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LEZIONE 24/03/2021

Gli edifici sono dei simboli: basti pensare a come sono stati colpiti durante le guerre per fiaccare il morale
delle comunità. Gli edifici sono come dei documenti, che contengono tracce della nostra storia. Bisogna
imparare a storicizzare i modi di costruire (nel 500 si costruiva in un modo, nel 700 in un altro). → La storia
dell’architettura ci consente di avere una cultura materiale locale: conoscere il materiale, le tecniche
costruttive, le modalità con cui si usavano le tecniche e i materiali.
Come cambia il linguaggio a distanza di poco tempo (neologismi inglesi per esempio) così può cambiare il
linguaggio architettonico, che è modalità di espressione che varia con il gusto ma anche delle condizioni al
contorno. I documenti/edifici ci raccontano di come si concepiva la vita un tempo (es. Pompei è un modello
scala reale di una città del 79 d.C.; a Pompei si capisce anche che i marmi, le pietre venivano dipinti; cosi
come nel Partenone c’erano basso-rilievi di marmo ma dipinti). De-restauro: tornare indietro da un
restauro già fatto: eliminare ciò che è stato aggiunto e poi ricostruire usando materiai più adeguati (es.
tecnica del scuci e cuci).
Gli edifici antichi vanno studiati per conoscere le analogie tra di loro, per capire, quindi, lo standard
costruttivo ma per conoscere anche le eccezioni (che si conoscono solo conoscendo lo standard). → Capire
la fisiologia per capire la patologia. Condurre un’analisi critica.

FONDAZIONI DEGLI EDIFICI ANTICHI

Le fondazioni dipendono dai sistemi strutturali in elevazione. Se ho una struttura portante in muratura
continua anche la fondazione sarà continua (la fondazione sarà come tipologia lo stesso tipo della muratura
in elevazione). Negli edifici in muratura c’è una sorta di rastremazione (lo spessore della muratura in
fondazione è molto grande, e poi diminuisce in altezza, perché i carichi che agiscono alla base sono la
somma di tutti i carichi agenti). Il dente della rastremazione viene utilizzato per l’appoggio dei solai.

In una struttura in c.a o acciaio si possono usare fondazioni isolate (plinti).

Es. Venezia. Se sto in laguna il terreno può sembrare inconsistente. E’ usata molto la logica del mutuo
sostegno dove gli edifici si appoggiano uno all’altro. L’intonaco non si fa mai fino al livello dell’acqua perché
c’è un’escursione della marea (di circa un metro e mezzo) anche nella stessa giornata.
Le fondazioni sono costituite da palificate per migliorare la compattezza del terreno: sto costipando il
terreno, cioè costringo le particelle del terreno ad avvicinarsi tra loro allontanando l’acqua e migliorando la
resistenza del terreno (questo viene fatto tutt’intorno all’edificio). Parallelismo con gli alberi: le fondazioni
sono paragonabili alle radici che sostengono l’albero. In Italia sono stati brevettati pali radice (dei micropali
inclinati per aumentare la superficie resistente della fondazione).

Campanile di San Marco (crollato negli anni ’30 e


ricostruito com’era e dov’era dopo il crollo forse
dovuto a erronei lavori di manutenzione o forse a dei
cedimenti della fondazione).

 A Venezia i marciapiedi vengono detti


“fondamenta” perché è come se fossero piastre di
base della fondazione; servono per allargare le
fondazioni su cui si basano gli edifici (creano un’area
di ripartizione dei carichi maggiore)

Fondazioni: strutture lignee che formano un reticolo anche


con giunti in legno ad incastro (non ci sono perni o altri
elementi in acciaio). Al di sopra c’è un tavolato e al di sopra
dei massi di pietra grandi (sopra il tavolato si erge la
fondazione muraria). Sotto il legno c’è uno strato di drenaggio
in pietra. Venezia è un caso unico al mondo di città antica
fondata sull’acqua. Tutto il sapere della cultura antica romana
arriva a Venezia quando cade l’impero romano d’Occidente e
le grandi famiglie si stabiliscono in laguna.
Infatti, a Roma il sottosuolo è alluvionale ma si sono ingegnati
per costruire su palificate così come a Venezia.

Si notano dei capo-chiave quindi ci sono stati


interventi con tiranti e delle paratie stagne. Si
fanno affondare in profondità delle lamiere
come fossero delle dighe per lavorare sulle
fondazioni in asciutto: infatti l’acqua viene
eliminate con le pompe. Quindi anche per la
manutenzione è complicato operare su queste
fondazioni.

Suoli sismici→progetto per un hotel a Tokyo (quindi in zona sismica di F.L. Wright). Creò delle fratture
precostituite in modo che l’edificio possa muoversi sotto l’azione sismica secondo delle linee preferenziali
di frattura da lui progettate cosi da prevedere il movimento dell’edificio.
Napoli: le fondazioni sono in tufo e poggiano su rocce tufacee. Parliamo sempre di fondazioni continue.
Fondazioni puntuali le possiamo trovare solo al di sotto di pilastri o contrafforti.

In pianta la fondazione ha uno spessore un po' più grande del muro ma percorre tutti in muri esistenti. La
fondazione viene detta in tela perché è come se fosse costituta da trama e ordito.

Come si fa lo scavo per la fondazione? Si fissano i punti dell’edificio conoscendo l’impronta che dovrà avere.
Si scava ad una profondità di 70-80 cm; si mantiene lo scavo con tavolati, elementi di sostegno e si
costruisce un vero e proprio muro facendo attenzione allo sfalsamento dei giunti. Si fa un’altezza di scavo e
mantenimento uguale per tutto il perimetro e poi si passa sopra ad un’altezza superiore (livello per livello).
Ovviamente si deve aspettare il ritirarsi della malta per continuare. In qualche caso per aumentare
l’ancoraggio della muratura al terreno si fanno dei denti: più sarà consistente il terreno di meno denti avrò
bisogno.

A Roma inventarono la fondazione di archi e pilastri ad intervalli


regolari per contrastare il peso dei grandi monumenti (quindi
fondazione continua ma con questi elementi puntuali). Fare i
pilastri voleva dire scendere più in profondità, scavare un pozzo,
mettere le pareti del pozzo in sicurezza (molto rischioso). Non ho
bisogno della centina perché la forma me la dà il terreno stesso.
A volte si creavano delle fondazioni continue in profondità con
degli archi rovesci (nell’immagine c’è solo l’ultimo es citato ma i
pilastri potevano anche poggiare nel terreno senza la creazione
di questa basetta inferiore)

Es. degli archi di trionfo, le fondazioni erano costituite da pozzi. Venivano costruiti per sottofondazione
cioè veniva costruito il pozzo man mano che si scendeva: si stabilizza il pozzo e continuo a scavare. Ciò
viene fatto per settori radiali con dei cantieri alternati (la sezione circolare è quella che si equilibra meglio
perché se taglio un settore e lavoro su quello simmetrico sto in equilibrio →la struttura costruita sopra così
non si squilibra. Man mano che scendo si assesta.
Prima carta italiana del restauro 1883 (o carta di Boito). A valle del terzo voto conclusivo del convegno

Qual è il motivo per cui si sono uniti in un parere comune? Roma è sempre stata la culla della cultura
classica. Nel Rinascimento si studiano gli edifici classici a Roma attraverso viaggi-studio. Con l’unificazione
d’Italia si ha la sensazione che ogni Stato aveva la sua idea nei confronti dell’antico. Nello stato della Chiesa
nacquero i primi problemi durante il Rinascimento. Raffaello Sanzio denunciò lo stato di conservazione dei
resti archeologici di Roma. Scrisse a papa Leone X una lettera in cui scrive lo stato delle vestigia e dice che i
resti nonostante il passare del tempo e l’incuria erano ancora in piedi data la maestria degli antichi romani.
Gli antichi romani sono stati degli ottimi costruttori e dobbiamo prendere spunto. Secondo Raffaello si
doveva fare qualcosa di bello e resistente. (leggere la lettera)
Prima di Leone X i papi non hanno fatto azioni per la tutela (alcuni papi hanno usato addirittura monumenti
come cave di materiale). Solo dopo il 700 con la scoperta di Pompei ed Ercolano nasce un mercato dell’arte
e tentavano di riprodurre con dei falsi le opere (la maggior parte dei musei sono nati per mettere in salvo
molte cose che forse avremmo perso). Es. casa del fauno a Pompei c’è una copia della statuetta all’ingresso
e quella originale si trova al MANN.

Quando ci furono i convegni per la stesura della carta del restauro siamo alla fine dell’800 e c’erano tanti
stili architettonici (territori in cui era stato più importante il medioevo e quindi gli edifici avevano più
carattere medievalista, altri con caratteristiche classiche, altri con caratteristiche eclettiche). Si cerca quindi
di creare un linguaggio univoco almeno in materia di restauro (o comunque di intervento sul costruito)
Ancora a fine dell’800 c’era questo fenomeno del mercato dell’arte.
Il quesito fu: Se devessi fare un restauro o un completamento lo farei con lo stile dell’epoca o come lo farei
io ora? L’architettura contemporanea dell’epoca era talmente eclettica che si sarebbe finiti a non capire più
cosa fosse vecchio e cosa nuovo e quindi c’era il rischio di non riconoscere più il vecchio antico. Ciò che fa la
differenza è la tecnica ma essa si è tramandata nei secoli e quindi anche se gli interventi appartenevano ad
epoche diverse non si coglieva la differenza. Ci fu l’esigenza di operare sul vecchio con tecniche diverse per
evidenziare le modifiche fatte.

Art.1: si crea una gradualità degli interventi (livelli di approfondimento diversi)


Consolidamento: per la prima carta del restauro è l’intervento minimo. Serve per far stare una cosa in piedi.
RIPARAZIONE/RIPRISTINO: per es. metto insieme due elementi. Ricompongo lo spazio, la configurazione.
RESTAURO: è la parte finale; agisce sulle finiture
[NB In Italia si chiama Ministero dei Beni Culturali, in altri paesi Ministero della cultura].
Art. 2: secondo la carta del restauro devo intervenire evidenziando la discontinuità del nuovo intervento
rispetto all’antico impianto (la tecnica costruttiva deve essere diversa)
Art. 3: qualora dovessero essere fatti dei completamenti in modo devono essere distinguibili; ad esempio
utilizzando materiali diversi o assumendo forse semplificate rispetto all’originale (fare line geometriche di
inviluppo ma non i dettagli)
Art. 4: negli edifici con notevole pregio o bellezza le opere di consolidamento devono essere ridotte al
minimo. Inoltre, la patina (il colore della vecchiezza), intesa come segno dell’antico, andavano lasciati).
Anche se una parte crollava veniva lasciata lì e veniva fatta crescere l’erba→ gusto romantico.
Art. 5: “Saranno considerate per monumenti, e trattate come tali, quelle aggiunte o modificazioni che in
diverse epoche fossero state introdotte nell'edificio primitivo, salvo il caso in cui, avendo un'importanza
artistica e storica manifestamente minore dell'edificio stesso e nel medesimo tempo svisando e
smascherando alcune parti notevoli di esso, si ha da consigliare la rimozione o la distruzione di tali
modificazioni o aggiunte. In tutti i casi nei quali sia possibile, o ne valga la spesa, le opere di cui si parla
verranno serbate, o nel loro insieme o in alcune parti essenziali, possibilmente accanto al monumento da
cui furono rimosse”
Art. 6: bisogna documentare gli interventi con fotografie e trasmetterle al ministero della pubblica
istruzione. Essendo all’epoca foto in bianco e nero l’articolo dice anche di affiancare disegni ad acquerello
perché con i colori si poteva capire qualcosa in più.
Art. 7: Una lapide da infiggere nel monumento restaurato ricorderà la data e le opere principali del
restauro.

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