Sei sulla pagina 1di 3

Lezione 19 – archi e volte

Il dissesto in foto è molto evidente: il concio resta in equilibrio incastrato in una


porzione molto piccola, ma è una configurazione al limite che prelude ad un
dissesto globale. Le strutture arcuate e voltate sono caratteristiche dei dissesti
nelle strutture, perché le fessure si manifestano immediatamente e sono molto
precise, nel senso che è facile attribuire la causa alla nascita della lesione a
seconda di come questa si sviluppa.

La costruzione degli archi

In termini di modalità costruttiva, possiamo parlare di costruzioni in conci lapidei ben squadrati, costruzioni
realizzate in mattoni di varia forma e costruzioni realizzate con pietrame informe.
Parliamo di volte e archi di progetto: costituite da insieme di malta e aggregato in quantità paragonabili
(molta malta e poco aggregato). Se per gli archi realizzati con conci lapidei l'elemento resistente è la pietra,
quando ci troviamo davanti ad un arco/volta realizzato in getto, ha importanza la resistenza a compressione
del conglomerato e della malta stessa.

Alberti ipotizza un funzionamento delle volte legato alla modalità con cui vengono realizzati, cioè che il primo
arco sia stato realizzato da due elementi inclinati fra cui si trovava un elemento orizzontale, ipotesi più
complessa dei due elementi posti a triangolo. Il primo arco, quindi, è costituito da tre conci, non da due. Dalla
foto notiamo che gli elementi di pietrame informe che costituiscono l'arco sono disposti differentemente in
corrispondenza della parte centrale, poiché disposti in piano, rispetto alle parti che devono rispondere a
compressione nella direzione opposta. E' ottimizzata la direzione con la quale sono disposti gli elementi per
rendere la struttura efficace. La differenza di disposizione degli
elementi, che si ritrova in altri casi, ha due motivazioni: sappiamo
che a partire dal piano alle reni si ha una disposizione dei conci
differente perché al di sopra il concio comincia ad essere instabile.
E' chiaro che uno dei motivi per cui i conci assumono un'altra
direzione oltre il piano alle reni, rispetto ai conci fra le reni e
l'imposta. Prima si realizzano le porzioni al di sotto e, anche senza
l'ausilio di centine per piccoli archi, è possibile realizzare la parte
centrale mediante l'utilizzo di nervature, che avevano funzione di sostegno momentanea. Le volte nervate,
infatti, sono strutture molte leggere (utile per strutture elevate) anche per ridurre i costi delle centine in
legno, proprio perché le nervature fungono d'appoggio per le parti intermedie.

A tebe, in foto, abbiamo un esempio costruttivo che


utilizza la sovrapposizione di diversi archi: costruendo una
volta molto leggera (costituita da piccoli elementi) senza
l'ausilio di appoggi, posso fare affidamento sulla resistenza
della volta per costruire le volte al di sopra e far diventare
la struttura via via più resistente.
L'arco, sempre inserito in un setto murario, deve dialogare con la muratura
in adiacenza attraverso i conci, con più o meno efficacia. Non bisogna
fermarsi all'apparenza geometrica: in foto è visibile come i conci sono
orizzontali fino ad una certa quota e la porzione interessata dai conci
trapezoidali è limitata; la configurazione arcuata è data dalla forma dei conci
orizzontali, ma il suo funzionamento è quello di una struttura semplice con
un piano di imposta alla quota fin dove ci sono i conci orizzontali.

Bisogna confrontarsi sulla forma dei conci perché possono far variare la
trasmissione dei carichi.

Il mausoleo di Teodorico è famoso perché si dice che la copertura voltata sia stata realizzata con un unico
grande blocco in pietra di 230 tonnellate con un diametro di quasi 11 m. Inoltre, questo presenta fra le
soluzioni costruttive degli archi perimetrali dei conci lavorati con delle indentature. La soluzione diventa
molto ricorrente e persistente, da arrivare fino ad oggi. Il concio indentato permette un reciproco contrasto
col concio successivo: conci adiacenti non scivolano perché si contrappongono a vicenda. In questo modo, si
impedisce lo scivolamento reciproco fra i conci con un dentello che "aggancia" il
concio stesso a quello successivo. Bloccando un solo concio, si bloccano tutti gli
altri. La soluzione rende l'arco molto stabile ed indeformabile, a svantaggio di un
eventuale riassemblamento dei conci in caso di dissesto. Infatti, in caso di dissesti,
il concio risulta così sollecitato che può fratturarsi. La lesione che nasce si presenta
in corrispondenza della parte concava del concio ed dovuta proprio alla
deformazione impedita. L'arco continua a funzionare, passando ad una
configurazione che prevede due ghiere di conci sovrapposte: i conci nella porzione
inferiore possono dissestarsi in un altro evento. Le indentature vanno disposte "a
specchio" rispetto il concio in chiave. Per non sollecitare troppo una struttura così
composta si può realizzare un arco di scarico in sommità, che grava sui piedritti.

Il caso in foto: le fessure presenti, di spessore ridotto, servono


a creare una disconnessione fra gli elementi. In questo modo,
tutto il peso della struttura che sta al di sopra, non grava su
quella parte, ma la presenza della fessura devia il carico nelle
porzioni laterali. Poco visibile, è presente un concio indentato
fra due conci a sinistra e destra che scarica direttamente sulla
piattabanda, impedendo la rottura attraverso la frattura. Il
sistema è molto efficace sia dal punto di vista costruttivo e dal
punto di vista estetico.
La costruzione delle volte

La realizzazione delle volte prevede soluzione costruttive diverse da quelle dell'arco. Oltre che con conci,
laterizio o pietrame informe + malta, queste possono essere realizzate completamente in getto (volte a
concrezione). In relazione allo spessore, si distinguono volte a grande spessore (realizzate con conci di grandi
dimensioni o con getti di spessore notevole) e volte sottili.

Dal punto di vista costruttivo, la realizzazione di una volta richiama le stesse problematiche della realizzazione
degli archi. Può essere realizzata con opere provvisionali poco impegnative fino ad una certa quota, cioè fino
al piano alle reni. Al di sopra, i conci tendono a scivolare e devono essere sostenuti.

Vi sono volte realizzate mediante una sequenza di archi giustapposti, fra cui vengono disposti degli elementi
orizzontali, riducendo anche il numero di conci speciali da realizzare creando una discontinuità all'intradosso.

Se i piani di imposta sono sempre più bassi, si crea un andamento molto


particolare della volta

Tipici delle volte a concrezione sono i crolli ad imbuto: la morfologia del dissesto
dipende dal sistema costruttivo e dal tipo di apparecchio. Realizzando una volta
in getto, risulta meno spingente di una volta ad elementi. La spinta minore è a
scapito della minore deformabilità in caso di dissesti, a cui segue infatti un crollo
improvviso. Le lesioni, infatti, non possono seguire i giunti fra i conci, quindi il
pezzo che si stacca ha sempre forma cuneiforme, mentre in questo caso la lesione
è assolutamente casuale.

Potrebbero piacerti anche