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Gli studi di Piero Sanpaolesi per la copertura del Camposanto Monumentale di Pisa
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le, limpiego di tecniche e materiali moderni, i cui esiti hanno inciso profondamente sul volto dei monumenti restaurati. La liceit o meno di questi interventi sar una questione ampiamente
dibattuta in seguito, conducendo solo nel
1964, nella Carta di Venezia, a suggerire un utilizzo pi cauto dei materiali
moderni. La ricerca condotta parte dalla nota vicenda dellincendio e della successiva ricostruzione del tetto del Camposanto Monumentale di Pisa, ponendo
lattenzione sul primo progetto, presentato dal soprintendente Sanpaolesi al Ministero della Pubblica Istruzione, ma non
realizzato, di una copertura interamente
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Fig. 5 Pisa, 16 ottobre 1945. Stralcio del progetto della nuova copertura in cemento armato
rivestita in legno redatto dallingegnere Giancarlo Nuti e dal soprintendente Piero Sanpaolesi
(ACS, cit. b. 29)
zione puramente strutturale23, senza cavalcare la dirompente carica espressiva che invece quel materiale aveva
manifestato nel campo dellarchitettura moderna, fin dai suoi esordi.
Una soluzione ingegneristica, dunque,
quella progettata per il Camposanto
pisano, che rispecchia un consueto impiego, fino a quel momento, del nuovo
materiale nel restauro, tramite lannegamento di strutture intelaiate nelle
murature guastate, e non pi capaci di
assolvere alla statica per cui erano state dimensionate. In sintesi al cemento
armato si demandava il compito di ossatura portante delledificio, senza esibirlo nelle sue valenze e potenzialit
anche formali: un tale artifizio viene
riproposto anche nel progetto di ricostruzione della copertura distrutta, sem-
pre a seguito danni di guerra, della chiesa di Santa Chiara a Napoli24, dove poi
si ripiega per una semplice dipintura
color legno delle travature in cemento
armato realizzate.
Anche se non si conosce nel dettaglio il parere del Consiglio Superiore delle
Antichit e Belle Arti sulla questione del
nuovo tetto del Camposanto, si pu con
certezza asserire, a fronte dei commenti
di voci autorevoli e per il successivo
svolgimento dei lavori, che lintervento
non fu accolto con entusiasmo, proprio
per il carattere troppo monumentale.
Tale constatazione denunciava peraltro
un certo attrito, che in pi occasioni sarebbe emerso, tra le scelte dellente locale, la Soprintendenza pisana, e gli indirizzi di quello statale, il Ministero della
Pubblica Istruzione. Per la vastit dei
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so, lidea per la copertura del Camposanto Monumentale, ridimensionandone la struttura. Le capriate interessate
sono quelle in prossimit del coro e del
presbiterio, la parte pi instabile delledificio, investito anchesso dai bombardamenti del 44 e restaurato secondo
lintento di conservazione delle strutture primitive che si rivelarono al di sotto
degli apparati settecenteschi
In questo caso grazie alla sapiente
opera di rimozione delle macerie e
recupero delle parti rimaste si pot procedere alla rimessa in opera delle capriate sconnesse e lo smontaggio e successivo rimontaggio di quelle superstiti,
come opera di prevenzione da nuovi
crolli. Pi tardi in una successiva riflessione sui restauri condotti durante il periodo postbellico, il professore Piero Sanpaolesi si soffermer ampiamente sulle
questioni relative ai consolidamenti strutturali, talvolta arditi ma necessari, come
parte del generale progetto di restauro,
precisando che la struttura la forma
stessa dellopera architettonica e che
ogni intervento o variazione sulla struttura quindi un intervento sulla sua forma32, poich ambedue concorrono alla
complessit del manufatto e alla definizione dellarchitettura in generale. Alla
luce delle nuove acquisizioni, il rinnovato interesse per i restauri postbellici consente non solo di approfondire le tematiche che hanno animato un periodo
di particolare importanza per levoluzione della disciplina del restauro nel corso del Novecento, ma anche di evidenziare il grande exploit delle tecniche e
dei materiali cosiddetti moderni, che in
questo momento vengono adottati con
una certa libert strutturale, ed in pochi
casi anche espressiva, sulla scia dei
grandi restauri effettuati con lutilizzo
del cemento armato realizzati tra gli anni
Venti e Quaranta del Novecento33. Loperato nel campo delle Belle Arti di personaggi come Piero Sanpaolesi, di formazione tecnico-ingegneristica innestata su di un impianto storico-umanistico,
ha permesso, inoltre, laffinamento nel
cantiere del restauro delle questioni pi
Fig. 6 - Progetto della capriata in cemento armato da rivestire in legno per la chiesa di S.
Michele in Borgo, redatto dallingegnere Giancarlo Nuti e dal soprintendente Piero Sanpaolesi
(Archivio generale della Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici Artistici e Storici
per le province di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara, foglio 125, m. A :
Chiesa di San Michele in Borgo)
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conservazione che quegli edifici restaurati manifestano. Un consapevole intervento di conservazione deve infatti tener conto anche delle tracce dei restauri
col cemento armato, in quanto documento materiale delle scelte culturali
compiute, inquadrate nel proprio contesto storico, delle tecniche, dei materiali
impiegati, dei capitolati, delle maestranze, insomma di tutti quegli aspetti che
hanno caratterizzato il cantiere del restauro postbellico.
Ricordiamo nella prima met del Novecento la presenza nellAmministrazione delle Belle Arti di una
classe di restauratori di istruzione di tipo ingegneristica, tra tutti Gustavo Giovannoni, Adolfo Avena,
Gino Chierici, Ferdinando Forlati ed altri. Cfr. C. CALDERINI, Cultura e tecnica del cemento armato nel
restauro dei monumenti in Italia, in Palladio, n. 32, luglio-dicembre 2003, p. 100, nota 3.
2
Le ricerche si sono concentrate sullanalisi della documentazione autografa relativa ai carteggi della
Soprintendenza ai Monumenti e alle Gallerie di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara dal 1940 al
1960, conservati presso lArchivio Centrale dello Stato di Roma e quello della Soprintendenza per i
Beni Ambientali Architettonici Artistici e Storici per le province di Pisa, Livorno, Lucca e Massa
Carrara a Pisa.
Vedi in Le opere darte de Cimitero Vecchio di Pisa gravemente danneggiate, in Corriere di Roma
del 7 settembre 1944; I danni ai monumenti di Pisa, in Osservatorio Romano del 29 settembre
1944; I danni al Camposanto Vecchio di Pisa, in Notiziario Nazioni Unite del 23 settembre 1944.
ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, Ministero della Pubblica Istruzione, direzione generale antichit e
belle arti, divisione II, (1940-45), busta n. 137, 6. monumenti, Pisa citt. [] Il danno maggiore
stato subito dal Camposanto vecchio che rimase incendiato per una cannonata il 27 luglio u.s. alle ore
19 circa; il fuoco sviluppatosi nella parte nord del tetto non fu potuto arginare, anche per un susseguito cannoneggiamento degli Alleati, e distrusse tutto il soffitto con linevitabile danneggiamento di
gran parte degli affreschi parietali, dei monumenti e dei sarcofaghi conservati nel medesimo., in Pisa,
13 settembre 1944, Le distruzioni della guerra a Pisa. Queste informazioni sono state trasmesse su
mia richiesta dal prof. Luigi Russo, Rettore dellUniversit di Pisa, Carlo L. Ragghianti; [] E
pervenuta a questa Soprintendenza in data 22 Settembre u.s. la lettera della Direzione Generale del 14
Settembre 1944 e la circolare allegata. Gi il Professore Brandi, reduce dalla sua visita a Pisa compiuta
l11 Settembre u.s., avr fornito a viva voce alla Direzione Generale, le prima informazioni sulla grave
situazione nella quale si trova la Citt di Pisa, ed in particolare sui danni che hanno subito i monumenti
nel periodo fra il Maggio e il Settembre 1944 durante le azioni belliche e i combattimenti che si sono
svolti a cavallo dellArno. [] Il lavoro cui attende attualmente la Soprintendenza ha per scopo oltre
che le provvisorie protezioni agli affreschi del Camposanto e lintervento di massima urgenza per la
fermatura di parti percolanti degli affreschi, anche la esecuzione di preventivi per le riparazioni
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urgenti agli edifici monumentali maggiormente danneggiati., in Relazione sommaria della situazione
delle Opere darte e dei Monumenti della Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie di Pisa, f. to il
Soprintendente, Arch. Ing. Piero Sanpaolesi (s.d.).
6
Vedi in Sanpaolesi ha ricordato il restauro del Camposanto, in La Nazione, Pisa, 17 giugno 1979.
P. SANPAOLESI, Le sinopie del Camposanto di Pisa, in Bollettino dArte, gennaio-marzo, 1948; Id.
Il restauro del Trionfo della Morte del Camposanto di Pisa, in Bollettino dArte, annoXXXV, serie
IV, 1950; Id. Le incisioni di Carlo Lasinio per gli affreschi del Camposanto di Pisa, Firenze 1950,
[con commento e note di Piero Sanpaolesi]; Id. Il restauro del Camposanto Monumentale, in P.
SANPAOLESI, M. BUCCI, L. BERTOLINI, G. RAMALLI, a cura di, Camposanto Monumentale di PisaAffreschi e sinopie, catalogo mostra, Milano 1960.
9
G. DE ANGELIS DOSSAT, Danni di guerra e restauro dei monumenti, in atti del V Convegno di Storia
dellArchitettura, Perugia 23 settembre 1948, Firenze 1957, pp. 13-28, che riprende un articolo
pubblicato per la prima volta in Lillustrazione italiana, 13, marzo 1946, pp. 212-213.
10
Cfr. E. LAVAGNINO, Cinquanta monumenti italiani danneggiati dalla guerra, Roma 1947, pp. 78-83;
E. SORBO, a cura di, Danni di Guerra, in dArchitettura, Cambiamenti di stato, n. 26 gennaio-aprile
2005, p. 171.
11
R. GIZDULICH, La ricostruzione del Ponte a S. Trinita, in Comunit, n. 51, 1967. Sul vivace
dibattito in merito alla questione della ricostruzione del ponte di Santa Trinita si veda anche G. DE
ANGELIS DOSSAT, La salvaguardia dei centri urbani dinteresse artistico, in Le vie dItalia, n. 2,
1946, ripubblicato in Palladio, nn. 29-30, gennaio- dicembre 2002, pp. 231-236; R. PANE, Il Ponte
di S. Trinita, in R. Pane, Architettura e Arti figurative, Venezia 1948, pp. 21-24; P. SANPAOLESI,
Firenze, I quartieri del Ponte Vecchio e del Ponte S. Trinita, in Palladio, n.1, 1951, p. 49. Per un
approfondimento del dibattito e delle vicende relative alla ricostruzione del ponte di Santa Trinita si
veda A. BELLUZZI, G. BELLI, Il ponte a Santa Trinita, Firenze 2003.
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14
G. DE ANGELI DOSSAT, Il ruolo del cemento nel restauro e le prospettive future, in Restauro e
cemento in architettura, a cura di G. CARBONARA, Roma 1984, II, pp. 426-428, ripubblicato in
Palladio, nn. 29-30, gennaio- dicembre 2002, p. 296.
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16
Ibidem
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19
ACS, MPI, AA.BB.AA., Archivio Disegni, (1925-60), Pisa, busta 29. Camposanto Monumentale
di Pisa- Relazione Generale- Preventivo di spesa generale per un importo di L. 93.000.000, f.to.
lArchitetto, Giancarlo Nuti, il Soprintendente Piero Sanpaolesi. Nella cartella Provveditorato
per le Opere Pubbliche della Toscana- Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie di Pisa- Opere
dipendenti dai danni di guerra- Progetto esecutivo -stralcio dei lavori per la copertura parziale del
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Il punto V della Carta internazionale del restauro di Atene (1931) recita: Gli esperti hanno
inteso varie comunicazioni relative allimpiego di materiali moderni per il consolidamento degli
antichi edifici; ed approvano limpiego giudizioso di tutte le risorse della tecnica moderna, e pi
specialmente del cemento armato. Essi esprimono il parere che ordinariamente questi mezzi di
rinforzo debbono essere dissimulati per non alterare laspetto e il carattere delledificio da restaurare; e ne raccomandano limpiego specialmente nei casi in cui essi permettono di conservare gli
elementi in situ evitando rischi del disfacimento e della ricostruzione., tratto da E. ROMEO, a
cura di, Documenti, norme ed istruzioni per il restauro dei monumenti, in S. CASIELLO, a cura di,
Restauro criteri metodi esperienze, Napoli, 1990, p. 238.
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Nella disposizione della ricostruzione della copertura della chiesa di Santa Chiara a Napoli, ad un
primo progetto presentato dallingegnere Calvanese dellUfficio del Genio Civile di Napoli in cui
si associavano a capriate lignee travature in calcestruzzo armato rivestito con tavolame, nel 1947
segue, da parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, la proposta, appoggiata dal Soprintendente Giorgio Rosi, di ricorrere esclusivamente a capriate in c.a. rivestite di legno. Successivamente
il soprintendente Rusconi rinunzia ai rivestimenti in legno per una tinteggiatura del cemento
armato con vernice color legno. Per una ricostruzione storica degli eventi in merito alla ricostruzione del tetto della basilica di Santa Chiara si veda L. GUERRIERO, L. RONDINELLA, Le strutture in
calcestruzzo armato della copertura della basilica di S. Chiara a Napoli, in Il ciclo di vita delle
architetture in cemento armato. Lapproccio ingegneristico e le ragioni della conservazione, atti
giornata di studio, Politecnico di Torino, Castello del Valentino, 16 maggio 2007, in corso di
stampa. Vedi anche F. DELIZIA, B. DE NIGRIS, Chiesa di Santa Chiara a Napoli; restauri della
Soprintendenza ai Monumenti della Campania, 1944-1959; sistemazione esterna 1963-73, in C.
DI BIASE, a cura di, Il restauro e i monumenti. Materiali per la storia del restauro, Milano 2003,
pp. 337-354.
25
C. BRANDI, Esposti a una nuova tortura gli affreschi del Camposanto di Pisa, sul Corriere della
Sera, del 19 aprile 1961, ripubblicato in M. CORDARO, a cura di, Cesare Brandi, il restauro. Teoria
e pratica 1939-1986, Roma 1995, p. 287.
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R. PAPINI, Imbalsamato sotto vetro il Campo Santo di Pisa. Leffetto delle grandi lastre di
cristallo poste a chiudere i finestroni appare decisamente negativo, senza contare linutilit della
costosissima innovazione, in Il Corriere della sera, 11 agosto 1953.
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Il cantiere della messa in opera della nuova copertura viene ampiamente documentato da Giancarlo
Nuti in G. C. NUTI, La Copertura cit.; G. C. NUTI, Esperienze di restauro cit.
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Lintervento citato in C. CESCHI, Teoria e storia del restauro, Roma 1970, pp. 188- 189; G.
CARBONARA, a cura di, Restauro e cemento in architettura, Roma 1981, p. 398.
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ACS, MPI, AA.BB.AA., divisione II, (1945-55), busta n. 67. Preventivo di Spesa per i lavori da
eseguirsi in S. Michele in Borgo. Comune di Pisa. Spesa prevista L. 2.500.000, Pisa 23 gennaio
1050. Redatto dallArchitetto Piero Sanpaolesi. F.to il soprintendente Piero Sanpaolesi.
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I grafici di progetto della nuova copertura della chiesa di San Michele in Borgo a Pisa sono
conservati presso lARCHIVIO GENERALE DELLA SOPRINTENDENZA PER I BENI AMBIENTALI ARCHITETTONICI
ARTISTICI E STORICI PER LE PROVINCE DI PISA, LIVORNO, LUCCA E MASSA CARRARa, foglio 125, m. A :
Chiesa di San Michele in Borgo.
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P. SANPAOLESI, Discorso sulla metodologia generale del restauro dei monumenti, Firenze 1973, p.
87, nota 41.
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