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Università degli Studi di Napoli FEDERICO II

Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e


Ambientale

Sicurezza Cantieri Mobili


Prof. Ing. Paola Francesca Nisticò PhD
A.A. 2020-2021

Evoluzione storica della normativa


PRINCIPIO DELLA COLPA EXTRA-CONTRATTUALE

Fino alla fine del XIX secolo il lavoro era disciplinato da


un’unica regola: nessuno può obbligare la propria opera
all’altrui servizio che a tempo o per una determinata
impresa.
Non esisteva il diritto del lavoro e la normativa cui far capo
era di derivazione romanistica (lex Aquilia de damno iniura)
L’infortunio sul lavoro era regolato in base al principio della
responsabilità per colpa extra-contrattuale.
L’infortunato, alla stregua di qualsiasi cittadino
danneggiato, poteva ottenere il risarcimento economico del
danno subito, provando la colpa del datore di lavoro.
PRINCIPIO DELLA COLPA EXTRA-CONTRATTUALE

L’infortunato doveva:
 Promuovere e sostenere un giudizio
 Fornire la prova:
1) dell’esistenza del danno
2) delle colpe dell’imprenditore
3) del rapporto colpa/danno
 Attendere l’esito del giudizio
 Rischiare la vanificazione del risarcimento per
insolvibilità del colpevole
 Subire e superare le conseguenze immediate
dell’infortunio a proprie spese
PRINCIPIO DELLA COLPA EXTRA-CONTRATTUALE

Su 1390 infortuni accaduti a Milano nel 1884, 774


rimasero senza una causa ufficiale; dei rimanenti 616 si
stabilì la causa e solo in 22 casi la colpa fu attribuita al
datore di lavoro

71 22
al caso fortuito
imprudenza della vittima
Colpa del datore di lavoro

523
PRINCIPIO DELLA COLPA CONTRATTUALE

Per ottenere una maggiore tutela la dottrina avanzò la teoria


della RESPONSABILITÀ CONTRATTUALE.
Il rapporto di lavoro instaurava un vincolo giuridico continuo
e non occasionale tra locatore e conduttore d’opera. Il
lavoratore si poteva appellare all’art. 1124 del codice civile,
relativo al contratto di locazione
che prevedeva l’obbligo da parte
del conduttore di garantire la
vita, la sicurezza e l’integrità
personale del locatore.
PRINCIPIO DELLA COLPA CONTRATTUALE
TEORIA DELLA COLPA CONTRATTUALE
L’onere della prova veniva spostato dal lavoratore al datore di
lavoro, che doveva dimostrare di aver adempiuto a tutte le
obbligazioni ed in particolare che il lavoro fosse svolte nelle
migliori condizioni possibili. Si poteva liberare dagli obblighi di
risarcimento, provando:
1) colpa del lavoratore
2) caso fortuito
3) forza maggiore

Tale teoria lasciava scoperti la maggior parte degli infortuni,


accentuando lo scontro sociale e la fragile posizione
processuale del lavoratore infortunato.
PRINCIPIO DELLA RESPONSABILITA’ OGGETTIVA
Per ottenere una migliore tutela si operò, nell’ambito del
codice civile, un trasferimento della responsabilità dalle cose
alle persone, codificata nell’art. 1153: il proprietario di un
oggetto è responsabile di tutti i danni che l’oggetto causa
anche se non ha alcuna colpa.
L’infortunio implicava oggettivamente la
responsabilità del datore di lavoro, che
rispondeva dei danni.
Si ponevano a carico del datore di lavoro
anche le conseguenze del fortuito,
coprendo una larga parte degli infortuni,
ma erano esclusi gli infortuni derivanti da colpa del
lavoratore.
PRINCIPIO DELLA RESPONSABILITA’ OGGETTIVA
L’inversione generalizzata della
prova calpestava il principio
giuridico fondamentale che
l’attore deve provare e che tutti
sono uguali di fronte alla legge,
confondendo
la questione giuridica con quella
sociale (il padrone è ricco e il
lavoratore è povero, pertanto è meglio
che il danno cada sul primo anziché sul
secondo).
AFFRANCAMENTO DAL DIRITTO CIVILE

Tutte queste teorie, collegate al diritto civile, e quindi ad una


concezione privatistica, inconciliabile con le esigenze del
lavoro, non accorciano le distanze tra lavoratori e datori di
lavoro, ne riducono le liti giudiziarie.
A cavallo dei secoli XIX e XX gli infortuni venivano considerati
dipendenti da forze sovrannaturali, dalle quali nessuna
misura preventiva offriva una soluzione efficace:
UN ATTO DIVINO O UNA FATALITÀ
Nell’ultimo ventennio del XIX secolo si compì una
trasformazione completa della tutela del lavoratore,
introducendo il principio del rischio professionale e le
assicurazioni sociali.
TEORIA DEL RISCHIO PROFESSIONALE

Si abbandonano i principi civilistici, teorizzando che


l’infortunio è una conseguenza immanente ed inevitabile del
lavoro e dell’organizzazione delle imprese. Tale teoria dà vita
a un diritto nuovo: quello all’integrità della persona, che deve
essere protetta dai rischi di lavoro. Dal momento che i danni
sono collegati all’attività industriale, sono accollati
all’impresa.
In sede di trascrizione legislativa di tale principio, il datore di
lavoro fu esonerato dalla responsabilità civile, salvo il caso di
accertata responsabilità penale. L’impresa deve pagare, ma
poiché il danno è inevitabile paga molto meno di quanto
avrebbe dovuto in caso di responsabilità.
PRINCIPIO DELLA MUTUALITA’ OBBLIGATORIA

Tutti i lavoratori, al verificarsi di determinati eventi di natura


economica o fisiologica che determinano uno stato di
bisogno hanno diritto, sotto certe condizioni, a determinate
prestazioni, finalizzate a:
– rimuovere le cause
– riparare le conseguenze
Tale previdenza viene attuata in Italia con forme di
assicurazione obbligatoria di tipo pubblico.
All’istanza etica sociale si aggiunge quella economica.
LA PROTEZIONE ANTINFORTUNISTICA
Le prime norme antiinfortunistiche emanate:
▪ 1884 Germania e Polonia
▪ 1887 Jugoslavia
▪ 1888 Austria
▪ 1894 Norvegia
▪ 1897 Inghilterra e Irlanda
▪ 1898 Italia, Danimarca e Finlandia
▪ 1900 Spagna, Ungheria, Nuova Zelanda
▪ 1901 Svezia
▪ 1902 Lussemburgo, Paesi Bassi, Australia
▪ 1903 Belgio
▪ 1906 Guatemala
▪ 1911 Usa (in parte), Giappone, Svizzera
▪ 1912 Romania
▪ 1913 Portogallo
▪ 1914 Grecia
LA PROTEZIONE ANTINFORTUNISTICA

Promulgazione dell’istituzione nazionale per


l’assicurazione contro gli infortuni
18 febbraio 1883
1° legge infortunistica
legge 17/3/1898 n.° 80
Regolamento esecutivo
R.D. del 25/10/1898 n.°411
IL FATTORE UMANO
Alla fine della 1° Guerra mondiale con lo sviluppo delle
scienze umane, la psicologia in particolare, si studiarono il
fattore umano negli infortuni e le cause individuali, per
attuare forme di prevenzione.
Le ricerche si indirizzarono verso le cause individuali
d’infortunio, verificando se la distribuzione degli infortuni
all’interno di una popolazione lavorativa rispondesse ad un
particolare modello matematico.
Greenwood e Wood dell’ I.F.R.B. nel
1919 studiarono 3 modelli matematici.
I MODELLI MATEMATICI
1) puro caso: gli infortuni si distribuiscono casualmente, tutti
hanno la possibilità di subire infortunio;

2) suscettibilità modificata: tutti gli individui di una stessa


popolazione lavorativa hanno una identica probabilità di
infortunarsi, ma dopo il 1° infortunio, la probabilità di subirne
un altro è diversa e può essere maggiore (contagio) o ridotta
(dito scottato);

3) diversa suscettibilità iniziale: i lavoratori non hanno tutti lo


stesso rischio di infortunarsi, c’è un piccolo sottogruppo che
registra una forte incidenza infortunistica.
FATTORE UMANO
Gli studi conclusero che il terzo modello era quello che più si
avvicinava alla distribuzione degli infortuni osservati.
Furono quindi intraprese ricerche sulla predisposizione
individuale all’infortunio.
Il fattore umano visto come causa unica di infortunio ha dato
origine a due correnti di pensiero:

1)Predisposizione individuale
2)Suscettibilità ad infortunarsi
PREDISPOSIZIONE INDIVIDUALE
La teoria si collega a caratteristiche proprie della natura
umana ripartite in modo ineguale tra gli individui, che
rendono più vulnerabili in maniera non dipendente dal lavoro
svolto. La prevenzione si attiva nella selezione al momento
dell’assunzione, individuando ed eliminando persone che
possiedono tali tratti. Hale (1972) considera ingenua l’ipotesi
di una teoria della ineguaglianza individuale all’esposizione
del rischio infortunio ed impossibile
da verificare per l’eterogeneità delle
situazioni lavorative, ambientali o
dei macchinari.
PREDISPOSIZIONE INDIVIDUALE

Schulzinger e Bandot de Neve (1975) evidenziano come la


predisposizione agli infortuni sia legata ad un momento del
ciclo della vita, nel quale un individuo a causa di determinati
fattori (età, preoccupazioni personali, ecc.) risulta più a
rischio. Quando la situazione si ristabilisce la persona lascia il
gruppo dei soggetti più esposti. Poiché questi cicli sono
numerosi nella vita di un individuo, il gruppo di quelli che
tendono ad avere numerosi infortuni è variabile.
Sass e Cook (1981) osservano che gli infortuni leggeri tendono
a distribuirsi in modo simile durante un lungo periodo di
osservazione.
SUSCETTIBILITÀ AD INFORTUNARSI
La teoria si basa sulla plasticità delle caratteristiche univoche
che si cerca di modellare in senso favorevole alla sicurezza
con la formazione, abbandonando l’idea di predisposizione
stabile e definitiva. Si fa strada la predisposizione legata a
caratteristiche trasformabili con l’esperienza attraverso
l’influenza dell’ambiente sociale.

La prevenzione si può attuare


attraverso l’informazione e
la formazione dei lavoratori.
LE CAUSE DELL’INFORTUNIO
Le teorie per spiegare le cause dell’infortunio sono molteplici,
condizionate pesantemente da considerazioni economiche,
politiche ed ideologiche.
Le più note sono:

1) Motivazioni inconsce
2) Ipotesi delle fughe
3) Stress da adattamento
4) Vigilanza
5) Tessere del domino
6) Fattore umano
TEORIA DELLA MANCATA VIGILANZA

Gli individui subiscono un infortunio a causa della scarsa


vigilanza prestata nell’esecuzione della mansione assegnata,
dal momento che non possono scegliere gli obiettivi della
propria condizione lavorativa: manca la libertà di fissare i
propri scopi.
Più il livello di autonomia è alto,
maggiore sarà la qualità della
prestazione, minore lo stress.
TESSERE DEL DOMINO
La teoria, sviluppata nel 1931 da W.H. Heinrich, postula che
l’infortunio sul lavoro deriva da una catena di eventi che si
producono nel tempo con ordine fisso, logico ed invariabile.
Studiando 75.000 incidenti provò che l’88% di tutti gli
infortuni sono causati da azioni non sicure delle persone, il
10% da situazioni pericolose e il 2% da atti di Dio.
Ogni evento dipende dal precedente e provoca il
successivo .
Heinrich paragona questa catena
ad una serie di 5 tessere di domino,
nelle quali la caduta della prima
provoca la caduta delle altre.
TESSERE DEL DOMINO
Le tessere sono nell’ordine:
1. Ereditarietà e ambiente
sociale
2. Errore individuale
3. Azione o condizione di
pericolo
4. Infortunio
5. Lesione
Eliminando le situazioni pericolose si impediscono gli
infortuni. Con ricerche sulle componenti dell’ambiente
sociali si comprendono le cause che generano
comportamenti pericolosi. La seconda tessera reintroduce
il concetto di errore.
TEORIA DEL FATTORE UMANO

La teoria del fattore umano


attribuisce la causa degli
incidenti ad una catena di
eventi causati da errori umani.
L’errore umano è provocato da
tre tipi di cause:
1) sovraccarico di lavoro
2) reazioni inadeguate
3) attività svolte in modo
non appropriato.
METODOLOGIA KYT
La metodologia KIT (acronimo di Kiken = incidente, Yochi =
prevenzione, Training = formazione), messa a punto
dall’associazione giapponese per la sicurezza e l’igiene del
lavoro nella metà degli anni ’70 del secolo scorso, ipotizza
che gli infortuni accadono quando si verificano più cause,
ciascuna necessaria ma non sufficiente a provocare l’evento.
Le cause sono di 2 tipi:

1. situazioni pericolose
2. comportamenti non idonei
SVILUPPI ATTUALI
Le ricerche condotte fino alla metà del XX secolo partono da
una concezione dualistica e meccanicistica del rapporto
uomo/macchina, presumendo che il fattore umano e quello
tecnico siano tra loro dipendenti. Da una parte i tecnici
responsabili del corretto funzionamento della macchina,
dall’altro gli specialisti in scienze umane che si occupano del
corretto comportamento del lavoratore. Tale visione, pur
impedendo il ripetersi di infortuni simili, restringe il campo
della prevenzione. Viene rivalutata la formazione dei
lavoratori, proponendo raffinati modelli socio-tecnici (Albero
delle cause, M.O.R.T.), che fanno tesoro delle intuizioni dei
ricercatori di quasi un secolo fa.
SVILUPPI ATTUALI
Indipendentemente dalla qualità dei lavoratori, ogni
trasformazione degli strumenti di lavoro e delle macchine
influenza il comportamento e le prestazioni dell’uomo.
I modelli propongono uno studio accurato dell’organizzazione del
lavoro in un’analisi sistemica ed interattiva, puntando alla
prevenzione degli infortuni ed al miglioramento della sicurezza,
favorendo la crescita professionale.
Vengono introdotti i concetti di
salute psico-fisica, mobbing,
stress lavoro correlato, nonché la
predisposizione di interventi a
garanzia della qualità della vita
negli ambienti di lavoro.
LAVORO
dal latino
labor = fatica
Laborare = soffrire, faticare, soffrire (per una malattia).

• Fin dall’antichità quindi il lavoro era visto come


costrizione e fatica;
• Presso tutti i popoli primitivi il concetto di lavoro è
negativo ed indissolubilmente legato all’idea della
prosecuzione della vita
• Le testimonianze scritte ci tramandano una visione
estremamente negativa del lavoro: Bibbia, Esiodo,
Ovidio parlano della durezza del lavoro in contrasto
con la situazione precedente in cui si raccoglievano i
frutti della terra senza lavorarla.
SICUREZZA
dal latino
"sine cura": senza preoccupazione

è sinonimo di mancanza di pericoli per l’uomo e per


l’ambiente
• la "conoscenza che l'evoluzione di un sistema non
produrrà stati indesiderati".
• In termini più semplici è: sapere che quello che faremo
non provocherà dei danni.
• Il presupposto della conoscenza è fondamentale da un
punto di vista epistemologico poiché un sistema può
evolversi senza dar luogo a stati indesiderati, ma non per
questo esso può essere ritenuto sicuro.
Deuteronomio 22:08
"Quando edificherai una casa nuova, farai un parapetto
intorno al tuo tetto, per non metter sangue sulla tua
casa, nel caso qualcuno avesse a cascare di lassù"
• Ippocrate V a.C sosteneva che:
i lavori causano danno
rischi correlati ad alcuni lavori
erano noti, si erano individuati
malattie di origine professionale
tra i tessitori e i sarti.
• Galeno parlava di “mali professionali”
• Plinio il Giovane aveva scritto delle malattie degli
schiavi, descrivendone i sintomi.
• Avicenna medico persiano aveva individuato la colica
da piombo, conosceva bene il fenomeno delle
patologie derivanti dal lavoro svolto .
•Benardino Ramazzini : medico del 1663
indagò sui rischi dei mestieri del tempo e
sulle singole tecniche adoperate:
dedicò molta attenzione all’ambiente di
lavoro, agli strumenti, agli orari lavorativi,
all’inalazioni di polveri, gas e vapori, agli
odori, agli sforzi, all’inadeguatezza e
all’irregolarità dell’alimentazione, e tutto
questo gli consentì di dimostrare il nesso
esistente tra il lavoro svolto e la malattia
riscontrata
pose in luce il carattere prioritario della prevenzione rispetto
all’intervento riparatore successivo
•Malpigli e Morgagni: anatomisti che ai primi del ‘700 trattarono
delle lavorazioni e dei materiali che provocavano determinate
malattie.
Come si poteva risolvere il
problema?

Chiedendo aiuto alla


fede!!
Prima rivoluzione industriale
Il percorso da quel processo
inarrestabile di
trasformazione economica
iniziato con la prima
rivoluzione industriale, per
giungere ai nostri giorni, è
stato lungo e tortuoso,
spesso cosparso di mille
insidie, contraddizioni e
ostacoli accompagnati
dall’ignoranza e della
noncuranza dei pericoli.
La legislazione in
materia è progredita in
funzione del
cambiamento della
concezione del bene
“salute” che a sua volta
si è modificato
parallelamente
all’aumento del livello
di benessere nelle
società nel concetto di
salute:
le condizioni di tutela minime oggi stabilite dalla legge sono
molto cambiate rispetto agli obblighi introdotti dalle prime
leggi in materia, che risalgono alla fine del 1800.
La “questione sociale”,
che piano piano si tramutò
in “questione operaia”, si
identificò con le
problematiche che la
rivoluzione industriale
portò dentro la vita di un
popolo:
condizioni di gravi difficoltà
per i lavoratori salariati (salari di sussistenza, sfruttamento
minorile e femminile, orari superiori alle umane possibilità,
situazione abitativa disumana, carenze igienico-sanitarie e di
sicurezza sul lavoro). In Inghilterra la realtà delle fabbriche senza
regole e la mancanza di leggi di previdenza sociale furono
percepite come una minaccia incombente per tutta la collettività
e per questo furono approntate le prime urgenti riforme
In Italia il sistema
legislativo in materia è
sempre stato molto
avanzato rispetto al
resto dell’Europa,
fino all’avvento delle
direttive comunitarie
che hanno uniformato
la situazione.
Il diffondersi delle macchine e del loro utilizzo, con la
conseguente maggiore pericolosità e nocività sul lavoro,
assieme al sorgere della grande industria e della
concentrazione industriale, costituirono la causa prima del
delinearsi della “questione sociale” nei vari Stati europei.
ITALIA
• nel 1886 prima legge a tutela del
lavoro delle donne con punizioni per
lo sfruttamento di manodopera
minorile.
• Il Codice Civile del 1865 muove i primi
passi verso il diritto alla salute dei
lavoratori, dal punto di vista
costrittivo, che fece nascere il
rapporto di obbligo-diritto in base al
quale il datore di lavoro era tenuto a
fornire un sano ambiente di lavoro e
strumenti idonei al prestatore di
lavoro che, a sua volta, era abilitato a
pretendere l’esatto adempimento
dell’obbligo stesso.
ITALIA
• Occorre aspettare il 9 febbraio
1886 per vedere approvata la
prima legge diretta a proteggere
il lavoro infantile in opifici,
miniere e cave.
• I primi veri e propri interventi
normativi per la sicurezza dei
lavoratori arrivarono con la
Legge 12 marzo 1898, n.80 in
materia di assicurazione
obbligatoria degli infortuni sul
lavoro e grazie al Regio Decreto
18 giugno 1899, n.230 che
conteneva il Regolamento
generale sulla prevenzione degli
infortuni
1942
l’art. 2087 del Codice Civile
L'imprenditore è tenuto ad adottare nell'esercizio
dell'impresa le misure che, secondo la particolarità del
lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a
tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei
prestatori di lavoro

L’art. 2060 del Codice Civile


“Il lavoro è tutelato in
tutte le sue forme
organizzative ed
esecutive, intellettuali,
tecniche e manuali”
Costituzione Repubblicana nel 1947
Negli Artt. 32 e 35 viene rappresentato il punto di
partenza di un sistema in cui la tutela della salute del
lavoratore, intesa come tutela della personalità fisica,
morale e psichica, costituisce un onere per tutta la
collettività
“La prima forma d’intervento organico e globale,con
effettive finalità di prevenzione, nel superamento
della logica della monetizzazione”
D.P.R. 27 aprile 1955, n.547 prevenzione degli
infortuni sul lavoro e sull’igiene del lavoro
D.P.R. 19 marzo 1956, n.303: si passa alla presa di
coscienza dell’evitabilità dell’infortunio o della
malattia professionale.
dal D.P.R. 30 giugno
1965 n.1124 per ogni
datore di lavoro, vi è
l’obbligo di stipulare
un’assicurazione contro
gli infortuni e le
malattie professionali
che possono verificarsi
nell’esercizio ed a causa
delle lavorazioni svolte
norme comunitarie degli anni ’80 e ’90
cambio di concezione
tecnico-normativa centrata sul
rispetto delle norme di legge e
sull’adozione di soluzioni tecniche
ad una concezione progettuale al
centro della quale non c’è la
“macchina” ma il lavoratore e
il suo benessere psico-fisico

dal “dover al “saper


essere” essere”

dal “dover
al “saper fare”
fare”
Ultime Normative in Italia

D. Lgs. 626/94 che delinea una nuova architettura della


sicurezza, la cui struttura portante non è più la
tecnologia ma l’organizzazione.

D. Lgs 81/08 Il decreto legislativo numero 81 del 9


aprile 2008 ha introdotto il Testo unico sulla sicurezza
sul lavoro che riunisce, modifica ed armonizza la
precedente normativa in materia di sicurezza e salute
nei luoghi di lavoro.
Oggi cosa è cambiato?
Per evitare cadute
Nella pubblicità…
Nella campagna pubblicitaria
Gigi Buffon si arrampica su
impervie impalcature privo di
ogni minimo dispositivo
anticaduta tra impalcati di un
ponteggio fuori norma
Proverbi italiani
La caduta segue sempre da vicino l'estrema
sicurezza.
La nave che fu risparmiata dal mare, può andar a
picco sulla rada.
La paura è sempre sicura, la sicurezza mai.
La sicurezza è la causa principale delle disgrazie.
La sicurezza e la sventura si seguono come il lampo e
il tuono.
La sicurezza non è immune da pericoli.
La sicurezza non è mai sicura.
La sicurezza spesso inganna.
Uccel sicuro è facile a pigliare.
Infine…


Perché il D.Lgs. 81 del 9 Aprile 2008

I. Il Presidente della Repubblica G. Napolitano sin


dall’inizio del suo mandato ha portato
all’attenzione dell’opinione pubblica la salute e
sicurezza sul lavoro (SSL).
II. Il Presidente si è fatto carico in prima persona nei
confronti del Parlamento e del Governo di
garantire “il riassetto e la riforma della normativa
in materia di tutela della salute e sicurezza sul
lavoro”
Cosa cambia dal punto di vista normativo

TUTTO: vengono abrogati dall’ art. 304 fra gli altri,


l’impalcatura della attuale Legislazione in tema
di sicurezza sui luoghi di lavoro DPR 303/1956
DPR 547/1955, DPR 164/1956, DLgs 626/1994,
DLgs 494/1996 etc etc.

NIENTE: la quasi totalità delle disposizioni


contenute in quei provvedimenti vengono
riprese nel disposto del D.Lgs. 81/2008 entrato
in vigore il 15 maggio 2008
Cosa cambia dal punto di vista normativo
NORME IN VIGORE E COLLEGATE AL TESTO UNICO:
1. DPR 1124/1965 Testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria
contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali;
2. D. Lgs 50/2016 Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture;
3. D. Lgs 66/2003 Attuazione delle direttive 93/104/CE e 2000/34/CE concernenti
taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro;
4. D. Lgs 222/2003 Regolamento sui contenuti minimi dei piani di sicurezza nei cantieri
temporanei o mobili, in attuazione dell'articolo 31, comma 1, della legge 11
febbraio 1994, n. 109
5. D.M. 37/2008 Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterdecies,
comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2005, recante riordino delle disposizioni
in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici;
6. D. Lgs 17/2010 “Attuazione della direttiva 2006/42/CE, relativa alle macchine e che
modifica la direttiva 95/16/CE relativa agli ascensori;
7. D. Lgs 475/1992 Attuazione della direttiva 89/686/CEE del Consiglio del 21
dicembre 1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri
relative ai dispositivi di protezione individuale. (Pubblicato sul S.O. alla G.U. n° 289
del 09/12/1992);
8. Etc etc etc
D. Lgs 9 aprile 2008 n.81

Gazzetta Ufficiale n. 101 del 30 aprile 2008


Suppl. Ordinario n. 108
Decreto integrativo e correttivo:
Gazzetta Ufficiale n. 180 del 05 agosto 2009
Suppl. Ordinario n. 142

13 TITOLI
(306 Articoli)
51 ALLEGATI
D. Lgs 9 aprile 2008 n.81

TITOLO I
PRINCIPI COMUNI

CAPO I CAPO II
DISPOSIZIONI GENERALI SISTEMA ISTITUZIONALE
Artt. 1-4 Artt. 5-14

CAPO III
CAPO IV
GESTIONE DELLA PREVENZIONE
DISPOSIZIONI PENALI
NEI LUOGHI DI LAVORO
Artt. 55-61
Artt. 15-54
D. Lgs 9 aprile 2008 n.81

TITOLO II
LUOGHI DI LAVORO

CAPO I CAPO II
DISPOSIZIONI GENERALI SANZIONI
Artt. 62-67 Art. 68
D. Lgs 9 aprile 2008 n.81
TITOLO III
USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO
E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

CAPO I CAPO II
USO DELLE ATTREZZATURE USO DEI DISPOSITIVI
DI LAVORO INDIVIDUALI
Artt. 69-73 Artt. 74-79

CAPO III
CAPO IV
IMPIANTI ED
SANZIONI
APPARECCHIATURE ELETTRICHE
Art. 87
Artt. 80-86
D. Lgs 9 aprile 2008 n.81

TITOLO IV
CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI

CAPO I CAPO II
MISURE PER LA SALUTE E NORME PER LA PREVENZIONE DEGLI
SICUREZZA NEI CANTIERI INFORTUNI SUL LAVORO NELLE
TEMPORANEI O MOBILI COSTRUZIONI E NEI LAVORI IN QUOTA
Artt. 88-104 Artt. 105-156

CAPO III
SANZIONI
Artt. 157-160
D. Lgs 9 aprile 2008 n.81

TITOLO V
SEGNALETICA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO

CAPO I CAPO II
DISPOSIZIONI GENERALI SANZIONI
Artt. 161-164 Artt. 165-166
D. Lgs 9 aprile 2008 n.81

TITOLO VI
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

CAPO I CAPO II
DISPOSIZIONI GENERALI SANZIONI
Artt. 167-169 Art. 71
D. Lgs 9 aprile 2008 n.81

TITOLO VII
ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI

CAPO II
CAPO I
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO,
DISPOSIZIONI GENERALI
DEI DIRIGENTI E DEI PREPOSTI
Artt. 172-173
Art. 174-177

CAPO III
SANZIONI
Artt. 178-179
D. Lgs 9 aprile 2008 n.81

TITOLO VIII
AGENTI FISICI
CAPO VI
CAPO I PROTEZIONE DEI LAVORATORI
DISPOSIZIONI GENERALI DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE
Artt. 180-186 A RADIAZIONI OTTICHE
Artt. 213-218
CAPO II
PROTEZIONE DEI LAVORATORI CAPO IV
CONTRO I RISCHI DI ESPOSIZIONE PROTEZIONE DEI LAVORATORI
AL RUMORE DURANTE IL LAVORO DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE
Artt. 187-198 A CAMPI ELETTROMAGNETICI
Artt. 206-212
CAPO III
PROTEZIONE DEI LAVORATORI
CAPO VI
DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE
SANZIONI
A VIBRAZIONI
Artt. 219-220
Artt. 199-205
D. Lgs 9 aprile 2008 n.81

TITOLO IX
SOSTANZE PERICOLOSE

CAPO II
CAPO I
PROTEZIONE DA AGENTI
PROTEZIONE DA AGENTI CHIMICI
CANCEROGENI E MUTAGENI
Artt. 221-232
Artt. 233-245

CAPO III
CAPO IV
PROTEZIONE DAI RISCHI CONNESSI
SANZIONI
ALL’ESPOSIZIONE ALL’AMIANTO
Artt. 262-265
Artt. 246-261
D. Lgs 9 aprile 2008 n.81

TITOLO X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI

CAPO II
CAPO I
OBBLIGHI
DISPOSIZIONI GENERALI
DEL DATORE DI LAVORO
Artt. 266-270
Artt. 271-278

CAPO III CAPO IV


SORVEGLIANZA SANITARIA SANZIONI
Artt. 279-280 Artt. 282-286
D. Lgs 9 aprile 2008 n.81

TITOLO XI
PROTEZIONE DA ATMOSFERE ESPLOSIVE

CAPO I CAPO II
DISPOSIZIONI GENERALI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO
Artt. 287-288 Art. 289-296

CAPO III
SANZIONI
Art. 297
D. Lgs 9 aprile 2008 n.81

TITOLO XII
DISPOSIZIONI IN MATERIA
PENALE E DI PROCEDURA PENALE
Artt. 289-296

TITOLO XIII
NORME TRANSITORIE E FINALI
Artt. 304-306
ALLEGATI

ALLEGATO I GRAVI VIOLAZIONI AI FINI DELL’ADOZIONE DEL


PROVVEDIMENTO DI SOSPENSIONE DELL’ATTIVITÀ
IMPRENDITORIALE
ALLEGATO II CASI IN CUI E’ CONSENTITO LO SVOLGIMENTO DIRETTO DA
PARTE DEL DATORE DI LAVORO DEI COMPITI DI
PREVENZIONE E PROTEZIONE DEI RISCHI (articolo 34)
ALLEGATO 3A CARTELLA SANITARIA E DI RISCHIO
VISITA MEDICA PREVENTIVA
VISITA MEDICA
CONSERVAZIONE DELLA CARTELLA SANITARIA E DI RISCHIO
CESSAZIONE DELL’INCARICO DEL MEDICO
ALLEGATO 3B INFORMAZIONI RELATIVE AI DATI AGGREGATI SANITARI E DI
RISCHIO DEI LAVORATORI SOTTOPOSTI A SORVEGLIANZA
SANITARIA
ALLEGATO IV REQUISITI DEI LUOGHI DI LAVORO
ALLEGATI

ALLEGATO V REQUISITI DI SICUREZZA DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO


COSTRUITE IN ASSENZA DI DISPOSIZIONI LEGISLATIVE E
REGOLAMENTARI DI RECEPIMENTO DELLE DIRETTIVE
COMUNITARIE DI PRODOTTO, O MESSE A DISPOSIZIONE DEI
LAVORATORI ANTECEDENTEMENTE ALLA DATA DELLA
LORO EMANAZIONE
ALLEGATO VI DISPOSIZIONI CONCERNENTI L’USO DELLE ATTREZZATURE
DI LAVORO
ALLEGATO VII VERIFICHE DI ATTREZZATURE

ALLEGATO VIII INDICAZIONI DI CARATTERE GENERALE RELATIVE A


PROTEZIONI PARTICOLARI
ALLEGATO IX Valori delle tensioni nominali di esercizio delle macchine ed
impianti elettrici
ALLEGATO X ELENCO DEI LAVORI EDILI O DI INGEGNERIA CIVILE di cui
all’articolo 89, comma 1, lettera a)
ALLEGATI

ALLEGATO XI ELENCO DEI LAVORI COMPORTANTI RISCHI PARTICOLARI


PER LA SICUREZZA E LA SALUTE DEI LAVORATORI
ALLEGATO XII CONTENUTO DELLA NOTIFICA PRELIMINARE di cui
all’articolo 99
ALLEGATO XIII PRESCRIZIONI DI SICUREZZA E DI SALUTE PER LA
LOGISTICA DI CANTIERE
ALLEGATO XIV CONTENUTI MINIMI DEL CORSO DI FORMAZIONE PER I
COORDINATORI PER LA PROGETTAZIONE E PER
L’ESECUZIONE DEI LAVORI
ALLEGATO XV CONTENUTI MINIMI DEI PIANI DI SICUREZZA NEI CANTIERI
TEMPORANEI O MOBILI
ALLEGATO XVI FASCICOLO CON LE CARATTERISTICHE DELL’OPERA

ALLEGATO XVII IDONEITA’ TECNICO PROFESSIONALE


ALLEGATI

ALLEGATO XVIII VIABILITA’ NEI CANTIERI, PONTEGGI E TRASPORTO DEI


MATERIALI
ALLEGATO XIX VERIFICHE DI SICUREZZA DEI PONTEGGI METALLICI FISSI

ALLEGATO XX A. COSTRUZIONE E IMPIEGO DI SCALE PORTATILI


B. AUTORIZZAZIONE AI LABORATORI DI CERTIFICAZIONE
ALLEGATO XXI ACCORDO STATO, REGIONI E PROVINCE AUTONOME SUI
CORSI DI FORMAZIONE PER LAVORATORI ADDETTI A
LAVORI IN QUOTA
ALLEGATO XXII CONTENUTI MINIMI DEL Pi.M.U.S.

ALLEGATO XXIII DEROGA AMMESSA PER I PONTI SU RUOTE A TORRE

ALLEGATO XXIV PRESCRIZIONI GENERALI PER LA SEGNALETICA DI


SICUREZZA
ALLEGATI

ALLEGATO XXV PRESCRIZIONI GENERALI PER I CARTELLI SEGNALETICI

ALLEGATO XXVI PRESCRIZIONI PER LA SEGNALETICA DEI CONTENITORI


E DELLE TUBAZIONI
ALLEGATO XXVII PRESCRIZIONI PER LA SEGNALETICA DESTINATA AD
IDENTIFICARE E AD INDICARE L’UBICAZIONE DELLE
ATTREZZATURE ANTINCENDIO
ALLEGATO XXVIII PRESCRIZIONI PER LA SEGNALAZIONE DI OSTACOLI E DI
PUNTI DI PERICOLO E PER LA SEGNALAZIONE DELLE VIE
DI CIRCOLAZIONE
ALLEGATO XXIX PRESCRIZIONI PER I SEGNALI LUMINOSI

ALLEGATO XXX PRESCRIZIONI PER I SEGNALI ACUSTICI

ALLEGATO XXXI PRESCRIZIONI PER LA COMUNICAZIONE VERBALE


ALLEGATI

ALLEGATO XXXII PRESCRIZIONI PER I SEGNALI GESTUALI

ALLEGATO XXXIII MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

ALLEGATO XXXIV VIDEOTERMINALI

ALLEGATO XXXV AGENTI FISICI

ALLEGATO XXXVI CAMPI ELETTROMAGNETICI

ALLEGATO XXXVII RADIAZIONI OTTICHE

ALLEGATO XXXVIII VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE PROFESSIONALE

ALLEGATO XXXIX VALORI LIMITE BIOLOGICI OBBLIGATORI E


PROCEDURE DI SORVEGLIANZA SANITARIA
ALLEGATI

ALLEGATO XL DIVIETI

ALLEGATO XLI METODICHE STANDARDIZZATE DI MISURAZIONE


DEGLI AGENTI
ALLEGATO XLII ELENCO DI SOSTANZE, PREPARATI E PROCESSI

ALLEGATO XLIII VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE PROFESSIONALE

ALLEGATO XLIV ELENCO ESEMPLIFICATIVO DI ATTIVITA’ LAVORATIVE


CHE POSSONO COMPORTARE LA PRESENZA DI
AGENTI BIOLOGICI
ALLEGATO XLV SEGNALE DI RISCHIO BIOLOGICO

ALLEGATO XLVI ELENCO DEGLI AGENTI BIOLOGICI CLASSIFICATI


ALLEGATI

ALLEGATO XLVII SPECIFICHE SULLE MISURE DI CONTENIMENTO E SUI


LIVELLI DI CONTENIMENTO
ALLEGATO XLVIII SPECIFICHE PER PROCESSI INDUSTRIALI

ALLEGATO XLIX RIPARTIZIONE DELLE AREE IN CUI POSSONO


FORMARSI ATMOSFERE ESPLOSIVE
ALLEGATO L A. PRESCRIZIONI MINIME PER IL MIGLIORAMENTO DELLA
PROTEZIONE DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE DEI
LAVORATORI CHE POSSONO ESSERE ESPOSTI AL
RISCHIO DI ATMOSFERE ESPLOSIVE
B. CRITERI PER LA SCELTA DEGLI APPARECCHI E DEI
SISTEMI DI PROTEZIONE
ALLEGATO LI SEGNALE DI AVVERTIMENTO PER INDICARE LE AREE IN CUI
POSSONO FORMARSI ATMOSFERE ESPLOSIVE
Certamente “qualcosa” di nuovo c’è

Rispetto alla sommatoria combinato disposto della


legislazione previgente:
• aumentano gli adempimenti, anche burocratici e
gli importi delle sanzioni per le non conformità
• viene ampliata la definizione di Lavoratore
• viene puntualmente definita la figura del
Preposto
• ha maggior spessore il Rappresentante dei
Lavoratori per la Sicurezza (RLS)
Certamente “qualcosa” di nuovo c’è

• sono valorizzati i Sistemi di Gestione per la Salute e


Sicurezza nei “Modelli di Organizzazione e Gestione”
• è richiesta maggiore collaborazione ai Medici del
Lavoro ed ai Responsabili Servizio Prevenzione e
Protezione
• sono vietate le visite mediche pre assuntive è
richiesta maggiore maggior responsabilizzazione
del Committente negli appalti (cfr anche D.M.
25.2.2008 n. 74 pubblicato su G.U. 16.4.2008)
• viene stabilito un ruolo di consulenza per alcune
Istituzioni
Certamente “qualcosa” di nuovo c’è

• la Valutazione dei Rischi deve avere data certa


• la Valutazione dei Rischi riguarda anche malattie
“stress correlato”, lavoratrici madri ed altre
categorie deboli
• la Valutazione del rischio dei campi
elettromagnetici secondo le norme CEI era slittata
di qualche anno (1 luglio 2016)
• viene introdotta la valutazione dei rischi
interferenziali
Si avranno :

difficoltà a mutare un modo di lavorare consolidato


rispetto a consuetudini metabolizzate (quali,
nell’edilizia, gare d’appalto, bandi, P.S.C.)
vi saranno nei primi mesi molte domande senza
risposta ufficiale su cui ricercare un equilibrio con le
Parti interessate
Cosa cambia davvero

L’applicazione del D.Lgs. 81/2008 non significa soltanto


tutelare la Salute e la Sicurezza dei Lavoratori, ma anche
salvaguardare Datore di Lavoro, Dirigenti e Preposti da
responsabilità

È UN FATTORE FONDAMENTALE PER L’IMPRESA


– DAL PRESIDENTE AL NEOASSUNTO –
– NESSUNA FUNZIONE ESCLUSA –
Cosa era già cambiato nel 2007

La Sicurezza sul Lavoro SSL, da quasi un anno, non era


più considerata una semplice variabile aziendale di
carattere tecnico a seguito di:
L. n° 123/2007 art. 9, entrata in vigore il 18 Agosto
2007 e del D.M. 24.10.2007, entrato in vigore il 1
Gennaio 2008
Questi due provvedimenti, ancora poco conosciuti e
dei quali, per ovvi motivi, ancora non si sono viste le
conseguenze fanno impattare la gestione della SSL
sulla Gestione Generale d’Impresa e quindi su
Conto Economico e Stato Patrimoniale.
Marketing Commerciale Finanza e SSL
documento unico di regolarità contributiva DURC
Il possesso del Documento Unico di Regolarità Contributiva
(DURC) e' richiesto ai datori di lavoro ai fini della fruizione
dei benefici normativi e contributivi in materia di lavoro e
legislazione sociale previsti dall'ordinamento nonché ai fini
della fruizione dei benefici e sovvenzioni previsti dalla
disciplina comunitaria. Ai sensi della vigente normativa il
DURC e' inoltre richiesto ai datori di lavoro ed ai lavoratori
autonomi nell'ambito delle procedure di appalto di opere,
servizi e forniture pubblici e nei lavori privati dell'edilizia
(Art. 1)
Le non Conformità alla Legislazione di SSL possono
comportare la sospensione del DURC (allegato A al DM
24.10.2007)
L’art. 2. della L. 123/2007, divenuto art. 61 DLgs 81/2008
- Notizia all'INAIL, in taluni casi di esercizio dell'azione
penale - recita:
In caso di esercizio dell'azione penale per i delitti di
omicidio colposo o di lesioni personali colpose, se il
fatto è commesso con violazione delle norme per la
prevenzione degli infortuni sul lavoro o relative
all'igiene del lavoro o che abbia determinato una
malattia professionale, il pubblico ministero ne dà
immediata notizia all'INAIL ai fini dell'eventuale
costituzione di parte civile e dell'azione di regresso.
L. n°123/2007
Misure in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e delega al
Governo per il riassetto e la riforma della normativa in materia

La L. n°123/2007 all’art. 9 ha introdotto per l’omicidio colposo


e le lesioni colpose gravissime o gravi commessi con
violazione delle norme SSL, l’applicabilità del D.Lgs.
231/2001

“Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone


giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di
personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge
29 settembre 2000, n. 300”.

N.B.: sono considerate GRAVI anche le lesioni con inabilità


TEMPORANEA oltre i 40 giorni (art. 583 C.P.)
Lesioni gravi e gravissime per il Codice Penale

Art. 583 Circostanze aggravanti


La lesione personale è grave, e si applica la reclusione da
tre a sette anni:
1) se dal fatto deriva una malattia che metta in pericolo
la vita della persona offesa, ovvero una malattia o
un’incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per
un tempo superiore ai quaranta giorni;
2) se il fatto produce l'indebolimento permanente di un
senso o di un organo;
3) se la persona offesa è una donna incinta e dal fatto
deriva l'acceleramento del parto (1).
Lesioni gravi e gravissime per il Codice Penale

La lesione personale è gravissima, e si applica la


reclusione da sei a dodici anni, se dal fatto deriva:
1) una malattia certamente o probabilmente insanabile;
2) la perdita di un senso;
3) la perdita di un arto, o una mutilazione che renda
l'arto inservibile, ovvero la perdita dell'uso di un organo
o della capacità di procreare, ovvero una permanente e
grave difficoltà della favella;
4) la deformazione, ovvero lo sfregio permanente del
viso;
5) l'aborto della persona offesa (1).
(1) Comma abrogato dalla L. 22 maggio 1978, n. 124.
D. Lgs. 231/2001

Il D. Lgs. 231/2001 pone a carico degli


AMMINISTRATORI
l’obbligo di accertarsi che tutta l’Organizzazione Aziendale
operi in conformità alla Normativa di Sicurezza mediante
procedure di Organizzazione, Gestione e Controllo
Sistematiche.
Le sanzioni (pecuniarie o interdittive) sono di gravità
catastrofica ed a carico della SOCIETÀ. La gravità
catastrofica delle sanzioni suggerisce di adottare un
modello di gestione.
Gli Amministratori ne rispondono nei confronti dei Soci.
COSTI DELLA MANCATA SICUREZZA

A B
Costi globali SICUREZZA
Costo annuo sicurezza

(somma A+B)

Costi della sicurezza


ORGANIZZAZIONE

Quanto costa la
mancata salute
e sicurezza sul Costi della mancata sicurezza
lavoro?
Liv A Livello di sicurezza Liv B
COSTI DELLA MANCATA SICUREZZA

•Indennità salariali
COSTI “VISIBILI” •Costi assicurativi (INAIL+RC)

COSTI “SOMMERSI”
1 giorno infortunio:
•Tempo perso per i soccorsi
1.000 – 3.000 euro
•Fermo produttivo
1 malattia •Tempo perso per l’inchiesta
professionale •Danni alle macchine
riconosciuta
•Sostituzione dell’infortunato
30 – 50.000 euro •Scioperi
•Controversie legali / Sanzioni
•Danni all’immagine aziendale

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