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Riccardo NELVA - Bruno SIGNORELLI

AWENTO ED EVOLUZIONE DEL


CALCESTRUZZO ARMATO IN ITALIA:
IL SISTEMA HENNEBIQUE

ASSOCIAZIONE ITALIANA TECNICO ECONOMICA DEL CEMENTO


RICCARDO NELVA - BRUNO SIGNORELLI

AWENTO ED EVOLUZIONE DEL CALCESTRUZZO ARMATO IN ITALIA: IL SISTEMA HENNEBIQUE


Riccardo NELVA - Bruno SIGNORELLI

AWENTO ED EVOLUZIONE DEL


CALCESTRUZZO ARMATO IN ITALIA:
IL SISTEMA HENNEBIQUE

ASSOCIAZIONE ITALIANA TECNICO ECONOMICA DEL CEMENTO


RICCARDO NELVA (Torino, 1947), ingegnere civile, è prima assistente (1971), poi
professore incaricato, successivamente professore associato (1983) di Documen-
tazione Architettonica presso il Politecnico di Torino. Dal 1986 è professore straor-
dinario di Architettura Tecnica presso la Facoltè. di Ingegneria dell'Universitè. di
Udine.
Ha svolto studi e diretto ricerche con finanziamenti del Consiglio Nazionale delle
Ricerche e del Ministero della Pubblica Istruzione nel campo tecnologico-edilizio e
nell'ambito della storia delle tecniche edilizie, con approfondimenti sui fenomeni e
sulle personalitè. dell'architettura e dell'ingegneria. I:. autore di numerose pubbli-
cazioni in argomento.

BRUNO SIGNORELU (Torino, 1933), architetto, giornalista pubblicista, svolge da


anni studi e ricerche sui problemi dell'ingegneria militare, rinascimentale e
barocca, su personalitè. dell'Art Nouveau e su fenomeni dell'architettura e dell'in-
gegneria tra la meta dell'Ottocento ed il 1930. I:: autore di numerose pubblicazioni
sull'argomento e collabora a riviste ed al Dizionario Biografico degli Italiani.

© by EDIZIONI DI SCIENZA E TECNICA ~ MILANO - 1990


20147 MILANO - Via Tommaso Gulli, 32 - te!. (02) 405174

Grafica e stampa a cura delle EDIZIONI DI SCIENZA E TECNICA - M!LANO

In caso di riproduzione, anche parziale. occorre rAulorizzaZlone degli Autori

In copertina Disegno di progetto del Padiglione Ansaldi a Milano, 1903


(A P. dos Milano-Lombardia 1903. pral. 1421/20401)

ISBN 88-7028-012-8
In ricordo di un Maestro

Questa breve introduzione vuole essere il ricor- da questo archivio, alcuni ponti cellulari ad arco
do d i un Maestro a cui dobbiamo, tra l'altro, la ribassato tipo Risorgimento pubblicando due
prima indicazione dell'archivio dell'impresa e saggi nel 1950.
ufficio di progettazione G.A. Porcheddu, dal cui A partire dal 1977, dietro suo suggerimento e
stud io è originato questo libro. con contributo del CNR, abbiamo iniziato ad or-
Augusto Cavallari Murat, fondatore e Direttore dinare ed esaminare i 385 dossiers con circa
dell'Istituto di Architettura Tecnica del Politecni- 2600 lavori di cui è composto l'Archivio, in tale
co d i Torino, ci segnalO infatti l'esistenza, pres- opera Egli ci ha seguito con puntualizzazioni, in-
so l'allora Istituto di Tecnica delle Costruzioni, formazioni e ricordi.
dell'Archivio della Società Porcheddu, Agente e Questo libro avrebbe dovuto iniziare con la pre-
Rappresentante del Sistema Hennebique, fonte fazione che gli avevamo chiesto e che con entu-
preziosa per indagare e comprendere i fenome- siasmo ci aveva promesso, anche se la salute
ni legati alla diffusione in Italia dei manufatti in negli ultimi tempi non lo assisteva.
calcestruzzo armato. L'Archivio era pervenuto, Ci ha lasciati nel marzo del 1989, a Lui ed al suo
dopo la liquidazione della Società, al Politecni- insegnamento scientifico dedichiamo le pagine
co d i Torino, ed in particolare al Laboratorio di che seguono, che speriamo possano essere di
Costruzioni in legno, ferro e cemento armato, di- base e di innesco per futuri approfond imenti ed
retto dal prof. G. Albenga, del quale Cavallari era estensioni di un campo di ricerca oggi ancora
giovane assistente. poco studiato ma di grande importanza.
Proprio Cavallari Murat aveva studiato, partendo

Riccardo Ne/va - Bruno Signorel/i

Torino, dicembre 1989


VIII

Questa pubblicazione riporta i risultati di una ri- gegneria Strutturale del Politecnico di Torino
cerca avviata presso il Politecnico di Torino e che hanno consentito lo sviluppo dell e fasi della
sviluppata anche mediante il contributo finan- ricerca.
ziario del Consiglio Nazionale delle Ricerche Ringraziano i proprietari degli edifici che hanno
(contributo CT 7901601.07 "Evoluzione delle concesso ed agevolato le ricerche in sopralluo-
tecniche e dei linguaggi architettonici del calce- go, in particolare il Centro Storico Fi at e la So-
struzzo armato in Italia tra la fine dell'Ottocento e cieta dei Silos di Genova per aver anche fornito
il 1930"). materiale fotografico documentario.
Gli autori ringraziano per gli aiuti e i consigli i Collaborazione al riordino del testo e alle ricer-
professori A. Cavallari Murat (tL V. Borasi, G. che d'archivio: F. Zampicinini.
Guarnieri del Politecnico di Torino. Collaborazione fotografica: A. Cotta Ramusino,
Ringraziano il Dipartimento di Ingegneria dei Si- P. Guarrera, M. Zoia.
stemi edilizi e territoriali ed il Dipartimento di ln-

Gli Autori ringraziano in modo particolare l'Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento
che ha permesso, con il suo finanziamento, la stampa di questo volume.
Abbreviazioni e terminologia

Occorre premettere che esiste ancora oggi, a più di un se- mentizio armato spesso abbreviata in c.c.a.
colo dalla nascita, un'incertezza di denominazione della Tuttavia nel titolo di questa pubblicazione, poiché proprio le
tecnica costruttiva qui trattata e nata dal connubio di barre denominazioni che compaiono nei capitolati d'appalto,
metalliche opportunamente sagomate e posizionate ed nelle carte intestate originarie, ecc., relative alle realiz-
impasti di inerte, acqua e cemento. zazioni in Sistema Hennebique in Italia portano la dizione
Tale tecnica è stata denominata nel tempo con termini varL calcestruzzi armati è sembrato opportuno man tenere tale
calcestruzzo armato, ferro cemento, siderocemento, ce- termine, che possiamo definire storico, e che corrisponde
mento armato, conglomerato cementizio armato, ecc.(l). alla traduzione del termine originario béton arme, utilizzato
In effetti, ad un esame comparato, la denominazione attuale sempre da Hennebique e dai suoi uffici di progettazione dai
tecnicamente più corretta è conglomerato cementizio ar- quali dipendevano gli studi italiani. Si è inteso cosi
mato: essa non dà adito all'inesattezza del pur diffuso termi- sottolineare nel titolo l'interesse per un preciso periodo
ne cemento armato poiché non confonde il legante (cemen- storico durante il quale si è assistito allo sviluppo di questa
to) con l'impasto complessivo (formato da acqua, inerti e nuova tecnica.
cemento) ed evita l'ambiguitache la parola tradizionale cal- Le abbreviazioni usate nel testo e nelle didascalie sono le
cestruzzo possa indicare un impasto non univocamente de- seguenti:
finito (ad esempio: calce, pozzolana, inerti ed acqua, utiliz-
zato gia dai romani). A.P. Archivio Porcheddu
La denominazione citata viene tra l'altro adottata sia dal A.P.f. Archivio Porcheddu, fototeca
prat. pratica
vecchio A.D. 16.11.1939 "Norme per l'esecuzione delle
opere in conglomerato cementizio semplice ed armato", sia doso dossier
dalla legge 5.11.1971, n. 1086 "Norme per la disciplina del- c.c.a. conglomerato cementizio armato.
le opere in conglomerato cementizio armato normale e
precompresso ed a struttura metallica" che è attualmente la
regolamentazione base delle opere in questa tecnica. (1) Calcestruzzo, cemento armato, ecc., in "Archi e colonne", a.l, n.
Nel testo è stata quindi usata la dizione conglomerato ce- 1, gen.-feb. 1985, p. 86.
Summary

This work is intended as a contributlon to studies concern- in thlrty-odd years of activity, including a number of world
ing the development of architectonic techniques and lan- records: the grain silos at Ihe port of Genoa (1 899/1901)
guages in the twentieth century. which al the lime was the world's largest reinforced con-
It add resses the problematic aspects of the advent, spread crete struclure, the Risorgimento bridge in Rome (1911)
and development of reinforced concrete techniques in Italy. whose 100 m arch span made it the world's largest
In particular, it refers to the "Hennebique System" lntro- reinforced concrete bridge, and the Fiat Lingotto plant
duced by G.A. Porcheddu, Agent and Generai Dealer for (1922) in Turin, which has recentJy attracted the interest of
Northen ltaly, in the years between 1895 and 1930. hislorians and engineers.
Francois Hennebique is considered cna of the major fi- The company worked in many cities and areas of Italy:
gures behind the worldwide spread of reinforced concrete; Turin, Milan, Genoa, Venice, Rome, Reggio Calabria,
in 1892, ha patented a construction method which made it Messina, Palermo, etc.
possi ble to build fireresistant structures of good load- The study covers a wide range of topics concern ing Ihis pe-
bearing capacity. riod, whose criticaI history has only begun to be written in
Over a periad of a few years, Hennebique created a recent years.
worldwide organization and brought out a magazine, "Le Topics include: the historical-economic aspecls of the
béton armé". Hennebique's intuitive approach involved spread of reinforced concrete, development aspe cis of
using metal reinforcement In cast concrete areas subject to design methods and construclion techniques, aspects re-
tensile stress; from there, he developed a system based on lating to structure concepilo n and dealings wilh designers
slmple experimentally-derlved formulas for structural and customers, and geographical and chronological
calcu latlon. aspects.
Unlike olher system in use at the time, Hennebique's Given the wide range of topics discussed, this work is
method made it possible to position reinforcement intended to be not only an initial contribution lo the field, but
shackles and re-bars in a rational manner whlch is al so an invitation to furlher criticai investigati ons of this
substantially the same as that stili in use today. complex subject, whlch has had such a considerable im-
This study 15 based on research carried out wlth the contri- pact on Ihe development of modern architectu re.
bution of Ihe Italian National Research Council, and stems The text ls i1lustrated by a series of hislorical photographs
from an examination of the G.A. Porcheddu company published tlere far the fir5t lime, which show vari ous stages
record. This company spread the Hennebique system in of construction work and plans.
Italy, and was responsible for around 2.600 constructions
Indice

Abbreviazioni e terminologia IX

1. Introduzione . 1

2. Alcune motivazioni tecnico-economiche che favorirono l'introduzione del conglomerato cementizio armato
in Italia.. . . 3
2.1 Premessa . . 3
2.2 Cenni sul momento storico-economico in Italia nell'ultimo quarto dell'Ottocento . 3
2.3 Considerazioni sulla diffusione della tecnica del c.c.a. e sui costi di realizzazione . 4

3. Note sulla tecnologia edile in Italia alla fine del XIX secolo attraverso la manualistica e le più diffuse realizza-
zioni . . 7
3.1 Premessa . 7
3.2 L'edilizia civile . 7
3.3 Note sull'edilizia industriale . 9
3.4 Richiami relativi alle grandi strutture . . 9

4. Il Sistema Hennebique, la sua diffusione nel mondo, la tecnica costruttiva ed i metodi di calcolo . 11
4.1 Premessa . 11
4.2 François Hennebique - cenni sulla vita e sull'attività .. 12
4.3 L'organizzazione Hennebique e la sua diffusione nel mondo .. 12
4.4 Cronologia delle principali opere di Hennebique . 14
4.5 Caratteristiche del sistema costruttivo e metodo di calcolo . 15

5. La Soc. G.A. Porcheddu e la diffusione del Sistema Hennebique in Italia . 19


5.1 La diffusione del Sistema Hennebique in Italia . . 19
5.2 La Soc. G.A. Porcheddu di Torino . . 22
5.3 L'archivio della Soc. G.A. Porcheddu e l'organizzazione dello Studio tecnico , .. 25

6. Le prime applicazioni del Sistema Hennebique, il passaggio dai solai alle strutture a telaio, l'evoluzione
dell'edilizia civile e industriale, gli aspetti architettonico·compositivi . 27
6.1 Le prime applicazioni del Sistema Hennebique, i solai . 27
6.1.1 Considerazioni introduttive . . 27
6.1.2 Le so lette piane, i solai con travi e i solai a camera d'aria . 27
6.1.3 I solai alleggeriti con blocchi laterizi . 31
6.2 Tecniche costruttive innovative nel primo decennio del Novecento per la realizzazione di solai in conglome-
rato cementizio armato . . 36
6.3 Il passaggio dai solai alle strutture a telaio. .. . 41
6.3.1 Progressivo impiego delle strutture in c.c.a. nell'edilizia residenziale . . 41
6.3.2 L'utilizzazione delle strutture a telaio e lo studio di soluzioni innovative . . 45
6.4 L'evoluzione dell'edilizia industriale e le strutture speciali . . 48
6.5 Cenni sui nuovi mezzi di cantiere sviluppati con l'avvento del c.c.a. 70

7. I ponti e le grandi opere strutturali . . 75


7.1 Considerazioni generali.. . . 75
7.2 Il punte Risorgimento: caratteristiche e significati innovativi . . 77
7.2.1 Premessa sull'inserimento urbanistico ambientale con riferimento alla situazione del1911 e successive tra-
sformazioni . . .. 77
722 Caratteristiche del ponte e sua collocazione nell'evoluzione delle strutture in c.c.a. e dì quella dei ponti
cellulari. . . 81
72.3 La realizzazione dell'opera vista attraverso gli aspetti organizzativi e di cantiere. 83
XIV Indice

7.2.4 Interpretazione del significato di questo ponte Quale realizzazione altamente innovativa e quale oggetto di
precisa individualità a livello di immagine urbana .. 84
7.3 Documentazione di ponti. 90

8. Considerazioni sulla localizzazione geografico~cronologicadei principali interventi 102


8.1 Premessa .. 102
8.2 L'attività in Torino 102
8.3 Interventi in Piemonte 103
8.4 Interventi in Lombardia e Veneto 105
8.5 Interventi a Genova e in Liguria 105
8.6 I poli di Roma, Messina, Reggio Calabria. Palermo 108
8.7 Zone diverse (Italia centrale, meridionale e Sardegna) 111
8.8 Possedimenti italiani d'oltremare e interventi all'estero 112

9. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni 113


9.1 Premessa 113
9.2 Note sull'elaborazione delle schede 113
9.3 Schede degli interventi 113

10. Rapporti con i progettisti, le personalità del mondo dell'architettura, la grande committenza 164
10.1 I rapporti con i progettisti e con le personalità del mondo dell'architettura 164
10.2 I rapporti con la grande committenza 166

11. Considerazioni sulle tecniche di rappresentazione negli elaborati grafici 168


11.1 Premessa , 0....................... 168
11.2 Problemi di trasmissione delle idee legati alla nuova tecnica costruttiva 168
11.3 Tecniche di rappresentazione e nuove convenzioni grafiche utilizzate per i progetti di strutture in conglome-
rato cementizio armato , 0 ".............................................................................. 168
11.4 Aspetti relativi all'ideazion~ statica e formale leggibili nei disegni e nelle relative realizzazioni 173

12. Considerazioni sugli interventi con conglomerato cementizio armato in ambito di edilizia agricola 176
12.1 Premessa 176
12.2 Considerazioni sulla localizzazione e sui committenti 176
12.3 Tipologie edilizie, tipologie strutturali 0 •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• , . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 178
12.4 Considerazioni conclusive 180

Bibliografia . . _ . 182

I Capitoli siglati RN sono stati elaborati da Riccardo Nelva, quelli siglati SS sono stati elaborati da Bruno S ignorelli.
I Capitoli siglati RN-SS sono stati elaborati da ambedue gli Autori.
Il Capitolo 12 è stato elaborato da Franco Zampicinini.
Capitolo 1.

Introduzione

Questa opera intende portare un contributo nel contesto gneria e dell'architettura. Tali aspetti sono indagabili su
più generale degli studi sull'evoluzione delle tecniche e dei molte realizzazioni di grande importanza, alcune delle Quali
linguaggi architettonici tipici dell'edilizia del XX secolo. di risonanza internazionale, come ad esempio il ponte
Esso ha per oggetto gli aspetti problematici che hanno atti- Risorgimento di Roma che detenne il record mondiale di
nenza con l'awento, la diffusione e l'evoluzione delle ponte ad arco in c.c.a. di maggior luce e lo stabi limento Fiat
tecniche del conglomerato cementizio armato in Italia. In Lingotto di Torino su cui si è accentrato l'inte resse della
particolare esso fa riferimento al "Sistema Hennebique" critica moderna.
introdotto dalla Società G. A. Porcheddu, Agente e Conces- A mano a mano che si è proceduto nello studio, gli argo-
sionario Generale per l'Alta Italia [1 l, negli anni compresi tra menti meritevoli di un approfondimento specifico si sono
la fine dell'Ottocento ed i primi decenni del Novecento. moltiplicati, gli autori sono stati quindi obbligati ad effet-
Questi studi sono stati giustificati dalla fortunata disponi- tuare delle scelte che hanno privilegiato determinati temi,
bilità dell'archivio. per gran parte inedito, di progetti tenendo conto anche dell'impostazione di Questo lavoro.
(disegni, calcoli e corrispondenze) delle costruzioni Molti argomenti, qui solo richiamati, non sonò quindi da
esegu ite tra il1894 ed il 1933 dalla Società innanzi citata ed abbandonare e sono degni di approfonditi futuri studi, che
hanno preso l'avvio, previa catalogazione, proprio si spera questa pubblicazione possa innescare.
dall'esame critico delle opere ivi documentate [2]. In questa opera si è cercato di privilegiare, (tenendo conto
Un'idea dell'attività svolta dalla Soc. Porcheddu in Italia puO della vastità dell'argomento, delle ricerche attualmente in
essere data dal numero di lavori eseguiti e documentati corso in Italia ed all'estero [3], dell'ampiezza delle
dall'archivio citato: circa 2.600 opere. documentazioni e dei problemi inerenti alla catalogazione
Considerata l'importanza dell'attività di questa azienda dell'archivio) gli aspetti relativi all'evoluzione tecnica legati
sono coinvolte nello studio diverse problematiche ai primi anni di applicazione del Sistema Hennebique, pre-
riferentisi agli aspetti architettonico-compositivi, storico- ceduti da una analisi storico-economica della situazione
economici, ai criteri di calcolo, alle tecniche realizzative, ai dell'epoca, e affiancati da considerazioni tecnico-econo-
rapporti intrattenuti con le personalità del mondo dell'inge- miche ed imprenditoriali.

Fig. 1.1: Proposta di un'autostr@daadue li-


velli con strutture in c.c.a., avanzata dal-
l'ing. Porcheddu nel 1906 (A.p.f.)
2 l. Introduzione

Occorre però ricordare che gli anni interessati rientrano in NOTE al Capitolo 1.
un periodo del Quale solo di recente si stà scrivendo critica-
[1] Queste ricerche si sono avvalse del ca.ntributo CNR
mente la storia. Si pensi ad esempio ai progettisti coinvolti: CT79.01601.07 "Evoluzione delle tecniche e dei linguaggi ar-
spesso essi sono praticamente sconosciuti, degli stessi in chitettonici del calcestruzzo armato in Italia tra la fine dell'Ot-
molti casi non esistono biografie o studi monografici, al più j tocento ed il 1930".
loro nomi ricorrono come semplici citazioni. [21 L'archivio, proveniente dall'ex Istituto di Tecnica delle Costru-
In conclusione. da quanto esposto, Questo libro vuoi esse- zioni, ora confluito nel Dipartimento dì Ingegneria Strutturale
del Politecnico di Torino, è attualmente in deposito (ordinato
re, oltre che un primo contributo di studi, un invito allo
per località e per anni) presso il Dipartimento di Ingegneria
sviluppo critico di un argomento così complesso, ma im- dei Sistemi Edilizi e Territoriali del medesimo ateneo.
portante per lo sviluppo dell'architettura moderna. Per 13] t:. in fase di ordinamento l'archivio di F. Hennebique (cfr. GU-
ragioni operative gli scriventi hanno dovuto ricorrere e BLER J., Prolégomenes à Hennebique, in "Etudes des lettres",
basare le proprie considerazioni su casi esemplificativi, octobre-decembre 1985, Lausanne, p. 63 e se gg.); sono inol-
non potendo molte volte disporre di una analisi sistematica. tre in corso tesi di laurea presso la Facoltà di Architettura
dell'Università di Genova, che analizzano gli interventi della
Soc. Porcheddu in Liguria, e presso la Facolta. di Architettura
del Politecnico di Torino.
Capitolo 2.

Alcune motivazioni tecnico-economiche che favorirono l'introduzione


del conglomerato cementizio armato in Italia
(s.s.)

2.1 Premessa anomalo lo ebbe, in questo contesto, l'industria edile che


conobbe una vera e propria espansione sino al 1890. Una
Prima di analizzare in dettaglio gli aspetti attinenti alla diffu- indicazione abbastanza significativa la danno gli incre-
sione del "calcestruzzo armato Sistema Hennebique", bre menti dei mutui fondiari che raggiunsero la cifra di cento
vettata in Francia nel 1892 e diffuso nel mondo ed in Italia a milioni annui nel triennio 1887-1889, contro i venti di media
partire dall'ultimo decennio dell'Ottocento, si ritiene utile degli anni precedenti [2].
effettuare un breve esame della situazione tecnico-edilizia Questa febbre edilizia ebbe i suoi momenti di punta special-
ed economica italiana, collegala anche al momento mente a Milano (1870-1880) ed a Roma (1871-1873). Se-
politico, per avanzare una serie di considerazioni sulle condo l'Abrate assunse "proporzioni colossali" dopo il
motivazioni che favorirono l'introduzione e la diffusione di 1883 a Roma, con un secondo momento di svilu ppo, ed a
tale tecnica costruttiva. Napoli, a seguito degli interventi relativi alla nota legge del
"Risanamento edilizio" del 1885 [3].
La citata "guerra doganale" colpì dopo il 1890 indiretta-
mente anche lo sviluppo edile italiano [4} e creò le sue
vittime, tra l'altro, nel sistema bancario torinese, che venne
praticamente spazzato. via. [5].
2.2 Cenni sul momento storico-economico in Con il 1890 si ebbe il pressoché totale arresto della attività
Italia nell'ultimo quarto dell'Ottocento edilizia italiana, che durò, per la parte residenziale, per un
quindicennio, soprattutto nei grandi centri.
Nel 1873, con il crollo della Borsa Valori di Vienna, iniziava Gli investimenti lordi dell'industria infatti passavano da 909
[1] una "grande depressione", a livello mondiale, che milioni nel 1896 a 1814 milioni nel 1900 (con un incremento
sarebbe durata sino alla metà dell'ultimo decennio del del 100%) mentre nell'edilizia si aveva una caduta di
secolo. Questa crisi ebbe effetti devastanti anche sull'an- capitale delle società immobiliari da 50 a 40 milioni, numeri-
damento dell'economia italiana, soprattutto negli anni camente le stesse scesero da 21 a 6.
1888-1 896, quando la stessa dovette sopportare i gravi Il momento di massima crisi economica fu parallelo a quello
impatti generati dalla guerra delle tariffe doganali, a seguito politico, con la caduta del governo Crispi nel 1896, dopo la
della caduta generalizzata dei prezzi agricoli,'e la conse- sconfitta di Adua; tale crisi culminò nella rivolta milanese
guente fuga di capitali francesi dall'Italia. Un andamento del 1898, sedata dall'intervento dei reparti militari, guidati

~o VANI DI
;8000 ~8ITAZIONE 1m) JI :OSTRUZIONE m) Cli COsTll.UZ~ONE
l EDILIZIA RESIDENZIALE
16000
1 EDILIZIA INDUSTRIALE

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Fig. 2.1 : Grafico delle licenze concesse per Fig. 2.2: Volumi in m) di costruzione dei Fig. 2.3: Volumi di m 3 di costruzione dei
le costruzioni di vani di abitazione fra il progetti autorizzati per l'edilizia residenzia- progetti autorizzati per l'edilizia industriale
1900 e il 1920 in Torino (fonte: L'attività edi- le in Torino (fonte: L'attività edilizia torinese in Torino (fonte: L'attività edilizia torinese
lizia torinese nel 1900-1929, in Torino. nel 1900~ 1929, in Torino, 1929) ne/1900-1929, in Torino, 1929)
1929)
4 2. Alcune motivazioni tecnico-economiche che favorirono l'introduzione del conglomerato cementizio armato in Italia

dal generale Bava-Beccaris. basso costo (essa copriva i 2/3 del fabbisogno italiano nel
Il successivo miglioramento della situazione politica fu 1914) [8] e di localizzare le industrie in siti PDù accessibili ai
favorito dalla progressiva presa di potere di G. Giolitti, trasporti e non più legati alle fonti energetic he idrauliche a
divenuto primo ministro nel 1903. Iniziò così quella che gli salto in zone montane (situate in prossimitè. dei corsi d'ac-
storici definiscono "epoca giolittiana", che, accompagnata Qua). In questo contesto è da collocare la nascita delle
da un riformismo pragmatico, favorì il grande balzo grandi societè. elettriche in cui ebbero parte attiva
industriale italiano: l'indice della produzione, che nel 1881 numerose personalità del mondo economico di allora.
era pari a 54, passo nel 1896 a 75 e nel 1913 a 184 [6]. Anche l'edilizia ebbe notevole incremento in questi anni co-
Il momento propizio dell'industria italiana, loealizzabile a me documentato dai volumi di costruzione eseguiti e dalle
partire dal 1896 circa, venne favorito dal buon andamento licenze di costruzione concesse dai comun i (figg. 2.1,2.2,
dell'economia mondiale, a cui giovO l'ingresso sul mercato 2.3).
dell'oro sudafricano e dell'Alaska, con conseguente rialzo
generalizzato dei prezzi agricoli ed industriali. Occorre ri-
cordare che in Questi anni diverse importanti innovazioni si
affermarono, tra cui: l'automobile, il telefono, la telegrafia
senza fili, la cinematografia, le scoperte nella chimica di 2.3 Considerazioni sulla diffusione della tecni-
sintesi e nella medicina, il motore elettrico e il trasporto a ca del c.c.a. e sui costi di realizza:zione
distanza della energia elettrica (corrente alternata, trasfor-
matore statico). Contemporaneamente vi fu, sul mercato
finanziario italiano, l'ingresso di due banche di matrice e Come innanzi descritto, risulta che la comparsa del c.C.a. in
capitale svizzero-tedesco: la Banca Commerciale Italiana e Italia è contemporanea al fenomeno di espansione
il Credito Italiano. Questi due istituti operavano prevalente- industriale: infatti è negli ultimi anni dell'Ottocento che il
mente a supporto dell'industria e non finalizzati al solo mercato inizia a richiedere nuovi stabilimenti di una certa
investimento immobiliare [7] e favorirono, con appositi dimensione.
finanziamenti, l'avvio dell'industria meccanica ed elettrica. In Francia il c.c.a. si era affermato nell'ultimo quinquennio
Quest'ultima venne anche aiutata dalla legislazione che dell'Ottocento con manufatti di edilizia industriale (siI05,
consentì l'impianto di elettrodotti e il trasferimento a filature) e di servizio (ponti, serbatoi, ecc.) mentre gli
distanza dell'energia. CiO permise l'utilizzazione di bacini impieghi in edilizia abitativa avvennero in e poca più tarda.
montani che fornivano energia rinnovabile relativamente a Inizialmente la pubblicizzazione di Questo nuovo" modo di

Fig. 2.4: Palazzo Assicura.zioni Generali Ve-


nezia a Milano, appaltatO nel 1898 (A.P.f.)
:2-.:3:..-C_o_ns_i_d_e_ra_z_io_n_i_,u_'_'a_d_i_ff_U'_i_O_ne_d_e_"a_T.:-ec.:-n_i.:-ca:..-d.:-e_'c.:-..:-c.:-.a_
. .:-e-.:S.:-u_i.:-Co:..'-.:'_id:..i.:-r-.:e.:-a.:-liz:..z.:-a:..zi.:-o_ne:..- 5

costruire si incentrava sul motto della societè. Hennebique (1000 mattoni costavano 23 lire) ed un'ora lavorativa corri-
"PI us d'incendies désastreux" che metteva in evidenza spondeva al valore di circa 16 mattoni. Le stesse conside-
un a delle sue principali caratteristiche e cioè il buon razioni riferite alle retribuzioni dei garzoni e dei manovali
co rnportamento in presenza del fuoco, importante soprat- indicano che il salario di una giornata corrispondeva al va-
tutto per gli edifici destinati ad impieghi nel terziario e lore di 70 mattoni ed un'ora corrispondeva al valore di 7 o 8
nell'industria, più soggetti ad incendio per il tipo di attività mattoni [111.
in essi svolto e per il materiale immagazzinato. In effetti il Relativamente alle opere finite si può notare dai preziari
c.c.a. fu apprezzato in Italia anche per altri indubbi vantaggi, detl'epoca [12] che nel 1901 la muratura di mattoni con
eh e sono messi in evidenza già nelle prime realizzazioni di voltini costava 19,20 lire/m 3 , ed i solai civili in travi e tavole
un a certa dimensione, a partire .dal 1898. Tra questi si piallate di legno costavano al rustico 7,80 lire/m 2 , mentre le
citano la monoliticita del manufatto e quindi anche la sua si- volte in mattoni (12 cm in chiave e 24 cm all'imposta)
cu rezza statica globale, la possibilita di realizzare confor- costavano al rustico 3,90 lire/m 2 ; il conglomerato cementi-
mazioni anche complesse, la notevole resistenza zio per le fondazioni raggiungeva le 28,50 Iire/rn 3 .
all'umidita, utile specialmente per le fondazioni, l'igienicita Per quanto riguarda le strutture in c.c.a., ancora Poco usuali
de I manufatto ed una presunta economicita, per certe e coperte da brevetti, non è facile trovare le voci d i costo nei
tipologie. preziari ufficiali di inizio Novecento (che riportavano medie
Inoltre questa nuova tecnica presentava dei vantaggi di dei prezzi dei lavori usuali eseguiti su una determinata
se mplificazione esecutiva rispetto alla costruzione tradi- piazza).
zionale, parcellizzando il lavoro fra preparatori dei ferri, I:. quindi parso utile, nella presente ricerca, riferirsi diretta-
ca rpentieri che allestivano i casseri, manovali che mente ai prezzi praticati dalle imprese appaltatrici e nel
im pastavano cemento, acqua ed inerti e trasportavano il caso specifico quelli praticati dalla Soc. G. A. Porcheddu,
cOl1glomerato nelle casseforme. Tali lavori potevano proce- ricavandone i dati, ave presenti, dalle documentazioni
de re in parallelo. Nell'edilizia in muratura, con la costru- d'archivio.
zione tradizionale tutto il lavoro era legato al mastro Tenendo conto che inizialmente le prime realizzazioni in
muratore, che con il garzone, procedeva ad alzare i corsi di c.c.a. nell'edilizia civile ed industriale sono relative a
mattoni ed a costruire le volte, mentre i carpentieri strutture orizzontali, si è ritenuto interessante analizzare il
allestivano gli impalcati. costo di alcuni tipi di solai, che è possibile ricavare dalla
In Italia vi era inoltre l'ulteriore problema della carenza di vicenda costruttiva del Palazzo della Societa Assicurazioni
ferro che determinava per la costruzione in carpenteria Generali Venezia, in Milano, appaltato nel 1898_
melallica (lanciata negli Stati Uniti e sviluppata anche in Eu- L'edificio (fig. 2.4) ancora oggi esistente in piazza Cordusio,
ropa da Eiffel ed altri) costi elevati. progettato dal noto architetto L. Beltrami, in collaborazione
Da queste considerazioni parrebbe emergere anche un con l'ingegnere L. Tenenti, è impostato su cinque piani fuori
vantaggio economico dall'impiego di questa tecnica terra a struttura muraria tradizionale. I solai in origine erano
costruttiva. In effetti il problema è molto più complesso, previsti in putrelle e voltini. Venne richiesto alla Soc. G.A.
oc corre ndo bilanciare i costi immediati di realizzazione con Porcheddu, rappresentante del sistema Hennebique in
la economicita e la durata nel tempo dei manufatti. Esistono Italia, un preventivo per un'eventuale realizzazione di solai
inoltre fattori dei quali non è facile valutare economica- in c.c.a. [13J.
mente l'incidenza (igienicita, resistenza all'incendio, ecc.). Dalla documentazione d'archivio (14) emerge che i costi
Peruna valutazione il più possibile corretta di questi aspetti delle strutture in C.C.a. erano superiori a Quelli delle
è opportuno esaminare quali erano i costi di realizzazione strutture tradizionali. L'impresa Porcheddu offriva dei
in edilizia tradizionale (materiali e mano d'opera) e confron- prezzi diversi, uno per i solai con nervature principali e
tarli con quelli delle nuove proposte in c.c.a. secondarie (da utilizzarsi per i piani superiori) ed uno per i
Relativamente all'edilizia tradizionale la figura del muratore soiai ad intradosso piano (che richiedevano una doppia
risulta fondamentale. Lo Spriana [9] indica in Torino questa solelta) da impiegarsi a copertura dei saloni del piano
categoria di prestatori d'opera come una di quelle con terreno. Tali prezzi dovevano poi essere aumen1ati, per la
paghe ed orari migliori; essa infatti tra il1860 ed il 1886 era fornitura da parte dell'impresa appaltatrice (Noseda, Bena-
riu scita ad ottenere, unitamente ai tipografi, retribuzioni su- glia e C.) di tavolati, ghiaietto, sabbia, attrezzi e spese gene-
pe riori a quelle di altre categorie di lavoratori. Esistono del- rali. Globalmente a fronte di un costo di 49.288 lire, pari
le indicazioni, sempre relative a Torino, dove gli edili erano a 9, 19lire/m 2 per la soluzione tradizionale, i sola i Hennebi-
particolarmente agguerriti. Nel 1860 i muratori guada- que richiedevano 19.000 lire in più, pari a 12,73lire/m 2 , a
gnavano 2,50 lire/giorno, nel 1872 dopo uno sciopero, cui occorreva ancora sommare 2,20 lire/m 2 per il ricarico
2
raggiunsero la paga di 3 lire/giorno, nel 1886 - con una dell'impresa appaltatrice (con un totale di circa 15 lire/m )
agi1azione particolarmente dura - pervennero ad una [15]. In effetti, occorre però notare che la soluzione tradi-
riduzione d'orario (11 ore in estate e 9 in inverno) e ad una zionale era riferita a tariffe imposte dalla società committen-
paga di 3,60 lire/giorno. La crisi del 1892 portò ad una dimi- te con un ribasso del 15%, i sovraccarichi pre\listi erano
nuzione di salari, mentre nel 1896 vi fu un aumento e nel inferiori a quelli dei solai Hennebique. Dopo varie contratta-
2
1901 si arrivò a 4 lire/giorno per i riquadratori ed i ponto- zioni la Soci eta Porcheddu ribassò il prezzo a 9 Iire/m e
nieri. Si stabilì inoltre che i salari dovessero avere una entita l'impresa appaltatrice ridusse il ricarico del 100;0, a 2 Iire/
pari al livello antecrisi, base sotto cui non si doveva m2 . Ne derivO quindi un costo totale di 11 lire/m z : con Que-
scendere, e questo con la lira su valori stabili e con bassa sto ribasso la Società Porcheddu si aggiudicò il lavoro con
inflazione [10]. notevoli aggravi contrattuali.
Ciò malgrado occorre notare come il rapporto costo della Oltre ad assumersi tutte le responsabilità relative ai solai,
manodopera/costo dei materiali fosse all'epoca invertito essa garantiva il tempestivo lavoro appena comp letato ogni
rispetto a quello dei giorni nostri e ne risulta un'incidenza orizzontamento dei muri, il metodo di misura delle superfici
della manodopera sul costo del manufatto finito veramente era inoltre al netto di questi ultimi.
bassa. Nel1901 il costo del muratore (pagato mediamente Questa vicenda ci consente di avanzare alcune considera-
sulle 3,50 lire/giorno) corrispondeva a quello di 152 mattoni zioni. Con i costi analizzati risulta che la soluzrone in C.c.a.
6 2. Alcune motivazioni lecnico-economiche che favorirono l'introduzione del conglomerato cementizio armato in Italia

venne scelta solo dopo un notevole ribasso effettuato dalla to dei "bassi". cfr. CONFALONIERI A. op. cit., val. I, p. 166 e
Porcheddu che, probabilmente, fu giustificato nei confronti segg.
[4] Cfr. AB RATE A., op. cit., p. 185.
di Hennebique con la pubblicità non indifferente derivante
[5] Per dare un'idea della gravità della crisi si ricorda che il valore
da una applicazione in un edificio di prestigio. Infatti, duran- delle cartelle di credito fisso scese in media da 100 a 77 ed il
te la realizzazione degli impalcati a doppia soletta, tasso di sconto salì al 15%. Cfr. SPRIANO P., Storia di Torino
professori del Politecnico di Milano ed allievi degli ultimi operaia e socialista, Einaudi, Torino 1972, 3 a ediz., pago 6.
due anni di corso chiesero di presenziare alle fasi di [6] Per Questo ed allri indicatori economici cfr_A. GERSCHEN-
collaudo e questo, come dichiarava l'ing. Riposi della KRON, 1/ problema storico dell'arretratezza economica, Einau-
di, Torino, 1974, la ediz. ristampata, p.71 e segg.
direzione lavori [16], era "forse il metodo migliore per dif-
[7] Soprattutto la Banca Commerciale Italiana guidata da Joel,
fondere il Sistema Hennebique". Toeplitz e Weil, a cui si aggiunse dopo il 1911 l'ing. Pietro
Una seconda considerazione è quella di una certa prefe- Fenoglio, diede un notevole contributo all'avviamento indu-
renza a vantaggio della novità, dalla corrispondenza emer- striale in Quegli anni.
ge la buona disposizione sia dei progettisti che degli im- [81 Cfr. ACQUARONE A. L'Italia giolittiana (1896-1915), vol. 1. Le
presari ad adottare per la prima volta questa nuova tecnica. premesse politiche ed economiche, Il Mulino, Bologna, 1981,
Sinteticamente la concomitanza del ribasso effettuato da pago 331. Nel 1914 su una potenza complessiva installata di
1.100.000 kw (contro 86.000 del 1898) il rapporto energia
Porcheddu, delle migliori caratteristiche generali e di
idroeletlrica/termoeletlrica era di 3 a 1
portanza e della novità di queste strutture, consenti di [9] Cfr. SPR1ANO P. op. cito Si veda inoltre anche Quanto scritto da
ottenere la preferenza, superando lo svantaggio dei ACQUARONE A. L'Italia giolittiana (1894-19 15), val. I, op. cif.
maggiori costi. pp. 47-49.
[10] Cfr. SPRIANO P., Storia di Torino operaia e socialista, op. cit.
[11] Considerando la durata media della giornata di 9,33 ore in sei
giorni settimanali, tenuto conto delle differenze di orario fra
periodo invernale e periodo estivo, il costo o rario del murato-
Note al Capitolo 2. re era di 0.375 lire/ora.
[12J CITTÀ DI TORINO, Capitolato ed elenco prezzi delle imprese
(11 Cfr. CANDELORO G., Storia dell'Italia moderna, voI. VI, 6 a ediz" per il mantenimento delle fabbriche e per le opere ordinarie,
Feltrinelli, Milano, 1978, p.7 e segg. approvato dalla Camera di Commercio il10 settembre 1901,
[2] Cfr. CONFALONIERI A., Banca e industria in Italia 1894-1906, Tipografia Eredi Botta, Torino, 1901-
3 voli, Banca Commerciale Italiana, Milano, 1974-1976. [13] Cfr. A. P., doso Milano-Lombardia 1897-98-99, prat. 1491
L'opera è fondamentale per la comprensione della vicenda 3176, 1899, Palazzo Soc. Assicurazioni Generali Venezia, let-
economica dell'epoca. tera di L. Tenenti del 23/12/1897.
[3] Cfr. ABRATE M., Una interpretazione dello sviluppo industriale [141 Ibidem, lettera Noseda, Benaglio e C. del 12/1/1898.
torinese, in Torino citM viva, da capitale a metrop0f( 1880- [15] Ibidem, Solai cantine (senza plafon), luce sino a 6,20 m: 8,81i-
1980. Centro Studi Piemontesi, Torino 1980, val. I, p. 112; a re/m 2 ; luce sino a 3,80 m: 6,8Iire/m 2 ; solai piani superiori (con
Napoli si ebbe dopo il 1885 l'inizio della operazione nota co- plafon), luce sino a 6,70 m: 10,50 lire/m2 , luce fino a 4,00 m:
me "il risanamento", generato a seguito del colera del 1884. 7,05Iire/m 2 .
La legge n. 292 del 15 gennaio 1885 autorizzò lo sventramen- [16] Ibidem, lettera dell'8/1/1898.
Capitolo 3.

Note sulla tecnologia edile in Italia alla fine del XIX secolo attraverso la
manualistica e le più diffuse realizzazioni
(R.N. - 8.S.)

3.1 Premessa di spina), sviluppato lungo l'asse longitudinale dell'edificio.


Sono presenti, inoltre, muri trasversali di controventamento
Prima di analizzare gli aspetti relativi alla diffusione del che collegano i muri di facciata ed intersecano il muro di
c.c.a. è parso opportuno richiamare brevemente le colmo. Tali muri possono svilupparsi allineati da un muro di
tecniche costruttive tradizionali del secolo scorso ed in facciata all'altro, dando luogo ad una struttura che in pianta
particolare tener presente la situazione della tecnologia è perfettamente simmetrica e geometricamente regolare
edile in Italla alla fine dell'Ottocento; questo per poter oppure possono essere interrotti e limitati in corrispon-
meglio comprendere i modi e gli effetti dell'utilizzazione di denza del muro di colmo, permettendo in quest'ultimo caso
questo nuovo sistema costruttivo che sarà affiancato alle una maggiore varietà distributiva dei vani che possono
tecniche esistenti nel volgere di qualche decennio e verrà presentare differenti dimensioni a seconda dell'affaccio sul
ad esse preferito in molte realizzazioni. prospetto principale o su quello verso il cortile.
Viene quindi di seguito sinteticamente analizzata la tecno- I muri trasversali di estremità sono spesso in comunione
,1091a costruttiva relativa all'edilizia civile e industriale con con le proprietà confinanti oppure, se il lotto è d'angolo o se
alcuni cenni alle grandi strutture (ponti, grandi coperture, l'edifio è isolato, costituiscono le facciate laterali.
ecc.) che rappresentava, sulla base delle più note e diffuse l muri trasversali devono essere considerati degli elementi
realizzazioni e della manualistica d'epoca [1], la prassi edi- costruttivi polifunzionali: spesso sono predisposti per
ficatoria consolidata in quelle aree d'Italia che, a partire accogliere armadi a muro, vani di passaggio e canne dei
dall'ultimo decennio dell'Ottocento, saranno oggetto del camini di riscaldamento, anzi uno stesso muro dispone
progressivo affermarsi dei sistemi costruttivi in c.c.a. spesso di camini affiancati che rispettivamente servono le
due stanze attigue che separa. Costruttivamente spesso tali
muri si riducono a pilastri collegati da tratti di rnuricci.
3.2 L'edilizia civile Ulteriori ripartizioni murarie, più leggere e non portanti (tra-
mezzi), possono essere disposte per suddividere ulterior-
Non è certo semplice schematizzare le tecniche costruttive mente in vani più piccoli e funzionalmente utilizzabili gli
"tipo" d i un edificio residenziale della fine dell'Ottocento spazi compresi tra i muri portanti (per realizzare i corridoi,
per la varieta tipologico-costruttiva e dei materiali ecc.). L'organizzazione descritta si era venuta a consolida-
impiegati, legata anche ai siti ed alle tradizioni tecniche re nei decenni e non era altro che il risultato dell'evoluzione
locali; tuttavia è possibile, a grandi linee, descrivere la dell'edilizia residenziale dei secoli precedenti.
tecnica realizzativa di quell'edilizia residenziale dell'ultimo Dal punto di vista costruttivo le strutture verticali citate
quarto dell'Ottocento che è presente con numerosi esempi possono essere realizzate in muratura mista di pietrame
nei capoluoghi e nelle citta di provincia delle aree dell'Alta spaccato con ricorsi orizzontali di mattoni pieni (i ricorsi di
Italia e che costituisce una cospicua percentuale del patri- mattoni sono disposti in genere ogni 60-80 cm) e con spi-
monio edilizio eSistente [2], spesso presente proprio in goli e mazzette di porte e finestre o archi in mattoni; oppure
quartieri che hanno visto, nell'espansione urbana dell'inizio la muratura è totalmente in mattoni pieni, in questo caso il
del Novecento, affiancarsi agli edifici tradizionali, a costo per unita di volume di struttura era superiore [3] ma si
struttura portante laterizia, le nuove costruzioni con poteva adottare uno spessore dei muri minore a parità di
strutture in c.c.a. L'edificio residenziale pluripiano d'affitto altezza dell'edificio.
della fine dell'Ottocento è generalmente costituito da un Gli spessori dei muri aumentano procedelldo dalla
blocco volumetrico a doppia manica (fig. 3.1) sviluppato copertura verso la base, rispettando il principio del "solido
lungo le vie cittadine, eventualmente collegato con bassi di ugual resistenza" e ogni uno o due piani sono realizzate
fabbricati affacciati sui cortili interni. Sono individuabili ge- riseghe nelle murature in corrispondenza dei solai e
neralmente una facciata principale, su via, e una su cortile. dell'imposta delle volte.
Spesso non esistono facciate laterali poichè gli edifici sono Dal punto di vista del dimensionamento strutturale, gli
aggregati a cortina continua lungo gli allineamenti stradali. spessori che la manualistica consigliava, d edotti più
La struttura statica verticale è basata essenzialmente sui dall'esperienza che da calcoli rigorosi, erano per muri in
muri continui portanti di facciata completati, essendo l'edi- mattoni [4]: minimo spessore dei muri maestri all' ultimo pia-
ficio generalmente a manica doppia, da un muro di colmo (o no: 3 teste - 38 cm (G. Colombo) O4 teste - 50 cm (C. Levi);
8 3. Note sulla tecnologia edile in Italia alla fine del XIX secolo attraverso la manualistica e le più diffuse realizzazioni

per piani inferiori per muri d'ambito: aumento di 1 testa per Proprio per il tipo di spinta, non solo verticale che trasmet-
ogni piano (G. Colombo) o ogni 2 piani (C. Levi), per muri tono alle murature, le volte spesso sono reaDizzate limitata-
interni nessun aumento (C. Levi) o aumento di una testa mente ai piani bassi dell'edificio, preferendo solai piani in
ogni due piani (G. Colombo). legno (o successivamente con putrelle), non spingenti, per i
Per muratura mista di pietrame e mattoni gli spessori erano piani superiori. Esigenze estetiche portavano a completare
maggiori. Si segnala comunque l'esistenza di formule l'intradosso dei solai in legno con controsoffittature a "can-
analitiche e abachi che tenevano conto dell'altezza nicci" o con voltine non portanti in muratura. Analogamente
dell'edificio, della distanza tra i muri, del tipo di materiale le volte a padiglione di ampie dimensioni che coprono vani
impiegato, ecc. (per es. formule di Rondelet, Ré-dten- suddivisi da tramezzi, venivano rese simmetriche con teste
baucher, Breyman, ecc.). di volta a padiglione non portante raccordate e poggianti
Per q uanto riguarda le strutture orizzontali, le più diffuse so- sui tramezzi stessi.
no la volta in mattoni, il solaio in legno a travi e tavolato, il Nell'ultimo quarto dell'Ottocento si afferman o i solai a travi
solaio con profilati in ferro e voltine o volterrane laterizie. in ferro con normal profilo "a doppio T" (poutrelles)
La volta, che dà luogo anche ad una componente di spinta completate da voltini di mattoni oppure, successivamente,
orizzontale sui muri perimetrali, richiede spessori adeguati da volterrane laterizie [5]. Queste ultime aveVano raggiunto
delie strutture verticali; generalmente si tratta di volte a un notevole grado di affinamento ed erano costituite da
padiglione poggianti sui Quattro muri perimetrali portanti, blocchi laterizi forati, realizzati a conci, mu nili di speciali
oppure a botte (specialmente per i piani interrati). Gli spes- elementi di appoggio sulle putrelle (che ne rivestivano
sori della volta possono essere di 12 cm (una "testa" di mat- inferiormente anche l'ala) e permettevano la realizzazione
tone) in chiave e 24 cm (due "teste") all'imposta per locali di un intradosso piano, intonacabile, com pletamente in
con sovraccarichi di una certa entità, oppure spessore di 6 laterizio (venivano così nascoste le ali inferiori delle travi
cm (mattone "di quarto") in chiave e 12 cm all'imposta per metalliche e si evitavano le fessurazioni e le macchie sull'in-
locali d'abitazione. Le strutture delle volte a padiglione tonaco di finitura) (fig. 3.2).
sono spesso rinforzate con nervature di estradosso in In progressivo disuso invece i solai in travi di legno e tavo-
corri spondenza deg li angoli. lato che presentavano un maggior pericolo di innesco

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Fig. 3.1: Pianta e sezione trasversale di una casa oUocentesca (da CURIONI G., L'Arte di fabbricare, Appendice IV, Negro. Torino 1873-1884)
3.4 Richiami relativi alle grandi strutture 9

in cui le lavorazioni (fabbriche tessili ad I2!sempio) si


potevano svolgere su piani sovrapposti ed uti lizzavano la
trasmissione della forza motrice tramite alberi e cinghie; le
strutture verticali in muratura sono analoghe a Quelle degli
edifici civili anche se maggiormente dimensionate, le strut-
ture orizzontali sono a volta oppure, spesso, a travi metal-
liche e voltini, poggianti su colonnine in ghisa o pilastri
isolati in mattoni nelle parti interne dell'edificio.
Il secondo tipo di costruzione, per lavorazi ani di tipo
pesante (prime industrie metallurgiche e meccaniche).
sviluppato sul solo piano terreno, è di derivazione dagli
edifici rustici (stalle, depositi); vi sono due muri d'ambito
paralleli, finestrati, sui quali poggiano le capriate in legno
della copertura, oppure, verso la fine del secolo, incaval-
lature metalliche.
Stabilimenti di notevoli dimensioni possono presentare la
conformazione a "navate" parallele, come in una cattedrale
~-- o - o." ... .•; gotica, la navata centrale più alta e ampia e due navate
.~ laterali più basse, l'illuminazione é ottenuta con ampie
finestrature praticate nella navata centrale analogamente
agli edifici ecclesiastici; anche la facciata presenta ampi fi-
,~ nestroni.
In altri casi, per la dimensione dell'intervento, sono

'~ accostate diverse maglie modulari e il problema dell'illumi-


nazione è risolto mediante lucernari nella copertura,
oppure, verso la fine dell'Ottocento, con la soluz ione a shed
.~ caratterizzata dalla tipica successione di falde inclinate e
finestrature verticali. Le strutture sono generalmente in
ferro poggianti su colonnine in ghisa, ma esistono anche
Fig. 3.2: Tipi di solai a putrelle e volterrane (daDONGHI D.,Manuale casi di strutture miste con solai in legno e travi e colonnine
dell'architetto. voI. I. parte I, p. 507) metalliche.

d'incendio (anche se il loro comportamento alle alte tempe-


rature puO risultare migliore rispetto a quello dei solai a
p ulrelle), potevano venir degradati da insetti, umiditè., ecc. 3.4 Richiami relativi alle grandi strutture
e spesso avevano maggior flessibilitè. che si ripercuoteva
n egativamente sulla stabilitè. dei pavimenti soprastanti. Un cenno particolare merita l'argomento delle grandi strut-
Per quanto riguarda la struttura delle scale, questa é gene- ture, intese come grandi coperture (gallerie cittadine, mer-
ralmente realizzata con rampanti poggianti sui muri cati coperti, atrii e coperture delle stazioni, ecc.) e ponti
perimetrali, in alcuni casi i gradini sono sorretti a sbalzo, in- stradali o ferroviari.
castrati nei muri, oppure in congruenza con i solai, le rampe Per quanto riguarda le grandi coperture si pu ò ricordare
sono sostenute da profilati metallici. come nella seconda metà dell'Ottocento si fosse raggiunto
Le coperture generalmente presentano la ·tradizionale un notevole livello sia tecnologico che architettonico
struttura portante in legno costituita da una orditura formale.
principale basata su trave di colmo e falsi puntoni disposti Sull'esempio del famoso Crystal Palace dell'Esposizione
ortogcnalmente alla linea di gronda (copertura "alla Universale di Londra del 1851 e delle successive esposi-
pie,nontese") oppure su capriate o puntoni sorreggenti zioni europee (Parigi 1855, Parigi 1867, Parigi 1889) [6J o
terzere disposte parallele alla linea di gronda (copertura seguendo le realizzazioni delle gallerie commerciali
"alla lombarda"). cittadine presenti in molte città europee (Parigi, Bruxelles,
ecc.) furono realizzate anche in Italia notevoli strutture in
ferro-vetro di cui si citano, ad esempio, la Galleria Vittorio
Emanuele Il a Milano (1867), la Galleria dell'Industria
3.3 Note sull'edilizia industriale
Subalpina a Torino (1873) e la Galleria Umberto I (1892) a
Per quanto riguarda l'edilizia industriale degli ultimi decen- Napoli.
ni dell'Ottocento è piuttosto difficile generalizzare e parlare Le strutture in ferro-vetro furono utiliZzate anche per le
di tipologie costruttive in quanto spesso tali insediamenti coperture degli atrii arrivo delle stazioni (ad esempio Porta
costituiscono casi particolari non facilmente riconducibili a Nuova a Torino, Genova Principe, ecc.) e per i mercati
tipi. Occorre tener presente che il decollo industriale coperti presenti in molte città.
italiano si sviluppa in ritardo rispetto agli altri paesi europei, Si tratta generalmente di strutture metalliche reticolari ad
e si evolve prevalentemente a partire dagli ultimi anni arco o a capriate, con coperture leggere e tamponamenti in
dell'Ottocento. In precedenza si hanno insediamenti lastre di vetro.
generalmente legati ad un'organizzazione del lavoro di tipo Anche relativamente ai ponti, nell'ultimo quarto dell'Otto-
artigianale oltre ad alcuni grandi complessi industriali cento si può parlare di realizzazioni di notevole i nteresse. Si
costitUenti casi a sé stanti. Gli edifici industriali della citano i tradizionali ponti e viadotti ad arco in muratura
seconda metà del secolo sono riconducibili a grandi linee, (stradali e ferroviari), in alcuni casi assai arditi: sono note le
a due tipi principali. Il primo, costituito da edifici pluripiano realizzazioni ad archi, anche parabolici. di Sejourné, quale
10 3. Nole sulla tecnologia edile in Italia alla fine del XIX secolo attraverso la manualistica e le più diffuse realizzazioni

ad esempio il ponte in pietra ad una sola campata di 84 m [2J NELVA R. Studio tip%gico della residenza Con riferimento ai
di luce sulla Petrusse a Lussemburgo, del 1902. D'altra regolamenti d'ornato ed edilizi, in: Politecnico di Torino ~ Di-
parte in Italia Alessandro Antonelli dimostra di aver partimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune
di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architelti in Torino.
raggiunto la massima possibilità strutturale della muratura
Torino 1984, pp. 803-813; NELVA R. Tipi edilizi residenziali
laterizia nella guglia di San Gaudenzio a Novara (122 m) e caratterizzanti gli ambiti urbani, in Idem, Ibidem pp. 255-265.
nel primato della Mole a Torino (163 m elevati poi a 167 rn).
(3] A Torino il costo nel 1901 era circa il 25-30% in più ed era
Oltre all'uso della muratura, furono realizzati mediante dell'ordine di 19 lire/m 3 , cfr. CITTA DI TORINO, Capitolato ed
struttura metallica ponti a travata reticolare e ad arco di e/eneo dei prezzi di imprese per il mantenimento delle fabbri-
rilevante importanza: esemplificativi in Europa i famosi pon- che e per le opere ordinarie approvali dal C.c. i/1D luglio 1901,
ti ad arco di G. Eiffel (ponte sul Duoro, luce 160 m, 1875: Tip. Eredi Botta, Torino, 1901.
viadotto Garabit, luce 165 m, 1884, o il Firth of Forth a {4] ROZZA C. Calcolo pratico dei muri degli edifici, E.T.U. Bologna
Edimburgo, 1883-1889, con travate Gerber) ove nella for- s.d.; COLOMBO G., Manuale dell'Ingegnere, Hoepli, Milano,
ma costruttiva viene enfatizzata la vita meccanica della 1877; LEVI C., Trattato teorico pratico di costruzioni civili, rura-
li, stradali e idrauliche, Hoepli, Milano, 1906-11.
struttura in assonanza con le coeve teorie estetiche di
Schopenauer [7]. [5] CURIONI G., L'arte di fabbricare, A.F. Negro, Torino, 1865-
84, MUSSO G., COPPERI G., Particolari di costruzioni murali e
linimenti di fabbricati, Paravi a, Torino. 1885.
Note al Capitolo 3 [6] GIEDION. S., Spazio, tempo ed architettura, lrad. it. Hoepli, Mi-
lano, 1954.
(1] BARRERA F.. GUENZI G., PIZZI E.. TAMAGNO E., L'arte di edifi~ [7] CAVALLARI MURAT A. Pretesti razionali e di gusto nella forma
care - Manuali in Italia 1750-1950, BE.MA, Milano, 1981. dei ponti d'oggi, in "Costruzioni metalliche". n. 3, 1960.
Capitolo 4.

Il Sistema Hennebique, la sua diffusione nel mondo, la tecnica costrutti~


va ed i metodi di calcolo
(R.N.)

4.1 Premessa
La diffusione delle strutture in conglomerato cementizio
armato a partire dagli ultimi anni dell'Ottocento ed il
crescente interesse dei costruttori per i vantaggi offerti da
tale nuova tecnica sono in gran parte legati alla geniale
personalitè. di F. Hennebique che ebbe il merito di
brevettare un sistema costruttivo razionale, applicato poi
diffusamente in Europa e nel mondo.
Per meglio comprendere la posizione di Hennebique
nell'am bito dello sviluppo delle tecniche costruttive
occorre ricordare che si suole suddividere l'evoluzione
della tecnica del c.c.a. in vari periodi [1]:
il primo, Quello degli "inventori e primi sperimentatori",
dei pionieri, che all'incirca va dalla metà all'ultimo de-
cennio dell'Ottocento, che vede gli esperimenti di J.
Monier (casse per fiori del 1849), I.L Lambot (barca in
c.c.a. del 1848), F. Coignet, ecc.
il secondo, quello dei "primi realizzatori" che copre
l'ultimo decennio dell'Ottocento ed il primo decennio Fig. 4.2: François HennebiQue (da: AA.VV. Centansde Mton arme)
del Novecento, che vede il diffondersi dei sistemi

COSTRUZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO


brevettati per la realizzazione di travi, solai, ecc. ~ in
questo periodo che si ha la diffusione de I c.c.a. nel
mondo con realizzazioni anche notevoli.
Il terzo, quello dello "sviluppo delle teorie e dei metodi di
calcolo" in campo elastico, che vede anche la
comparsa dei regolamenti ufficiali di calcolo. e che spa-
zia tra gli anni 1906-7 e gli anni 1925-30.
Il quarto, quello delle "teorie elasto-plastiche, e dello
studio degli stati di coazione impressi", che ha portato
alle strutture precompresse e che arriva sino ai giorni
nostri.
L'attività di F. Hennebique si inserisce in modo preminente
nel secondo periodo citato, quello dei "primi real izzatori"; la
sua notorietà è legata all'omonimo sistema che. basato su
una razionale disposizione del ferro nel com glomerato,
rappresenta il primo tipo di trave moderna in c.c.a. assai
simile a quelle utilizzate in seguito diffusamente sino ai gior-
SISTEMA '~HENNElllQUE" BREVETTATO IN TUTTI I PAESI ni nostri (fig. 4.1).
DURAT'!. INl:)liFlNITA :S'ClIAUU A550~UTA CONTAO a~'INCENali • E~ASTlC1Tl PIAFHU Hennebique fu costruttore nato e animatore eCcezionale,
A~TA RiSISTEN;rA .l CAlllCO. All.'URTO, AllE SCOSSE - GRANOE PORTATA' ECONOMIA RllEVANTE con formule semplici e con molto intuito seppe/realizzare i
Fig. 4.1: Disegno esemplificativo delle caratteristiche delle struttu-
progetti più diversi: edifici industriali, case civili. ponti, ecc.
re "Sistema Hennebique", riportato Quale intestazione nelle buste e può essere considerato, in quegli anni, in concorrenza
di corrispondenza (A.P.) con altri sistemi [2] forse l'artefice più qualificato della diffu-
12 4 Il Sistema Hennebique, la sua diffusione nel mondo, la tecnica costrutliva ed i metodi di calcolo

sione del c.c.a. nel mondo [3). Fu suo merito l'aver introdotto l'armatura co n staffe e stu-
Nei paragrafi seguenti sono sinteticamente riportate notizie diato una razionale disposizione del ferro, Come posizione
sulla vita e sulle opere più notevoli di Hennebique, nonché e tipo di piegatura, suggerita da considerazioni basate più
le descrizioni delle caratteristiche e dei metodi di calcolo sull'intuito che sull'analisi teorica del comportamento di
del sistema omonimo. strutture composte di materiali aventi proprieta tanto
diverse (fig. 4.3).

4.2 François Hennebique cenni sulla vita e


su Il'attività
François Hennebique, nato in Francia a Neuville SaintVaast
(nei pressi di Arras - Pas de Calais) oel1842 [4] e morto a
Parigi nel 1921 proveniva dal ceppo contadino, a diciotto
anni !avorJ.va come scalpellino e squadratore di pietra ad
Arras e a Wervick e nel 1865, a 23 anni, dirigeva il cantiere
per la ricostruzione della chiesa Saint-Martin de Courtrai,
danneggiata da in incendio.
LavorO al restauro di diverse cattedrali gotiche del Nord
divenendo esperto maestro carpentiere, riparando
coperture in legno, ecc. [5]. Gia nel 1867 è impresario per
proprio conto, prima a Courtrai e successivamente a Bru-
xelles.
Rimase in Belgio per venti anni (salvo il periodo 1881-82
durante il quale dirige lavori a Madrid) [6).
UtilizzO per la prima volta il conglomerato cementizio
armato nel 1879 in una villa a Lombarzeide presso Westen- Fig. 4.4:Mappa delle reti di agenti e concessionari Hennebique nel
de per un suo amico, sig. Madoux. Mentre costruiva questa mondo (da: AA. VV. Cent ans de béron armé)
casa, un edificio vicino fu distrutto da un incendio e Henne-
bique pensò di realizzare solai incombustibili costruendo
travi in conglomerato cementizio gettate a piè d'opera, Nel 1892 si fece rilasciare i brevetti per sfruttare le sue
contenenti barre di ferro a sezione circolare [7]. invenzioni in Belgio e in Francia e da impresa rio costruttore
Nel 1880 realizzò per lo stesso cliente una casa per il si trasformò in ingegnere consulente. Da ta le momento si
giardiniere introducendo nelle travi anche elementi mise a capo di una organizzazione, da lui creata, per la
metallici a staffa che saranno caratteristici dei suoi progettazione e realizzazione di strutture ed edifici in
successivi brevetti. "béton armé Système Hennebique"; questa organizzazione
Passo gli anni seguenti ad elaborare e sperimentare in diffuse tale metodo costruttivo sino a ottenere il record del
segreto il nuovo sistema costruttivo, prima pensato per travi maggior numero di realizzazioni nel mondo in C.C.a.
e solai, pOI per strutture a telaio complete. Diversi imprenditori si ispirarono ai suoi brevetti. Nel 1900
Hennebique citò a giudizio, al tribunale dell a Senna, Cot-
tancin per violazione del diritto di brevetto [8).
Nel1903 i tribunali francesi tuttavia non ricon obbero l'origi-
nalita del brevetto (ritenendolo simile a quello Monier [9]).
Nel 1906, quando il Governo Francese em anò i Regola-
menti ufficiali per il calcolo e le verifiche di sicurezza delle
strutture in c.c.a, il diritto di monopolio divenne invalidato.
Tuttavia l'organizzazione Hennebique continuò a lavorare
realizzando opere di tutto rispetto, anche da I punto di vista
dell'ideazione e del dimensionamento statico-strutturale,
quale ad esempio il ponte Risorgimento di Roma (1910-
11), record mondiale.
Indicativo forse della tendenza all'esclusivita ed al
monopolio dell'organizzazione di Hennebique è il fatto che
lo stesso non risulta presente nella "Chambre Syndacale
des constructeurs en ciment armé" di Francia, fondata nel
1903 [101·

4.3 L'organizzazione Hennebique e la sua diffu-


sione nel mondo
La diffusione del sistema costruttivo Henn ebique certa-
mente ebbe notevole impulso dall'audace organizzazione
creata dallo stesso Hennebique e basata su una rete di
Fig. 4.3:Prima trave in c.c.a. con staffe e ferri piegati, brevetto Si- agenti e concessionari dislocati in tutto il mondo (fig. 4.4).
stema Hennebique, 1882 (da: AA.vV. CenI ans de bélon armé) Egli seguendo il principio che progetto e calcolo delle strut-
4_3 L'Organizzazione Hennebique e la sua diffusione nel mondo 13

:R:F ~ W\t\CENDIES DÉSA.ST/i" ,\$i


~\'Ìll\l.tl!DUSJ!tSJ81'p h
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. ····"»ji·i , ,'..','. '. . "
~.'.
. à l'cèreuv"du. (eu, br~~ct&~, g.d.~ .

Fig. 4.5: Timbri riportati sui dise-


gni Hennebique, uffici di Bruxel-
les e di Parigi, che richiamano il
motto "Plus d'incendies désa-
streux"

ture fossero condotti profestlionaimer.te e remunerati cui primo numero é datato giugno 1898 (fig. 4.6).
indipendentemente dai profitti dei progettisti e costruttori La rivista, divisa in due parti, una per la diffusione generale,
dell'edificio, nonché sul principio di utilizzare manodopera l'altra riservata ai concessionari, avevo lo scopo di
apposit3mente addestr;1ta e sotto costante supervisione, si informare e collegare l'organizzazione, nonché mediante
associO ad un certo numero di imprenaitori qualificati che fotografie e illustrazioni, pubblicizzare presso enti e
operavano secondo le sue soeci~ichc direttive ~11]. Cosi amministrazioni l'attivita svolta.
ottenne con l'ampliarsI dE:ll'organizzflzio"e, una adeguata Per accentuare l'effetto pubblicitario in diversi numeri della
supervisione dei processi produttivi (altrimer.ti impossibile rivista compaiono anche fotografie di disastrosi crolli (o per
all'interno delle ramificazioni di una sola vasta ditta privata) incendi o per altre cause) di edifici realizzati dalla concor-
e contemporaneamente un ampio campo di dati speri- renza [12].
mentali. L'Organizzazione Hennebique in dettaglio era formata da
Egli cercO di pubblicizzare al massimo l'organizzazione e i una catena di agenti e concessionari. Gli agenti
lavori eseguiti. AccettO lo slogan "Plus d'incendies assumevano l'incarico di promuovere per conto di Henne-
désastreux - Béton Armés Systéme Hennebique è.1'épreu- bique la conclusione di contratti in zone determinate. con
ve du feu, breveté" che compariva sulla carta intestata, sugli esclusiva reciproca, essi dirigevano le succursali
opuscoli, sui disegni dei suoi uffici di progettazione dell'impresa, percepivano la percentuale sugli affari di
(fig. 4.5). concessionari, sondavano il mercato, si propo nevano alle
OrganizzO congressi annuali (il primo a Parigi nel 1897) tra i amministrazioni.
suoi agenti e concessionari per scambiare esperienze e I concessionari avevano la concessione ad usare il brevet-
concretizzare un certo spirito di corpo. to, erano incaricati di calcolare ed eseguire i lavori sotto la
PubblicO la rivista "Le Beton Armé", stampata a r.ennes, il propria responsabilità giuridica e finanziaria, erano in prati-
ca degli imprenditori locali che realizzavano le strutture in
c.c.a. per edifici che spesso erano realizzati, nell e altre parti
edilizie (tamponamenti, finiture, ecc.) da altre imprese [13].
Per avere un'idea dello sviluppo e della dimensione
raggiunta dall'organizzazione Hennebique si possono
citare alcune cifre.
Dal 1892 al 1908 Hennebique crea 42 agenti all'estero
operanti in Europa (Grecia, Spagna, Portogallo, Italia,
Belgio, Svizzera, Germania, Austria, Olanda, Francia, Gran
0..5 Cllftllenlonul.81i et Allllnh du SYI~llnill ilEKNEillQUE Bretagna, Danimarca, Svezia, Turchia europea, Russia), in
,t~ l'.,''.'''''''T ,-" '.' "~nr,,,,,,,' ~,,'" Africa (Sudafrica, Tunisia, Algeria, Egitto), in America (Stati
Uniti, Messico, Venezuela, Brasile, Uruguay), in Asia
"~': "".--. (Indocina F., Cina).
ì:-.: .. t;."...,- L'organizzazione si diffondera ulteriormente negli anni

t
~'.:.·","CT ':::';~;""~' ..~ _0"- successivi. ~ interessante analizzare il numero annuale di
lavori svolti dall'organizzazione, che cresce progressiva-
.

,
;.,"".
-_. __ .~
mente, a partire dalla presentazione del brevetto; nel 1892
6 progetti; nel 1893 11 progetti; nel 189462 progetti; nel
(' 1895 127 progetti; nel 1896 290 progetti; nel 1897 473
"Y,E .""'~. ""' ........ ,,;
•"'> •. progetti; nel 1898 827 progetti; nel18991129 progetti; nel
.~"MS. .... ,"",,,;o.• """"': .
~~"",,,,,,~;, . ;.J,~ç'.
19001229 progetti [14].
Complessivamente tra il 1892 e il1902 sono sta ti sviluppati
7025 progetti per un totale di 120.000.000 di franchi
germinai (circa 25 miliardi di franchi del 1948 [15]). Tra il
1892 e il 1909 sono stati sviluppati 20.824 lavori, fra cui
1300 ponti. Tra ingegneri ed impreditori che lavoravano nel
nome di Hennebique si possono annoverare circa 290
Fig. 4.6: Prima pagina del primo numero del periodico "Le Béton persone nel 1902 e 400 nel 1909 [161·
Armé", Organo ufficiale dei concessionari ed agenti del Sistema Alt'organizzazione Hennebique sono inoltre leg ati i nomi di
Hennebique molti progettisti e calcolatori di cementi armati.
14 4. Il Sislema Hennebique, la sua diffusione ne! mondo, la tecnica costruttiva ed i m etodi di calcolo

Fig. 4.10: Passerella ad arco sulla ferrovia a Esternay (Marne),


1898 (da: AA.VV. Cent ans de béton armé)

4.4 Cronologia delle principali opere di Henne-


Fig. 4.7: Prima soletta armata con ferri "ronds" e staffe, 1880 (da: bique
AA.vV. Cent ans de béton armé)
Sono riportate di seguito le date e le opere tra le più signifi-
cative dell'attività di Hennebique [17].
1 aeo:
prima soletta armata con ferri "ronds" e staffe (fig.
4.7).
1892: brevetto del "Sistema Hellnebique", prima trave mo~
derna in c.c.a. con staffe e ferri piegati (fig. 4.3).
1894-1906: diffusione mondiale del Sistema Hennebique,
realizzazione di numerosi solai, serbatoi, ponti, ecc.
ecc.
1894: primo ponte ferroviario in c.c.a. a Viggen (Svizzera),
luce 2,4 m (fig. 4.8).
1895/6: Filanda Barrois a Tourcoing (Lilla), tipologia a te-
laio multiplo pluripiano, formato da pilastri, travi,
so lette, tetto piano, tamponamenti laterali vetrati (fi-
gura 4.9).
1898: Passerella ad arco sulla ferrovia a Esternay (Marne),
luce 15 m (fig. 4.10).
1899: Ponte stradale di Chatellerault (Vienne), lunghezza
Fig. 4.8: Primo ponte in c.c.a. a Viggen (Svizzera), 1894 (da: AA.VV. 144 m, tre archi ribassati a 1/10 di 50 e 40 m di luce. ~
Cent ans de béton armé) considerato un prototipo di ponte a volta e pilastrini
sorreggenti la soletta di impalcato. È contemporaneo
al ponte realizzato con sistema Melan sullo Steyr in
Austria. di luce 42,40 m con volta a tre articolazioni e
armatura a traliccio (fig. 4.11).
1899/1900: Realizzazione della prima casa di abitazione
plurijJiano con strutture completamente in c.c.a., se-
de anche degli uffici Hennebique, a Parigi in Rue
Danton [18]. La costruzione é progettata da E. Ar-
naud su un lotto molto stretto, viene sfruttata molto
bene la superficie poiché le strutture portanti
verticali occupano poco spazio (pilastri in c.c.a.).
1900: Exposition Universelle di Parigi, scale e solai del
Grand et Petit Palais des Beaux Arts.
1904: Villa Hennebique a Bourg-Ia Reine, p ....esso Parigi, in
rue du Lycée Lakanal. L'edificio presenta balconi su
lunghe mensole aggettanti, pareti vetrate, strutture
diverse in C.C.a. (figg. 4.12. 4.14).
1905: Ponte di Pyrimont a tre archi ':li 54 m d i luce su pile in
muratura di 30 m di altezza (distrutto nel 1940)
(fig. 4.12).
1911: Ponte Risorgimento a Roma; struttura ad arco inca-
strato di 100 m di luce, con ribassamento 1/1 O, ponte
Fig. 4.9: Filanda Sarfois a Tourcoing (Lilla), 1895-96 (da SCH1LD, ad arco con la maggior luce nel mon do (record dal
Dal Palazzo di Cristallo al Palais des l!Iusions) 1911 al 1921) (fig. 4.15).
4.5 Caratteristiche del sistema costruttivo e metodo di calcolo 15

Fig. 4.11: Ponte stradale a Chalellerault (sulla Vienne), 1899 (da: Fig. 4.12: Ponte di Pyrimont a tre archi. 1905 (da: AA.VV. Centans
AA.VV. Cent ans de béton armé) de béton armé)

4.5 Caratteristiche del sistema costruttivo e rovesce o platea), pilastri, travi principali, travi secondarie e
metodo di calcolo solette (1Igg. 4.1, 4.3).
Nei pilastri, in genere a sezione quadrata, rettangolare o
Il sistema Hennebique permetteva la costruzione completa poligonale, erano previste armature metalliche longitu-
di una ossatura portante monolitica in conglomerato ce- dina1i in barre a sezione circolare. tenute a posto sia da le-
mentizio armato che prevedeva plinti di fondazione (o travi gature trasversali in filo di ferro. sia da fasce metalliche.

Fig. 4.13: Villa Hennebique a Bourg La Reine, 1904 (foto R.N.) Fig. 4.14: Particolare della Villa Hennebique (foto R.r-.J.)
16 4. \I Sistema Hennebique, la sua diffusione nel mondo, la tecnica costrultlva ed i m etodi di calcolo

Le travi collegate monoliticamente alle solette formavano in certi aspetti presentano analogie con l'attUale metodo di
pratica delle strutture resistenti con sezione a "T", verifica a rottura.
sviluppate spesso nei due sensi ortogonali del solaio. La Nel caso della compressione semplice la por-tata di un pila-
loro armatura era costituita da una serie di barre tonde, stro era data dalla somma dei contributi del c onglomerato e
alcune diritte, dislocate in prossimità della faccia inferiore del ferro, ottenuti come prodotto delle rispettive sezioni per
della trave, altre, parallele alle prime, erano ripiegate alle le tensioni di calcolo (fig. 4.19).
due estremitè. verso l'alto, in modo da assicurare nelle zone Nel caso della flessione si attribuiva un momento resistente
di incastro la presenza di armature metalliche sia al lembo al conglomerato e uno, di valore uguale, al ferro, e si adot-
inferiore che a quello superiore della struttura. tavano (indipendentemente dalla congrue nza delle de-
La ripartizione tra ferri diritti e ferri piegati era generalmente formazioni elastiche) opportune tensioni medie di calcolo.
in parti uguali. Tutti i ferri dovevano terminare con ganci e In pratica si imponeva che il momento flettente esterno ve-
grande cura veniva posta negli ancoraggi sul perimetro del nisse assorbito per metà dal conglomerato cementizio e
solaio (fig. 4.16). per l'altra metà dal ferro, ricavando, in prima fase di
Inoltre il sistema prevedeva, come caratteristica precipua, progetto, l'area di conglomerato necessaria e reagente a
la presenza di staffe, elementi a braccia verticali, in piattina compressione. Si adottava al riguardo una tensione media
di ferro (sezione 20X2 mm, 30X2 mm) che contrastavano gli di 25 kgUcm 2 (circa 25 daN/cm 2 ) ammettendo che nelle fi-
sforzi di taglio presenti nell'elemento inflesso (fig. 4.17). Ca- bre estreme più sollecitate tali valori fossero superiori.
ratteristico il collegamento tra pilastri e travi che spesso Successivamente si ricavava l'area dell'armatura in ferro
presentava mensole di raccordo inclinate in prossimità fissando (in fase di progetto e in base all' esperienza) la
dell'appoggio. lunghezza del braccio di leva delle forze inte me (in propor-
Il brevetto utilizzava quindi il ferro in modo consono alle sue zione con le altre dimensioni della trave) e adottando una
specifiche caratteristiche fatto che è alla base del concetto tensione di 1000 kgf/cm 2 ) [19]. Questo procedimento non
ispiratore del c.c.a. (il ferro prevalentemente veniva asso- soddisfava però la condizione di equilibrio di due forze
gettato a sforzi di trazione, il conglomerato a compressione) interne resistenti (una del conglomerato e una del ferro) di
(fig. 4.18). modulo uguale, costituenti coppia.
Il sistema di calcolo prevedeva formule semplici ed empiri- Dato che la progettazione delle sezioni degli elementi
che, nate dalle sperimentazioni e dall'esperienza che per portanti era determinata sulla base di proporzioni verificate

Fig. 4.15: Ponte Risorgimento a Roma, 1911 (A.P.f.)


4.5 Caratteristiche del sistema costruttivo e metodo di calcolo 17

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jikft,~9.· IlETDNS AIIMES SYSTEME HENNEIlIQUE
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Fig. 4.16: Timbro utilizzato dal Bureau Hennebique per ricordare la


necessita di terminare le barre di armatura con piegature ad unci-
no e di disporre di ancoraggi agli estremi (A.P" doso Genova 1900-
01, prat. 391) ".:\l-Z'
T
~I
..I
.1
dall'esperienza, i rapporti tra le diverse dimensioni delle
membrature erano abbastanza simili e ripetibili (rapporto
tra altezza e base delle travi, luce delle travi secondarie,
ecc.). In effetti, se nelle prime fasi di applicazione del c.c.a. ~
(ultimo decennio dell'Ottocento) questo metodo di calcolo
si era dimostrato soddisfacente, con il passare degli anni lo S.c1ion 20, 11,(,.,Z'
sviluppo delle teorie di calcolo su basi scientifiche
(congruenza delle deformazioni sulla base del rapporto dei D'volopporne.l_ ".1'i
moduli elastici dei materiali) resero criticabile il sistema,
sino a ridurne notevolmente l'applicabilita con la comparsa Nornbre de pioco, = &1Ji
delle Norme e Regolamenti di calcolo nei diversi stati euro-
pei [20].
I dimensionamenti ottenuti con le formule empiriche di Hen- Fig. 4.17
nebique sono comunque abbastanza simili (anche se j
risultati dipendevano dall'esperienza di chi le applicava) a
quelli ottenuti con gli usuali metodi di progetto (tensioni
ammissibili) e l'ottimo comportamento statico nel tempo
delle opere ne ha confermato indirettamente la validita nel
contesto delle applicazioni svolte.
A titolo puramente indicativo si riportano le formule per il di-
mensionamento di un pilastro e di una trave in flessa
secondo il sistema Hennebique, ricordando che esse ,
hanno rilevanza al momento attuale soltanto dal punto di
vista storico.

Fig. 4.18

Fig. 4.17: Foglio prestampato con indicate le dimensioni delle staf-


fe delle travi, proveniente dal Bureau Technique de Bruxelles (A.P.,
doso Genova 1896, prato 879)

Fig. 4.18:Confronto Ira le caratlerisliche di una trave brevetto Hen~


nebiQue e una lrave brevetto Monier (da: AA.VV_ Cent ans de béton
armé)

Fig. 4.19:Caratteristiche geometriche di pilastri e travi inflesse uti-


ID I ' I
lizzate n ei calcoli di dimensionamento del Sislema HennebiQue Fig. 4.19
18 4. Il Sistema HennebiQue. la sua diffusione nel mondo, la lecnica costruttiva ed i metodi di calcolo

a) Pilastro momento resistente interno somma dei momenti resi-


Legenda (fig. 4.19): stenti del calcestruzzo e del ferro di val<Qre uguale ri-
Q = portata del pilastro; spetto all'asse neutro xy) si ha:
a, b = lati della sezione; M a M
S = a . b = area della sezione; 2=R c ·b.a· e - Rf' Af' l
2 2
s' = area dell'armatura in ferro;
da cui si ricava il valore di a dopo aver fissato in progetto
Re, Rf = resistenze unitarie di calcolo del calcestruzzo e
la base b della trave:
del ferro.
La portata del pilastro era data dalla formula; a=/M/(R c ' b)
Q = Re . S + RI . s' ave si pone Re = 25 kgf/cm 2 (circa 25 daN/cm 2 ); inoltre
In genere era posto Re = 25 kgf/cm 2 (circa 2,5 N/mm 2 ) e fissando in fase di progetto (in base all'esperienza) il va-
Rl ~ 1000 kgflcm'. lore f (braccio di leva delle forze interne dell'armatura
metallica rispetto all'asse x - y) si ricava l'area neces-
b) Trave in flessa
saria del ferro di armatura:
Legenda (fig. 4.19):
a/2, f= bracci delle forze interne rispetto all'asse neutro M
x - y; Af ~ co
2
-.-cf"-.coR"""f
b, h = base e altezza della trave;
ove si pone Rf = 1000 kgf/cm 2 (circa 10CO daN/cm 2 ).
u = distanza del baricentro delle armature dall'intra-
L'altezza totale della trave risultava quind i: h = a + f + u.
dosso dellatrave;
Re. Af = resistenze medie unitarie del calcestruzzo e
del ferro;
Af = area dell'armatura in ferro; Note al Capitolo 4.
M = momento flettente sollecitante la trave. (1] ALBENGA G., Sguardo sintetico all'evoluzione del cemento
Seguendo il criterio di fare assorbire il momento flettente armato dall'origine ai nostri giorni. Roma, tipo F. FaiUi, 1945;
metà dal calcestruzzo e metà dal ferro (che equivale ad ALBENGA G., Il contributo italiano alla teoria ed al/a tecnica del
equilibrare il momento di sollecitazione esterna con un cemento armato, Politecnico di Milano, corso di Perfeziona-

!>~.~\'\>' >
u,,··

Fig. 4.20: Disegno proveniente dal Bureau Technique Hennebique de Bruxelles relativo al Mercato Orientale di Genova, 1897 (A.P., doso Ge-
nova 1897, prato 38)
4.5 Caratteristiche del sistema costruttivo e metodo di calcolo 19

mento per le costruzioni in Cemento Armato, Fondazione F. 1886: K6enen utilizza formule emipiriche su travi del Sistema
Pesenti, in "Rendiconti e Pubblicazioni", fasc. I; Les Grandes Monier. La teoria di K6enen si basa sulla sezione ideale omo-
dates françaises dans l'histoire du Béton Armé, in AA.VV., Cent genea sostituita a quella mista ferro/conglomerato cementi-
ans de 8éton Armé, Pari s, Ed. Science d'Industrie, 1949. zio, cio rese possibile l'estensione alla nuova tect1ica di tutte
[?) Sull' argomento generale dell'evoluzione del c.c.a. e dei diver- le teorie classiche della resistenza dei materiali.
si brevelli si confronti la nota [1] e: AA.VV. Cent ans de Béton 1894: Coignet e De Tedesco presentano alla Società Inge-
Armé, Paris, Ed. Science d'Industrie, 1949; GABETTI R. Origini gneri Civili di Francia un metodo di calcolo delle travi inllesse
del Calcestruzzo armato, Torino, ed. Ruata, 1955; ALBENGA basato sull'ipotesi di Navier (conservazione delle sezioAi pia-
G., La nuova tecnica del cemento armato, in "Atti e Rassegna ne) e sull'aderenza perfetta conglomerato cementi zio-ferro di
Tecnica della Società degli Ingegneri e Architetti in Torino", armatura. Si considerano in compressione sezio ni ottenute
nuova serie, anno X, n. 8, agosto 1956 pp. 289-296; COLLINS con il rapporto dei moduli elastici Ef/E e = 10 -;-.15.1 valori di
P., Concrete. London, 1959 (traduzione italiana: La visione di resistenza unitaria sono assunti pari a Re = 40 kgf/cm~ e
una nuova architettura, Milano, 1965); SCHILD E., Dal Palazzo R, = 1000 kgficm 2 . - -
di Cristallo al Pa la is des lIIusions, Vallecchi, Firenze, 1971; BO- 1899: Paul Christophe presenta il primo nolevole testo sui si-
RASi V., Cultura e civiltà del cemento artificiale, in GORlA C., stemi di calcolo del conglomerato cementizio armato, poi ri-
CUSSINO L., BORASI V., Cemento, storia, tecnologia, applica- presi nelle IstrUZioni Tedesche del 1904 e nel Regolamento
zioni, Milano, Fabbri, 1976. Francese de11906.1 criteri di calcolo sono applicati e verifica-
[3] FOUGEROLLE J., L'évo/ution du Béton Armé, in AA.VV., Cen! ti da Boussiron.
ans de Béton Armé, op. cito pago 63 e 5e9g.; CAQUOT A., Nais~ 1899: Durand, Considere ed altri dimostrano su saggi in fles-
sance de Béton Armé, in Cent ans de Béton Armé, op cit. pago sione l'aderenza ferro-conglomerato cementizio.
43 e segg. 1904: Istruzioni tedesche sulle costruzioni in C.C_a.
[4] Nacque il 25 aprile 1842. 1904: Vengono emanate le "Prescrizioni da seguire nella pro-
[5] Nel 1 8BB presento addirittura uno strano progello per torre in gettazione ed esecuzione di opere in ferro-cemen to" per uso
legn o alta 300 m da costruirsi all'esposizione di Bruxelles del- delle Amministrazioni Provinciali di Ferrara e Ravenna di S.
lo stesso anno, cfr. COLLINS P., Concrete, op. ciI. pago 4B. Canevazzi, coadiuvato da G.B. Marra (Soc. Italiana Ferrovie
[6] FLAMENT - HENNEBIQUE R., Le Centenaire de Francois Hen- Meridionali), ("II Cemento", anno I - 1904/5, p. 55, 79, 101).
nebique, Institut Techniqu€' du Batiment et des Tnivaux Pu- 1906: Emanazione del Regolamento Francese 20 ottobre
blics, Circulaire Serie F., n. 13, Paris 13 mars 1943. 1906, sulle strutture in conglomerato cementizio armato ("II
[7] COLLINS P., Concrete, op. cit., pago 48. Cemento", anno 111-1906. pago 309). risultato dei lavori di una
[8] COLLINS P., Concrete, op. cit., pago 57. Commissione del Ministero del LL.PP. insediata nel 1901.
[9] Voce "HennebiQue" in Enciplopedia Italiana Treccani, a cura di 1906: Vengono approvate al Congresso di Perugia del 22
G. Albenga. maggio le "Prescrizioni normali per l'esecuzione delle opere
[10] AA.vV. Cent ans de Béton Armé, op. cit. in cemento armato" elaborate da una Commissione nominata
(11) GOLUNS P., Concrete, op. ciI., pago 49. dalla Associazione Italiana per gli Studi sui materiali da co-
[12] Ad esempio nel numero 100, settembre 1906, di "Le Béton Ar- struzione (delibere prese al Congresso di Pisa del 3 maggio
mé" è riportato il dissesto della Minoterie de Tunis, ampia- 1905). La commissione era composta da: S. Ca nevazzi, C.
mente illustrato. Guidi, A. Muggia. M. Perilli, L.V. Rossi, A. Sayno, C. Segré. ("II
[13] DONGHI D., Manuale dell'Architetto, val. I, p. l, UTET, Torino, Cemento", anno 111- 1906, pago 170).
1905, pago 395 1907: Le "Prescrizioni" del 1904, con lievi varianti, vengono
[14] GUBLER J., Prolegomeni a Hennebique, in "Casabella", n. 485, adottate dal Ministero dei Lavori Pubblici, con Ci rcolare del
novembre 1982 e COLLINS P." Concrete, op. ciI. pago 52. 10.01.1907, rendendo di uso generalizzato i criteri di calcolo
[15] AA.VV., Cent ans de Béton Arme, op. cito pago 64. basati sulle tensioni ammissibili.
(16] GUBLER J., Prolegomeni a Hennebique, op. ciI. 1909: Norme edilizie per le regioni italiane colpite da terremo-
[17] AA.VV., Gent ans de Béton Arme, op. cit. ti del 28 dicembre 190B o anteriori. ("II Cemento", anno VI-
(18] Grand Larousse, voce Hennebique; COLLINS P., Concrete, op 1909, pago 193).
cit., pago 26. 1909: "Nuove norme per le costruzioni in cemento armato",
[19] BELLEZZA E., Ponti in cemento armato, Torino, UTET, 1912 compilate dalla Commissione Svizzera del Cemento Armato,
cap. I, Teorie e Metodi sul Cemento Armato. del 30 aprile 1909 in sostituzione delle norme provvisorie
(20) Indicativamente si richiamano alcune date che si riferiscono emanate nel 1903. ("11 Cemento", anno VI - 1909, pago 309 e
allo sviluppo delle teorie, dei sistemi di calcolo e delle norme pag.337).
di progetto ed esecuzione del conglomerato cementizio ar- 1911: Nuove norme inglesi sulle costruzioni in C.C.a. emanate
mato negli anni compresi tra Ialine dell'Ottocento ed il primo dal Joint Commiltee on reinforced concrete, delegato dall'Isti-
decennio del Novecento. tuto Reale degli architetti in Inghilterra.
Capitolo 5.

La Soc. G.A. POl'cheddu e la diffusione del Sistema Hennebique in Italia


(R.N. - 8.S.)

5.1 La diffusione del Sistema Hennebique in Roma; E. ZOblin e P. Martorelli per le province meridionali.
Nel 1900 l'Agenzia Porcheddu disponeva di filiali a Genova,
Italia Milano, Alessandria.
Il Sistema Hennebique giunge in Italia presto, nel 1894 vie- Nel 1901 la rete di uffici tecnici e di concessionari Henne-
ne aperto in Torino lo "Stuoio Tecnico degli ingg. Ferrero e
Porcheddu" (con sede in Piazza Cavour, 2) che in uno stam-
pato pubblicitario, datato 1 giugno 1894, relativo a rappre-
sentanze nell'ambito dell'ingegneria civile, industriale ed
elettrotecnica [1 I. cita la rappresentanza di "solai incombu-
stibili in Sistema Hennebique".
Dello stesso anno (4 dicembre) sono i progetti dei solai re-
lativi all'ingrandimento della villa Ulrich a Rivalba (TO)
provenienti dal Bureau Technique de Bruxelles.

L_ _-----'
Fig. 5.1: Marchio della Societa GA Porcheddu Fig. 5.2: Giovanni Antonio Porcheddu (A. P.. Foto di famiglia)

Nel 1895 disegni di progetto o di dettaglio (ad integrazione bique in Italia, desunta dalla rivista "Le Béton Armé" è ampia
degli elaborati dell'ufficio di Bruxelles), relativi a diversi la- ed era costituita nel modo seguente.
vori sviluppati dal "Concessionario G.A. Porcheddu" (quali Uffici di progettazione (agenti e concessionari):
quelli di palazzo Bellia e del Laboratorio Fogliatti a Torino, Torino, ing. Porcheddu con dipendenze a Genova,
dello stabilimento ing. C. Olivetti ad Ivrea) provengono da Milano, Roma;
Napoli e sono a firma dell'ing. Narici che compare come Bologna, Ing. Muggia [3J.
agente generale. Concessionari:
Nel 1896 dai carteggi risulta agente il sig. P. Martorelli di Barbantini e Bertelli, Ferrara;
Napoli e concessionario Porcheddu a Torino; nello stesso Guastalla, Modena;
anno compare inoltre l'intestazione sui documenti: "ing. Triossi di Paola, Ravenna;
G.A. Porcheddu studio tecnico Hennebique ed Agenzia Lodesani, Reggio Emilia;
Generale per l'Alta Italia - Piemonte, Liguria, Lombardia, Lambertini, Bologna;
Veneto" (con sede in piazza Cavour, 2 a Torino). Capei, Firenze;
Nel 1898 i concessionari per l'Italia, citati nel "Manuale Garibaldi Perroni & C., Napoli;
dell'Architetto" di D. Donghi, [2] sono: G.A. Porcheddu per Garibaldi Perroni & C., Sicilia (sede Palermo e Messina).
l'Italia settentrionale, A. Muggia per l'Emilia; l. Chiera per N~I primo decennio del Novecento l'organizzazione si arn-
5.1 La diffusione del Sistema Hennebique 21

plia ulteriormente [4] per poi ridimensionarsi negli anni


successivi e ne11914, in Italia peninsulare, risulta agente e
concessionario solamente G.A. Porcheddu, con le quattro
sedi di Torino (sede principale), Genova, Milano, Roma [51.
In Sicilia è presente l'agente L. Paterno di Raddusa
(Catania) e sei concessionari a Catania, Licata, Messina,
Palermo, Caltanissetta.

Fig. 5.3:Villa della famiglia Porcheddu in corso Massimo d'Azeglio,


a Torino, ristrutturata su progetto di P. Fenoglio nel 1906 (A.PJ.)

Fig. 5.4: Pubblicità della Soc. G.A. Porcheddu, apparsa sulla rivista
"II Cemento". a_ IX, 1912, n.l

Fig. 5.5:Caratteristiche delle barre metalliche di armatura ad ade-


Fig. 5.3 renza migliorata utilizzate in diverse realizzazioni ed oggetto di
brevetto da parte di Porcheddu (A.P., doso Torino-Fiat 1916, prat.
5634)

1m Soeistò Porchsddu Ing. 6. A.; Fig. 5.6: Carta intestata della Soc. Porcheddu con l'elenco delle fi-
liali e l'impresa della societa

Coslrozioni in Calceslrozzo armulo


sislema HENNEBIQUE ed altre

5~de in TORINO, Corso Valentino, 20


~ f,"'·"'. 'l. '''''''''. • ~'C"" .... ~. '~~_«i = ~O"', '. 00'..." "'-~

S's'em. HENNEBIllUE. Il ,,,... ,,~. ,r",.. ,.. "'~ ...""" ,..,11_


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Ferri speciali breveito porcheddu
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Fonda:;r:ioni breveUo Com.pressoi
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.' '''''''1''''''''; ""I ""lo.
Pavhn.entazioni brevetto Porcheddu
l'ia~I,~il, ,-"mi"'''''''. oli '~m,n}" od _a.r"lb""lilo (.,[,110 '~",";m'o) ile' ('~n''l'~jd''" "''''';''1',,,11
"r;"I"I,. ~" ...."'''' " P&';"l<J11""oni U1tern~.
ESPOSIZIONE' INT2RNAZIONALIt DI TORINO 1911
GRAN PQEMID per 1. QQ5<.uzlo'" H".. "oblque.
GRAN PR"'MIO per'" p"~I"'on.... lQnl Pe.elleddu.
GRAN PR"',,"'O pe. I prell\I<l Gpe"l~' P"""heclclu.

<> <> ''''''-''.''. P ••••,,,. P ...... " . . . ' ' ' ' ' ' ' . ' ' ° ° I;;; li

Fig. 5.4 Fig. 5.5

SOCIETÀ PORCHEDDU ING. G. A.


CoSTRUZ~ONI IN CA1.CRSTRuzzo ARMATO SIsTEMA HENNEBIQUB
aD ALTRE
~ &claY L. 4.000.000, m............. _IO

Sede in TORINO Corso Valentino. 20


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GRANDS PRIX

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MILANO
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_ _ _ 0_0 _ _ _
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.\ Fig. 5.6
22 5 La Soc G A Porcheddu e la diffusione del Sistema Hen nebiQue in Italia

Ing. Q. A. POlqG{-IEDDU A Giovanni Antonio Porcheddu (1860-1937), ingegnere


UPh'<CZO TECNI::::O HE:>ON:E"'IQUE civile e industriale [6] laureatosi a Torino nel 1890 e nel
1892, si deve non solo la diffusione del Sistema Henne-
bique in Alta Italia, tramite uno studio tecnico e una impresa,
gd.o~ N ,L' /'~ ma anche la realizzazione di alcune opere che hanno
!J~_ raggiunto il primato nel mondo (i Silos Granari del porto di
e..,...~ .. i!r~ Genova, Il Ponte Risorgimento a Roma, la Fiat Lingotto a
/1"1_' (jJ'<h e ,jJ~f'''fiò' <n. 'I Torino). Lo studio torinese è stato inoltre la "palestra" per
!Jma",. e.rJI. &'l''"ccu.'co molti ingegneri e calcolatori [71 di alto livello (ad esempio si
cita Danusso a cui si devono le teorie delle autotensioni
sviluppate negli anni Trenta del Novecento).
L'attività dello studio spazia tra gli anni 1895 e il 1933 (negli
anni 1934-35 la Società è in liquidazione) e le opere sono
localizzate prevalentemente in Piemonte, Liguria, Lombar-
dia e Veneto con lavori anche in altre zone (Messina, Reg-
gio Calabria, Palermo, Roma, Tripoli, ecc.).
A,. IT<>u ~ T;:: ~. Itra Già nel 1900 la Società disponeva di una propria ferriera a
P-.~'?,;r" I/./~ .. //,J~ Genova per la produzione delle barre di ferro di armatura.
<::::/~ ;f. '/",:::~;~o~ . &>/, 7-':> .t-,lr' /1.. AI riguardo il Porcheddu sperimentò barre metalliche a
sezione particolare (non tonda) e ad aderenza migliorata
T:.~. V'J" [81 oggetto di brevetto, utilizzate in diversi edifici (9) (fi-
~ .J~~ j'A;- gura 5.5).
"'_h/ A~ 70 L'organizzazione interna dell'ufficio doveva essere assai
.:], _1·Y. "
z<,-Y'/J-JJ_ * moderna ed efficiente come testimoniato ad esempio dai
'À ~ (,
diversi moduli prestampati utilizzati sia per la progettazione
k.IIL
che per l'appalto delle opere (figg. 5.6, 5.7), o dall'accurato
Archivio di tutti i lavori svolti [10].
Per quanto riguarda le calcolazioni e lo sviluppo dei progetti
delle strutture si può osservare che all'inizio dell'attività tali
Fig. 5.7: Prestampato per il calcolo delle opere. elaborati giungevano o dal "Bureau Technique de

,,\\"'l'ìI'\\lIES [li,:, hT111'1


,:.\- __ ~~____ - ,I
,~T :,;, :.~";,, ','(SiT, '- ~ElnaIQUE
, ... '-,~ ~·i·

;;;

Fig. 5.8: Uno dei primi disegni del1896 proveniente dal Bureau Technique Hennebique di Bruxelles, relativo ad un lavoro commissionato alla
Soc. GA Porcheddu dalla Citta di Torino (AP., doso Torino 1895-98, prat. 24/1056)
5.2 La Soc. GA Porcheddu di Torino 23

Fig. 5.9: SilosGranari del parlo di Genova: disegno esecutivo delle fondazioni elaborato dal Bureau Technique Centrale Hennebique di Pari-
gi (A.P., doso Genova 1900-01, prat. 177)

fig. 5.10: Vista esterna degli uffici della Soc. Porcheddu in via Prin- Fig, 5.11: Vista esterna degli uffici della Soc. Porcheddu in via Prin-
cipe Tommaso angolo corso Valentino (ora corso Marconi) a Tori- cipe Tommaso angolo corso Valentino (ora corso Marconi) a Tori-
no. Gli edifici, ora demoliti, presentano la tipica connotazione Li- no. Gli edifici, ora demoliti. presentamo la tipica connotazione Li-
berty (A.P.f.) berty (A.P.f.)
24 5_ La Soc. GA Porcheddu e la diffusione del Sistema Hen nebiQue in Italia

Bruxelles" [fig. 5.8] o dagli agenti della sede di Napoli (i


disegni sono firmati ing. E. ZObiin oppure ing. Narici).
Nel 1897, per quanto riguarda i lavori semplici, i calcoli so-
no già elaborati autonomamente a Torino e nel 1898 molta
attività progettuale è svolta in sede. ~ in questo anno che
compaiono appositi moduli prestampati, intestati G.A. Por-
cheddu, che permettono di svolgere con ordine i calcoli e
che verranno poi diffusamente utilizzati negli anni seguenti,
in completa autonomia progettuale dagli uffici belgi o
francesi della casa madre (fig. 5.7).
Se praticamente da11898 si ha l'autonomia di calcolo e di
progetto per la più parte dei lavori, anche di notevole
impegno, alcune opere di rilievo saranno comunque, anche
negli anni seguenti, impostate dagli uffici centrali Henne-
bique; si cita ad esempio i calcoli per i Silos Granari del
porto di Genova del 1899 (fig. 5.9) o il Ponte Risorgimento di
Roma del 1910/11. Di notevole interesse strutturale sono
da segnalare, poiché sviluppati a Torino, il progetto e il cal-
colo di alcuni ponti che vanno considerati come un'espe-
rienza ed un contributo che precede e prepara la realizza-
zione del Ponte Risorgimento [11].
Significativo dell'attualità e della sensibilità con cui si se-
guiva l'evoluzione del gusto dell'architettura è l'edificio
della nuova sede della Società realizzato nel 1903, un anno
dopo la nota Esposizione Internazionale d'Arte Decorativa Fig. 5.13: Arredo degli uffici Porcheddu, espressamente realizzato
su disegni dell'ing. Bracco, tecnico presso la Soc. Porcheddu
(A.P.f.)

Fig. 5.12: Cortile interno degli uffici e laboratori della Soc. Por- Fig. 5.14: Arredo degli uffici Porcheddu, espressamente realizzato
cheddu; nel cortile sono depositate travi prefabbricate Siegwart su disegni dell'ing. Bracco, tecnico presso la Soc. Porcheddu
(A.P.f.) (A. P.f.)

Moderna di Torino che rappresentava praticamente la


prima affermazione ufficiale dell' Art Nouveau in Italia. L'edi-
ficio, (figg. 5.1 0, 5.12) un basso fabbricato sistemato ad uffi-
ci-laboratorio in corso Valentino 20 (ora corso G. Marconi),
pur nella sua semplicità, era in genuino gusto Liberty ed an-
che gli interni e gli stessi arredi, armadi, scaffali, ecc. erano
stati congruentemente disegnati (figg. 5.13, 5.14).11 proget-
tista della nuova sede era l'ing. E. Bracco, appartenente allo
stesso Studio Porcheddu [12].
La sede di Corso Valentino disponeva anche di un laborato-
rio per prove di carico su semilavorati, travi, ecc. (figg. 5.15,
5.16, 5,17) nel quale si effettuavano rilevazioni sulla
portanza di strutture (travi prefabbricate) e sulla resistenza
dei materiali da impiegare.
Lo studio comunque non si limitò a lavori di calcolazione di
strutture anche di grande difficoltà, ma presentò anche
proPoste e idee innovative quali ad esempio il "Tipo di
Autostrada sopraelevata - sistema ing. Porcheddu" (1906) Fig. 5.15: Prova statica a rottura di una trave presso il laboratorio
(fig. 1.1). della Soc. Porcheddu (A.P.L)
5.3 L'archivio della Sac GA Porcheddu e l'organizzazione detl Studio tecnico 25

Soc. G.A. Porcheddu. L'esame di tale archivio, anche solo


nella sua impostazione generale puO dare un'iClea dell'or-
ganizzazione, della dimensione e dell'importanza del-
l'impresa in oggetto. L'archivio, che si ritiene per lo più
completo, é costituito da 385 dossiers contenenti le prati-
che relative a circa 2600 opere in c.c.a. eseguite secondo il
brevetto Hennebique.
L'archivio è ordinato per località e per anni. Le pratiche
sono datate dal 1895 al 1933 (con esclusione di alcuni
lavori non utilizzanti il c.c.a., antecedenti il 1895).
L'archivio è suddiviso nelle seguenti località o zone: Torino
(102 dossiers); Piemonte (70 dossiers); Milano-Lombardia
(26 dossiers); Roma (19 dossiers); Veneto (11 dossiers);
Liguria (58 dossiers); Genova (62 dossiers); Messina-
Palermo (11 dossiers); Reggio Calabria (8 dossiers);
Sardegna (3 dossiers); Tripoli (2 dossiers); ZOne diverse
(13 dossiers).
Ogni dossiers é contraddistinto da una intestazione che
Fig. 5.16: Prova di carico su trave solaio prefabbricata tipo Sieg- individua località e anno (o gruppo di anni) e contiene una o
wart (A.P.I.)
più pratiche di lavori classificati con un codice in origine
costituito da una coppia di numeri; n. pratica progressivo
dei lavori della Soc. Porcheddu e n. pratica progressivo
Soc. PORCHEDDU ING. G. A. Dala cOlllez;one de; 111.,,; dell'organizzazione internazionale Hennebique (questo
TorilloJ!\~_J._5 __ ~".,\~,l(l .• 191~
secondo numero non è più riportato a partire dagli anni
LABORATORIO ASSAGGI
1906-7).
~
!?JT.... 37 44 Contemporaneamente all'analisi comparativa dei lavori è
stata effettuata una schedatura ragionata di una parte
PROVE DI RESISTENZA sul campione di cemento dell'archivio che ha permesso di rilevarne anche la consi-
;:O:::i::~: ~~~a~~ntiere 'J_~:~_~~~~-~_It:l:~~~~,-?~~L1A stenza numerica [13] relativamente ai dossiers delle zone
di Torino (654 lavori), Piemonte (escluso Torino, 581 lavori),
Vagone N. Spedito IL__ ""lJ
Milano-Lombardia (251 lavori), Veneto (128 lavori). Roma
Veliero Giunto in Cantiere _ '-~__ ~_~~.,t:..
(67 lavori).
Sacchi N. L~_:L'_ . Giunto in Laboratorio ~lt: L'esame delle pratiche, della meticolosa ed ord inata con-
servazione delle documentazioni, nonché la ponderosa
RESISTENZA
quantità di disegni relativi a soluzioni progettuaU diverse, in
TRAZIONE COMPRESSIONE alternativa per uno stesso lavoro non possono c he portare
Impasto ~'.l_\{I._O Impasto J,;__~_ ad un'idea di uno studio tecnico di livello, seriamente
Acqua Cubo - - ,·7 "'T------ ---- impostato, con un'attività non comune. I duerni laseicento
Presa... Acqua --,- " - - c ------ lavori circa svolti fra il 1895 e il 1933, anche se in essi sono

I ....".. I
compresi piccoli e grandi interventi, testimoniano in tal sen-
'o. NORMALE I OO~ 'o. "'"O'''INO"''''L
.
I ...
MOV"TO "TMO'I
so. Certamente il fatto che la Società fosse inserita in una
'.~'
" GIORNI SF€RE •••• '.~'

più vasta organizzazione internazionale ha inftu ito sull'im-


?J"~_ 'tl~. postazione dello studio tecnico, ai suoi membri- ed al suo
,Ì f~
,/ .. -'" l ''.t.~(;
, 12, l t.O '4bb 180 direttore non si puO perO disconoscere il senso impredito-
1,.02S2) riale, la laboriosità e la capacità progettuale, testimoniate
non solo dalla quantità dei lavori svolti, ma anche dalia
I .
qualità non comune di alcuni di essi.
I . 28 220

I
28
Note al Capitolo 5.
provini Le Chtelier [1J Lo studio rappresentava impiantistica termotecni ca (caldaie),
I ___ aumentarono a caldo
macchine (argani, gru, ecc.), depurazioni acqu e industriali,
sistemi costruttivi edilizi per tetti piani Sistema Weber e solai
Fig. 5.17: Certificato dei risultati di prove di resistenza su campioni,
incombustibili e resistenti al fuoco Sistema Hennebique.
eseguite presso il1aboratorio della Soc. Porcheddu (A.P.f.)
[21 VoI. I, parte I. pago 398.
[3J Le sedi degli uffici erano: Torino. piazza Cavou .... l; Genova,
piazza Corvetto. 2; Milano. via Morigi. 12; Bologna, Via Manzo-
ni, 4; Roma, via Piè di Marmo. 6.
[4] Nel 1906 la rivista "Le Béton Armé" riporta in pi u rispetto al
1901 i concessionari: Beer ad Ancona. GinovaJ1i-Faborni a
Bologna. Brugier a Pisa.
5.3 L'archivio della Soc. G.A. Porcheddu e l'or- [5] Cfr. "Le Béton Armé". 1914; le sedi risultano: Torino, corso
Valentino, 20; Genova, via Maddaloni. 6; Milano, via Morigi,
ganizzazione dello Studio tecnico
12; Roma. piazza Colonna. 355.
[61 G.A. Porcheddu nacque ad Ittiri (Sassari) il 26.6.1 860 e mori a
Come già accennato, il presente studio é stato innescato Torino il 17 ottobre 1937. StudiO alla R. Scuola d i Applicazio-
dalla fortunata disponibilità dell'archivio, per la gran parte ne per Ingegneri di Torino e si laureO nel 1890 Ing egnere Civi-
inedito, dei progetti (disegni, calcoli, corrispondenza) della le e dopo aver frequentato il Corso Superiore di El ettrotecnica
26 5. La Soc. G.A. Porcheddu e la diffusione del Sistema Hen nebiQue in Italia

Fìg. 5.18: Cartoncino Pubblicitario della


Soc. Porcheddu, distribui to durante le ce-
lebrazioni per il Cinquantenario dell'Unita
d'Italia, raffigurante lo Stadium a Torino
s-.ilvppo doU•• ,..1,...." m.... li.500 lA. P.)

nel 1892 ottenne il Diploma di Ingegnere Industriale presso il - l'ing. E. Norzi (esistono pratiche a lui riferite negli anni
R. Museo Industriale Italiano di Torino (cfr. Annuario de11892/ 1919-1931)
93). Alla scuola di Elettrotecnica annuale potevano iscriversi i - l'ing. Visconti (esistono pratiche a lui riferite nel 1924)
diplomati in ingegneria civile o industriale (tre anni di corso) -l'ing. Rebagliati (esistono pratiche a lui riferite del 1930)
o coloro che avevano superato il 1 0 e 2° anno. - l'ing. A. Traverso (filiale di Genova e lavori nel sud Italia).
Si ricorda che il Regio Museo Industriale Italiano concorreva (8] "Il Cemento", anno IX, 1912, pago 376.
con la Regia Scuola di Applicazione alla formazione di inge- [9] Ad esempio furono utilizzati nelle Case Economiche
gneri industriali e civili. Nel190G dalla fusione delle due istitu- dell'Unione Messinese (1914) (A.P. doso Messina 1913-1914,
zioni nacque ['attuale Politecnico di Torino. prat. 4680) e nella Fiat Lingotto a Torino (1 916-22).
Si riportano di seguito alcune notizie relative alla famiglia. [10) I progettisti disponevano di fogli prestampati per l'esecuzione
G.A. Porcheddu spOSO Amalia Dainesi ed ebbe 7 figli: Mario, dei calcoli (gia dal 1898), dei contratti, ecc. Nel fogli prestam-
Eugenia, Teresa, Seppe, Ambrogia, Luciano, Amalia. La mo- pati per i contratti venivano riportate le cond izioni generali dei
glie Amalia mori prematuramente (1902) ed a lei è dedicata la lavori. Veniva definito il sovraccarico massimo dei solai da
tomba realizzata nel1912 con decorazione su disegno di Giu- realizzarsi e la relativa freccia di inflessio ne massima. Nel
lio Casanova, con parte scultorea di Edoardo Rubino, presen- prezzo pattuito era esclusa, poiché a carico del Committente,
te al Cimitero Generale di Torino (111° Ampliazione, arco 51). la fornitura della casseratura provvisoria in legname e gli iner~
AbitO nella villa di corso Massimo d'Azeglio 12 (isolato tra via ti (ghiaia e sabbia) per il conglomerato. !I lavoro veniva conse-
Galliari, via Berthollet e via Ormea) fatta ristrutturare su dise- gnato grezzo, senza intonaco, né altre ape re di finizìone.
gni di P. Fenoglio nel 1909. Si trasferì successivamente a Ca- La Soc. Porcheddu inoltre richiedeva, in cantiere, un luogo
voretto, in strada dei Ronchi 29-31-33-37-41. adatto per la lavorazione del ferro (taglio, pi€gatura), per l'im-
AI momento di andare in stampa gli autori sono venuti in pos- pasto del conglomerato cementizio, per il deposito dei mate-
sesso di una serie di articoli commemorativi su G.A. Porched~ riali, nonché la fornitura dell'acqua necessa ria per gli impasti.
du, pubblicati sul giornale "La nuova Sardegna", del 25 giu- Cfr. ad esempio contratto del 417/1899 per la realizzazione
gno 1960, per il centenario della nascita. dei solai del Palazzo Gonzaga a Milano (A.P., doso Milano
Nei testi, oltre agli aspetti di operosita e capacita tecniche che 1900, prat. 351/6721).
permisero a Porcheddu di giungere alle lauree superando no- [11] CAVALLARI MURAT A., Contributo torinese afla storia defl'evo-
tevoli difficolta economiche derivanti dalle condizioni fami- luzione dei ponti tipo Risorgimento in "Atti Rassegna Tecnica
gliari (fu presto orfano), vengono evidenziate le sue qualila della Societa degli Ingegneri e degli Architetti in Torino", nuo-
umane e sociali. In particolare viene sottolineato il rapPorto va serie, anno IV, aprile-maggio 1950.
con le maestranze impostato più sull'amicizia che sulla dipen- [12] Fotografie degli esterni della sede Porched du e degli interni,
denza, egli fu attento alle provvidenze assistenziali, tanto da compresi gli arredi, sano state pubblicate sulla rivista d'epo-
essere seguito dalle maestranze con grande rispetto. ca "Arte Decorativa Moderna", anno Il, n. 4, 1903-4.
Fu nominato Cavaliere al merito del Lavoro nel febbraio del [131 La schedatura, necessariamente sintetica, tenendo conto
1914. Quesle ultime documentazioni sono state gentilmente della vastita dell'archivio e della possibilita effettiva di lavoro
fornite dall'ing. Giandomenico Bardanzellu, nipote di Por- degli scriventi, ha rilevato, in particolare, per"" ogni pratica con-
cheddu. tenuta nei dossier: titolo del dossier (Iocama e anno o anni; n.
(7) Tra i collaboratori dello Studio Porcheddu, compresi quelli pratica e anno se il dossier si riferisce a più anni); opera (tipo
delle filiali di Roma, Genova, Milano, sono stati individuati: di edificio per il quale si sono progettate le strutture e commit-
- l'ing. C. Bagnasco (filiale di Genova) tente); progettista (individuato sulla base delle documenta-
- l'ing. Bongiovanni (esistono pratiche a lui riferite del 1919) zioni a disposizione); Iipo di lavoro (oggetto dei progetti
- l'ing. E. Bracco (gia presente nel 1897 e ancora nel 1930) statico-strutturali, classificato secondo una terminologia
- l'ing. S. Chiera (filiale di Roma, a partire dal 1907 circa) convenzionale: solaio, struttura a telaio, ecc.). 1restanti dos-
-l'ing. A. Danusso (collaborO a partire circa da11907, cfr. A.P., sier dell'Archivio sono stati invece schedati in via provvisoria
doso Piemonte 1907 prat. 2696; doso Veneto 1907 prato e saranno oggetto di future verifiche.
2047; doso Torino 1909, prato 3337; é presente ancora nel L'Archivio Soc. G.A. Porcheddu apparten ente all'Istituto di
1920) Tecnica delle Costruzioni, ora confluito nel Dipartimento di In-
- l'ing. D Donghi (direttore della filiale di Milano dal 1900 al gegneria Strutturale del Politecnico di Tori(10, è attuamente in
1904) deposito presso il Dipartimento di Ingegneria dei Sistemi Edi-
- l'ing, E Giay (gia presente nel 1901) lizi e Territoriali dello stesso ateneo.
Capitolo 6.

Le prime applicazioni del Sistema Hennebique, il passaggio dai solai alle


strutture a telaio, l'evoluzione dell'edilizia civile e industriale, gli aspetti
architettonico-compositivi
(R.N.)

6.1 Le prime applicazioni del Sistema Hennebi- terziario (uffici, banche. ecc.). Nel caso di quest'ultima tipo-
logia ave preminente era l'aspetto di rappresentanza
que, i solai
legato. in tali anni, a soluzioni compositive di tipo eclettico,
le strutture in c.c.a. sono generalmente nascoste o mimetiz-
6.1.1 Considerazioni introduttive
zate da decorazioni. I solai poggiano inizialmente su
Le opere più usuali in Sistema Hennebique nei primi anni di murature portanti perimetrali in mattoni, di opportuno
applicazione, tra il 1894 e il 1900 circa, sono i solai che spessore, che tra l'altro contribuiscono a conferire agli
sostituiscono progressivamente nella prassi costruttiva le edifici, l'immagine di decoro e durata voluti.
tradizionali strutture in profilati di ferro e valtini di mattoni o
valterrane laterizie, solo successivamente, verso i primi
anni del Novecento, compaiono strutture a telaio complete
formate da pilastri travi e solai. 6.1.2 Le solette piane, i solai con travi e i solai a ca-
I primi edifici che adottano strutture in conglomerato ce- mera d'aria
mentizio armato sono per lo più a destinazione industriale,
dove questa tecnica risolveva con relativa facilità molti Esemplificativo delle diverse tipologie di solaio in c.c.a. che
problemi statici. In seguito si giunge ad adottarla diffusa- il Sistema Hennebique offriva alla fine dell'OUocento é il
mente nell'edilizia residenziale e in quella per servizi e del palazzo della Soc. Assicurazioni Generali del 1898 a Milano

.+.-- .- --- -+
;
I
- - - - 1 - -.... ~___+IJ} Fig. 6.1: Sezione trasversale dei solai a
doppia soleUa utilizzati in alcune coperture
del Palazzo Assicurazioni Generali Venezia
a Milano (A. P., doso Milano-Lombardia
1897-99, pral. 14713176)
28 6. Le prime applicazioni del Sistema HennebiQue

tura con le nervature presentava un buon momento di


inerzia e contemporaneamente era sufficientemente
leggera. Nelle coperture a terrazzo, inoltre, alt re ad ottenere
un migliore isolamento termico, si poteva realizzare l'estra-
dosso del solaio lievemente inclinato (per il deflusso
dell'acqua piovana) e l'intradosso perfettame nte orizzonta-
le, semplicemente variando l'altezza delle nervature (fig
6.1)
II solaio a camera d'aria richiedeva però un maggior costo
di realizzazione e creava alcuni problemi esecutivi, che la
tecnologia adottata da Porcheddu riusciva abbastanza
bene a risolvere.
La realizzazione dell'intercapedine d'aria infatti avrebbe ri-
chiesto una casseratura in legno irrecuperabile a getto
ultimato, questa casseratura veniva sostituita da una lastra
prefabbricata in conglomerato cementizio (con spessore di
4 o 6 cm), poggiante sul bordo delle nervature precedente-
mente realizzate, che permetteva il getto della soletta
superiore e che rimaneva inglobata nella struttura com-
pletata.
È interessante ricordare come i lavori del palazzo delle As-
sicurazioni Generali furono aggiudicati ali a Porcheddu
Fig. 6.2: Sezione trasversale di un edificio in cui sono realizzati so- sulla base di un ribasso preventivo in evidente concorrenza
lai in c.c.a. normali (1° piano) e a doppia soleUa (terrazzo) e con-
temporaneamente volte in muratura (palazzina uffici della Soc. ano
Garage Automobili Alessio, Torino A.P" doso Torino 1907, prat.
2360)

[n. progettato da L. Beltrami nella centralissima piazza


Cordusio (fig. 2.4).
In Questo palazzo si ha l'applicazione di diversi tipi di strut-
ture orizzontali portanti:
per le luci minori si adottarono so lette in conglomerato
cementizio armato a spessore costante (12-14 cm),
oppure solette con travetti a vista;
per gli ambienti di grande luce, non di rappresentanza,
solai con travi principali e travi secondarie, a vista, a
sostegno di so lette (mediamente le travi principali
avevano luci di 6,00 -+- 6,5 m e Quelle secondarie, or-
togonali alle prime, di 3 -+- 3,5 m con un passo di circa
1,50 m);
nelle sale di rappresentanza furono realizzati solai a
doppia so letta e camera d'aria chiamati "a travi
nascoste", in modo da evitare la vista delle travi
sporgenti dal soffitto.
La caratteristica saliente di Queste ultime strutture fu
appunto Quella di essere costituite da una soletta superiore
di estradosso (portante la pavimentazione) una so letta
inferiore di ridotto spessore realizzante l'intradosso (come
se fosse una controsoffittatura) una serie di nervature
verticali colleganti le due solette, che costituivano il sistema
di travi portanti. Lo spessore del solaio in totale risultava
compreso tra 30 e 40 cm, a seconda dell'altezza delle
Fig. 6.3: Stralcio dal progetto di magazzino a due piani della Soc.
nervature: la so letta superiore era spessa circa 14 cm, la M. Ansaldi, Torino, 1899 (A.P., doso Torino 1899, prat. 279/5646)
soletta inferiore 4 o 6 cm, la camera d'aria (o le nervature)
da 12 a 20 cm (fig. 6.1).
Con Questa soluzione, che era stata adottata contempora-
neamente anche negli edifici di ampliamento della Scuola Fig. 6.4: Interno del magazzino della Soc. M. Ansaldi a Torino,
di Applicazione per Ingegneri di Torino, alla fine del 1897 1899. Si noti il solaio in C.C.a. poggiante su colonn ine in ghisa che
[2J, ed in diversi altri successivi edifici (fig. 6.2), si in fase esecutiva è stato preferito al solaio in volte di muralura su
ottenevano, secondo i progettisti, diversi vantaggi, quali un profilati metallici, previsto in progelto (A.P.f.)
soffitto inferiore perfettamente piano e di facile rifinitura
(che escludeva l'uso di controsoffittature), un migliore
isolamento termico e acustico (per la presenza della came- Fig. 6.5: Facciata su via Cuneo del magazzino della Soc. M. Ansaldi
ra d'aria), una buona portata utile del solaio, poiché la strut- a Torino, 1899 (A.P.I.)
6.1 Le prime applicazioni del Sistema Hennebique, i solai 29

Fig. 6.4

Fig. 6.5
30 6. Le prime applicazioni del Sistema Hennebique

con il sistema di solai a profilati in ferro e vDlterrane come


esaminato al Cap. 2.
Un altro esempio della progressiva concorrenza del solaio
in calcestruzzo armato rispetto alle soluzio ni in uso è la
realizzazione del magazzino a due piani della Soc. M.
Ansaldi & C. a Torino nel 1899, ave nel progetto originario,
ad opera di P. Fenoglio, compaiono solai a voltine impostate
su profilati metallici poggianti su colonnine in ghisa; nella
realizzazione verranno invece eseguiti solai Hennebique
poggianti sempre sulle previste colonnine in ghisa [2] (figg.
6.3, 6.4, 6.5).
Nel primo decennio di applicazione la tipologia costruttiva
dei solai Hennebique in Italia non varia sensibilmente, si
usano generalmente strutture a travi e so lette (a semplice o
doppio ordine); le travi spesso si fanno corri spandere alla
posizione dei tramezzi e risultano nascoste (fig. 6.6).
In altri casi si adottano strutture a travi incroci ate di medesi-
ma sezione (fig. 6.7).
Di quest'ultimo tipo di solaio, generalmente utilizzato nel
caso di locali a pianta tendente al quadrato o di notevole
luce (figg. 6.8, 6.9, 6.10), si hanno esempi già a partire dalla
fine dell'Ottocento (palazzo dei Giganti a Gen ova, 1896, fig.
6.11, mercato orientale di Genova, 1898) [3].
In diversi casi le soluzioni adottate sono di notevole interes-
se, quale ad esempio il solaio a travi incrociate realizzate
per coprire il salone sotterraneo del Palazzo della Nuova
Fig. 6.6: Pianta, con evidenziate dimensioni e posizione delle strut-
Borsa di Genova (1907-10) (fi9. 6.12).
ture orizzontali in c.c.a, di una casa di civile abitazione (casa di via I solai a travi incrociate lasciate a vista si prestavano ad es-
XX settembre 37 a Genova, 1900, A.P. doso Genova 1900-01, prat. sere decorati o modellati richiamando con finiture di gusto
643) eclettico le strutture a cassettoni (figg. 6.13, 6.14).

Fig. 6.7: Pianta delle strutture sistema Hennebique poggianti Su murature portanti (Casa Croce, Genova. 1902; A.P , doso Ge nova 1902, prat
1033)
6.1 Le prime applicazioni del Sistema Hennebique, i solai 31

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Fig. 6.8: Esempio di edificio co perlo con strutture a travi incrociate (Cartiera Italiana, Torino, 1901; A.P., doso Torino 1901 , pral. 748/12480)

Anche per le realizzazioni delle scale, in questi anni, si ri- elementi prefabbricati realizzare una superficie continua
corre a soluzioni interessanti quali rampe elicoidali e a piana sia all'intradosso che all'estradosso raggiungendo
pianta circolare [4] ispirate dal notevole esempio di Henne- contemporaneamente una notevole capacitè. portante.
bique realizzato all'Esposizione Universale di Parigi del
1900 (Iigg. 6.15, 6.16).
In alcuni casi per le strutture orizzontali si utilizzano travi 6.1.3 I solai alleggeriti con blocchi laterizi
tubolari prefabbricate "brevetto Siegwart", più oltre esami-
nate, delle quali la Soc, Porcheddu era anche rappresen- L'idea di alleggerire le strutture orizzontali mantenendo
tante [5] (Iigg. 6.17, 6.18, 6.19). contemporaneamente una buona capacitè. portante oppu-
Con esse era possibile per semplice accostamento di re la ricerca di tecniche per svelti re le operazioni realizzati-

Fig. 6.9: Esempio di solaio a 1ra.vi incrociate


(stabilimento Rotondi, Varallo Sesia, Nova-
ra, 1902; A.P., doso Piemonte 1902, prat
1171/17859)
32 6. Le prime applicazioni del SiSI~ma Hennebique

una lettera di delucidazioni inviata al rapJ:)resentante di


Porcheddu a Roma (ing. S, Chiera) da parte di un cliente
relativamente alla notizia che in Francia si fossero utilizzat~
"false travi tu boiari di stucco", poi inglobate nei gelti dei
solai, operanti anche come casseratura a perdere per le fa-
si di getto della struttura [6].
Relativamente all'aspetto dell'alleggerimento delle struttu-
re, la Soc. Porcheddu adotta diversi acca rgimenti per i
solai della casa Engelfred a Torino de11912-13 [71 sono
utilizzati dei comuni mattoni forati accostat i a gruppi per
formare i vuoti fra le nervature (fig. 6.20); nel villino Magni a
Frascati, del 1912 [8], vengono impiegati invece appositi
blocchi laterizi ad incastro, alti 20 cm, con piattelli in cotto
disposti in corrispondenza delle nervature (ti gg. 6.21,6.22)
e cosi ancora per la casa Moretti a Milano del 1912 [9]
(fig. 6.23) e nei solai delle case economiche dell'Unione
Messinese (3° gruppo, 1914) ave vengono utilizzati laterizi
forati per realizzare un solaio a nervature incrociate (fi-
gura 6.24).
Analogamente nei solai dell'edificio industriale S.P.LG.A. a
Moncalieri (TO) del 1918 [10] sono impiegati blocchi tipo
"volterrana" prodotti in origine per i solai a putrelle (figure
6.25, 6.26).
Fig. 6.10: Esempio di solaio a travi incrociate su pianta triangolare
Nel decennio successivo per l'edificio sede della Gazzetta
(A.P., doso Torino, 1900. praL 249/4951)
del Popolo di Torino, del 1928 [11], alcuni solai vengono
realizzati con appositi blocchi di alleggerimento in laterizio,
ve, presenti gia nei solai a doppia soletta innanzi citati, si di altezza 16cm e larghezza 20cm) che affia ncati a coppie
svilupparono proprio nel primo decennio del Novecento, permettono il getto dei travetti ad interasse di 50 cm, dimen-
periodo in cui compaiono innumerevoli brevetti al riguardo sione poi divenuta nei decenni successivi molto diffusa
da parte di progettisti e imprenditori. Ad esempio è del19Ga nell'edilizia civile.

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Fig. 6.11: Solaio a travi incrociate poggiante su muratura perimetrale e pilastri nel Palazzo dei Giganti a Genova. 1896 (A.P .. doso Genova
1896, prato 15/879)
6.1 Le prime applicazioni del Sistema Hennebique, i solai 33

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Fig. 6.12: Palazzo Nuova Borsa di Genova: strutture del salone sotterraneo (A.P., doso Genova 1907 -08-09-10, pral. 2438)

Fig, 6.13: Solaio a travi incrociate decoralo con


stucchi nell'ingresso dell'Arena Rospigliani
{Arena Nazionale}, poi Teatro Apollo, a Roma
1909-10 (A_P.f.}
6. Le prime applicazioni del Sistema HennebiQue

Fig. 6.14: Solaio a travi incrociate decorato con


stucchi nel salone ristoro dell'Arena Rospigliani
IA.P.f)

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~~~.j Fig. 6.16: Esempio di progetto di scala elicoidale con struttura in


c.C.a. della Casa Gamba a Torino, 1903 (A.P. doso Torino 1903. prat.
1417)

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Fig. 6_15: Esempio di scala elicoidale con strutture in c.c.a. della Fig. 6.17: Trave prefabbricata in c.c.a. Siegwart della lunghezza di
Casa Gazelli a Torino. 1901-2 (A.P., doso Torino 1902. prat. 704) 6,40 m e della massa approssimativa di 400 kg (AP.Ll
6.1 Le prime applicazioni del Sistema HennebiQue. i solai 35

Fig. 6.18: Esempio di solaio di copertura per


edilizia industriale (Impianto idroelettrico muni-
cipale di Torino. 1906) realizzato dalla Soc. Por-
cheddu con travi Siegwart (A.P.f.)

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Fig. 6.21: Particolare dei solai con mattoni in laterizio del villino
Magni a Roma. 1912 (A.P., doso Roma 1913, prat. 4521)

Fig. 6.19: Esempio di solaio realizzato con travi prefabbricate


Siegwart (Stabilimento Piaggio, Sestri Ponente, 1907), appoggiate
a travi principali con sezione a U rovescia e mensole di sostegno
(AP, dos. Liguria 1906, prato 2259)

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Fig. 6.20: Particolare dei solai con alleggerimenti in mattoni e di un


solaio a doppia so letta (Casa Engelfred. Torino; A.P,. doso Torino
1912-13. pral. 4861) Fig. 6.22: Facciata del villino Magni (A.P., doso Roma, 1913,4521)
36 6. Le prime applicazioni del Sistema Hennebique

PARTlç C LARE 5C>I.-AI Occorre comunque notare che l'uso dei blocchi laterizi di
alleggerimento rimane un fatto abbastanza particolare nei
lavori di Porcheddu e non generalizzato, ad esempio nel
notevole intervento delle case di abitazione della
Compagnia Anonima di Assicurazioni a Torino (1929-31) i
solai sono tradizionalmente realizzati con S.olette piene e
travi ribassate poste in corrispondenza dei tr-amezzi e delle
suddivisioni degli ambienti.

Fig. 6.23:Parlicolare dei solai in c.c.a. e blocchi laterizi della casa


MoreHi a Milano, 1912 (A. P.. doso Milano 1912. prat. 4169}
6.2 Tecniche costruttive innovative nel primo
decennio del Novecento per la realwzzazione di
solai in conglomerato cementizio armato

Da Quanto innanzi esposto si può notare che la Soc. Por-


cheddu si mantenne piuttosto fedele agi i sperimentati
schemi costruttivi originali del solaio HennebiQue, appor-
tando negli anni alcune varianti migliorative abbastanza
semplici e di facile sperimentazione utilizzate in certi casi,
Quali i blocchi di alleggerimento (prima semplici mattoni,
poi volterrane e blocchi appositi), la doppia soletta, l'uso di
travi prefabbricate Siegwart.
In effetti, come già accennato, agli inizi del Novecento si svi-
lupparono in Europa studi e sperimentazioni al fine contem-
poraneo di risparmiare materiale, migliorare il comporta-
mento delle strutture, semplificare la costruz.ione. Si cerca-
rono delle tecniche costruttive innovative, spesso poi
brevettate, molte delle Quali rimasero allo stadio propositivo
e non ebbero che rara applicazione in Itali a, altre furono
impiegate su scala più ampia e ancora oggi rappresentano
valide soluzioni.
Alla fine del primo decennio del Novecento i brevetti relativi
alla realizzazione di solai alleggeriti o con elementi prefab-
bricati sono veramente molti, Quasi tutti si basano su alcuni
principi comuni e sfruttano, per Quanto riguarda l'utilizza-
zione del C.C.a., i sistemi di calcolo e le tecniche realizzative
ormai sperirr:entate e conosciute (tra cui il Sistema Henne-
bique). La maggior parte di Queste nuove P roposte si può
far rientrare a grandi linee nei gruppi che seguono.
a) Strutture nervate ove la sagomatura e le nervature sono
ottenute mediante l'uso di particolari blocchi in laterizio
forati, o di cemento e scorie (derivati dalle tradizionali
volterrane), che vengono disposti allineati e opportuna-
mente distanziati; tali blocchi risultano inglobati nella
struttura a getto ultimato. I solai presentan o generalmen-
te intrados8o piano che evita successive plafonature.
b) Sistemi di casseratura recuperabili con particolari
Fig. 6.24; Unione Messinese, case economiche, terzo gruppo, fab-
sagome (generalmente si tratta di cassaforme metal-
bricalo tipo A, Messina, 1914: particolare dei solai a nervature in- liche), che permettono la realizzazione delle nervature
crociate e blocchi laterizi di alleggerimento. elaborato dell'Ufficio risparmiando l'approntamento di una casseratura tradi-
Tecnico Unione Messinese (A.P., doso Messina 1913, prat. 4680) zionale.

Fig. 6.25: Particolare dei solai dell'edificio industriale Soc. S.P.I.GA di Moncalieri, Torino. 1918; sono visibili i blocchi tateri 2i utilizzati per al-
leggerire la struttura. del tipo volterrane. prodot\l per i solai a putrelle (A.P. doso Torino-SPIGA 1918. pral. 5811)
6.2 Tecniche costruttive innovative nel primo decennio del Novecento per la realizzazione di solai con c.c.a. 37

TORINO. FORNACI RIUNITE. TORINO

VOLTERRANE da cm. 12 in chiave

Fig. 6.28: Solaio con blocchi laterizi armati sistema Schneider (da
"II Cemento" a. III, 1906, p_ 214)

APPLICAZIONE

NH.. l'" o,dio"Ionl indi".., di,IO"" ~,II'lTi ,,. "'""o. <o"lrQ' '""gh.". d.ll•••mp....

Fig. 6.26: Estratto da un catalogo delle Fornaci Riunite di Torino del


1912; sono visibili i blocchi laterizi tipo volterrane utilizzati dalla
Soc. Porcheddu nei solai in c.c.a.
Fig. 6.29: Solaio a blocchi sistema Perret et Farault (da "Il Cemen-
to", a. VII, 1910, p. 100)

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.1fffij,fH3E IEH-ffirAnJ3f
j.

Fig. 6.27: Solai sistema Ghilardi (da "II Cemento", a.l., 1904-05)

c) Travi prefabbricate (generalmente approntate a piè


d'opera in speciali cassaforme) che poste affiancate e
appoggiate sulle murature permettono la realizzazione
degli orizzontamenti, previo getto superiore di solidariz- Fig. 6.30: Solaio a blocchi sistema Carrière et Forestier (da "II Ce-
mento", a. VII, 1910, p. 110)
zazione. Tali travi, con sezioni tubolari o a doppia "T" o a
"U" rovescia, potevano essere poste in opera anche in
abbinamento a blocchi forati o a tavelloni laterizi,
seguendo quanto già sperimentato con i profili NP in
IIMlon IOIlIlItIl"la-'. di u.. t"V8.
ferro, ed ottenendo sensibili alleggerimenti di struttura.
d) Sistemi utilizzanti blocchi e conci autobloccanti in
laterizio o in conglomerato cementizio di apposita
conformazione, posti in sito con l'ausilio di malte cemen-
tanti e armature metalliche.
Per avere un'idea della quantità e varietà di brevetti relativi a
solai alleggeriti o con elementi prefabbricati si riportano di
seguito Sinteticamente le caratteristiche di alcuni di essi,
riportati nella pubblicazione d'epoca "II Cemento" tra il
1904 e il 1910. I brevetti sono elencati cronologicamente
secondo la loro pubblicazione e sono raggruppati nelfe
quattro classi innanzi esposte. Fig. 6.31: Solaio tipo Lehmann (da "II Cemento", a_ VlIl, 1 911, D- 22)
38 6. Le prime applicazioni del Siste ma Hennebique

a) Strutture utilizzanti blocchi laterizi forati o similari inte- Solaio Sistema Perret e Farault [14l; vengono
grate con armature e getto di conglomerato cementi~ utilizzati grossi blocchi prefabbricati di conglo-
zio: merato cementizio e scorie, viene ridotta notevol-
Brevetto Ghilardi [12] o "solai tubatari in cemento ar- mente la casseratura (fig. 6.29).
mato"; vengono utilizzati blocchi laterizi forati (figura Solaio Sistema C. Carriére e V. Forestier [15]; vengo-
6.27). no utilizzati blocchi laterizi forati di altezza diversa e
Sistema solaio M.H. Schneider [13}; vengono utiliz- disposti in modo da realizzare nervature incrociate
ti blocchi laterizi forati poggianti su travetti metallici (fig. 6.30).
a traliccio che vengono inglobati nel successivo Solaio Sistema Burchartz [16]; vengono utilizzati
getto di completamento in conglomerato cementizio blocchi laterizi forati, prismatici a base triangolare,
(fig. 6.28). che accostati a gruppi di quattro permettono la

a
c

~b

Fig. 6.32: Sistema Poyet per la realizzazione di solai nervati gettati


Fig. 6.35: Soffiltature sistema Frazzi (da "Il Cemen to", a. VIII, 1911,
in casserature formate da tavelle di laterizio (8, hl e per la realizza-
pagina 278)
zione di pareti portanti (c) (da: "II Cemento", 8. VIII, 1911, p. 58)

Fig. 6.33: Solai a blocchi e lavelle tipo Villa (da "Il Cemento .. , a. Vlll,
1911, p. 227)

Fig. 6.34: Tavelle per platonalure sistema Perret (da "Il Cemento", Fig. 6.36: Solai con blocchi laterizi a doppio colle gamento sistema
a. VIII, 1911, p. 244) Frazzi (da "II Cemento", a. VIII, 1911, p. 311)
6_2 Tecniche costruttive innovative nel primo decennio del Novecento per la realizzazione di solai con c.c.a. 39

laterizi internamente vuoti, ma chiusi da ogni parte, in


modo da evitare sprechi di conglomerato hei getti dei
solai.
Solai Beghé [27]; vengono utilizzati componenti
prefabbricati in c.c.a. a forma ricurva (fig. 6.37).
Solai Villa [28[; vengono utilizzati blocchi laterizi ac-
coppiabili onde permettere la realiz:oe.azione di
nervature incrociate (fig. 6.38).

b) Sistemi di casseratura recuperabile


Armature provvisorie e casserature Leo nardi [29];
vengono proposti casseri in legno o ferro smontabili
e riutilizzabili.
Solai S. De Mollins [3D); vengono utilizzate cassera-
tu re metalliche sagomate in modo da realizzare
solette nervate; si può ottenere l'intradosso piano
utilizzando tavelle laterizie; l'altezza del solaio è 22,
Fig. 6.37: Solai Beghé realizzati mediante componenti prefabbri- 25 o 27 cm (fig. 6.39); l'ing. De Mollins era agente dei
cati in c.c.a. (da: "11 Cemento", a. IX. 1912, p. 66) Brevetti Hennebique per la Svizzera.
Solai sistema Srazzola [31]; vengono utilizzati cas-
seri metallici sagomati; distanza tra le nervature 50
cm, altezza nervature 16 cm, spessore so letta 5 cm .

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Fig. 6.38: Solai a blocchi laterizi sistema Villa (da "II Cemento", a. Fig. 6.39: Solaio lipo De Mollins realizzabile con casserature me-
IX, 1912, p.382) talliche riutilizzabili (da "II Cemento", a. IV, 1907, p. 1 17)

realizzazione di nervature incrociate.


Solaio eh. Lehman [17]; vengono utilizzati blocchi di
gesso-scorie forati (fig. 6.31).
Solaio Wrissemberg [18]; vengono utilizzati tubi in
lamiera per realizzare fori di alleggerimento nel getto
d i conglomerato.
Solaio Faber [19]; vengono utilizzati blocchi laterizia
due fori.
Sistema Poyet per solai e coperture [20]; vengono
impiegati mattoni forati piatti e tavelle (fig. 6.32).
Solai brevetto P. Villa [21]; vengono impiegate tavelle
laterizi e e mattoni forati speciali (fig. 6.33).
Sistema Perret [22]; vengono impiegate tavelle
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laterizie armate con tondini di ferro per plafoni, solai,
ecc. (fig. 6.34).
Sistema Frazzi [23] o "soffittatura isolante"; vengono
impiegati particolari laterizi forati che ancorati alle
travi gettate in opera permettono di sorreggere ta-
velle per la plafanafura (fig. 6.35).
Mattoni a doppio collegamento Frazzi [24]; vengono
utilizzati blocchi laterizi forati collegabili ad incastro
(fig. 6.36).
Valterrane ad unico elemento combinabile Frazzi
[25]; vengono utilizzati grossi blocchi forati colle-
gabili ad incastro (fig. 6.36). Fig. 6.40: Travi a traliccio sistema Visintini (da "Il cemento", a.
Mattoni vuoti chiusi [26]; vengono realizzati blocchi 1904-05, p. 25)
40 6_ Le prime applicazioni del Siste ma Hennebique

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Fig. 6.41: Sezioni trasversali di un solaio sistema Corradini (da "II
Cemento", a. 1904-05, p. 101)

Fig. 6.43: Solaio Krattinger tipo Ercole (da "II Cemento", a. VII,
1910. n. 9. p.133)

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Fig. 6.44: Solaio tipo Herbst {da "II Cemento", a. VlI, 1910, n. 12, p.
1831

Fig. 6.42: Esempi di applicazione e particolari costruttivi delle travi


prefabbricate Sistema Siegwart (da "II Cemento", a., 1904-05, p.
145)

c) Sistemi utilizzanti travi prefabbricate


Sistema 'Visintini [32]; sono utilizzate travi a traHccio
in c.c.a. realizzate a piè d'opera che vengono
accostate; un getto superiore solidarizza gli elemen-
ti; altezza delle travi cm 28 e base cm 20. È possibile
realizzare anche scale (fig. 6.40).
Travi solaio F. Corradini [33]; si tratta di solai
realizzati con travi tubolari cave in c.c.a. (di sezione
Fig. 6.45: Solaio sistema Turk (da "II Cemento",a. VII, 1910. n. 23, p
circa ottogonale) che sorreggono tavelle laterizie; si
1S1
puO realizzare anche il platone inferiore piano me-
diante tavel1e laterizie poggianti su appositi riscontri
delle travi (fig. 6.41).
Travi sistema Siegwart [34]; si tratta di solai realizzati
con travi tubolari a sezione rettangolare cava, tra loro
accostabili, con getto di completamento superiore,
l'intradosso è piano; le altezze del solaio variano tra
12 e 22 cm (fig. 6.42).
Solai Krattinger tipo "Ercole" [35]; sono utilizzate
travi tubolari prefabbricate in cantiere, con intrados-
so piano ed estradosso sagomato, viene predi-
sposto un getto di completamento superiore (fig.
6.43). Fig. 6.46: Solaio sistema Gisshammer: 1. Completamento .su~erio­
Solai tubolari Sistema Herbst [361; sono utilizzate re con palchetto ligneo; 2. Completamento superiore .con IIs~latura
travi in c.c.a. prefabbricate, a sezione rettangolare in malta; 3. Lastre di gesso di 25 mm di spessore; 4. Finitura In ges-
con uno zoccolo inferiore, che vengono abbinate a so di 3 mm di spessore. a) Lastra su smussatura sLJperiore, b) lastra
blocchi tubolari cavi di conglomerato con scorie. su smussa tura inferiore (da "II Cemento", a. VIIl, 1911, p. 120\
6.3 11 passaggio dai solai alle strutture a telaio 41

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Fig. 6.47: Elementi prefabbricati del solaio tipo Cicogna {da "II Ce-
mento", a. VIII, 1911, p. 150)

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Fig. 6.48: Solaio a elementi prefabbricati tipo Ortogon (da "II Ce-
mento", a. IX, 1912, p. 98)

Viene predisposta una soletta di completamento


superiore (fig. 6.44).
Solai Sistema TOrk [37]; sono utilizzate travi a doppio Fig. 6.49: Esempi di volterrane sistema Mantel (da "II Cemento", a..
1904-05, p. 266)
"T" accostate, vengono a realizzarsi dei vani tubolari
vuoti, l'intradosso è piano, l'estradosso del solaio è
completato da un getto (fig. 6.45).
Solaio Sistema Gisshammer [38l; vengono utilizzate
travi prefabbricate in c.c.a. con sezione a "doppio T"
sagomate in modo da accogliere lastre di c.c.a. o
gesso per realizzare l'impalcato (fig. 6.46). 6.3 Il passaggio dai solai alle strutture a telaio
Solaio Cicogna [39]; vengono utilizzate travi con se-
zione a "V" prefabbricate in c.c.a. irrobustite da ner- 6.3.1 Progressivo impiego delle strutture in c.c.a.
vature trasversali (fig. 6.47).
Travi Ortogon [40]; si tratta di travi prefabbricate con
nell'edilizia residenziale
sezione a "L" che si appoggiano e collegano a
formare un solaio nervato (fig. 6.48). Indicativo del progressivo impiego delle strutture in c.c.a.
nell'edilizia civile, prima come semplici solai poi come
d) Sistemi a conci autobloccanti ed altri sistemi strutture complete, è il Palazzo Priotti di Torino, in corso
Sistema Mantel volterrane-soffitto [41]; vengono uti- Vittorio Emanuele Il, progetto di C. Ceppi [46]. L'edificio
lizzate particolari volterrane ad incastro che realizzato in due fasi successive a distanza di alcuni anni,
poggiano su travi in ferro, legno o c.c.a. (fig. 6.49). presenta nel primo lotto, del 1900, solo solai in c.c.a. pog-
Sistema Jens G.F. Lund (di Cristiania, Norvegia) [42]; gianti su murature continue portanti in laterizio, nel
vengono utilizzati blocchi in c.c.a. con incastro a secondo lotto, del 1906, la struttura è a telaio completa-
maschio-femmina per realizzare, previa sigillatura, mente in c.c.a., con pilastri travi e solai, le facciate in gusto
travi tubolari e solai (fig. 6.50). eclettico e le piante tradizionali non denunciano comunque
E interessante notare che sempre nel primo decennio del la modifica di impostazione statico strutturale (fig. 6.53),
Novecento anche per la realizzazione di pareti vengono così come molte realizzazioni coeve.
preposti diversi sistemi che utilizzano pannelli in c.c.a. o in In effetti occorre notare che l'introduzione delle strutture in
laterizi armati. Oltre alle pareti sottili in tavelle Perret, armate c.c.a. nell'edilizia residenziale, nei primi anni di applicazio-
con tondini, del tipo giti presentato per i solai e controsof- ne, non viene a modificare quella che era l'impostazione
fitti, si citano analoghi sistemi, quale il tipo Lehmann [431 distributiva tradizionale della casa d'abitazione. salvo rari
che utilizza armature a rete formate da tondini agganciati e casi, ed accorreranno diversi anni prima che i progettisti,
il tipo Kessler [44] con armature a ferri piatti. Intere pareti ed i committenti, apprezzino e sfruttino le nuove possibilità
prefabbricate a piè d'opera in apposite casserforme mobili di organizzare ed articolare le piante degli alloggi e degli
sono invece alla base del sistema Aiken [45] utilizzato per la edifici permesse dalla presenza di pochi punti fissi, i pilastri
realizzazione di edifici militari negli Stati Uniti (fig. 6.51). in c.c.a., in netto vantaggio rispetto ai vincoli delle masse-
42 6. Le prime applicazioni del Sistema Hennebique

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Fig. 6.50: Solaio sistema Jens G.F. Lund con conci autobloccanti Fig. 6.51: Sistema di prefabbrlcazione Aiken utiliz;<:alo per la realiz-
(da "II Cemento", a. Il, 1905, p. 190) zazione di edifici militari negli Stati Uniti {da "Il Cemento", a. VlIl, p.
1951

murarie portanti. ad esempio la platea di fondazione continua, irrigidita con


Un chiaro esempio di Quanto detto può essere fornito travi rovesce, la sottoplatea di conglomerato, lo zavorra-
dall'esame dell'intervento della Casa Lombard a Torino mento delle fondazioni, i raccordi dei pilastri, ecc.).
[47]. Si tratta di un complesso di edifici multipiano Anche da un punto di vista distributivo Questi edifici sono
progettati dall'Ing. Antonio Vandone di Cortemiglia [48] di- particolari e dimostrano una evoluzione rispetto alle tradi-
sposti lungo il perimetro di un lotto a pianta triangolare in zionali prassi sfruttando meglio le possibilità e i gradi di
zona allora di forte sviluppo edilizio. Gli edifici sono stati li berta permessi da C.C.a. (fig. 6.56).
realizzati in due fasi successive ed erano previsti con Non esistono più limitazioni nell'allineamento tra i muri, la
alloggi di diverso decoro, con prevalenza di appartamenti maglia strutturale segue l'impostazione distributiva.
signorili. Il primo blocco a 6 piani f.t., del 1907, è realizzato Esistono trasversalmente all'edificio quattro file di pilastri
con murature portanti, con tre allineamenti paralleli (due che sorreggono solai continui a tre campate con luci corri-
muri di facciata e uno di colmo) e muri trasversali di contro- spondenti alla successione modulare stanza-disimpegno-
ventamento. Il secondo blocco, a 7 piani f.t., del 1910-11,
riprende le modulazioni e l'impostazione del primo edificio,
il passo delle finestre e dei vani è il medesimo, la distribu-
zione degli alloggi è sempre impostata su un corridoio
centrale a ridosso del muro di colmo (figg. 6.54, 6.55). È
interessante però notare che la struttura, in questo secon-
do caso, è a telaio in C.c.a., Questo fatto è piuttosto emble-
matico e significativo circa il modo in cui tale tecnica si
affaccia nelle realizzazioni dei primi anni del Novecento: il
c.c.a. viene preso in considerazione e inserito alla fine di
tutto l'iter progettuale e viene a risolvere situazioni statiche
pensate per tecniche murarie tradizionali e ad esse vinco-
lato.
Tutte le possibilita che Questo nuovo modo costruttivo
presenta non sono quindi inizialmente sfruttate e accorre-
ranno ancora diversi anni per vedere nelle applicazioni
correnti un 'evoluzione che coinvolge intimamente fatti
distributivi e statico-strutturali, in relazione alle notevoli po-
tenzialita di Questa tecnica.
Nella casa Lombard la maglia di travi e pilastri viene
adattata molto facilmente trovando posto in Quegli spessori
murari (60-70 cm per le strutture verticali) che erano stati
previsti per una tradizionale muratura senza apportare però
dal punto di vista distributivo alcun apprezzabile migliora-
mento.
Forse solo il bovindo angolare aggettante sullo spazio
strada fa pensare alla presenza di una struttura stati ca non
tradizionale. Relativamente a Quanto esposto può essere
interessante paragonare la casa Lombard a costruzioni
che, Qualche anno dopo, sono state progettate espressa-
mente per essere realizzate in c.c.a. Si citano ad esempio
gli edifici del Quartiere Lombardo a Messina (49] progettati
dall'areh. Broggi e dall'ing. Nava nel 1911-12, e realizzati,
a pochi anni di distanza dal disastroso terremoto. Queste
costruzioni nascono con strutture particolarmente dimen- Fig. 6.52: Solaio-soltitlo sistema FERT, in tavelle laterizie armate
sionate e predisposte con un'ossatura antisismica (si cita (da una pubblicità dell'epoca)
6.3 Il passaggio dai solai alle strutture a telaio 43

Fig. 6.53: Palazzo Priotti a Torino, 1900 (10


lotto) e 1906 (2° lotto): vista da corso Vitto-
rio Emanuele Il (A.P.I.)

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Fig. 6.54: Pianta del piano tipo della casa Lombard a Torino, corpo su corso Regina Margherita, 1910 (Archivio Ing. A. Vandone di Cortemiglia,
D,I.S,E.T., Politecnico di Torino. pral. IO TOR 907 -04)
44 6. Le prime applicazioni del Sistema Hennebique

Fig. 6.55: Casa Lombard a Tcrino, in fase di realizzazione (Archivio


Vandone di Cortemiglia)

Fig. 6.56: Pianta del primo piano della casa d'abitazione 15 B del
Quartiere Lombardo a Messina, IV lotto, (A.P., doso Messina 1910.
prato 4190)

Fig9. 6.57 e 6.518: Esempi di tam-


ponamenti di strutture in calce-
struzzo armato, rT1ediante murature
in pietrame (A.P. f.)
6.3 Il passaggio dai solai alle strutture a telaio 45

stanza (che è poi la sequenza tipica delle case d'abitazione negate, gli edifici industriali e quelli di servizio Sono forse i
dei decenni successivi). primi che beneficeranno delle nuove possibilita e che utiliz-
Fatto interessante da notare è che le facciate esterne di zeranno strutture complete.
questi edifici nulla lasciano intravvedere circa la loro È a cavallo fra Otto e Novecento che si hanno le prime
struttura e che l'impostazione complessiva è quella tipica realizzazioni di edifici con strutture completamente in c.c.a.,
del gusto tardo-liberty di tali anni. progettati tenendo conto proprio di tali più ampie possibilita
È interessante ancora notare come in alcuni casi la sia strutturali che espressive che questa tecnica poteva
soluzione della struttura a telaio in c.c.a., innovativa sotto offrire.
molti punti di vista, si abbini a tecniche tradizionali, ad Forse il primo esempio notevole di tale accezione è il
esempio tamponamenti realizzati in muratura di pietrame Mercato Orientale di Genova del 1898-99 [50). Emble-
misto con ricorsi di mattoni (figg. 6.57, 6.58) oppure struttu- matico è il fatto che questo edificio sostituisse una prece-
re parzialmente a telaio, con presenza di pilastri nella parte dente tettoia in ferro; è l'inizio della progressiva concor-
centrale degli edifici, e poggianti su murature perimetrali renza fra costruzioni in c.c.a. e costruzioni metalliche.
continue di facciata. L'edificio è impostato in pianta modularmente, vi è una sa-
la centrale più alta, con una galleria perimetrale che vi si
sviluppa intorno.
6.3.2 L'utilizzazione delle strutture a telaio e lo studio Le travi principali del corpo centrale sono incrociate e
di soluzioni innovative hanno una luce di 14,7 m. Da notare le ampie finestrature tra
i pilastri, che saranno tipiche di tutta l'architettu ra in c.c.a.
L'uso del conglomerato cementizio armato permetteva successiva, specialmente quella industriale (fig. 6.59).
chiaramente soluzioni strutturali che sino allora erano Come gia accennato in precedenza l'utilizzazione di strut-

Fig. 6.58
46 6. Le prime applicazioni del Sistema HennebiQue

Fig. 6.59: Mercato Orientale di Genova,


1899: vista del salone centrale (A.P .t.l

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Fig. 6.60: Sezione trasversale e pianta del Cotonificio Torinese, 1905 (APt., doso Torino 1905, prato 2111)
6.3 Il passaggio dai solai alle strutture a telaio 47

ture complete a telaio non è però così immediata e a fianco zione e razionatitè., modulati dalle strutture in c.c .8. 8 vista
di edifici con tale struttura coesistono per diversi anni (fig. 6.62).
realizzazioni con strutture che possono essere definite ibri- I primi anni del Novecento sono anche Quelli dell' avvento e
de, con solai e pilastri in C.C.a. nella parte centrale dell'edi- dello sviluppo di quel fenomeno artistico internazionale,
ficio e muratura perimetrale portante (fig. 6.60) giustificate che ha interessato sia l'architettura che le arti figurative e
da considerazioni economiche ed operative. applicate, noto più in generale come Art Nouveau, ed in
Una realizzazione particolarmente importante nell'evolu- Italia come Liberty.
zione delle opere in c.c.a., a livello non solo italiano, ma Questo movimento, che in architettura si esplicita prevalen-
internazionale, sono i Silos Granari del porto di Genova, temente a livello di tipologie residenziali e di edifici di
realizzati da Porcheddu negli anni 1899-1901 su progetto servizio, ha dei legami e trae inneschi e Possibilita
degli ingegneri milanesi A. Carissimo e G. Crotti e dall'ing. espressive dalla nuova tecnica del c.c.a., tuttavia occorre
G. B. De erisloforis [511. fare alcune precisazioni.
L'edificio che è ritenuto la più complessa opera in c.c.a. co- Per quanto riguarda l'edilizia residenziale il conglomerato
struita nel mondo sino a tale data, per l'ottima prova che cementizio offre la possibilita specie a livello di co rpi agget-
dimostrò e che dimostra tuttora, contribui a dissolvere i tanti (ad esempio bovindi), oppure nelle verande e terrazze,
dubbi che ancora esistevano sul sistema adottato [52]. ampiamente utilizzati nell'epoca (fig. 6.63) tuttavia, come in
Si noti il corpo principale, più atto, che contiene le apparec- precedenza illustrato, sono pochi i casi in cui questa nuova
chiature di sollevamento e le motrici a vapore, la cui tecnica viene sfruttata nelle sue ampie possibil ita realiz-
presenza è denunciata dall'emblematica ciminiera; nei zative sia a livello statico strutturale, sia a livello compo-
corpi laterali più bassi, costituiti da elementi modulari sitivo. Spesso viene usato in abbinamento alle strutture
accostati, sono dislocate le celle verticali di insilaggio (fi- murarie verticali il cosiddetto "Iitocemento" per ottenere
gura 6.61 l. elementi decorativi (e anche portanti) simili a pietra,
Le decorazioni a bugnato sulle facciate denunciano legami modellati in dimensioni volute secondo tecniche ampia-
dal punto di vista compositivo con precedenti esperienze, mente utilizzate negli ultimi decenni dell'Ottocento.
mentre gli spazi interni presentano una forte caratterizza- Un esperimento di utilizzazione del c.c.a. esposto a vista e

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Fig. 6.61; Silos granari del porlo di Genova, 1899-1901 vista dal mare prima dell'ampliamento e delle sopraelevazioni (Archivio Soc. Silos di
Genova)
48 6. Le prime applicazioni del Sistema Hennebique

di contemporaneo studio di nUOve tecniche di realizzazione 6.4 L'evoluzione dell'edilizia industriale e le


(quali ad esempio i tramezzi interni in tavelle laterizie sottili) strutture speciali
ci è offerto dalla casa Marangoni, di via Nizza a Torino, del
1904, progettata dagli ingegneri Donghi e Parrocchia [53) Relativamente all'edilizia industriale si puO parlare di una
(fig. 6.64). L'edificio si presenta con decorazioni tipiche del evoluzione che vede il passaggio da edifici d i tipo ottocen-
gusto dell'epoca, la struttura portante a vista modula la tesco, a più navate con murature perimetra li in mattoni e
facciata ed è tamponata con elementi e pannelli di cemento. strutture generalmente in ferro, ad edifici che adottano il
Un altro esempio di c.c.a. a vista, però in edilizia per servizi, conglomerato cementizio armato per le strutture orizzontali
sempre su progetto di Donghi, è il padiglione vendite della (eventualmente con pilastri in c.C.a. nelle :zone interne),
ditta Ansaldi a Milano, del 1903, in cui sono facilmente mentre le facciate sono ancora in muratura, mantenendo
riconoscibili i legami con l'Art Nouveau e nello stesso vivo un certo legame con il gusto neomedievale di fine
tempo si intravvedono le nuove possibilità espressive che Ottocento e permettendo anche un certo tipo tradizionale di
offre la tecnica Hennebique. Significativa è l'organizza- inserimento nel contesto della città.
zione modulare dei pilastrini e delle vetrine, sormontati Gli elementi strutturali che fanno parte anche del nuovo
dall'architrave di collegamento [54] (fig. 6.65). linguaggio architettonico e che caratteriz:zano l'edificio
Copertura piana a travi incrociate e grossi lucernari di illu- industriale sono il pilastro, dai caratte ristici spigoli
minazione sono presenti invece nel salone della Cassa di smussati, di dimensioni generalmente ridotte (40X40 cm,
Risparmio di Venezia del 1906 [55] su progetto sempre di 50X50 cm, ecc.); le travi principali ribassate dal solaio, con
Donghi, dove-perO travi e pilastri sono mimetizzati da spigoli smussati e raccordate ai pilastri con mensole; le tra-
decorazioni eclettiche (fig. 6.66). vi secondarie che irrigidiscono le solette e si incastrano
Spesso, comunque, le strutture a telaio vengono nascoste nelle travi principali; le solette di ridotto spessore, e di
sotto decorazioni che le mimetizzano completamente, que- dimensioni in pianta rettangolare o quadrate.
sto anche in relazione alla destinazione dell'edificio e alle Tra i diversi esempi al riguardo si citano, su progetto di P.
caratteristiche che deve possedere (fig. 6.67). Esemplifi- Fenoglio [56}, il Cotonificio Remmert di Ciriè (1900) dove si
cativo è il caso del tempio Valdese a Roma (1911) ove il te- possono notare le ampie finestrature (richieste da esigenze
laio strutturale ha la specifica funzione di scheletro di illuminazione) e l'uso in facciata di decorazioni neome-
portante, poi ricoperto e "rimpolpato" da tamponamenti ai dievali, legate anche ad una immagine simbolica di
quali è demandato il compito di caratterizzare l'architettura "potenza industriale" che sembra si sia voluta. infondere al-
(Iigg. 6.68.6.69.6.70.6.71). la costruzione [57) (figg. 6.72, 6.73); la Fabbrica Termotec-

Fig. 6.62: Silos granari del parlo di Genova: vista del corridoio delle celle (Archivio Soc Silos di Genova)
6.4 L'evoluzione dell'edilizia industriale e le strutture speciali 49

Fig. 6.63: Disegno dei bovindi di casa Florio a Torino, 1908 (A.P.,
doso Tori no 1908, prat. 2833)

Fig, 6.64: Casa Marangoni a Torino, 1904: vista da via Nizza


(foto R.N.)

Fig. 6.65: Padiglione Ansaldi a Milano,


1903 (A'p,L)
50 6. Le prime applicazioni del SislerT1a Hennebique

Fig. 6.66: Salone della Cassa di Risparmio


di Venezia, 1906 (A.P.I.)

Fig. 6.67: Restaurant du Pare a Torino, 1908, con struttura completamente in c.c.a. (A.P.I.)
6.4 L'evoluzione dell'edilizia industriale e le strutture speciali 51

Fig. 6.68: Vista della facciata del Tempio


Valdese, Roma (A.P.f.)

Fig. 6.69: Prospetto del Tempio Val-


Pt!CCIATfI llli.' rliJ~V2--TeMPèvAbji:sE dese a Roma, 1911 (A.P., doso Roma
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52 6. Le prime applicazioni del Sistema Hennebique

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Fig. 6.70: Pianta delle strutture portanti del Tempio Valdese, Roma (A. P.f.)

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Fig. 6.71: Sezioni trasversale e longitudinale delle strutture portanti del Tempio Valdese, Roma (A.P.f.)
64 L'evolUZlone dell'edilizia industriale e le strutture speciali 53

Fig. 6.72: Cotonificio Remmert a Ciriè (TO), 1900: vista esterna (A. P.f.)

Fig. 6.73: Cotonificio Remmert vista interna (AFf.)


54 6_ Le prime applicazioni del Sistem& Hennebique

nica e Meccanica a Torino (1900) [58) che si c:lIistingue per


un interno luminoso e razionate, ritmato dai pilastri in c.c.a.
che sostengono le vie di corsa del carroPonte e dalla
sequenza dei lucernari (fig. 6.74), la Fabbrica Barone & Figli
a Torino (1906) [59]. che presenta facciate su via impostate
su sequenze modulate di ampie finestre, sormontate da
archi, alternate a lesene di mattoni (ligg. 6.76,6.77).
Si passa, dopo gli anni 1905-6, ad edifici di tipo protorazio-
nalista, completamente in C.C.a. con strutture a vista in fac-
ciata e ampie finestre, però spesso nascos.ti nei cortili
interni, lasciando alle palazzine di servizio (ad esempio uffi-
ci), spesso in gusto Art Nouveau, esposte sul fronte via, il
compito di rappresentare l'immagine della ditta.
Quale esempio si puO citare la Carrozzeria automobili Ales-
sio a Torino (1907) [60] su progetto di Fenoglio. Dalla pia-
nimetria (fig. 6.78) si nota come, utilizzando un lotto di
terreno angolare, si sia disposto l'edificio indu striale (indi-
viduabile per l'ampia maglia dei pilastri) all'interno, mentre
angolarmente e lungo le vie sono dislocati la pa lazzina uffici
(fig. 6.79) realizzata in muratura, e i magazzin i.
Analogo discorso si potrebbe fare per le fabbri che Locati e
Torretta (1905) (fig. 6.80) e Venchi & C. (1907) a Torino [61].
Negli anni dopo il 1905 circa compaiono anche edifici in
C.C.a., con strutture a vista, non nascosti nei c ortili, ed è in
questi primi esempi che si dimostra che l'uso del conglo-
merato cementizio armato puo fornire nuovi linguaggi
compositivi.
AI riguardo si richiamano: il complesso dei mul ini, magazzi-
ni e silos della Soc. Mulini Alta Italia [62], Sampierdarena,
del 1904-5, blocco di edifici pluripiano, ospitante attrezza-
ture di lavorazione pesanti, sostenute da un telaio multiplo
Fig. 6.74: Fabbrica Termotecnica e Meccanica a Torino, 1900: VI- in c.c.a. a vista (fig. 6.81), oppure uno dei blocchi della Fiat
sta interna. (A.P.f.) Grandi Motori (ex Fiat Ansaldi), in corso Vercelli ang. via

Fig. 6.75: Stabilimento Cinzano a Santa Vittoria d'Alba (CN), 1907: vista interna. (A.P.f.)
6.4 L'evoluzione dell'edilizia industriale e le strutture speciali 55

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Fig. 6.76

Figg. 6.76 - 6.77: Stabilimento Barone e Fi-


gli a Torino, 1906 (foto R.N.)
56

Fig. 6.78: Garages Carrozzeria Automobili Alessio a Torino, 1907: pianta degli edifici (A.P., doso Torino 1907, prat. 2360)

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Fig. 6.79: Facciata della palazzina uffici dello stabilimento Garages Carrozzeria Automobili Alessio a Torino, 1907 (A.P .. dog_ Torino 1907.
prat. 2360)
6.4 L'evoluzione dell'edilizia industriale e le strutlur(; ..,peciali 57

Fig. 6.80: Stabilimento Locati e Torrella a Torino, 1907. (Archivio Storico del Comune di Torino)

Fig. 6.81: Fabbricalo magazzino e silos della Soc. Mulini Alta lIalia a Sampierdarena, Genova, 1904-05: prospetto nord. (A.Pq

Fig. 6.82: Fiat Grandi Motori (ex Fiat An-


saldi) a Torino, 1906: vista da corso Ver-
celli (A.P.I.)
6. Le prime applicazioni del Sistema Hennebique
58

Cuneo a Torino [63], del 1906, dove l'ossatura in c.c.a. è


tamponata con ampie finestrature e con parti murarie (fi-
gura 6.82).
Quest'ultimo progetto, a firma di Giacomo Matté Trucco, per
8', . certi aspetti, anticipa soluzioni che verranno po i adottate in
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tr, successive realizzazioni, tra cui spicca lo stabi limenlo Fial
Lingotto degli anni 1916-1921.
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I Nel primo decennio del Novecento (e successivamente) i
tipi ricorrenti di edifici industriali si possono raggruppare
i,:. 1J negli schemi seguenti:
strutture a telaio completo di solai e pilastri, spesso plu-
ripiano, per diversi lipi di lavorazioni (non pesanti), ad
esempio la Carrozzeria Anonima Industriai e, del 1905
Fig. 6,83: Stabilimento Soc. An. Carrozzeria Industriale a Torino, (11gg. 6.83, 6.84), con illuminazione mediante
1905: sezioni trasversali. (A.P., doso Torino 1905, prat 1995)

Fig. 6.84: Lo Stabilimento della Soc. An


Carrozzeria Industriale in fase di costru-
zione. (A. P.f.)

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Fig. 6.85: Impianto idrolermoeleltrico municipale di Torino 1908 sezione trasversale (A.P .. doso Torino 1906, praL 2261)
6.4 L'evoluzione dell'edilizia industriale e le strutture speciali 59

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Fig. 6.86: Impianto idrotermoeletlrico municipale di Torino in fase di costruzione (A.P.f.)

finestrature sulle facciate (progetto di E. Bonicelli e G. capannoni molto estesi in orizzontale, con maglie di di-
Matté Trucco); mensione non troppo elevata e copertura adatta a
capannoni per lavorazioni pesanti, spesso di notevole garantire illuminazione diffusa con soluzioni a shed
luce, con copertura a travi reticolari e solette, con (figg. 6.88 -:- 6.93) e con lucernari (fig. 6.94) ricavati nel-
pilastri portanti le vie di corsa dei carriponte. L'illumina- le coperture piane.
zione è ricavata utilizzando finestre ricavate tra le Nel secondo decennio del Novecento l'edificio industriale
so lette dislocate a quote differenti e da finestroni in in c.c.a. è ormai consolidato nella prassi costruttiva e
facciata (li99. 6.85 e 6.86); generalmente le maglie delle strutture, messe in vista, sono
complessi basati sull'accoppiamento di maglie modulari abbinate a tamponamenti opachi e finestrature, i progettisti
più alte e maglie più basse che permette l'illuminazione giocano proprio sull'accostamento dei pannelli e delle
(fig. 6.87) interna con finestroni; finestre per re:.ilizzare motivi estetici particolari.

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I. ,l,.. Fig. 6.87: Soc. Piemontese Automobili
SPA a Torino, 1906: prospetti e sezione
(A.P., doso Torino 1906. prato 2188)
60 6_ Le prime arlPlicaZlonl del Sistema Henneb!que

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Fig. 6.88: Stabilimento G.8. Conte a Schio, 1906: stralcio dei disegni di progetto (A.P., doso Veneto 1906, prat. 2070/28198)

Fig. 6.89: Stabilimento G.8. Conte: vista Interna della sala tessitura con copertura a sheds (A.P!.)
6.4 L'evoluzione dell'edilizia industriale e \e strutture speciali 61

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Fig. 6.90: Stabilimento G.B. Conte: disegno
particolare degli sheds (A.P., doso Veneto,
1906, pral. 2070/28198)

Tipico é l'abbinamento del mattone colore rosso, il grigio della Cinzano in S. Vittoria d'Alba [64J del191 O (progetto di
della struttura in conglomerato e i riflessi di luce delle P. Fenoglio). In esso è rilevabile la ritmatura dei pilastri in
finestrature. c.c.a., le murature di tamponamento in mattoni, il cornicione
Esemplificativo è il fabbricato lavorazione dello spumante di coronamento (Iigg. 6.95, 6.96).

Fig. 6.91: Stabilimento G.B. Co nte: disegno


di progello della sala filalura (A.P., doso Ve-
neto 1906, prat. 2070128198)
62 6. Le prime applicazioni del Sistema Hennebique

Fig. 6.92: Stabilimento G.B. Conte: visla


interna della sala filatura, illuminata con
lucernari. (A.P!.)

Fig. 6.93: Cartiera Novari a Schio. 1906:


vista interna. (A.P.f.)

Fig. 6.94: Siralcio dal disegno di progetto


dello stabilimento della Soc. Carrozzeria
Industriale a Torino, 1905 (A.P._ doso Tori-
no 1905, pral. 1995)
6.4 L'evoluzione dell'edilizia industriale e le strutture speciali 63

Fig, 6.95: Disegni di progetto del fabbricato lavorazione spumante della F. Cinzano & C. a Santa Vittoria d'Alba (CN). 1910 (A.P., dossier Pie-
monte-Cinzano 1906-12, prat. 3650)

Fig. 6.96: Stabilimento Cinzano: vista da un cortile interno. (A. P.f.)

Fig. 6.97: Tipica costruzione in c.c.a. che compare negli stabili-


menti industriali: il serbatoio dell'acqua (stabilimento Wild & Ab-
begg, Torino) (A.P.I.)

Fig. 6.98: Magazzini docks Dora a Torino. 1912-14 (Foto R.N.j


64 6. Le prime applicazioni del Sistema Hennebique

Fig. 6.99: Officine Fonderie Fiat alla Barriera di Nizza, Torino (ora facenti parte del complesso del Lingotto), 1916: edifici in fase di costruzio-
ne. (A. P.f.)

Fig. 6.100: Officine Fonderie Fiat alla Barm:ra di Nizza, Torino


6_4 L'evoluzione dell'edilizia industriale e le strutture speciali 65

Fig. 6.101: Officine Fonderie Fiat alla Barriera di Nizza, Torino

Nei Docks Dora di Torino [65], del 1912-14, le parti di le ferriere di Oneglia (1917) (fig. 6.104) con grossi ca-
tamponamento richiamano modi costruttivi delle tecniche pannoni;
lignee, con contraventi diagonali (fig. 6.98). la Fiat Lingotto (1916-1922), edificio pluripiano a
Tra le realizzazioni per l'industria più notevoli del secondo e maglia modulare costituito da unità semplici aggregate
terzo decennio del Novecento ad opera della Soc. [66] (Iigg. 6.105, 6.106).
Porcheddu si citano: È in questi anni che si realizzano per i grossi capannoni an-
le Officine fonderie Fiat alla Barriera di Nizza (1916) che strutture in c.c.a. con schema a portale, ciOè con gli ele-
(figg. 6.99 +6.1 03), costituite da una serie di maglie mo- menti verticali in continuità stati ca con gli architravi e solle~
dulari di altezza diversa; citati anche a flessione.

Fig. 6.102: Officine Fonderie Fiat alla Barriera di


Nizza, Tonno
66 6. Le prime applicazioni del Sistem€l Hennebique

Fig. 6.103: Officine Fonderie Fial: sezione


trasversale (A.P .. doso To rino-Fial 1916,
prato 5634)

Fig. 6.104: Ferriere di Oneglia, 1917.


(A.P.I.)

Fig. 6.105: Officine Fial L-ingotlo a Torino,


1916-22: vista aerea annì Sessanta. (Foto
Archivio Centro Storico Fiat)
64 L'evcluzione dell'edilizia Industriale e le strutture speciali 67

Tra questi esempi si citano gli Hangars per dirigibili di Par- espressivi anche particolarmente felici, come l e travi in-
ma (1918) con luce di 26 m e altezza 32 m (figg. 6.107, trecciate dei Oocks Piemontesi a Torino [68] del 1913-14
6.108) e i capannoni della centrale termoelettrica di Turbigo (lig.6112).
(1926) [67J (li9g· 6.109. 6.110) I problemi statici sia di calcolo che di realizzazione che
La possibilità di "model!are" a piaci mento le strutture in vengono coinvolti in questi tipi di strutture non usuali sono
conglomerato cementizio armato innesca la fantasia dei molti, esemplificativa è la realizzazione della cupola del
progettisti, si arriva a soluzioni con travi intrecciate, forse Palazzo Stabile delle Esposizioni di Torino (1911) al cui
ispirate a certe architetture barocche, come la copertura progetto ha collaborato l'ing. Oanusso. La cupola di 24 m di
del salone ottagonale della Società Bancaria a Torino luce, impostata su pianta quadrata, è costituita da una
(1910) (ispirate allo schema della cupola guarignana di S. so letta sottile (cm 10) con nervature principali "m eridiani" e
Lorenzo (fig. 6.111). In alcuni casi si raggiungono momenti nervature secondarie "paralleli" (fig. 6.113).

Fig. 6.106: Officine Fial Lingollo'


vista da via Nizza {Fola R.N.)

Fig. 6.107: Hangars per dirigibili all'aeroscalo di Parma 1918. disegni della struttura a portale (A.P . doso Zone diverse 1918-20. p ral. 5769-
5802-6012)
68 6. Le prime applicazioni del Siste ma Hennebique

Fig. 6.108: Hangars per dirigibili all'ae-


roscalo di Parma: vista dell'interno
(A.P.I.)

Fig. 109: Centrale Termoeleltrica di Turbigo, 1 926: edifici in fase di costruzione. (A.Pf.)
6.4 L'evoluzione dell'edilizia industriale e le strutture speciali 69

Fig, 6.110: Centrale Termoelettrica di


Turbigo: disegni delle strultu re a portale
(A.P., doso Zone diverse 1926, prato 6719)

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Fig. 6.111 : Pianta del solaio a travi incrociate del salone ottagonale Fig. 6.112: Magazzini Generali Piemontesi a Torino, 1913-14: vista
della Soci eta Bancaria a Torino, 1910. (A.P., doso Torino 1910, prat. interna del cortile coperto. (Folo L. Marengo)
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70 6. Le prime applicazioni del Sistema Hennebique

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Fig. 6.113: Progetto della cupola del Palazzo Stabile delle Esposizioni di Torino, 1911 (A.P., doso Torino 1909, prat. 3337)

6.5 Cenni sui nuovi mezzi di cantiere sviluppati agitatori interni e per lo svuotamento puo essere ruotato
con l'avvento del c.c.a. intorno al proprio asse.
Vengono realizzati in seguito altri tipi di impastatrici (beto-
La diffusione in larga scala delle applicazioni del conglo- niere Geislingen e d'Oberlahunstein), anche motorizzate,
merato cementizio armato, sia per lavori di fondazione, sia con tamburo ad asse orizzontale rotante provvisto di palette
per strutture in elevazione di edifici civili e industriali, porta deviatrici, in tal modo le materie da mescolare sono solleva-
a livello di organizzazione dei cantieri ad una modifica dei te continuamente dalla rotazione del tamburo stesso,
ritmi e del tipo di lavoro richiesto; infatti proprio per la carat- secondo un principio utilizzato diffusamente ancor oggi. Il
teristica di questa tecnica costruttiva vengono richieste sistema di caricamento e di svuotamente e la forma del
notevoli quantitè. di conglomerato da impastare e di tamburo o contenitore caratterizza i vari tipi via via messi in
armature di ferro appositamente piegate. commercio; così sono in produzione impastatrici cubiche,
Dopo la realizzazione delle prime grandi opere emerge la cilindriche, ecc. (li99. 6.114, 6.115).
necessità di ricorrere all'utilizzazione di macchine apposite Oltre alle impastatrici del tipo a carica, come quelle innanzi
che permettano notevoli produzioni di conglomerato. Paral- descritte, che permettono produzioni discontinue, sono
lelamente alcuni studi sperimentali portano a dimostrare la anche in uso, nel periodo considerato, impastatrici
soddisfacente qualità dei conglomerati mescolati a continue, costituite da scivoli inclinati muniti di palette e di
macchina. imbuti, caricati dall'alto, che permettono produzioni ininter-
Compaiono sul mercato, nei primi anni del Novecento, di- rotte, pero con minori garanzie di miscelazione e costanza
versi tipi di apparecchiature tutte allo scopo di impastare nella composizione del conglomerato.
conglomerato, regolarmente e intimamente mescolato, con L'uso delle impastatrici nel primo decennio del Novecento
basso costo, alto rendimento e praticità di impiego [69]. non è comunque generalizzato, preferendosi in diversi casi
Si pensa dapprima di mescolare il conglomerato in il lavoro manuale d'altra parte ancora piuttosto economico.
analogia alle preparazioni delle malte (praticata da diversi Nelle documentazioni fotografiche dell'Archivio della Soc.
anni), mediante apparecchi ad agitatori (ad esempio con il Porcheddu non compaiono nei cantieri qLJeste apparec-
sistema Kuntz) muniti di un tamburo aperto, che durante le chiature, sebbene siano presenti altri tipi d i macchine (ad
operazioni di mescola rimane fisso mentre ruotano gli esempio i battipali per sistema Compresso I, ecc.).
65 Cenni SUI nuovi mezzi di cantiere sviluppati con l'avvento del cc.a. 71

Fig. 6.116: Piegaferri e tronchesine per staffe (da "II Cemento", a. V.


1908, p. 206)

Fig. 6.114: Betoniera Gauche (da "II Cemento", a. I, 1904-05, p.


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Fig. 6.117: Tronchesine per ferri da armatura (da "Il Cemento", a. V,


1908. p. 245)

(1Igg. 6.116. 6.117).


Per quanto riguarda i ponteggi, le casserature e le çenti-
nature, queste sono nella generalita. dei casi in legno con
puntelli, tavole, antenne, ecc., realizzate da esperti carpen-
tieri (figg. 6.118. 6.119. 6.120).
Un caso particolare che si può segnalare è la centinatura
del ponte Risorgimento sul Tevere a Roma (1911) che viene
Fig. 6.115: Betoniera (da "11 Cemento", a. 1,1904-05) realizzata in parte in c.c.a. con pali e travi, per avere
maggiori garanzie di staticità durante le fasi del getto
dell'arco. La centinatura verrà demolita ad avvenuta ultima-
zione del manufatto.
Particolarmente sofisticate sono invece le apparecchiature
di stabilimento e di cantiere industrializzato per la produ-
zione di elementi prefabbricati portanti per solai, quali ad
Altre tipiche apparecchiature destinate a semplificare e esempio le travi Siegwart o le travi solaio "Corradini".
velocizzare le operazioni di realizzazione delle strutture in Questi macchinari permettono di produrre elementi di lun-
c.c.a. sOno gli strumenti per lavorare il ferro di armatura. ghezza voluta, utilizzando casseforme metalliche e sistemi
Sono brevettati in questi anni diversi tipi di "piegaferri" per di traslazione su rotaie dei pezzi prodotti, per velocizzare la
staffe, tronchesine, ecc., tutte ad azionamento manuale [70] produzione e lo stoccaggio.
72 6. Le prime applicazioni del Sistema Hennebique

Fig. 6.118: Casseralure in legno per l'armatura dell'arco di 50 m di luce del viadalta ferroviario di Ceres. (A.P.f.)

Fig. 6.119: Centinature e casserature in legno per la realizzazione dei portali di ingresso degli hangars per dirigibili di Parma. (A.P.I.)
Note al Capitolo 6 73

Note al Capitolo 6. [61 A.P., doso Roma 1907 -1908, praL 1932, lettera del 24 giugno
1908 a firma MoraldL
[1] NELVA R., SIGNORELLI B., Caratterizzazioni del cemento ar- [7J A.P" dos Torino 1912-1913, Casa Engelfred
mafo sistema Hennebique in Lombardia agli inizi del XX secolo, [8] A.P., doso Roma 1912, prat. 4521.
in "Nuova Edilizia Lombarda" n, 12, dicembre 1977; A.P" dos {91 A.P., doso Lombardia 1912, prato 4169.
Milano-Lombardia 1897 -1899, prat. 278/5621. [10] A.P., dos Piemonte 1919, prat. 5832
[2] A.P., dos_ Torino 1895-1898, praL 75/2232. Nei progetti com- [11] A.P., doso Torino 1928, praL 6804.
pare l'indicazione "N.B. in luogo delle volte di 0,10 su ferri ad I [121 "II Cemento", a.i., 1904-1905, pago 54
si eseguira sul piano terreno un solaio Hennebique di 0,12 di (13j "II Cemento", a. III, 1906, p. 214
spessore su piattabande longitudinali e trasversali di 20/36 [14J "II Cemento", a. VlI, 1910, p. 100.
portate verso via da altra piattabanda su pilastrini dello stesso [15] "II Cemento", a. VII, 1910, p.101.
sistema ... Le colonne in ghisa a terreno rimarranno tal quali. Il [16] "II Cemento", a. VII, 1910, p. 116.
solaio Hennebique dovrà portare un sovraccarico di 400 kg [17] "II Cemento", a. VIII, 1911, p. 22.
ogni metro quadrato". [181 "II Cemento", a. VIII, 1911. p. 22.
f3] Si citano ad esempio agli inizi del Novecento il solaio della [19] "II Cemento", a VIII, 1911, p. 25
Cartiera Italiana a Torino (A.P., doso Torino 1901, praL 7481 [20] "II Cemento", a. VIII, 1911, p. 58
12480) o un solaio dell'Opera Pia S. Paolo a Torino (A.P., dos [21] "II Cemenlo", a. VIII, 1911, p. 227
Torino 1902, prat. 965/15308). (221 "II Cemento", a. VIII, 1911, P 244
[41 Si veda ad esempio la scala elicoidale diCasa Gamba a Torino [23J "II Cemento", a. VIII, 1911, P 276
(A.P., doso Torino 1903, praL 1417/20397). [24] "II Cemento", a. VIII, 1911, p. 310.
[5] t stata prevista la realizzazione dei solai con travi prefabbri- [25] "II Cemento", a. VIli, 1911, P 310.
cate Siegwarl ad esempio negli interventi alla casa De Bene- [261 "Il Cemento". a. VIII. 1911, p. 249
detti del 1902 a Torino, (A.P., doso Torino 1902, pral. 1444), [27] "Il Cemento", a IX. 1912. p, 66.
nella casa Gonella del 1904 a Torino (A.P., dos. Torino 1904, [28J "II Cemento", a. IX, 1912, p. 382.
prat. 1542), nella palestra del Club Alpino a Torino (A.P., dos. [29] "II Cemento", a l, 1904-05, p, 41
Torino 1904, prato 1572), nello stabilimento Leumann a Mathi [30] "II Cemento", a. iV, 1907, p. 115.
del 1904 (A.P., doso Piemonte 1904-1905, praL 1693) e [31] "11 Cemento", a. VI, 1909, p. 262.
nell'edificio della Società Anonima Elettrica Alta Italia (SAEAI) [32] "11 Cemento", a I, 1904-05, p. 25
del 1907 a Torino {A.P., doso Torino 1907, prato 2543). In Que- [33J "II Cemento", a. I, 1904-05, p.84, Questo sistema fu usato per
sto ultimo caso gli elementi prefabbricati poggiano su travi la realizzazione dei solai della scuola comunale di Borgo Cri-
principali;n c.c.a. con sezione a "T". mea a Torino, con un risparmio stimato del 30% rispetto alle

Fig. 6.1'<:0: Esempio di armature in legno. (Fonderie Fiat al Lingotto, Torino) (A.P.f)
74 6. Le prime applicazioni del Sistema Hennebique

tradizionali strutture, cfr. "L'Edilizia moderna", 1904, p. 42). luppo dei particolari e della direzione lavori, mentre le prati-
[34J "II Cemento", a. I, 1904-05, p. 145. che in Municipio sono state svolte dal Parrocchia.
[35] "Il Cemento", a. VII, 1910, n. 9. p. 17. [54] A.P.. doso Milano 1903. prat. 1421/20401.
(36] "II Cemento", a. VII, 1910, n. 12, p. 17. [55] A.P., doso Veneto 1906, prat. 2320.
[371 "Il Cemento", a. VII, 1910, n. 23, p. 15. {56} Cfr. NELVA R., SIGNORELLI B., Le opere di Pietro Fenogfio nel
[38] "Il Cemento", a. VIII, 1911, p. 120 clima dell'Art Nouveau internazionale, Dedalo, Bari, 1979;
[39] "II Cemento", a. VIti, 1911. p. 150. NELVA R., SIGNORELLI 8 .• Poesia di Pietro Fenoglio, in "L'Ar-
[4D} "Il Cemento", a. IX, 1912, p. 98. chitettura, cronache e storia". Roma, n. 283. maggio 1979.
{41] "11 Cemento", a. I. 1904~05, p. 266. 9io 1979.
[42] "II Cemento", a.ll, 1905. p. 190. [57] A.P., doso Piemonte 1900. prat. 439/8176
143J "11 Cemento", a. VIII, 1911, p. 25. (58] A.P., doso Torino 1900, prato 249/4951.
[44] "II Cemento", a. VIII, 1911, p. 25. [59) AP., doso Torino 1908, prat. 2930.
[45] "Il Cemento", a. VIII, 1911, D· 95; "Le Genie Civil" n. 4, maggio [60] A.P .• doso Torino 1907, prato 2360.
Hl' 1- [61] A.P., doso Torino 1905, prato 2081; Torino 1907, prat. 2384.
[46] A.P., doso Torino. 1900-1911, prat. 585/10267 - 1900,7081 [621 AP., doso Liguria 1905, prat. 1499.
11929 - 1900, 2030/22653 - 1906. [63] A.P .• doso Torino 1911 (pratiche incomplete); Archivio Storico
[47] Archivio Ing. A. Vandone di Corte miglia (Politecnico di Torino) del Comune di Torino, Progetti edilizi n. 125-1 905,190-1906.
poso TO-TOR 907 -04. [64] A.P., doso Piemonte 1906~12 - Stabilimento Cinzano e C.,
(481 Per notizie sulla personalita e le opere di questo progettista prat. 3650-1910, NELVA A., La nuova tecnologia del cemento
cfr. NELVA R.. SIGNORELLI B., Lo studio Vandone di Cortemi- armato e l'edilizia industriale, rapporti con l'Art Nouveau, in
glia fra Eclettismo e Art DèCO, in "Bollettino SPABA ", n.s. 1973- BOIDI SASSO NE A., NELVA R.• SIGNORELLI B., Art Nouveau a
75. Torino 1976. Cuneo, architettura e arti decorative, Cuneo, L'Arciere, 1982.
[49] A.P., doso Messima 1910-11-12, prat. 3726, 3727, 4190, [651 AP., doso Torino 1914, vol. 37 - voI. 38.
4268. [66] Cfr. POZZETTO B., La FIAT Lingotto, un'archittettura torinese
[501 A.P .. doso Genova 1897, prat. 28. d'avanguardia, Centro Studi Piemontesi, Torino, 1975; Sl-
[511 A.P., doso Genova 1900-01.3 volI., prato 177. GNORELLI B., Architetti della FlAT, in Civiltà del Piemonte,
{52] ALBENGA G., Sguardo sintetico sull'evoluzione del cemento Centro Studi Piemontesi, Torino, 1975; A.P., doso Torlno-Fiat
armato, op. cito 1916, prat. 5634, doso Torino-Fiat 1917, prato 5656, 5704.
[53] Nell'Archivio G.A. Porcheddu compaiono disegni originalitim- [67] AP., doso Zone diverse 1926, prat. 6719 (calcoli ing. Norzi).
brati D. Donghi (titolare della filiale Porcheddu a Milano) e [68] A.P., doso Torino 1914, prato 3164, 4547,4833, 4927; doso To-
spediti dall'Ufficio di Milano (fatto anche contermato dalla rino 1913, prato 3164.
corrispondenza). I progetti presentati in Municipio sono inve- [69] "11 Cemento", a.l, 1904-05, p. 149; a. I, 1904-05, p. 212; a. VI,
ce firmati da Parrocchia. ~ presumibile quindi che i disegni di 1909, p. 237; a. VII, 1910, n. 18, p.20.
impostazione del progetto siano attribuibili al Donghi e che vi [70] "Il Cemento", a. V. 1908, p. 244.
sia stata una collaborazione tra i due ingegneri a livello di svi-
Capitolo 7.

I ponti e le grandi opere strutturali


(R.N. - 8.S.)

7.1 Considerazioni generali arcuato (due archi di 20 metri di luce) e il ponte Duce
degli Abruzzi di via Cigna, sempre sulla Do ra a Torino
I ponti, per l'importanza che rivestono nell'ambito delle ope- del 1908, con volta sottile e nervature verticali collegate
re della Soc. Porcheddu, sia come numero di realizzazioni, alla soletta di impalcato (2 archi di 21 metri di luce);
sia come dimensioni dei manufatti, sia come ideazione il Ponte Risorgimento sul Tevere a Roma, del 1911, la
dell'impianto strutturale, meritano un'analisi a parte. cui progettazione è dello stesso Hennebiqu€. Esso é tra
È in questo tipo di opere, prima di altre, che la nuova tecnica le opere più notevoli realizzate in c.c.a.,la sua struttura
del calcestruzzo cementizio armato viene, in modo Quasi si basa su un arco molto ribassato di 100 metri di luce e
naturale, ad essere utilizzata e portata a nuovi linguaggi e freccia 10 metri, fatto che gli attribUi il primato, in
possibilità espressive. quegli anni, di ponte in c.c.a. con la maggior luce
Occorre ricordare tra l'altro che è proprio nell'ambito di realizzato nel mondo.
queste progeUazioni che si sviluppa Quel discorso di Sinteticamente si puO dire che questo ponte è una strut-
"palestra per gli ingegneri" già citato. Da notare inoltre: la tura cellulare, con nervature 10ngitudinali e trasversali,
notevole varietà tipo logica delle strutture realizzate; il livello con ampi vuoti di alleggerimento e robuste spalle, parti-
progettuale e tecnico raggiunto; l'aspetto ideativo-formale colarmente complessa dal punto di vista statico. Tra
non disgiunto dal problema dell'inserimento delle opere l'altro la giustificazione con calcoli rigorosi dell'effettiva
nell'ambiente, sia della natura che della città. stabilità del ponte la si puo ottenere 5010 chiamando in
Si possono citare tra le diverse proposte innovative e le causa i fenomeni della "plasticità" del conglomerato,
molte realizzazioni, alcuni esempi: uscendo dal campo elastico, fenomeni che nel1910 si
un progetto, del 1900, presentato al concorso per il ritiene fossero sconosciuti, ma dei quali probabilmente
rifacimento del ponte Maria Teresa sul Po, a Torino (in Hennebique intuiva l'esistenza, poiché fece, tra l'altro,
corrispondenza di corso Vittorio Emanuele Il) che disarmare la struttura prima dei termini fissati.
proponeva un manufatto ad arco unico di 95 m di luce; In questi esempi di ponti ribassati ad arco si puO notare
un progetto di autostrada e viadotto a due livelli, del come l'uso di un linguaggio architettonico essenziale
1906, non realizzato, ma anticipatore di nuove idee (fi- mascheri l'interno tormento statico della struttura, solo
gura 1.1); intuibile, ma non esplicito, grazie a quella leggerezza di
due ponti ad arco molto ribassato, che vanno consi- forme che apparentemente appaiono prive di forti stati
derati come un'esperienza che precede e prepara la tensionali.
realizzazione del primato del ponte Risorgimento a Si possono citare infine, ancora progettati dallo Studio Por-
Roma, che sono il ponte del Colombaro sulla Dora a cheddu, altri ponti ad arco (alcuni sul tipo del ponte Chatel-
Torino, del 1902, con travi parallele ad intradosso lerault): il ponte sulla Stura a Cherasco, del1911, con due

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Fig. 7.1: Ponte Risorgimento: disegno di progetto con arredo urbano. (A.P .. doso Roma 1910-11, prat 3324)
76 7. \ ponti e le grandi opere strullurali

archi di 50 metri di luce [1], il ponte viadotto ferroviario di La vastità e la specificità di Questo argomento, relativo ai
Ceres (Valli di Lanzo) con arco di 50 metri di luce, de11915, ponti, del quale si sono presentati alcuni aspetti generali,
tra l'altro entrambi buoni esempi di inserimento nel paesag- richiederebbe una più ampia trattazione che l'impostazione
gio. Per ultimo il ponte Balbis sul Po, in corrispondenza di di questo libro non permette.
corso Bramante a Torino, del 1926-28, forse l'ultima Si è quindi ritenuto di analizzare, come caso esemplificati-
grande opera dello Studio Porcheddu, su progetto architet- vo, il ponte Risorgimento di Roma, relativamente al quale gli
tonico di Giuseppe Pagano, un esempio degno di rilievo per Autori gia. si sono interessati in passato con uno studio spe-
lo studio dell'inserimento del manufatto nell'ambiente cifico, presentato nel catalogo della mostra" Roma 1911"
urbano. [2] e riportato di seguito. Si riporta inoltre una documenta-

Fig. 7 .2:-Ponte Risorgimento sul fiume Teve-


re a Roma, 1911: è evide nte l'arditezza
dell'opera

PONTE DEL RISORGIMENTO AnR"'VEaSO.L TE'UE 'N ROM'"

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Fig. 7.3: Ponte Risorgimento: piante e sezioni della costruzione. (A.P., doso Roma 1910-11, prato 3324)
7.2 Il ponte Risorgimento: caratteristiche e significati innovativi 77

Fig. 7.4: Ponte Risorgimento: ler ri di armatu-


ra delle spalle (A.P.f.)

zione fotografica dei principali ponti realizzati dalla Soc. Un ponte in legno era in previsione per mettere in comuni-
G.A. Porcheddu corredata da schede sintetiche delle cazione le due zone. Nello stesso tempo il Piano Regolatore
principali caratteristiche tecniche dei manufatti. del 1909 stabiliva, nella stessa posizione, u n'opera in
muratura. A favore della soluzione provvisori a in legno
propendevano motivi di economicità e le ravvicinate
scadenze espositive. Per contro, il pericolo delle piene del
7.2 Il ponte Risorgimento: caratteristiche e si· Tevere (con il futuro ponte in una posizione piuttosto
gnificati innovativi

7.2.1 Premessa sull'inserimento urbanistico ambien-


tale con riferimento alla situazione del 1911 e suc-
cessive trasformazioni

Il ponte Risorgimento è la risultante di una complessa ope-


razione urbanistica e tecnica, durata alcuni anni e
terminata successivamente alla inaugurazione del ponte
stesso.
L'occasione per la sua costruzione fu l'Esposizione romana
del 1911 e ia contemporanea esecuzione del noto Piano
Regola~ùre Sanjust.
A riguardo occorre fare una breve premessa. Ernesto
Nathan, eletto sindaco di Roma nel 1907, nel tentativo di
modificare la politica urbanistica fino ad allora attuata in
questa città (volta prevalentemente all'indiscriminata
urbanizzazione ed al recepimento del massimo profitto),
affidò prima all'Ufficio Tecnico Comunale poi al Sanjust di
Teulada il compito di approntare un piano che fosse
impostato su nuovi criteri di utilizzazione del suolo [3].
Tra le località destinate ad accogliere nuovi insediamenti
furono indicate l'area dell'ex Piazza d'Armi e quella del Fla-
minio, mentre l'ex vigna Cartoni fu riservata ad attrezzature
culturali.
Si trattava di zone praticamente inedificate, su cui da anni si
stava esercitando la progettazione degli urbanisti del
tempo (4]. Su questi terreni venne decisa la sistemazione
dell'Esposizione celebrativa del Cinquantenario dell'Unità
d'Italia (1911), prevedendone la necessaria urbanizza-
zione. La localizzazione degli organismi espositivi
provvisori era contemplata sia sull'ex Piazza d'Armi (ceduta Fig. 7.5: Ponte Risorgimento: l'aUrezzatura del sistema "Compres-
dallo Stato al Comune) sia sull'ex vigna Cartoni. sol" per le fondazioni (A.P.f.)
78 7. I ponti e le grandi o pere strutturali

Fig. 7.6: Ponte Risorgimento: casseralure


e ferri di armatura delle spalle. (A.P.f.)

Fig. 7.7: Ponte Risorgimenlo: nervature


verticali delle spalle di fon dazione. (A.P.f.)

Fig. 7.8: Ponte Risorgim ento: la centina-


tura in calcestruzzo arn1ato sorreggente
la casseratura lignea. (p...,P.f.)
7.2 Il ponte Risorgimento: caratteristiche e significati innovativi 79

Fig. 7.9: Ponte Risorgimento. fase di posi-


zionamento dei ferri di armatura della vol-
ta. (A. P.f.)

Fig. 7.1 O: Ponte Risorgimento: casseratu-


re e ferri di armatura della struttura a vol-
ta. (A.P.f.)

Fig. 7.11; Ponte Risorgimento: casseratu-


re e ferri di armatura della struttura cellu-
lare. (A.P-f.l
80 7_ I ponti e le grandi oPere strutturali

esposta) e considerazioni di economicità globale (per cui la secondo le scelte di massima del piano 8anjust.
costruzione provvisoria risultava praticamente sprecata e Infatti nel primo dopoguerra (1919) l'intera zona venne
non ammortizzata da un uso pluriennale) indussero alcuni edificata [7] e l'insediamento divenne, secondo la defini-
dei componenti dell'amministrazione comunale dell'epoca zione del 8ica [8]: "Un quartiere borghese di corretta
[5] a interpellare le più importanti ditte specializzate in impostazione, con strade alberate, attraversato in tutta la
costruzioni in c.c.a., nella speranza che l'applicazione di sua lunghezza dal viale Mazzini, dal ponte Risorgimento al
questo nuovo sistema costruttivo risolvesse contempora- piazzale Clodio".
neamente i problemi di urgenza temporale e quelli Sull'altro lato del Tevere fu mantenuta la destinazione a
economici sollevati dalle circostanze sopracitate. località per attrezzature culturali, che vennero ad affiancare
Tra le offerte presentate fu scelta quella della Societa G.A. la già realizzata Galleria di Arte Moderna (1911).
Porcheddu di Torino che, per un costo globale di 1.250.000 A distanza di un decennio dalla sua costruZ:ione il ponte
lire, offriva la costruzione del ponte ad una sola arcata (100 Risorgimento rimaneva quindi uno dei catai izzatori dello
metri di luce) [6] assumendosi la responsabilità di tale sviluppo urbano di una zona della Roma dell'inizio del
ardita proposta e garantendo, in caso di insoddisfacente Novecento.
risultato circa la sua stabilità, di ricostruirlo a spese proprie Risultava infatti condizionante e quindi pretesto compo-
e di provvedere nel frattempo al collegamento fra le zone sitivo nel disegno urbanistico del nascente quartiere, che
espositive con manufatto provvisorio. obbligatoriamente avrebbe dovuto possed ere direttrici
L'inserimento di quest'opera modificò evidentemente l'as- viarie congruenti con esso. Questo fatto, non certamente
setto urbanistico preesistente della zona, ponendo in unico nel suo genere, è evidente nelle dive rse soluzioni
comunicazione le due aree citate e generando nuove progettuali che nel tempo furono proposte e che erano
potenzialità viarie. prevalentemente organizzate con andamenti viari ad
La caduta dell'amministrazione Nathan nel 1914 non assialità principale sul ponte stesso o con prospettive ra-
bloccò il processo di urbanizzazione che si sviluppò diocentriche.

Fig. 7.12: Ponte Risorgimento: fase di collaudo statico


7.2 Il ponte Risorgimento: caratteristiche e significati innovativi 81

7.2.2 Caratteristiche del ponte e sua collocazione soprattutto dall'esperienza di Questi ultimi acquisita in
precedenti realizzazioni di ponti in Alta Italia. Tale collabo-
nell'evoluzione delle strutture in c.c.a. e di quella dei
razione fu particolarmente fattiva nell'elabora:zione delle
ponti cellulari varianti apportate al progetto durante le fasi esecutive
richieste dalle condizioni del terreno peggiori rispetto a
Il ponte Risorgimento puO essere considerato tra le opere Quelle previste [10].
più notevoli e interessanti realizzate in conglomerato I problemi che dal punto di vista tecnico si ponevano come
cementizio armato non solo in Italia, ma nel mondo. Questo limiti alla progettazione e alla realizzazione erano costituiti
per varie ragioni, principalmente per le caratteristiche dalle caratteristiche del terreno su cui la nuova struttura si
dell'opera, la cui struttura si basa su un arco molto ribassa- sarebbe fondata, terreno pessimo e costituito da strati
to di luce 100 m e freccia 10m, fatto che gli attribuì il prima- argillosi che mano mano che si scendeva in profondità
to, in tali anni, di ponte in C.C.a. con la maggiore luce risultavano via via meno resistenti, sino a diventare fango-
realizzato nel mondo [9} e anche per le diverse e innovative si. Altro problema era costituito dal regime del fiume, assai
soluzioni tecniche che permisero di superare le difficoltà e i variabile e soggetto a rovinose piene. Questi fatti spiegano
problemi incontrati nelle fasi di esecuzione. bene la scelta dei progettisti che optarono, non senza
Tra le circostanze che influirono certamente positivamente coraggio, per una struttura ad una sola campata, senza
nella realizzazione dell'opera si deve ricordare l'ampia appoggi intermedi, che risultasse però anche la più leggera
libertà che la committenza (Comune di Roma) concesse ai possibile, onde ridurre al minimo il carico sulle fondazioni.
progettisti ed ai realizzatori. La soluzione venne Quindi trovata nell'adozione di parti-
La progettazione del ponte è dello studio parigino Henne- colari fondazioni in "sistemi Compressol", di un brevettato
biQue, che si avvalse però della stretta collaborazione dei sistema di palificazioni protettive, e, dal punto di vista
progettisti della Società G.A. Porcheddu, ed in particolare statico-strutturale, con la realizzazione di un ponte
dell'ingegnere Emilio Giay, collaborazione permessa "cellulare" leggero e resistente.

Fig. 7.13: Ponte Risorgimento: vista del manufatto prima dello smantellamento delta centina. (A.P.f.)
82 7. I ponti e le grandi Opere strutturali

Le spalle del ponte ad esempio sono dei cassoni rigidi costole e collegando questi con travi trasversali oppure con
collegati ai pozzi di fondazione e formati da più scomparti una seconda volta portante gli scalini e il piano stradale
realizzati da nervature o pareti sviluppate nei due sensi (ponte del Rio del Campo di Marte, 1907, luce 18,36 m frec-
ortogonali. cia 2,5 m; quello del Rio delle Quattro fontane del Lido,
Contro le spalle è impostata l'arcata costituita da una volta 1908, 12,34 m freccia 1,50 mi.
continua di intradosso collegata ai timpani e alle nervature Del 1907, cioè un anno prima del ponte torinese di via Ci-
verticali elevate sino al piano di impalcato, realizzato gna, è il ponte canale cellulare sull'Astico a Calvene [14]
Quest'ultimo da una so letta piana continua. dove si raggiunge una snellezza veramente notevole per
Tali nervature longitudinali sono (compresi i due timpani di questo tipo di strutture (luce 34,5 m freccia 2 m).
frontespizio) in numero di sette con un interasse di 3,3 m (il Riguardo ai sistemi di calcolo adottati ed allo studio del
ponte è largo 20 m). Nella zona prossima alla chiave dell'ar- comportamento statico di questo ponte, e dei ponti cellulari
co, dove lo spessore della struttura è assai ridotto, le citate ad arco incastrato molto ribassato in genere, esiste un'am-
nervature sono intercalate da altre costole verticali di irrigi- pia bibliografia alla quale, per opportunita., si rimanda [15].
dimento (in tale zona in totale i setti verticali sviluppati Basti comunque accennare al problema principale di intui-
parallelamente all'asse del ponte sono quindi 14). re il comportamento statico del ponte e schematizzarlo in
Anche trasversalmente al ponte esiste tutta una serie di co- modo da applicare metodi di calcolo offerti dalla scienza
stolature verticali (diaframmi) che collegano le nervature delle costruzioni. Al riguardo A. Raithel dice: "11 Ponte Risor-
longitudinati, il loro passo si infittisce passando dalle spalle gimento (HennebiQue) ed i tipi derivati (Krall, ponte Africa)
verso la chiave dell'arco (11). possono ben definirsi punto di transizione tra l'arco e la
Ne risulta una struttura molto rigida, ma contemporanea- trave in quanto sono caratterizzati da un basso rapporto fii
mente molto leggera, formata da pareti intersecantesi e e sono assimilabili, a prima vista, a travi a sezione forte-
presentante molti spazi vuoti, si pensi che la volta portante mente variabile" r16}.
ha lo spessore di 50 cm all'imposta e solo 20 cm alla chiave Gia. durante la realizzazione dell'opera furono mossi dubbi
(mentre i prolungamenti nelle spalle sono spessi 30 cm) e i sulle sue capacità di portanza [17]. Infatti i l calcolo delle
diaframmi trasversali 11 cm. tensioni a cui erano soggetti i materiali, determinato con
In corrispondenza delle spalle le nervature verticali si colle- metodi rispettosi delle teorie elastiche (ammettendo che i
gano con i 72 pozzi di fondazione "Compressol", che, come corpi non abbiano deformazioni permanenti, e sia valida la
posizione, corrispondono esattamente agli incroci dei setti legge della proporzionalita. tra sforzi e deformazioni)
delle spalle stesse, non esiste perO una platea orizzontale applicate con la capacita. di calcolo del tempo, portava a
di base che collega le nervature e i pozzi, i rinterri delie trovare in certi punti della struttura valori non ammissibili
spalle rimangono quindi in continuita. con i terreni di fonda- per la resistenza dei materiali, fatto evidentemente in
zione. contrasto con i risultati dei rigorosi collaudi ai quali l'opera
Tutta la struttura interna cellulare del ponte è ispezionabile romana era stata sottoposta [18]. Ne nacque tutta una serie
tramite appositi passaggi praticati nei setti verticali. di ipotesi che, al fine di giustificare con i calcoli la stabilita.
La sneilezza della struttura è notevole: con una luce di 100 effettiva di questo tipo di struttura, presero in considera-
m, lo spessore totale in chiave è di 85 cm, ripartiti tra la zione la possibilità di escludere certe parti del ponte non
soletta della carreggiata (20 cm), ivuoti cellulari (45 cm) e la considerandole reagenti, e, parallelamente, nelle realizza-
volta dell'arco (20 cm). zioni similari successive, si cercarono accorgimenti di tipo
L'ideazione di questa struttura, come gia. accennato, fu il ri- costruttivo che portassero ad una semp Iificazione del
sultato di precedenti-esperienze che, anteriori nel tempo di comportamento del ponte [19].
alcuni anni, ne prepararono la genesi, quale valido banco di Successivamente, come espone A. Cavallari Murati: "A ri-
prova e di sperimentazione. portare il calcolo su strada più rispettosa dell'effettivo
È il caso di alcuni ponti torinesi realizzati dalla Soc. G.A. comportamento fisico interviene auto revolmente il
Porcheddu: il ponte del Colombaro, sulla Dora (corso Danusso nel 1934 tracciando direttive teoriche che
Tortona, 1902, a due archi di 20,15 m di luce), il ponte di via vennero poi utilizzate da G. Oberti.
Cigna, sempre sulla Dora (1908, a due archi di 21 m di luce). Sostanzialmente le strade indicate dalla scu ala milanese ...
Il primo è un ponte con soletta stradale piana, timpani e sono due: o tentare di adattare le più attendibili ricerche
nervature longitudinali ad intradosso arcuato, senza sotto- sperimentali sulla plasticita. del materiale al caso specifico,
stante volta, che riprende la impostazione strutturale del oppure prevedere nella verifica una distorsione che riporti il
ponte sull'Echer a Tarbes (Alti Pirenei, 1898) sempre di regime delle tensioni esistenti nelte zone pi li sollecitate al
Hennebique. Rispetto a quest'ultimo il ponte del Colombaro valore limite ammissibile ...". Si ammette dunque che: " ...
presenta non solo luci nettamente superiori (20,15 m nelle zone della costruzione, dove il procedimento di
invece di 13,00), ma anche quella stretta collaborazione tra calcolo elastico prevede vengano a verificarsi le più forti
arcate e spalle-piedritti che è una delle caratteristiche di sollecitazioni, si producano effetti plastici ben più cospicui
queste strutture cellulari [12}. che nelle altre zone" e "... anche la formazione in tali zone di
Il secondo ponte (via Cigna) rispetto ai primi due è chiuso deformazioni plastiche tali da provocare una ridistribuzione
inferiormente da una volta continua in C.c.a. come poi degli sforzi interni per cui vengono costrette a lavorare
anche realizzato nel ponte Risorgimento. maggiormente quelle parti che secondo il procedimento
Sempre nell'ambito dell'evoluzione che ha portato all'idea elastico resterebbero, poco o pochissimo sollecitate" [20].
dei ponti cellulari spingenti è possibile citare, come Si ritiene che quando fu costruito il ponte Risorgimento i
riportato nello studio di A. Cavali ari Murat [13] una serie di fenomeni del ritiro e della plasticita. fossero 5 conosciuti, tut-
realizzazioni della Soc. Porcheddu che hanno permesso tavia è molto probabile che Hennebique ne intuisse la
all'Hennebique di concepire l'accoppiamento del ponte presenza, al riguardo G. Albenga riporta: "Si è detto che,
tipo Tarbes (a timpani arcuati ma liberi inferiormente) con la all'epoca della costruzione del ponte, riti ro e plasticita.
volta armata (del tipo di quella di Chatellerault, Vienne, fossero ignorati nella loro essenza e nelle loro conse-
1899, dello stesso Hennebique). Si ricorda al riguardo al- guenze. Se non si fosse pensato al ritiro, perchè mai si
cuni progetti di ponticelli pedonali veneziani a schiena sarebbero interrotti i timpani con sei tagli? Se non si fosse
d'asino ottenuti fondendo dapprima la volta con i timpani- voluto l'intervento della plasticita., quale ragione avrebbe
7.2 Il ponte Risorgimento: caratteristiche e significati innovalivi 83

indotto ad allentare di nascosto i cune; delle centine per del previsto, richiese l'approntamento, dietro dir~tto sugge-
provocare il disarmo prima del termine fissato dalla rimento di Hennebique, di quel particolare siste ma di fon-
direzione lavori?" (21]. dazione "Compressol" di cui si è accennato in precedenza.
G. Krall parlando a proposito del ponte Africa, sempre sul Su una superficie di circa 600 m2 , per ogni spalla, vennero
Tevere a Roma, e sempre ad arco a struttura cellulare (96 scavati 72 pozzi di fondazione, allineati con le costolature
m di luce) si esprime: "Assai simile a quel ponte Risorgi- dei cassoni rigidi formanti le spalle stesse.
mento che oggi più che mai si chiama in causa per Il sistema "Compressol" che realizzO tali pOZzi era così
confortare con un esempio nel campo dei fatti quelle nuove articolato: un battipali mosso con motore a vapore
vedute sulla elastoplasticità che già informarono, sia pure sollevava un cilindro perforatore che veniva poi lasciato
Quasi tacitamente, tutta l'opera di Hennebique [22l. AI mo- cadere al suolo liberamente dalla massima altezza del
mento attuale è forse possibile ottenere ulteriori indicazioni battipali. Nella caduta libera il perforatore si conficcava nel
sul comportamento del ponte in virtù dell'uso degli elabo- terreno e via via, ripetendo l'operazione, si affondava pro-
ratori elettronici ora disponibili che permettono di seguire gressivamente nel suolo, praticando una specie di canna
fino ai lim iti dell'elasticità (ed oltre, con minore precisione) cilindrica che si manteneva anche in terreni poco consi-
lo stato di tensione all'interno della struttura al crescere dei stenti, in virtù del costipamento subito dallo stesso in corri-
carichi. spondenza delle pareti del pozzo.
Nel caso di Roma, per rendere possibile la perforazione in
presenza di forti vene d'acqua, si dovette ricorrere anche a
7.2.3 La realizzazione dell'opera vista attraverso gli materiale argilloso gettato a più riprese nel pozzo formando
aspetti organizzativi e di cantiere un tubo plastico, onde rendere impermeabili le pareti dello
stesso.
II ponte Risorgimento, come innanzi riportato, è da conside- Dopo aver praticato il pozzo di profondità desiderata, il suo
rarsi un'opera fondamentale nell'evoluzione delle costru- fondo veniva riempito di materiale sciolto poi a sua volta
zioni in c.c.a., non 5010 per le sue caratteristiche (primato costipato da una seconda mazza del battipali, la cui azione
mondiale nella luce libera, struttura cellulare, ecc.) ma permetteva di estendere all'intorno il costipamento del
anche per le soluzioni adottate per superare le diverse diffi- terreno. I pozzi venivano poi riempiti di conglomerato
coltà sorte in sede esecutiva. Tra queste si descriveranno cementizio.
brevemente il problema delle fondazioni, quello della prote- Un altro problema che in sede esecutiva si dovette risolvere
zione contro le piene e quello delle centinature provvisorie. fu quello di proteggere l'opera dalle piene del fiume a lavori
In particolare la presenza di uno scadente terreno da fon- ultimati.
dazione, che al momento dei lavori risulto ancora peggiore Per difendere le fondazioni dalle erosion·1 delle acque venne

Fig. 7.14: Ponte Risorgimento: la struUura ormai in funzione. (A.P.f.l


84 7. I Ponti e le grandi opere

studiata una barriera di protezione intorno alle spalle del ni dei pali furono spezzati, mentre il battello affondava [23].
ponte formata da pali affiancati e incastrati (brevettati da La centinatura comunque resistette anche menomata ed il
'Hennebique). Tali pali erano muniti di un foro centrale getto sovrastante dell'arco, da pochi giorni effettuato (e
assiale, nel quale scorreva a pressione un getto d'acqua quindi gravante con tutto il proprio peso), non subi alcun
capace di produrne l'affondamento attraverso l'azione cedimento.
erosiva provocata dal getto stesso. Il flusso d'acqua Per semplificare l'approvvigionamento dei materiali e la
uscente dalla punta libera del palo, trasportando con sé realizzazione dell'opera furono adottati ferri di armatura
sabbia e ghiaia, scavava progressivamente attorno al pato con due sole sezioni, uno di 110 mm 2 , e uno di 380 mm 2 con
uno spazio che facilitava l'infissione della stesso nel greto un particolare profilo, che presentava una aderenza
del fiume. migliorata rispetto ai tondini normali.
Passando all'esame degli aspetti prettamente cantieristici L'opera fu eseguita, come richiesto da contratto, nell'arco
occorre citare come è stato risolto il problema della centi- di tempo di circa 16 mesi e, anche per sveltire i lavori, si
natura provvisoria, problema piuttosto sensibile per il ponti adottarono nella realizzazione dell'impalcato viario travi
in c.c.a. Anche a causa delle piene frequenti del Tevere, e prefabbricate a piè d'opera (sezione 18X24, poggianti sui
per cautelarsi proprio da possibili cedimenti dell'armatura timpani-nervature) che sorreggevano la so letta stradale.
provvisoria in sede di getto del ponte, Porcheddu ideò una
struttura in C.C.a., poggiante su 16 pali (anch'essi in c.c.a.)
infissi nell'alveo del Tevere e tra loro collegati da un telaio di 7.2.4 Interpretazione del significato di questo ponte
travi. che superiormente realizzava una poligonale su cui si quale realizzazione altamente innovativa e quale og·
dispose l'orditura lignea costituente la casseratura per il getto di precisa individualità a livello di immagine ur-
getto della struttura. La bontà di questa scelta e la robustez- bana
za della centinatura mista cemento-legno fu evidenziata da
un incidente verificatosi nel dicembre 1910. Un vaporetto, La realizzazione di questo ponte, come detto in preceden-
discendente il Tevere, a causa della piena del fiume, investi za, ha avuto quale motivazione più che il collegamento delle
una delle stilate centrali che sorreggevano la centina. Alcu- due zone dell'esposizione romana del 1911, la quasi

Fig. 7.15: Ponte Risorgimento: la piena del Tevere del19 15. (A.P.I.)
7.2 Il ponte Risorgimento: caratteristiche e significati innovativi 85

Fig. 7.16: Ponte Carlo Emanuele l (detto


del Colombaro) sulla Dora a Torino, 1902,
in corrispondenza dei corsi Novara e Tor-
tona (corsie veicolari est). Il ponte, a due
campate di 20 m ognuna, è realizzato con
nervature longitudinali ad intradosso ar-
cuato, collegate superiormente dalla so-
letta di impalcato ed è irrigidito da nerva-
ture trasversali. (A.P.f.)

Fig. 7.17: Ponte sulla Bormida a Millesi-


mo, 19D2.llpontedi51 mdiluceefreccia
di 5,10 m è costituito da una volta nervata
sulla quale appoggia, tramite pilastrini, la
soletta piana dell'impalcato, irrigidita da
nervature longitudinali e trasversali (foto
durante la costruzione, A.P.f.)

Fig. 7.18: Ponte sulla Bormida a Millesi-


mo, 1902 {loto ad opera ulti mata, A.P.f.)
86 7. I Ponti e le grandi Dpere strutturali

Fig. 7.19: Ponte sull'astico a Chiuppiano, 1905, con luce di 29,50 m (foto durante la costruzione, A.P.f.)

PONTE. SULLA S-LRA A ROSSIGLIONE. l'''l


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PRO; "TTO

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Fi.9. 7.20: Ponte sulla Stura a Rossi9lione, 1906. L'opera è costituila da una volta nervata (luce 36 m, freccia 3,60 m). sulla qUalepog.gia. tra-
mite pilastrini, la soletta piana dell'Impalcato. Irrigidita da nervature longltudlnali e trasversali (disegno di progetto. A.P., doso Liguna 1907,
prat. 1819)
7.2 Il ponte Risorgimento: caratteristiche e significati innovativi 87

Fig. 7.21; Ponte sulla Bormida ad Isoletta, 1907. L'opera è costituita da una volta nervata di 50 m di luce, freccia 5 m, sulla quale poggia, trami-
te pilastrini la soletta piana dell'impalcato, irrigidita da nervature longitudinali e trasversali (disegno di progetto; A.P., doso Liguria 1907, prato
1537, A.P.I.)

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:>ONTE. 5ULLA BORMIDA


PR,E.SSO I~:._E.TTA

Fig. 7.22: Ponte sulla Bormida ad 1soletta, 1907 (disegno dell'armatura metallica; A.P., dos, Liguria 1907, pral. 1537)

Fig. 7,23; Ponte sulla Bormida ad Isoletta, 1907


{foto durante i lavori, A.P.f.}
88 7. I Ponti e le grandi opere strutturali

Fig. 7.24: Ponte sulla Bormida ad Isolelta. 1907


(foto dopo il collaudo, A.P,I.)

contemporanea richiesta da parte del piano Regolatore Dal punto di vista dell'importanza intrinseca, come si è det-
Sainl-Jusl del 1909. to, il ponte è una realizzazione innovativa e di I ivello interna-
Se nel primo caso il previsto ponte di legno si inquadrava zionale. Esso si dimostra il risultato non so lo di feconde
nel clima di provvisorio proprio di una esposizione tempo- idee progettuali (struttura cellulare, ecc.) ma anche il
ranea, nel secondo era evidenziata la volontà di inserire un prodotto di applicazioni tecnologiche per l'epoca avanzate
manufatto definitivo la cui durata non fosse legata a motivi (prefabbricazione, uso di pali autoaffondanti, fondazioni
contingenti. Volendo interpretare il significato di "Compressol", ecc.). Non è superfluo ricordare che tutto ciO
quest'opera, in cui la preminenza di aspetti strutturali è stato reso possibile dall'attivitè. coordinata di un gruppo di
potrebbe indurre a privilegiare certe indagini a sfavore di tecnici, di estrazione, livello ed esperienza diversi, ma ac-
altre, è consigliabile leggeme con attenzione le caratteri- cumunati dall'ambizioso traguardo a loro offerto (a partire
stiche intrinseche controllandole rispetto alle linee dall'ideatore François Hennebique e dal suo ufficio tecnico
evolutive di similari realizzazioni, e, contemporaneamente, parigino, per arrivare ai valenti progettisti e realizzatori
chiarire le sua precisa collocazione nell'intorno fisico dell'impresa G.A. Porcheddu).
urbanistico della citta. In particolare si segnala come vi siano nell'opera della so-

PONTE SULL'ASTICO PR.ESSO CALVENE (VICENZA)

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Fig. 7.25: Ponte sull'Astico a Calvene (Vicenza). 1907. L'opera è costituita da una volta di 34,5 m di luce, freccia 2 m, collegal;:;t. tramite i timpa-
ni con la soleUa di impalcato a formare una sezione tubolare chiusa; al progetto ha partecipato l'ing. Danusso (disegno di progetto, A.P., dos
Veneto 1907, pral. 2047)
7.2 Il ponte Risorgimento: caralteristiche e significati innovativi 89

cieta porcheddu due fatti da mettere in evidenza: il primo, gegneristiche, precedenti o coeve, questo ponte si pone in
l'aver saputo recepire le idee di base delle tecnologie di una posizione ben definita. In alcune importanti opere della
Hennebique, sviluppandole autonomamente e diffon- fine del XIX secolo si ricorreva a impostazioni mimetiche
dendole anche con esempi di altissima qualita, tra i quali è (rappresentativo è il Tower Bridge di Londra, 1886-1895,
emblematico questo ponte romano; il secondo fatto è l'aver dove la struttura "ponte" è sopraffatta dall'edificio in gusto
prefigurato quello che è attualmente la grande impresa di "gothic revival", che lo contiene e lo inserisce nel contesto
progettazione ed esecuzione di opere edili, contribuendo urbano); oppure a concetti meccanicistici e ingegneristici, i
ad esportare tale capacita tecnologica-realizzativa italiana quali, sfruttando ampiamente le possibilita costruttive del
nel mondo. ferro, portavano a opere che (per esempio i ponti di G. Eiffel)
II ponte con le sue caratteristiche tipologiche si presenta in- mettevano in rilievo una loro vita strutturale, vera o
serito non 5010 nell'evoluzione delle costruzioni in C.c.a. in apparente. In alcuni casi Questo fatto era fortemente
posizione ben evidenziata, ma rientra in Quella fascia di enfatizzato (esempio il ponte Firth of Forth a Edimburgo),
tentativi e realizzazioni volti, in varie epoche, a Quasi seguendo un discorso schopenhaueriano inteso ad
superare i limiti posti dalle condizioni contingenti, esaspe- evidenziare "la lotta tra i pesi e i sostegni".
rando e sfruttando le capacita portanti ed intrinseche dei La realizzazione del ponte Risorgimento innesca, invece,
materiali edili. Rispetto alle similari grandi realizzazioni in- parallelamente ad altri pochi esempi dell'epoca [24] un

Fig, 7.26: Ponte sull'Ardo a Belluno, 1907.


L'opera è costituita da archi pa ralleli di 22,6
m di luce sorreggenti, tramite pi lastrini la so-
letta di impalcato nervata (A.P.f.)

OFFICINA DEL GAZ - ~ENEZIA


PONTE.. SUL "IO DE.L CAMPO DI MAF\TE.

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Fig. 7.27: Ponte Officina del Gaz sul rio del Campo di Marte a Venezia. 1907. L'opera con luce di 18,36 m e freccia di 2,50 m, è costituita da
quallro nervature arcuate collegate all'intradosso da una sottile soletta; sono ricavati i vani per alloggiare le tubature coperte da lastre amo-
vibili (disegno di progetto; A.P., doso Veneto 1907, prat. 2567)
90 7 I Ponll e le grandi opere strutturali

nuoVO modo di concepire le opere strutturali, impostate su sua precisa collocazione, sia in un ambito evolutivo di
una Iinearita e semplicita esemplari, con l'uso di un opere strutturali, sia nella realta urbana in cui é inserito.
linguaggio essenziale (frutto di una ricerca spaziale e Questa sua spiccata individualita infatti lo fa assurgere ad
costruttiva) che maschera l'interno "tormento" statico, solo oggetto privilegiato ed emergente, ma ne\lo stesso tempo
intuibile a livello di sensazione, ma non esplicitato grazie a radicato in quella certa situazione, poiché d a essa é stato
quella leggerezza di forme che apparentemente paiono vincolato nella genesi, e, contemporaneamente, diventa un
prive di forti stati tensionali. Si notino ad esempio le strom- fruibile protagonista dell'immagine urbana.
bature dell'arco che lo alleggeriscono e nel contempo lo
sottolineano, oppure il parapetto continuo traforato che da
un'impronta di maggiore staticita. all'opera, attenuando
lievemente l'impressione di estrema snellezza di un arco
così sottile in chiave e cosi ampio in luce, solo imprigionato,
nella sua "carica di forze", dalle due possenti spalle.
Il modo di operare, innanzi descritto, si inserisce alle origini 7.3 Documentazione di ponti
di Quel filone dell'architettura tecnica europea che
condurrà a tante interessanti ricerche e realizzazioni strut- Si riportano a partire dalla fig. 7.16, a scopo illustrativo, le
turali e che é rappresentato da personalità quali R. Maillart, caratteristiche, con relativa documentazione iconografica
M.E. Freyssinet, P.L. Nervi, E. Torroja, ecc. (foto d'epoca o attuali, disegni, ecc.) di alcuni fra i più
Visto sotto questa luce il ponte Risorgimento assume una interessanti ponti realizzati dalla Soc. G.A. Porcheddu.

Fig. 7.28: Ponte sulla Trebbia, 1907. con lu-


ce di 34 m. (A.P,f.)

Fig. 7.29: Ponte sulla Bormida ad Isolagran-


de, 190B. L'opera con luce di 42 m. e costi-
tuita da una volta nervata su cui poggia, tra-
mite pilastrini,la so letta di impalcalo nerva-
ta (A.P.I.)
73 Documentazione di ponti 91

Fig. 7.30: Ponte Duca degli Abruzzi sulla Dora a Torino, in corri-
spondenza di via Cigna, progetto 1908, realizzazione 1909. L'ope~
ra a due campate di 21 m ognuna di luce, è costituita da una volta
collegata mediante nervature verticali alla soletta piana di impal-
cato, in modo da formare una struttura cellulare a cassone chiuso
(foto R.N.)

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Fig. 7.32

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Fig. 7.31: Ponte Duca degli Abruzzi sulla Dora a Torino (disegno di
parlicolare di progetto della spalla; A.P., doso Torino-Ponti sulla
Dora, 1907. prato 2565)

Figg. 7.32 - 7.33: Ponte pedonale sul Naviglio di Pavia a Milano,


1908-09. La passerella è costituita da una volta di 11 m di luce (di-
segno di progetto e particolare del parapetto, A.P., doso Lombar-
dia 1909, pral. 3058)

Fig. 7.33
92 7 I Ponti e le grandi opere strutturali

Fig. 7.34: Ponte sulla lesina a Bolzano Vicentino, 1909. L'opera a tre luci di 16 m, è costituila da nervature parallele collegate superiormenle
dalla soletta piana dell'impalcato. (A. P.f.)

Fig. 7.35:Ponte su! Tanaro a Castellino, progetto 1909, realizzazione 1912 13. L'opera a Ire luci di 21.20 m, è costituila da archi paralleli sor-
reggenti tramite pilastrini la goletta nervata dell'impalcato (A.P.f.)
7.3 Documentazione di ponti 93

Fig, 7.36: Ponte sulla Stura a Salmour, presso Fossano, 1910 (foto durante i lavori, A.P.f.)

PONTE. SULLA STUR,.A ~ SAL-MOUR. ~ rOSSANO

Fig. 7.37; Ponte sulla Stura a Salmour, presso Fossano, 1910. L'opera a due campate di 50 m di luce e freccia 5 m, è costituita da volte nervate
sorreggenti, tramite pilastrini, la so letta nervata dell'impalcalo (stralcio del disegno di progetto; A.P .. doso Piemonte 1910, prat. 3088)
94 7, I ponti e le grandi opere strutturali

Fig. 7.38

Fig. 7.39

Fig. 7.40

Fig. 7.38 - 7.40: Ponte sulla Stura a Chera-


sco, 1911. L'opera a due campate di 49,25
m di luce e freccia di 5 m è costituita da volte
nervale sorreggenti. tramite pilastrini, la 50-
letta dell'impalcato {foto d'epoca, disegni di
progetto e particolari. A.p.f.. A.P.. dos Pie-
monte 1911, praL 3113)
7.3 Documentazione di ponti 95

Fig. 7.41

PONTE. SULLA DORA


TORINO (VIA eOLOGN .... )

Fig, 7.41 - 7.42: Ponte Bologna sulla Dora a Torino, in corrispondenza di via Bologna, 1911. L'opera a 1re campate ha luce di 14.70 m (foto
R.N., disegno di progetto, A.P., doso Torino-Ponti sulla Dora, 1911, prat. 3184)

PONTE. PE.DONALE. SUL TOR"PE.NTE. BOATE.. - R,APALLO

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l_;-
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Fig. 7.43: Ponte pedonale sul Boate a


Rapallo, 1911 L'opera con luce di
32,30 m e freccia di 2,05 m ,è costitui-
ta da due volte sottili (una di intrados-
so e una di estradosso), collegate da
nervature longitudinali e trasversali
(disegno di progeUo, A.P., doso Ligu-
ria 191 1. pral. 4139)
96 7. I ponti e le grandi opere strutturali

- "ONTE SUL..... O SCR,'V'A A R,.O .... CO -

DD ooe_,

Fig. 7.44: Ponte sullo Scrivia a Ronco Scrivia, t 915. L'opera a quattro luci di 20 m ognuna è progettata con travi parallele tipo Wierendell,
sorreggenti l'impalcalo (disegno di progetto A.P., doso Piemonte 1915, prat 4023)

Fig. 7.45 - 7.46: Viadotto ferroviario


presso Ceres (Torino), sulla linea To-
rino-Cirié~Valli di Lanzo, 1915. Via-
dotto della lunghezza di 138 m con
ponte di luce di 50 m. È costituito da
un telaio con travi e pilastri; il ponte è
a volta nervata (foto al te,mine dei la-
vori di costruzione, A.P.f. e attuale, fo-
to R.N.)
7.3 Documentazione di ponti 97

Fig. 7.47

Fig. 7.47 - 7.48: Ponte Emanuele Filiberto sulla Dora a Torino, in corrispondenza di via Fontanesi, progetto 1915-19. inaugurazio ne 1921, lu-
ce 35,80 rn (foto R.N., disegno di progetto, A.P., doso Torino-Ponti sulla Dora, 1920, prat. 3185)
98 7. I ponti e le grandi opere strutturali

Fig. 7.49 - 7.51: Ponte sull'Adda a


Pizzighettone. prog etto 1913, realiz-
zazione 1920. Opera a cinque cam-
pate di luce comp resa fra 22.80 e
25,80 m (foto durante i lavori AP.f.,
foto a manufatto completato A.P.I., di-
segno di progetto, A.P., doso Lombar-
dia 1920, prat. 342 1)

Fig. 7.50

Fig. 7.51

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7.3 Documentazione di ponti 99

Note al Capitolo 7. [4] Esistevano sull'area alcuni insediamenti, per la verita estre-
mamente ridotti, di edilizia popolare opera di un interessante
[1] NELVA R., La nuova tecnologia det cemento armato e l'edilizia architetto del periodo prebellico: Quadrio Pirani. Dette case si
industriale, rapporti con l'Art Nouveau. in BOIDI SASSONE A .. trovano in via Canina, viaMazzini, via Ferrari. Cfr. PORTOGHE-
NELVA R., SIGNORELLI B., Art Nouveau a Cuneo, architettura e SI P., La vicenda romana, Quaderni La Casa, n. 6, Roma 1959.
arti decorative, Cuneo, l'Arciere, 1982. [5] In particolare si cita l'iniziativa dell'ingegner Rosario Bentive-
[2] NELVA R., 81GNORELLI B., li Ponte Risorgimenfo: significati di gna, assessore ai lavori pubblici del Comune di Roma.
un'opera innovativa, inAA.VV., Roma 1911, Ministero per i Beni [6] Porcheddu aveva gia presentato proposte per un ponte di
Culturali e Ambientali, Soprintendenza Speciale alla Galleria analoga luce libera al Concorso torinese del1900 riguardante
Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma, De Luca il rifacimento del ponte in ferro Maria Teresa (posto sul Po
Editore, 1980, pp. 291-303. all'imbocco di corso Vittorio Emanuele Il).
[3] Cfr. SI CA P., Storia dell'urbanistica. L'Ottocento, tomo I, Bari, Egli partecipO con Quattro elaborati: due relativi a manufatti
1977. ad arco unico (rispettivamente di 95 m e 90 m di luce), uno a

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L PONTEVIAD'!fI? lNCf/1ertTe-
Al1J'1P(ro ·ATTI:'AVERSO LA
CHIV.sEUA S-VII-A .sr~<:A.'
sTEL1A."10rrre·rvnEA PIlE.S-
~o BALDISSERO CANAvese

Fig. 7.52

Fig, 7.52 - 7.53: Ponte-viadotlo sul Chiusella presso Baldissero Canavese, 1921. L'arcata del ponte ha luce di 48,40 m e altezza. di circa 40
m; il viadotto, con lung hezza totale di 145 m, è costituito da una slruttura a lelaio (foto durante la costruzione, A.P.f., disegno di progetto, A.P.,
doso Piemonte 1921. pral. 6116)
100 Note al Capitolo

Fig. 7.54

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Fig. 7.54 - 7.55: Ponte Balbis (già Vittorio Emanuele III). sul Pc a Torino, in corrispondenza di corso Bramante, 1926-28. Opera a tre arcate di
38,30 m ognuna di luce. Il disegno del ponte è di G. Pagano. La struttura é formata dalla volta in tra dossale collegata da pilastnni edallimpani
di facciata alla so letta piana di impalcato (foto RN, stralcio dal disegno di progetto, AP .. doso Torino-Ponti sul Po, 1926, pral. 6653)
Note al capitolo 7. 101

due archi ed unoa tre archi (tutti naturalmente in sistema Hen- riviste scientifiche di pubblicazioni sul ponte, si citano tra
nebique). Per il ponte di luce unica maggiore Porcheddu ave- queste "Engineer Magazine", "Engineering News". "Enginee-
va proposto la costruzione di una parte della nuova opera, con ring Record", "Il Cemento" oltre a quelle gia innanzi riportate.
parziale demolizione dell'esistente, in modo tale che l'Ammi- [12] Cfr. GUIDI C., Le costruzioni in beton armato, op. cit.
nistrazione Comunale torinese potesse eseguire prove com- [13] Cfr. CAVALLARI MURAT A., Contributo torinese alla storia
parative (con sovraccarichi pari ad una volta e mezzo il pre- dell'evoluzione dei ponti del tipo Risorgimento, in "Atti e Ras-
scritto). Non ottenendosi il risultato previsto la Societa Por- segna Tecnica della Soci eta degli Ingegneri e degli Architetti
cheddu si impegnava al ripristino della primitiva situazione. in Torino", aprile-maggio 1950, Torino.
Costo dell'opera 1.325.000 lire (con fondazioni a cinque metri [14] Alla progettazione di questo ponte, considerato un importante
di profondita sotto la magra). esempio nell'evoluzione delle strutture in cemento armato la-
Il giudizio estetico su questa, come sulle altre proposte, da vorO giovanissimo il praf. Danusso. Cfr. ALBENGA G., Sguardo
parte della Commissione esaminatrice fu positivo, non cosi sintetico ... op. cit.
per la parle strutturale. Questo poiché mancava la documen- 115J Tra le pubblicazioni sui problemi di calcolo e di realizzazione
tazione sui ferri e su ila composizione dei conglomerati ce- dei ponti tipo Risorgimento si citano: MARCUS V., Die Risorgi-
mentizi. Richiesto di un parere, il noto professor Guidi rispose mento Brucke uber den Tiber in Roma, in "Armierter 8eton",
di non poteri o emettere, mancando la documentazione tecni- 1912-13; DANUSSO A, Le autotensioni, Rendico nti del Se-
ca. L'ingegner Prinetli, della stessa Commissione esaminatri- minario Matematico e Fisico di Milano, 1934; OBERTI G., Sul
ce, fece notare nella sua relazione come non vi fossero dei comportamento statico di archi incastrati notevolmente ribas·
precedenti di produzione Hennebique con cui 'effettuare dei sati tipo ponte Risorgimento, ed. Tamburini, Milano, 1937;
paragoni. Il ponte di Chatellerault (1898, il più lungo come di- COLONNETTI G.. Scienza delle costruzioni, Einaudi, Torino
mensioni sino allora costruito da Hennebique) aveva tre arca- 1941 ; GOFFI A, Notizie inedite sulla costruzione del ponte Ri-
te, di cui due da 40 ed una da 50 metri. Inoltre il costo di sorgimento in Roma, in "II Cemento Armato", marzo 1942;
quest'ultimo era risultato di 152 lire al m'l contro le 460 lire ri- KRALL G., Di un nuovo modo di costruire un arco Upo Risorgi.
chieste per il ponte torinese. Le proposte di Porcheddu ven- mento e di una sua applicazione concreta su, Tevere a Roma, in
nero quindi bocciate per motivi di costo oltre che per l'insuffi- Tecnica de/cemento armato, Bussola, Roma, 1946; CAVALlA-
ciente documentazione tecnica. RI MURAT A., Osservazioni e considerazioni su tre vecchi ponti
A tate proposito é probabile che non si fossero presentati i tipo Hennebique, in "Atti e Rassegna Tecnica, degli Ingegneri
progetti della parte strutturale per timore che gli stessi dive- e degli Architetti in Torino", aprile~maggio 1950; CAVALLARI
nissero di pubblico dominio, come in effetti accadde per il MURAT A., Contributo torinese op. cit.; ALBENGA G. f Ponti,
ponte Risorgimento. Di quest'ultimo apparvero infatti disegni UTET, Torino, 1958; RAITHEL A., Costruzione di ponti, Liguori
e calcoli in un articolo sulla rivista "Ingegneria Ferroviaria" ed. Napoli 1970; FRANCIOSI V., Lezioni di ponti, ed. Pelle rana
(numero 19, 1911). A scriverlofu il professar Parvopassu della del Gaudio s.d.
scuola di ingegneria di Padova (membro della Commissione [16] Cfr. RAITHEL A., Costruzione di ponti, op. ciI., p. 215. Tale in-
giudicante per il suddetto ponte). Il tutto si risolse con una lun- terpretazione era gia condivisa da Albenga: "11 reale compor-
ga lite con l'impresa costruttrice anche con risvolti giudiziari. tamento di Questa struttura é qualche cosa di mezzo tra la tra-
Dal confronto fra la vicenda torinese e quella romana sui pro- ve incastrata agli estremi con momento d'inerzia molto varia-
getti di Porcheddu si ricava come in un decennio la tecnologia bile e l'arco" (Albenga G., I ponti, op. ciI. voLI, p. 266), e da altri
del c.c.a. si venne affermando in maniera evidente, spode- studiosi (Franciosi, ecc.).
stando quella tradizionale (Cfr. "Ingegneria Civile e le Arti In- [17] "Pier Luigi Nervi racconta che il suo professore di Scienza
dustriali" anno 1895, pp. 113-119, tav. VIII; anno 1897, p. 131; delle Costruzioni leggeva a scuola lettere di ingegneri tede-
anno 1901, pp. 65-77, tavv. III e IV). schi che predicevano, sulla base di calcoli matema1ici,l'inevi-
[7] Cfr. lo studio di TERRANOVA A., Architettura ed urbanistica per tabile crollo del ponte Risorgimento", da: Storia del/a Tecnica,
Roma capitate, dal Palazzo di Giustizia al quartiere di Piazza val. IV, L'epoca contemporanea, a cura di MONDINI A. e CAPO-
d'Armi, in "Controspazio", n. 9, settembre 1972, Bari. CACCI A, UTET, Torino, 1980, p. 25. Si confronti anche le criti.,.
[8] Cfr. nota 3. che alle strutture cellulari in: MARCUS V., Die Risorgimento
[91 Il primato ottenuto dal ponte Risorgimento fu conservato fino BrOcke ... op. cit.
al 1921 ,quando venne superato dal ponte di Minneapolis (lu- [18] Circa i diversi collaudi effettuati si veda, oltre le gia citate pub-
ce 121 ,9 m) con volta piena in c.c.a. incastrata (ispirata a quel- blicazioni, Il nuovo ponte dell'Esposizione in "La vita", 12-13
le in muratura) e ribassamento 114,5 non certo innovativo. Il aprile 1911, Roma; 150.000 chilogrammi sut nuovo ponte
primato passO nel 1923 al ponte di Saint Pierre de Vouvray dell'Esposizione, in "La vita", 20-21 aprile 1911, Roma; Il gran-
(arco a cassoni con pareti sottili) e nel 1928 al ponte alla Caille de ponte Risorgimento ha dato ottime prove con la truppa, in
sul torrente delle Usses (di Caquot m 137,50 a cassoni). Suc- "La Tribuna", 18 luglio 1911 (900 uomini a passo cadenzato
cessivamente nel 1930 il primato fu ottenuto dal ponte di Plou- con fanfara in testa). Al riguardo si riporta il telegramma di
gastel sull'estuario dell'Elorn (a tre archi di m. 172,6 di luce Hennebique che riferendosi al collaudo con carico di folla
ognuno, opera di Freyssinet). Interessante è notare che il raccomanda: "... massimo 1000 uomini". Si ricorda anche la
ponte Risorgimento con i suoi 100 m di luce viene ad imporsi, nota piena del Tevere, del 1915, che sottopose la struttura ad
come struttura in c.c.a., sulle precedenti realizzazioni in mura~ una prova fisica non indifferente. Si citano inoltre I e prove del
tura, che mantenevano il primato di massima luce, in partico- Santarella {1933l e quelle fatte agli inizi del secondo dopo-
lare su Quelle del ponte sulla Petrusse a Lussemburgo del guerra da Aristide Giannelli. Recentemente, dal 1962, sono
1902 (con 84 m di luce, progetto di Sejourné) e del ponte di stati esclusi dal passaggio del ponle i veicoli su rotaia (tram),
Plausen in Sassonia (di 90 m di luce, del 1905). Cfr. ALBENGA considerati responsabili di alcune lesioni riscontrate nelle
G., Sguardo sintetico all'evoluzione del cemento armato strutture, cfr. UNIONE ROMANA INGEGNERI ARCHITETTI, La
dall'origine ai giorni nostri, Roma 1945; AA.vV. Cent ans de bé- Terza Roma, Roma 1971, cap. TARTARI N W., I ponti sul Tevere,
ton armè, Parigi, 1949. p. 87 e segg.
[10] Cfr. ALBENGA G., If contributo italiano alla teoria ed alfa tecnica [19] Cfr. CAVALLARI MURAT A, Contributi torinese ... op. cito
del cemento armato, in "Rendiconti e Pubblicazioni", fasc. I, {20] Cfr. nota 19.
Politecnico di Milano, Fondazione F.lli Pesenti, Milano 1949; [21] Cfr. ALBENGA G., Sguardo sintetico ..., op. ciI.
ALBENGA G., Sguardo sintetico ... op. cit. [22] Cfr. KRALL G., Dell'impostazione del progetto nelfa costruzio·
[11) Descrizione completa del ponte è riportata in PORCHEDDU ne dei ponti, in BENINI, CESTELLI GUIDI, FIORAVANTICINCI,
G.A., Il ponte Risorgimento, Roma 1911; disegni e descrizione KRAll, MARTINELLI, POLSONI, Progettazione e costruzione
del ponte sono riportati anche in: SANTARELLA L., MIOZZI E., dei ponti, edizioni della 8ussola, Roma, s.d.
Ponti italiani in cemento armato, testo atlante, Hoepli, Milano [23] Cfr. /I furore del Tevere, in "Avanti", venerdi 30 dicembre 1910,
1952. Si veda anche GUIDI C., Le costruzioni in beton armato, Roma.
Lezioni sulla Scienza delle Costruzioni, Appendice, Torino 124] Si ricordano ad esempio i prototipi di ponti in c.c.a. sviluppati
1922; "Ingegneria Ferroviaria", n. 19, 1911; "ArmierterBeton", proprio all'inizio del secolo da Robert Maillart in svizzera. Si
1912; "II Monitore Tecnico", n. 14, 1911, Milano, p. 287; "Engi- citano ad esempio il ponte di Zuoz sul fiume Inn (1901), il
neering", 1911, p. 721; "II Politecnico", anno XV - 1912, Mila- ponte sul Reno a Tavanasa (1905) che condurranno alle forme
no, p. 1 21 e tavv.1 e Il; ALBENGA G., Iponti, UTET, Torino 1958, eleganti e conosciute dei ponti tipo Maillarl, quale quello per
p. 266 e segg. e p. 497. Dalla corrispondenza conservata esempio sulle gole della Salgina (90 m di luce), cfr. BILL M.,
nell'Archivio Porcheddu si ha notizia della richiesta da parte di Rubert Maiflal1, Erlenbach - ZOrich, 1949.
Capitolo 8.

Considerazioni sulla localizzazione geografico-cronologica dei princi-


pali interventi
(R.N. - 8.S.)

8.1 Premessa Allo scopo di poter esaminare i fenomeni per settori abba-
stanza ampi, ma nello stesso tempo anche sufficientemente
Si ritiene importante agli effetti di una corretta interpretazio- selettivi, si sono prese in considerazione le seguenti grandi
ne e valutazione del fenomeno della diffusione del sistema categorie tipologiche: edilizia industriale, opere viarie e
Hennebique in Italia analizzare la localizzazione cronologi- idrauliche (ponti, viadotti, serbatoi). edilizia del terziario
ca degli interventi in rapporto anche alle tipologie (banche e uffici), di pubblico servizio e assistenza (ospeda-
realizzate. li, scuole, caserme), di servizio commerci aIe (magazzini,
La notevole quantità di lavori eseguiti (circa 2600) e la mercati, docks, ecc.), di servizio culturale e religioso (teatri,
grande diversità tipo logica tra gli stessi, si passa infatti da cinematografi, chiese), edilizia residenziale.
semplici solai di edilizia rustica ad edifici pluripiano con La lettura delle mappe citate permette da un lato di seguire
struttura a telaio di centinaia di metri di lunghezza (lo Stabi- il progressivo diffondersi delle opere in c.c.a. nelle diverse
limento Fiat Lingotto supera il mezzo chilometro), richiede zone e nell'arco di un trentennio (dal 1895 al 1933) e
di effettuare dei raggruppamenti in classi il più possibile dall'altro permette di evidenziare eventual i "zonizzazioni"
omogenee di opere. relativamente alle quali poi sviluppare preferenziali e verificare eventuali riscontri con i fenomeni
le considerazioni. di sviluppo economico e sociale del paese.
Parrebbe utile, inoltre, prendere in considerazione anche le
dimensioni di massima delle opere (cubature di edificio o di
struttura, superfici di solai, ecc.), le situazioni particolari e le
caratteristiche intrinseche (tipo di struttura, schema
statico, ecc.) nonchè i costi di realizzazione da determinare 8.2 L'attività in Torino
a valori attualizzati riferiti ad un anno prestabilito (compreso
ed esempio fra il 1896 e il 1911) utilizzando sistemi di Nell'area del Comune di Torino (oltre che in tutto il Piemon-
elaborazione dati. te) si è accentrata gran parte dell'attività della Soc.
Tenendo conto dell'impostazione di questa pubblicazione Porcheddu, che aveva in questa citta. la sua sede principale,
e delle effettive disponibllita. di tempo, si è ritenuto di effet- i lavori sviluppati tra il 1895 e il 1933 sono ben 654.
tuare una prima interpretazione del fenomeno in oggetto Occorre innanzitutto rilevare che sono presenti tutte le ca-
prendendo in considerazione le principali opere dell'ar- tegorie tipologiche dell'edilizia e l'esame della mappa di
chivio G.A. Porcheddu, intendendo queste ultime come localizzazione (fig. 8.1) permette di avanzare alcune consi-
quelle che risultano di maggior impegno sia progettuale derazioni.
(nuove strutture, ponti, ecc.) sia dal punto di vista dimen- Globalmente, nei grandi interventi, l'edilizia industriale e
sionale (gruppi di edifici, complessi industriali, ecc.). quella di servizio prevalgono, specie nei pri mi anni di appli-
È però necessario ricordare che accanto a questi interventi cazione, su quella abitativa.
esiste tutta una serie di lavori più semplici, generalmente L'edilizia industriale, con prevalenza di officine mecca-
solai, piccole strutture, ecc., spesso relativi a case di civile niche ed edifici per la produzione di energia elettrica, viene
abitazione, che per numero e capillare diffusione hanno realizzata a partire dal 1899-1900 con prevalenza negli
avuto indubbio peso nel fenomeno globale. anni compresi fra il 1903/4 e il 1916/17.
Allo scopo sono state elaborate delle mappe di localizza- Essa si localizza quasi raggruppata in tre principali zone
zione delle principali opere eseguite dalla Soc. Porcheddu, della citta: a Nord-Est (Barriera di Milano e zona Rossini-
con evidenziazione delle tipologie delle costruzioni e Aurora), e Ovest (in Borgo San Paolo), a Sud (in zona Mille-
dell'anno di realizzazione. fonti-Nizza). Queste zone corrispondono alle aree di forte
Per una corretta valutazione del fenomeno in oggetto oc- espansione urbana della città negli anni considerati.
corre ancora ricordare che la Soc. Porcheddu era, agli inizi Tra i maggiori interventi di edilizia industriale si citano: lo
del Novecento, agente e concessionaria Hennebique relati- stabilimento Ansaldi, la fabbrica Soc. Termotecnica e
vamente all' Alta Italia. Solo successivamente, a partire dalla Meccanica, le Officine DiaUo, gli interventi per la Sac.ltalia-
fine del primo decennio del '900, la sua influenza si estende na per il Gas, i numerosi edifici per la Soc. An. EleUricitè.
progressivamente al di fuori di tale zona, e, nel 1914, Alta Italia (SAEAI), le opere per la Soc. Forze Idrauliche del
nell'Italia peninsulare, la rete ufficiale Hennebique ha come Moncenisio, lo stabilimento Nebiolo, lo stabilimento Soc.
agente e concessionario il solo Porcheddu, con le quattro Garage Carrozzeria Automobili Alessio, gli interventi allo
sedi Torino (sede principale), Genova, Milano, Roma, che stabilimento Soc. Itala, le Officine Carrozzeria Industriale, le
sano affiancate da quelle di altri agenti in Sicilia. Officine Soc. Torinese Automobili Rapid, le Officine Carroz-
8.3 Interventi in Piemonte 103

zeria Locati e Torretta, gli interventi alle Concerie Italiane industriale, compresa Quella per la produzione di energia
Riunite (CIR), lo stabilimento Soc. Produzione Automobili elettrica; sono presenti inoltre, in una certa quantità, inter-
(SPA), le Officine Soc. Torinesi Automobili Elettrici Krieger, venti concernenti opere vi arie (ponti, viadotti, ecc.) e, in al-
lo Stabilimento Soc. Tipografica Editrice Nazionale, gli cuni poli, edilizia residenziale e di servizio o assistenziale
interventi alla Manifattura Tabacchi, lo Stabilimento Gilardi- (ospedali, scuole, ecc.).
ni, gli interventi alla Soc. Naz. delle Officine Savigliano, lo L'analisi delle localizzazioni dei principali lavori Henne-
Stabilimento Barone, gli interventi allo Stabilimento bique (fig. 8.2) conferma la presenza di quelle aree indu-
Leumann, lo Stabilimento Fiat Officine di corso Dante, la striali che si andavano delineando in Piemonte i n tali anni,
Fiat-Ansaldi, la Fiat S. Giorgio (poi Grandi Motori), la Fiat pur con linee di demarcazione non ben nette. Tali aree
nuove Officine Motori, la Fiat - officine Brevetti, la Fiat - Ac- erano in connessione con le caratteristiche storiche e
ciaierie, La Fiat Officine Lingotto, La Fiat Ferriere, lo Stabili- geografiche delle zone, o di tradizionale specializzazione
mento Lancia & C., lo Stabilimento Valle Susa, gli interventi produttiva, o risultato di nuovi processi di agglomerazione
allo Stabilimento Venchi & C., gli interventi alle Officine Car- economica autonoma o, infine, in funzione delle proiezioni
te V8.lori, gli Stabilimenti Soc. Anonima Costruzioni Aero- espansive di altri grandi complessi urbani industrali
nautiche Pomilio, le Fonderie Garrone, il maglificio Frat. Be- limitrofi.
vilacqua, lo Stabilimento CEAT, lo Stabilimento Soc. An. In particolare si ha conferma dei poli tradizionali di prima in-
Trasformazione Prodotti Agricoli (SATPA). dustrializzazione, Quali il Biellese con prevalenza di
Tra i principali interventi di edilizia di servizio si citano: gli industrie tessili (lanificio Bellia - Pettinengo; lanificio
interventi all'Ammazzatoio, gli interventi al Cimitero Agostinelti e Ferrua - Tollegno; lanificio Gallo - Cossato;
Generale, il grande serbatoio di Valsalice, il Deposito stabilimento Fagnola - Cossato; stabilimento Buratti -
locomotive, gli interventi all'Ospedale S. Giovanni Battista, Biella; stabilimento Aglietta - Biella; officine di Netro - Ne-
l'Ospedaletto infantile, gli interventi all'Ospedale Mauri- tro; opifici Compagnia Laniera Italiana - Cossato; cotoni-
ziano, gli interventi alla R. Università e al R. Politecnico, la ficio Poma a Miagliano e a Sagliano Micca); la Valle d'Aosta
scuola V. Alfieri, la palestra della scuola A. Rosmini, la con acciaierie (Cogne e Giraud - Aosta).
caserma di Fanteria, la caserma di Cavalleria, gli interventi Si evidenziano poli di più recente industrializzazione,
alla caserma dei Vigili del Fuoco; tra i magazzini si citano i svincolati dai fattori storici di localizzazione e scambio,
Magazzini Generali Piemontesi, i Docks Torino Dora. caratterizzati da organizzazione industriale differenziata:
L'edilizia di abitazione, vista come grossi interventi non è Ivrea e il Canavese, con industrie meccaniche, tessili,
particolarmente rappresentata, salvo negli anni successivi cartarie (Fabbrica Olivetti, Ivrea; Manifattura di Cuorgnè,
alla Prima Guerra Mondiale. Alcuni interventi sono Cuorgnè; Cartiera Bosso, Parella; Manifattura d i Rivarolo,
raggruppati nelle zone di espansione a Sud della città (zona Rivarolo; Tessitura Gribaudi, Castellamonte, ecc.); Ales-
Nizza). sandria e provincia con industrie (Soc. Borsalino,
Tra gli interventi di edilizia residenziale si citano: la casa Alessandria; Soc. Morteo e Gianolio, Alessandria), edifici di
Priotti, la casa Boffa e Costa, la casa Besozzi, la casa servizio (Ospedale di Valenza; rimesse tranviarie di Ales-
Bonelli, la casa Florio, le case Audino Rinaldi, le case popo- sandria; scuole professionali e centro automobilistico
lari in S. Paolo, la casa Engelfred, la casa Ceresa, il palazzo militare di Alessandria; Banca Commerciale di Alessandria)
Ferraris Diatto, il gruppo di case della Compagnia Anonima edilizia residenziale in Alessandria; la zona di Casale (AL)
di Assicurazioni, la casa Pesce-Mai neri, la casa Centu- con cementifici e industrie derivate (stabilimento Eternit).
rione. Si nota la presenza di industrie locali trasformatrici di pro-
L'edilizia del terziario, uffici e banche, è essenzialmente dotti agricoli (uova, latte, ecc.) con poli nella provincia di
localizzata nell'area centrale della città; si citano il Palazzo Cuneo (stabilimento Cinzano a Santa Vittoria d'Alba e a
Assicurazioni Venezia, gli interventi al Palazzo della Banca Santo Stefano Belbo; caseifici Lang e SchOtz a Narzole, Ca-
d'Italia, la sede centrale della Cassa di Risparmio, gli inter- vallermaggiore, Saluzzo e Chiusa Pesio; Caseificio Barbieri
venti alla Banca Italiana di Sconto, gli interventi al Banco a Moretta; stabilimenti enologici a Bra); nell 'Astigiano
Ambrosiano, il Palazzo della Gazzetta del Popolo - SET. (stabilimento Gancia a Canelli).
Tra l'edilizia dello spettacolo e il tempo libero si citano lo Esiste una serie di interventi relativi a localizzazioni
stabilimento Soc. Ambrosia, il Palazzo Stabile dell'Esposi- industriali aggregate nell'area di produzione torinese,
zione 1911, lo Stadium, il Cinematografo Odeon. anche tradizionali: nella bassa Val Susa (Dinamitificio No-
Sul torrente Dora sono realizzati cinque ponti di interesse bel ad Avigliana, Manifattura e lanificio Sella a Collegno;
strutturale (ponti di corso Tortona, di via Clgna, di via Stabilimento Leumann a Collegno; lutificio Prever a
Bologna, di via Livorno). Sul fiume Po é realizzato il ponte Giaveno; officine Moncenisio a Condove); nel Pinerotese
Balbis in corrispondenza di corso Bramante. (officine Riva Villar Perosa e Pinerolo; Filatura Guterman a
Dal breve esame innanzi esposto si ricava la conferma che Perosa Argentina; Soc. Talco e Grafite in Val Chisone); nelle
gli interventi della Soc. Porcheddu praticamente si Valli di Lanzo (Cotonificio Valli di Lanzo a Lanzo; Conceria
localizzano nelle aree di espansione della città (edilizia Lanza a Venaria; Soc. La Viscose, poi Snia Viscosa, a Vena-
industriale, abitativa e di servizio) e nelle zone centrali ria; cotonificio Remmert a Ciriè; stabilimento Leumann a
oggetto di progressiva terziarizzazione (edilizia di servizio, Mathi); in provincia di Cuneo, ma gravitanti su Torino
banche, uffici, cinematografi, ecc.), esse sono coeve con (officine Savigliano a Savigliano); in zone limitrofe a Torino
l'addivenire dei fenomeni economico-sociali e con il (stabilimento Ferrero a Trofarello, stabilimento Schiappa-
progresso di sviluppo di Torino. relli a Settimo, Soc. Spiga a Moncalieri).
Si segnalano inoltre alcuni piccoli interventi di edilizia
agricola e rustica diffusi in tutta la regione.
Un caso a Sé stante è costituito dall'industria per la produ-
8.3 Interventi in Piemonte zione di elettricità, localizzata vicino alla forza motrice
idraulica o ai grandi centri urbani e industriali: nelle Valli di
In Piemonte, escluso Torino, sono stati sviluppati 581 lavori, Susa (centrale di Chiomonte), in Valle d'Aosta (Quincinetto,
tra il 1895 e il 1932. Verres, Aosta); nel Biellese (Biella); nelle Valli di Lanzo (Ala
I principali interventi sono in prevalenza relativi all'edilizia di Stura, Ceres, Chiampernotto, Funghera, ecc.).
104 8. Considerazioni sulla localizzazione geografico~cronologicadei principali inlerventi

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8.5 Interventi a Genova e in Liguria 105

Fig. 8.1: Mappa della localizzazione dei principali interventi ese- Dora, via Cigna (1908): Scuola Alfieri (1909); Caserma di Cavalleria
guiti dalla Soc. G.A. Porcheddu in Torino. Sono riportati: Scuola (1909); Casa Rey (1909); Casa Richiardi (1909); Casa Besozzi
d'Applicazione per gli Ingegneri (1897); Stabilimento Ansaldi (1909); Officine SIGG (1910); Conceria Pia (1910); Serbatoio co-
(1899); Stabilimento Soc_ Termotecnica e Meccanica (1900), Salo- munale di acqua, Valsalice (1910); Casa Audino e Rinaldi (1910);
ne della Borsa (1900); Ospedale S. Giovanni manica Denis (1900), Palazzo Assicurazioni Generali Venezia (1910); Stabilimento Am-
Casa Priotti (1900-1908); Casa operaia Impresa Abrate e Bellia brosia (191 O); Nuove Officine Motori Fiat (1911); Stabi limento Lan-
(1901): Chiesa degli Angeli (1901); Centrale elettrica SAEAI cia (1911); Palazzo Stabile dell'Esposizione (1911); Stadium
(1902); Uffici SAEAI (1902); Palestra della Scuola Raineri (1902); (1911); Ponte sulla Dora, via Bologna (1911); Ponte sulla Dora, via
Ponte del Colombaro sulla Dora, corso Tortona (1902); Stabilimen- Livorno (1911); Cotonificio Valle Susa (Abegg) (1911): Casa Egel-
to Nebiolo (1904); Casa Marangoni (1904); Stabilimento Soc. Ilala fred (1912); Banca d'Italia (1913); Officine Rivetti (1914); Officine
(1906): Stabilimento Soc. Meccanica Italo-Ginevrina (1906); Sta- Carla e Valori (1914); Ospedale Mauriziano (1914); Magazzini Ge-
bilimento Soc. Torinese Automobili Rapid (1906); Stabilimento nerali Piemontesi (1914); Docks Dora (1914); Cinematografo
SPA (1906); Stabilimento Fiat Grandi Motori (1906): Centrale elet- Odeon, poi Ghersi (1914); 2° Casa Audino e Rinaldi (1914); Casa
trica del Martinetto (1906); Stabilimento Soc. Torinese Automobili Ceresa (191 4); Acciaierie Fiat (1915); Fonderie Fiat-Smistamento
elettrici Krieger (1906); Stabilimento Carrozzeria Industriale (1916); Soc. An. Costruzioni Aeronautiche Pomiglio (1916); Palaz-
(1906); Officine Diatlo (1907); Stabilimento Gilardini (1 907); Depo- zo Ferraris-Diatto (1916); Officine Fiat-Lingotto (1916 -22); Fonde-
sito Soc. Consumatori Gaz-Luce (1907); Stabilimento Soc. Carroz- rie Garrone (1919); Banca Italiana di Sconto (1920); Ponte sulla
zeria Automobili Alessio (1907); Officina Soc. Autocommerciale Dora, Via Fontanesi (1921); Chiesa di S. Agnese (1921); Ponte Vit-
(1907); Stabilimento Schiapparelli (1907); Stabilimento Fiat, cor- torio Emanuele III sul Po, corso Bramante (1926); Stabilimento
so Dante (1907); Stabilimento Venchi (1907); Stabilimento Soc. Ti- CEAT (1928); Palazzo Gazzetta del Popolo-SET (1928); Palazzo
pografica Editrice Nazionale (1907); Stabilimento CIR (1907-15); Cassa di Risparmio (1929); Istituto Sperimentale S!P, ora Galileo
Manifattura Tabacchi (1908); Stabilimento Soc. Naz. Officine Savi- Ferraris (1929); Case Compagnia Anonima di Assicurazioni
gliano (1908); Stabilimento Soc. Barone (1908); Caserma di Fante- (1929); Casa Pesce-Maineri (1931); Casa Centurione (1932).
ria (1908); 1°Casa Florio (1908): 2° Casa Florio (1908); Ponte sulla

Si segnala inoltre una serie di opere viarie diffuse in tutto il Milano, Nuovo Politeama - Como, ecc.), edilizia industriale
territorio della regione (ponte di Cherasco sulla Stura, (Centrale Soc. Bergamasca Energia Elettrica; Centrale Ter-
viadotti e ponti ferroviari della linea Torino-Ciriè-Lanzo- moelettrica di Turbigo; Fabbrica lombarda di Cementi
Ceres, il ponte di Salmour sulla Stura, il ponte a Lequio sul Portland e Calci idrauliche - Bergamo; Cotonificio Spelty-
Tanaro, il ponte a Castellino sul Tanaro, il viadotto Poma sul Keller - Sondrio; stabilimento Castagna - Milano), edilizia
torrente Cervo a Miagliano, il viadotto sul Chiusella a Bal- residenziale (palazzo Gonzaga, Milano; edifici al quartiere
dissero Canavese, ecc.). Mc Mahon, Milano, ecc.), opere vi arie e idrauliche (serba-
Infine si ricordano alcuni edifici assistenziali localizzati in toio nella torre del Castello Sforzesco, ponte sul fiume Adda
modo puntuale (Ospedale psichiatrico di Alessandria, a Pizzighettone, ponti della linea ferroviaria Val Serlana,
Ospedale psichiatrico di Racconigi, Ospedale psichiatrico ecc.).
di Collegno, ecc.). In Veneto si citano l'edilizia perii terziario (sede Cassa di Ri-
sparmio di Venezia, Venezia); edilizia di servizio e per l'assi-
stenza (padiglioni all'Ospedale Umberto l, Padova;
Ospedale psichiatrico provinciale di Rovigo, Rovigo; Palaz-
8.4 Interventi in Lombardia e Veneto
zo della Prefettura di Rovigo; Officine della Scuola Paolo
In Lombardia sono stati sviluppati complessivamente 251 Sarpi, Venezia; scuole elementari alla Giudecca, Venezia;
lavori, (tra il 1897 e il 1924) ed in Veneto 128 lavori (tra il scuola G. Gallina, Venezia; palazzo Poste e Telegrafi,
Vicenza), edilizia per il servizio culturale (Teatro civico di
1898 e il 1911).
In Milano vi era una filiale dell'ufficio Porcheddu (inizial- Schio, Teatro di Abano Terme), edilizia industriale (stabili-
mente seguita dall'ing. D. Donghi). mento Soc. An. Agricola Veronese, Legnago; Unione
Dall'esame della localizzazione dei principali interventi (fig. Italiana Consumatori e Fabbricanti di Concimi e Prodotti
8.3), del tipo e data di esecuzione, è possibile avanzare le Chimici, Este; stabilimento Soc. pour la Fabrication de la
segu~nti considerazioni. Soie Artificielle, Padova; stabilimento G.B. Conte, Vicenza;
Gli interventi si localizzano prevalentemente accentrati nel- ecc.), opere viarie e speciali (ricostruzione della stazione di
le zone: triangolo formato da Padova-Vicenza-Venezia; Mi- Padova, ponte sul torrente Astico a Calvene, ponte sul
lano e provincia; alcuni interventi di un certo rilievo torrente Botteniga a Treviso, ponte tramviario sul fiume
nell'area di Bergamo. Bacchiglione a Vicenza, ecc.), edilizia residenziale.
Sono presenti sia in Lombardia che in Veneto, quasi tutte le Gli interventi in oggetto sono prevalentemente sviluppati
tipologie edilizie senza la prevalenza specifica di una di sino al1911 in Veneto e sino alla prima guerra mondiale in
esse (come avvenuto invece in Piemonte, relativamente Lombardia, con qualche esempio postbellico.
all'edilizia industriale). Si ritiene importante agli effetti della diffusione e pubbliciz-
In Lombardia, Milano compresa, si segnala numerosa l'edi- zazione del Sistema Hennebique in questa regione l'attività
lizia per il terziario (sede Assicurazioni Generali Venezia- dell'ing. Daniele Donghi, progetti sta e promotore di lavori e
Milano; interventi alla Banca di Lecco, alla Banca Commer- incarichi.
ciale Italiana - Milano; alla Banca Cattolica - Mantova; al
Palazzo del Credito Commerciale - Cremona; il Palazzo
Banca d'Italia - Bergamo; interventi alla Banca di Busto 8.5 Interventi a Genova e in Liguria
Arsizio - Milano, ecc.), l'edilizia di pubblico servizio e per
l'assistenza (Scuole Comunali di musica - Milano, Scuola Gli interventi relativi a strutture in sistema Hennebique in li-
di Elettrotecnica e di Elettrochimica al Politecnico di Milano, guria e a Genova sono particolarmente numerosi
Scuola dì Agricoltura - Milano; Caserma Vigili del Fuoco- (assommano a circa 457 nella città e a circa 219 nella
Milano; Ospedale di Legnano), edilizia di servizio culturale regione [1]) e si ricorda che sin dalla fine dell'Ottocento la
e religioso (Teatro Savini - Milano, Teatro Manzoni _ Soc. Porcheddu disponeva di una propria filiale nel
106 8. Considerazioni sulla localizzazione geografico-cronologica dei principali interventi

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8.5 Interventi a Genova e in Liguria 107

Fig. 8.2: Mappa della localizzazione dei principali interventi ese- Stabilimento Cinzano, S. Stefano Belbo (1904); Cotonificio Piccar-
guiti dalla Soc. G.A. Porcheddu in Piemonte e Valle d'Aosta. In Val- do, Garessio (1907); Stabilimento Enologico Bianchi, Bra (1909);
le d'Aosta sono riportati: Acciaierie Cogne & Girod, Aosta (1925); Ponte sulla Stura a Salmour (1910); Ponte sulla Stura a Cherasco
Stabilimento Birra Aosta, Aosta (1926); Centrale Idroelettrica Pie- (1911); Ponte sul Tanaro a Lequio (1912); Ponte sul Tanaro a Ca-
montese-Lombarda, Isollaz-Verres (1927). stellino (1914); Manicomio Provinciale di Racconigi (1914); Offici-
In provincia di Torino sono riportati: Stabilimento Olivetti, Ivrea ne Savigliano, Savigliano (1914); Caseificio Lang & Se hOtz, Saluz-
(1895); Manifattura di Courgné (1897); lutificio Prever, Giaveno zo (1923). In provincia di Asti sono riportati: Casa Soc. Cooperati-
(1897); Filatura Gotermann. Perosa Argentina (1989); Cotonificio va Costruzioni Asti (1913); Slabilimento Ganda, Canelli (1914). In
Bosio, S_ Ambrogio (1900); Cartiera Fumelli, Mathi (1900); Cotonifi- provincia di Alessandria sono riportati: Stabilimento Soc. Borsali-
cio Remmert. Ciriè (1 900); Caserma Moncenisio, ora C. Henry, Su- no (Alessandria (1898-1914); Magazzino Soc. Morteo e Gianoglio,
sa (1902); Conceria Giraudo, Castellamonte (1902); Manifattura Cantalupo Ligure (1901); Cappelleria Reghezza, Alessandria
D'Annencye Pont, Pont Canavese (1 902); Lanificio Bona, Carigna- (1902); Collegio di S. Chiara, Alessandria (1903); Stabilimento
no (1902); Impianti SAEAI, Ala di Stura (1902); Stabilimento Leu- Eternit, Casale Monferrato (1906); Regio Manicomio, Alessandria
mann, Mathi (1903); Manifattura di Rivarolo (1903); Officine Incerli, (1907); Stabilimento Soc. Cementi Monferrato, Morano Po (1907);
poi RIV .. Villar Perosa (1905); Silos Schiapparelli, Settimo (1908); Ricreatorio Cattolico, Morano Po (1909); Case PoPolari, Casale
Stabilimento Ferrera, Trofarello (1908); Stabilimento Leumann, Monferrato (1909); Rimessa tranviaria Soc. An. Eletlricita Alessan-
Collegno (1911); Grand Hotel, Ala di Stura (1911); Ospedale Psi- drina, Alessandria (1912); Magazzini Generali, Arquata Scrivia
chiatrico di Collegno (1911); Centrale elettrica di Chiomonte (1916); Acciaierie di Novi Ligure, Novi Ligure (1918), Istituto pro-
(1911); Dinamificio Nobel, Avigliana (1914); Cotonificio Valli di fessionale di Alessandria (1927); Centro Automobilistico Militare,
Lanzo, Lanzo (1915); Conceria Lanza, Venaria (1915); Ponte-via- Alessandria (1928). In provincia di Vercefli sono riportati: Grand
dotto ferroviario Ceres (1915); Stabilimento SPIGA, Moncalieri Hotel, Andorno (1898); Lanificio Bellia, Pettinengo (1901); Stabili-
(1916); Case operaie Soc. La Viscose, Venaria (1917), Officine di mento Agliella, Biella (1906); Officine di Netro, Netro (1906); Calza-
Netro, centrale elettrica di Quincinetto (1917); Stabilimento G. turificio Italica, Vercelli (1907); Villa Billia, Malpenga - Vigliano
Savant, Lanzo (1917); Stabilimento Soc. Cave di S. Vittore, Biellese (1911); Centrale elettrica SAEAI, Biella (1912); Stabili-
Balangero (1918); Centrale elettrica Ferrovie Ciriè-Lanzo, Ciriè mento Rivetti, Bieila (1915); Magazzini Rota, Biella (1920); Lanificio
(1919); Viadotto sul Chiusella, Balangero Canavese (1921); Casa Agostinelli e Ferrua, Tollegno (1925); Stabilimento Buratti, Biella
gestanti e asilo materno, Rivoli (1921); Stabilimento Soc. Italiana (1925); Stabilimento Compagnia Laniera Italiana, Cossato (1926);
Grafite e Talco, Avigliana (1925); Capannoni Ufficio Fortificazioni Lanificio Gallo, Cossato (1926); Magazzini Uffici Fortificazioni Cor-
Corpo d'Armata di Torino, Orbassano (1931). In provincia di Cu- po d'armata di Torino, Vercelli (1932).ln provincia di Novara sono
neo sono riportati: Palazzo Aliberli, Saluzzo (1900); Conceria Gar- riportati: Magazzino Consorzio Agrario, Novara (1904); Cinemato-
rane, Saluzzo (1900); Caseificio Lang & SchOtz, Cavallermaggiore grafo Vittorio Emanuele, Novara (1913).
(1901); Stabilimento Cinzano, S. Vittoria d'Alba (1901-21);

capoluogo (si citano l'ing. Traversa, l'ing. Bagnasco). grande impresa edilizia Carbone e F.lli Repetto, Porcheddu
La diffusione degli interventi (fig. 8.4) segue fenomeni realizza fra il 1896 e il 1904 le strutture Hennebique di sei
piuttosto particolari e diversi da altre località. La numerosità grossi edifici residenziali di impostazione signorile in via XX
ed il tipo di opere, specie nella città di Genova, presentano Settembre, ed un settimo edificio verrà realizzato, sempre
aspetti legati prevalentemente alle forze del mondo econo- nella stessa via, per la Soc. Aedes nel 1907.
mico-finanziario ed imprenditoriale locale del periodo, In relazione al rinnovamento delle zone di piazza De Ferrari,
caratterizzato dalla presenza di importanti imprese impe- con strutture Hennebique, sono stati realizzati diversi
gnate in opere di notevole entita, anche a livello di rimodel- edifici del terziario; il Palazzo della nuova Borsa, il Palazzo
lazione a scala urbana. Attualmente sono in corso studi re- delle Poste e Telegrafi su via Dante (soc. Aedes). il Palazzo
lativi alle forze imprenditoriali e all'attività edilizia da parte di della Banca d'Italia. Si ricordano anche diversi edifici resi-
docenti della Facoltà di Architettura dell'Università di denziali sparsi nella città (esempio quelli dell'Istituto Ligure
Genova e di altri studiosi, anche a livello di tesi di laurea [2]. di Costruzioni nella zona di Albaro). Esempi di edilizia di
Nell'ambito della presente pubblicazione, sulla base delle servizio assistenziale sono localizzati in Genova o nelle
attuali acquisizioni e delle documentazioni esaminate è vicinanze (Ospedale dei Cronici a Quarto, Manicomio di
possibile avanzare alcune considerazioni relative alla Cogoleto) ed edilizia alberghiera nel capoluogo (Hotel
localizzazione geografico-cronologica e alle tipologie dei Miramare, Hotel Popolare, Albergo Colombia, ecc.) cosi
prino:::ipali interventi nell'area in oggetto. come edifici di Istituti Universitari (Medicina, Chimica,
C.:>me accennato in precedenza, Genova e l'area dei comu- Fisica, ecc.) a S. Martino d'AI baro.
ni limitrofi su di essa gravitanti (sia comuni orientali annessi Nella zona industriale a Ponente (ex Comuni di Sampierda-
nel 1873: Foce, S. Francesco d'Albaro, S. Martino d'Albaro, rena, Carnigliano ecc.) prevalentemente fra il 1900 e i11912
Marassi, Staglieno; sia quelli costituenti la grande Genova vi sono diversi interventi di edilizia industriale, siderurgica,
annessi nel 1926: comuni rivieraschi del levante e quelli a meccanica, chimica, alimentare, ecc. (mulini della Società
sviluppo industriale della conurbazione, del ponente e della Mulini Alta Italia a Sampierdarena, officine Ansaldo-
Val Polcevera) è stata caratterizzata proprio negli anni fra la Armstrong a Sampierdarena, stabilimento Ansaldo a Cor-
fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento da fenomeni di nigliano, stabilimento Piaggio a Cornigliano, ecc.) e di
trasformazione urbana, edilizia e di infrastrutture molto par- edilizia residenziale economica.
ticolari ed i lavori Hennebique evidenziano abbastanza Per quanto riguarda la Liguria (esclusa Genova) gli inter-
bene questi fatti. venti della Soc. Porcheddu evidenziano altri aspetti interes-
In particolare si hanno interventi nell'area del porto e zone santi.
adiacenti (fra la fine Ottocento e il 1915) in concomitanza Interventi di edilizia residenziale legata al turismo ed edilizia
con le diverse opere di ampliamento e miglioramento dello alberghiera, prevalentemente negli anni fra il 19DO e il1912
stesso (i silos granari del porto, i docks vinicoli del porto, un sono presenti nei poli di Ventimiglia, Bordighera, Sanremo,
bacino di carenaggio, i magazzini in darsena, ecc.). Alassio, Rapallo, S. Margherita, Chiavari, tutte città a
Un'altra serie di interventi è in relazione alle grandi opere vocazione turistica rivierasca. Edilizia residenziale sia
urbane per la realizzazione della via XX Settembre con turistica che legata agli insediamenti industriali è invece
sventramento degli edifici della vecchia via Giulia e la siste- presente ad Imperia ed edilizia residenziale legata diretta-
mazione di piazza De Ferrari. In collaborazione con la mente all'industria nelle città di Savona e La Spezia (edilizia
108 8. Considerazioni sulla localizzazione geografico-cronologica dei principali interventi

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Fig. 8.3: Mappa della localizzazione dei principali lavori eseguiti mento Unione Italiana Consumatori e Fabbricanti di Concimi e Pro-
dalla Soc. G.A. Porcheddu in Lombardia e Veneto. In Lombardia dotti chimici, Este (1910); Campanile della Chiesa di S. Marco, Ve-
sono riportati: Palazzo Soc. Soc. Assicurazioni Generali Venezia, nezia (1910); Stalla del Macello municipale di Venezia (1911); Sta-
Milano (1898); Palazzo Gonzaga, Milano (1900); Teatro Savini, Mi- bilimento G. Rossi, Pieve di Schio (1911). Sono inoltre riportati
lano (1901), Banca di Lecco, Lecco (1901); Scuole comunali di Via fuori zona: Serbatoio municipale, Pisa (1913); Hangars per dirigi-
Broggi, Milano (1901); Scuola comunale di musica, Milano (1902); bili, Parma (1918).
Scuola di elettrochimica al Politecnico di Milano (1902); Ospedale
di Legnano (1902); Cotonificio Spelty~Keller, Sondrio (1902); Ser-
batoio-torre del Castello Sforzesco, Milano (1903); Fabbrica Lom-
barda di Cementi Portland e Calci Idrauliche, Bergamo (1906); Sta-
bilimento Castagna, Milano (1906); Banca Commerciale Italiana,
Milano (1907); Banca di Busto Arsizio, Milano (1908); Stabilimento economica).
Soc. Padana di concimi e prodotti chimici G. Costa, Revere (1908); La localizzazione dell'edilizia industriale denuncia i poli di
Caserma Umberto I, Bergamo (1909); Nuovo Politeama, Como sviluppo in tali anni, si hanno interventi ad Imperia, a
(1909); Edifici residenziali al quartiere Mc. Mahon, Milano (1909); Savona, a La Spezia. Strutture a servizio dei porti sono state
Enopolio Unione Cooperative, Milano (1910); Centrale elettrica realizzate ad Imperia (Magazzini Generali di Porto Maurizio)
Società Bergamasca Energia Elettrica, Bergamo (1911); Palazzo
a Sanremo ed edifici militari a La Spezia.
Credito Commerciale, Cremona (1912); Palazzo Banca d'Italia,
Bergamo (191 8); Ponte sull'Adda a Pizzighettone (1920); Centrale
termoelettrica di Turbigo (1926). In Veneto sono riportati: Scuole
elementari di Padova (1898); Padiglione dell'Ospedale Umberto I,
Venezia (1900); Dormitori delle Case di reclusione, Padova (1900);
8.6 I poli di Roma, Messina, Reggio Calabria,
Stabilimento Soc. Agricola Veronese per la fabbricazione dei con- Palermo
cimi chimici, Legnago (1901-06); Teatro comunale di Rovigo
(1903); Cavalcavia della Stazione di Padova (1903); Scuola G. Ricordando che la Soc. Porcheddu estese progressiva-
Gozzi, Venezia (1905); Stabilimento Soc. Anonima Cotonifici Trevi- mente la sua attivitè in zone al di fuori dell'Alta Italia solo alla
giani, Conegliano (1905); Stabilimento Soc. pour la fabrication en fine del primo decennio del Novecento, si puo notare come
Italie de la soie artificielle, Padova (1905); Scuola G. Gallina, Vene- siano identificabili, in Italia centrale e meridionale, alcuni
zia (1906); Cassa di Risparmio di Venezia, Venezia (1906); Palazzo
della Prefettura, Rovigo (1906); Stabilimento G.B. Conte, Schio
poli in cui si sono accentrati diversi lavori di ragguardevole
(1906-09); Stabilimento Fabbricazione Conserve De Giusti, Pado- entitè. Tali interventi sono raggruppati nelle grandi cittè di
va (1906); Officine Istituto Tecnico P. Sarpi, Venezia (1907); Teatro Roma, Messina, Reggio Calabria e Palermo e si sono svi-
civico, Schio (1907); Stabilimento Soc. Bianchi, Padova (1907); luppati in periodi ben precisi e in circostanze e situazioni
Stabilimento Industrie di Stampa P. Marzari Schio (1907); Ponte del tutto particolari (fig. 8.5).
sull'Astico a Calvene (1907); Ponte sull'ArdO a Belluno (1907); Car-
In Roma, sede di filiale della Soc. Porcheddu, il massimo
tiera Nodari, Lugo Vicentino (1907); Ospedale Psichiatrico Provin-
ciale Rovigo (1908); Scuole elementari alla Giudecca, Venezia sviluppo è compreso fra il 1907 e il 1911 (76 lavori) con
(1908); Ponte sul Botteniga a Treviso (1908); Sede Poste e Telegra~ frequenza decrescente fino al 1916/17. l-e tipologie in
li, Vicenza (1909); Teatro-Concerto, Abano Terme (1910); Stabili- maggioranza sono relative ad edifici di servizio assistenzia-
8.6 I poli di Roma, Messina, Reggio Calabria, Palermo 109

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Fig, 8,4: Mappa della localizzazione dei principali interventi ese- (1908); Ponte sul Trebbia, strada Genova-Piacenza km 52, localita
guiti dalla Soc. GA Porcheddu in Liguria. In Genova sono riporta- Due Ponti, luce 34 m (190B); Rimessa locomotive, Ferrovie dello
ti: Palazzo dei Giganti (1896); Chiesa di S. Zita (1897); Mercato Stato, Busalla (1908); Manicomio Provinciale di Cogoleto (1908);
Orientale (1897); Semoleria Genovese (1899); Scuole di via Fie- Ponte sull'Aveto a Cabanne (1909); Ponte sul Trebbia a Fontani-
schi (1899); Pastificio Cassanello (1899); la Gruppo Case di via XX gorda (1909); Chiesa e Collegio Figlie di Maria, Chiavari (1911);
setlembre (1899); 20 Gruppo Case di XX setlembre (1900); Scuole Passerella sul Boate, Rapallo (1911); Ponte sullo Scrivia, Ronco
di Caderiva (1900); Silos granari del Porto di Genova (1900-01); Scrivia (1915); Conceria Costa e Lauro, Ronco Scrivia (1915); Col-
Docks vinicoli del Porto di Genova (1902); Casa Piccone e Campa- legio S. Francesco, Recco (1930). In provincia di Imperia sono ri-
nella (1902); Casa Croce (1902); Palazzo Raggio (1902); Villa Ro- portati: Albergo Belvedere, Sanremo (1902); Magazzini Generali,
sasco, S. Luca d'AI baro (1904); Ponte di Carasco (1904); Case Porto Maurizio (191 O); Docks di Sanremo (1910); Raffineria di olio
Celle (1905); Palazzo Restan (1905); Casa Staricco (1905); Casa SAIRO, Porlo Maurizio (1912); Villa di S. M. La Regina Madre, Bor-
Airoldi (1905); Casa Raggio (1905); Stabilimento Soc. La Piombife- dighera (1914); Stabilimento Ferriere di Voltri, Oneg lia (1916-17);
ra (1906); Garage Auto-Club (1906); Casa Spinola-Quartara Stabilimento Industria Cementi Portland, Oneglia (1918); Casa
(1906); Stabilimenti Frigoriferi Genovesi (1906); Casa Repetto- Zambellini, Imperia (1925); Magazzini Soc. Rio, Porto Maurizio
Ferrari Soc. Aedes (1907); Albergo Popolare (190'7); Hotel Mirama- (1928); Villa Bianca, Oneglia (1929). In Provincia di Savona sono
re (1907); Casa Lavarello (1908); Scuola d'arti e mestieri (1908); riportati: Villa Garroni, Vado (1902); Ponte sul Bormida a Millesimo
Ospedale S. Martino d'Albaro (1908); Palazzo Poste e Telegrafi (1902); Ponte sul Bormida a Cairo Montenotte (1906); Ponte sul
(1909); N uova Borsa (1909); la Casa Istituto Ligure di Costruzioni Bormida a Isoletta (1907); Ponte sul Bormida a Isola Grande
(1909); 2° Casa Istituto Ligure di Costruzioni (1909); Banca d'llalia (1908); Stabilimento Servettaz, Savona (1908); Casa delle Piane,
(1911); Villa Gambaro, Albaro (1912); Casa Bonino, Albaro (1913); Savona (1908); Ospizio Marino-Piemontese, Loano (1909); Alber-
Palazzo Righini, Albaro (1914); Stabilimenti Soc. Ligure Fabbrica- go Gatta, Alassio (1909); Centrale di trasformazione Soc. Elettrica
zione Proiettili (1915); Nuovo Caffè-giardino d'Italia (1915); Stalle Riviera di Ponente, Lavagnola-Savona (1911); Case per impiegati
Istituto Maragliano (1919); Istituto universilario, S. Martino d'Alba- Soc. Elettrica Riviera di Ponente, Savona (1911); Ponte sul Bormi-
ro (1921); Casa Accame-Cambiaso (1922); Serbatoio a Forte S. da a Ferrania (1915); Case Soc. Ligure-Edilizia, Alassio (1917). In
Martino (1923); Case popolari Rutelli (1923); Albergo Colombia provincia di La Spezia sono riportati: Stabilimento F iat S. Giorgio,
(1924); Colorificio Boero, S, Martino d'Al baro (1925); Chiesa di S. Muggiano (1907); Casa Doria, La Spezia (1907); Stabilimenti Soc.
Tommaso (1927); Padiglioni e chiesa dell'Ospedale di S. Martino lulificio di Spezia, La Spezia (1907); Officine Fiat, La Spezia (1913);
d'Albaro (1928); Ville Soc. Edilizia Nazionale, ex villa Gruber Caserme e uffici, S. Bartolomeo (1913); Tettoie Gen io Militare, La
(1931). Nei comuni annessi a Genova nel1921 sono riportati: Villa Spezia (1915); Stabilimento Pirotecnico Genio Militare, La Spezia
Gamba, Montesano (1897); Casa Carpaneto, Sampierdarena (1915); Stabilimento Soc. Ceramiche Liguri. Ponzano (1928).
(1897); Palazzo Bagnara, Sestri Ponente (1902); Casa Torsegno,
Sampierdarena (1904); Gruppo Case per impiegati Raggio, Corni-
gliano (1 904); Villa Quartara, Quarto (1905); Mulini e silos Soc. Mu-
lini Alta Italia, Sampierdarena (1905); Mulini Soc. Mulini Liguri,
Sampierdarena (1905); Officine 'elettriche Sampierdarena (1905); le (Ospedale psichiatrico provinciale, padiglione ospedale
Saponificio Lo Faro, Morigallo-Bolzaneto (1906); Stabilimento britannico), opere viarie (ponte Risorgimento), edilizia per
Piaggio, Sestri Ponente (1907); Officine Elettromeccaniche, Riva-
lo spettacolo (Arena Rospigliani poi Teatro Apollo, teatro
rolo (1907); Ricovero di Mendicita., Struppa (1909); Stabilimento
Ansaldo. Cornigliano (1911); Emporio Carpeneto, Sampierdarena Kursaal Mauri, cinematografo Bandi, cinematografo Bran-
(1913); Officine Fucinazione Proiettili Ansatdo, Cornigliano (1915); caccio, cinematografo Moderno), edilizia di servizio
Ferriere di Voltri, Voltri (1916); Ponte sul Cerusa alle Ferriere di pubblico (Università), edilizia per il culto (Ricreatorio
Voltri, Voltri (1916); Tettoie Fonderie Officine Ansaldo, Voltri salesiano e chiesa di S, Maria Liberatrice, nUova chiesa
(1916); Stabilimento Bosevi, Sestri Ponente (1917); Stabilimento Valdese, Oratorio dell'Università Israelitica). edilizia di
Ceramiche Liguri, Borzoli (1921). In provincia di Genova sono ri- servizio (carcere delle Mantellate, Magaz:.z:ino Genio
portati: Cotonificio Oliva, Rossiglione (1897); Villa Ceriana, Pieve Militare, ecc.) ed edilizia residenziale (case d i abitazione
de' Sori (1899); Chiesa Inglese, Rapallo (1902); Cotonificio Entella,
Lavagna (1906); Ponte sulla Stura, Rossiglione (1907): Villa La Tor- pluripiano e villette).
re, Rapallo (1907); Hotel-Kursaal, Rapallo (1907); Ponte sul Treb- Relativamente a Messina e Reggio Calabria si p uO ipotizza-
bia, strada Genova-Piacenza km 52, localita Due Ponti, luce 26 m re che i lavori furono affidati con molta probabilità sia per le
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Fig. 8.5: Mappa della localizzazione dei principali lavori eseguiti Tipografia Voghera-Lassarelli (1914); Casa Cassinis (1915); Gara-
dalla Soc. G.A. Porcheddu in Italia centrale, meridionale e insulare. ge Fiat (1915); Magazzino del Genio Militare (1916). Nel Lazio è ri-
In Roma sono riportati: Ricreatorio e chiesa salesiana di S. Maria portato: Manicomio Provinciale, Ceccano (1908). In Reggio Cala-
Liberatrice (1907); Officine Meccaniche di Roma (190B); Palazzo bria sono riportati: Orfanotrofio Provinciale (191 2); Palazzo della
Theodoli (1908); Teatro-Kursaal Mauri, già Arena Nazionale Provincia (1914)' Palazzo della Prefettura (1917); Palazzo dei Tri-
(1909); Casa popolare di via Ariosto (1909); Palazzina Calzoni bunali (1919); P~lazzo Trapani~Lombardo(1921); Sede Corriere di
(1909); Laboratorio chimico sostanze esplosive (1909): Cinemato- Calabria (1921); Sede Poste e Telegrafi (1921); Palazzo di Giustizia
grafo Moderno (1910); Ponte Risorgimento (1910); Palazzina Ave- (1921); Rimessa autoveicoli Ente Stradale (1921); Case e Cinema-
nali (1910); Regia Universita (1910); Chiesa Valdese (1911); Car- tografo Anditoro (1921); Case economiche Ente ~dilizio (1922).I.n
ceri delle Mantellate (1912); Palazzo Brunialti (1912): Casa Boffa provincia di Reggio Calabria sono riportati: Caserma dei Carabi-
(1912); Casa Cecchini (1913); Magazzini Cantini (1913); Cinema- nieri, Villa San Giovanni (1912); Ospedale Garibaldi, Melito di Porto
tografo_teatro Brancaccio (t 914); Cinematografo Bandi (1914); Salvo (1913).ln Messina sono riportati: Case economiche al Quar-
8.7 Zone diverse (Italia centrale, meridionale e Sardegna) 111

ti ere Lombardo (191 0-12); Asilo Castiglioni (1911); Case economi-


che Unione Messinese al Quartiere Orto Botanico (1913); Casa Si-
racusano (1913); Case economiche Unione Messinese (1914-16);
Case degli impiegati dello Stato (1914); Palazzo di Giustizia (1916).
In Palermo sono riportati: Casa Giannitrapani (1912); Mulino Patti
Cracolici (1912); Case dei Ferrovieri (1912); Palazzo Caltagirone
(1913); Kursaal Biondo (1913); Padiglione Ospedale Psichiatrico
(1913); Villa Baucina (1914); Banco di Sicilia (1914). In Sardegna
sono riportati: Casa operaia Semoleria Italiana, Campumannu
(1904); Semoleria Italiana, Cagliari (1904); Serbatoio acquedotto
urbano, Dolianova (1912); Banca Commerciale Italiana, Cagliari
(1913); Pastificio Balletlo, Cagliari (1914). Sono inoltre riportati i
seguenti interventi in zone diverse: Cinema teatro Eden, Teramo
(1912); Ponte sull'Ombrone, Siena (1912); Garage Fratelli Lorenzi-
ni, Siena (1915); Rimessa locomotive Soc. Italiana Strade Ferrate
del Mediterraneo, Bari (1914); Viadotto ferroviario, Bari (1914).

capacita realizzative della Società e sia per le caratteristi-


che intrinseche di comportamento del sistema Hennebique
in zona sismica.
Gli interventi sono concentrati nel periodo fra il 1911/14
sino al 1922, legati alla ricostruzione dopo il terremoto.
A Messina (13 interventi) si cita la realizzazione di interi
Fig. 8.6: Villa Bianca, Imperia (1929) (A.P., doso Liguria 1929, prato
quartieri residenziali (case economiche Unione Messinese, 6974)
Quartiere Lombardo, case degli impiegati dello Stato, case
del quartiere Orto Botanico, ecc.).
A Reggio Calabria (32 lavori) prevale invece l'edilizia di ser-
vizio (sede Poste e Telegrafi, caserma Carabinieri, Prefettu-
ra, Palazzo della provincia, Orfanotrofio, Istituto Immacola-
tine, Ospedale P. Salvo, ecc.). 8.7 Zone diverse (Italia centrale, meridionale e
Per quanto riguarda la zona di Palermo (12 lavori) si puo Sardegna)
notare che prevalentemente si tratta di interventi di edilizia
residenziale e di servizio, compresa fra il1912 e il 1914, Altri interventi di rilievo possono essere segnalati sparsi in
probabilmente come riflesso dei contemporanei lavori di altre zone d'Italia (fig. 8.5), tutti relativi al periodo 1912-26
Messina e Reggio Calabria (Case dei ferrovieri, Palazzo (65 lavori).
Caltagirone, padiglioni ospedale psichiatrico, Banca di Si citano interventi a Parma (notevoli sono gli hangars per i
Sicilla, ecc.). dirigibili), a Teramo (Cinematografo Teatro), a Livorno (si-

Fig. 8.7: Facciata dell'albergo Colombia a Genova, 1923-26 (A.P., doso Genova 1923~26, prat. 6576)
112 8. Considerazioni sulla localizzazione geografico-cronologica dei principali interventi

Fig. 8.8: Deposito locomotive, Tri-


poli, 1912

b""'~'JL-J .J ~h"<:f!.'Y"~~I _~ .L~'_x, ·'~~r,,;/ Fig. 8.9: Ospedale chirurgico di


v-=..É.'/-:/rn- Tangeri, 1927: prospetto e sezione
longitudinale (A.P., doso Zone diver-
se 1926, prat. 6850)

105), a l'Aquila (ponte), a Perugia (Officina del Gas), a Siena Si citano, pHchè di un certo rilievo, la rimessa locomotive
(ponte sull'Ombrone, sede del Monte di Paschi, Ospedale), (fig. 8.8) e un serbatoio d'acqùa a Tripoli, la Scuola
a Pisa (serbatoio); edifici ed opere di servizio ferroviario Femminile Italiana a Rodi, la Scuola Femmi nile Italiana in
sono realizzati nelle Puglie, in Calabria e Basilicata (rimessa Adalia, l'Ospedale chirurgico a Tangeri (fig. 8.9).
locomotive a Bari, viadotti e stazioni ferroviarie delle linee
Calabro-Lucane).
In Sardegna (21 lavori) gli interventi di rilievo sono pochi e Note al capitolo 8.
prevalentemente realizzati negli anni fra il 1905 e il 1914
[1] Nell'archivio Porcheddu i lavori relativi ai comuni annessi a
(sede Banca Commerciale, Semoleria Italiana di Cagliari, Genova nel 1873 e net 1926 sono archiviati insieme a quelli
serbatoio a Doglianova). della Liguria. In tale organizzazione i lavori relativi a Genova
sono 344 e quelli relativi alla Liguria circa 332.
[2] Si possono ad esempio citare gli studi per tesi di laurea in Ar-
chitettura di A. Giordano, A. Tagliafico, sotlo la guida dei proff.
8.8 Possedimenti italiani d'oltremare e inter- E. Poleggi e P. Cevini, i lavori degli architetli C. Bertelli e A.M.
venti all'estero Nicoletti, sotto la guida del prol. E. Poleggi. Cfr. BERTELLI C.,
NICOLETII A.M., Una gentile città moderna, l'espansione urba-
Alcuni interventi (10 lavori) sono localizzati fuori dall'Italia, na tra Otto e Novecento, il caso di A/baro a Genova, F. Angeli,
all'estero o in zone allora possedimento italiano. Milano 1988.
Capitolo 9.

Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni


(R.N.)

9.1 Premessa effettuate dalla Soc. Porcheddu. In alcuni casi è la Societè


citata che ha sviluppato tutto il progetto (compresa la parte
In questo capitolo sono illustrate alcune fra le più interes- architettonica); relativamente all"'impresa" esecutrice si è
santi realizzazioni architettoniche della Società Porcheddu. cercato di individuare l'impresa che ha realizzato le parti
Gli interventi vengono presentati in modo sintetico, sotto edilizio-architettoniche a fianco della Soc. Porcheddu
forma di schede, con l'individuazione anagrafica, delle (esecutrice della sola parte dei c.c.a.).ln alcuni casi la Soc.
considerazioni introduttive, la descrizione delle principali Porcheddu ha pero gestito tutto l'intervento, con eventuali
caratteristiche, le note e la bibliografia. subappalti ad altre imprese per lavori specifici-
Le schede riportano le notizie che, al momento, si sono
potute reperire, desunte dai carteggi dell'archivio, dalla
bibliografia, da indagini sul luogo.
I dati presentati sono quindi suscettibili di ulteriori integra-
ziooi e precisazioni (ad esempio attraverso specifiche
9.3 Schede degli interventi
ricerche sugli edifici, presso gli archivi comunali e dei 1) Edifici residenziali di via XX settembre,
progettisti, con ricerche bibliografiche a tappeto, ecc.). Genova 1896·1904
Questo capitolo deve quindi essere considerato come 2) Mercato orientale di Genova 1898-1899
punto di partenza, che si ritiene stimolante per sviluppi di 3) Silos granari del porto di Genova 1898·1901
ricerca. 4) Palazzo Assicurazioni Generali Vene·
zia, Milano 1898
9.2 Note sull'elaborazione delle schede 5) Palazzo Gonzaga, Milano 1898-1900
6) Fabbrica Termotecnica e Meccanica,
Nella "localizzazione" si è cercato di riportare se conosciute Torino 1900
sia la denominazione di vie e piazze originali, sia quella 7) Padiglione Magazzini Ansaldi, Milano 1903
attuale. 8) Casa Marangoni, Torino 1904
Per "data di realizzazione" si intende quella desunta dalla 9) Fabbricati di molitura Soc. Molini Alta
corrispondenza o riportata sui disegni esecutivi inviati in Italia, Sampierdarena 1904·1905
cantiere, corrispondente alla fase di costruzione, dagli 10) Officina Grandi Motori Fiat, Torino 1905-1906
scavi ai getti, fino al completamento dell'edificio o della 11) Stabilimento Soc. Anonima Automobili
struttura (se 5010 questa è stata commissionata alla Alessio, Torino 1907
Societa). 12) Palazzo Nuova Borsa, Genova 1907·1910
Per "progettisti" si intende coloro che hanno progettato, nel 13) Campanile di S. Marco, Venezia 1910-1911
suo insieme, l'intervento architettonico in oggetto, mentre il 14) Case economiche, Messina 1910-1916
"progettista della struttura" è relativo alla ideazione e 15) Stadium, Torino 1911
dililensionamento delle strutture statiche, generalmente 16) Magazzini Generali Piemontesi, Torino 1914

P,azza
Oe Ferrari

Fig. 9.1: Mappa della zona di via XX settembre e della piazza De Ferrari a Genova, con evidenziali gli interventi della Soc. Porcheddu: edifici
residenziali (1896-1904), Mercato Orientale (1898-99l. Palazzo Nuova Borsa (1907-10), Palazzo Poste e Telegrafi (19D9), Palazzo Banca
d'Italia (1911)
114 9. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

17) Stabilimento Fiat Lingotto, Torino 1916-1922 con demolizioni a tappeto, edificazioni di nuovi isolati su
18) Hangars per dirigibili, Parma 1918 nuovi allineamenti, ricostruzioni di parti di ed ifici, ecc. su un
19) Case della Compagnia Anonima di As- progetto del 1885 (approvato dal Comune di Genova nel
sicurazioni, Torino 1929-1931 1890) dell'ing. C. Gamba. L'operazione richiese l'esproprio
di circa 400 stabili e porto alla scomparsa di diversi vicoli,
Edifici residenziali in via XX Settembre a Genova vie e piazze e alla creazione di nuovi edifici (notissimo è il
ponte Monumentale).
(1896-1904) Gli edifici in oggetto sono in totale sei, dei quali cinque sono
Localizzazione: Genova, via XX Settembre, numeri 14, 31, allineati con continuità nel tratto di via XX Settembre a parti-
re da piazza De Ferrari (e anche affacciati su Ila parallela via
33,35,37,39-41.
Data di realizzazione: 1896-1904. E. Vernazza) ed il sesto (Palazzo dei Giganti) nel tratto della
progettisti: arch. D. Carbone (edifici ai n. 31,33.35,37,39, via tra il ponte Monumentale e il Bisagno. Un settimo
edificio, Qui non esaminato poiché intervento successivo, di
41); Ing. Fuselli (edificio al n. 14).
tipologia diversa, fu realizzato nel 1907 sull'attuale via
Progetto delle strutture: Soc. G.A. Porcheddu e Uffici Hen-
nebique. Brigata Liguria (ex piazza d'Armi) all'angolo con la via XX
Imprese esecutrici parte architettonico-edilizia: Carbone e Settembre (attuale n. 2), per la Soc. Aedes-Repetto e Ferrari
(fig. 9.9).
F.lli Repetto, Genova (edifici dal n. 31 al n. 41); Soc.
Carbone Repetto e Fuselli (edificio al n. 14).

Principali caratteristiche degli edifici

Considerazioni introduttive Palazzo dei Giganti (1896, all'attuale n. civico 14 - ex n. civi-


co 4, localizzato tra via Frugoni e via Maragl iano) (figg. 9.2,
Tra il1896 e il 19D41a Soc. G.A. Porcheddu realizza le strut- 9.3). L'edificio, a sei piani fuori terra, prende il nome da
ture Hennebique per un gruppo di edifici residenziali lungo Quattro coppie di cariatidi che in facciata sostengono
la via XX settembre a Genova. Questi edifici rientrano nella altrettante colonne che si sviluppano in corri spondenza del
grande operazione di ristrutturazione urbanistica, avvenuta secondo e terzo piano, e si distingue per una architettura
alla fine dell'Ottocento, che ha portato, dopo sventramenti, monumentale di gusto eclettico.
alla realizzazione dell'attuale via XX Settembre. Si è trattato Di interesse anche lo scalone principale a giorno.
di una vera e propria riplasmazione del tessuto lungo le Dal punto di vista strutturale l'edificio dispone di strutture
originarie via Giulia, via della Consolazione e via Porta Pila, portanti in muratura continua e solai in c.c.a.

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Fig. 9.2: Palazzo dei Giganti a Genova. 1896: disegno esecutivo in pianta delle strutture porlanti della copertura a terrazzo; elaboralo prove-
niente dal Bureau Technique Hennebique di Bruxelles (A.P .. doso Genova 1896, prat. 15)
93 Schede degli interventi 115

Edilici porlicali dal n. 31 al n. 41 (1899-1904)


(li99. 9.4 - 9.8)

Gli edifici, progettati dall'arch. D. Carbone, san o impostati


su lotti quadrangolari e si elevano con sette piani fuori terra
(compreso il piano mezzanino e il piano mansardato).
Gli edifici dispongono di un piccolo cortile centrale sul qua-
le si aprono i locali di servizio e i corrodoi-galleria, mentre le
stanze sono disposte sul perimetro; ogni piano era organiz-
zato con due grandi alloggi con affaccio sulle vie trasversali
e sulle vie Vernazza e XX Settembre. Essi sono serviti da
una scala che negli edifici ai nn. 33, 35 e 37 è collocata tra-
sversalmente nel cortiletto, il quale risulta pertanto
suddiviso in due cavedi. Nelle altre due case le scale sono
invece localizzate nel corpo, a doppia manica, verso via XX
Settembre.
Da notare lo sfruttamento degli spazi: i piani mezzanini sono
utilizzati per attività commerciali legate ai negozi del piano
terreno; tutti i tetti sono mansardati e uti lizzati per
residenza. Le facciate sono impostate con bovindi, finestre
a bofora, ecc. di gusto eclettico.
Dal punto di vista strutturale gli edifici dispongono di mura-
ture portanti continue sulle quali poggiano i solai Henne-
bique. L'utilizzazione di questa tecnica ha permesso facil-
mente la realizzazione di bovindi, balconi aggetti, ecc.

Bibliografia
Genova nuova, A.E. Bacigalupi, Genova, 1902.
A.P., doso Genova 1896, pral. 15; Idem 1899-1901, prato 292/5805,
222/4438.42217843,38217275,292/5805; Idem 1900-1901, prat.
389, 390, 391, 643.
Casa d'abitazione in cemento armato, in "II Cemento", a.V. 1909,
n.8, pp. 113-115.

Fig. 9.3: Palazzo dei Giganti (foto R.N.)

Fig. 9.4: Casa di via XX Settembre 31 a Genova (foto R.N.)


116 9. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

Fig. 9.5: Casa di via XX Settembre


33 a Genova (foto R.N.)

Fig. 9.6: Casa di via XX Settembre


35 a Genova (foto R.N.)

Fig. 9.7: Casa di via XX Settembre


37 a Genova (fola R.N.)
9.3 Schede degli interventi 117

Mercato orientale di Genova (1898-1899)


Localizzazione: Genova, via XX Settembre, nel lotto com-
preso fra via della Consolazione, via Colombo, via Ga-
fata.
Data di realizzazione: 1898-1899, inaugurazione maggio
1899.
Progettista: Ing. Veroggio, del Civico Ufficio dei Lavori Pub-
blici.
Progetto delle strutture: Uffici Hennebique di Bruxelles e
Soc. G.A. Porcheddu.
Impresa esecutrice parte architettonico-edilizia: ingegnere
F. Risso.

Considerazioni introduttive
Il Mercato Orientale di Genova può essere consi derato uno
dei primi esempi di edifici con struttura in c.c.a. completa,
realizzato con il Sistema Hennebique dall'im presa G.A.
Porcheddu. Questo edificio certamente pubblicizzO in Italia
tale sistema costruttivo. Notevoli sono inoltre l e soluzioni
strutturali che erano veramente innovatrici, fra cui la strut-
tura a telaio, con solai sorretti da travi incrociate. Il dimen-
sionamento statico è opera dello studio belga Hennebique.
Verso la fine dell'Ottocento. il Comune di Genova, attuando
il programma di ristrutturazione urbanistica della via XX
Settembre, decise di operare un decongestionamento di
tale arteria dalle attività commerciali ambulanti. Una localiz-
zazione definita e circoscritta di tali attività venne individua-
ta all'interno del vicino ex-Convento della Consolazione, in
un'area compresa fra via XX Settembre, via Galata (ora via
Colombo) e via della Consolazione.
Nel 1897 venne edificata una tettoia in ferro ma l'anno se-
guente si decise di sostituirla con una struttura i n c.c.a. [1].
Fig. 9.8: Casa di via XX Settembre 39-41 a Genova (foto R.N.) l lavori iniziati alla fine di giugno 1898 furono terminati ad ot-
tobre dello stesso anno, mentre le pavimentazioni e le
finiture furono completate nel marzo 1899.

Fig. 9.10: Mercato Orientale di Genova: pianta con evidenziate le


Fig. 9.9: Casa Soc. Aedes di via XX Settembre, Genova (A.P.f.) strutture del solaio di copertura (A.P., doso Genova 1897, prat. 38)
118 9. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

Principali caratteristiche dell'edificio (figg. 9.10-9.12) Dei lucernari sono inseriti sia nella galleria perimetrale (con
L'intervento del Mercato Orientale consiste in una grandio- dimensionamenti pari al passo delle travi), sia nella parte
sa tettoia centrale con superficie coperta di circa 1300 m 2 e centrale ove è praticato un lucernaio più grande (50 m 2 cir-
in un porticato all'intorno, sviluppato sul perimetro del lotto. ca). In pianta interessanti sono gli smuss.i degli spigoli
La tettoia, a pianta approssimativamente quadrata con lato dell'edificio che impongono l'inserimento di una coppia di
di 33 m, è costituita da un corpo centrale, con luci nette di pilastri perimetrali.
15 m e altezza di 14,60 m, e da una galleria perimetrale di Le facciate sono scandite dai pilastri e caratterizzate dai
luce 9 m e altezza di 7,75 m. La costruzione dispone di un tamponamenti con vetrate, le decorazioni sono di gusto
piano seminterrato. illuminato da finestre praticate nella eclettico con portali ed arco a tutto ses.to, colonne e
zoccolatura di base e destinato a deposito, raggiungibile capitelli. Le vetrate del corpo centrale emerg ente ricordano
con rampe inclinate. 11 piano principale è rialzato con le costruzioni oUocentesche in ferro-vetro.
accesso mediante brevi scale. Nel complesso si intravedono giale caratteristiche architet-
L'intera struttura poggia su due serie di pilastri; Quelli lungo toniche basate su scansioni modulari di sottili pilastri,
il perimetro e Quelli centrali delimitanti il corpo più alto. l so- tamponamenti vetrati, travi a vista e raccordate, che
lai di copertura, su disegni e calcoli provenienti da Bruxel- saranno tipiche di tutta t'architettura in c.c.a. successiva,
les, poggiano su un reticolo di travi incrociate, sia nelle specie industriale.
gallerie che nella parte centrale; la struttura vista dall'intra- E significativo infine notare che la costruzione è venuta a
dosso ricorda un solaio a cassettoni (maglia 3,50X3,50 m sostituire una precedente struttura in ferro.
circa).

Fig. 9.11: Mercato Orientale di Ge-


nova: sezione trasversale (A.P., doso
Genova 1897, prat. 38)

Fig. 9.12: Mercato Orientale di Ge-


nova: vista dall'esterno in fase di ul-
timazione (A.P .f.)
9.3 Schede degli interventi 119

Note e biblio9rafia Considerazioni introduttive


[1] Il 20 aprile 1898 il Comune di Genova deliberò di stipulare un I Silos Granari del porto di Genova rappres.entano una
contratto con l'ing. GA Porcheddu "per la costruzione della
tappa significativa non solo nell'ambito dell'attivita della
tettoia del mercato, con i relativi pilastri, il tutto interamente in
calcestruzzo e ferro combinati secondo il sistema Hennebi- Soc. Porcheddu e di Hennebique, ma anche nell'evoluzione
Que". delle costruzioni in c.c.a., essendo stata, al mOmento della
Genova nuova, Bacigalupi, Genova 1902. realizzazione, la più grande costruzione in tale tecnica nel
DONGHI D .. Manuale dell'architetto, UTET, Torino, 1905, voI. 2. par~ mondo [1].
te I, pp. 246-303 I Silos di Genova furono progettati nel 1898- 1899 per la
A.P .. doso Genova. 1897. prat. 38.
parte edilizia dagli in99. Carissimo e Cratti e G.8. De Cristo-
foris [2] e dallo studio Hennebique di Bruxelles per le
strutture. I silos sono del tipo a celle verticali, secondo un
tipico schema adottato in tali anni dai depositi granari
Silos Granari del porto di Genova temporanei e di grande capacita (silos di transito portuali)
[3].
(1898-1901 )
Localizzazione: Porto di Genova, calata di S. Limbania, fra
ponte A. Parodi e ponte Federico Guglielmo.
Data di realizzazione: 1898-1901.
Principali caratteristiche dell'edificio (figg. 9.13-9.18)
Proprietà: Soc. An. Silos di Genova (con capitali prevalenti
delle: Commerz und Discanto Bank di Francoforte, G. I silos, localizzati lungo la calata di S. Umbania [4], furano
Krantinger e C. di Genova, Banco di Sconto e Sete di inaugurati nel 1901. L'impianto in origine era lu ngo 140 m e
Torino). fu ampliato alle attuali dimensioni successivamente
Progettisti: A. Carissimo, G. Crotti e G.8. De Cristoforis, di (lunghezza circa 212 m) nonché sopraelevato a più riprese.
Milano. L'edificio che occupa 7155 m2 di superficie dispone di 344
Progetto defle strutture: Uffici Hennebique di Bruxelles e celle (3X4 m di base), di cui 330 di capacità di 1 30 t e 14 da
Soc. G.A. Porcheddu. 75 t, per una capacità complessiva di 43950 t di granaglie.

Fig. 9.13: Silos granari del parlo di Genova, 1899-1901: vista dal mare prima delle sopraelevazioni (Archivio Soc. Silos di Genova)
120 9. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

Fig. 9.14: S ilo$ granari del


porto di Genova: vista dal
mare dopo le sopraelevazio-
ni (Archivio Soc. Silos di Ge-
nova)

Fig. 9.15: Silos granari del


porto di Genova: appronta-
mento delle armature in ferro
delle fondazioni (Archivio
Soc. Sllos di Genova)

Fig. 9.16: t::iilos granari dei


porto di Genova: vista dalla-
to delle banchine (Archivio
Soc. Silos di Genova)
9_3 Schede degli interventi 121

Il complesso è suddiviso distributivamente in un corpo cen- dalle ombre create dalle rientranze murarie a lato del corpo
trale ospitante i locali pompe, le macchine elettriche, le camino. Si nota inoltre la facciata verso mare Con decora-
ventole per la separazione delle polveri, ecc., in una torre zioni eclettiche modularmente scandita dai corpi in lieve
degli elevatori emergente e nelle due lunghe ali lateriali aggetto
contenenti le celle. All'ultimo piano è disposta la galleria per
d caricamento delle celle e nel sotterraneo la galleria delle
tramogge. Un corpo anteriore più basso addossato all'edi-
ficio dispone di un porticato sotto cui corre un binario ferro-
viario e superiormente è disposta la sala caldaie, nella parte
centrale, e a lato gli uffici di amministrazione, ubicati su due
piani. Nole e bibliografia
Dal punto di vista strutturale la costruzione dispone di una
platea di fondazione irrobustita da nervature intradossali. [1] Cfr. ALBENGA G., Sguardo sintetico sul/'evoluzione del cemen-
to armato, Milano, 1949.
Questa soluzione, che si rese necessaria per la scarsa por-
[2] Gli ingg. Carissimo e Crotti hanno progettato tra \ 'altro le funi-
tanza del terreno, per i notevoli carichi previsti dall'edificio e colari della Savona-Altare-S. Giuseppe, per il trasporto del car-
per la necessità di rendere il piano sotterraneo utilizzabile, bone, e di Genova-Busalla.
si dimostro ottimale anche Quando i silos furono soprae- (3] CHAPPERON R., Silos e magazzini per ammassi granari, Istituto
levati. delle Edizioni Accademiche, Udine, 1936.
Le celle, i solai, i pilastri e la copertura sono anch'essi in DONGHI D., Manuale dell'Architetto, UTET, Torino, 1926. val. 2.,
parte I, sez. 2, pago 358.
c.c.a. La foto d'epoca, antecedente gli ampliamenti e le so-
[4] Cfr. Pianta del Porto di Genova, in "II Giornale del Genio Civile",
praelevazioni, mostrano un edificio allungato piuttosto 1902, tav. XXVI.
monumentale, con un corpo emergente in cui si staglia A.P., doso Genova 1900-1901, prato 177, doso Genova 1904 (lavori
nettamente la ciminiera delle motrici a vapore, sottolineata supplementari), prat. 377/3573.

Fig. 9.17: Silos granari del porto di Genova: operazioni di caricamento su vagoni ferroviari in sosta sul binario di servizio (ArchiV io Soc. Silos
di Genova)
122 9. Esemplificazione e lettura di alcune nolevoli realizzazioni

Palazzo Società Assicurazioni Generali Venezia a Mi-


lano (1898)

Localizzazione: Milano, piazza Cordusio_


Data di realizzazione: 1898.
Progettista: Luca Beltrami [1] con la collaborazione di L.
Tenenti.
Progetto delle strutture: Soc. G.A. Porcheddu.
Impresa esecutrice parte architettonico-edilizia: Frat. Nose-
da.

Considerazioni introduttive
La realizzazione delle strutture portanti orizzontali dì questo
palazzo puO essere considerata la prima applicazione di
rilievo del c.c.a. in Milano.
La realizzazione di questo edificio, sito nella centralissima
piazza Cordusio, rientra in un vasto programma edilizio ed
urbanistico sviluppato in Milano in un periodo di notevole
espansione. Si pensi alla attuazione del Piano regolato re
Beruto, approvato nel 1884 (con le succe ssive varianti
1886) che portù all'estensione della nuovacin ta daziaria ol-
tre i bastioni e alle opere di sventramento e ristrutturazione
del centro cittadino, quali appunto la creazion e della piazza
Cordusio e delle nuove arterie in essa confl uenti.

Principali caratteristiche dell'intervento (fig. 9.19)


Occorre premettere che il c.c.a. è presente nel palazzo
Fig. 9.18: Silos Granari del Porto di Genova: prospetlo del corpo delle Assicurazioni Venezia, di impostazione architettonica
centrale elaborato dagli 1099. Carissimo, Gratti e De Cristoforis eclettica, come una struttura volutamente nascosta. La
(A.P., doso Genova 1900-01, prat. 177) costruzione oltre ad avere una rilevanza che si potrebbe

i
V;" M",rc"nt SEDE RSSICVRPi7.10NI GENERPiU

Primo piano

SOl.' "100

Fig. 9.1 9: Palazzo Assicurazioni Generali Venezia a Milano pianta del piano lerreno con evidenziate le strutture del solaio (A.P , doso Milano-
Lombardia. 1897-99. prat. 147/3176}
9.3 Schede degli interventi 123

definire storica, proprio per la presenza del c.c.a., in Palazzo Gonzaga a Milano (1898-1900)
un'epoca cosi pioneristica. è interessante anche da un
punto di vista prettamente strutlurale e tecnologico poiche Localizzazione: Milano, via S. Gerolamo 28-30 (ora via Car-
in essa furono applicati diversi tipi di solai ducci).
Nelle portate minori si adottarono solette a spessore co- Data di realizzo: 1898 - 1900.
stante (12 - 14 cm), negli ambienti di grande luce, non di Proprietà: Principe Emanuele Gonzaga, poi prop. Visconti di
rappresentanza, solai con travi principali travetti secondari Modrone, poi Pensionato Femminile S. Croce.
e solette, mentre nelle sale di rappresentanza dei piani Progettista: ing. Cecilia Arpesani, Milano.
superiori (prospicenti la piazza Cordusio) furono realizzati Progetto delle strutture: Soc. G.A. Porcheddu.
solai a doppia soletta e camera d'aria (chiamati "a travi Impresa esecutrice parte architettonico-edilizia: i ng. G. Ca-
nascoste") secondo una tecnica del tutto particolare [2] e stigliani.
con diversi vantaggi.
Interessante è notare che nella trattativa per l'aggiudica- Considerazioni introduttive
zione dell'appalto la Soc. Porcheddu entrO in concorrenza
Gli interventi della Soc. G.A. Porcheddu al Palazzo Gonzaga
con i tradizionali solai a profilati di ferro e voltini in mattoni
sono fra i primi grandi lavori svolti da questa societè. e sono
previsti dai progettisti e che l'appalto non fu ottenuto che
quasi contemporanei a quelli effettuati al Palazzo delle
dopo una serie di ribassi sui costi.
Assicurazioni Generali Venezia in piazza Cordusio. Di
Si segnala che l'uso del c.c.a. in un edificio di queste di-
singolare importanza e la destinazione dell'edificio che è
mensioni, localizzato in posizione centrale a Milano,
una residenza di alto decoro per la quale il sistema Henne-
accettato dalla direzione lavori di una importante societè., fu
bique viene impiegato diffusamente anche se occultato da
pubblicizzato dalle riviste dell'epoca e richiamo anche
decorazioni e finiture legate all'impostazione architettonica
l'attenzione del Politecnico che organizzo una visita
neomedievale dell'edificio.
durante le prove di collaudo statico,
Il lotto occupato dal palazzo Gonzaga è localizzato nella zo-
na centrale di Milano, lungo la via Carducci, ottenuta dalla
soppressione a fine Ottocento del tratto di canale chiamato
Note e bibliografia Fossa interna e precedentemente denominata via di S.
{l] Noto architetto milanese, proveniente dalla sC;Jola di Camillo Gerolamo.
Baita e ricordato tra l'altro per la vicenda del campanile di
S. Marco a Venezia
[2] Cfr Capitolo 6.1.
Principali caratteristiche dell'edificio (fig. 9.20)
A.P., doso Milano-Lombardia 1897-98-99, pral. 147/3176. Di particotare interesse è l'articolazione volumetrica del pa-

Fig. 9.20: Palazzo Gonzaga. Milano


124 9. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

lazzo che presenta la facciata spezzata rispetto alla conti- TH1EME U. - BECKER F., Allgemeines Lexikon der 8ildenden Kùnst-
nuità dei fronti della via. Sono presenti due corpi agli ler, veb E.A. 8eemann, Leipzig, 1908.
estremi del lotto, allineati a filo stradale e in aderenza con gli VOLLMER, H., Aflgemeines lexikon der bi/denden Kiinster, E.A.
edifici confinanti. Tali corpi sono raccordati con un corpo Seemann, Leipzig, 1961.
NELVA A., SIGNORELLI B., Caratterizzazioni del cemento armato si-
centrale arretrato rispetto al filo strada e in aggetto rispetto stema Hennebique in Lombardia agli inizi del XX secolo, in "Nuova
a due ali laterali di collegamento. Si crea così una sorta di Edilizia Lombarda", a.V. n. 12. dicembre 1977, Pp. 26-28.
cortile aperto sulla via. L'articolazione della facciata è La nuova chiesa di Legnanello, in "Natura e Arte", vol. 1, 1902-1903,
sottolineata da un ampio cornicione che protegge l'edificio. PP.131.
Il lotto è molto profondo e posteriormente all'edificio COSTANT1NI C., Il rinascimento dell'architettura medievale, in "Arte
Cristiana", a. I, n. 7, 15/7/1913, pp. 193-204.
descritto è presente una zona attrezzata a giardino. L'edifi-
FERRAZZA G., L'architetto Cecilia Arpesani, in "Arte Cristiana", a.
cio principale (corpo centrale e due ali) era destinato alla Il, n. 11, 15/1111914. pp. 328-335.
residenza nobiliare con alloggi della servitu, mentre alcuni La morte dell'architetto Arpesam; in "Corriere della Sera" a. 49, n.
edifici posti dietro e lateralmente al corpo principale costi- 118.
tuivano la zona rustica (rimesse, scuderie, selleria, ecc.). A.P., doso Milano 1900, prat. 351/6721.
Gli interventi della Soc. G.A. Porcheddu sono costituiti da
strutture a solaio Hennebique, gettate sulle murature por-
tanti del tipo a semplice soletta con travi a vista o nascoste
dai tramezzi murari.
Dal punto di vista architettonico si puo segnalare che in Fabbrica Termotecnica e Meccanica a Torino (1900)
facciata nulla fa prevedere l'uso del c.c.a, l'edificio per altro
Localizzazione: Torino, via Mongrando.
si distingue per una impostazione di gusto eclettico- Data di realizzazione: 1900.
neomedievale, con l'uso di paramenti di mattoni a vista, Progettista: ing. P. Fenoglio.
elementi lapidei ed in litocemento, finestre a bifora, loggiati,
Progetto defle strutture: Soc. G.A. Porcheddu.
archetti pensili, ecc. e puo essere considerato un valido Impresa esecutrice parte architettonico-edilizia: ing. G. Oe-
esempio di un modo di progettare del periodo e del quale C. stefanis e P. Billotti.
Arpesani era un interprete locale piuttosto conosciuto, di
tale ingegnere esistono in Lombardia diverse realizzazioni Considerazioni introduttive
civili e religiose [1].
L'edificio della Soc. Termotecnica e Meccanica, progettato
Note e bibliografia da un noto esponente dell'architettura Liberty in Italia [1]
[1] Cecilio Arpesani (1854 - 1924) ingegnere, operante in Lom- può essere considerato fra i primi esempi italiani di edilizia
bardia, figura nota nell'ambiente artistico milanese, ricoperse industriale in c.c.a. sistema Hennebique, con struttura com-
molte cariche nei sodalizi professionali. Di lui si ricordano di- pleta a telaio (pilastri, travi, solai), su pianta modulare, con
verse opere di impostazione neomedievale, quali la chiesa di S. illuminazione zenitale mediante lucernari.
Agostino a Milano (presso l'Istituto Salesiano di S. Ambrogio),
Le facciate sono legate ancora a criteri oUocenteschi con
la chiesa parrocchiale di Marina di Pisa, la chiesa parrocchiale
di Legnanello (Legnano), la chiesa di S. Rocco a Lodi, l'Istituto finestroni ad arco ribassato, ma l'organizzazione del
delle Marcelline in Milano, il Palazzo Gonzaga a Milano, il villino capannone rivela, per luminosità, spaziosità, funzionalità
Ricci a Samarate, il villino Cattoretti a Casorate Sempione, la (con vie di corsa dei carri ponte) una impostazione
palazzina Sessa in Milano, la villa Sessa a Rescalla Brianza. innovativa.

Fig. 9.21: Industria Termotecnica e


Meccanica, Torino, 1900: prospetto
dell'edificio maga.zzini; elaborato
dell'ing. P. Fenoglio (A.P., doso Torino
1900, prat. 249/4951)
9.3 Schede degli interventi 125

Il lotto interessato è localizzato in una zona di Torino che L'impostazione delle maglie modutari è di due tipi: zona
alla fine dell'Ottocento era appena esterna alla allora vigen- capannone industriale con maglie 1OX6 m, zona magazzini
te cinta daziaria della città. In tali anni si assiste al diffonder- con maglia 5,75X3,33 m.
si di localizzazioni industriali sia nella zona circostante L'illuminazione delta zona di produzione di tiPD zenitale è
l'area in oggetto, sia in diversi altri quartieri. ottenuta mediante lucernari sorretti da piccole capriate in
ferro che, su una luce di 6 m, si sviluppano, alternativamen-
te ai solai di copertura, lungo tutto l'edificio.
I pilastri sono realizzati abbinati laddove devono sorregge-
Principali caratteristiche dell'edificio (figg. 9.21-9.23)
re le vie di corsa dei carriponte, la copertura è sorretta da
L'edificio sorto per la produzione di caldaie, radiatori, tuba- travi principali di luce 6 m (e interasse 10m) e da travi
zioni ed elementi impiantistici è suddiviso in tre zone: secondarie di luce 10m (intervallo 2 m). Interessante notare
capannone officina di lavorazione, capannone magazzini il fatto che le facciate sono finestrate (corrispondono alla
materiali e prodotti finiti a due piani, zona a due piani per zona servizi-uffici o ad un lato della zona maga~zini), sono
servizi operai e uffici amministrativi. realizzate in muratura, di un certo spessore, e vengono

Fig. 9.22: Industria Termotecnica e Mecca-


nica: vista dall'esterno (A.P.f.)

Fig. 9.23: Industria Termotecnica e Meccanica: sezione trasversale dell'officina e dei magazzini; elaborato dell'ing. P. Fenoglio (A.P., doso To~
rino 1900, prat. 249/494951)
126 9_ Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

Fig. 9.24: Padiglione Ansaldi, Milano, 1903: prospetto (A.P., doso Milano-Lombardia 1903. prat 1421/20401)

utilizzate come elementi portanti verticali evitando la realiz- Padiglione Ansaldi a Milano (1903)
zazione dei pilstri in c.c.a.
Localizzazione: Milano, via Principe Umberto (ora FTurati).
Nel perimetro dell'edificio ove non esistono necessita di demolito.
realizzare una facciata di un certo decoro permangono i Data di realizzazione: 1903.
pilastri e le facciate sono costituite da semplici tampona-
Progettista: ing. D. Donghi.
menti non portanti. Progetto delle strutture: Soc. G.A. Porcheddu.
Impresa esecutrice parte architettonico-edilizia: G. Besozzi.

Considerazioni introduttive
Il padiglione esposizione-vendita della ditta Ansaldi di Mila-
no risulta un'opera piuttosto interessante sia dal punto di
vista statico-strutturale sia da quello architettonico-com-
positivo.
Note e bibliografia
[1] Cfr. NELVA R., SIGNORELLI B., Le opere di Pietro Fenoglio nel Principali caratteristiche dell'edificio (figg. 9.24, 9.25)
clima dell'Art Nouveau internazionale, Dedalo, Bari, 1979; NEL-
VA R., $IGNORELLI B., Poesia di P. Fenog/io, in "L'Architettura,
L'edificio, realizzato con una struttura completamente in
Cronache e Storia". n. 283. c.c.a., era costituito da una serie di campate tipiche degli
A.P., doso Torino 1900, prat. 249/4951. edifici industriali, con illuminazione ottenuta da finestroni

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J Fig. 9.25: Padig lione Ansaldi: di-
segni della struttura di un corpo
of- l'--.,~- ',L modulare (A.P .. doso Milano-
Lombardia 1903. prat 1421/
20401)
9.3 Schede degli interventi 127

ricavati nelle navate principali più alte. Diversi sono i Bibliografia


problemi stati ci risolti, quali i pilastri con mensole per NELVA R., SIGNORELLI B., Caratterizzazioni del cemento armalo si-
reggere le vie di corsa del carroponte e le fondazioni costi- stema Hennebique in Lombardia agli inizi del XX secolo, in "Nuova
tuite da travi continue rovesce, per sopperire la ridotta Edilizia Lombarda", a. V (1977), n. 12.
A.P., doso Milano-Lombardia 1903, prat. 1421/20401.
portanza del terreno.
Il fatto comunque più notevole non è quello di ordine
statico-strutturale, ma bensì il linguaggio architettonico
sviluppato, che non nascondeva la reale organizzazione
dell'edificio, sia stati ca che distributiva, come capitava in Casa Marangoni a Torino (1904)
modo più o meno generalizzato per gli edifici coevi.
Dal punto di vista compositivo i padiglioni Ansaldi si LocaUzzazione: Torino, via Nizza 104, angolo via Tiziano.
presentavano con connotazioni Liberty, di scuola che si Data di realizzazione: 1904, successivamente sopraelevata.
potrebbe definire milanese, la facciata era organizzata con Progettisti: O. Donghi. L. Parrocchia (i primi disegni di pro-
una serie continua e modulare di ampie vetrate e di sottili getto sono timbrati D. Donghi-Milano e sono accom-
pilastri, raggruppati a gruppi di 2 o di 3, sovrastati da un ro- pagnati dalle relative corrispondenze esplicative)
busto architrave di collegamento. La snellezza degli Impresa esecutrice parte architettonico-edilizia: Bellia
elementi portanti verticali non poneva inoltre dubbi sulla
tecnica realizzativa utilizzata. La distribuzione interna dei
Considerazioni introduttive
padiglioni veniva denunciata in prospetto sia dalla modula-
zione complessiva, sia dai prominenti finestroni che illumi- L'edificio é localizzato in una zona di Torino u rbanizzata
navano, dalle testate, le navate più alte del fabbricato prevalentemente negli anni 1870-1880; la costruzione in
ospitanti le vie di corsa dei carriponte. origine era a quattro piani fuori terra, con copertura a
Da notare che il progettista di questo edificio, D. Donghi, era terrazzo praticabile; successivamente è stata sopraelevata
il rappresentante della Soc. G.A. Porcheddu a Milano (e a 5 piani fuori terra più piano arretrato.
autore di molte opere in Veneto), una persona particolar-
mente vicina e a conoscenza dei problemi e delle possibili-
Principali caratteristiche dell'edificio (figg. 9.26-9.28)
tà tecnico-realizzative offerte dal c.c.a., fatto che puo aver
contribuito a quell'integrazione fra aspetti statico-strut- Questo edificio risulta particolarmente interessante poiché
turali e linguaggio formale che si intravede in quest'opera. dimostra di essere stato studiato e progettato per l'uso del

Fig. 9.26: Casa Marangoni: prospetto verso via Nizza (A. P., doso Torino 1904, prato 1257/78718)
128 9_ Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

Fig. 9.27: Casa Marangoni, Torino,


1904: edificio in fase costruttiva.
(A.P.I.)

,?c.a. Si può ad esempio notare: la presenza esclusiva di Bibliografia


pilastri quali strutture verticali (sagomati e con dimensioni NELVA R., Evoluzione delle tecniche e dei linguaggi architettonici
particolari); i tramezzi interni sottili e leggeri (realizzati con del cemento armato Sistema Hennebl'que in Alta Italia tra la fine
speciali mattoni Bruckner, spessore 6 cm); la predisposi- dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, Atti del convegno "Metodi e
discipline architettoniche", Trieste, ottobre 1982, pp. 1-28.
zione nei getti dei solai di fori per passaggio di tubi e camini; MAGNAGHI A.. MONGE M., RE L., Guida all'architettura moderna di
il tetto piano praticabile dalle persone; balconi, bovindi ed Torino, Designers Riuniti, Torino. 1982.
elementi di facciata realizzati con getti di conglomerato. SOSSAGLIA R., 1/ Uberty in Italia, Il Saggiato re, Milano. 1968.
Dal punto di vista distributivo l'edificio ha due alloggi per A.P., doso Torino 1904, prat. 1257/78718.
piano, serviti da scala dislocata verso cortile; ogni alloggio
dispone di doppia o tripla esposizione.
Dal punto di vista statico strutturale sono presenti tre file di Fabbricati di Molitura e Silos Soc. Moli ni Alta Italia a
pilastri su cui poggiano le travi principali; una serie di Sampierdarena (1904-1905)
pilastri sorregge la scala; i solai dispongono di travi secon-
darie e soletta (spessore 10 cm). LocaUzzazione: Genova, Sampierdarena, lotto all'angolo fra
Dalla corrispondenza emerge che in origine si intendeva via al Ponte di Cornigliano (ora via Pieragostini) e via
realizzare i solai con travi prefabbricate tu boiari Siegwart, Garibaldi (ora via Pacinotti) a lato della linea ferroviaria
però per la presenza di una pianta molto articolata si sono Genova-Ventimiglia. Ora non più esistenti.
preferite le strutture Hennebique. Si può notare inoltre che Edifici realizzati: edificio molino e pulitura;
per ragioni compositive i pilastri di facciata non sono edificio caldaie, motrice a vapore, officina;
allineati con quelli delia maglia centrale (essendo ciò non edificio magazzino e silos.
necessario dal punto di vista statico-strutturale) sperimen- Progetto degli edifici e progetto degli impianti: Braunsch-
tando e dimostrando cosi la possibilità di adattamento di weigische MOhlenbau-Anstalt Amme, Giesecke & Ko-
questo nuovo tipo di struttura. negen, Braunschweig.
Di particolare interesse è inoltre l'aspetto architettonico- Progetto e realizzazione caldaie e motrice a vapore: Franco
compositivo dell'edificio la cui facciata si distingue per la Tosi, Legnano.
presenza di bovindi aggettanti, di balconi collegati da ele- Progetto delle strutture: Soc. G.A. Porcheddu.
menti in c.c. a., da molti particolari in litocemento tutti legati Impresa esecutrice parte architettonico-edilizia: Impresa
da un'unica congruente impostazione tipicamente Liberty. Colombo e Ventini Martino & C.. MilanO.
9.3 Schede degli interventi 129

Fig. 9.28: Casa Marangoni: particola-


ri costruttivi del balcone d'angolo.
(A.P., dos. Torino 1904, prat. 12571
78718)

Fig. 9.29: Molini Alta Italia, Sampierdarena-Genova: sezioni trasversali del fabbricato molino e pulitura (A.P., dos. Liguria 1905. prat. 1499)
130 g. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

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Fig. 9.30: Molini Alta Italia; sezioni trasversali del fabbricato mollni e pulitura (A.P., doso Liguria 1905, pral. 1499)

Considerazioni introduttive Principali caratteristiche degli edifici (figg. 9.29-9.31)


l nuovi molini della Soc. Molini Alta Italia in Sampierdarena I due blocchi di edifici, con pianta allungata, erano disposti
rientrano in tutta quella serie di opere, pubbliche e private, parallelamente alla via al Ponte di Camigliano (ora via
civili, industriali e commerciali che interessano la città di Pieragostini) ed erano separati da una piattaforma prevista
Genova e le zone limitrofe e che vengono realizzate fra la per lo stazionamento dei vagoni ferroviari.
fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. In particolare A nord era localizzato l'edificio molino-pulitura con addos-
quest'opera rientra fra quelle legate all'attività del porto sati l'edificio caldaie, motrice a vapore e l'officina.
(commercio delle granaglie) ed è di pochi anni successiva A sud era disposto l'edificio magazzino e silos.
alla realizzazione dei grandi silos portuali (1898-1901). Occorre ricordare che le funzioni delle costruzioni
L'intervento in oggetto, costituito da due grossi complessi esaminate erano quelle di essere un involucro ed un
edilizi, gli edifici molino-pulitura con caldaie e motrice e sostegno delle apparecchiature di molitura o, nel caso del
l'edificio magazzino-silo s, era localizzato nei pressi del silos, di essere un contenitore.
ponte di Cornigliano, alla foce del Polcevera, in una zona In tale prospettiva gli edifici sono stati quind i progettati co-
caratterizzata da molte localizzazioni industriali, tra le quali me una struttura modulare di sostegno protetta da un
la Ansaldo. involucro esterno. Sono stati quindi preminenti i problemi di

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Fig. 9.31; Mulini Alta Italia: edificio mulino, schema dei solai del terzo piano (A.P., doso Liguria 1905. pral. 1499)
9.3 Schede degli interventi 131

tipo statico-strutturale, funzionale e di costo per la risolu- Stabilimento Fiat Grandi Motori a Torino> (1905-
zione dei quali la tecnica del c.c.a. era particolarmente
favorevole. 1906)
Il molino pulitura era costituito da un fabbricato a pianta ret- Localizzazione Torino, isolato fra via Cuneo, via Mondovi,
tangolare allungata, a cinque piani fuori terra, più due corpi corso Vercelli, corso Vigevano; isolato compreso fra
più alti a sette piani fuori terra ai due estremi dell'edificio. via Cuneo, via Mondovì, via Carmagnola, corso Vercelli.
La struttura è stata realizzata completamente a telaio in Denominazioni: Officine Meccaniche e Fonderie Fiat. poi
c.c.a., con le fondazioni a platea (irrigidita da travi rove- Grandi Motori.
sce e copertura a tetto piano. AI terzo e Quarto piano, la Data di realizzazione: 1905-06.
presenza di particolari apparecchiature ha richiesto la Progettista: Giacomo Matté Trucco (Direttore del I e Officine
realizzazione di strutture reticolari controventanti in senso Meccaniche Michele Ansaldi).
trasversale all'edificio, che presentava interessanti soluzio-
ni statiche. La maglia strutturale era di circa 8,50X3,40 m, la
pianta era organizzata con due maglie affiancate in lar- Considerazioni introduttive
ghezza (8,50 + 8,50 m) e 22 maglie nel senso longitudinale. Lo stabilimento è localizzato in alcuni grossi lotti in una zo-
Anche il fabbricato magazzino e silos era completamente in na nella parte Nord della città, caratterizzata da insedia-
C.C.a. ed era costituito da un corpo magazzino, a sei piani menti di industrie e di edilizia economica residenziale.
fuori terra, ed un corpo silos, più alto (26,50 m) ospitante le Il complesso qui trattato interessa due isolati: il primo
celle, con due volumi più alti agli estremi, che facevano (compreso tra via Mondovi, via Cuneo, corso Vercelli, corso
pensare a delle torrette. Vigevano), era gia occupato dalla grande Officina Meccani-
Sulle facciate risultava evidente l'impostazione dello sche- ca Michele Ansaldi, realizzata ne11899, su progetto di P. Fe-
letro modulare portante con pilastri, fasce marcapiano, noglio e fu oggetto di ampliamenti successivi. Il secondo
tamponamenti e finestrature. l prospetti di progetto lotto (compreso fra via Cuneo. via Mondovi. via
riportano anche elementi legati alla tradizione, Quali dentel- Carmagnola, corso Vercelli) fu edificato nel 1905 (lato ver-
lature sottodavanzale e sottocornicione, che sottolineano so via Mondovi) e nel 1906 (Iato verso corso Ve rcelli).
l'impostazione modulare e fanno pensare ad uno strano
"castello" di c.c.a.
Principali caratteristiche del complesso (figg. 9.32, 9.33)
L'edificio più interessante è forse quello su corso Vercelli
Bibliografia angolo via Mondovì, del 1906. Si tratta di una officina, con
A.P., doso Liguria 1905, prato 1499. maglie Quadrate (di circa 6,40 m), illuminata con lucernari e
DANUSSO A, Grandi molini industriali in calcestruzzo armato, in "Il completata da edifici a due piani lungo le vie, coperti da
Cemento" a. 1Il, 1906, pp. 222-227. tetto piano.

Fig. 9.32:Fiat Grandi Motori (ex-Ansaldi), Torino, 1905-06: vista dell'officina prima delle ristrulturazioni (AP.f.)
132 9. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

ta da tre finestroni a tutta altezza, sviluppati a partire da uno


zoccolo di base. l pilastri in c.c.a. sono rivestiti di mattoni e
creano una alternanza di materiali e colore. Alcuni elementi
tradizionali, quali cornici o piccoli aggetti che riecheggiano
i capitelli e le trabeazioni creano un nesso ideale tra questo
edificio e la tradizionale edilizia industriale locale tardo
oUocentesca.

Bibliografia
Archivio Storico del Comune di Torino, Progetti edilizi, n. 125, 1905
e n. 190. 1906.
POZZETTO M., La Fial Lingotto, Centro Studi Piemontesi, Torino,
1975.
A.P., doso Torino-Fiat 1911-12 (pratiche incomplete).

Stabilimento Soc. Anonima Garage Automobili Ales·


sio a Torino (1907)
Localizzazione: Torino, ex Barriera di Stupinigi, corso Stu-
pinigi 75 (ora corso Unione Sovietica) angolo strada di
Circonvallazione (ora corso Bramante); edificio ora de-
molito.
Data di realizzazione: 1907.
Progettista: ing. P. Fenoglio.
Progetto defle strutture: Soc. G.A. Porcheddu.

Fig. 9.33: Fiat Grandi Motori (ex Ansaldi): particolare del prospetto Considerazioni introduttive
verso corso Vercelli (foto R.N.)
IIloUo interessato è d'angolo, affacciato su due vie di note-
vole importanza e di fronte ad un gruppo di caserme (allora
La facciata è impostata con uno schema a pilastri e tampo- Caserma di Fanteria, di Cavalleria, ecc.).
namenti vetrati ripetuti che sarà tipico di gran parte dell'edi- In posizione angolare, in corrispondenza di uno smusso
lizia industriale successiva. della allora Barriera di Stupinigi, è stata localizzata la
Si notino: il prospetto suddiviso in maglie modular; palazzina uffici, a due piani fuori terra. Lungo i corsi a lato
sviluppate su due piani; la copertura a tetto piano con della palazzina, erano disposti edifici a un piano per uso
ringhiera, evidenziata dallungo cornicione; ogni maglia de- magazzini e tettoie. All'interno del lotto era localizzato il vero
limitata da pilastri e fasce marcapiano è suddivisa a sua vol- e proprio capannone industriale a maglia modulare.

Figg. 9.34 e 9.35: Autogarage Ales-


sio, Torino, 1907: particolari co-
struttivi delle strutture a sheds; ela-
borati dell'ing. P. Fenoglio (A.P.,
doso Torino 1907, prat. 2360)
9.3 Schede degli interventi 133

invece in struttura a telaio con pilastri, travi e solai Sistema


Hennebique. Lo schema modulare dello stabilimento è a
sheds con maglie dei pilastri di 7X14 m, la pianta è rettan-
golare, di 10 maglie su un lato e 4 sull'altro lato, Per un totale
di 70X56 m. Le travi principali (luce 14 m) sorreggono le tra-
vi a sheds di interasse 2,80 m (5 ogni campata di 14 m) e
luce 7 m. Lo sheds è ricavato tramite due elementi inclinati
che poggiano su una trave orizzontale a formare il lucerna-
rio. Da notare come il progetti sta abbia dislocato lungo le
vie edifici con muratura tradizionale portante e abbia na-
scosto aU'interno del lotto l'edificio modulare in c.c.a.

Bibliografia
A.P., doso Torino 1907, prat. 2360.

Palazzo Nuova Borsa a Genova (1907-1910)


Localizzazione: Genova, piazza De Ferrari.
Data di realizzazione: 1907-1910.
Progettista: arch. D. Carbone;
decorazioni del salone: A. Coppedé.
Progetto delle strutture: G,A. Porcheddu,
Impresa esecutrice parte architettonico-edilizia: Carbone e
F.lli Repetto, Genova.

Considerazioni introduttive
Fig. 9.35 La realizzazione nell'ultimo decennio dell'Ottocento della
via XX Settembre, nel centro di Genova, con la riplasmazio-
ne del tessuto urbano circostante, ha portato anche ad un
nuovo assetto della piazza De Ferrari ed alla realizzazione
di nuovi edifici pubblici del terziario, tra i quali il Palazzo del-
la Nuova Borsa, della Posta e Telegrafi, della Banca d'Italia,
del Credito Italiano.
Molta importanza dal punto di vista urbanistico-ambientale
Principali caratteristiche del complesso (figg. 9,34, 9.35) assume il palazzo della Nuova Borsa, che occupa un isolato
La palazzina uffici, che, dai disegni di progetto, rivela una d'angolo raccordato con un'ampia curva (compreso fra via
impostazione Liberty, tipica di quegli anni e opera del noto XX Settembre, via Dante e via G, Boccardo) affacciato sulla
progettista Pietro Fenoglio, è realizzata in murature portanti piazza citata e in diretto rapporto con gli edifici p reesistenti
verticali di mattoni; solo i solai sono in c.c.a. su di essa prospicenti, Quali il Teatro Carlo Felice, l'Acca-
l magazzini, le tettoie e lo stabilimento vero e proprio sono demia, ecc.

Fig, 9,36: Vista di piazza De Ferrari con


l'imbocco di via XX Settembre, a Genova:
visibili gli edifici residenziali. sulla sini-
stra, e la Nuova Borsa (foto A.N.)
134 9. Esemplificazione e lettura di alcune notev()1i realizzazioni

Fig. 9.37: Palazzo Nuova Borsa di Genova: vista da piazza De Ferrari (foto R.N.)

Fig. 9.38: Cupola e coperture della Nuova Borsa (foto R.N.) Fig. 9.39: Palazzo Poste e Telegrafi, raccordato in continuità su via
Dante con il Palazzo Nuova Borsa (foto R.N.)
9.3 Schede degli interventi 135

Principali caratteristiche dell'edificio (figg. 9.36-9.46) Lungo la via XX Settembre, la piazza De Ferrari e la via Dan-
La Soc. Porcheddu fu interpellata per la realizzazione delle te si sviluppano dei portici che migliorano gli accessi e si
strutture, onde risolvere con il nuovo Sistema Hennebique i accordano con quelli di via XX Settembre.
problemi stati ci che un edificio di tale destinazione presen- Interessante notare che il perimetro del salone ellittico
tava. segue l'andamento della facciata curvilinea sulla piazza e
L'edificio è impostato distributivamente su un grande confina con i porticLlntorno al salone che OCCUPa in altezza
salone centrale di contrattazione a pianta ellittica di anche il piano ammezzato sono disposti ingressi, atri sca-
32X27,5 m (nei primi progetti era previsto a pianta circola- le, sale telecomunicazioni ed altri locali attrezzati che costi-
re) al piano terreno. Il salone risulta baricentrico al lotto e tuiscono il sistema di servizio della borsa. Un piccolo cortile
viene illuminato zenitalmente da una copertura in ferro- secondario illumina i locali di servizio. Gli ingressi alla
vetro. Intorno e in parte sopra al salone si sviluppa l'edificio Borsa possono avvenire dalla piazza, dal lato via XX
a 6 piani fuori terra (compreso il mansardato) che si Settembre e posteriormente dalla via Boccardo, mentre gli
affaccia sulle vie e perimetralmente chiude tutto il lotto ingressi al caffè-teatro da via XX Settembre, via Dante e da
creando quindi una specie di cortile in corrispondenza dei via Boccardo, l'ingresso alla banca da via XX Settembre.
citato salone. Le distribuzioni verticali sono assicurate da di versi corpi
Nell'interrato, sotto il salone, era stato previsto un scala e ascensori e sono indipendenti per la Borsa, la
grandioso caffè concerto (ora cinematografo) e nelle altre banca, il caffè-concerto e l'edificio pluripiano.
zone una banca. Dal punto di vista statico-strutturale si segnala che tutta la

PALAZZO NUOVA BORSA - GE.NOVA

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Fig. 9.40: Palazzo nuova Borsa di Genova: pianta delle strutture del solaio del primo piano (A.P., doso Genova 1907-10, prato 2438)
136 9. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

Fig. 9.41: Palazzo Nuova Borsa di Ge-


nova: prospetto posteriore (A.P., doso
Genova 1907-10. prat. 2438)

Fig. 9.42: Palazzo Nuova Borsadi Ge-


nova: sezione trasversale (A.P., doso
Genova 1907-10, prat. 2438)

facciata verso il cortile interno è sostenuta da travi un primo ordine di portici (comprendente piano terreno ed
poggianti su 8 colonne poste nel salone centrale e corri- ammezzato), un secondo ordine, sino al cornicione forte-
spondenti al perimetro del cortile interno. mente aggettante, comprendente piana pri ma e secondo
Il solaio al piano terreno del salone è realizzato a doppia (collegati con le medesime modanature dei finestroni) e
soletta, con travi incrociate. Da segnalare inoltre il sistema terzo piano (con le finestre immediatamente sotto il corni-
adottato per sorreggere nella facciata su via e piazza il cor- cione), il quarto piano nascosto alla vista dalla balaustra del
nicione fortemente aggettante. cornicione stesso, il quinta piano mansardato e ricavato in
Dal punto di vista architettonico-compositivo ['edificio si corrispondenza del tetto. Notevole è il cornicione, che con
distingue per una impostazione monumentale legata al circa 3 m di aggetto corona la facciata che è superiormente
gusto dei primi anni del Novecento con elementi del mondo conclusa dalla copertura che culmina in due torrette, una
Liberty ed eclettico. Si segnalano le facciate impostate su verso via XX Settembre e una verso via Dante. Un acroterio
9.3 Schede degli interventi 137

continuo sovrasta la facciata nella sua parte curvilinea su gruentemente i prospetti, ivi compresa una torretta sovra-
piazza De Ferrari. stante il tetto, all'estremo della facciata.
All'interno spicca il salone centrale, con decorazioni su
disegno di A. Coppedè, illuminato sia lateralmente, dai
portici, sia dall'alto, dalla copertura in ferro-vetro. Bibliografia
Si segnala infine che l'edificio della Nuova Borsa è DQNGHI D., Manuale dell'Architetto, UTET, Torino, 1926, volume 2.
raccordato con continuitè. con l'edificio delle Poste e pp. 724
Telegrafi su via Dante che, progettato dal medesimo profes- A.P. doso Genova 1907 -8-9-10, prat. 2438.
sionista e realizzato dalla medesima impresa, riprende con- BOSSAGLlA R" COZZI M., I Coppedè, SAGEP, Genova 1982.

Fig. 9.43: Palazzo Nuova Borsa di Ge-


nova' sezione longitudinale (A.P.,
doso Genova 1907-10. prat. 2438)

Fig. 9.44: Vista del salone della Nuo-


va Borsa di Genova (foto R.N.)
138 9. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

Fig. 9.45: Vista del salone interno della


Nuova Borsa di Genova (foto R.N.)

Fig. 9.46: Particolare dell'ampio lucernario


di illuminazione del salone (foto R.N.)

Ricostruzione del campanile di S. Marco a Venezia Considerazioni introduttive


(1910-1911)
Di particolare interesse è l'intervento relativo al campanile
Localizzazione: Venezia, piazza S. Marco. di S. Marco a Venezia. Si tratta della ricostruzione del mille-
Data di progettazione: 1906-1911. nario edificio caduto al suolo nel luglio del 1902 e voluto ex-
Data di realizzazione: 1910-1911 (inaugurazione neI1912). novo dalla cittadinanza nelle fattezze originarie e nello
Committente: Municipalità di Venezia, Commissione per la stesso sito.
ricostruzione del campanile di S. Marco (presidente La commissione per la ricostruzione dell'edificio (insediata
Ing. E. Piacentini, tra i membri Ing. D. Donghi). nel 1903) decise per risolvere il problema della stabilità di
Progettisti: Ufficio Tecnico straordinario per la ricostruzio- alleggerire il più possibile l'edificio, in modo da ridurre il
ne del campanile di S. Marco; Ing. D. Donghi (Capo carico sulle fondazioni e nel contempo di allargare Queste
Ufficio Tecnico Municipale). ultime per ridurre i carichi sul terreno, questo nel rispetto
Progetto delle strutture: Soc. G.A. Porcheddu (documenti a dell'originaria estetica (riutilizzando anche alcuni materiali
firma ing. Arturo Danusso). originari).
Impresa costruttrice, comprese opere in C.C.a.: lavori affidati In tale situazione l'utilizzazione di strutture in c.c.a. ha
in economia ad imprese non indicate nella documenta- permesso di risolvere ottimamente diversi problemi; cosi
zione. facendo evidentemente l'organizzazione strutturale
9.3 Schede degli interventi 139

CAMPANILE. DI 5.MARCO

VE.NE.Z.IA

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Fig. 9.47: Ricostruzione del campanile dì S. Marco, Venezia, 1910- Fig. 9.48: Ricostruzione del campanile di S. Marco: disposizione
11: vista dell'edificio ricostruito dei ferri di armatura nella cuspide (A.P., doso Veneto 1910, prato
2256)

dell'edificio non è più quella del campanile originario, 11 castello delle campane è in struttura metallica.
anche se gli interventi non sono COSI profondi da Con questi accorgimenti si abbassO il centro di gravità
stravolgere completamente il comportamento statico (le dell'edificio, aumentandone la stabilità al vento e il peso
murature perimetrali in mattoni conservano la funzione della torre sulla fondazione fu notevolmente ridotto, si pas-
portante). sO da una massa di 12.000.000 kg a circa 8.900.000 kg.
La struttura in c.c.a. delle rampe è completamente nascosta
da volte rampanti in mattoni all'intradosso e da rivestimenti
in laterizio all'estradosso.
La parte strutturalmente più impegnativa è la cella campa-
Principali caratteristiche dell'intervento (figg. 9.47. 9.48)
naria con il dado e la cuspide. Un anello alla base della cella
L'edificio poggia su una fondazione sostenuta da palificata campanaria, in calcestruzzo armato, lega i muri perimetrali
(3076 pali). le murature perimetrali (di spessore circa 2 m) ed un solaio a travi incrociate distribuisce i carichi anche ai
sono in mattoni di alta qualità [1]. All'interno una scala con pilastri interni.
rampe in c.c.a. collega la muratura esterna a quattro pilastri La cella campanaria è costituita da 8 pilastri principali, 4
murari interni e irrigidisce anche l'insieme. interni e 4 esterni, dai quali si diparte la struttura del dado e
La cella campanaria, il dado e la cuspide sono realizzati con della cuspide. 11 castello metallico delle campane sorregge i
strutture in c.c.a. poggianti sulle murature citate. circa 1500 kg di campane e ne raccoglie e trasmette le
140 g. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

Fig. 9.49:Quarliere Lombardo a Messina: aSI-


\0 Castiglioni, 1910 (A.P.f.)

Fig. 9.S0:Quartiere Lombardo a Messina: ca-


se tipo A, 1910 (A.P.f.)

Fig 9.51: Quartiere Lombardo a Messina: ca-


se tipo B, 1911 {A. P.f.)
9.3 Schede degli interventi 141

spinte dinamiche. 1915 - Unione Messinese, case economiche (4° gruppo)


L'ossatura del dato è alta 7 m e quella della cuspide, da (isolato 198 del PRG, sulla riva destra del torrente
sola, 20 m. La cuspide piramidale è irrigidita da nervature e Portalegni).
completata da travi di collegamento orizzontali poste a 1916 - Unione Messinese, case economiche (7° gruppo)
diversi livelli. (isolato 85 del PRG, compreso fra via Ce ntonze, via
A. Saffi, via Ghibellina).
Nole e bibliografia Progettisti:
(1] Resistenza a compressione oltre 300 kg/cm 2 . Cfr. DANUSSOA.. - Quartiere Lombardo: ing. C. Nava e arch. C. Broggi,
1/ cemento armato nel campanile di S. Marco, in "II Cemento", a.
Milano.
IX, n. 9, 15 maggio 1912.
[2] DONGHI D., II campanile di S. Marco e la sua ricostruzione, UTET, - Edifici Unione Messinese, case economiche: Ufficio
Torino, 1912. tecnico Unione Messinese (ing. capo Franklin
"II Giornale del Genio Civile", aprile 1913. Colamonico)
"II Monitore tecnico", 14-6, 1913. - Case degli impiegati: Corpo Reale del Genio Civile, Uffi-
A.P., doso Veneto 1910, prat. 2256. cio speciale di Messina, Servizio Terremoto
Progetto delle strutture: Soc. G.A. Porcheddu (escluse le
case degli impiegati dello Stato, attribuibili al Corpo Reale
del Genio Civile).
Case economiche a Messina (1910-1 916)
Nota: attualmente gli edifici sono in cattivo stato di manu-
Interventi, data di realizzazione, localizzazione: gli interventi tenzione ed alcuni hanno subito parziali sopraelevazioni.
della Soc. G.A. Porcheddu a Messina, relativi all'edilizia
residenziale economica sono cronologicamente:
Principali caratteristiche degli interventi
1910 - Case del Quartiere Lombardo (tipo A) dell'Opera Pia
Lombarda Questi interventi fanno parte di un più vasto piano sviluppa-
1910-11 - Asilo Castiglioni al Quartiere Lombardo (ora de- to in seguito al tragico terremoto del 1908, nel quale si
molito) ebbero circa 60.000 vittime. Il maggiore insediamento è
1911 - Case del Quartiere Lombardo (tipo B) dell'Opera Pia costituito dal Quartiere Lombardo (figg. 9.49 +- 9.52), pro-
Lombarda mosso dall'Opera Pia Lombarda e progettato dall'ing. Nava
1912 - Case del Quartiere Lombardo (tipo Cl dell'Opera e dall'arch. Sroggi.
Pia Lombarda L'intervento si basa su una lottizzazione geometricamente
1913 - Unione Messinese, case economiche (2° gruppo) impostata con viali intersecantesi ortogonalmente e lotti a
(parte isolato 198 del P.R.G.), Quartiere Orto pianta rettangolare. Sono presenti edifici di servizio, quali la
Botanico (località Orto Botanico, lungo il torrente scuola, l'orfanatrofio, ecc. Gli edifici residenziali a due piani
Portalegni, ora coperto). fuori terra, costituiti da tre unita. base (una a schema plani-
1914 - Case degli impiegati dello Stato (i soiato 457 dei metrico lineare e due a L) sono dislocati nei lotti in modo
PRG, compreso tra via Placida e via Garibaldi). da ottenere zone alberate con funzione di cortile aperto
1914 - Unione Messinese, case economiche (3° gruppo) sulle vie pubbliche. Dal punto di vista distributivo gli edifici
(isolato 393 del PRG, compreso fra via Fratelli si basano su un corridoio in asse all'edificio che disim-
Bandiera, via Curtatone e Montanara, via S. Gio- pegna i vani, gli alloggi hanno doppia esposizione. I
vanni di Malta, sulla sponda sinistra del torrente prospetti sono impostati sulla scansione di gruppi dì due o
Boccetta, ora coperto). tre finestre intercalate da maschi murari. Interessanti sono

Fig. 9.52: Quartiere Lombardo a Messina: case


tipo C, 1912 (A.P.f.)
142 9. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

UNIONE: MESSINESE: - CASE ECONOMICHE

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Fig, 9.53: Unione Messinese, Case economiche, Messina, Quartiere Orto Botanico, Secondo gruppo, 1913: fabbricato A, pianta del solaio
del primo piano (A.P., doso Messina 1913, prato 4630)

Fig. 9.54: Unione Messinese, Case economiche, Messina, terzo gruppo: fabbricato A, prospetti; elaborato proveniente dall' Ufficio Tecnico
Unione Messinese (A.P., doso Messina 1913. prat. 4680)
9.3 Schede degli interventi 143

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borato dell'Ufficio Tecnico Unione Messinese


(A.p.. doso Messina 1913, prato 4680)

Fig. 9.56: Unione Messinese, Case economi-


che, Messina, Quartiere Orto Botanico, 1913:
secondo gruppo: fabbricato A, sezione tra-
sversale delle fondazioni con disposizione dei
ferri di armatura (A.P., doso Messina 1913, prat.
4680)

anche alcuni particolari, quali il disegno dei ferri battuti in con pianta ad U ripetuta a formare un pettine.
congruenza con le decorazioni di facciata. Le scale servono 2 o 3 alloggi ogni piano, a seconda della
Relativamente alle Case economiche dell'Unione dimensione degli stessi; le facciate risultano caratterizzate
Messinese (fig. 9.53 - 9.60), si tratta di insediamenti costi- da fronti brevi e spezzati, dovuti all'articolazione in pianta
tuiti da lunghi edifici a due piani fuori terra, su progetto dei corpi.
dell'Ufficio tecnico dell'Unione, con pianta articolata; il 2° Dal punto di vista statico-strutturale le costruzioni
gruppo di case è costituito da 2 fabbricati (uno di 7, l'altro di dispongono di una solida fondazione costituita da platea
13 scale)con pianta ad U ripetuta a formare un pettine; il 3° nervata o da una rete di travi rovesce, pilastri e strutture di
gruppo è costituito da 2 fabbricati, sviluppati con pianta a controventamento verticali, solai a travi incrociate e soletta,
greca; il 4° gruppo è costituito da 4 fabbricati con tetto pia- le travi sono nascoste da plafonature di intonaco su lamiere
no e pianta ad H; il 7° gruppo è costituito da due fabbricati stirate.
144 9. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

Le case degli impiegati dello Stato (figg. 9.61 - 9.63), pro-


gettate dall'Ufficio speciale di Messina del Corpo Reale del

-
Genio Civile costituiscono un intero isolato COn edifici strut-
turalmente non continui, sviluppati lungo il suo perimetro.
Interessante notare il tipo di struttura, diversa da quella de-

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_.--~---...... .- gli edifici innanzi presentati, progettata dal Genio Civile. Es-
sa è costituita da una gabbia di tralicci metallici (montanti.,
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da un lastrone di fondazione, e che è inglobata in un getto di
conglomerato. La carpenteria fu realizzata in officina, dalle
Officine Costruzioni in ferro G. Arcari di Milano e spedita via
ferrovia a Messina. In questo caso sarebbe più corretto
definire la struttura in ferro-calcestruzzo per la notevole
incidenza dell'armatura metallica.

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Bibliografia
A.P., doso Messina 191 0-11-12 (pratiche 3726, 3727, 4190, 426B),
Fig. 9.57: Unione Messinese, Case economiche, Messina, Quartie- doso Messina 1913 (pratica 4680), doso Messina 1914 (pratica
re Orto Botanico. secondo gruppo: fabbricato A, disegno dei ferri 4730), doso Messina 1914 (pratica 4680), doso Messina 1915 (pra-
battuti (AP., doso Messina 1913, prato 4680) tica 4822), doso Messina 1916 (pratica 4822).

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Fig. 9.58: Unione Messinese, Case economiche, Messina, terzo gruppo: fabbricato B: solaio sul piano terreno (A.P., doso Messina 1914, prato
4680)
9.3 Schede degli interventi 145

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Fig. 9.59: Unione Messinese, Case eco-


j nomiche, Messina, quarto gruppo: sezio-
ne trasversale delle strutture; elaborato
dell'Ufficio Tecnico Unione Messinese
(A.P., doso Messina 1915, prato 4822)

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Fig. 9.60: Unione Messinese, Case eco-


nomiche, Messina, quarto gruPPo, 1915:
particolare dei solai-soffitto a nervature
incrociate; elaborato dall'Ufficio Tecnico
Unione Messinese (A.P., doSo Messina
1915, prat. 4822)
9. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni
146

Fig. 9.61: Case degli impiegati dello Stato, area 457, Messina 1914: pianta delle strutture del primo piano (A.P., doso Messina 1914, prato
4730)

Fig. 9.62: Case degli impiegati dello Stato, Messina: prospetto (A.P., doso Messina, 1914, prat. 4730)
9_3 Schede degli inlervenli 147

Fig. 9.63; Case degli impiegati dello


Stato, Messina: posa in opera de i tra-
licci metallici di armatura (A.P.f.)

Stadium a Torino (1911) Progettisti: arch. Vittorio Ballatore di Rosana [1} e ing.
Lodovico Gonella.
Localizzazione: Torino, ex Piazza d'Armi, nel lotto attual- Progetto delle strutture: Soc. G.A. Porcheddu (nella persona
mente occupato dal Politecnico, compreso fra i corsi dell'ing. C. Scarafia) [2J.
Duca degli Abruzzi, Einaudi, Castelfidardo, Monte-
vecchio; demolito.
Data di realizzazione: 1911.
Committente: Società Stadium (Società civile particolare Considerazioni introduttive
per l'ìncremento dell'educazione fisica e per il Lo Stadium è una attrezzatura sportiva che si potrebbe defi-
movimento dei forestieri). nire polifunzionale, realizzata in occasìone del Cinquante-

Fig. 9.64: Stadium, Torino. 1910-11. assonometria di progetto (AP., doso Torino, 1910-11. prat. 3418)
148 9_ Esemplificazione e leltura di alcune notevoli realizzazioni

Fig. 9.65: Stadium, Torino: bozzetto


di A. Premo li, interpretante lo Sta-
dium gremito di folla durante una ma-
nifestazione (da "L'esposizione di
Torino 1911")

Fig. 9.66: Stadium, Torino; modello in


gesso della facciata esterna della tri-
buna reale

Fig. 9.67: Stadium, "forino: fasi realiz-


~"':-." zative (A. P.f.)

nario dell'Unita Nazionale. Era costituita da un'ampia zona Principali caratteristiche dell'edificio (figg. 9.64-9.71)
per le attività sportive (ippiche, ciclistiche, podistiche, ecc.)
intorno alla quale erano sviluppate le gradinate per il
pubblico, le tribune, ecc. Il terreno su cui fu edificato era Le dimensioni dello Stadium con ossatura completamente
una parte del grande lotto dell'ex Piazza d'Armi la cui in c.c.a., Sistema Hennebique, erano: lunghezza 361 m, lar-
restante zona fu urbanizzata successivamente su progetto ghezza 204 m, sviluppo gradinate 31500 mZ con 25.000 po-
di sistemazione dell'arch. Chevalley (1912). sti numerati.
9.3 Schede degli interventi 149

Fig. 9.68: Sladium, Torino: fasi realiz-


zalive (A.P.f)

Fig. 9.69: Sladium, Torino: fasi realiz-


zative (A.P.f.)

Fig. 9.70: Stadium, Torino: fasi realiz-


zative (A.P.'-)
150 9. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

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Fig. 9.71: Stadium, Torino: schizzi di progetto per la realizzazione delle gradinate con elementi prefabbricati (A.P.. doso Torino 1910-11, prat.
3418)

Questi dati ponevano la costruzione ad un livello europeo Magazzini Generali Piemontesi a Torino (1911-
non solo per le dimensioni, era considerata la più grande 1914)
opera del genere, ma anche per concezione: erano previste
la pista per gare ciclistiche (730,9 m), ippiche (782 m), po- Localizzazione: Torino, lotto compreso fra la linea ferrovia-
distiche (500 m), sale per manifestazioni collaterali ricavate ria di Genova, corso Dante Alighieri, via L. Muratori e via
sotto le gradinate, campi giochi, ecc. Tali caratteristiche di Leonardo da Vinci.
grandiosità per contro lo renderanno troppo ampio in Data di realizzazione: 1911 - 1914.
relazione alle esIgenze di buona visibilità dei singoli spetta- Progettista: ing. E. Fantini.
coli sportivi (Quali il nascente calcio). Un termine di Progetto delle strutture: Soc. A.G. Porchedd u.
paragone possono essere considerati lo Stadio panate-
naico di Atene (restaurato nel 1896), quello di White City
presso Londra (1908), ai quali lo Stadium si ispirava e
quello successivo di Lione dell'arch. Tony Garnier, consi- Considerazioni introduttive
derato dalla critica [3] un po' il prototipo europeo di tali I Magazzini Generali Piemontesi sono localizzati su un
costruzioni, ma realizzato negli anni 1913-16 con capienza ampio lotto di forma allungata, sviluppato parallelamente
di 20.000 posti. alla linea ferroviaria per Genova, nella zona Sud della città.
Dal punto di vista statico-strutturale si possono segnalare Si tratta di una serie di edifici con possibilità di collega-
alcune soluzioni interessanti e valide per realizzare le mento con la ferrovia, destinati a depositi. Alcuni fabbricati
gradinate e le travi di sostegno. Tra l'altro negli studi furono sono riservati agli uffici amministrativi. Si può segnalare
proposte soluzioni con elementi prefabbricati che realiz- che è stata elaborata una serie di progetti, non realizzati,
zavano il sedile e l'alzata (in unico o doppio manufatto) pog- che hanno preceduto la soluzione definitiva. Tali progetti si
gianti su travi inclinate opportunamente sagomate. Nella distinguono per la diversa dislocazione plani metrica dei
realizzazione si preferi perO soluzioni tradizionali con fabbricati, per la distribuzione interna dei binari, per la posi-
gradini a sezione piena armati e gettati in opera. zione degli accessi dalle vie, per la possibilità o meno di
ampliamenti successivi.
Note e bibliografia Si hanno soluzioni con lunghi edifici sviluppati parallela-
[1] L'arch. Vittorio Ballatore di Rosana (Torino, 1881-1948) fu un mente alla linea ferroviaria, e soluzioni con edifici a pettine
esponente qualificato dell'ambiente torinese del tardo Art Nou~ con disposizione ad angolo acuto rispetto alla linea ferro-
veau, molte sue opere denunciano la propensione ad una sem- viaria. le strutture sono basate sulla ripetizione di un
plificazione di linguaggio, l'edificio forse più noto di questo au-
modulo base.
tore, oltre allo Stadium, è la casa Bellia in corso Fiume, 5, a Tori~
no, de11911. Cfr. LEVAPISTOI M., Torino, mezzo secolo di archi-
tettura, Tipografia torinese Editrice, Torino, 1969.
{2] "Il Monitore Tecnico", anno 1911, n. 18, p. 371.
[3] Cfr. ZEVI B., Storia dell'architettura moderna, Einaudi, Torino, Principali caratteristiche dell'intervento (figg, 9.71-9.76)
1975, p. 83; Idem Spazi dell'architettura moderna, Einaudi, Tori-
no, 1973. La soluzione realizzata si basa su un fabbricato d'angolo,
NELVA R., Caratteri dell'urbanizzazione dell'ex Piazza d'Armi di To- su corso Dante, con ingresso principale angolare che
rino, in "Bollettino della Societa Piemontese di Archeologia e Belle conduce ad un cortile coperto di notevoli dimensioni
Arti", nuova serie, XXX-XXXI, 1976-1977, p. 74; "L'Architettura ita-
liana" n. 9, annoV (1910) p. 97; "Memorie d'architettUra pratica", III.
(31X33 mi·
fasc. V, 1911, p. 17; "L'Esposizione di Torino 1911", n. 7, a.l, luglio
I magazzini, in numero di 4, a tre piani fuori terra, sono
1910. dislocati a spina di pesce con un angolo di circa 45° rispet-
A.P., doso Torino, 1910-1911 (2 voI!.), prat. 3418. to alla linea ferroviaria e hanno lunghezza compresa fra 85
9.3 Schede degli interventi 151

Fig. 9.72: Magazzini Generali Piemontesi, Torino 1911-14: vista dei fabbricali magazzino (folo L Marengo)

Fig. 9.73: Magazzini Generali Pie~


monte si, Torino: facciata del corpo
uffici e ingresso (foto L. Marengo)

Fig. 9.74: Magazzini Generali Pie-


montesi, Torino: fabbricalo III, pianta
del solaio sul pianterrenO e sul primo
piano (A.P.; doso Torino 1914. prat.
3164)
152 9. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

e 103 m. tipo e sono concluse da coperture piane. Di Darticolare in-


Dal lato ferrovia gli edifici sono serviti ognuno da un teresse alcune soluzioni strutturali. Tra queste si cita la
trencane di binario che confluisce in una serie di binari copertura dell'atrio cortile di ingresso nell'edificio
paralleli alla linea ferroviaria e ad essa collegati. l tronconi angolare, realizzata con travi incrociate ed inclinate che
di binario si sviluppano sotto una parte porticata degli sorreggono grossi lucernari rli illuminazione (a pianta
edifici-magazzino. permettendo il carico e lo scarico delle trapezia e triangolare) conclusa da una lanterna centrale.
merci. La possibilità di plasmare le strutture in c.c.a. ha permesso
Oallato verso via Muratori tutti i magazzini sono collegati da in questo caso di raggiungere effetti particolarmente
un porticato che si sviluppa a partire dal cortile coperto di interessanti.
ingresso.
Dal punto di vista strutturale gli edifici sono a telaio, con Biblio9rafia
maglie dei pilastri allineati sia in senso longitudinale che A.P., doso Torino 1914, prat. 3164, 4547, 4833, 4927; doso Torino
trasversale. 1913, prat. 3164.
Trasversalmente vi sono cinque file di pilastri (interasse fra
5,05 e 7,65 m) e nel senso della lunghezza 14 maglie. Le
strutture sono a pilastri, travi principali, travi secondarie e
soletta. A causa della disposizione obliqua delle testate de- Stabilimento Fiat Lin90tto a Torino (1916-1922;
gli edifici i pilastri perimetrali hanno conformazioni diverse 1924-1926)
ed articolate.
L'organizzazione strutturale dei magazzini è quindi molto Localizzaz;one: Torino, via Nizza
semplice e ripetitiva e individua la tipica soluzione statica Anno di progettazione: Primo progetto non realizzato 1914-
ritrovabile in moltissimi edifici industriali dell'epoca realiz- 1915, progetto definitivo 1915-16.
zati in c.C.a. Le facciate sono tamponate in muratura Anno di realizzazione: 1916-1922 (officina),
intonacata e finestrate con serra menti metallicLI pilastri e le 1924-1925 (rampa nord, primo ampliamento),
fasce marcapiano sono a vista e lievemente aggettanti 1925-1926 (rampa sud, secondo ampliamento).
rispetto ai tamponamenti. Ogni riquadro di facciata cosi Progettista: ing. Giacomo Matte Trucco.
individuato è occupato da tre finestre (alcune solo sfondate La Soc. G.A. Porcheddu ha realizzato il complesso ad
e tamponate a muro). Le facciate sono quindi il risultato esclusione della pista e delle rampe elicoidali,
della ripetizione in orizzontale ed in verticale del riquadro realizzate dalla Soc. Fiat.

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Fig. 9.75; Magazzini Generali Pie-
1-----'.' monlesi, Torino: struttura di copertu-
~ll----~ I ra del cortile (A.P" doso Torino, prato
4547)
9.3 Schede degli interventi 153

Fig. 9.76: Magazzini Generali Pie-


montesi, Torino: vista della struttura
di copertura del cortile (foto L. Ma-
rengo)

Fig. 9.77: Stabilimento Fiat Lingotto: vista aerea, 1923 (foto Archivio Centro Storico Fiat)
154 9. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

Considerazioni inlroduttive no Regolatore del 1908.


Il complesso è costituito principalmente dal blocco pluri-
Lo stabilimento Fiat Lingotto, recentemente ritornato alla piano dell'officina (ultimata nel 1922), dal fabbricato
ribalta per gli aspetti del suo recupero funzionale, può
"presse" ad un solo piano (ultimato nel1917 e ampliato nel
essere considerato uno dei più significativi esempi di archi- 1920), dal palazzo uffici a 4-5 piani fuori terra (ultimato nel
tettura industriale del terzo decennio del Novecento. Il 1922), e da due piccoli ampliamenti successivi delle
Lingotto si pone all'attenzione non solo per le dimensioni officine, comprendenti la rampa nord (ultimata nel 1925) e
(uno dei più grandi stabilimenti esistenti) ma per innovativi la rampa sud (ultimata nel 1926).
aspetti edilizio-costruttivi e di impostazione funzionale
dell'officina.
Lo stabilimento viene ad occupare una vasta area, nella
zona sud della citta, a ridasso della stazione di smistamento Principali caratteristiche del complesso (figg. 9.77-9.83)
delle Ferrovie dello Stato, compresa fra la linea ferroviaria
Torino-Genova e via Nizza. Data la dimensione, per la rea- Di particolare interesse è il blocco dell'officina del quale
lizzazione viene soppressa la via Garessio, prevista dal Pia- esiste un primo progetto, non realizzato, ed un secondo

Fig. 9.78: Stabilimento Lingotto: vista da via


Nizza (foto Archivio Centro Storico Fiat)

Fig. 9.79: Stabilimento Fiat Li ngotto: vista in-


terna dell'officina al 50 pianO (foto Archivio
Centro Storico Fiat)
9.3 Schede degli interventi 155

progetto definitivo impostati su analoghi criteri di base, ma re che l'officina dislocata su cinque piani fuori terra più la
con articolazioni volumetriche diverse. pista superiore, disponeva di locali molto lunghi che
Dal punto di vista costruttivo è interessante segnalare: la permettevano lo sviluppo delle catene di montaggio, i
concezione di assemblare lo stabilimento con pochi moduli materiali percorrevano brevi tratti in verticale con montaca-
pluripiano tridimensionali in calcestruzzo armato; le richi per arrivare alle linee. In effetti, procedendo dal basso
notevoli soluzioni strutturali introdotte per la realizzazione verso l'alto, piano per piano, si avevano i successivi stadi di
delle rampe elicoidali e della pista; la razionalità architet- costruzione di un autoveicolo: lastratura, parafanghi, verni-
tonica nell'impostazione complessiva di insieme intesa ciatura, selleria, finiture, dal lato carrozzeria (zona nord
come riduzione del superfluo, il legame tra elemento dell'edificio); montaggio motori, officina cambio-velocità,
edilizio e funzione assolta, la ricerca formale dell'essen- equipaggiamenti elettrici, ponte e sospensioni, montaggio
ziale. autotelaio, dal lato meccanica (zona sud dell'edificio).
Dal punto di vista dell'impostazione funzionale si può nota- L'ultimo piano prevedeva le catene di montaggio per il com-

Fig. 9.80: Stabilimento Fiat Lingotto: vista della pista di collaudo posta sulla copertura dell'edificio (foto Archivio Centro Stori-
co Fiat)

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Fig. 9.81: Stabilimento Fiat Lingotto scheda dei blocchi modulari costituenti lo stabilimento (A.P .. doso Torino-Fiat 1916, prat 5634)
156 9. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

a.

Fig. 9.82: Stabilimento Fiat Lingotto:


stralcio della pianta delle strutlure di
un corpo di fabbrica, maglia tipo (A.P.,
doso Torino-Fiat 1916. prat. 5634)

pletamento del telaio con la carrozzeria. Tutto il ciclo pro- le strutture delle rampe, queste pero furono realizzate, sem-
duttivo si completava con il collaudo della vettura sulla pista pre su progetto dell'ing. Matté-Trucco, direttamente dalla
posta sulla copertura dell'edificio, con uno sviluppo di circa Soc. Fia!.
1 km. Dal punto di vista compositivo si puO notare infine: l'invo-
Per ragioni di ordine funzionale furono aggiunte successi- lucro edilizio strettamente legato all'organizzazione dei cicli
vamente al progetto originario, due rampe elicoidali poste di produzione, l'essenzialità costruttiva che va dalle struttu-
agli estremi del complesso, che servivano tutti i piani com- re più imponenti ai particolari più semplici; l'assetto dell'in-
presa la pista. sieme "pista più officina" che pone la costruzione embleti-
Le officine Ungotto sono costituite volumetricamente da camente in diretto rapporto con la civiltà del movimento e
due blocchi lunghi 507 m, paralleli fra loro, collegati dell'automobile.
trasversalmente da piccoli corpi, a formare un unico L'edificio fu visitato da innumerevoli personalità fra cui, nel
edificio con quattro grossi cortili allineati. l corpi trasversali 1923, dal presidente dell'Associazione degli industriali de-
accolgono gli ascensori, le scale, i servizi e spogliatoi, le gli Stati Uniti Mr. Beume e nel1925 e nei 1934 dall'architetto
mense, ecc.. Le dimensioni esterne, senza contare le suc- Le Corbusier. I progetti furono anche esposti a Roma
cessive rampe aggiunte alle testate dell'edificio, sono: nel 1928 alla Mostra sull'Architettura Razionale.
507 m X 80 m, con altezza 27 m; i cortili hanno dimensione Per avere un'idea della dimensione dell'intervento e dell'or-
96,3X31,5 m. ganizzazione che la Soc. G.A. Porcheddu ha dovuto
Questo complesso dal punto di vista costruttivo è il risultato sostenere si fa notare che la superficie totale dell'officina è
dell'accostamento di 16 moduli tridimensionali pluripiano a di circa 153.000 m2 e che la sua cubatura è di circa 800.000
pianta rettangolare o ad L, a loro volta costituiti dalla ripeti- m3 . Il conglomerato cementizio impiegato è stato di circa
zione della maglia di 6X6 m, che costituisce il modulo base 75.000 m'.
dell'ossatura dell'edificio.
Le maniche dell'officina sono larghe 24 m e nascono
dall'accostamento di 4 maglie di 6 m, nel senso della
lunghezza ogni 10 maglie (60 m) vi è un giunto di dilata-
zione. Bibliografia
Strutturalmente il modulo 6X6 m è individuato da 4 pilastri POZZETTO M., La Fiat Lingotto, Centro Studi Piertlontesi, Torino,
portanti, due travi principali (con luce 6 m), 4 travi secon- 1975
darie (con luce 6 m e interasse 2 m) che sorreggono una SlGNOAELLI B., Giacomo Matté- Trucco, ingegnere e progettista, in
soletta continua. All'ultimo piano il modulo dei pilastri è "Edilizia", 1974, n. 8, p.11.
SIGNOAELLI B., Architetti della Fiat, in Civiltà del Piemonte. Studi in
6X12 m per permettere una maggiore larghezza in corri- onore di Renzo Gandolfo. Centro Studi PiemonteSi, Torino, 1975.
spondenza della catena di montaggio dell'autoveicolo "L'Architettura Italiana", a. XXXIX (1934), giugno. pp.20B-212.
completo. Si ricordano ancora di notevole interesse le solu- A.P., doso Torino-Fiat 1916, prat. 5634; Torino-Fiat 1917, prat.
zioni statiche per sorreggere la pista, con curve inclinate e 5656, 5704.
9.3 Schede degli interventi 157

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Fig. 9.83: Stabilimento Fiat Lingotto: particolare dei pilastri (A.P., doso Torino-Fiat 1917. prato 5656)

Hangars per dirigibili a Parma (1918)


Localizzazione: Crocetta di S. Pancrazio Parmense (Par-
ma), a lato della linea ferroviaria Parma-Piacenza, non
1 I. lontano dalla via Emilia, presso aeroscalo di Parma;
demoliti.
Committente: Direzione Autonoma del Genio Militare per la
Marina - Spezia.
Data di realizzazione: 1918-19.
Progettisti dell'edificio e delle strutture: Società G.A. Por-
cheddu.
Impresa Soc. G.A. Porcheddu (i lavori in loco era no seguiti
dall'ing. E. Norzi) con impresa Medioli (Parma).

Considerazioni introduttive
Gli hangars per dirigibili sono costruzioni che richiedono
strutture di impegno sia progettuale che realizzativo per le
dimensioni che presentano e per i requisiti di stabilità (resi-
stenza al vento, ecc.) richiesti.
A partire dalla metà del secondo decennio del Novecento il
c.c.a. viene impiegato in diversi esempi per realizzare
questi edifici e forse il suo utilizzo è anche conseg uenza de-
gli inconvenienti emersi in hangars più leggeri in ferro (quali
ad esempio gli hangars di Scottfield) [1].
Gli hangars realizzati dalla Soc. G.A. Porcheddu nel 1918
sono da considerarsi tra le prime realizzazioni i n c.c.a. di
tale tipo in Italia e, storicamente, assumono particolare inte-
Fig. 9.84: Hangars per dirigibili di Parma: pianta e sezione schema- resse. Gli edifici, due coppie di hangars, dovevano essere
tica (A.P., doso Zone diverse 1918-20, prato 5769) realizzati in brevissimi tempi, circa 6 mesi.
158 9. Esemplificazione e letlura di alcune notevoli realizzazioni

Fig. 9.85: Hangars per dirigibili di Parma: prospettiva di insieme (AP., doso 1918w20, prat. 5769)

Principali caratteristiche degli edilici (Iigg. 9.84-9.91) m (lateralmente alle navate) e a +32,75 m in asse alle
navate (in sommitc:l del dirigibile). Esisteva inoltre una piat-
Gli hangars erano destinati ad accogliere i dirigibili all'inter- taforma di avvistamento a Quota +37,30 m sulla copertura.
no di due navate--affiancate; lo spazio utile per ogni rimessa Lungo i lati maggiori della costruzione era realizzata inoltre
era di 26 m di larghezza, circa 110m di lunghezza e 32 m di una pensilina continua. La copertura era a due falde
altezza. inclinate per ogni navata.
All'interno la distribuzione era molto semplice, mediante Qal punto di vista statico-strutturale l'edificio era impostato
una serie di scale era possibile accedere alle passerelle di su una serie di doppi portali sagomati con doppie falde
servizio per la manutenzione dei velivoli, poste a quota + 16 inclinate, posti a distanze modulari, poggianti su fondazioni

Fig. 9.86:Hangars per dirigibili di Parma: disposizione delle cas- Fig. 9.87: Hangars per dirigibili di Parma: disposizione dei ferri di
sette di alleggerimento nei portali (A.P., doso Zone diverse, 1918- armatura nei portali (A.P., doso Zone diverse, 1918-20, prato 5769)
20, prato 5769)
93 Schede degli interventi 159

Fig. 9.88: Hangars per dirigibili di Parma: edifici in fase costruttiva (A.P.f.)

Fig. 9.89: Hangars per dirigibili di Parma: fase costruttiva (A.P.f.)


160 9. Esemplificazione e lettura di alcune notevoli realizzazioni

Fig. 9.90: Hangars per dirigibili di Par-


ma: edifici ultimati (A.P.f.)

era caratterizzata dai portali che sorreggevano il doppio


portone alto più di 30 m.
Interessante notare che l'intenzione dei progettisti era Quel-
la di realizzare una struttura a portale di tipo reti colare, con
aste tese e compresse, con zone vuote, che giustificava la
dimensione dei piedritti (base di 3 m). In effetti forse
esigenze di realizzazione (complessita della casseratura,
necessita di rapida realizzazione) portarono a realizzare
una struttura che esternamente era continua e all'interno
presentava vani di alleggerimento, costituiti da cassette
vuote alloggiate prima dei getti. Questa soluzione ha contri-
buito a dare quell'aspetto massiccio agli edifici che si
avvicina più a quello di una costruzione tradizionale In mat-
toni che non ad una in c.c.a.
Dal punto di vista realizzativo-cantieristico l'opera risulta
ciclopica: dai carteggi emerge che furono impiegati gior-
nalmente oltre 800 operai.

Nole e bibliografia
[1J Conosciuti e veramente nolevoli per l'impostazione statico-
strutturale basata su una volta ad elementi a doppia curvatura
sono gli hangars di Villeneuve-Orly, vicino' a Parigi, realizzati
dall'impresa Etablissement Umousin et Cie, nel 1923. Gia nel
1913 questa impresa aveva presentato alla Cheflerie du Genie
d'Orleans dei progetti per hangars per aeroplani previsti inte-
ramente in c.c.a., forse le Rrime costruzioni di tale tipo nel mon~
do. A causa della guerra tali progetti ntiri furono realizzati. Nel
1916 la stessa costruiva una serie di hangars di 46x60 m ad
Avord (Chef) a volta a botte con nervature all'estradosso; lo
Fig. 9.91: Hangars per dirigibili di Parma: vista dell'interno (A. P.f.) schema lu Dvi ripreso per gli hangars a Istres (Bouches-du-
RhOne). Cfr. Le Genie civil, tome LXXXIII, n. 12-13-14, 22/9, 291
9,6/10/1923.
A.P., doso Zone diverse 1918-20, prat. 5769, 5802, 6012.
a plinto.ll modulo o passo dei portali era di 7,31 m ripetuto
15 volte in lunghezza, la luce netta dei portali era di 26 m.
I portali erano collegati da travi di controventamento,
alcune delle quali sorreggevano anche la passerella di ma-
nutenzione. La copertura era costituita da una so letta
irrigidita da travi (interasse 2 m e luce 7,31 m). Case della Compagnia Anonima di Assicurazioni a
Le scale, vincolate ai piedriUi dei portali, erano realizzate Torino (1929-1931)
con soletta sorreggente scalini ad "L" prefabbricati.
La costruzione era inoltre caratterizzata da un ciclopico Localizzazione:Torino, isolati compresi fra corso Ponte Mo-
doPpio portale anteriore che sorreggeva il portone di sca (ora Giulio Cesare), via Lodi, via Camino, via
ingresso all'edificio ed un serbatoio dell'acqua; le facciate Cremona, via Varese e via Alimonda.
laterali presentavano finestrature a quote differenti per illu- Data di realizzazione: 1929-30 (10 e 2° isolato), 1931 (3°
minare l'interno. isolato).
L'opera per la destinazione che aveva si presentava di un Progettista: ing. E. Decker
gigantismo quasi sconcertante e la sua facciata principale Progetto delle strutture: Soc. G.A. Porcheddu,
9.3 Schede degli interventi 161

Fig. 9.92: Compagnia Anonima di Assicurazioni, Torino, 1929-31 : pianta del primo piano dell'isolato 2° (A.P., doso Torino 1929-30, prato 710)

Considerazioni introduttive edificati lungo il perimetro dell'isolato e con cortile aperto


su una delle vie trasversali e presentano i corpi principali
L'intervento costituito dai tre isolati di edifici di abitazione
paralleli al corso Giulio Cesare.
della Compagnia Anonima di Assicurazioni, deve essere
considerato fra gli ultimi importanti lavori sviluppati dalla
Soc. Porcheddu prima della cessazione della sua attività.
Gli edifici in oggetto occupano tre isolati rettangolari
allineati e con sviluppo del lato maggiore lungo l'attuale
corso Giulio Cesare, in una zona urbana di impianto edilizio
in parte tardo ottocentesco e in parte successivo al Piano
Regolatore e di Ampliamento del 1908.
I tre lotti Sono occupati da blocchi di edifici continui a "C"

Fig. 9.93: Case Compagnia Anonima di Assicurazioni, Torino: vista Fig. 9.94: Case Compagnia Anonima di Assicurazioni, Torino: vista
dall'esterno, 1 0 isolato (foto R.N.) dall'esterno, 1 0 isolato (foto R.N.)
162 9. Esemplificazione e letlura di alcune notevoli realizzazioni

Figg. 9.95 e 9.96: Case Compagnia Anoni-


ma di Assicurazioni, Torino: vista dall'ester-
no, 20 isolato (foto RN.)

Principali caratteristiche degli edifici (figg. 9.92-9.98)

I tre blocchi di edifici sono a sette piani fuori terra sul lato
del corso G. Cesare e a cinque, sei o sette piani sui lati verso
le vie. Dal punto di vista distributivo, ogni isolato dispone da
18 a 22 alloggi per piano, le scale (da 9 a 11 per isolato) ser-
vono ognuna due alloggi per piano. Gli alloggi con doppia
esposizione sono di diverse dimensioni (8 1 camera più
cucina e servizi, a 3 camere più cucina e servizi).
Dal punto di vista strutturale gli edifici dispongono di tre
allineamenti di pilastri (quello centrale sorregge il colmo di
copertura), che sorreggono le travi principali a vista e le
solette piane; le travi sono in corrispondenza dei muri
perimetrali e dei divisori interni.
Dal punto di vista compositivo la notevole dimensione dei
blocchi edilizi è in parte mitigata dal lieve aggetto dei corpi
sottolineato dall'andamento dei cornicion i; la facciata
richiama diversi temi dell'edilizia tradizionale: parte
centrale con logge (1° isolato) o gruppi di balconi (2° isola-
to), zoccolatura degli edifici comprendente piano terra e
primo piano, uso in facciata di bugnati per le zoccolature e
di paramenti di mattoni a vista, parapetti dei balconi pieni.
Nel 2° isolato compaiono finestre ottagonali per i locali di
servizio. Ben armonizzate risultano le finestre delle scale
pur essendo affacciate sui prospetti principali.

Bibliografia
A.P., dos_ Torino 1929-30, prat 7006,7010,7011
Fig. 9.96 "L'Architettura Italiana", n. 9, settembre 1931.
9.3 Schede degli interventi 163

Fig. 9.97: Case Compagnia Anonima di As-


sicurazioni, Torino: vista dall'esterno, 3°
isolato (foto R.N.)

Fig. 9.98: Case Compagnia Anonima di As-


sicurazioni, Torino: vista dall' esterno, 3°
isolato (foto R.N.)
Capitolo 10.

Rapporti con i progettisti, le personalità del mondo dell'architettura, la


grande committenza
(RH - 8.S.)

10.1 I rapporti con i progettisti e con le perso- (1905), le case Besozzi (1904, 1909, 1910), le case
nalità del mondo dell'architettura Florio (1908), la casa Audino e Rinaldi (1908), il
Restaurant du Pare (1908), la casa Rey (1909), il
Palazzo Assicurazioni Venezia (1910), le scuole della
Allo stato attuale degli studi sull'attivita della Soc. G.A. Por- borgata Leumann (1910). Fuori Torino si ricorda
cheddu, relativamente ai rapporti con i progettisti e con le l'Ospizio Marino Piemontese a Loano (1909).
personalità del mondo dell'architettura, è possibile - Gli interventi di Giacomo Matté Trucco [3], quale
avanzare una serie di considerazioni di prima approssima- dipendente Fiat prima, libero professionista poi, sono
zione, occorre infatti anche tener conto che nell'Archivio, in prevalentemente costituiti da stabilimenti industriali di
diversi casi, non sono citati o comunque non sono identifi- impostazione prerazionalista. Si citano a Torino:
cabi! i i progettisti della parte architettonica [1]. l'Officina Carrozzerie Industriali, poi Microtecnica
Sono emersi diversi tipi di rapporto tra la Società (1905), 91i stabilimenti Fiat Grandi Motori (1906-12),
Porcheddu e i progettisti, di seguito esposti. l'Officina Fiat in corso Dante (1912), le Acciaierie Fiat
(1915-16), lo stabilimento Fiat al Lingotto (1916-22).
3) Innanzi tutto si nota che relativamente ai lavori di
Fuori Torino si citano a Villar Perosa lo stabilimento
notevole impegno progettuale e realizzativD (oltre al
Incerti, poi RIV (1906-08), a La Spezia lo stabilimento
primo periodo dì avviamento dell'attività) è rilevabile un
Fiat S. Giorgio (1907).
rapporto diretto con i progettisti del Bureau Technique
Hennebique e con lo stesso Hennebique. .- Il nome di Daniele Donghi, progettista e studioso di no-
Tra le opere eseguite in diretto collegamento secondo tevole interesse, è ancora da approfondire [4], esso
progetti Hennebique si ricordano i 8i1os Granari di compare spesso nelle pratiche Porcheddu, egli fu
Genova P899), mulini della Soc. Mulini Alta Italia a prima nell'ufficio edile del Comune di Torino (sino al
Sampierdarena (1904-05). gli stabilimenti Cinzano a 1896), poi rappresentante della Società a Milano,
Santa Vittoria d'Alba (1904), il ponte Risorgimento a (1900-04), in seguito divenne capo dell'ufficio
Roma (1910-11). Tali collaborazioni si esplicano con la tecnico del Comune di Padova e successivamente di
fornitura di disegni di massima e anche esecutivi delle Venezia, infine fu docente presso la Facoltà di
strutture, elenchi e distinte dei ferri di armatura, ecc. Ingegneria dell'Università di Padova.
b) Si rileva un rapporto di tipo privilegiato con pochissimi
progettisti, molto qualificati, che hanno utilizzato estesa-
mente il sisIema in oggetto per un arco di tempo elevato:
è il Cuso di Pietro Fenoglio, Giacomo MaUé Trucco,
Daniele Donghi.
~ Pietro Fenoglio, noto progettista in ambito Liberty, che
tra le altre mansioni era vicepresidente della S.p.A.
Porcheddu, fra il 1899 e il 1911 utilizza strutture in
C.C.a. in circa cinquanta interventi di notevole dimen-
sione in Torino ed in altri quattordici fuori città [2].
Si citano gli stabilimenti: Ansaldi (1899), Termo-
tecnica e Meccanica (1900), Boero (1900), Carroz-
zeria Locali e Torretta (1905), Krieger (1906), Rapid
(1906),Carrozzeria Alessio(1907), Venchi & C. (1907),
Concerie Italiane Riunite (1907), GUardini (1907), Am-
brosio Film (1907 -10), Barone (1908). Fuori Torino si
ricordano gli stabilimenti: Cotonificio Remmert a Ciriè
(1900), Cotonificio Leumann a Collegno (1908) e a
Mathi (1903-10), Cinzano a S. Vittoria d'Alba e a S.
Stefano Belbo (1907 -11), manifattura di Pont Canave- Fig_ 10.1: Incontro tra Porcheddu ed Hennebique in occasione dei
se (1909). lavori del ponte Risorgimento a Roma (da "Illustrazione Nazionale",
Tra gli edifici civili in Torino si citano: l'asilo Denis a. VI, 5 gennaio 1911, p. 13)
10.1 I rapporti con i progettisti e con le personalita del mondo dell'architettura 165

Si citano tra le sue opere utilizzanti in c.c.a. in Torino: d) R"élpporlf"dj·h6tevolè imporfan-za-c-on uffici tecnici di enti
l'Asilo notturno Umberto I (1897), la Casa Marangoni pubblici e di società private. Si trattava in particolare di
(in collaborazione con L. Parrocchia, 1904); a Milano i uffici di progettazione e di rappresentanza della commit-
Magazzini Ansaldi (1903). Nel Veneto (in qualita di tenza, costituenti un fenomeno abbastan za nuovo,
8apo dell'Ufficio Tecnico dei Lavori Pubblici: 11 Caval- legato al rapido sviluppo dell'industrializzazione.
cavia della stazione di Padova (1903), le Scuole Gozzi Tra le società private si citano: La Soc. Cinzano (con
e Gallina a Venezia (1905-06), il ponte di S. Cassiano rapporti intrattenuti dal 1901 al 1921), il Dinamitificio
a Venezia (1905), il Salone della Cassa di Risparmio a Nobei (dal 1914 al 1917), la Soc. Cogne-Girod (1925-
Venezia (1906), Le Case popolari e le Docce a Venezia 26), la Soc. Pomilio (1916-17), la Soc. Borsalino (dal
(1906), le Scuole elementari della Giudecca a Venezia 1902 al 1920), la S.A.E.A.1. (con diversi progettisti, dal
(1908), la collaborazione per la ricostruzione del 1902 al 1918), la Fiat (dal 1907 al 1928).
campanile di S. Marco a Venezia (1910), il Teatro di Tra gli Enti pubblici si ricordano: La Provincia di Torino,
Abano Terme (1910), il Teatro Comunale di Rovigo le Ferrovie dello Stato, le Ferrovie Torino-Ceres, l'Ufficio
(1903). Municipale del Comune di Torino (con i progettisti
Migliore, Scannagatta, Girola), l'ufficio Tecnico del Ge-
c) Rapporti con personalità dell'architettura, anche
nio Militare Piemonte, l'Ufficio Tecnico della Provincia
abbastanza note a livello nazionale, perO con un numero
di Cuneo, l'Ufficio Civico Lavori Pubblici di Padova
di lavori non elevato o solo con lavori sporadici, tra gli
(1898- 1900), l'Ufficio Tecnico dei Lavori Pubblici di
ultimi epigoni del tardo Eclettismo e le prime realizza-
Venezia (dal 1905 al 1911), il Corpo Reale del Genio
zioni in clima Razionalista.
Civile di Roma (dal 1909 al 1912), l'Ufficio Tecnico
Legati a modi progettuali eclettici (e, per il Piemonte, con
provinciaie di Roma (1909-10).
reminiscenze tardo barocche), si citano: C. Arpesani
Questi rapporti potevano variare dal semplice affida-
(palazzo Gonzaga a Milano, 1900), L. Beltrami (palazzo
mento di incarico, con fissate solo le dimensioni e le
Assicurazioni Generali, Milano (1897-98), R. Brayda
caratteristiche generali dell'opera architettonica, con
(Ospedaletto infantile, Torino, 1900), G. Chevaliey
ampia possibilita. e libertà progettuale, a situa2ioni in cui
(manica Denis dell'Ampliamento dell'Ospedale S. Gio-
la Soc. Porcheddu praticamente calcolava solo i
vanni Battista di Torino, 1899-1900), C. Ceppi (palazzo
dimensionamenti delle membrature e delle armature
Bellia, Torino, 1895), F. Cocito (casa Priotti, Torino,
metalliche della struttura già stabilita nella sua confor-
1908), G.A. Reycend (interventi al Santuario di Vicoforte,
mazione complessiva.
1907-08).
Nell'ambito del movimento Art Nouveau e i suoi epigoni, e) Ampi rapporti con professionisti minori, dall'onesta atti-
si citano: V. Ballatore di Rosana (Stadium, Torino, 1911), vità (ingegneri, ma anche geometri, periti, ecc.) che
E. Bonelii (casa Bonelii, Torino, 1904-05), C. Broggi lavorarono sia in citta, sia in provincia, spesso in zone
(case e Quartiere Lombardo a Messina, 1910-12), A. ben circoscritte e con produzioni di ampia casistica
Campanini (Istituto Sordoparfanti, Milano, 1909), D. Car- tipo logica (dagli edifici civili a quelli industriali). Si citano
bone (edifici residenziali in via XX Settembre a Genova, i seguenti:
1899-1903; Palazzo Nuova Borsa, Genova, 1909-12),
A. Coppedé (decorazioni salone Nuova Borsa di Genova, - A. Arcando: progettista, fra il 1916 e il 1928, caseifici
1909-12), E. Gribodo (Panificio Cooperativa Ferrovieri, ed edifici industriali nella zona della provincia di
Torino, 1897), Gardella e Martini (Regio Manicomio di Cuneo;
Alessandria, 1907), E. Mollino (Stabilimento Bertino, To- - P.V. Bellia: geometra, progetta, tra Il 1897 ed Il 1921,
rino, 1907), G. Moretti (casa Moretti, Milano, 1912), A. edifici civili e la Chiesa di S. Agnese a Torino (1921);
Riccio e G. Velati-Bellini (ville in Torino e provincia fra - G.D. Bersano: ingegnere, progetta, tra il 1898 e il
1905 e 1913), G. Salvadori (edifici civili in Torino e 1901, edifici civili e industriali nel Saluzzese;
provincia tra 1906 e 1914), U. Stacchini (Enopolio - G. Branzini: progetta, tra il 1902 e il 1926, edifici
Unione Cooperativa, Milano, 1901-02), E. Premoli industriali e civili nella zona di Novara;
(Stabilimento Fiat, corso Dante, Torino, 1907), E. Basile - C. Bocchino: geometra, progetta, tra il 1913 e il 1916,
(Teatro Kursaal-Biondo, Palermo, 1913), S. Molii (Casa edifici civili e industriali nella zona di Canelli;
Boffa, Torino, 1908), A. Vandone di Cortemiglia (Stabili- _ S. Cambiano: ingegnere, progetta, tra il1899 e il 1908,
mento Venchi e C., Torino, 1912), M. Vicary (edifici di edifici civili e industriali nel Pinerolese;
servizio in Torino, tra 1906-22). - P.M. Dogliotti: ingegnere, progetta, tra i11900 e il 1913,
Esistono inoltre alcune realizzazioni che possono rien- diversi edifici industriali a Torino;
trare nell'ambito del Razionalismo ed altre difficilmente _ G. Gurgo: ingegnere, progetta, tra il 1901 e il 1916,
classificabili, ancora eclettiche che perO presentano edifici civili e industriali "nel Biellese, fra cui il Lanificio
alcuni aspetti che preannunciano o comunque possono Bellia a Pettinengo (1901);
essere collegati al nuovo linguaggio razionalista. - F. Guidetti (da solo o con E. Silvano o con E. Bonicelli):
Si citano i progettisti: E. Bonicelli (Officine Carrozzerie ingegnere, progetta, tra il 1897 e il 1912, edifici
Industriali, 1905, con Mattè Trucco; edifici per la Soc. industriali, fra cui lo stabilimento Ferrera a Cambiano
Consumatori Gaz Luce, 1908: Officine Savigliano, 1908, (1910-11);
1912; Stabilimento Ratti, 1926), Carissimo e Crotti (Silos - G. Losio: ingegnere, progetta, tra il 1900 e il 1903,
granari del Porto di Genova, 1899-1901), M. Ceradini edifici industriali, prevalentemente in Torino, nonché il
(Ricreatorio Sale siano del Testaccio e Chiesa di S. Maria Saione delia Borsa di Torino (1 900);
Liberatrice, Roma, 1907), G. Zevi (Cinematografo Teatro - A. Torasso: ingegnere, progetta, tra il 1905 e il 1926,
Bandi, Roma, 1914), M. Piacentini (Palazzo di Giustizia a edifici civili e industriali in Torino e provincia, fra cui la
Messina, 1916), G. Pagano (Ponte Vittorio Emanuele III, Palazzina Gualino a Torino (1918-20);
Torino, 1926), E. Deker (Case della Compagnia Anonima - G. Vigna: ingegnere, progetta, tra il 1911 e il 1923
di ASSicurazioni, Torino, 1929-31). edifici agricoli e di abitazione, nella zona del VerceHe-
166 10. Rapporti con i progettisti, le personalità del mondo dell'architettura, la grande commillenza

se e in provincia di Torino; maggior parte dei casi, negli esempi desunti dall'archivio, il
- Frigerio: lavora in Lombardia, tra il 1906 e il 1911; c.c.a. in modo piuttosto amorfo, utilizzandolo in progetti già
- Rutelli (anche in collaborazione con BanGi) progetta, pensati per un'edilizia tradizionale, senza raggiungere
tra i11912 e il 1914, edifici civili e di servizio a Palermo quella armonizzazione, congruenza, ecc. che sono alla
(nuovi Padiglioni Manicomio,~1913); base e sono il fine di una progettazione coord inata e totale.
- S. Migliore: ingegnere, già citato come tecnico del Questo può essere attribuito, in parte, al fatto che la nuova
Comune di Torino, progetta in proprio, tra il 1902 e il tecnica si presenta, in origine, come ausilio meramente
1913. edifici civili in Torino e provincia; statico-strutturale e quindi passeranno diversi anni prima
- L. Priuli Bon: progetta, tra 111906 e i1191 O. edifici nella che si manifestino le sue ampie possibilità.
zona di Vicenza e in Veneto, fra cui il Manicomio Si pensi ad esempio alla realizzazione del ponte Vittorio
provinciale di Rovigo (1909); Emanuele 111 (ora Balbis) a Torino, disegnato da G. Pagano
- L. Moraldi; progetta, tra il1907 e i11914, alcuni edifici nel 1926, impostato con una leggera struttura ad archi
a Roma, fra cui, in collaborazione con l'arch. Pokro- parabolici e setti verticali in c.c.a., completamente nascosta
wosky, la Chiesa Ortodossa dell'Ambasciata Imperia- da tamponamenti, decorazioni, ecc. che mortificano l'idea
le (1914) (non eseguita); e lo slancio dell'opera, anche se questa è vivacizzata da
- C. Bagnasco: rappresentante della Soc. Porcheddu, balconcini a sbalzo, con un risultato ben diverso dai prototi-
progetta tra il 1897 e i11916, diversi edifici a Genova e pi innovativi dei ponti cellulari del primo decennio del Nove-
in Liguria, fra cui la Chiesa di S. Zita a Genova (1897); cento.
- Machiavello: progetta, tra il1902 e il1911, edifici in li- Si puO citare inoltre il caso di G. Chevalley, di formazione
guria, tra cui la Chiesa inglese a Rapallo. culturale totalmente differente, che nel 1926 realizza la
sede della Cassa di Risparmio di Torino, ave le strutture in
f) A titolo informativo si ricorda inoltre il singolare caso di
c.c.a. sono totalmente mimetizzate da decorazioni di gusto
Camillo Olivetti, che fornisce i disegni per lo stabilimento
tardo-eclettico.
S.G,S, del 1895 e per lo stabilimento Oliveti; (1899) ad
Ivrea.
Tenendo conto di Quanto esposto in questo capitolo e nei
capitoli precedenti emerge l'impressione che sono pochi i
progettisti che hanno utilizzato la tecnica del c.c.a. 10.2 I rapporti con la grande committenza
cercando di sfruttarne le notevoli potenzialità non solo a
livello di struttura portante ma anche a livello architetto- Un aspetto che si intuisce di interesse è quello dei rapporti
nico-compositivo. Tra Questi si possono citare coloro che intercorsi tra la Soc. Porcheddu e le grandi committenze o
ebbero rapporti continuativi e di stretta collaborazione o le imprese costruttrici.
che addirittura parteciparono all'ideazione e progetto della Non avendo potuto affrontare in modo specifico questo
struttura, quali P. Fenoglio, D. Donghi, G. Matté Trucco, che argomento nell'economia di questo studio, qui si avanzano
raggiunsero in alcune opere, livelli notevoli. alcune ipotesi di lavoro, che gli autori si augu rana possano
Spesso è la progettazione degli edifici di tipo industriale, o essere oggetto di ricerca nel prossimo futuro.
simile, che permise una maggiore sperimentazione verso lnnanzitutto è possibile notare che tali rapporti non sono li-
soluzioni innovative. mitati a specifici periodi, ma in molti casi interessano prati-
Anche nelle progettazioni delle grandi opere strutturali camente l'intero arco dell'attività della Società Porcheddu.
quali i ponti, (in questo caso sono i progettisti dello stesso Essi inoltre coprono una grossa percentuale di tutti i lavori
studio Porcheddu gli autori) si raggiunsero risultati rimar- sviluppati.
chevoli. Si parte dall'importante realizzazione del Palazzo Assicura-
Molti progettisti innanzi citati, hanno invece impiegato, nella zioni Generali Venezia a Milano (1898) e si possono citare

Fig. 10.2: Targa commemorativa in occasione


della nomina a Cavaliere del Lavoro dell'ing.
Porcheddu, opera di L. Bistolfi, rilievo in ges-
so (Museo Civico di Torino, irw. 355)
10.2 I rapporti con la grande committenza 167

Fig. 10.3: Schizzo esemplificativo prospettico degli interventi sui terreni detl'ex·villa Gruber previsti da un apposito piano regolatore, con
commiltente la Soc. Edilizia Nazionale di Genova. Alcune ville sono state realizzate dalla Soc. Porcheddu (A.P.f.)

in seguito i rapporti con la Soc. Aedes di Genova, con Note al Capitolo 1 Q.


l'Istituto Ligure di Costruzioni di Genova, i lavori con la Fiat [1] Si ricorda inoltre che i progetti relativi alle zone di Genova e Li-
(1907-1928), i lavori con la SAEAI, quelli per la Riv, per la guria non sono stati esaminati sistematicamente: di essi è stato
effettuato solo un esame di massima.
Ceat, per la CIR, per la Pomilio, per la Nobel, per la Cinzano
[2] Le opere realizzate da Fenoglio che si è riusciti a catalogare so-
(1901-1921), per la Borsalino (1898-1914), per la Compa- no circa 180, distribuite nell'arco di attivita tra il 1889 e i11912.
gnia Anonima di Assicurazioni (1929-30), per la Soc. Edili- Cfr. NELVA R., SIGNORELLI B., Le opere di Pietro Fenoglio nel
zia Nazionale di Genova. clima dell'Art Nouveau internazionale, Dedalo, Bari, 1979; NEL-
Si fanno notare inoltre le commesse ricevute da imprese di VA R., SIGNORELLI B., Poesia di Pietro Fenog/io, in "L'Architet-
notevole importanza e da promotori edili: ad esempio a To- tura-Cronache e storia", n. 283, maggio 1979, Roma, pp. 262-
314.
rino le imprese Rey, Besozzi, Audino e Rinaldi, a Genova [3J Per notizie biografiche su questo progettista si confronti:
l'impresa Carbone e F.lli Repetto. POZZETTO M., La Fiat Lingotto, Centro Studi Piemontesi, Tori-
Si ricordano ancora le commesse a livello pubblico per gli no, 1975. SIGNORELL1 B., Architetti della Fiat, in Civilttl del Pie-
ospedali psichiatrici (Collegno, Racconigi, Ceccano, monte, Centro Studi Piemontesi, 1975.
Rovigo, Alessandria, ecc.) per ponti, viadotti e calvalcavia, [4] Daniele Donghi (Milano 6.2.1891, Padova 28.9.1938), si laureO
per i Comuni. ingegnere a Torino, nel 1883, alla Scuola di Applicazione. IniziO
a lavorare a Torino nell'Ufficio dei Lavori Pubblici sino al 1896,
Senza entrare in dettaglio si sottolinea l'importanza di anno del suo trasferimento a Padova quale Capo dell'Ufficio Ci-
questi rapporti che legano il mondo economico:-finaniiario vico dei Lavori Pubblici. Dal 1900 a11904 si trasferi a Milano do-
con quello imprenditoriale edilizio. ve diresse la filiale della Soc. Porcheddu.
Sicuramente questi legami, alcuni dei quali duraturi, hanno Tra Il 1904 e il 1913 fu Capo dell'Ufficio Tecnico Municipale di
permesso alla Soci eta Porcheddu di superare crisi e di Venezia. Nel 1907 consegui la libera docenza in Architettura
esp::mdersi, raggiungendo una posizione di primaria Tecnica e diventO professore ordinario della stessa disciplina
nel1910 alla Scuola di Applicazione di Padova, che resse sino
importanza nazionale. Sembra emergere, ad esempio, l'im- al 1935.
portanza, ed il fatto sarebbe da approfondire, dei legami Oltre ad aver progettato numerosi edifici fu autore di molte pub-
esistenti tra la Soc. Porcheddu, il progettista Pietro Fenoglio blicazioni, tra queste si cita il Manuale delf'Architetto edito dalia
(nel consiglio di amministrazione Porcheddu) e la Banca UTET. Diresse inoltre le riviste "L'Architettura Pratica" (1899-
Commerciale Italiana, sicuramente l'organismo che diede 1906) e "Memorie di un Architetto" (1890- 1895). Cfr. VELATTA
uno dei maggiori impulsi all'industrializzazione della M., Daniele Donghi e il suo contributo alla tecnica architettonica,
in "Tecnica Italiana", n. 5, maggio 1940; SIGNORELL1 B., voce
nazione (Pietro Fenoglio fu dal1911 vicepresidente di tale D. Donghi, in Dizionario Biografico degli Italiani (in corso di
banca). stampa).
Capitolo 11.

Considerazioni sulle tecniche di rappresentazione negli elaborati grafici


(R.N.)

11.1 Premessa getti dei conglomerati. Vi sono quindi anche nuovi tipi di
maestranze che devono acquisire nuove capacità tecniche
In questo capitolo si intende porre l'attenzione e avanzare di realizzazione.
alcune considerazioni sui rapporti tra ideazione. tecniche Un ulteriore aspetto o attenzione realizzativa è che la
di rappresentazione per la comunicazione, aspetti tecno- verifica del corretto dimensionamento e tracciamento di
logici e realizzati vi, relativamente ai primi progetti di struttu- questi tipi di strutture, essendo gettate in casserature, viene
re in c.c.a. in Sistema Hennebique, scaturite dall'esame dei effettuato ad opera ormai ultimata, dopo il disarmo.
lavori della Soc. G.A. Porcheddu. E facile comprendere, da queste premesse, come con l'av-
In particolare si vuole mettere in evidenza: i diversi problemi vento del c.c.a nascano e si sviluppino specifiche tecniche
di trasmissione delle idee legati alla nuova tecnica di rappresentazione che inizialmente sono poco simbo-
costruttiva, le tecniche di rappresentazione, le nuove e liche e molto descrittive, in alcuni casi quasi pittoresche:
specifiche convenzioni grafiche utilizzate nei progetti, gli esse imitano ad esempio i disegni di carpenteria lignea e
aspetti relativi all'ideazione statica e formale leggibili nei vengono utilizzati anche i colori. 11 linguaggio grafico
disegni e nelle realizzationi [1]. impiegato è in funzione anche della manodopera ancora
poco specializzata che utilizzera gli elaborati.
Negli anni la tecnica rappresentativa si evolve (come anche
cresce di pari passo la complessità e difficolta delle opere)
e si va verso una razionalizzazione, con un linguaggio
11.2 Problemi di trasmissione delle idee legati grafico convenzionale, Quasi cifrato; tra l'altro la necessita
della riproduzione in più copie dei disegni esclude il
alla tecnica costruttiva policromatismo. Anche gli utilizzatori sono negli anni
cambiati: si tratta per lo più di persone orma i specializzate
Di basilare importanza in una organizzazione a livello inter- nel Sistema Hennebique, con pluriennale esperienza di
nazionale quale quella di Hennebique, sono i mezzi di progetto e di realizzazione. Da notare però che la quantita di
trasmissione delle idee, dei risultati delle progettazioni informazioni presenti nei disegni di anni diversi è per lo più
generali e di dettaglio, delle prescrizioni di realizzazione, la medesima, cambia la descrittivita e la facilita interpre-
ecc. tativa.
L'idea fondamentale di Hennebique, come esposto in
precedenza, era costituita in pratica da una nuova tecnica
costruttiva che prevedeva sia nuovi metodi di ideazione sta-
tico-strutturale e di dimensionamento con criteri di calcolo
specifici, sia nuove tecniche di realizzazione. 11.3 Tecniche di rappresentazione e nuove
I progetti delle opere si basavano su elaborati grafici
(disegni tecnici) [2] e, tenendo conto delle esigenze e dei
convenzioni grafiche utilizzate per i progetti di
problemi specifici, adottavano delle convenzioni grafiche strutture in conglomerato cementizio armato
che erano state affinate nel tempo.
Le esigenze sentite inizialmente erano quelle di Se si esaminano in dettaglio i disegni provenienti dagli studi
comunicare una serie di dati (dimensionamenti, ecc.) e di centrali Hennebique (di Parigi o di Bruxelles) e gli elaborati
cercare anche di trasmettere delle "nozioni tecniche realiz- di sviluppo o di autonoma esecuzione dello studio della
zative", con uno scopo che si può definire anche didattico e Soc. G.A. Porcheddu, si possono avanzare le considera-
divulgativo, sebbene limitato evidentemente all'ambito dei zioni che seguono.
propri concessionari ed agenti). Nei disegni si ricorre al principio della disarticolazione e
Un requisito fondamentale degli elaborati era parimenti specializzazione dei grafici facendo dei piani generali
quello di ridurre al minimo il margine di errore nella lettura e (per definire la dimensione delle casserature dei getti) e
interpretazione dei disegni. poi molti particolari (per definire la dimensione e posi-
La destinazione (gli utHizzatori) era inoltre nuova: se prima zione dei ferri di armatura) (figg. 11.1, 11.2).
l'edilizia tradizionale era prevalentemente artigianale, Tra le prime convenzioni grafiche, dettate proprio
legata al muratore e alla sua manualita, con il c.c.a. si addi- dall'esigenza descrittiva delle strutture, in genere solai,
viene ad una particellazione dei lavori, con nuove figure caratterizzate da travi principali, nervature, ecc. vi è
professionali che operano in parallelo: il carpentiere per i quella di rappresentare in pianta l'intradosso della
casseri, il ferraiolo per l'armatura metallica, il muratore per i struttura, come se fosse riflesso in uno specchio posto
11.3 Tecniche di rappresentazione e nuove convenzioni grafiche utilizzate per i progetti di strutture in c.c.a. 169

Fig. 11.1: Progetto delle strutture in calcestruzzo armato Hennebique del Mercato Orientale di Genova, 1897, proveniente dal Bureau Tech-
nique di Bruxelles (A.P., doso Genova 1897, prat. 38)

Fig. 11.2: Particolare delle tr~vi in calce-


struzzo armato del Mercato Orientale di Ge-
nova
170 11. Considerazioni sulle tecniche di rappresentazione negli e la borati grafici

Fig. 11.3: Progetto di solaio a travi incrociate


per il Palazzo dei Giganti a Genova, 1896, ela-
borato dal Bureau Technique Hennebique di
Bruxelles (A.P _, doso Genova 1896, prat. 15)

sotto la stessa. Questa convenzione già presente nei notare i ferri che per un tratto sporgono dalle estremità
disegni oUocenteschi dello studio francese (nei primi delle parti smembrate, come se fossero rimasti impri-
elaborati compare infatti la scritta "PIan vu en dessous"), gionati nel getto di conglomerato (fig. 11.2). Per
permane sino ai giorni nostri, (fig. 11.3). accrescere l'effetto di realismo i ferri di armatura sono
In alcuni casi, per esigenze descrittive del manufatto, rappresentati con due linee parallele nel loro spessore e
che presenta nervature anche all'estradosso, la vista la parte annegata nella struttura è tratteggiata (fig. 11.4).
intradossale "allo specchio" viene integrata anche da Negli anni successivi la struttura viene rappresentata
una vista dall'alto. nelle sezioni longitudinali sempre più spesso come se
Un secondo artificio, utilizzato per descrivere la fosse radiografata: i ferri non sono più tratteggiati,
posizione dei ferri di armatura negli elementi strutturali, è vengono sempre disegnati con doppia linea continua,
quello di smembrare in pezzi la struttura rappresentan- comprese le staffe, come se il cangio merato fosse
done le sezioni longitudinali e trasversali; si possono trasparente (fig. 11.5).

Fig. 11.4: Progetto delle fondazioni dei Silos Granari del Porto di Genova, 1899, elaborato dal Bureau TechniQue Hennebique di Bruxelles
(A. P., doso Genova 1900-01, prato 177)
11.~ Tecniche di rappres,~ntazione e nuove convelnioni grafiche utilizzate per i progetti di strutture in c.c.a. 171

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Fig. 11.5: Disposizione dei ferri di armatura del ponte in c.c.a. sulla Stura a Rossiglione, 1906 (A.P., doso Liguria, 1907, prato 1819)

Fig. 11.6: Stralcio di progetto del solaio in c.c.a. della cella campanaria del campanile di S. Marco a Venezia, 1909 (A. P., doso Veneto 1910,
prat. 2756)

Sì ricorre anche, in casi particolari, a disegnare la sola Viene naturale a questo punto il paragone con le
armatura metallica come se fosse un manufatto finito a rappresentazioni ottocentesche delle carpenterie in
sé stante in modo da fornire alle maestranze una legno; per i disegni di queste strutture si usavano spesso
maggiore definizione dei dettagli. colori differenti per indicare le travi in legno, le staffe e i
~ interessante notare che nei lavori più semplici, di fine bulloni metallici, la muratura laterizia, ecc.
Ottocento o inizio Novecento, in genere solai poggianti Nel primo decennio del Novecento sono molti i disegni di
su murature perimetrali portanti, spesso si riporta la calcestruzzi Hennebique graficamente molto curati, con
posizione delle travi, in color rosso, direttamente sulla spesso evidenziata l'armatura in ferro in color rosso (fig.
pianta del progetto architettonico; si rappresenta inoltre, 11.6).
quasi sempre, la sezione trasversale della struttura, Gli elaborati grafici sin qui esaminati, spesso policromi, co-
ribaltata sulla stessa pianta (fig. 11.7). munque sempre realizzati con grande cura fanno pensare
Per le opere più complesse vengono usati anche i colori più a disegni didattici che a lavori di routine professionale.
per evidenziare nelle sezioni la posizione delle armature, Con il passare degli anni si va verso una schem atizzazione
ad esempio il rosso per i ferri delle solette piane, il blu e una rappresentazione semplificata e convenzionale, i ferri
per i ferri delle travi e delle nervature, il nero per la di armatura nelle sezioni vengono rappresentati da una
sagoma esterna dei getti. sola linea continua di diverso spessore, (a seconda del
172 11. Considerazioni sulle tecniche di rappresentazione negli elaborati grafici

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Fig. 11.7: Progetto di solaio in C.c.a. della
casa di via XX Settembre 39 a Genova, 1900
(A.P., doso Genova 1900-01, prat. 391)

Es:.P05IZI0NE. DI TORINO ~.~ 19t\

PALAZZO S,TABILE. -

Fig. 11.8: Progetto della struttura della cupola del Palazzo Stabile dell'Esposizione di Torino 1911 (A.P., doso Torino 1909. prat. 3337)
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11-4 Aspetti relativi all'ideazione slatica e formale leggibili nei disegni e nelle relative realizzazioni 173

drametro) e impiegando un solo colore (fig. 11.8). zione, essi hanno contribuito a materializzare dei fatti di
Si giunge cosi ad una unificazione delle tecniche di rappre- ideazione stati ca e formale [4], hanno cioè permesso la
sentazione [3]. trasmissione di idee di architettura.
Con l'aumento della complessità delle opere, con la realiz- Gia in precedenza si sono richiamate le strutture in legno,
zazione di strutture a telaio, sviluppate spazialmente, si esse si distinguono per la facile possibilità dì intuirne il
ricorre spesso a disegnare tutta la struttura con piante e comportamento statico e per le sapienti tec nologie di
prospetti, come se fosse un'opera finita a sé stante, priva di utilizzo impiegate. Anche per il C.C.a. è possibile fare un
tutti i tamponamenti e delle parti di completamento (fig. discorso per certi aspetti analogo.
11.9). Il disegno della posizione dei ferri di armatura e il dimensio-
Questi disegni sono molto particolari, riferendosi alla sola namento delle sezioni reagenti di Queste strutture esplicita
nuda struttura stati ca, rappresentano l'oggetto edilizio in in modo abbastanza chiaro gli andamenti de Ile linee di
una sua fase transitoria, ad avvenuto disarmo dei getti pri- flusso degli sforzi e la vita stati ca del manufatto; vita statica
ma dei successivi completamenti che ne possono che è più difficilmente intuibile esaminando la struttura
modificare notevolmente l'aspetto. finita e completa. L'esame dei progetti di grandi strutture
Nell'edilizia industriale dove é prevalente la parte statico ponti, cupole, portali, ecc., ne è la conferma (figg. 11.10,
strutturale rispetto alle chiusure e finiture questo modo di 11.11 ).
rappresentazione é generalizzato. La possibilità di modellare a piacimento le strutture in c.c.a.
innesca la fantasia dei progettisti, si giunge così a proporre,
in sostituzione dei semplici solai a travi parallele, strutture
sempre più complesse, a livello spaziate si hanno nuove
11.4 Aspetti relativi all'ideazione statica e for- soluzioni che richiedono contemporaneamente valide
male leggibili nei disegni e nelle relative realiz- capacità progettuali di calcolo e sperimentate capacità di
realizzazione, parallelamente si assiste alla sperimentazio-
zazioni ne di nuovi linguaggi architettonici. Molti disegni di
Specialmente nell'ambito dei progetti di grandi strutture, soluzioni proposte e molte realizzazioni esplicitano questo
coperture, ponti, ecc. Questi elaborati grafici, oltre a costi- fatto (fig. 11.12).
tuire insostituibile supporto tecnico per la realizzazione, È utile ricordare infine che tutti Questi disegni, specialmente
sono uno dei passi fondamentali nel processo di progetta- quelli relativi alle grandi strutture, non vanno solo conside-

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Fig. 11.9: Progetto della sola struttura in c_c.a. del Palazzo Stabile dell'Esposizione di Torino, 1911
174 11. Considerazioni sulle tecniche di rappresentazione negli elaborali grafici

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Fig. 11.10

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Figg. 11.10 e 11.11: Progetto del ponte pedonale sul torrente Boate a Rapallo e disposizione dei ferri di armatura (A.P .• doso Liguria 1911.
prato 4139)

Fig. 11.12: Disegno del Ponte Risorgimento sul Tevere a Roma 1909-11 (A.P., doso Roma 1910-11, prat. 3324)
11_4 Aspetti relativi all'ideazione statica e formale leggibili nei disegni e nelle relative realizzazjoni 175

rati come un fatto meramente tecnico e strumentale per AA.VV.,La Rappresentazione nella progettazione civile e indu-
1·2secuzione. Dato che la loro elaborazione discende diret- s.triale, Quaderno n. 7 del Dipartimento di Ingegneria dei Siste-
tamente da processi ideativi e da verifiche analitiche su mi Edilizi e Territoriali del Politecnico di Torino, Levrctto e Bella,
Torino 1984.
ipotesi di base, questi disegni sono punto nodale della
Ed inoltre, in particolare, le seguenti pubblicazion i:
progettazione, sono frutto di un processo progettuale e CAVALLARI MURAT A., Come Carena Viva, Bottega d'Erasmo,
creativo che in essi si concretizza e trova la-'propria verifica e
Torino 1982, voI. V, Cap. Graficismò grafia operativa, pago 93;
tecnologica. BARDELLI P.G., COPPO S., Finalizzazione della normativa
grafica nell'iter progettuale in ambito di ingegneria civile, Atti del
2° Congresso Nazionale ADM, Saint Vincent, 1978; OREGLIA
Note al Capitolo 11. M., Problemi di caratterizzazione di elaborati nel processo pro-
gettuale, in Orientamenti della normativa per il Disegno tecnico
(1] Un intervento su questo argomento è stato presentato in occa- ..., op. cit.; COPPO S., Stato attuale def/a normativa in ambito di
sione del Conveg no "La trasmissione delle idee dell'architettu- disegno tecnico per l'ingegneria, in Orientamenti de Ila normati-
ra", Udine 29-30 Settembre 1988, cfr. NELVA R., Rapporti tra va ..., op. cit.; BARDELLI P.G., Possibile recupero di taluni valori
ideazione, tecniche di rappresentazione ed aspetti tecnologici e propri della tecnica di rappresentazione per l'ingegneria indu-
realizzativi nei primi progetti di calcestruzzi armati Hennebique, striale-meccanica al/a tecnica di rappresentazione per l'inge-
Cfr. Atti del Convegno, Udine 1990. gnere civile, in Orientamenti della normativa ..., op. cit.
[2] Sulla tematica del disegno tecnico nell'ambito dell'ingegneria [3] Relativamente alla attuale normalizzazione del disegno delle
civile tra le molte pubblicazioni si citano gli atti dei seguenti strutture in c.c.a. si citano i lavori della Commissione Disegni
congressi: AA.VV., Orientamenti della Normativa per il Disegno Tecnici dell'UNI e la norma UNI-ISO 3766: Disegni tecnici, Rap-
Tecnico in ambito di ingegneria civile, Quaderno n. 3 dell'Istitu- presentazione simbolica delle armature del cemento armato.
to di Architettura Tecnica del Politecnico di Torino, Levrotto e Cfr. inoltre: VITALI R., GHIANDA U., Trattato di Disegno edile, Ge-
Bella, Torino 1979; AA.VV., Disegno, Atti del primo Convegno nova 1976, pago 164 e sgg.; Consiglio Nazionale delle Ricerche,
nazionale dei docenti della rappresentazione, S. Margherita Li- Manuale del/'Architetto, 3° ed., CNR, Milano, 1962.
gure 3-5 maggio 1979, Istituto di Rappresentazione Architetto- [4] Cfr. NERVI P.L., Scienza o Arte del Costruire?, Edizioni della
nica della Facoltà di Architettura di Genova, Genova 1979; Bussola, Roma, 1945.
Capitolo 12.

Considerazioni sugli interventi con conglomerato cementizio armato in


ambito di edilizia agricola
(F. Zampicinini)

12.1 Premessa 12.2 Considerazioni sulla localizzazione e sui


committenti
Nell'Ottocento iniziO, con il nuovo capitalismo agrario, una
riorganizzazione del territorio e dei sistemi produttivi che Come precedentemente accennato, la Soc. Porcheddu ef-
comporto anche importanti interventi nell'edilizia rurale, fettuo lavori di edilizia agricola soprattutto in Piemonte ed in
miranti ad una razionalizzazione dei fabbricati [1]. particolare nella provincia di Torino, intervenendo sia in
Nell'ambito di questi lavori si registrO, fra gli ultimi anni opere di ristrutturazione, sia nella costruzione di nuovi
dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, l'introduzione del edifici.
conglomerato cementizio armato, che in un primo tempo Gli interventi più impegnativi sono stati svolti nelle cascine
interessò prettamente i fabbricati rurali, mentre le case della pianura vercellese, per la realizzazione di magazzini
coloniche continuarono ad essere costruite secondo da riso e di dormitori per i lavoratori avventizi: a Questo
tecniche tradizionali [2]. proposito si ricordano le opere nella tenuta Engelfred a
Le considerazioni che seguono sono state sviluppate attra- Tronzano, nella cascina Grangia a S. Germano, nella tenuta
verso un'indagine sui lavori che la Soc. Porcheddu realizzo Malinverni ad Albano, ecc. Due interventi di una certa rile-
fra il 1896 e il 1930, nell'ambito dell'edilizia agricola. vanza furono svolti anche in Toscana nella casa colonica
Complessivamente sono documentati un centinaio di inter- del conte Borghese, a Colle di Val d'Elsa, e nella tenuta del
venti riguardanti tale settore, di cui la metà in Piemonte e i nobile Nucenni-Curiano a Siena.
rimanenti distribuiti fra Lombardia, Liguria, Veneto e Per Quanto riguarda i committenti, è interessante notare
Toscana. che non sono in genere i piccoli propri eta ri contadini a

Fig. 12.1; Progetto della scuderia del


conte Brondello, Serralunga d'Alba,
1897: uno dei primi edifici rurali utiliz-
zanti strutture in c.c.a: l'elaborato provie-
ne dal Bureau Technique Hennebique di
Bruxelles (A.P., dos Piemonte 1895-97,
prat. 51/1863)
12.3 Tipologie edilizie, tipologie strutturali 177

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Fig, 12.2: Pianta di solaio sistema Hennebique a travi parallele e soletla per la stalla della tenuta Ceriana di Airasca, 1904 (A.P., doso Piemon-
te 1904, prat. 1739123899)

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Fig. 12.3: Pianta del solaio sistema Hennebique, costituito da travi principali, travi secondarie e soletta, della scuderia proprieta. Serra, Tori-
no, 1901 (A.P., doso Torino 1901, prat. 689/11636)
178 12_ Considerazioni sugli interventi con c.c.a. in ambito di edilizia agricola

rivolgersi alla Società torinese, ma famiglie nobili o borghe- interventi particolari si segnalano una tettoia per la
si oppure enti, quali l'Ordine Mauriziano ed il Consorzio copertura dell'aia nella tenuta Greppia a Cavenago d'Adda,
Agrario di Novara. Anche alcuni comuni chiesero l'inter- un serbatoio nella tenuta Masino a Trofarello, una baracca
vento della Soc. Porcheddu per la costruzione di edifici ed per bozzoli a Paderno, alcune strutture per serre e pergolati
attrezzature (stalle, tettoie, laboratori, ecc.) per i mercati del di giardini. -
bestiame e per gli ammazzatoi: diversi lavori furono effet- Per quanto riguarda l'evoluzione nel tempo dei tipi di strut-
tuati all'ammazzatoio municipale di Torino e furono ture utilizzate si puo notare quanto segue.
costruite una tettoia per il mercato del bestiame di a) Le prime utilizzazioni del c.c.a. si riferiscono a solai por-
Alessandria ed una stalla per l'ammazzatoio di Venezia. tanti di fienili e stalle oppure di edifici agricoli in genere.
CiO è legato al fatto che, analogamente a quanto
avvenuto nell'edilizia industriale, gli indubbi vantaggi del
C.C.a. (buona resistenza portante, igienicita, durabilita,
12.3 Tipologie edilizie, tipologie strutturali ecc.) ne favoriscono l'impiego. Esemplificativa tra le pri-
me realizzazioni è quella di un solaio della scuderia del
Dal punto di vista tipologico furono costruiti prevalente- conte Brondello a Serralunga d'Alba del 1897, esegui-
mente stalle, scuderie, magazzini, cantine, mulini. Fra gli to su disegni provenienti dallo studio Hennebique di

Fig. 12.4: Progetto della stalla e fienile proprietà Dequartì, Palestro, 1907, costituita da murature portanti perimetrali e solaio sistema Hen-
nebique (A.P., doso Lombardia 1906, prat. 2536/33925)

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Fig. 12.5: Progetto dei magazzini da riso e dormitori della tenuta Engelfred a Tronzano Vercellese. 1909; sono visibili in pianta i pilastri cen-
trali di spina e di facciata in muratura, sorreggenti le travi e le solette sistema Hennebique (A.P., doso Piemonte 1909, prato 3181)
12.3 Tipologie edilizie, tipologie strutturali 179

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Fig. 12.6: Pianta dei solai della cascina propri eta Biglia a Malpenga. 1915: è visibile la tradizionale struttura portante muraria con diverse so-
luzioni di solai (A.P., doso Piemonte 1915. prat. 5351)

Fig. 12.7: Prospetto verso cortile del


fabbricato colonico de Ila cascina
SIMP, proprieta Biglia, a Vigliano Biel-
lese, 1915, progetto di G. Velati Bellini:
si notino la facciata trad izionale con
archi e mattoni (A.P., doso Piemonte
1915. prat. 5351)

Bruxelles (fig, 12,l l, migliorare l'impianto distributivo, eliminando i muri di


In queste prime realizzazioni i solai poggiano su muratu- spina (fig, 12,6),
re portanti perimetrali; la struttura orizzontale è in genere t. certo che l'uso delle murature portanti, come nelle so-
costituita da solette irrobustite con nervature parallele luzioni adottate, nei casi presi in esame, permette solu-
(fig. 12.2), oppure da solai con travi principali, travi zioni architettoniche congruenti con l'esistente e
secondarie e solette (fig. 12.3). ambientalmente inserite, come nell'esempio della
cascina "Simp" a Viglìano Biellese, realizzata su disegno
b) Come per l'edilizia civile, anche nell'ambito degli edifici
dell'ing, G, Ve.lati-Bellini (fig, 12,7),
agricoli la forte tradizione costruttiva fa sì che nel primo
decennio del Novecento si tenda a costruire sempre con c) Nel secondo decennio del Novecento comparvero le
muratura portante verticale e coperture con capriate in strutture a telaio con solai e pilastri in C.c.a.• che come
legno, puradottando soluzioni di solai orizzontali di un impostazione poco si discostavano dalle coeve realizza-
certo impegno (fig, 12.4), zioni di edilizia civile residenziale e della piccola indu-
Questo fatto si verifica anche quando sarebbe naturale e stria. La razionalità strutturale raggiunf{l è comunque
spontaneo ricorrere a pilastri in c.c.a., evitando la realiz- evidente. come ad esempio nella casa colonica del
zazione di pilastri in mattoni, isolati dal resto della co- conte Borghesi a Colle di Val d'Elsa (fig. 12.8), dove sono
struzione (fig. 12.5). oppure dove sarebbe possibile le necessità distributive interne e funzionali dell'edificio
180 12. Considerazioni sugli interventi con c.c.a. in ambito di edilizia agricola

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Fig. 12.8: Progetto della struttura a telaio (pilastri, travi e solai) in c.c.a. della casa colonica conte Borghesi a Colle di Val d'E Isa. 1914 (A.P.,
doso Zone diverse 1913-16, prat. 4977)

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a guidare l'impianto strutturale.


12.4 Considerazioni conclusive
d) Oltre che neH'edilizia, in campo agricolo il c.c.a. diede un In conclusione si può ritenere che l'impiego del c.c.a. nei
valido contributo anche nella realizzazione di strutture primi anni del Novecento non abbia rappresentato per l'edi-
speciali, quali vasche, tine, ecc., per le quali l'impiego lizia agricola un fatto rivoluzionario: questo in assonanza
della nuova tecnica costruttiva si dimostrò particolar- con la tipologia agricola, vincolata a schemi tradizionali.
mente vantaggiosa. Fra queste strutture si ricordano le Tale impiego si sviluppò comunque con gradualità nel
ti ne da vino esterne ed interrate (fig. 12.9), i pali da vigna, tempo, interessando inizialmente strutture semplici (solai)
destinati a sostituire quelli tradizionali in legno di casta- e giungendo ad opere più complesse (strutture a telaio),
gno o robinia, le strutture per il sostegno di pergolati (fig. integrate però sempre nelle impostazioni generali tradi-
12.10). zionali.
12.4 Considerazioni conclusive 181

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Fig. 12.10: Schizzi della struttura con pilastri e travi in c.c.a. per il Fig. 12.11: Schizzo prospettico di tettoia in C.C.a. per il mercato bo-
pergolato proprietà Givogre, 1898 (A.P., doso Torino 1895-98, prat. vini di Alessandria, 1930 (A.P., doso Piemonte, 1930, prat. 7063)
'47/3174)

Note al Capitolo 12 Piemontese di Archeologia e Belle Arti, Torino, in Corso di pub-


(l) ZAMPICININI F., Per una storia delle cascine della pianura ales- blicazione.
sandrina: stafo attuale delle ricerche e indivlduazione deJle (2] ZAMPICININI F., Note sulle prime utilizzazioni del calcestruzzo
possibili font; documentarie. Atti del Convegno "Antichità e arte armato in Piemonte nell'edilizia rurale (1896-1930), in "Studi
nell'Alessandrino", Alessandria 15-16 ottobre 1988, Società piemontesi", fasc. 1, voI. XVII1, marzo 1989, pp. 1 79-182.
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