metodo
degli
elemen8
fini8
– Analisi
Termica
– Analisi
Stru>urale
– Analisi
Fluidodinamica
– Analisi
Ele>rosta8ca
• U8lizzo
del
soBware
COMSOL
3.5
+
Un
po’
di
“filosofia”
• Come
avviene
anche
in
altri
se>ori
di
ricerca,
la
modellis8ca
di
per
sé
non
è
un'a4vità
esclusivamente
scien8fica,
anche
se,
naturalmente
vi
sono
conce4
universali
che
essa
deve
riprodurre,
quali
ad
esempio
la
conservazione
di
massa
e
energia
di
un
fluido,
del
momento
d'inerzia
di
una
stru>ura,...,
vi
è
in
effe4
anche
una
componente
ar#s#ca
dietro
una
simulazione
di
successo,
che
deriva
dal
sapere
quali
domande
ha
senso
porre,
quale
livello
di
de>aglio
ha
senso
me>ere
nelle
diverse
componen8
del
modello,
quali
semplificazioni
apportare
in
modo
da
favorire
una
sua
integrazione
con
modelli
diversi.
In
mol8
se>ori
industriali
e
dell'ingegneria
la
modellis8ca
matema8ca
è
ormai
di
uso
consolidato.
Alfio
Quarteroni
+
Analisi
agli
elemen8
fini8
• Metodo
per
la
risoluzione
numerica
di
una
equazione
differenziale,
sia
essa
alle
derivate
totali
o
parziali
• Più
precisamente
si
tra>a
di
un
metodo
per
approssimare
una
equazione
differenziale
con
un
sistema
di
equazioni
algebriche
+
Terminologia
• Campo
fisico
(termico,
elas8co,
fluidodinamico)
– Stazionario
– Sta8co
– Variabile
– Leggi
(equazioni
differenziali)
• Sorgen8
– Interne
– Esterne
(condizioni
al
contorno)
• Potenziale
del
campo
(problema
fondamentale)
+
Problema
fondamentale
• Assegnata
la
regione
entro
la
quale
si
vuole
considerare
il
campo
• Assegnato
l’intervallo
di
tempo
entro
il
quale
si
vuole
considerare
il
campo
• Precisata
la
natura
dei
materiali
contenu8
entro
la
regione
• Assegnate
la
posizione
e
l’intensità
delle
sorgen8
• Precisate
le
condizioni
al
contorno
della
regione
• Determinare
in
ogni
punto
ed
in
ogni
istante
i
potenziali
del
campo
10 CAPITOLO 1. INTRODUZIONE
✐
+
Nozioni
preliminari
(1/4)
un piano basta valutare l’angolo α che il piano forma con quello oriz-
✐
zontale. La pendenza può essere espressa dando la tangente dell’an-
golo che il piano inclinato forma con il piano orizzontale: scriveremo
g = tan(α). Tale tangente è anche uguale all’incremento di quota per
• Gradiente
di
uno
scalare
CAPITOLO 1. di
unità INTRODUZIONE
percorso nel piano orizzontale.
y
he il piano forma con quello oriz-
spressa dando la tangente dell’an- q
n il piano orizzontale: scriveremo z
uguale all’incremento di quota per g
le.
! ! s !T ! !T ! !T !
a) b) g ( r ) =c) i + j + d) k
Figura 1.1.
y !x è tanto!y
La discesa dell’acqua su un piano inclinato più !z
rapida quanto più il piano è inclinato. Se non vi fossero l’adesione e
q
le asperità del piano l’acqua scenderebbe lungo le linee di pendio del
z piano. g {scivola}
Dal
s momento che un piano in coordinatexcartesiane si descrive me-
diante
c)una equazione del tipod)
+
uggerisce l’introduzione di un
Nozioni
preliminari
(2/3)
✐
✐
� ∂
+k (1.31)
∂z• Divergenza
di
uCAPITOLO
16
n
ve>ore
1. INTRODUZIONE
operatore consente
z di scrivere
n
k
P n
�
�k ∂ u = ∇ u
n P P
j
P (1.32) P P n
∂z x
n P
y
i
n
Figura 1.4. Il parallelepipedo infinitesimo utilizzato per scrivere
l’equazione di bilancio in coordinate cartesiane. {grad-div}
� ∂q x ∂qy ∂qz
+ qz k] Calore
= generato. + Se la + generazione = ∇ · è�qdistribuita con una
di calore
densità∂x ∂y
σ la quantità ∂z entro un cubetto infinitesimo di
di calore generato
(1.33)
lati dx, dy, dz in un intervallo infinitesimo di tempo dt è data da:
el {EF31}
prodotto scalare traQ un ope-
= σdxdydzdt
gen (1.13)
εk=1 k=1 k=1 ε 2 2
�6 � (1.29) �
1 1 1 (1.29) 1
+
6 6
div q
� = q
� (P k ) · n
� k ε2
= q x (x + ε, y, z) − q x (x − ε, y, z) + ... + ...
cui
ε3 k=1 ε 2 2
grad
{F20}
∂ u ∂
d u =u�i= �i +
u ∂
da�jcui
Nozioni
preliminari
(3/4)
u ∂ u ∂
+ �j6 + �k+ �k
u ∂ u
divdiv
∂q ∂q
x x
�q =�q = + + + +
∂qy∂qy ∂qz∂qz
(1.30)
(1.30)
(1.29)
∂x ∂x ∂y ∂y ∂z ∂z ∂x ∂x ∂y ∂y ∂z ∂z
∂u � ∂u � ∂u ∂q x ∂qy ∂qz
La • Operatore
ve>oriale
nabla
scrittura
{F21}
scrittura grad
in �
u = i cartesiane
in coordinate
coordinate +j + k suggerisce
∂y suggerisce
∂x cartesiane ∂z
divl’introduzione
�q =
l’introduzione
∂x
+ di un
+
∂y di un
∂z
(1.30)
tore vettoriale
eratore vettoriale
La scrittura in coordinate cartesiane suggerisce l’introduzione di un
� ∂� ∂ � ∂� ∂ � ∂� ∂
operatore vettoriale
∇ =∇+=i +i + j+ j + k+ k (1.31)
(1.31)
∂x ∂x ∂y ∂y ∂z ∂z
∂ ∂ ∂
{F22} ∇ = +�i + �j + �k (1.31)
èsistato
è stato dato il nome nabla. Questo operatore
∂yconsente di scrivere
radiente
diente
• Quindi
il
gradiente
diventa
dato
nella
nella
il nome
forma
forma
nabla. Questo operatore
∂x consente ∂z di scrivere
cui si è stato dato il nome nabla. Questo operatore consente di scrivere
il gradiente � forma
� nella � �
∂� ∂ � ∂� ∂ � ∂� ∂
grad u = i i + j+ j + �k+ k u =u ∇=u∇ u �
grad u �
= (1.32)
(1.32)
∂x ∂x ∂y ∂y ∂z ∂ ∂z ∂ ∂
{F23} grad u = �i + �j + �k u = ∇u (1.32)
∂x ∂y ∂z
avergenza
divergenza della forma
�
della forma
• E
ellaa
divergenza
divergenza
�della forma
diventa
� �
∂� ∂ ∂� ∂ ∂� ∂ � � � ∂q ∂q x ∂qy∂qy ∂qz∂qz
x
=�q =+�i +i ∂x
+ �j+ j ∂y + �k�+ k ∂z
∂· [q·x[q
�i +x iq+y �qj y+�jq+z �k]
∂ ∂
qz = k] = + + + + = ∇
∂x ∂y
= ·∇�q· �q
∂q
∂y ∂zx∂z y ∂qz
∂q
∂x div ∂y�q = ∂z +�i + �j + �k · [q x �i + q∂x �j + q �
k] = + + = ∇ · �q
∂x ∂y ∂z
y z
∂x (1.33)
(1.33)∂y ∂z
applicato formalmente la regola del prodotto scalare tra un ope- (1.33)
endo{F24}
è il vettore gradiente. Come riprova si osservi che se d�r giace nella
superficie ortogonale passante per il punto P si ha �g · d�r = 0 e quindi
+
dz = 0 come deve essere.
z z
g i ac i t ur a di mas s i mo f l us s o
A max n
CAPITOLO
Q 1. INTRODUZIONE q
A nmax
r r Qmax
Si può istituire un vettore che ha la direzione del vettore �nmax . Per
ere unax grandezza che dipenda solo y dal puntox dovremo considerare y
mite di tale rapporto:
Figura scriveremo
1.3. Il vettore densità di flussodunque
di calore ha la direzione del
massimo flusso. {giacitura}
�Q�
Considerando diverse giaciture si elementi piani passanti per il pun-
q
� (�r ) = lim �nmaxche. esista una gia-
to �r, il flusso per unità di area Q/A varierà. È intuitivo (1.8)
A−→0 A max
citura per la quale tale rapporto risulterà massimo: indichiamo con �nmax
il versore di tale direzione orientata e con (Q/A)max il valore massimo
ttore �qdel
(�r)rapporto.
cosı̀ definito prende il nome di vettore densità
di flusso
alore. Ne viene che il flusso attraverso una superficie S sarà la
equazione
+
costitutiva
Prima
equazione
cos8tu8va
il calore va dalle regioni a temperatura magg
• la
quan8tà
di
calore
che
transita
eratura minore ci possiamo
a>raverso
un
elemento
di
superficie
attendere che ta
e di piana
temperatura,
tangente
ad
tanto maggiore
una
superficie
sarà la qu
isoterma
per
unità
per unità di area.di
area
Si
e
per
unità
di
tempo
sperimenta la èseguente
proporzionale
al
salto
di
temperatura
per
l vettore densità di flusso
unità
di
lunghezza
misurato
di calore con il gra
perpendicolarmente
alla
superficie
�q = −k �g.
hiama conducibilità termica. Il segno meno
che l’equazione costitutiva (1.21) si scrive
+
Seconda
equazione
cos8tu8va
∆u = ρ c∆T
• Incremento
dell’energia
interna
legato
me è all’aumento
infinitesimo, della
temperatura.
ricordando l’equazione (1.14)
∂u
dt u = ρcdt T = ρc dt
∂t
il calore specifico (= capacità termica per unità d
contenuto entro il volume dV e ρ è la densità del
he il prodotto ρc dà il calore per unità di volume
o.
� �
za rimane ∂q pressoché
∂q costante.
∂q
+
= x y
+ si esprime
+
z
dxdydzdt
∂x Equazione
ncio termico ∂y ∂z di
relazione
nella Bilancio
(1
re generato
queste premesse calore accumulato
l’equazione
=generato
• calore
=
+ calore(1.12)
di bilancio uscente. (1
si può scri
� �
calore
∂u accumulato
∂q +
cxalore
∂quy scente
∂qz
dydzdt = dxdydzdt + + + dxdydzdt (1
∂t ∂x ∂y ∂z
Qgen = Qacc + Qusc (1
liminando i differenziali si ottiene
mo i tre tipi di calore. ∂u ∂q x ∂qy ∂qz
σ= + + + . (1
∂t ∂x ∂y ∂z
ateriale si dice isotropo quando le proprietà fisiche non dipendono
l’equazione
mentre di bilancio
si dice omogeneo quando scritta
le suein formafisiche
proprietà differenziale, ov
non dipendon
ercamente il legno, dotatoinfinitesimo.
un parallelepipedo di fibre, non è né omogeneo né isotropo.
sono alcuni, come il faggio e l’ontano che sono abbastanza omogen
nzione
erciò adatti alla tornitura.
Equazione fondamentale
+
Equazione
fondamentale
nando le due equazioni costitutive (1.10) ed (1.23) e l’equazione
n l’equazione di bilancio si ottiene
� 2 2 2
�
∂T ∂T ∂T ∂T
ρc −k 2
+ 2 + 2 = σ. (1.24)
∂t ∂x ∂y ∂z
equazione fondamentale
!T della conduzione termica.
!c " # $ k#T = "
!t
!T 2
! c " k# T = "
!t
!T
! c " k#T = "
!t
lore l’equazione si riduce a
+
DIVERGENZA
1.8. Nel caso particolare DI� UN in VETTORE
cui non vi sia �generazione distribuita d
lore
F49} l’equazione
ρc
∂Tsi riduce
−k I
tre
casi
∂ 2
Ta
2
∂ 2
T
+ 2 + 2 =0
∂ 2
T
Fourier
∂t � ∂x ∂y ∂z�
Nel caso ∂Tparticolare ∂2 Tin cui ∂2 Tnon ∂vi2 Tsia generazione distribuita d
ρ c equazione
nota come
lore l’equazione − kriduce2 adi
si + Fourier.
2
+ Se 2
0
la=conduzione termica è a (1
Fourier re
∂t ∂x ∂y ∂z
ovvero se la temperatura
� 2 non varia col � tempo la (1.24) si riduce a
2 2
nota come ∂Tequazione ∂ T ∂
� di2 Fourier.T ∂Se Tla conduzione
� termica è a reg
ρc −k 2∂ T 2∂ T ∂2 T
+ 2 + 2 = 0 Fourier (1
ovvero se la ∂t temperatura
−k∂x non
2
+ varia
∂y
2
∂zcol tempo
+ 2
= σ la (1.24) si riduce a
Poisson
� 2 ∂x 2 ∂y 2 ∂z�
nota come equazione∂ diT Fourier. ∂ T Se ∂ Tla conduzione termica è a reg
ovvero nota come
se la −k
equazione
temperatura 2
+ di varia
non Poisson
2
3
+ col2 tempoNel
= σcasola inPoisson
cui sianche
(1.24) (1
la aso
riduce
∂x ∂y ∂z
manchi4 , l’equazione
� si riduce a �
2 2 23
∂
nota come equazione T ∂ T
2 di Poisson
2 ∂ TNel
2 caso in Poisson
cui anche la sorg
−k ∂ T
+ ∂ T
+ ∂ T = σ (1
4
manchi , l’equazione 2 ∂y 2a +∂z 2 = 0
∂x si2riduce
+ 2 2 Laplace
∂x ∂y ∂z
2 2 32
nota che
come equazione
prende il ∂
nome T di
di Poisson
∂ T ∂
equazione TNel
di caso in5 . cui anche la sorg
Laplace
4 + 2 + 2 =0 Laplace (1
manchi , l’equazione∂xsi riduce
2 ∂y a ∂z
✐
+
✐ termica stazionaria in un campo piano.
onduzione
Condizioni
al
contorno
1/3
dall’equazione di Poisson che, in coordinate cartesia-
licita
1.11. LE CONDIZIONI AL CONTORNO 25
� 2 2
�
∂ u ∂sarà
u indicato con ∂Ω. Tale contorno si può dividere in due o più par-
−k 2
= ρ.σ delle quali o è assegnato il valore
+ ti 2in ciascuna (1.45)
della temperatura o è
∂x ∂y
assegnato il calore entrante.
✐
Condizioni
al
contorno
2/3
Consideriamo il problema di determinare la funzione u(x, y) che
soddisfa le seguenti condizioni:
2
−k ∇ = σρ(x,
u(x, y) 1.11. LE CONDIZIONI
y) AL CONTORNO 25
u(x, y) sarà
= indicato con su
assegnata Taleparte
∂Ω.una contorno
del si può dividere in due o più par-
contorno
ti in ciascuna delle quali o è assegnato il valore della temperatura o è
∂u(x, y) assegnato il calore entrante.
−k = assegnata sulla parte rimanente del contorno
∂n
(1.48)
Le due condizioni ausiliarie
potenziale
assegnato
prendono il nome di condizioniu al con-
flusso assegnato
u(x) u(x)
uh u i uh ui
p p
x x
a he i b a he i b
Figura 2.1. La funzione da determinare e la poligonale che la
approssima. {funz-form
2.2 Le funzioni di forma degli elementi
+
Analisi
agli
elemen8
fini8
Facendo riferimento alla figura (2.2) consideriamo due nodi consecutivi
h, h + 1 ed indichiamo con e l’elemento da essi individuato. Definiamo
in tale elemento due funzioni, tanti sono i nodi dell’elemento, che siano
nulle al di fuori dell’elemento, che abbiano un andamento lineare nel-
• Funzioni
forma
(elemen8)
l’interno dell’elemento e che valgano uno in un nodo e zero nel nodo
rimanente.
u e ue (x) = N he(x) u h + Nei(x) u i
Nh (x) u
1 x
h e i
u
e
N i (x) uh ui
1 x 1
x
h e i
a) b) a he i b
+
Analisi
agli
elemen8
fini8
N
h (x)
�
= Nhe1 (x) + Nhe2 (x) per xh−1 ≤ x ≤ xh+1
� (2.14) {G12}
Nh (x) = 0 per x ≤ xh−1 e per xh+1 ≤ x
h h+1
✐
• Descrivere
Figura
la
funzione
2.4. La a pprossimanente
poligonale che approssima la funzione
come
una
cesprimere come combinazione lineare delle funzioni di form
ombinazione
delle
funzioni
di
TOLO 2. forma
ELEMENTI nodali:
FINITI NELL’UNIDIMENSIONALE
Introdotte le funzioni di forma nodali possiamo scriver
ne approssimante come combinazione lineare delle funzio
u u(x)nodali ovvero
n
�
{B09} ū(x) = ūh Nh (x)
h=1
u h u h+1
1 come mostra la figura (2.4b). Il numero n dei valori nod
nome di numero xdi gradi di libertà. Questo perché, in a
h h+1
meccanica ove le coordinate libere individuano la configu
2.4. La poligonale sistema,
che approssima la funzione
le ūh possono si considerate
essere può come delle coord
re come combinazione lineare delle funzioni di forma nodali. {funz-forma6}
che individuano la soluzione approssimata ū(x).
ourier in cui le funzioni base sono i seni e i coseni. Si possono utilizzare
he particolari famiglie di polinomi, ad esempio i polinomi di Hermite, di
+
di Laguerre, ecc. Alla luce di questa interpretazione la scomposi-
endre,
Analisi
agli
elemen8
fini8
e (2.15) mostra che negli elementi finiti le funzioni di base sono le funzioni
rma2.1. LA DIVISIONE IN ELEMENTI
nodali.
• Risoluzione:
metodo
di
Galerkin
(minimizzazione
Il problema da risolveredell’errore)
diventa
4 Il metodo di Galerkin
• Se
l’equazione
di
partenza
è
al posto della funzione
2 u(x) incognita noi mettiamo una funzione ��
rossimata del d u(x)
tipo (2.15) l’equazione (2.10) non sarà du �
soddisfatta.
−k = s(x) u| a = 0 − k �
� =0
endo la differenza dxfra il primo e il secondo membro otteniamo
2 dx b un
duo •
dipendente dalle n acostanti
La
soluzione
ūk . Otterremo
pprossimata
quindiun
conterrà
errore
n
� d2 Nh (x)
r(x; ū1 , ū2 , ...ūn ) = −k ūh − s(x) (2.19) {
2.1 La divisioneh=1in elementi dx2
vidente che la soluzione u(x) del problema renderebbe nullo tale re-
ndamentale si chiamerà equazione fondamentale. Se questa equazione è di-
+
eta anziché differenziale la matrice che la caratterizza sarà bene chiamarla
Analisi
agli
elemen8
fini8
atrice fondamentale. Negli elementi finiti questa è chiamata matrice del si-
ma e anche matrice di rigidezza a causa del ruolo storico che tale matrice
nella meccanica dei solidi elastici ove è stata introdotta per la prima volta.
• Determinare
Indichiamo con sh e coni
“cmigliori”
h i due c oefficien8
termini a secondo membro del-
quazioneminimizzano
(2.29). Abbiamo gli
scelto
errori
(metodo
la lettera di
è l’iniziale di
s in quanto
Galerkin)
rgente, la lettera c in quanto è l’iniziale di contorno e la lettera f in
anto iniziale di fondamentale. Avremo:
– Residuo
ortogonale
alle
n
funzioni
nodali
� b � �b
� Integrazione
per
par8
�sulla
derivata
– d ū(x) seconda
si = Ni (x) s(x) dx ci = k Ni (x) (2.33)
per
a abbassare
l’ordine
delle
dervate
dx a
– Formazione
Fatte queste posizioni ildsistema
el
sistema
algebrico
algebrico acquista(matrice
la forma
fondamentale)
n
�
fih ūh = si + ci (i = 1, 2, ...n) (2.34)
h=1
+
Nota
• Esistono
altri
strade
che
possono
portare
alla
formulazione
della
“matrice
fondamentale”
– Metodi
variazionali
(principio
dei
lavori
virtuali)
– Formulazione
dire>a
– Minimizzazione
di
un
funzionale
(energia
potenziale
totale)
+
Mesh
• Free
Mesh
• Mapped
Mesh
Z=0.14m
+
Documen8
u8li
• h>p://www.dicar.units.it/mdp/ton8/science/
elemen8Fini8.pdf