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SdC 2013-2014

Introduzione agli elementi finiti


con Ed-Tridim
Prof. C. Majorana
Prof. V. Salomoni
Dot. G. Mazzucco
Modelli ad elementi finiti FEM
La grande diffusione dei personal computer avvenuta negli ultimi anni ha permesso
dallingegnere di utilizzare, ad un costo relativamente basso, programmi di calcolo
strutturale in grado di fornire una serie di informazioni essenziali alla progettazione e
alla comprensione del funzionamento delle strutture.
Il problema che si pone quello della simulazione del comportamento dei casi reali
costituiti da corpi continui tridimensionali attraverso elementi mono, bi o
tridimensionali.
Gli ultimi pur contenendo una riproduzione accurata della geometria della struttura
conducono generalmente alla costruzione di modelli computazionalmente pesanti e
poco gestibili.
Per contro gli elementi monodimensionali, pur essendo poveri di informazioni
geometriche (la modellazione avviene con segmenti rettilinei), trovano largo
impiego in applicazioni tipiche dellingegneria civile e forniscono soluzioni
accurate in tempi ristretti (se comparate con modelli equivalenti realizzati con
elementi tridimensionali)
Modelli ad elementi finiti FEM
Modelli ad elementi finiti FEM
Massimo spostamento 5.4cm
-1.60
-0.60
0.40
1.40
2.40
0 10 20 30 40
a

[
m
/
s
2
]
t [sec]
Terremoto LAquila 2009
Tipi di
elementi su
ED-Tridim
Procedimento Risolutivo
Il sistema di soluzioni del tipo:
[ ] F u K =
Matrice di Rigidezza
Vettore degli
spostamenti nodali
Vettore delle Forze
Nodali
Procedimento Risolutivo
Procedimento Risolutivo
Procedimento Risolutivo
Equazione di equilibrio
interno
Equilibrio al contorno
L
V
int
L
V
int
L
V
est
L
V
est
Procedimento Risolutivo
L
V
int
Real Element 3D Model Finite Element Model
Attraverso il TLV possiamo discretizzare il problema
Procedimento Risolutivo
E un piccolo codice FEMche permette di risolvere strutture mediante elementi BEAMe
TRUSS
Nella guida possibile trovare la
teoria alla base del programma
Principali caratteristiche di un
programma FEM
[ ] F u K =
Determinazione del sistema:
Gradi di libert
Sono gli spostamenti ammessi in un nodo
Per problemi meccanici i g.d.l. possono essere su:
- Traslazioni [u
x
,u
y
,u
z
]
- Rotazioni [r
x
,r
y
,r
z
]
[ ]
K u F =
Abbiamo sempre almeno 2 s.d.r.:
- s.d.r. locale (appartenente
allelemento)
- s.d.r. globale (definisce lo
spazio)
Matrice di rigidezza
[ ]
K u F =
E la matrice dei coefficienti del sistema
Considero unasta caricata in punta
da N
N
N
Lo
L
Lasta di sezione A avr una tensione
assiale di:
Se si considera un legame elastico lineare del materiale ci si pu
trovare una relazione tra e :
E

=
Modulo Elastico del materiale
Posso quindi scrivere:
A E
N
Lo
L

=
Dove EA = RIGIDEZZA ASSIALE DELLASTA
Lasta a causa di N sar soggetta
allallungamento L e quindi ad una
deformazione
Lo
L
=
A
N
=
CREAZIONE DELLA MATRICE DI RIGIDEZZA
Impongo L = 1 => N* = (EA)/Lo
La matrice di rigidezza si definisce come la forza che nasce nel nodo a causa di uno spostamento unitario
1 gdl per nodo i minori della matrice di rigidezza sono
matrici 1x1
CREAZIONE DELLA MATRICE DI RIGIDEZZA LOCALE
Matrice di rigidezza di un elemento TRUSS 1D
Il s.d.r. locale coincide con il s.d.r. globale
Matrice di rigidezza di un elemento TRUSS 2D
Il s.d.r. locale coincide NON con il s.d.r. globale
(1) (2)
x
X
Y
e
EA EA
L L
K
EA EA
L L



x1 x2
x1
x2
0 0
0 0 0 0
0 0
0 0 0 0
e
EA EA
L L
K
EA EA
L L




=





x1 y1 x2 y2
x1
y1
x2
y2
Matrice di rigidezza
dellelemento nel s.d.r
locale
cos 0 0
cos 0 0
0 0 cos
0 0 cos
sen
sen
T
sen
sen







=



Ogni elemento ha un s.d.r locale per poter scrivere il sistema risolutivo si deve passare ad un s.d.r. comune per tutti gli elementi che il
s.d.r. globale . Si deve quindi ruotare la matrice K
e
mediante una matrice di rotazione T:
' e T e
K T K T =
11 12 13 14
21 22 23 24 '
31 23 33 34
41 32 43 44
e
k k k k
k k k k
K
k k k k
k k k k



=



x1 y1 x2 y2
x1
y1
x2
y2
2 gdl per nodo i minori della matrice di rigidezza sono
matrici 2x2
Effetto degli spostamenti
unitari sul NODO1 fatti nel
NODO1
Effetto degli spostamenti
unitari sul NODO2 fatti nel
NODO1
Effetto degli spostamenti
unitari sul NODO1 fanno nel
NODO2
Effetto degli spostamenti
unitari sul NODO2 fanno nel
NODO2
3 gdl per nodo i minori della matrice di rigidezza sono
matrici 3x3
NOTA: in un BEAM le grandezze che
riescono a descrivere il suo
comportamento sono:
L = Lunghezza dellasta
A = Area della sezione
I = Momento dinerzia
Le grandezze:
E = Modulo elastico
G = Modulo a taglio
Dipendono dal tipo di materiale non dalla
geometria
(1) (2)
(3)
[1] [2]
Numerazione Globale
(1)
(2)
[1]
Numerazione Locale
(2)
[2]
(1)
Matrice delle incidenze o connettivit
elem [1] [2]
locale 1 2 1 2
globale 1 3 3 2
E la stessa matrice solo che quella a Sx
correla il numero di nodi mentee quella a
Dx correla i g.d.l. (Ux,Uy) per ogni nodo
(1) (2)
(3)
[1] [2]
(1)
(2)
[1]
(2)
[2]
(1)
Matrice delle incidenze o connettivit
elem [1] [2]
locale 1 2 1 2
globale 1 3 3 2
(1) (2)
(1)
(2)
(1) (2) (3)
(1)
(2)
(3)
(1) (2)
(1)
(2)
(1,1) (1,3)
(1,1)
(3,1) (3,3)
(3,3) (3,2)
(2,3) (2,2)
ASSEMBLAGGIO DELLA MATRICE DI
RIGIDEZZA GLOBALE
(1) (2)
(3)
[1] [2]
(1)
(2)
[1]
(2)
[2]
(1)
Matrice delle incidenze o connettivit
elem [1] [2]
locale 1 2 1 2
globale 1 3 3 2
(1) (2)
(1)
(2)
(1) (2) (3)
(1)
(2)
(3)
(1) (2)
(1)
(2)
(1,1) (1,3)
(1,1)
(3,1) (3,3)
(3,3) (3,2)
(2,3) (2,2)
ASSEMBLAGGIO DELLA MATRICE DI
RIGIDEZZA GLOBALE
(1) (2)
(3)
[1] [2]
(1)
(2)
[1]
(2)
[2]
(1)
Matrice delle incidenze o connettivit
elem [1] [2]
locale 1 2 1 2
globale 1 3 3 2
(1) (2)
(1)
(2)
(1) (2) (3)
(1)
(2)
(3)
(1) (2)
(1)
(2)
(1,1) (1,3)
(1,1)
(3,1) (3,3)
(3,3) (3,2)
(2,3) (2,2)
ASSEMBLAGGIO DELLA MATRICE DI
RIGIDEZZA GLOBALE
(1) (2)
(3)
[1] [2]
(1)
(2)
[1]
(2)
[2]
(1)
Matrice delle incidenze o connettivit
elem [1] [2]
locale 1 2 1 2
globale 1 3 3 2
(1) (2)
(1)
(2)
(1) (2) (3)
(1)
(2)
(3)
(1) (2)
(1)
(2)
(1,1) (1,3)
(1,1)
(3,1) (3,3)
(3,3) (3,2)
(2,3) (2,2)
ASSEMBLAGGIO DELLA MATRICE DI
RIGIDEZZA GLOBALE
(1) (2)
(3)
[1] [2]
(1)
(2)
[1]
(2)
[2]
(1)
Matrice delle incidenze o connettivit
elem [1] [2]
locale 1 2 1 2
globale 1 3 3 2
(1) (2)
(1)
(2)
(1) (2) (3)
(1)
(2)
(3)
(1) (2)
(1)
(2)
(1,1) (1,3)
(1,1)
(3,1) (3,3)
(3,3) (3,2)
(2,3) (2,2)
ASSEMBLAGGIO DELLA MATRICE DI
RIGIDEZZA GLOBALE
(1) (2)
(3)
[1] [2]
(1)
(2)
[1]
(2)
[2]
(1)
Matrice delle incidenze o connettivit
elem [1] [2]
locale 1 2 1 2
globale 1 3 3 2
(1) (2)
(1)
(2)
(1) (2) (3)
(1)
(2)
(3)
(1) (2)
(1)
(2)
(1,1) (1,3)
(1,1)
(3,1) (3,3)
(3,3) (3,2)
(2,3) (2,2)
ASSEMBLAGGIO DELLA MATRICE DI
RIGIDEZZA GLOBALE
(1) (2)
(3)
[1] [2]
(1)
(2)
[1]
(2)
[2]
(1)
Matrice delle incidenze o connettivit
elem [1] [2]
locale 1 2 1 2
globale 1 3 3 2
(1) (2)
(1)
(2)
(1) (2) (3)
(1)
(2)
(3)
(1) (2)
(1)
(2)
(1,1) (1,3)
(1,1)
(3,1) (3,3)
(3,3) (3,2)
(2,3) (2,2)
ASSEMBLAGGIO DELLA MATRICE DI
RIGIDEZZA GLOBALE
(1) (2)
(3)
[1] [2]
(1)
(2)
[1]
(2)
[2]
(1)
Matrice delle incidenze o connettivit
elem [1] [2]
locale 1 2 1 2
globale 1 3 3 2
(1) (2)
(1)
(2)
(1) (2) (3)
(1)
(2)
(3)
(1) (2)
(1)
(2)
(1,1) (1,3)
(1,1)
(3,1) (3,3)
(3,3) (3,2)
(2,3) (2,2)
ASSEMBLAGGIO DELLA MATRICE DI
RIGIDEZZA GLOBALE
[ ]
K u F =
Carichi
I carichi nodali sono congruenti ai g.d.l. attivi nel
nodo
- Carichi concentrati [F
x
,F
y
,F
z
]
- Coppie concentrate [M
x
,M
y
,M
z
]
Come visto prima i carichi sugli elementi vengono
ricondotti a carichi nodali.
Lassemblaggio dei carichi viene fatto
in modo analogo a come si assembla la
matrice di rigidezza
Condizioni di vincolo
Sono i punti in cui la soluzione nota
Per problemi meccanici possiamo bloccare:
- Vincoli sulle Traslazioni [u
x
,u
y
,u
z
]
- Vincoli sulle Rotazioni [r
x
,r
y
,r
z
]
A seconda dei g.d.l. del nodo
[ ]
K u F =
Si eliminano righe e colonne del sistema
risolutivo nei punti di soluzione nota (dove
stato assegnato un vincolo).
Soluzione del sistema lineare
[ ]
1
u K F

=
Ci sono vari schemi risolutivi:
- Gauss
- Cholesky
-
v. Corso di Calcolo numerico
Esempi Modelli
(Elementi Beam)
Esempi Modelli
(Elementi Plate)
Esempi Modelli
(Brick)

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