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elemento ASTA:
V2=V3=T=M2=M3=0
I Fondamenti di meccanica delle Strutture
3 L’elemento finito
3.2 L’elemento monodimensionale 2/7
SPOSTAMENTI (teoria di Bernoulli)
CENTRO DI TAGLIO K
Una forza V parallela alla sezione provoca rotazione φ1=0 (tensioni torsionali nulle) solo se
passa per il centro di taglio K (che è un punto intrinseco della sezione).
In generale, le tensioni tangenziali τ12 , τ13 sono dovute a due contributi:
-tensioni da taglio τ12(V2) , τ13(V3) ;
-tensioni torsionali τ12(Mt) , causate da torsione pura (Mt=M1) oppure da taglio eccentrico rispetto a
K (Mt = VeK ≠ M1 = VdK).
τ12 = τ12(V2) + τ12(Mt) , τ13 = τ13(V3) + τ13(Mt)
Il punto K giace su eventuali assi di simmetria. Nel caso di sezione composta da rettangoli sottili che
si intersecano in un unico punto, K coincide con tale punto.
I Fondamenti di meccanica delle Strutture
3 L’elemento finito
3.2 L’elemento monodimensionale 7/7
TENSIONI TANGENZIALI (materiale iperelastico isotropo)
elemento LASTRA:
M1=M2=M12=0
Elemento PIASTRA:
N1=N2=N12=0
I Fondamenti di meccanica delle Strutture
3 L’elemento finito
3.3 L’elemento bidimensionale 2/3
SPOSTAMENTI (teoria di Kirchoff)
2) un riferimento locale (1, 2, 3) - coerente a quello degli n nodi - cui riferire le caratteristiche della
sollecitazione/deformazione dell’elemento:
I Fondamenti di meccanica delle Strutture
3 L’elemento finito
3.4 Discretizzazione 3/7
CAMPO DI SPOSTAMENTI
3) una funzione di forma [A]e (definita in un riferimento (r,s,t) invisibile nel codice di calcolo)
in grado di correlare gli spostamenti {v}e di un punto qualsiasi dell’elemento con gli
Ai fini di una buona approssimazione della (FF), per l’elemento finito devono essere scelti in
modo opportuno:
a)formulazione: adatta al comportamento reale dell’elemento strutturale.
b)forma: non eccessivamente distorta;
mesh
c)dimensioni: decrescente in prossimità di singolarità geometriche e/o statiche;
mesh
I Fondamenti di meccanica delle Strutture
3 L’elemento finito
3.4 Discretizzazione 6/7
SCELTA DELL’ELEMENTO
La formulazione dell’elemento finito deve essere scelta dall’analista strutturale per modellare
in modo verosimile il comportamento dell’elemento strutturale.
Per gli elementi «trave» e «piastra», va sempre bene adottare rispettivamente la formulazione
più completa di Timoshenko e Mindlin, che include le deformazioni a taglio. Se l’approssimazione è
accettabile (e il codice lo consente), è possibile adottare la formulazione semplificata,
rispettivamente di Bernoulli (trave snella) e Mindlin (piastra sottile), che considera solo le
deformazioni flessionali.
Per gli elementi «biella» e «lastra» esiste la formulazione di elemento reagente solo a
trazione/compressione. Ad esempio, per i controventi «a diagonale tesa attiva» delle strutture di
acciaio, è opportuno adottare l’elemento «biella tesa».
In casi come questo (elementi reagenti solo a trazione/compressione), non è applicabile il principio
di sovrapposizione degli effetti, di conseguenza il codice di calcolo deve procedere con un’analisi
iterativa che restituisce la risposta strutturale (sollecitazioni, deformazioni) direttamente per le
combinazioni di carico e non anche per i casi di carico.
I Fondamenti di meccanica delle Strutture
3 L’elemento finito
3.4 Discretizzazione 7/7
FORMA E DIMENSIONI: MESH
Forma e dimensioni dell’elemento finito influiscono sull’approssimazione della (FF) per gli
elementi bidimensionali e tridimensionali e non per gli elementi monodimensionali. La scelta di
forma e dimensioni consiste nel disegnare la «mesh» degli elementi strutturali in modo semi-
automatico:
-dimensione: l’analista
strutturale indica al codice
il passo massimo (input);
-forma: il codice disegna
automaticamente
la mesh ottimizzando
le forme degli elementi (output).
Per le «piastre», la letteratura
suggerisce:
passo = 3÷4 h
e meno nelle zone di singolarità
(nodi colonna-solaio):
h < passo < 3÷4 h
I Fondamenti di meccanica delle Strutture
3 L’elemento finito
3.5 Legame spostamenti-sollecitazioni 1/4
MODELLO CONTINUO: ELEMENTO STRUTTURALE
Nel modello strutturale continuo (volume V, superficie S) c’è un numero infinito di «elementi
infinitesimi» sede di forze di volume {a}dV, stato tensionale {σ} e deformativo {ε} e, sulla superficie
esterna S, di forze di superficie {b}dS (attive sulla superficie libera e reattive sulla superficie
vincolata).
{v(P+dP)}={v(P)}+[R]{dP}+[ε]{dP}
I Fondamenti di meccanica delle Strutture
3 L’elemento finito
3.5 Legame spostamenti-sollecitazioni 2/4
MODELLO CONTINUO: ELEMENTO STRUTTURALE
I Fondamenti di meccanica delle Strutture
3 L’elemento finito
3.5 Legame spostamenti-sollecitazioni 3/4
MODELLO DISCRETO: ELEMENTO FINITO
I Fondamenti di meccanica delle Strutture
3 L’elemento finito
3.5 Legame spostamenti-sollecitazioni 4/4
ELEMENTO FINITO NEL RIFERIMENTO LOCALE
Grazie
Docente: ing. Matteo Oliveri
www.StudioIngegneriaStrutturale.com