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LA SOCIETA’ DEL RISCHIO

Di Beck
Ebbe un successo enorme, fino al punto che la sociologia del rischio diventa addirittura una sociologia. La fortuna del libro è
legata ad una coincidenza temporale, egli finisce di scrivere il libro e lo manda ad una casa editrice in Germania che stava
finendo di stampare le copie quando, intanto in Ucraina, ex Unione sovietica, scoppia il problema di Cernobyl, centrale atomica;
questa zona diventa completamente evacuata, vivere lì = morire perché vi è radioattività (200 mila anni per smaltirla). La
commissione interdisciplinare si riunisce per capire come fare a comunicare alle generazioni future (si parla di migliaia di anni) il
fatto che quell’area sia danneggiata (il linguaggio sarà decisamente diverso). = Non esiste un modo sicuro per avvertire
l’umanità dei pericoli.
Com’è stato limitato il Rischio di Chernobyl?
Creando una grande cupola di cemento attorno alla centrale, in modo tale che tenesse chiusa la centrale. Si accorgono però che
vi erano delle fessure quindi hanno costruito una cupola ancora più grande (specie di galleria su binari) con un cemento ancora
più spesso, quindi adesso c’è un secondo strato di cemento che limita l’uscita della radioattività).
Quando ci fu la notizia di questa strage, Beck blocca la stampa del libro e scrive una nuova introduzione dove dice che i rischi di
cui lui aveva parlato si sono materializzati, realizzati. E racconta come venivano percepiti questi rischi nei giorni successivi
all’incidente di Chernobyl.
Le autorità sovietiche non dissero nulla, le nuvole avevano assorbito tutta la radioattività contaminando quindi anche la pioggia.
Beck racconta che queste nuvole furono spinte dal vento verso nord ovest e arrivarono sopra i paesi del nord Europa, lì vi erano
sistemi di controllo della qualità dell’aria, essi lanciarono l’allarme ed i sovietici furono costretti a riconoscere questo incidente
nucleare. La popolazione del nord (Svezia e Norvegia) completamente in panico.
Qui lui racconta che la società diventa così complicata che sfugge al controllo, e anche Adorno e Horkheimer sviluppano la teoria
che l'uomo sviluppa la scienza e la tecnica perché vuole diventare padrone del mondo e della natura liberandosi delle paure che
ha ne suoi confronti, lui stesso (l'uomo) però si accorge che questa nuova razionalità lo domina e lo riempie di paura nello stesso
modo in cui lo faceva prima la natura.
Beck dice che nei paesi del nord Europa che erano quelli più sviluppati del mondo, con un'organizzazione sociale perfetta, le
persone iniziano ad avere paura allo stesso modo in cui l'homo sapiens osservava le nuvole spostarsi; si ha la stessa situazione di
impotenza che hanno avuto i nostri antenati. Questa è l'analisi che fa beck di questo incidente.
Beck fa una distinzione importante tra le ricchezze e i rischi: la società capitalistica contemporanea ha sempre avuto al centro
la distribuzione delle ricchezze (conflitti per le risorse economiche = la classe dominante voleva tutta la ricchezza e le classi
dominate volevano limitare lo sfruttamento). Nella società del rischio oltre a queste lotte che rimangono si aggiungono le lotte
che riguardano i rischi che la società produce; egli dice in questo libro che lo sviluppo dell'economia capitalistica a partire dal 20
sec, ha cominciato a produrre sia ricchezza che rischi. Ormai sono strettamente collegate, quando si vogliono produrre beni
bisogna mettere in conto che questa produzione comporta dei rischi (es. ambientali/incidenti/sostanze...). → questa quindi è la
nuova situazione in cui ci troviamo nella società del rischio.
I rischi secondo Beck sono anche qualcosa di più dei rischi tradizionali: lui porta l'esempio di C. Colombo, con la sua teoria del
mondo rotondo, dato che non era stata verificata da nessuno lui era convinto che partendo dalla Spagna e andando nell'Oceano
Atlantico avrebbe girato tutto il mondo e sarebbe arrivato con la nave in India; partendo quindi lui affronta un rischio che però
dice B. che Colombo aveva scelto consapevolmente di affrontare. Si tratta di un rischio legato alla sua voglia di scoprire
qualcosa di nuovo; B. dice che oggi i rischi sono diversi, ad esempio noi respiriamo l'aria di Milano (una delle peggiori), noi non
scegliamo di vivere in questo modo, ci tocca farlo; B. quindi sostiene che siano differenti, definendoli con la parola tecnica
ASCRITTIVI. Cosa vuol dire rischio ascrittivo? Una cosa che non abbiamo scelto noi ma una cosa che ci è stata ascritta/
attribuita. Quindi i rischi della società moderna sono ascrittivi, questi hanno a che fare con il fatto che abbiamo troppo sviluppo
economico.
Un altro punto importante di Beck: i rischi non sono come le diseguaglianze sociali, essi sono legati a queste ultime ma
colpiscono in maniera diversa (es. lavori rischiosi fatti da persone che non riescono a trovare nessun'altro lavoro). Questo
evidenzia la differenza.
Capire meglio questa differenza tra la società senza rischi che vi era in passato e la nuova società con rischi riprendiamo la
teoria di M. che sostiene che l'essere sociale determina la coscienza, da questa Beck dice che adesso è la coscienza a
determinare l'essere sociale (ad esempio i processi ecologici a cui andiamo incontro cambiano e determinano il nostro
comportamento). Più cose sappiamo dei rischi meglio ci possiamo proteggere; anche qui è rilevante l'aspetto economico (es. se
compro qualità basse di cibo, maggiore è il rischio) = il nesso tra essere sociale e coscienza cambia.
I rischi non riusciamo più a tenerli bene sotto controllo. Si vedono soprattutto quando parliamo degli effetti collaterali, cosa
sono? Effetti che si producono perché nella nostra società ci sono queste "sostanze".
Di fronte a questi problemi qual'è la reazione della politica? C'è un modo di affrontare questi rischi che viene affidato alla scienza
e alla tecnica, si dice che c'è una certa quantità di sostanze tossiche nell'aria; ci sono delle regole per questi controlli e come
risultato vengono dati dei lavori medi; quindi anche nei rischi ci sono dei dati statistici ma questi dipendono anche dalle
condizioni della popolazione poiché i meno abbienti saranno più vicini a questi.
Beck ci dice che c'è una specie di etica implicita che cambia nella nuova società: prima la popolazione era sottoposta ad
autorità di certe persone ma vi era una specie di fiducia sotto, oggi invece è impossibile che ci sia fiducia, la produzione di
sostanze tossiche è così forte che nessuno stato può tenerle sotto controllo. Beck, negli anni in cui scriveva, diceva che prima di
poter intervenire contro chi produceva, bisognava dimostrare.
Oggi vi è il principio di precauzione, ovvero se vi è qualcosa di inquinante in una ditta, non siamo più noi a dover dimostrare che
essa inquina ma è lei a dover dimostrare che non sta inquinando.
Di fondo però rimangono dei problemi, lui sostiene che sia un problema di 2 diverse razionalità: di tipo scientifico e sociale.
Queste due entrano sistematicamente in conflitto l'una con l'altra (es. utilizzo ottimale delle nostre risorse intellettuali, al giorno
d'oggi si ha un livello di formazione abbastanza elevato e un ruolo importante lo hanno le donne; cosa dice in questo caso la
razionalità economica? Dice che il sistema economico italiano ha speso tanti soldi per l'istruzione delle giovani donne e loro ad
un certo punto smettono di lavorare per fare bambini, ritenuti soldi sprecati. Cosa dice invece la razionalità sociale? Essa vuole i
bambini, però sostiene che sia comunque un lusso, ovviamente meraviglioso).
In questo quadro con la razionalità economica in contrapposizione con la razionalità sociale, la politica acquista delle forme
nuove: Beck dice che prima quando si trattava solo di distribuire soldi, gli operai protestavano per i loro salari, con dei rischi
invece i gruppi di potere cercano di farceli dimenticare. Beck queste persone che cercano di negare i rischi li chiama pompieri
dell'argomentazione (= quando scoppia un incendio politico arrivano sempre le persone che cercano di sminuire il problema,
modo per farci dimenticare i problemi).
Per quanto riguarda i rischi si hanno delle situazioni di complessità sociale; dove un rischio a volte viene relativizzato dall'altro.
(es. per decenni è stato considerato quello nucleare come disastro peggiore della storia, oggi però si pensa che lo stia
diventando quello climatico = diventa una lotta tra rischi diversi)
Con tutti i sociologi si è messo in risalto il problema della modernità, con Beck c’è un tentativo di precisazione di questo concetto
perché lui ci dice che dal momento in cui compare la soc. del rischio nasce una nuova tipologia di modernità di 2 tipi: prima
modernità, modernità lineare i cui si pensava che lo sviluppo sarebbe andato sempre avanti senza fermarsi. Sviluppo infinito,
Beck sostiene che sia una credenza ingenua; seconda modernità, modernità riflessiva (nasce con la soc del rischio) quando i
rischi diventano l’aspetto centrale della nostra politica. Il termine riflessivo viene anche dalla parola riflesso, noi siamo costretti
ad occuparci dei riflessi dello sviluppo industriale. La modernità di oggi mette al centro gli effetti collaterali non voluti
B. è stato uno dei primi a porre il tema della globalizzazione, lui ci dice che di fronte ai rischi ambientali non esistono confini
nazionali.
La teoria politica della società del rischio → si trova nella seconda parte dei rischi (sezione del libro). Le situazioni
economiche sono ben evidenti, basta guardare per capirle mentre i rischi sono astratti; sforzandoci arriviamo a capirli, con la
nostra intelligenza bisogna proteggere noi e le persone da questi. I capitalisti cercano di farceli dimenticare questi rischi.
L'imbroglio dei valori massimi consentiti: es. Nube di Seveso, viene stabilito che l'essere umano può sopportare una piccola
quantità di diossina in corpo, Beck quindi si chiede quando si capisce quando questa piccola quantità ci fa male e quando non ci
fa male (?). Non esistono criteri scientifici (bisognerebbe utilizzare uomini come cavie in un laboratorio avvelenandole).
Definita con esperienza di seconda mano; perché di seconda mano? perché ci sono esperti che ci dicono fino a che soglia
sopportiamo le sostanze dannose. Gli esperti però dato che sono pagati dai proprietari delle industrie essi diranno quello che va
a favore di esse. B. dice che noi dobbiamo sviluppare una nostra competenza. Con Beck si ha un tentativo di precisazione sulla
questione dei rischi e delle persone sulle quali ci si può fidare (esperti ecc..), le persone più esposte ai rischi sono quelle che non
hanno studiato determinate cose.

2° parte del libro tema l'individualizzazione cosa significa individualizzazione?


Perché lo aggiunge nel libro come tema? Perché è l'altra parte del rischio, senza individualizzazione e società di individui non
esisterebbe la società del rischio.
B. fa una distinzione tra rischi e pericoli: pericoli sono cose che esistono oggettivamente (es. pericolo dalla pessima qualità dei
mari); rischio è quando un pericolo viene percepito come rischio, ovvero quando ci sono delle persone che non si interessano ed
altre si.
B. sostiene che nelle società non individualizzate c'è una minore predisposizione nel prendere coscienza dei rischi connessi ai
pericoli. Quali sono le meno individualizzate? Quelle meno economicamente sviluppate, dove le persone convivono con i pericoli
senza allarmarsi troppo, perché non si allarmano molto? B. parla delle società passate che hanno sempre vissuto in gruppi,
sentirsi parte di uno di questi quando ci sono dei pericoli scatta la fiducia che si ha nel gruppo sperando che ci sia qualcuno che
sappia risolverlo. In quella individualizzata invece la gente inizia a pensare che non ci sia realmente qualcuno che si prende cura
di noi, proteggendoci. Soc. individ. chiamate anche post tradizionali → meno fiducia nelle tradizioni e ciascuno realizza e si
costruisce la vita in maniera autonoma.
Le identità trad si trasformano, quelle di genere cambiano (cosa significa essere un uomo e una donna) perché noi viviamo in
una società dove non lavorano solo gli uomini ma entrambi contribuiscono a portare a casa i soldi; questo manda per aria i
tradizionali concetti culturali che vi erano da secoli.
Noi viviamo in una fase di transizione perché non siamo più come i nostri antenati ma non sappiamo nemmeno come
diventeremo.
B. dice che le famiglie sono diventate dei luoghi dove ci sono dei rapporti a tempo, ovvero non è detto che finiscano solo con la
morte e ci dice anche che quello che noi leggevamo nei brani di Hipsen (1800) i suoi drammi che riguardavano poche persone
ormai riguardano ogni appartamento.
Esistono ruoli diversi, erosione delle famiglie (non più salde come prima), individualizzazione ha anche effetti perversi in termini
di comprensione dei problemi (anni 20. con crisi economica = sofferenze enormi, nazismo, fascismo, le persone che vivevano la
disoccupazione, sapevano che il motivo era dato dalla società, oggi invece abbiamo crisi molto pesanti però le persone che sono
individualizzate pensano che sia colpa loro).

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