Sei sulla pagina 1di 6

Lezione PRE sbobina ricky 2

Nel corso del tempo è molto cambiato l’apporto al restauro. La romanità ha rappresentato la
capacità di costruire, il pantheon ad esempio è costituito con materiale lapideo da un
cassettonato, con cerchi e costole in calcestruzzo. Quando facciamo le similitudini diciamo che il
patologo medico deve sapere l’anatomia e la fisiologia, lo stesso vale per gli edifici, noi dobbiamo
sapere come erano fatti, i trattati in antichità sono pochissime, in antichità abbiamo Vitruvio poi
abbiamo nel Rinascimento un’altra epoca di trattatisti perché dovevano riprendere l’architettura
classica e quindi scriverla per farla conoscere, poi abbiamo un altro momento di buio e poi ritorna
nell’800 la manualistica perché si ritorna a costruire in stile, poi anche negli anni 90 sono stati
scritti manuali sulle tecniche antiche (anche la prof ha partecipato). Mentre per le murature è
cambiato bene poco, a Napoli se andiamo nei sotterranei ci accorgiamo che i materiali e le
tecniche sono le stesse e quindi possiamo dire che si usasse tufo giallo o materiali vulcanici alla
fine le tecniche sono rimaste quelle per un sacco di tempo. La grande rivoluzione nelle costruzioni
c’è nel 800, questo perché si sviluppò il ’’ferro’’ che entra nelle costruzioni perché si usava
anzitutto vicino a dove c’era uno stabilimento, molto sul mondo delle costruzioni infatti ha avuto
la gomma, se non fossimo stato in grado di fare pneumatici resistenti noi non saremmo riusciti a
trasportare le materie, inoltre con pneumatici migliori e quindi camion più grandi e più capienti si
è dovuto adeguare anche molti ponti che erano progettati per carichi minori. I profili in ferro non
si svilupparono inizialmente per l’edilizia ma per le rotaie siccome in quel periodo ci fu lo sviluppo
della ferrovia, gli stessi profili per le rotaie si sono utilizzati per i solai. L’altoforno delle industrie di
produzione del ferro devono sempre essere con il fuoco acceso quindi nel momento in cui non c’è
richiesta di rotaie per le ferrovie allora questi profili vengono mandati per l’edilizia, anche oggi ci
troviamo ad utilizzare dei materiali che non vengono più utilizzati in altri ambiti noi li sfruttiamo in
edilizia, come ad esempio il vetro-resina o le fibre di carbonio.
Nelle carte del restauro agli inizi del 900 avvengono dei cambiamenti, iniziano ad entrare infatti il
calcestruzzo e il ferro, si comincia con gli orizzontamenti, si passa infatti dai classici solai in legno
con spaccatelle di tufo o altro a solai con putrelle in acciaio e magari con riempimenti in
spaccatelle di tufo, si passa a questo tipo di materiale perché il legno ha dei problemi quali
infiammabilità oppure può essere attaccato da funghi licheni e instetti xilofagi, questo perché il
legno è un materiale naturale e quindi è soggetto a azioni biologiche, quindi se c’è questo
passaggio dal legno al ferro è per questo motivo. Per ridurre il rischio biologico sulle travi e sui
solai in legno in antichità si usava della carta che rivestiva la trave questo perché mi faceva vedere
se c’erano forellini e quindi se c’era presenza di insetti, ad esempio il cassettonato del duomo di
Napoli è stato cambiato molte volte perché gli insetti si erano mangiati tutto il legno e avevano
lasciato solo la pellicola in oro di rivestimento. Altro metodo era bruciare la testa delle travi perché
gli insetti non avrebbero mangiato quella parte, o si bruciava o si metteva del catrame. Per le travi
secondarie essendo utilizzate nella nostra zona il legno di castagno che a sezione non regolare una
volta si metteva la sezione maggiore da un lato e una volta dall’altro, siccome si creavano degli
spazi si mettevano rami più piccoli prima di fare il massetto, massetto che si evitava di mettere
subito bagnato, si metteva prima una parte secca e poi una bagnata, siccome il legno avrebbe
assorbito l’acqua. Vitruvio diceva che per non far bagnare il legno prima potevamo mettere uno
strato di felce che bloccasse quindi l’acqua, una sorta di barriera al vapore moderna. Con l’avvento
del ferro quindi non solo riduciamo la sezione dell’elemento portante ma anche la sezione in
generale riuscendo a ridurre gli strati, così riusciamo ad alleggerire il peso degli edifici e quindi
delle murature e lo scarico in fondazione. L’avvento del calcestruzzo ha portato a luci maggiori e
quindi ha permesso di creare capannoni e industrie.
Carta di Atene:
Nei primi del 900 c’è un grande cambiamento nella prodizione industriale per l’edilizia che porta a
linguaggi e costruzioni differenti rispetto all’artigianato, con l’avvento del calcestruzzo armato non
tutti potevano permetterselo perché non c’erano industrie siderurgiche dappertutto, si osava solo
per grandi opere e l’uso era solo per i soli, la produzione divenne più impattante quando si utilizzo
anche per le strutture verticali, si inizia a pensare al sistema telaio. Il ferro si usava anche per
costruire interamente strutture come ad esempio per le serre, utilizzate per far crescere
piantagioni che altrimenti non sarebbero cresciute a causa del clima. Ad oggi il ferro è diventato
acciaio e il vetro si è sviluppato ed evoluto e ci ha permesso di costruire i moderni grattacieli.
La carta di Atene è un documento scritto ad Atene nel 1931 quando il pensiero sul restauro è un
po’ maturato e si ragiona sugli edifici distrutti dalla guerra e sulla cura dei monumenti. La carta è
articolata in 10 articoli tradotti in varie lingue, quelle europee più diffuse, negli anni 30 la lingua
più parlata era il francese (l’inglese diventerà la più parlata solo dopo la seconda guerra mondiale).
Atene rappresentava proprio il paradigma della civiltà mediterranea, in quel momento si facevano
lavori sull’acropoli e quindi diventava punto di riferimento.

Possiamo dire che ad oggi c’è questa collaborazione data dall’unione europea. Si parla di
monumenti di arte e di storia, monumento viene da una parola latina memento che vuol dire
ricordo di arte e di storia, la storia è il passato e quindi date luoghi persone, l’arte ha a che fare con
la bellezza, quindi il movimento può essere dell’una e dell’altra cosa, esistono sia monumenti di
storia che monumenti di arte.

Qui vediamo all’articolo primo che l’oggetto della carta sono i capolavori minacciati, il capolavoro
è l’opera più importante di un’artista (ad esempio la cappella sistina di Michelangelo), vuol dire
che quel capolavoro deve avere un’attribuzione, non esistono capolavori di artisti ignoti. Secondo
la carta questi capolavori sono essere minacciati da interventi sbagliati ma anche da agenti
antropici.
Questa conferenza

L’ufficio internazionale dei musei allora esisteva ora non esiste più ed era una formula principale di
collegamento internazionale di fatti culturali, tutto quello che riguardava la cultura faceva capo a
quest’ufficio. L’articolo primo quindi dice che si deve fare un elenco dei capolavori minacciati,
questo elenco deve essere mandato a questo ufficio internazionale dei musei, mandati per posta,
e da li questa commissione guardava la posta e guardava le priorità e cosa fare, quindi si decide
che deve esserci una collaborazione internazionale sui capolavori minacciati.

Quest’ultima frase è molto importante perché a volte pur di mantenere gli edifici dentro si
mettono funzioni e destinazioni che finiscono per alterare la spazialità e conformità originale.
Quindi qui si parla dei principi e delle dottrine concernenti la protezione.
Nell’articolo 3 si parla delle legislazioni che hanno le varie nazioni. Si è visto che ‘’la tendenza
generale rispetto ai monumenti consacra il diritto alla collettività contro l’interesse privato’’, io
posso essere proprietario di un castello con un ruolo simbolico importante e quindi devo renderlo
visitabile a tutti gli abitanti della collettività del luogo. Si è costatato la differenza delle legislazioni,
c’è da conciliare il diritto pubblico e il diritto privato, ’di conseguenza pur approvandone la
tendenza generale ogni stato si regoli a seconda della propria politica tenendo però conto di far
beneficiare di tali monumenti. Questo ufficio quindi deve avere anche una serie di plichi che
riguardino le legislazioni, con la difficoltà di mantenere in piedi un’organizzazione internazionale
senza internet e senza telefono.
L’articolo 4 inizia a parlare di tecniche, siamo negli anni 30 e la maggior parte delle esperienze era
sull’archeologia. Anastilosi significa ricomposizione dei pezzi e ricollocazione nel sito originale, una
colonna viene smembrata e si possono ricomporre i rocchi nella loro posizione. I precisi rilievi
dell’epoca era misurare e disegnare a mano pezzo per pezzo. Ad oggi si è capito che non si può
fare a meno degli ingegneri nell’organico. Gli altri monumenti sono quelle che non sono rovine. Il
principio di Boito si fa sentire in questa ultima parte di consolidamento.

L’articolo 5 riguarda i materiali, all’epoca si pensava che il cemento armato fosse un materiale
eterno e quindi ne incoraggiavano l’uso.

L’articolo 6 si parla di inquinamento, ci immaginiamo negli anni 30 ciminiere fumanti e quindi era
visibile l’inquinamento. Per questo si chiede una collaborazione con esperti di scienze fisiche
chimiche naturali. Ancora una volta viene chiamato in causa l’ufficio, chiamato a diffondere
tecniche e materiali che sono stati usati.

L’articolo 7 parla dell’intorno del monumento antico, questo è ancora un pensiero romantico
dell’800 ovvero il monumento deve condizionare gli edifici circostanti, cioè quello che sta intorno
deve essere in armonia con il momento. Anche la vegetazione può servire a mantenere l’antico
carattere.

L’articolo 8 ci dice che la prima esigenza e individuare questi monumenti fotografarli e creare un
archivio di documenti, dopodiché l’ufficio internazionale deve pubblicare articoli riguardanti le
tecniche e metodi di conservazione.
L’articolo 9 elogia le occasioni di confronto internazionale e cooperazione.

L’articolo 10 fa una specie di appello alla comunità per far capire il valore dei monumenti e della
loro cura.

Potrebbero piacerti anche