Modello Azioni
(forze e distorsioni)
Modello Geometrico
modello strutturale
(elementi finiti, vincoli)
Modello Reologico
(materiali)
Sintesi strutturale
Modello Masse
(da carichi e/o densità)
Analisi strutturale
Risposta strutturale
NO
Ed ≤ Rd
SI
fine
II Principi di progettazione strutturale
8 Criteri di modellazione
8.2 Modello geometrico 1/2
ELEMENTI FINITI
Elementi finiti più utilizzati nel campo delle costruzioni civili e industriali:
(*) Se nella struttura sono presenti elementi reagenti solo a trazione / compressione,
l’analisi strutturale DEVE essere «non lineare» e non vale il principio della sovrapposizione degli
effetti (risultati in «output» solo per combinazioni di carico e non anche per «casi di carico»
II Principi di progettazione strutturale
8 Criteri di modellazione
8.2 Modello geometrico 2/2
ELEMENTI FINITI
1) ELEMENTO INFINITESIMO
2) ELEMENTO FINITO
Il legame (*) si conserva fino al limite elastico (V≤Vy o M≤My), dopodiché (V>Vy o M>My) si
annullano le rigidezze a flessione e taglio nella [K]e.
II Principi di progettazione strutturale
8 Criteri di modellazione
8.3 Modello meccanico 3/5
2) ELEMENTO FINITO
analisi sismica SLE o SLU con modello lineare o non lineare a plasticità concentrata (strutture in
c.a. o muratura): per tener conto della fessurazione, la letteratura tecnica indica le riduzioni a
seconda dell’elemento (trave, colonna, setto) e dello stato limite SLE/SLU; nel caso di modelli a
plasticità diffusa, la fessurazione è già considerata e non occorre usare rigidezze fessurate;
analisi termica SLE o SLU degli elementi (strutture in c.a.): rigidezze fessurate =0.5K allo SLU e >
0.5K allo SLE.
Inoltre, è necessario ridurre/amplificare le rigidezze K degli elementi strutturali in tutti i casi
in cui occorra correggere il comportamento dell’elemento finito per adattarlo a schematizzare il
comportamento dell’elemento strutturale, ad esempio:
amplificazione delle rigidezze estensionali dei pilastri nell’analisi statica (non sismica) per
considerare l’assestamento subito dalle colonne in fase di esecuzione (vedere seguito del
presente cap. 8);
abbattimento della rigidezza flessionale di elementi shell usati per modellare la muratura.
II Principi di progettazione strutturale
8 Criteri di modellazione
8.3 Modello meccanico 4/5
2) ELEMENTO FINITO
In tutti i casi in cui occorre ridurre/amplificare le rigidezze, si adotta uno o più dei seguenti
metodi:
• applicare dei fattori correttivi alle rigidezze dell’elemento finito (amplificare la rigidezza
estensionale delle colonne nell’analisi SLU statica non sismica).
II Principi di progettazione strutturale
8 Criteri di modellazione
8.3 Modello meccanico 5/5
Laddove gli elementi non strutturali influenzino il comportamento della struttura, esso deve
essere opportunamente tenuto in conto.
Tipico è il caso delle tamponature non strutturali nelle strutture in c.a. (vedere cap. 11), le quali
riducono lo spostamento orizzontale di interpiano e devono essere modellate con una coppia di
bielle a X reagenti solo a compressione con di rigidezza EA/l dipendente dalla geometria e materiale
delle tamponature (spessore, materiale).
II Principi di progettazione strutturale
8 Criteri di modellazione
8.4 Vincoli esterni 1/6
Fondazioni superficiali – kv , kh
A rigore – per ogni elemento finito – la costante di Winkler verticale (kv) è il rapporto locale
pressione p / cedimento elastico we:
p = kv we , kh = 10 kv
Se il codice lo consente, il calcolo e assegnazione del kv è eseguito automaticamente.
Se il codice non lo consente, si possono assegnare valori di kv determinati con formulazioni di
letteratura tecnica:
II Principi di progettazione strutturale
8 Criteri di modellazione
8.4 Vincoli esterni 2/6
Fondazioni profonde - kh
formulazioni basate sulle rigidezze
II Principi di progettazione strutturale
8 Criteri di modellazione
8.4 Vincoli esterni 3/6
Fondazioni profonde - kh
formulazioni basate sulle proprietà e stato del terreno
• Terreni incoerenti
• Terreni coesivi NC
• Terreni coesivi OC
II Principi di progettazione strutturale
8 Criteri di modellazione
8.4 Vincoli esterni 4/6
Fondazioni profonde - kv
II Principi di progettazione strutturale
8 Criteri di modellazione
8.4 Vincoli esterni 5/6
Nel caso di strutture a telaio (c.a., acciaio, legno) si dovranno modellare correttamente i nodi
interni trave-colonna, trave-trave e colonna-fondazione.
Nel caso di strutture in c.a. nuove, tale nodo può ritenersi rigido. Tuttavia in letteratura tecnica
c’è chi sostiene che la rigidezza infinita dl nodo (offset) non debba riguardare l’intero nodo ma una
sua aliquota. Secondo il prof. Muto, la dimensione del nodo rigido dovrebbe essere Hpil/2-Htr/4.
Nel caso di strutture in c.a. esistenti, se ne dovrebbe considerare la deformabilità con metodi di
riconosciuta validità.
Nel caso di strutture in acciaio, si deve considerare che per un profilato a doppio T:
- le piattabande assorbono il momento;
- l’anima assorbe il taglio.
Collegare solo l’anima equivale ad un vincolo cerniera.
Collegare sia l’anima e la piattabanda equivale ad un vincolo di incastro, purché determinati requisiti
di rigidezza degli elementi di collegamento siano soddisfatti in base alle indicazioni dell’EC3.
Sia nel caso di strutture in acciaio con collegamento di anima e piattabanda, sia nel caso di
strutture in legno, si distinguono nodi rigidi e semi-rigidi in funzione del rispetto di opportuni
requisiti (di cui rispettivamente all’ EC3 o EC5).
II Principi di progettazione strutturale
8 Criteri di modellazione
8.5 Vincoli interni 2/2
La bozza NTC 2014 precisa che, nel caso di analisi statica non lineare SLD, si ponga η(ξ)=1.
Nel caso di analisi sismica dinamica non lineare, lo smorzamento viene modellato nella
«matrice di smorzamento» ponendo:
[C] = α[M]+β[K]
II Principi di progettazione strutturale
8 Criteri di modellazione
8.7 Smorzamento 2/3
SMORZAMENTO MODALE
Nel caso [1] l’art.C7.3.3.1 della Circ. 617/2009 precisa che: «Tranne che per casi particolari, quali
quelli per esempio di costruzioni dotate di sistemi di isolamento e di dissipazione [2], si assume che
i modi di vibrare abbiano tutti lo stesso valore dello smorzamento convenzionale ξ pari al 5%.»
II Principi di progettazione strutturale
8 Criteri di modellazione
8.7 Smorzamento 3/3
COEFFICIENTI DI SMORZAMENTO PER MATERIALI E STRUTTURE
II Principi di progettazione strutturale
8 Criteri di modellazione
8.8 Il modello non è unico 1/3
Il calcolo di una struttura non rappresenta qualcosa di assoluto, nel senso che la struttura può
cambiare in funzione delle azioni applicate.
Nel gergo degli ingegneri strutturisti, un codice di calcolo è «aperto» se consente di modificare
qualunque proprietà geometrica, meccanica, di vincolo, ecc. e/o impostazione nell’analisi strutturale
in modo assolutamente libero. Viceversa, un codice si definisce «chiuso».
I codici di calcolo disponibili in commercio si distinguono in:
1) «general purpose»: (SAP 2000, Midas Gen, Strauss, ecc.)
non pongono alcun limite alla complessità/dimensione del modello strutturale
e/o alla impostazione dell’analisi strutturale
sono sempre aperti
2) «commerciali»: (CDS, Edilus, Mastersap, Prosap, Modest, Sismicad, ecc.)
possono avere alcuni limiti alla creazione del modello strutturale e/o alla tipologia
strutturale (dedicati) e/o alla impostazione dell’analisi strutturale
sono aperti o chiusi
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Grazie
Docente: ing. Matteo Oliveri
www.StudioIngegneriaStrutturale.com