Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
it
http://nebrodinetwork.it/wp/?p=639
altre costruzioni che possono essere databili alla stessa epoca come i trulli pugliesi, le caciare abruzzesi, o le
ancora pi famose tholoi di Micene. A tal proposito bene spiegare che il termine Tholos, che indica nello
specifico le tombe ipogee di Micene, ha assunto in archeologia il significato di copertura ogivale, facendo
rientrare quindi in questa tipologia anche altre costruzioni, come i cubburi, i nuraghi, ed i gi citati trulli e caciare.
Il termine per vale la pena di sottolinearlo indica unanalogia architettonica relativa alla copertura delle
costruzioni e non un legame storico e culturale con la civilt Micenea.
Caratteristica importante dei cubburi la capacit
termica, infatti significativa la differenza di temperatura
tra linterno e lesterno; inoltre allinterno di molte di
queste costruzioni sono presenti piccole nicchie,
utilizzate probabilmente per appoggiare oggetti. Questi
sono senza dubbio dati in favore di chi ritiene che i
capanni a Tholos dei Nebrodi abbiano avuto un uso
abitativo.
La pietra utilizzata unarenaria quarzosa micacea con
cemento calcareo ed elementi litoidi, una pietra che
affiora negli stessi luoghi di costruzione ed facilmente
lavorabile, per tali motivi veniva impiegata con poche
modifiche e semplici adattamenti.
Sarebbe molto interessante incrociare gli studi sui Cubburi dei Nebrodi con eventuali studi su altre costruzioni
simili presenti in molte altre campagne della Sicilia, per stabilire se, oltre che dal punto di vista delle tecniche di
costruzione vi siano, si possano ricostruire, da un punto di vista storico, le tracce di ununica civilt. Certo non
possibile ignorare, per restare alla zona di Montalbano, tracce di epoca preistorica che potrebbero essere messe
in rapporto con i cubburi, come ad esempio limponente e suggestivo complesso megalitico dellArgimusco (dal
greco argimoschion, altopiano delle grandi propaggini) costituito da gigantesche rocce modificate da mano
umana e probabilmente sede di riti religiosi. Notevole anche la Mandurra Gesuittu, ovile ciclopico costituito da
enormi blocchi di origine antichissima e situato nei pressi di Portella Zilla, lungo la strada che da Polverello
conduce a Montalbano. Luoghi senza dubbio molto suggestivi che hanno ispirato in passato i miti ma anche la
fantasia di scrittori. Luoghi che oggi attirano per il loro fascino e che meriterebbero maggiori studi.
Lo scorso 13 settembre il consorzio intercomunale Tindari Nebrodi ha inaugurato il cosiddetto Itinerario delle
Tholos: un piano per il recupero e la valorizzazione di queste costruzioni rurali caratteristiche dei Nebrodi. I
quattro comuni titolari delliniziativa (San Piero Patti, Montalbano Elicona, Raccuja e Floresta) hanno redatto e
messo in opera un progetto con lo scopo di salvaguardare e valorizzare le antiche costruzioni di pietra. Un primo
aspetto che pu essere rilevato certamente positivo - il censimento e la catalogazione dei 78 cubburi
presenti nel territorio dei quattro comuni del consorzio. Ogni singola costruzione stata censita e catalogata con
unapposita scheda di catalogazione che riporta la documentazione fotografica del manufatto e ne riassume le
caratteristiche principali. Per quanto riguarda il recupero e la fruizione sono stati fatti interventi su 12 manufatti:
ad interventi utili come la pulitura, la ricollocazione di pezzi mancanti e la ricostruzione ove necessario di parti di
muratura, si sono sommati interventi forse troppo invasivi come il muretto di pietrame di bassa altezza che
circonda i cubburi che dovrebbe favorirne la fruizione fungendo di volta in volta da sedile, percorso o segnale ma
che modifica sensibilmente il paesaggio che prima era caratterizzato da unarmonizzazione tra manufatti e natura.
Altri muretti delimitano i sentieri che ricalcano i percorsi preesistenti modificando ancora il paesaggio. Forse era il
caso di essere meno invasivi e non esagerare con la costruzione di muretti, magari realizzando strutture che
possono anche essere rimosse con facilit o che hanno un impatto ambientale minore, come per esempio
staccionate in legno.
Nel progetto stata anche realizzata unadeguata segnalazione dei luoghi e dei sentieri anche se anche qui
talvolta i cartelli sembrano essere invasivi in particolare quelli in prossimit degli stessi cubburi. Sono stati anche
costruiti dei punti di osservazione ancora con muri che dovrebbero fungere da paraocchi per orientare lo
sguardo del turista sulla collocazione delle varie tholoi.
Rimane, in definitiva, solo una perplessit: nel progetto e nella cartellonistica i manufatti sono stati chiamati
Tholos. Ora, a parte il fatto che forse sarebbe stato pi
corretto chiamarli, al plurale, Tholoi, questa
denominazione sembra non adattarsi pienamente alla
cultura dei luoghi. Appare troppo generica. Anche solo per
finalit turistiche, e non soltanto per ragioni, diciamo, di
fedelt toponomastica, sarebbe stato pi opportuno
mantenere la denominazione dialettale. Scelte analoghe
(si pensi al caso dei trulli o dei nuraghi) si sono
dimostrate, alla fin fine, indovinate e vincenti.
Antonino Teramo