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Per correlare le coordinate {r} della struttura con le coordinate {η}e dei singoli elementi, occorre:
1) definire per ciascun elemento finito, una matrice [T]e di trasformazione da coordinate
nodali {η}e nel riferimento locale (1,2,3) a coordinate globali {r}e nel riferimento (x,y,z):
(A1)
I Fondamenti di meccanica delle Strutture
4 La struttura
4.2 Equazione del moto della struttura (EMS) 2/5
CINEMATICA
Per correlare le coordinate {r} della struttura con le coordinate {η}e dei singoli elementi, occorre:
2) definire per l’intera struttura, una matrice di assemblaggio [B] che riduca la colonna che
raccoglie i vettori {r}e in un vettore in cui le coordinate comuni non siano ripetute e quelle
vincolate (nulle) siano eliminate:
(A2)
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4.2 Equazione del moto della struttura (EMS) 3/5
CONDIZIONE DI CARICO
È necessario che la condizione di carico {f} legata agli spostamenti {r} sia «nodale».
La condizione di carico generica che applichiamo alla struttura, può essere scomposta nella somma
di due condizioni di carico:
I.Condizione di carico nodale {f’} induce gli spostamenti {r}1
II.Condizione di carico non nodale induce gli spostamenti {r}2
di cui la condizione (II) può essere convertita in una equivalente condizione di carico nodale {f’’} , in
grado di indurre gli stessi spostamenti {r}2
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4.2 Equazione del moto della struttura (EMS) 4/5
EQUAZIONE DEL MOTO
Raccogliendo le N equazioni:
ωi = pulsazioni
La normativa fissa il valore di soglia del periodo tra periodi «alti» e «bassi» pari a T C = CCTC*
(dipendente da: coordinate geografiche e periodo di ritorno T R dell’azione sismica, come vedremo
nel cap.7 Azioni sulle costruzioni).
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4.4 Duttilità 2/7
SISTEMA AD 1 G.D.L.
In caso di analisi lineare dinamica o statica (con uso di un modello elastico) si adottano i due fattori
q e μd.
Le sollecitazioni del sistema reale elasto-plastico si ottengono applicando al sistema elastico
fittizio forze di progetto fy ottenute dall’abbattimento delle forze elastiche fe ≈ -m(ẍ+ü)max :
fy = fe /q
La normativa definisce q = duttilità di comportamento o «fattore di struttura»:
1 ≤ q ≤ q0KR
q0 = q0(αu/α1)
in cui:
q0 dipende da materiale, tipologia strutturale e «regolarità in pianta»
αu/α1 rapporto tra l’azione sismica cui corrisponde la formazione di un numero di cerniere
plastiche tali da rendere la struttura labile e l’azione sismica per cui il primo elemento
strutturale raggiunge la plasticizzazione a flessione
KR =1 per strutture «regolari in altezza» e =0.8 altrimenti.
Gli spostamenti del sistema reale elasto-plastico si ottengono amplificando gli spostamenti xy
del sistema elastico soggetto alle forze di progetto fy :
xu = μd xy
in ogni caso μd ≤ 5q – 4 (T1 = periodo del 1o modo di vibrare)
La normativa definisce μd = «duttilità di spostamento»:
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4.4 Duttilità 3/7
STRUTTURA
Le strutture soggette all’azione sismica, non dotate di appositi dispositivi d’isolamento e/o
dissipativi, devono essere progettate in accordo con uno dei seguenti comportamenti strutturali, in
funzione dello stato limite di progetto (SLE, SLU):
a) comportamento strutturale non dissipativo (SLE)
b) comportamento strutturale dissipativo (SLU)
Per comportamento strutturale non dissipativo, la struttura resta in campo elastico; la
domanda derivante dall‘azione sismica è calcolata senza tener conto della non linearità meccanica
con un modello strutturale lineare (L).
Per comportamento strutturale dissipativo, la struttura evolve parzialmente in campo plastico;
la domanda derivante dall‘azione sismica è calcolata tenendo conto della capacità dissipativa legata
alla non linearità meccanica:
•implicitamente: se si adotta un modello strutturale lineare (L) riducendo l’azione sismica
Grazie
Docente: ing. Matteo Oliveri
www.StudioIngegneriaStrutturale.com