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Impianti di climatizzazione

Prof.Gianfranco Cellai
Corso di Impianti Tecnici
Scienze dell’Architettura
Legislazione generale

DPR 26 agosto 1993 n°412


Regolamento di attuazione art.4 comma 4 L.10/91 in materia di progettazione,installazione, esercizio e
manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento del consumo di energia.
DM 12 aprile 1996 (GU n.74 del 4 maggio 1996)
Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione e l’esercizio degli
impianti termici alimentati da combustibili gassosi
DPR 13 maggio 1998 n°218 (GU n.158 del 9 luglio 1998)
Regolamento recante disposizioni in materia di sicurezza degli impianti alimentati a gas combustibile per uso
domestico
DM 26 novembre 1998 n°218 (GU n.302 del 29 dicembre 1998)
Approvazione di tabelle UNI-CIG, di cui alla legge 6 dicembre 1971, n. 1083, recante norme per la sicurezza
dell'impiego del gas combustibile (18 gruppo).

DPR 21 dicembre 1999 n°551 (GU n.81 del 6 aprile 2000)


Regolamento recante modifiche al DPR 412/93 in materia di progettazione,installazione, esercizio e manutenzione
degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento del consumo di energia.
Tipologie di impianti

Gli impianti si possono classificare in :


• impianti ad acqua;
• impianti ad aria;
• impianti misti aria-acqua
Tipologia di generazione
In funzione della generazione del calore si
possono avere:

• Impianti centralizzati (condomini)


• A zone (residenza/uffici/negozi)
• Autonomi(caldaiette a gas)

Le stesse considerazioni valgono anche per le


altre tipologie impiantistiche
Tipologia funzionale impianto di
climatizzazione

• controllo della sola temperatura ambiente:


si ha riscaldamento o raffrescamento

• controllo della temperatura + umidità relativa


+ purezza dell’aria: si ha il condizionamento
dell’aria
Centrali tecnologiche
• Centrale termica : produzione di fluidi caldi
mediante generatore di calore;
• Centrale frigorigena:
frigorigena produzione di fluidi freddi
mediante gruppo frigorigeno (condensato aria o
acqua);
•Centrale trattamento aria:
aria trattamento dell’aria
mediante appositi componenti (batterie di scambio
termico, umidificatore, elettoventilatore, ecc.)
raccolti in una apposita macchina denominata UTA
(unità trattamento aria).
• Centrale idrica e antincendio
Centrale termica
In generale l’ubicazione della centrale termica deve essere il più
possibile vicino all’utilizzo, compatibilmente con le normative in
materia di sicurezza.
La sua collocazione dipende sia dal tipo di combustibile che la
alimenta sia della destinazione dell’immobile (residenza
privata/locali pubblici spettacolo) sia, soprattutto dalla potenza
nominale Pn del generatore.
La prima suddivisione deve essere fatta tra impianti aventi :
• Pn < 35 kW (caldaiette a gas) non è richiesto un’apposito locale
(v. norme UNI CIG 7129/2000);
•Pn > 35 kW è richiesto uno specifico locale (siamo nel campo
della prevenzione incendi)
•Pn > 116 kW occorre ottenere il CPI (Certificato Prev. Incendi)
Schemi di possibili collocazioni

N.B. Per gas con densità < a 0,8 kg/m3 si intende il metano
C.T. a gas fuori terra: pianta
Pn > 116 kW REI 120
Pn < 116 kW REI 60

Zona a Superficie
cielo minimo 6 m²
libero
C.T. a gas fuori terra: sezione
Solaio a filo apertura

Parete cedevole

A = Q x 10 (cm²)
Q potenzialità calorica in kW
CT a gas DM 1996
C.T. a gas entro terra: pianta

L = 90 cm
C.T. a gas entro terra: sezione

L = 90 cm

A = Q x 15 (cm²) con Q in kW
C.T. a gas su copertura

A = Q x 10 (cm²) con Q potenza totale in kW


Dimensioni di un generatore

NB Potenze superiori a
350 kW devono essere
suddivise su almeno due
generatori
Modulo termico
Per tener conto del fatto che in centrale occorre installare anche
collettori, tubazioni, elettropompe, ecc. si può ricorrere
empiricamente ad un dimensionamento di massima con il
modulo termico mt:
mt = 0,4 (Q’)0,25 Q’ = Pn (kcal)/1000
Profondità del locale = 2 x mt + 2 (m)
Larghezza del locale => 1 caldaia = 2 x mt + 1,2 (m)
2 caldaie = 3 x mt + 1,8 (m)
3 caldaie = 4 x mt + 2,4 (m)
Esempio di calcolo
Sia Pn = 100.000 kcal/h
Q’ = 100.000/1000 = 100
mt = 0,4 (100)0,25 = 1,3
Per una caldaia si ha : profondità = 2 x 1,3 + 2 = 4,6 m
larghezza = 2 x 1,3 + 1,2 = 3,8 m
Superficie locale = 4,6 x 3,8 = 17,5 m²
Applicando le dimensioni limite di legge, per una caldaia di tale
potenza era sufficiente un locale di metà dimensioni (circa 8 m²)
IMPIANTI DOMESTICI CON PORTATA TERMICA FINO A 35 Kw
Norma UNI-CIG 7129

Il tutto ricade nell’ambito della


Legge 46/90 Norme per la sicurezza degli impianti
Occorre tuttavia seguire anche il DPR 551/99 per
quanto attiene lo scarico dei prodotti della
combustione e la progettazione degli impianti in
generale.
SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE
LINEE DIRETTRICI DELLA NORMATIVA
Definizioni
- ventilazione: Afflusso dell'aria necessaria alla combustione.

- aerazione: Ricambio dell'aria necessaria sia per lo


smaltimento dei prodotti della combustione, sia per evitare
miscele con un tenore pericoloso di gas non combusti. Per le
cucine si assume pari a 3-5 vol/h.
- Canale da fumo : condotto per l’evacuazione dei prodotti della
combustione con andamento sub-orizzontale (pendenzamin 3%) di
raccordo tra la caldaia ed il camino;
- camino o canna fumaria:
fumaria condotto verticale per l’immissione in
atmosfera dei prodotti della combustione
Classificazione apparecchi a gas in funzione
delle modalità di scarico

(Caldaia stagna)
Sigle di classificazione
La classificazione degli apparecchi in funzione delle modalità di prelievo e
scarico dei fumi è fatta per ciascuna delle categorie B e C aggiungendo dei
pedici:
• il primo dei pedici 1-2-3 ecc. indica le modalità di prelievo dell’aria;
• il secondo pedice indica l'assenza o la presenza di un ventilatore incorporato
per il prelievo dell'aria e/o lo scarico dei prodotti della combustione, nonché la
sua posizione all'interno dell'apparecchio ad esempio 1= tiraggio naturale, 2 e
3 e 4 tiraggio forzato con diversa posizione del ventilatore.

Ulteriore classificazione per la sicurezza


Le lettere a pedice "AS" (atmosphere safety) indicano la presenza di
dispositivo di controllo dell'atmosfera ambiente, mentre le lettere a
pedice "BS" (blocked safety) indicano la presenza di dispositivo di
controllo del corretto scarico dei prodotti della combustione, che
interviene in presenza di ostruzione totale o parziale del camino.
Apparecchi tipo B1
Tipo B 1 : Apparecchio di tipo B con dispositivo rompitiraggio antivento.
Tipo B 11 : Apparecchio di tipo B 1 a tiraggio naturale.
Tipo B 12 : Apparecchio di tipo B 1 munito di ventilatore a valle della camera di
combustione/scambiatore di calore e a monte del dispositivo rompitiraggio
antivento.
Tipo B 13 : Apparecchio di tipo B 1 munito di ventilatore a monte della camera di
combustione/scambiatore di calore.
Tipo B 14 : Apparecchio di tipo B 1 munito di ventilatore a valle sia della camera
di combustione/scambiatore di calore che del dispositivo rompitiraggio antivento.
Apparecchi B2
Tipo B 2 : Apparecchio di tipo B senza dispositivo rompitiraggio antivento.
Tipo B 21 : Apparecchio di tipo B 2 a tiraggio naturale 2) .
Tipo B 22 : Apparecchio di tipo B 2 munito di ventilatore a valle della
camera di combustione/scambiatore di calore.
Tipo B 23 : Apparecchio di tipo B 2 munito di ventilatore a monte della
camera di combustione/scambiatore di calore.
Apparecchi tipo C1

Tiraggio Tiraggio
naturale forzato
Apparecchi tipo C3
Apparecchi
tipo C4

NB nella stessa canna fumaria


non possono essere allacciati
apparecchi con pedice diverso
Apparecchi tipo C5
Apparecchi in cucina
Boyler
Scarico gas Cappa
combustione Scarico
fumane

Presa
aria
esterna

Apparecchio a gas

Apparecchi di cottura : devono scaricare in una cappa collegata a


camino o a canna fumaria collettiva diversa dagli altri apparecchi.
E’ necessario far arrivare aria esterna per la corretta combustione.
IDONEITÀ DEI LOCALI
In ogni locale dove avviene una combustione deve
affluire almeno tanta aria quanta ne viene richiesta
dalla regolare combustione (ossigeno comburente) e
dalla ventilazione del locale :
risultato combustione ---> CO 2+vapor d’acqua.
I prodotti della combustione devono essere
allontanati in modo efficiente e sicuro mediante
appositi sistemi di evacuazione.
Il mancato allontanamento dei fumi ed una scarsa
ventilazione fa diminuire la quantità di ossigeno
nell’ambiente ed è causa di formazione di
monossido di carbonio CO.
Limitazioni all’installazione apparecchi B
• Apparecchi tipo B, per produzione di acqua
calda non possono essere installati nelle
camere e nei servizi se il volume è minore di Apparecchi non
stagni
1,5 m3 per kW di potenza installata e
comunque inferiore a 20 m3 ;
• Apparecchi di tipo B per riscaldamento o
misto, non possono essere installati nelle
camere, nei servizi e dove vi sono caminetti
privi di un proprio afflusso di aria adeguato;
• Se tali apparecchi sono privi di dispositivo di
arresto del gas e installati all’interno
dell’abitazione, le apertura di aerazione devono
essere raddoppiate almeno a 200 cm2.

NB. Il DPR 551/99 impone una apertura minima di


4000 cm² (64 x 64 cm) per apparecchi B1(v.UNI 10642)
MODALITÀ DI POSA
IN OPERA DELLE
TUBAZIONI
Ventilazione per apparecchi tipo A

NB. Praticare doppia griglia di ventilazione una


in basso e l’altra in alto
Ventilazione naturale diretta apparecchi Tipo B e cucine

-dimensioni minime 100 cm2, con 6 cm2 ogni kW di portata termica installata; le
dimensioni sono aumentate in presenza di estrattori d’aria per cucine;
- protezione presa d’aria con griglia che non diminuisca la superficie libera;
- griglie realizzate in modo da non essere ostruite poste in basso della parete.

NB Apparecchi tipo B1 S = 4000 cm² per il DPR 551/99


Ventilazione naturale mediante condotti collettivi
Ventilazione naturale indiretta
apparecchi tipo B e cucine

Il locale adiacente non deve:


• essere adibito a camera da
letto;
• essere messo in depressione;
• essere a rischio di incendio;
Inoltre:
• deve essere aerato
direttamente dall’esterno;
•l’apparecchio da servire deve
essere allacciato ad un condotto
di scarico.
EVACUAZIONE ARIA VIZIATA
Nei locali cucina è necessario far affluire anche aria esterna di
rinnovo per consentire l’evacuazione dell’aria viziata.
Se si usa un elettroventilatore occorre fare attenzione ad una serie di
fattori quali:
Esempio di dimensionamento della apertura di ventilazione
naturale diretta: caso A normale
escludendo apparecchi tipo B1 : Smin = 4000 cm² (DPR 551/99)

Fonte CIG Comitato Italiano Gas

1) Caldaia tipo B (non stagna) portata termica Q1 = 25 kW


2) Apparecchio di cottura portata termica Q2=10 kW
- dotato di dispositivo di sicurezza spegnimento accidentale
- dotato di cappa convogliante all’esterno i fumi

3) Apertura di ventilazione in basso su parete esterna


4) Dimensioni apertura S (cm²):
S = 6 x (25 + 10) = 210 cm² > 100 cm²
dimensioni 14,5 x 14,5 cm
Esempio di dimensionamento della apertura di ventilazione
naturale diretta: caso B - una anomalia

1) Caldaia tipo B (non stagna) portata termica Q1 = 25 kW


2) Apparecchio di cottura portata termica Q2=10 kW
- privo di dispositivo di sicurezza spegnimento accidentale
- dotato di cappa convogliante all’esterno i fumi

3) Apertura di ventilazione in basso su parete esterna


4) Dimensioni apertura S (cm²):
S = 6 x (Q1) +12 x (Q2) = 6 x 25 +12 x 10 = 270 cm² > 100 cm²
dimensioni 16,5 x 16,5 cm
Esempio di dimensionamento della apertura di ventilazione
naturale diretta: caso C - due anomalie
1) Caldaia tipo B (non stagna) portata termica Q1 = 25 kW
2) Apparecchio di cottura portata termica Q2=10 kW
- privo di dispositivo di sicurezza spegnimento accidentale
- privo di cappa convogliante all’esterno i fumi

3) E’ necessario installare aspiratore su parete esterna azionato unitamente


all’uso dell’apparecchio di cottura: la portata d’aria in ingresso deve
essere pari a quella espulsa. Nel caso in esame si assume una portata di
50 m3/h e quindi occorre una apertura minima Se = 140 cm²
4) Ubicazione dell’apertura in basso su parete esterna
5) Dimensioni apertura S (cm²):
S = 6 x (Q1) +12 x (Q2) = 12 x 25 + 6 x10 = 270 cm² > 200 cm²
S tot = S + Se = 270 +140 = 410 cm² dimensioni 20,2 x 20,2 cm
Esempio di dimensionamento della apertura di ventilazione
naturale diretta: caso D con peggiori condizioni

1) Caldaia tipo B (non stagna) portata termica Q = 25 kW


2) Apparecchio di cottura portata termica 10 kW
- privo di dispositivo di sicurezza spegnimento accidentale
- privo di cappa convogliante all’esterno i fumi

3) Apertura di ventilazione in alto su parete esterna


4) Dimensioni apertura S (cm²):
S = [6 x (Q1) +12 x (Q2)] x 1,5 = 270 x 1,5 = 405 cm² > 300
405 cm² > 200 x 1,5 cm²
S tot = S + Se = 405 +140 = 545 cm² dimensioni 23,3 x 23,3 cm
Scarico dei prodotti della combustione

L’allacciamento di due
apparecchi nello stesso
raccordo è consentita previa
maggiorazione dello stesso
(combustibile identico).
Camini per apparecchi tipo B

Condotti collettivi
ramificati per tiraggio
naturale CCR

NB. Non possono essere usati per apparecchi tipo B a tiraggio forzato
Limitazioni alle CCR
Nuova CCR

CCR per apparecchi a tiraggio


naturale
Altezza max. 7 piani
Dal settimo piano occorre
ripartire con un’altra canna
fumaria
Particolari allacciamento Condotto
secondario

? ?? ?????

collettore
I rischi di fughe gas e ostruzioni

Rottura all’innesto Ostruzioni con calcinacci


NB Le canne fumarie necessitano di manutenzione.
Si usano sempre più condotti in acciaio prefabbricati
Elementi del nuovo camino
Comignoli

Schemi di sbocco
dei camini sulle
coperture
(comignoli)
Comignoli
Lo scarico dei prodotti della combustione a parete
Il D.P.R. 551/99 (aggiornamento DPR 412/93) consente lo scarico a parete dei
prodotti della combustione nel caso di sola sostituzione del generatore.
E’ consentito lo scarico a parete anche nei seguenti casi solo se si utilizzano
caldaie "ecologiche
ecologiche":
•singole ristrutturazioni di impianti autonomi in edifici costituiti da più unità
immobiliari, in assenza di camini/canne fumarie/sistemi d'evacuazione dei
prodotti di combustione funzionali ed idonei, od adeguabili all'applicazione di
apparecchi con combustione asservita da ventilatore;
•nuove installazioni di impianti termici individuali in edifici sottoposti ad
interventi di tipo conservativo, in assenza di camini/canne fumarie/sistemi
d'evacuazione dei prodotti di combustione funzionali ed idonei, od adeguabili.
Il Ministero dell'Industria, nella Lettera del 13/12/2000, ha fornito il seguente
parere in merito ad una quarta possibilità di scarico a parete :
"Il caso di impianto termico individuale già esistente, collegato a canna fumaria
collettiva ramificata, nel quale si intenda sostituire il generatore di tipo B con
uno a tiraggio forzato e meno inquinante (sia questo di tipo B o C), sembra
effettivamente rientrate nel caso di deroga previsto all'articolo 2, comma 2, del
D.P.R. 551/99, secondo capoverso, ed è quindi possibile consentire lo scarico a
parete".
Caldaia ecologica
Il Ministero ha ovviato alla mancata regolamentazione della sostituzione
dell'apparecchio tipo B con uno a tiraggio forzato - caso frequentissimo ma non
previsto - equiparandolo a quello della "ristrutturazione", in assenza di camini/canne
fumarie adeguabili all'applicazione di apparecchi a tiraggio forzato.

Quindi, se per motivi impiantistici occorre sostituire una caldaia a camera aperta e
tiraggio naturale - collegata ad una C.C.R. - con un apparecchio a tiraggio forzato, è
possibile scaricare a parete utilizzando un modello "ecologico", in quanto vi è
incompatibilità con il camino o la canna fumaria esistente.

BRUCIATORE ECOLOGICO
Realizzato per ridurre al minimo l'afflusso di
aria secondaria, assicura elevate prestazioni
termiche, basse emissioni di ossido di carbonio
(CO) e di ossidi di azoto (NOX).

CO 32 mg/kWh NOx 40 mg/kWh Classe NOx 5


1 Flussostato sanitario Schema funzionale caldaia a gas
2 Sonda sanitario
3 Scambiatore sanitario
4 Valvola gas
5 Presa pressione uscita valvola gas
6 Bruciatore
7 Scambiatore primario
8 Cappa fumi
9 Ventilatore
10 Camera stagna
11 Pressostato fumi
12 Sonda mandata
13 Termostato sicurezza
14 Vaso espansione impianto
15 Valvola sfogo aria
16 Circolatore caldaia
17 Valvola tre vie (motorizzata)
18 Rubinetto svuotamento impianto
19 Rubinetto riempimento impianto
20 By-pass regolabile
21 Pressostato impianto
22 Valvola di sicurezza 3 bar
23 Limitatore di flusso
Dimensioni caldaia pensile
Schema componenti e allacciamento per
scarico fumi a parete
Apparecchio tipo C
Stagno a tiraggio
forzato
Altre soluzioni scarico
a parete

L'estensione massima del kit separatore Ø 80/80 tra aspirazione e scarico


(comprese le prime 2 curve) è di 33,5 metri
Scarico in
copertura

L'estensione massima del kit


verticale Ø 60/100 abbinato
con il terminale Ø80/125 è di
5,35 metri.
Esempi di scarichi in parete
Apparecchi Tipo B
a tiraggio naturale
APPARECCHI TIPO B
POSIZIONE DEI TERMINALI DI TIRAGGIO
A TIRAGGIO NATURALE

Foro di scarico

Particolare di terminale
Le distanze dello scarico per apparecchi a
tiraggio naturale
POSIZIONE DEI TERMINALI DI TIRAGGIO
APPARECCHI TIPO B
A TIRAGGIO FORZATO
Le distanze dello scarico per apparecchi B
tiraggio forzato
Schemi di installazione di apparecchi di cottura tipo A
secondo i tipi di scarico

Soluzione a) Consentita anche


con cappa aspirante elettrica
Schemi di installazione di apparecchi di cottura tipo A
secondo i tipi di scarico

Soluzione c) Consentita anche


con cappa aspirante elettrica
Centrale frigorigena
Le dimensioni della centrale devono essere scelte in funzione
della tipologia di impianto, numero e tipo di apparecchi.
Oggigiorno i gruppi frigorigeni sono sempre più spesso
condensati ad aria e per questo vengono collocati in esterno,
tipicamente sulla copertura degli edifici. Le dimensioni variano
a seconda della potenzialità richiesta, tuttavia richiedono sempre
ampi vani a causa dell’ingombro dei ventilatori.
Sempre più diffusi sono i gruppi a pompa di calore ad
inversione di ciclo o circuito: essi consentono, infatti, con la
stessa macchina di avere produzione di acqua calda in inverno e
refrigerata in estate.
I gruppi frigoriferi condensati ad acqua, sono di dimensioni
sensibilmente più contenute rispetto agli altri, ma necessitano di
un condensatore remoto (torre evaporativa) se non è disponibile
acqua di pozzo o altre sorgenti esterne.
Schema distributivo
Il ciclo frigorifero
Gruppi frigo condensati ad acqua
Gruppo frigo condensato ad acqua
3.9 m

2.3 m

da 1.3 a 2.3 m
Torre di raffreddamento
da 0.7 a 2.7 m

1.93 m

da 1 a 3.4 m
Gruppi frigo condensati ad aria
e pompa di calore

2.4 m

2.3 m da 5.8 a 11 m
Esempi di
installazioni
Nuovo Polo Universitario V.le Morgagni-(FI)

Pompa di calore
Nuovo Polo Universitario V.le Morgagni-(FI)

Pompa di calore
Vista generale della copertura
Nuovo Polo Universitario V.le Morgagni-(FI)
Gruppo
antincendio

Gruppo autoclave
I problemi di rumore
Schema funzionale complessivo
Schema funzionale C.T.

VIR
Particolare del generatore APPARECCHI ISPESL PER CALDAIA
- VALVOLA SICUREZZA CALEFFI ART. 527640 1 1/4" +
ART. 552170
- POZZETTO PER TERMOMETRO CALEFFI ART. 694045 1/2"
- TERMOMETRO CALEFFI ART. 692000
- MANOMETRO RADIALE 6 bar CALEFFI ART. 557706+
690300+691300 ø 3/8"
- PRESSOSTATO DI BLOCCO CALEFFI ART 625000
- FLUSSOSTATO CALEFFI ART. 626000 + 626009
- FLUSSOSTATO CALEFFI ART. 626000 + 626009

APPARECCHI ISPESL PER OGNI BOLLITORE


- VALVOLA SICUREZZA CALEFFI ART. 513660 DA 11/4"+
ART. 552170

GR GRUPPO DI RIEMPIMENTO CALEFFI ART. 554140 1/2" COMPLETO

MANOMETRO RADIALE 6 bar CALEFFI ART. 557706+690300+


M
691300 3/8"

T TERMOMETRO CALEFFI ART 692000

P MANOMETRO RADIALE 6 bar CALEFFI ART. 557706 DN 100

F1 FILTRO CALEFFI ART. 577004 1/2" - FILETTATO

F2 FILTRO CALEFFI ART. 579100 DN 100 - FLANGIATO

F3 FILTRO CALEFFI ART. 577020 2 1/2" - FILETTATO

SE SONDA ESTERNA COLLEGATA ALLA CENTRALINA CALDAIA

ACCESSORI RETE GAS - GLI ALTRI ACCESSORI SONO


SONO INSERITI NELLA CALDAIA

VIR ELETTROVALVOLA COMANDATA DAL RILEVATORE GAS

FILTRO GAS CALEFFI ART. 848009 2"

REGOLATORE DI PRESSIONE GAS CALEFFI ART. 852009 2"

PRESA PRESSIONE GAS 3/4" CON TAPPO

CONTROLLO MINIMA PRESSIONE GAS -


MG
CALEFFI ART. 846003 + 846104- 3/8"

ELETTROVALVOLA DI SFIATO - APERTURA A BRUCIATORE FERMO


SCARICO IN ATMOSFERA - CALEFFI ART. 854146 1" 24V (AC)
Caldaia

Vasi d’espansione
Centrale Termica con più caldaie
Foto di centrale
Alimentazione gas e Q.E.
Elettropompe
e collettori
Nuovo Polo Universitario di Viale Morgagni (FI)

Edificio in copertura
Acqua calda sanitaria
Foto di boyler acqua calda
Centrale di trattamento aria
Nella centrale sono collocate le UTA. Ma talvolta vi si
trovano anche i gruppi frigo condensati ad acqua: infatti vale
sempre la regola di posizionare quanto più possibile vicini gli
apparecchi destinati a funzionare insieme.
Le UTA possono raggiungere dimensioni considerevoli e
pertanto è necessario prevedere fin dalla fase iniziale del
progetto la loro collocazione.
Fermo restando la necessità di raccordarsi con l’impiantista, è
possibile ipotizzare delle dimensioni di larga massima a
partire dalla definizione delle portate d’aria in circolo.
Le portate d’aria M
Per gli impianti aeraulici si possono ipotizzare ai fini del
dimensionamento di massima della centrale i seguenti ricambi
d’aria n in volumi ambiente/ora (h-1):
• solo ventilazione 1,5 ÷ 2
• termoventilazione 3 ÷ 5
• climatizzazione estiva 6 ÷ 8/10
La portata d’aria in circolo M è data da:
M = n x Volume edificio (m3/h)
Potenzialità frigorifera QFRIG è definita empiricamente da:
QFRIG = M x 0,008 (kW)
Esempio di dimensionamento
Si voglia condizionare l’aria in estate per un ambiente di 10000 m3
Il ricambio d’aria necessario n = 10 h-1
La portata d’aria M = 10.000 x 10 = 100.000 m3/h
La potenza frigorifera QFRIG = M x 0,008 = 800 (kW)
Gruppo condensato ad acqua mod. BE 2702
Dimensioni 3920 x 1300 x 2300 H (mm)
Gruppo condensato ad aria mod. FE 3206
Dimensioni 8500 x 2260 x 2350 H (mm)

NB La potenza può essere ripartita almeno su due macchine da 400 kW


Le unità di trattamento aria
Le UTA, unitamente ai condotti aeraulici di distribuzione
dell’aria in ambiente, possono raggiungere dimensioni tali da
porre condizionamenti progettuali che, se non previsti, rischiano
di modificare le altezze di progetto.
Per un dimensionamento di massima si può fare riferimento al
fatto che la velocità di attraversamento della macchina da parte
dell’aria, per motivi funzionali, non deve superare 3 m/s con
valori ottimali all’incirca di 2,5 m/s:
La sezione frontale della macchina è quindi data dalla relazione:
M = v x S = m/s x m² = m3/s (portata in volume)
S = M/v = m² (sezione frontale della macchina)
Dimensione componenti delle UTA
Velocità 2,5 m/s
Componenti delle UTA
Le UTA sono formate da vari componenti, in funzione del trattamento
che deve subire l’aria ed a seconda della necessità di installare un
recuperatore di calore (quasi sempre obbligatorio per legge).

Tipicamente, per il trattamento estivo-invernale, esse


richiedono:
1. Una sezione filtrante;
2. Una sezione di miscela aria esterna+aria di ricircolo;
3. Una batteria (BTR) di riscaldamento;
4. Una sezione di umidificazione;
5. Una batteria di raffreddamento;
6. Una batteria di post-riscaldamento;
7. Una sezione ventilante
Schema di UTA
sovrapposta

In linea
UTA senza
recupero di
calore

UTA con
recupero di
calore a flusso
incrociato
Dimensioni UTA schema in linea

Dimensioni
di massima delle UTA
per velocità di 2,5 m/s

Dimensioni UTA schema a sezioni sovrapposte


Foto
Nuovo Polo Universitario V.le Morgagni-(FI)

1.8 m

UTA al piano interrato:


L=6m P=1m
UTA
UTA
Recuperatore di calore
PAE +
espulsione

Prese aria esterna e mandata aria a


Careggi: problemi di ingombro per
installazione impianto successiva
alla costruzione dell’edificio
PAE Prese aria esterna e
mandata aria a
Careggi: problemi
di ingombro per
installazione
impianto
successiva alla
costruzione
dell’edificio

centrale
Esempio di dimensionamento
La portata dell’aria da trattare sia pari a 10.000 m3/h.
Con riferimento alla tabella precedente si ha:
1. Una sezione filtrante = 610 mm
2. Una sezione di miscela aria esterna+aria di ricircolo= 610 mm
3. Una batteria (BTR) di riscaldamento: 305 mm
4. Una sezione di umidificazione: 1220 mm
5. Una batteria di raffreddamento: 610 mm
6. Una batteria di post-riscaldamento: 305 mm
7. Una sezione ventilante: 1525 mm
Dimensioni totali : 5185 x 1350 x 1320 H (mm)
Ingombri delle condotte e manutenzione
Oltre alle dimensioni della macchina, occorre considerare
l’ingombro delle condotte e la necessità di lasciare spazi per la
manutenzione di filtri e batterie.
In linea di principio la larghezza laterale libera sul lato
manutenzione deve essere pari alle dimensioni trasversali del
componente aumentate del 30-50%.
Ad esempio per il caso precedente pari a: 1,35 m x 1,5 = 2 m

Per quanto attiene all’ingombro delle condotte anche per queste


si fa riferimento alla velocità di attraversamento consigliata per
problemi di rumore: conoscendo la portata si determina la
sezione: S = M/v = m² (sezione trasversale del condotto)
Esempi di ingombro di condotta
Velocità consigliate per residenze e uffici:
- bocca premente del ventilatore 5 ÷ 8 m/s
- condotti principali 3,5 ÷ 4,5 m/s
- condotti secondari 3,0 m/s
Una portata di 10000 m3/h corrisponde a 10000/3600 = 2,78 m3/s
La sezione del condotto in uscita dal ventilatore risulta :
S = 2,78/6 = 0,46 m² (circa 0,6 x 0,8 m)

0,46 m²
Centro Direzionale, Commerciale
ed Alberghiero, denominato NET Center
(Nord Est Tower), a Padova dell’architetto ticinese
Aurelio Galfetti

Vetro, acciaio ed
alluminio,
combinati in forme
convenzionali, con
il fabbricato
centrale costituito
da 20 piani fuori
terra denominato
“Torre” (base 33 m
x 32 m, 18.750 m 2
in 23 piani e 72 m
di altezza totale).
Destinazione
Uffici, residenze e
albergo
La NET Tower
Gli standard di comfort termo-igrometrico
richiesti sono stati soddisfatti utilizzando
sistemi autonomi ad espansione diretta a
“Volume di Refrigerante Variabile”(VRV),
per il trattamento dei carichi interni,
abbinati ad unità di trattamento dell’aria di
rinnovo, differenziati a seconda delle
specifiche richieste o delle portate d’aria in
gioco in centralizzati (per i grandi volumi
delle aree comuni) e localizzati
(recuperatori di calore totale).
Sistemi VRV a pompa di calore, uno per ogni
singola unità immobiliare.
Si compone in via schematica di:
• unità condensante dotata di uno o più compressori (a seconda della capacità)
con elevato grado di parzializzazione;
• unità interne che possono essere collegate fino ad un massimo di 40 a
ciascun sistema; ognuna di queste è indipendente da tutte le altre sia per
funzionamento, sia per regolazione automatica, sebbene tutte siano alimentate
dallo stesso circuito frigorifero. Ciò consente di climatizzare, col medesimo
sistema, locali con carichi termici anche diversi tra loro;
• collegamento tra le unità esterne e interne attraverso una coppia (o una terna,
nel caso di recupero di calore) di tubazioni di rame e da giunti e collettori di
derivazione;
• valvole selettrici per la scelta sulla modalità di funzionamento (solo nel caso
di sistemi a recupero di calore).
La versatilità del sistema si esplicita, nella disponibilità di lunghezze di
tubazione fino a 150 m di lunghezza massima con 50 m di dislivello e nel
ridottissimo ingombro delle tubazioni di refrigerante.
Impianti a pompa di calore ad espansione diretta

estate

inverno
La collocazione degli impianti

Lo spazio tecnico richiesto per il passaggio di


tubazioni e canali è stato ridotto: per le
installazioni VRV si è optato per il frazionamento
degli impianti, intervenendo con più sistemi a
servizio di ciascun piano e suddividendo in due
zone i locali tecnici.
In particolare la scelta è stata di posizionare parte
degli impianti in copertura e parte nel locale
tecnico nel piano interrato.
Distanze caratteristiche del sistema
Particolare installazione sistema VRV

Le macchine sono poste interamente inserite nel controsoffitto, senza


interferire né con l’arredo né con la linearità della veduta in facciata.
Unità interne a cassetta con predisposizione per attacco aria
esterna di rinnovo

Impianti multi split con unità


esterna a recupero di calore
Schema funzionale: albergo

Ogni unità può funzionare indifferentemente in riscaldamento e raffreddamento,


raffreddamento
indipendentemente da tutte le altre.
Tale scelta è motivata sia da ragioni tecniche, poiché è reale il verificarsi
contemporaneo di carichi di segno opposto durante il giorno, sia dall’obiettivo del
raggiungimento del massimo comfort per gli occupanti, giacché è possibile, con questa
configurazione d’impianto, creare, in ogni stanza, il clima desiderato.
Hotel-Piano tipo
Per la Torre, è necessario
prevedere l’apporto di aria di
rinnovo, essendo le finestre non
apribili per motivi di sicurezza.
Questo si ottiene con una UTA,
posta in un locale tecnico al
primo piano interrato, che, con
i suoi 10.000 m 3/h di portata,
serve gli 8 piani di stanze per il
ricambio aria e provvede
interamente al fabbisogno del
centro congressi (che si
sviluppa nei due piani interrati)
e della hall al piano terra.
Gli uffici: piano tipo
Ciascun piano ha una superficie di
760 m2 ed è frazionato in quattro
unità indipendenti, eventualmente
accorpabili in fase d’acquisto. La
diversa esposizione al sole durante
il giorno è tale da richiedere anche
per gli uffici, come per l’hotel, un
impianto in grado di commutare
automaticamente il funzionamento
in riscaldamento o in
raffreddamento in base all’effettiva
variazione del carico.
Schema distributivo interno
Ministero dell’Università e Ricerca scientifica Olandese
Gli interni finiti: sala riunioni
Palazzo per uffici: i
principi generali Corridoio con
controsoffitto
per
distribuzione
impianti

controsoffitto
interno per
distribuzione
impianti
L’uso della copertura e del p.int. per gli impianti
Centrali tecnologiche: C.T; gruppi frigo
condensati ad aria;UTA

Centrali tecnologiche: antincendio; idrica; gruppi


frigo condensati ad acqua;UTA
I cavedi e locali di servizio ai piani
cavedio

Quadri elettrici

Condotte dell’aria
Il Piano tecnico

Walter MacKenzie Hospital- Edmonton – Canada


La protezione dall’irraggiamento solare
L’uso dell’energia solare
La ventilazione naturale

Torre per uffici della Commerzbank Francoforte (D)


Architetti : Sir Norman Foster & Partners
1991-1997
Queen’s Building presso la De
Montfort University
Leicester Inghilterra
Architetti: Alan Short, Brian Ford
1988-1993

Main Street, dettaglio della parte


inferiore del camino di
ventilazione
Villaggio Olimpico a Grugliasco (TO)
La gestione impiantistica nei grandi edifici:
la Torre EDF di Parigi
Centro di Supervisione dotato di un
software di gestione per realizzare un
sofisticato sistema integrato di gestione
dell’edificio denominato Building
Management System (BMS) e permettere
all’operatore con un unico software anche
di configurare e controllare tutte le
apparecchiature connesse al sistema :
attraverso semplici comandi software il
gestore degli impianti può modificare gli
orari e le funzioni degli impianti in
corrispondenza dei nuovi cablaggi che si
devono fare sulla base delle nuove
definizioni di aree di lavoro e di relativi
comandi globali

Architetti Pei, Cobb, Freed & Partners


e Sambot-Rouit: 40 piani
Schema funzionale

i controllori locali BC8R (con 8 uscite a relè e 4 ingressi per ricevitori infrarossi) sono installati in un
controsoffitto e sono elettricamente connessi alla rete di potenza 220Vca, al bus LonWorks, ai ricevitori
di infrarossi e di movimento inseriti nel soffitto e comandano gruppi illuminanti, tapparelle, veneziane,
… .Il fancoil è regolato da un controllore connesso direttamente al bus LonWorks.
Impianti di pulizia
Schema sistema di aspirazione polveri
Sistema di aspirazione a zone
Esempi
Per la realizzazione degli
impianti occorre tenere
presente i seguenti aspetti

7
Spazi adeguati alle
soluzioni impiantistiche

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