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CORSO DI RECUPERO E CONSERVAZIONE DEGLI EDIFICI

A.A. 2010-2011

Le coperture in legno

Ing. Emanuele Zamperini


Corso di Recupero e conservazione degli edifici A.A. 2010-2011

Ing. Emanuele Zamperini

LA CAPRIATA
Tra scienza ed arte del costruire
Il forte intreccio di storia, tecnologia, architettura e cultura
materiale, fa [] comprendere come la capriata non sia
facilmente riducibile a categorie, schematismi o anche
complessi modelli strutturali. Anzi, con efficace sintesi, si pu
affermare che le capriate non appartengono alla scienza
delle costruzioni, bens allarte del costruire, quasi a
sottolineare che, per quanto raffinati siano i modelli di
calcolo, niente pi della perizia esecutiva, specie nella
realizzazione dei nodi di confluenza delle membrature
resistenti, o giunzioni e unioni, o nella scelta del materiale,
garantisca la sicurezza strutturale

Lo studio della
capriata non pu
prescindere
dallanalisi dei
particolari
costruttivi

(FRANCO LANER, 2000)


I nodi sono i punti critici delle capriate: il dimensionamento delle
membrature spesso determinato dalle verifiche delle sollecitazioni
nei nodi.
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Ing. Emanuele Zamperini

LA CAPRIATA
Tipi strutturali in dipendenza
dai particolari costruttivi
Falsa capriata o Capriata trave
Il monaco poggia sulla pseudo
catena e i falsi puntoni sul
monaco.

Capriata a nodo aperto


Il nodo monaco-catena realizzato
con una staffa metallica non
chiodata alla catena: ha il compito
di mantenere la planarit.

I particolari
costruttivi dei nodi
determinano il
modello strutturale

Capriata a nodo chiuso


Il monaco vincolato alla catena.
La capriata assimilabile alla
reticolare classica.
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LA CAPRIATA
Particolari costruttivi
semplice

Nodo di gronda tra


puntone e catena

Unione
a dente
cuneiforme
doppio

a. Scorrimento e trazione ortogonale alla fibratura.


(per effetto leva)
b. Compressione parallela alla fibratura.
c. Compressione perpendicolare alla fibratura.
(fulcro della leva)
d. Trazione eccentrica.
(dovuta alla riduzione della sezione a causa dellintaglio)

Scalzamento del franco per effetto leva.

Nodo di colmo tra


monaco e puntoni

Realizzando lunione con in maniera tale che non si abbia


contatto tra puntone e catena nel punto C si preveniva
leffetto leva

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LA CAPRIATA
Particolari costruttivi
Esempio di nodo
catena-puntone con
dettaglio per
impedire lo
scalzamento del
tallone

Esempio di nodo
catena-puntone con
elementi metallici di
rinforzo:
Una bandella
(reggia)
Una staffa con
unione regolabile
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Il principio costruttivo del


TRIANGOLO RIGIDO
per lo studio della capriata
La capriata si basa sul principio costruttivo del triangolo rigido:
tre aste vincolate fra loro agli estremi con delle cerniere a
formare un triangolo costituiscono una struttura le cui parti
non possono essere soggette a spostamenti rigidi relativi
(sono ammesse solo deformazioni elastiche).

La capriata
semplice come
triangolo rigido

A partire dallOttocento lo studio delle capriate fu ricondotto al


caso delle STRUTTURE RETICOLARI CLASSICHE: strutture
isostatiche ottenute dallaccostamento di pi triangoli rigidi.
La corrispondenza tra la capriata a nodo aperto, senza saette,
caricata nel colmo ed il triangolo rigido molto elevata; luso
del modello della struttura reticolare classica per descrivere il
comportamento delle capriate pi complesse invece comporta
semplificazioni che, avendo a disposizione programmi di
calcolo di facile impiego, risultano eccessive.
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Le capriate con
molte aste come
strutture reticolari
classiche

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LE STRUTTURE
RETICOLARI CLASSICHE (1)
Si definiscono sistemi reticolari quelli costituiti da aste
rettilinee reciprocamente vincolate alle estremit mediante
cerniere, ed a terra mediante vincoli esterni
(ANTONINO GIUFFR)
Le strutture reticolari sono isostatiche e quindi di facile
risoluzione anche senza sofisticati strumenti di calcolo.
La trattazione classica prevede aste interrotte in
corrispondenza di ogni cerniera e carichi applicati ai nodi.
Per la progettazione di una nuova struttura reticolare in
acciaio questa schematizzazione abbastanza valida perch
posso concentrare i carichi sui nodi ed il peso delle aste
trascurabile; nellanalisi di una capriata in legno
(specialmente se gi esistente) queste ipotesi difficilmente
possono essere considerate applicabili.
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Lo schema della
trave reticolare
classica
adeguato allo
studio delle
strutture in
acciaio, meno a
quello delle
capriate in legno

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LE STRUTTURE
RETICOLARI CLASSICHE (2)
Calcolo dei nodi, delle aste e dei vincoli esterni
In una struttura reticolare piana ogni nodo ha due gradi di
libert (2 g.d.l.); consideriamo ogni asta come un vincolo che
controlla la distanza relativa fra due nodi.

1 nodo => 2 g.d.l.


1 asta => 1 g.d.v.

Perch il sistema sia isostatico necessario che il numero di


gradi di libert sia uguale al numero di gradi di vincolo (interni
ed esterni):

2 Nc = Na + N e
Nc = numero di cerniere
Na = numero di aste
Ne = numero di vincoli esterni

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LE STRUTTURE
RETICOLARI CLASSICHE (3)
Alcune considerazioni
1.

Nelle strutture reticolari i carichi sono applicati sui nodi e le aste


sono scariche, quindi le aste potranno essere solo o tese o
compresse.

2.

Se una struttura reticolare internamente rigida richiede 3 gradi


di vincolo esterno e quindi si ha:

Na = 2 Nc 3
3.

Se da una struttura reticolare internamente rigida si elimina


unasta si dovr aggiungere un vincolo esterno.

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LANALISI DELLE
STRUTTURE RETICOLARI (1)
Il metodo grafico di equilibrio dei nodi
Il metodo applicabile quando la trave reticolare ha almeno un nodo
in cui convergano due sole aste e vi sia un carico esterno.
Dal momento che i carichi sono applicati esclusivamente ai nodi le
azioni interne alle aste sono dirette assialmente; se in un nodo
convergono solo due aste la cui azione interna ancora incognita
possibile calcolarne i valori imponendo lequilibrio del nodo (di una
forza conosco direzione modulo e verso, delle altre due solo la
direzione).

Equilibrio del
NODO I

III
2

II
1

3
8

IV
9

4
5

VI

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LANALISI DELLE
STRUTTURE RETICOLARI (2)
Il metodo di Cremona (diagramma cremoniano)
Per rendere pi rapida lanalisi delle strutture reticolari nel 1872 Luigi
Cremona (*) propone un metodo che prevede di riunire in un unico
diagramma tutti i poligoni di equilibrio dei nodi. Nel disegno a mano il
diagramma cremoniano comporta semplificazioni grafiche e la
riduzione degli errori connessi al riporto delle forze.
Si parte dallequilibrio di un nodo in cui convergono due aste e con
un carico esterno; poi si procede con lequilibrio dei nodi che via via
si trovano con due sole aste con azione interna incognita.
(*) LUIGI CREMONA, Le figure reciproche nella statica grafica, Milano, 1872.
III
3

II
1

IV
9

4
5

VI

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LANALISI DELLE
STRUTTURE RETICOLARI (3)
Il metodo delle sezioni di Ritter
Il metodo di Ritter consente di calcolare lazione interna ad unasta di
una struttura reticolare.
Si pratica nella travatura reticolare una sezione con una linea che
interseca solo tre aste, due delle quali convergono in una cerniera.
Imponendo lequilibrio a rotazione di una delle due porzioni della
struttura attorno a quel nodo si calcola la sollecitazione nellasta
sezionata non convergente nella cerniera.
III
2

Pii=2000 kg

Pi=1000 kg

,45
185

II
1

3
8

4
5

VI

Ri=4000 kg
300

IV
9

VI

300

4000 kg x 600 cm - 1000 kg x 600 cm - 2000 kg x 300 cm - N2 x 185,45 cm = 0


N2 = (4000 x 600 - 1000 x 600 - 2000 x 300) / 185,45 = 6471 kg

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LA CAPRIATA A NODO APERTO


Analisi statica con i metodi grafici
La capriata a nodo aperto con saette non ha una corrispondenza
immediata con la struttura reticolare classica. I metodi
precedentemente illustrati non sono applicabili in maniera rigorosa e
sono quindi necessarie delle semplificazioni.
Piv
Piii
Pii

Carichi in corrispondenza delle


terzere e puntone continuo

Pv
Pvi

Pi

Pvii

Piii + Pii/2

Piv

Pv + Pvi/2

Pi + Pii/2

Pvii + Pvi/2

Carichi in corrispondenza dei


nodi e puntone discontinuo

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VERIFICA DELLE SOLLECITAZIONI (1)


Sforzi dovuti a FLESSIONE

La zona
tratteggiata
(superiore)
COMPRESSA
La zona bianca
(inferiore)
TESA
Momento flettente

1/3 x H/2

H/2
2H
3

H
H/2

1/3 x H/2

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Le risultanti delle
tensioni di trazione e
compressione che si
sviluppano nella
trave costituiscono
una coppia interna

2
= C
3

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VERIFICA DELLE SOLLECITAZIONI (2)


max

Sforzi dovuti a FLESSIONE


Il valore delle risultanti di
compressione e trazione
uguale e si calcola come
volume dello stress block
ovvero del diagramma
degli sforzi

C
H/2

1
H
HB
C = max B =
max
2
2
4
B

2 H
2 H HB
B H2
M=
C =

max = max
3
3
4
6
max

M
=
B H2

M
=
W

La tensione massima pari al rapporto tra


momento e modulo di resistenza W che per
le sezioni rettangolari W = 1/6 x BH^2

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Sforzi dovuti a TENSO-FLESSIONE:


sn-max = N/A + M/W

Tensoflessione

VERIFICA DELLE SOLLECITAZIONI (3)

Sforzi dovuti a PRESSO-FLESSIONE:

sn-max = w N/A + M/W


w

riportato in tabelle in funzione della


snellezza

l = Lo / r

la snellezza

Lo

la luce libera dinflessione

r = (J/A)1/2

il raggio giratore dinerzia minimo della


sezione
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Pressoflessione

(lazione assiale amplificata mediante un coefficiente w che


tiene conto del fenomeno di instabilit per carico di punta)

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VERIFICA DELLE SOLLECITAZIONI (4)


Lunghezze libere dinflessione

 Con incastri perfetti


 Con incastri imperfetti (unioni acciaio-legno)

Caso del puntone di


una capriata per lEC5
 b = 0,8

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VERIFICA DELLE SOLLECITAZIONI (5)


Coefficiente w (norma DIN 1052)
l

10

0/10

1,00

1,01

1,01

1,02

1,02

1,02

1,03

1,03

1,04

1,04

11/20

1,04

1,05

1,05

1,06

1,06

1,06

1,07

1,07

1,08

1,08

21/30

1,09

1,09

1,10

1,11

1,12

1,12

1,13

1,14

1,14

1,15

31/40

1,16

1,17

1,18

1,19

1,21

1,22

1,23

1,24

1,25

1,26

41/50

1,28

1,29

1,31

1,32

1,34

1,36

1,37

1,39

1,40

1,42

51/60

1,44

1,46

1,48

1,50

1,52

1,54

1,56

1,58

1,60

1,62

61/70

1,65

1,67

1,70

1,72

1,75

1,78

1,80

1,83

1,85

1,88

71/80

1,91

1,94

1,98

2,01

2,04

2,07

2,10

2,14

2,17

2,20

81/90

2,24

2,28

2,31

2,35

2,39

2,43

2,47

2,50

2,54

2,58

91/100

2,62

2,66

2,71

2,75

2,79

2,83

2,87

2,92

2,96

3,00

101/110

3,06

3,13

3,19

3,25

3,32

3,38

3,44

3,50

3,57

3,63

111/120

3,70

3,77

3,84

3,91

3,98

4,04

4,11

4,18

4,25

4,32

121/130

4,40

4,47

4,55

4,62

4,70

4,77

4,85

4,92

5,00

5,07

131/140

5,15

5,23

5,31

5,39

5,48

5,56

5,64

5,72

5,80

5,88

141/150

5,97

6,05

6,14

6,23

6,32

6,40

6,49

6,58

6,66

6,75

151/160

6,84

6,94

7,03

7,12

7,22

7,31

7,40

7,49

7,59

7,68

161/170

7,78

7,88

7,98

8,08

8,18

8,27

8,37

8,47

8,57

8,67

171/180

8,78

8,88

8,99

9,09

9,20

9,30

9,41

9,51

9,62

181/190

9,83

9,94

10,05

10,16

10,28

10,39

10,50

10,61

10,72

9,72
10,83

191/200

10,95

11,06

11,18

11,30

11,42

11,53

11,65

11,77

11,88

12,00

201/210

12,12

12,25

12,37

12,49

12,62

12,74

12,86

12,98

13,11

13,23

211/220

13,36

13,49

13,62

13,75

13,88

14,00

14,13

14,26

14,39

14,52

221/230

14,66

14,79

14,93

15,06

15,20

15,33

15,47

15,60

15,74

15,87

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w
Coefficiente
maggiorativo
dellazione assiale
per tener conto
del fenomeno
dinstabilit
pressoflessionale
per carico di
punta

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VERIFICA DELLE SOLLECITAZIONI (6)


Sforzi dovuti a TAGLIO:

tmax

= T S* / ( J b )

S*

Momento statico dellarea sottesa alla corda rispetto allasse


baricentrico: pu essere calcolato come prodotto tra larea
sottesa e la distanza del baricentro della stessa dal baricentro
della sezione intera.

Lunghezza della corda.

tmax

= 3/2 T / A

per sezioni rettangolari

tmax

= 4/3 T / A

per sezioni circolari

A = b h/2

Jsez. completa = b h^3 /12

A=

4 R / (3

h/4

(Formula di Jourawsky)

Jsez. completa =

R^2 / 2

R^4 /4

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VERIFICA DEL NODO


PUNTONE-CATENA

Fv

(risultante di
assiale e taglio)

Fh

Se non si
soddisfano le
verifiche
possibile
utilizzare chiodi,
bulloni o staffe

Possibile variante
nella connessione

Verifica di scorrimento
del tallone
tmax = Fh / ( a b )

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VERIFICHE DEL MONACO


Verifica di scorrimento
del tallone
Tmax = Nmon / 2
tmax = Nmon / 2
(ah)

b
b'
a

Verifica di trazione del monaco


smax =
Nmon

h ( b -2 b )
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