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Guida al solaio (PARTE 2), i solai laterocementizi: caratteristiche tecniche, tipologie ed un esempio teorico di progettazione
secondo le NTC 2008
Il solaio è la parte di un edificio che divide un piano dall’altro, facendo da copertura per il piano sottostante e da base per quello soprastante.
Da un punto di vista tecnico può essere definito come una struttura bidimensionale piana con la funzione di sopportare i carichi presenti su di
essa e trasferirli alle strutture (generalmente le travi) su cui si appoggiano.
In questo articolo proponiamo il secondo approfondimento tecnico sull’elemento solaio (https://biblus.acca.it/tag/guida-al-solaio/), in particolare
tratteremo i solai laterocementizi (caratteristiche tecniche e tipologie) e forniremo un esempio teorico di progettazione secondo le NTC 2008.
La pignatta, pur non avendo funzione strutturale, è il vero elemento centrale dei solai laterocementizi, in quanto svolge il ruolo di cassaforma a
perdere, necessario alla formazione dei travetti.
Viene in gergo descritto come elemento tecnico per l’alleggerimento dei solai, va però precisato che la sua presenza è funzionale alla
realizzazione del solaio stesso senza la quale non potrebbero formarsi i travetti in opera o prefabbricati. Dunque visto il suo ruolo indispensabile,
diviene essenziale che sia anche leggera.
La grandezza di una pignatta varia a secondo del tipo di solaio, in commercio troviamo tantissime tipologie.
larghezza B (38÷45)
altezza H (12÷28)
profondità L (25 – 30)
Pignatta 20 x 25 x 40
Travetto
Il travetto, come accennato in precedenza, è l’elemento compreso tra 2 pignatte. I travetti rappresentano la struttura portante di un solaio e
possono essere di 2 tipi:
gettati in opera
prefabbricati
Il travetto gettato in opera, ha la caratteristica forma rettangolare e dimensioni in larghezza comprese tra gli 8 e i 16 cm.
Per luci di solaio superiori a 5 metri è necessario inserire un travetto rompitratta, o di ripartizione, perpendicolare alla tessitura dei travetti, con
base 15 cm allo scopo di aumentare la rigidezza della struttura.
precompressi
tralicciati in c.a.
Soletta
La soletta ha la funzione di ripartire i carichi e di irrigidire il piano, in sua assenza il solaio si dice “a raso”.
La soletta in c.c.a. è la parte superiore del solaio ed ha il compito di collegare i travetti tra di loro.
Il calcestruzzo viene gettato in una sola volta, in modo da formare sia i travetti che la soletta, costituendo così una struttura monolitica.
La soletta, generalmente ha dimensioni comprese tra i 4 e i 10 cm ed al suo interno viene posizionata una rete elettrosaldata, in grado
di ripartire i carichi trasversali e assorbire gli effetti del ritiro del calcestruzzo. Una rete di uso frequente è composta da una maglia quadrata
composta da Ø 6 con passo 20 cm.
Sono realizzati poggiando su un tavolato in legno i blocchi in laterizio (pignatte) poste ad un interasse tale da consentire la realizzazione
dei travetti (mediante il posizionamento delle barre di armatura) ed il successivo getto di calcestruzzo.
Successivamente la cassaforma in legno viene smontata, al raggiungimento della maturazione del calcestruzzo (in genere 28 giorni dal getto).
dove:
Sono solai caratterizzati da una struttura portante (i travetti prefabbricati) e che non necessitano di complicate strutture di sostegno in fase di
esecuzione.
Le varie tipologie di solaio si differenziano in buona sostanza per i differenti travetti prefabbricati che possono essere:
con fondello, parzialmente gettato e traliccio di armatura
con travetto tralicciato in c.a.
con travetto precompresso
Le seguente figura ci mostra un solaio con fondello, parzialmente gettato e traliccio di armatura:
Sono solai caratterizzati da lastre in c.a. prefabbricate, comunemente conosciute come predalles, (precompresse o non) spesse in genere
almeno 4 cm e larghe 1,20 m che vengono disposte tra gli appoggi della struttura portante.
Su di esse vengono poggiati dei blocchi di alleggerimento (in laterizio o in polistirolo espanso o in plastica) opportunamente distanziati per
consentire la successiva realizzazione dei travetti in c.a. (tralicciato o non) mediante il getto di completamento.
Sono solai realizzati quasi per intero in stabilimento mediante assemblaggio dei laterizi e dei travetti armati.
Sono caratterizzati da una rapida esecuzione, il cui montaggio avviene attraverso ganci di sollevamento, necessitano di poche opere di
sostegno provvisorio e di ridotti getti di completamento.
Rappresentano un solaio storico introdotto in Italia intorno al 1930 e sono caratterizzati da una buona velocità di esecuzione.
È in buona sostanza costituito da travetti in laterizio armato assemblati a piè d’opera mediante infilaggio di barre di armatura (in genere
lisce e dal diametro ridotto) in tasche appositamente predisposte nel laterizio e sigillate mediante malta.
Lo schema di solaio a cui si farà riferimento è quello relativo ad una struttura intelaiata in c.a. destinata a civile abitazione, con 2 campi di solaio
ed uno sbalzo.
carichi permanenti Strutturali (G1), peso proprio di tutte le parti strutturali essenziali quali:
la soletta
la nervatura
le pignatte
carichi permanenti non strutturali (G2), peso proprio delle parti non strutturali quali:
il pavimento
il massetto
le tramezzature interne
l’intonaco
carichi variabili o di esercizio (Q), definiti dalla norma in funzione delle destinazione d’uso proprie della struttura (es. abitazione, negozio,
parcheggio)
Per questo motivo, alle quantità g, g’ e q stimate nell’analisi dei carichi viene assegnato ora un significato statistico; il pedice “k” che
accompagna le grandezze gk, gk’ e qk (ma anche Fk e Hk) definisce le stesse come valori caratteristici, assegnando cioè il valore 5% alla
probabilità di superamento di tali valori dei carichi durante la vita delle strutture.
Secondo il metodo Semi-Probabilistico agli stati limite vengono definiti, inoltre, 2 livelli di verifica per le prestazioni degli elementi strutturali. In
particolare, si definiscono 2 diversi tipi di combinazioni con riferimento ai valori delle azioni caratterizzati da diversa probabilità di occorrenza:
combinazioni allo Stato Limite Ultimo (SLU), per le quali si considerano azioni amplificate rispetto ai corrispondenti valori caratteristici al fine
di poter considerare carichi con una probabilità di superamento dell’ordine di 10-3 (e dunque molto più bassa del 5% che riguarda i valori
caratteristici):
Fd = γG1 G1 + γG2 G2+ γqQk1 + Σ(i>1) γq Ψ0i Qki
combinazioni allo Stato Limite di Servizio (SLS), ottenute con riferimento a valori caratteristici (o a loro frazioni) dei carichi variabili
Combinazioni rare: Fd = G1 + G2 + P + Qk1 + Σ(i>1) Ψ0i Qki
dove:
Coefficienti di combinazione (ψ0j; ψ1j; ψ2j) sono funzione della destinazione d’uso dei locali:
Categoria E: biblioteche, archivi, magazzini e ambienti ad uso industriale 1,0 0,9 0,8
Categoria F: rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso ≤ 30 kN) 0,7 0,7 0,6
Categoria G: rimesse e parcheggi (per autoveicoli di peso > 30 kN) 0,7 0,5 0,3
Per massimizzare il momento in una sezione di campata bisogna caricare quella campata e tutte le altre in maniera alternata (“a scacchiera”)
verso la periferia della trave. Per ottenere il momento massimo (in valore assoluto) sul generico appoggio bisogna caricare le due campate che
vi concorrono e tutte le altre in maniera alterna verso la periferia.
Nel nostro caso (2 campi di solaio e uno sbalzo) si avranno le seguenti 4 combinazioni di carico:
Combinazione di carico n. 1:
Combinazione di carico n. 2:
Combinazione di carico n. 3:
Combinazione di carico n. 4:
In via esemplificativa l’area minima di armatura resistente a flessione può essere valutata attraverso:
dove d è l’altezza utile, che presuppone la valutazione del valore del copriferro d’ (strato di cls posto per garantire la protezione delle armature
dalla corrosione, generalmente 3 cm).
Inoltre, in corrispondenza della sezione di appoggio, deve essere disposta un’area di armatura minima inferiore tale che:
dove:
MRd ≥ MSd
VRd ≥ VEd
dove:
dove:
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