RESPONSABILITÀ CIVILE
Risarcibilità del danno non patrimoniale: “è risarcibile solo nei casi determinati dalla legge”, c’è stata
un’evoluzione dell’ordinamento e della giurisprudenza che ha scritto regole diverse da quelle dei codici,
attraverso argomentazioni; oggi è risarcibile nei casi determinati dalla legge e in tutti i casi in cui vi sia la
lesione di un diritto riconosciuto come inviolabile e la lesione del diritto di una persona sia stata grave e il
pregiudizio che ne è conseguito sia serio.
Dietro questa definizione vi sono degli artifici retorici fallaci.
Essendo il diritto privato alla base del mercato, che si svolge attraverso transazioni di scambi di beni e
servizi, alla base di questo vi è il diritto dei contratti.
Per diritti come proprietà o prestazione: si tratta una utilità suscettibile di valutazione economica, per
quanto riguarda i beni che sono cose soggetti del diritto, art. 1174 c.c.
Per quanto riguarda il contratto per azioni su cui si sorreggono il mercato le leggi di circolazione delle
risorse è l’accordo di due o più parti per costituire regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico
patrimoniale, il che significa che deve essere suscettibile di valutazione economica.
Come si valuta economicamente un bene? Cos può essere oggetto di transazione economica? Si esegue
tramite parametri di mercato, se quel bene può essere scambiato nel mercato e a quale costo.
I nostri dati personali hanno un valore economico e possono essere oggetto di scambi economici, secondo
la cosiddetta “commercializzazione dei diritti della persona”. IL mercato è in grado di abbracciare anche
nuove dinamiche derivanti dalla prassi, ma restano dei beni non scambiabili nel mercato, l’affetto es. Per
questa logica è la regola del 2059, esistono dei danni non patrimoniali, che può essere risarcito solo nei casi
determinati dalla legge.
In campo di illecito aquiliano la responsabilità è essere tenuti a risarcire il danno che il terzo subisce. Cosa
che però non permette di risarcire il danno che si provoca nella società. Una volta che si verifica un danno
questo rimane e non lo si può cancellare, e non solo per beni infungibili ma anche quelli fungibili. Può
trasferire il costo economico rappresentato dal danno dal soggetto subito a quello che lo ha provocato o
comunque ne è responsabile. In un sistema a capitalismo poco evoluto con pochi conflitti sociali si poteva
utilizzare una regola per cui il trasferimento di danno ha un costo sociale e si trasferisce solo a uno che ha
colpa. Ma nelle società moderne a capitalismo evoluto, la resp. Civile non si limita solo a trasferire il danno
da chi ha subito a chi ha provocato, ma molto spesso non si accerta la colpa e non si tollera che il danno
rimanga dove è andato a finire. La produzione di quel danno è un dazio che paga e deve pagare tutta la
società per il proprio progresso e non deve rimanere nella sfera giuridica individuale della persona che ne
ha subito. Se ne deve fare carico non un terzo non avente a che fare co0n la situazione, ma la società, per
questo il meccanismo assicurativo dei rischi.
Se c’è un danno patrimoniale subito che per ragioni di responsabilità, ovvero per colpa, o per responsabilità
in senso di rischio di cui la società deve assumersi la responsabilità, per quanto riguarda la seconda anche lo
stato ad esempio coi vaccini che in rari casi provocano danni, che erano si un esempio di progresso, colui
che subisce il danno da vaccino ha necessità di un risarcimento, lo stato lo tutela ad esempio attraverso
l’assicurazione dei rischi aggiungendo un costo nel prezzo del vaccino che andrà alla società assicurativa. La
persona ha avuto una compromissione degli arti inferiori ad esempio, e non ha più la funzionalità di prima,
nel disegno originale questo pregiudizio ha rilevanza economica, in quando ha una riduzione di reddito
perché lavora di meno, deve sostenere spese mediche, protesi, terapie, assistente, spese suscettibili di
valutazione economica, ha sofferto per il dolore fisico e psichico vedendo compromessa la sua vita, questo
ultimo è risarcibile? Nel disegno originario no. Perché non è un problema del diritto privato tanto meno se è
una responsabilità per colpa, non c’è una funzione deterrente, ma una funzione di allocazione di certi rischi.
Oltre alla sofferenza fisica, il soggetto ha visto la sua vita cambiata, ad esempio se era un giocatore di calcio
per hobby, questo va risarcito? Nel disegno originale no. Perché se dessimo soldi per pregiudizi che non
sono suscettibili di valutazione economica, faremmo svolgere al diritto privato non la sua funzione
conservativa di preservazione di risorse economiche e della circolazione delle ricchezze, ma ina funzione
redistributiva, arricchendo una persona più di come era prima, e non riportandolo alla vera situazione
originale, e avrebbe un patrimonio più elevato di prima. IL diritto privato non ha una allocazione
redistributiva ma ha campo nel diritto tributario e pensale. A volte può esserlo però nei casi determinati
dalla legge.
IL caso determinato dalla legge al tempo della codificazione del codice civile del 1942 erano 2 nei codici di
procedura civile e pensale per le offese di giudizio, il più importante è nel 185 del codice penale, che
prevede che in caso di reato oltre alla condanna e reclusione in base alla pena, il giudice può anche
pronunciare la condanna al risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale e alle restituzioni.
L’art. 2059 va visto in correlazione con il 185 del Codice penale. La logica allora dichiara che il diritto privato
non ha funzione redistributiva o punitiva, ma conservativa delle ricchezze patrimoniali, se c’è un’offesa a un
bene non patrimoniale può dare un ulteriore aiuto con il diritto penale, in quanto si fa valere una funzione
deterrente dell’istituto della responsabilità civile. (Infatti, non possono applicarsi per analogia le leggi
eccezionali e penali)
Il diritto privato in questo caso applica una funzione ancillare al diritto penale perché c’è reato.
L’errore della cultura giuridica è dichiarare che l’evoluzione del trattamento giuridico della responsabilità
patrimoniale possa avvenire utilizzando argomentazioni riguardanti la costituzione.
costrutto di utilizzare l’applicazione della costituzione per giustificare l’applicazione di molte regole:
Nella costituzione troviamo che diritti patrimoniali e diritti della persona vanno messi in due differenti piani.
Uno non può prevaricare l’altro.
Le regole sulla responsabilità civile hanno fondamento nella costituzione? No. La costituzione è espressione
di un tempo storico diverso da quello odierno, è nata in un paese che ancora si confrontava con la
sopravvivenza.
Il costrutto sulla responsabilità è stato invece introdotto a fine degli anni 80 con l’affermarsi della società
affluente, con il 2059, per cui oggi si tende a misurare sempre più tutto in denaro, mentre con un lavoro
onesto dell’interpretazione dei giudizi di valore recepiti dalla costituzione abbiamo un indicazione contraria
per cui questa regola nel codice civile ha una sua logica, il diritto privato è diritto delle ricchezze
patrimoniali e non sei non patrimoniali a meno che di casi predeterminati dalla legge, invece oggi non è
vero che dare soldi crea una differenza, se qualcuno non può permettersi qualcosa va risarcito e
ricompensato, perché dargli dei soldi servono per ricostruire quella felicità che senza non potrebbe
costruire. Ma è in contrasto con la costituzione che da libera iniziativa economica ma da uno stop alla
misurazione in denaro dei valori dell’uomo. E in questa non vi è alcun principio per cui dando dei soldi si
può risarcire un danno ad una persona.
R: Casi attualmente previsti dall’ordinamento per la responsabilità civile patrimoniale e quelli determinati
dalla legge per la risarcibilità del danno patrimoniale.
LEZIONE 2 12/10/2022
1 Un danno una volta che si verifica non può essere eliminato ma può solo trasferire il costo da una parte
che l’ha subito a chi lo ha provocato;
2 l’operazione di trasferimento del danno nella tradizione dipendeva da un giudizio di colpa ovvero si
trasferisce da chi l’ha subito a chi l’ha provocato non solo in modo punitivo e risarcente, ma anche
deterrente.
3 ASSICURAZIONE: la collettività deve essere solidare per ripristinare la situazione nel caso in cui non ci sia
un vero colpevole, esempio dei vaccini, da una logica deterrente e giudizio basato sulla colpa ad
assicurazione dei rischi della società tecnologicamente avanzata, incidenti stradali, di centrali, di prodotto
pericolosi, di esercizio derivanti da attività medica.
MA COME SI INQUADRA LA RESPONSABILITà CIVILE ALL’INTERNON DEI VARI ISTITUTI DI DIRITTO PRIVATO?
Per quanto riguarda diritti della personalità, con la tecnologia ad esempio si possono scambiare già i propri
diritti di privacy e dati sensibili, foto, dati ecc, con uno scambio all’utilizzo dei dati in cambio di un
compenso.
Si producono però dei dann9 che non sono suscettibili di valutazione economica come i beni; perciò, il
diritto privato si concentra solo sui beni patrimoniali scambiabili sul mercato. I rapporti giuridici rilevanti
del diritto privato sono quelli Patrimoniali, anche la concezione di danno si rifà al danno patrimoniale.
“qualsiasi atto colposo o doloso che provochi un danno … obbliga chi l’ha commesso a risarcire il danno”
DAL LIBRO:
-paragrafo 14 del capitolo 44
- paragrafo 3 del capitolo 43
-pag. 583
-norme del codice civile e altri testi di legge sulla risarcibilità del danno patrimoniale e danno alla persona:
2059, norme legate al danno biologico e varie altre norme risarcitorie, con cui si compensa la vittima
dell’illecito o si punisce l’autore dell’illecito.
- profilo della intollerabilità del danno, la persona che ha subito il danno deve essere risarcita, e il soggetto
che ha commesso la condotta illecita va punita.
- mancanza di un soggetto da punire: esempio vaccini, prodotti… ma compensazione necessaria di chi ha
subito il danno, la lesione.
- studio delle norme e il loro ruolo punitivo o compensativo.
A. Nella definizione di danno non patrimoniale c’è una definizione molto arbitraria di Roppo: trascura
un aspetto importante ovvero se si tratta di stabilire se punire o disincentivare, ad esempio nel
furto c’è una lesione di un valore della persona? NO, è stato leso solo un bene patrimoniale. Ma vi è
un danno non patrimoniale rilevante, sfiducia nelle istituzioni, rabbia ecc..? C’è un danno morale
soggettivo, un turbamento psichico, o altro problema ad esempio è l’uccisione di un animale di
affezione, si può considerare una lesione al legame affettivo della persona secondo una valutazione
socialmente tipica. Anche quando la lesione è intrinsecamente patrimoniale le conseguenze che ne
derivano sono anche non patrimoniali.
“il caso tipico è quello di reato”: parla in modo sincronico solo di una parte del fenomeno che
invece andrebbe guardato in logica diacronica, anche se poi utilizza il passato, sostenendo che oggi
non c’è questa tipicità ma oramai è evoluto. C’è una regola che all’interno di un sistema può essere
coerente con il sistema in cui è inserita, col tempo può risultare però meno tollerabile e non risulti
più adeguata agli assetti sociali e al sentire collettivo, ma a fianco di queste regole ne sono state
fatte altre, il danno biologico è una figura normativa tipizzata dall’ordinamento che oggi fa sistema.
Quando il legislatore è intervenuto sulla responsabilità medica sul danno risarcibile si è rinviato al
danno biologico previsto dalla legge delle assicurazioni private, la legge numero 137/138/139 in
materia di danno patrimoniale. IN quest’ultima si considera la lezione all’integrità psico-fisica senza
considerare i danni che influiranno sulla capacità di produzione di reddito, al punto 2. IN questa
legge e nell’orientamento della cultura giuridica italiana si tende a un uniformità paritaria, la salute
e la vita sono uguali per tutti, e le tabelle sono die punti percentuali per cui ogni percentuale di
invalidità ha unas sua stima, in base alla maggiore gravità del pregiudizio vi sono una trama di
relazioni sociali e chance di vita che vengono influenzate uguali a tutti, al massimo si tiene conto
della differenza di età del danneggiato, in base anche a quanto ti resta da vivere, in base a un
giovane o un anziano. Si devono contare le condizioni soggettive del pregiudicato? Nel
risarcimento del danno patrimoniale il quantum viene definito in via capitalistica, ad esempio se ti
viene fermata una cartiera per due giorni con cui produci in 2 giorni 4000 euro, allora il danno è
4000 euro. Ma per l’operaio come va valutato? Non si possono trasferire i criteri di accertamento
del danno patrimoniale a uno non patrimoniale in cui vi è in gioco la dignità della persona. Per le
tabelle si può riconoscere solo un quid in più secondo le condizioni soggettive del soggetto.
L'ammontare del risarcimento del danno, calcolato secondo quanto previsto dalla tabella di cui al
comma 4, può essere aumentato dal giudice, con equo e motivato apprezzamento delle condizioni
soggettive del danneggiato, fino al 20 per cento.
….
Vale il principio di tipicità dei casi di risarcimento di resp. Patr. A meno che non sia stato leso un diritto
fondamentale della persona riconosciuto dalla costituzione. Con l’aggiunta che si deve trattare di una
lesione forte. Esempio della prima sentenza in tale senso del “calzolaio”.
Prima di dire che dalla costituzione c’è un diritto risarcibile, bisogna stabilire in quali norme della
costituzione vi sia un dettato che ponga un equilibrio tra ricostruzione di felicità e compenso in denaro.
Primo nostro obiettivo è cogliere la logica dell’art 2059, perché in quel sistema il diritto civile risarcendo il
danno stava svolgendo una funzione a se estranea, in quanto il diritto privato stava arricchendo la
situazione di un danno non patrimoniale con una logica redistributiva invece di attuare la sua vera funzione
soltanto compensativa.
Nei primi anni dopo le guerre il non c’era un importante senso dell’esistenza terrena che invece era
considerato solo un momento di passaggio in cui non si doveva ricercare la felicità e non c’erano gli
strumenti materiali per l’ottenimento di questa felicità né tanto meno c’era un mercato edonistico
dell’esistenza, a partire dagli anni 70 e 80 con il processo di secolarizzazione con gli effetti del miracolo
economico, con la società affluente, con lo strutturarsi del mercato sempre più volto a garantire
l’ottenimento di utilità edonistiche e ricreative, palestre, agenzie di viaggio, centri benessere, allora dare
dei soldi è arricchire una persona e basta, dare dei soldi per le chance di vita distrutte acquisisce un’altra
funzione, non solo più per punire il responsabile per disincentivare la condotta, ma anche conservativa in
quanto sta permettendo di poter ritrovare i senso edonistico della vita perduto a causa di una lesione. Nella
società dei soggetti assicurati c’è a prescindere il risarcimento dei danni, ma questa norma copre la maggior
parte dei casi? Si ma anche grazie all’estensione di questa regola nei rapporto di lavoro e per i rapporti
medico paziente, ma restano scoperti alcuni casi o comunque restano dei casi per cui è difficile poi
prendere una posizione e rispetto a questi possiamo sviluppare la scelta racchiusa dentro queste norme e
quindi dare ingresso al procedimento analogico o vale ancora il limite posto dall’art 2059? Perché si tratta
sempre di danno non patrimoniale, può l’interprete operare per analogia? O vale ancora l’art 2059? Se le
ragioni del limite risiedono nel fatto che il 2059 ha funzioni punitivo e redistributivo e noi diciamo che non è
un caso di redistribuzione allora il 2059 non ha motivo di essere applicato. In questo modo stiamo
applicando una interpretazione evolutiva.
Le norme di legge non regolano fatti della natura, ma conflitti di interessi. Ad esempio il 2059 regola la
rottura di un braccio, ma il conflitto di interessi tra la persona che vede la rottura del suo braccio e quelli del
soggetto che è chiamato risponderne è diverso dal codice civile del 42, in quanto vi sono dei mutamenti
sociali e antropologici, mentre nel 42 si trattava di un arricchimento fine a se stesso che non si giustificava
nella cornice del mercato edonistico e nel mercato del consumo, oggi dare quei soldi si giustifica secondo le
leggi del mercati edonistico, secondo le teorie economiche, ed è sancito da un’altra legge dell’ordinamento.
Quando il risarcimento del danno non patrimoniale ha funzione compensativa non ha senso mettere un
limite, ma se ha una funzione punitiva allora sì. E quindi la definizione la restringiamo a quei danni non
patrimoniali il cui risarcimento fa riferimento a una funzione non punitiva.
Quindi per quanto riguarda il danno biologico, prendendo i diritti al risarcimento patrimoniale, sui diritti
della persona si sta comunque agendo per categorie, come quasi vi sia una personalizzazione del danno.
Ma c’è una scelta di valore per cui per i beni legati alla persona non vi sono troppe distinzioni e questo
deriva da una visione socialista e legata ai valori di uguaglianza. Anche se il risarcimento ad un operaio non
sarà uguale a quello di un manager, e così via.
LEZIONE 14/10/2022
Nel libro c’è l’errore che il danno biologico venga considerato come una figura di una costruzione
giurisprudenziale, ma non è così, è una figura del diritto positivo, art. 137 e 138 del testo unico delle
assicurazioni.
Oggi abbiam tante altre ipotesi che traducono una logica risarcitoria diversa di quella del reato, che invece
ha la logica punitivo deterrente, in quello biologico vi è una logica compensativa e conservativa, alla stessa
stregua del risarcimento per danno patrimoniale.
Il problema della risarcibilità del danno no patrimoniale si ha dopo che vi sia verificata l’esistenza degli
elementi di responsabilità civile.
Nelle relazioni sociali si producono continuamente danno ma no sempre nasce un’azione di risarcimento di
essi.
Nell’esempio del bambino nato con l’handicap, prima di affrontare l’essenza della risarcibilità del danno al
bambino, mentre alla madre si dà già un risarcimento, si devono verificare a analizzare alcune condizioni.
Nel caso di una donna che non ha potuto abortire, la nascita di quel bambino determina un problema
paragonabile ad un danno?
IL problema comune è capire se e quando un danno non patrimoniale va risarcito e se seguire il 2059,
oppure se l’interprete abbia uno spazio operativo mediante cui può configurare ulteriori ipotesi del
risarcimento del danno non patrimoniale nonostante i limiti dell’ordinamento.
Le norme non regolano le norme della natura o fatti sociali nella loro condizione naturale, ma solo conflitti
di interessi, questi assunti ad art. 2059, ovvero punire qualcuno che ha recato un danno non patrimoniale a
qualcuno, oggi è anacronistico, può esserci, ma in molti casi il problema non è punire l’autore dell’illecito,
ma si è modificato per molte ragioni che riguardano l’evoluzione degli assetti materiali della società e anche
l’evoluzione dell’ordinamento.
Oggi l’oggetto del 2059 è diverso, e non è sottoponibile alla regola del 2059, ma va circoscritta nei casi in
cui vi sia un conflitto simile che ha a che fare con problemi di deterrenza e di punizione.
Nel caso di espropriazione forzata fatta in dispregio delle norme che regolano quella procedura: il
proprietario del bene che si trovi in questa situazione ha diritto a un risarcimento del danno ma in misura
forfettaria rispetto alla misura monetaria del bene. Non c’è un problema di recuperare le chance di vita, ma
di sanzionare la p.a. danno punitivo contro la p.a.
Una norma come questa non ha una vocazione sistematica, non è espressione di un principio forte dell’ord.
Che debba essere esteso analogicamente, perché sono norme eccezionali. Invece la norma del sinistro
stradale in caso di infortunio questo si deve risarcire a prescindere della capacità di produrre norme invece
ha una forte vocazione sistematica, in quanto è una delle materie in cui si verificano molti sinistri e
incidenti.
La norma sul risarcimento del danno non patrimoniale è diventata un valore forte, ecco perché ci sono stati
tutti questi movimenti e il richiamo alla costituzione, senza fermarsi al 2059. L’art. 2059, venne sottoposta a
un problema di legittimità costituzionale di fronte alla corte di giustizia, ma non giudicandolo illegittimo, in
quanto vi sono stati altri artifici come il diritto alla salute, ma anche il diritto alla felicità ecc… La
costituzione viene utilizzata in senso opposto rispetto agli anni 70 per introdurre una regola di risarcimento,
qui ora si dice che in realtà bisogna vedere se c’è stata la lesione di un diritto inviolabile della personale di
reputazione, di associarsi, di salute. Per i giudici era necessario che la lesione fosse grave e che fosse
inerente ai diritti fondamentali dell’uomo.
Così se distruggo felicità devo ricreare felicità.
Interrogandoci sulla funzione della regola risarcitoria, abbiamo visto che si distrugge felicità e si risarcisce
per ricreare felicità. Ma se si tratta di un braccio o una lesione “semplice” va bene, ma se il colpito rimane
in una situazione terminale? Come si ricrea la felicità? Come potrebbe servire il risarcimento, sarebbe utile
davvero? Infatti non solo la felicità del malato è stata colpita ma anche quella die parenti che devono
badare a loro, ma nel caso non si sia costruita una famiglia vi sono amici e persone vicine. Alla persona
diamo il denaro che è sempre uno strumento di produzione di felicità e di consolazione del dolore, e poi
quella se ha facoltà mentali, altrimenti tramite tutore o amministratore di sostegno , stabilisce con quei
soldi dove ricreare felicità distrutta. La felicità distrutta in lei rimane sempre, ma può pur sempre fare
donazioni o avere un asse cospicuo di eredità con cui gratifica le persone che si sono prese cura di lei. O
ancora un’alternativa potrebbe essere che a questa persona riconosciamo i danni patrimoniali eccetera,
l’assistenza, ma poi il danno non patrimoniale lo riconosciamo alle persone che si devono prendere cura id
lei ma viene in gioco il problema del danno ingiusto, in quanto sono danni da rimbalzo. Quindi è un
problema di danno ingiusto, ma anche di nesso di causalità. Come si stabilisce se l’autore di un incidente
debba rispondere nei confronti di coloro che si prenderanno cura dell’assistito? Si riconosce il danno
biologico a questo e poi viene distribuito, e attraverso il potere connesso alla disponibilità del denaro, la
vittima deciderà aa chi distribuire il denaro. Si tratta di casi però con una certa rilevanza economica.
Questo sistema non funziona nel momento in cui questa persona sopravvive solo per un breve lasso
temporale. La logica di risarcimento in questi casi è che si riconosce il danno da morte , danno tanatologico.
Una volta che le persone e la loro vita vista in tutti i legami e intrecci affettivi ha un valore, la distruzione
illecita di questo valore deve essere fonte di risarcimento. Ma su questo punto ci sono state molte
oscillazioni… La cassazione prima aveva detto di si nel 2014, l’anno dopo le sezioni unite si pronuncia sul
tema e si contrappone alla prima sentenza dicendo che ci deve essere un centro di imputazione del diritto
di risarcimento se c’è la morte non c’è il soggetto, in una visione epicurea. Ancora una volta si ragiona sulle
forme, i diritti soggettivi non sono realtà ma sono concetti elaborati per tradurre regole che risolvono
conflitti di interessi. Se muore una persona cerchiamo di liquidare la ricchezza di una persona e la
risarciamo in un'unica battuta e poi si devolve con la successione ereditaria, oppure cerchiamo le varie
persone con rapporti e distribuiamo il risarcimento, come loro autonomo diritto come risarcimento a danno
affettivo?
Dietro l’ammissibilità del danno tanatologico non vi è una contrapposizione tra i risarcimento al diritto a
vivere, e nemmeno la considerazione della morte, quando c’è la disposizione della vita oltre i danni
patrimoniali, c’è felicità che va risarcita, ma in capo al de cuius e poi trasmessa tramite successione dando
importanza all’istituto del testamento. Se si riconosce il danno tanatologico le persone vanno riconosciute
in base al loro valore patrimoniale e il problema patrimoniale assume un peso maggiore.
Negare il danno tanatologico vuol dire assumere una posizione contraria di fronte a un danno biologico
terminale o gravissimo che in realtà invece riconosciamo, in quanto il suo risarcimento finirà in eredità o in
donazione se in grado di intendere e volere psico-fisicamente.
IL problema nasce se muore un manager otterrà un risarcimento elevato secondo la sua produttività
patrimoniale, e così se muore un operaio con un suo risarcimento che invece è limitatoin questo modo si
dà un peso monetario alle persone
Nel danno tanatologico il pro è che vi è una distribuzione del denaro in modo più razionale, ma nel contro
c’è una considerazione della vita delle persone solo in valore monetario, cosa che si voleva evitare nell’art
41 della Costituzione.